"Lo Prometto…." di Unmei NOTE: visto che l'ultima fic di Saiyuki che ho scritto è stata un'overdose di angst, questa serve per compensare. Non ha una vera trama, è solo un'idea che mi è venuta in mente e che mi sembrava carina… e poi mi serve anche per prendere la mano con i personaggi nella loro versione Gaiden, per poterci scrivere qualcosa di serio più avanti ^__^…quando ne avrò la forza, dopotutto la mia vitalità è esattamente quella di Konzen ^^;; Grazie grazie grazie a Nefer e Ria per averla già letta e avermi detto che era degna di essere postata ^*^. _____________________________________________________________________
"Ma Konzen, perché non posso venire anche io?" "Perché il posto dove sto andando non è per mocciosi selvaggi." "Io non sono un moccioso!" "Hai ragione, sei una animale. Selvaggio, in ogni caso." Goku protestò di nuovo e con voce ancora più alta, ma il dio non gli prestò attenzione: non gliela avrebbe data vinta un’altra volta! Non era ammissibile che un adulto nella sua posizione dovesse sempre cedere ai capricci di un bimbetto. "Vuoi proprio lasciarmi qui da solo tutto il giorno?" Chiese il piccolo con tono più sottile, tra il lamentoso e il rassegnato, esibendo grandi occhi espressivi da cucciolo sperduto sotto la pioggia. Vai a capire se era sincero o se aveva solo cambiato tecnica nella speranza di impietosirlo e convincerlo. "Ovvio che non ti lascio qui: non voglio mica trovarmi l'alloggio distrutto, quando tornerò. Ci penserà Tenpou a farti da baby sitter, per oggi; ora ti porto da lui e verrò a prenderti a sera….. vedi di non disturbarlo troppo, intesi?" Finalmente Goku rise, felice. "Allora d'accordo! Ten-chan è gentile, e poi mi permette sempre di esplorare il suo ufficio, sai? Ci sono tante cose interessanti, e mi diverto un sacco ad arrampicarmi su sugli scaffali più alti….." "Dietro i quali gli strati di polvere hanno ormai probabilmente sviluppato una mente senziente….." "Eh? Che vuoi dire?" "Niente, niente. Avanti, andiamo ora." E tese la mano a Goku, un gesto che gli era diventato spontaneo senza che nemmeno se ne accorgesse.
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La giornata passò per entrambi, il dio e la scimmietta, ma mentre per il secondo volò spensieratamente, il primo la trovò di una noia inaudita. Avere a che fare con Goku ogni benedetto giorno gli aveva fatto scordare quanto fossero gretti gli dei ….. nonché soporiferi i loro discorsi: chiacchiere vuote, litigi insensati, falsità, invidie, menzogne, pettegolezzi. Ogni sprazzo d'intelligenza veniva prontamente soffocato sul nascere….. ora capiva meglio perché sua zia sbadigliasse sempre a quel modo. Si era lamentato quando era stato costretto a far da balia al ragazzino, considerando la cosa un attentato alla sua tranquillità e alla sua sacrosanta asocialità, e ora invece compativa quegli immortali che continuavano a condurre una vita stagnante. Forse era il sapere di avere a disposizione tutto il tempo del mondo a distorcere le loro menti, a riempirgli di meschinità gli uni verso gli altri, soprattutto verso chiunque fosse da loro diverso. E ora lui in fondo al cuore sapeva di dover essere grato a Goku. Dopo, mentre tornavano verso il loro alloggio, Goku lo riempì di chiacchiere: raccontò entusiasta di corse su e giù per l'ufficio e degli scherzi che lui e Tenpou avevano fatto ad un antipatico cameriere che qualche volta lo aveva guardato male; poi descrisse con dovizia di particolari il lauto pranzo e la merenda che aveva letteralmente divorato. Disse inoltre che Tenpou gli aveva prestato un libro, e che l'aveva già letto fin quasi a metà, spiegando con orgoglio che si trattava di un libro da 'grandi' e non da bambini. Konzen commentò che probabilmente sarebbe stato più adatto un libro da scimmie, ma evidentemente il generale non ne possedeva…..peccato. Goku protestò, si arrabbiò per una manciata di secondi, ma subito gli passò e continuò a cinguettare allegramente fin quando arrivarono a destinazione….. e anche dopo, a dire il vero, mostrandogli i disegni che aveva realizzato quel giorno. Tra essi ce n'era anche uno che li ritraeva tutti insieme: lui, Goku, Kenren e Tenpou. Al dio saltò all'occhio che tra i quattro solo lui non sorrideva: il suo viso era disegnato con cura, anche se infantilmente, così come i lunghi capelli biondi e la veste bianca, però la sua espressione era severa, troppo seria. Era normale che fosse così, quello era il suo atteggiamento di sempre, se ne rendeva perfettamente conto, però gli fece uno strano effetto vederlo a quel modo….. in fondo il disegno di un bambino è ancor più sincero di uno specchio. "Senti Konzen, posso appenderli?" "Hhmm. Fai come vuoi, ma stai zitto e non mi disturbare: ho da finire del lavoro." "Starò buono!" Esclamò Goku e il dio pensò che tale promessa equivaleva all'avere davanti un cinque, dieci minuti al massimo di silenzio, dopodiché si sarebbe ritrovato ancora con una scimmietta ballerina tra i piedi. Beh, in fondo ormai ci si era abituato, anche se a forza di urlare la gola gli faceva sempre male. Però le previsioni di Konzen vennero smentite: addirittura un mezz'ora dopo regnava ancora il silenzio. Per testardaggine si rifiutò di sbirciare cosa stesse facendo il ragazzino, ma quando i trenta minuti divennero quarantacinque, e poi sessanta, cominciò a preoccuparsi. Che il piccoletto fosse morto? Che altro avrebbe potuto ridurlo al silenzio tanto a lungo? Insomma….. magari si era fatto male! …..e se fosse stato così poi si sarebbe dovuto sorbire chissà quante prediche da quella brutta vecchia….. forse dopotutto era meglio dare un'occhiata. Si affacciò alla camera da letto per controllare, e per un attimo non credette a ciò che vide: Goku se ne stava sul letto a leggere: appoggiato alla spalliera, le gambe raccolte al petto e il libro appoggiato su di esse. Il suo volto era concentratissimo, gli occhi attenti scorrevano sulle pagine senza interruzioni o distrazioni. Riusciva addirittura a sembrare uno scolaretto indifeso….. anche se con i pugni che sapeva tirare "indifeso" non era certo una parola consona al tipo. Ciò non toglieva che guardandolo Konzen provò qualcosa di molto simile all'istinto di protezione. Protezione per l'unica creatura davvero pura in tutto il tenkai, l'unica completamente sincera e priva di malizia, che con la sua sola esistenza metteva ancor più in luce quanto grigie fossero le vite degli dei. Goku che gli correva intorno, che lo trattava con una confidenza che terrorizzava i lacchè che invece si rivolgevano a lui con servilismo….. Goku, così piccolo che alzava sempre il viso per poterlo guardare negli occhi e che gli si era affezionato senza un perché. In quel momento, per la prima volta, ebbe la precisa sensazione che l'incontro con quel bambino avesse deciso il suo destino e che non sarebbe più potuto tornare indietro. E di un'altra cosa si accorse: che di tornare indietro non aveva alcuna voglia. Si ritrasse silenziosamente, lasciando il bambino al suo libro. ~°~°~°~°~°~°~°~°~°~°~°~°~°~°~°~°~°~°~°~°~°~°~°~°~°~°~°~°~°~°~°~°~ La notte silenziosa era scesa sul Tenkai e Konzen stava dormendo di un sonno leggero, quasi un dormiveglia, quando qualcosa lo svegliò d'improvviso, e non si trattava dei soliti crampi: c'era qualcosa che si stava muovendo sotto le sue lenzuola….. qualcosa che lo irritò non poco, considerato che lo aveva disturbato. Scostò bruscamente le coltri e nel buio quasi completo allungò una mano per carpire l'intruso, riuscendo ad afferrarlo per i capelli. "Ahi, ahi! Konzen, no!" La voce fanciullesca che aveva parlato apparteneva inconfondibilmente all'animaletto di cui doveva prendersi cura. Poco ci mancò che la divinità sbuffasse fumo dalle narici; con uno sforzo riuscì a dominarsi e a evitare di sbraitare, mantenendo il tono di voce ad un sibilo seccato. "Che diamine ci fai qui, scimmia?" Che già mezzo Tenkai lo credeva un pedofilo, ci mancava solo di ritrovarsi con quel bambino nel letto. "Posso dormire con te, Konzen? Ti prego!" "Torna immediatamente al tuo posto, prima che ti ci mandi io a calci!" "Ma non voglio stare lì da solo!….. puoi accendere la luce, per favore?" Konzen brontolò, ma esaudì la richiesta e si preparò ad ascoltare….. persistere nel voler rimandare a dormire Goku sarebbe stato vano: tanto valeva lasciare che gli dicesse quel che doveva, così avrebbe riavuto più in fretta un po’ di pace. "Ed allora?" L’altro lo guardò con occhi completamente innocenti, ma non emise fiato, e giocherellò con le maniche del pigiama. "Goku, prima che mi arrabbi, vedi di dirmi - " "Hopauradeifantasmi!" La stanza fu riempita da un silenzio tombale. Konzen guardava Goku, chiedendosi se avesse capito male. Goku di rimando fissava Konzen, con sguardo serissimo. "Hai paura dei….. cosa?" "I fantasmi, Konzen! Girano di notte, fanno strani lamenti e quando ti passano vicino senti come uno spiffero freeeeeeeddo che ti fa venire i brividi! Ti spaventano con degli incubi, o ti terrorizzano e ti fanno venire tutti i capelli bianchi, o ti portano via con loro, o ti rubano il respiro, o si vendicano con te di cose di cui non puoi niente, o ti fanno qualche scherzo orribile, come farti volare il letto di qua e di là, o farti dormire per taaaaaanti anni e quanto ti svegli sei vecchio e tutti i tuoi amici non ci sono più, o ti - " "I fantasmi non esistono. Punto. Torna nel tuo letto." "E se invece sì? E se vengono e mi portano via?" "Meglio, così almeno potrò dormire tranquillo." "Cattivo!" Strillò Goku, rendendo temporaneamente inutilizzabile il timpano destro del suo padrone. Konzen già stava per perdere la calma, mantenuta tanto a lungo contro ogni aspettativa, ma si fermò prima di afferrare per le orecchie il bambino. Il piccolo ci era rimasto davvero male e aveva uno sguardo spaventato e offeso. Uhm. Effettivamente aveva parlato con un po’ di leggerezza, considerato che aveva a che fare con una bestiolina incapace di afferrare l'ironia. "….. in ogni caso, se esistessero, e non è così, qui non ce ne sarebbero. Gli dei sono immortali, quindi niente fantasmi." "Ma se ce ne fosse qualcuno venuto da un’altra parte? Magari in vacanza?" "I fantasmi non fanno vacanze!" "Ma allora esistono!" "NOO!! NON ESIST - " Konzen si zittì e si massaggiò le tempie. Anche i fantasmi, adesso. Calmo, doveva stare calmo, arrabbiarsi non avrebbe portato a niente….. ….. e cercare di far ragionare la scimmia idem. Se voleva tornare a dormire non gli restava altra scelta che assecondarlo. "Va bene. Ma disturbami ancora una volta e ti sbatto fuori." Goku annuì e si mise giù, infilandosi sotto le coperte con un gran sorriso compiaciuto. "Possiamo tenere le luce accesa, Konzen?" "Ora non pretendere troppo." Rispose il dio, e pochi istanti dopo la stanza tornò nell'oscurità. Ma non il silenzio….. "Konzen?" "Dormi." "Però…..senti….." "Cosa?" "Allora se viene un fantasma tu non lascerai che mi porti via, vero?" "Dovrebbe essere un fantasma stupido, per volerti prendere." "Uffa, Konzen!" "Non dirmi uffa. E zitto."
Non contava troppo di ottenere obbedienza così facilmente, ma con suo stupore il bambino non ribatté. Che stesse imparando a rispettare l’autorità? Beh, sarebbe stata ora! Con un po’ di fortuna sarebbe riuscito a riaddormentarsi e il mattino dopo avrebbe potuto archiviare il tutto nella sezione ‘ciò che non avrei mai immaginato mi sarebbe accaduto’…… sezione che effettivamente cominciava ormai ad essere satura. Il calore del corpo di Goku era così vicino al suo, e poteva udire distintamente il rumore del suo respiro leggero….. Nel buio sentì una mano infantile sfiorargli i capelli sciolti, stringersi intorno ad una lunga ciocca, e là restare. Senza tirare, senza fargli male….. solo un contatto rassicurante, leggero, come quello dei bambini che dormono stringendo la mano del genitore, così quel gesto sembrava desideroso di conforto, di un po’ d’amore e d’accettazione. Non era stato precisamente gentile con Goku, e ciò nonostante lui ancora lo cercava come se la sua vicinanza lo facesse stare bene. Era un mistero, quell’animaletto, che forse non avrebbe mai risolto. Probabilmente per capire il suo modo di comportarsi era necessario essere come lui, e ciò era fuori dalla sua portata: non aveva mai guardato al mondo con occhi tanto fiduciosi e limpidi, e ormai era troppo tardi per imparare. Forse.
"Certo che non lascerò che ti portino via, piccolo stupido." Sussurrò, sorridendo nel buio. "Grazie." Venne l'assonnata risposta, qualche secondo dopo. Ma quel bambino proprio non voleva mettersi a dormire? Konzen sospirò rassegnato, e visto che erano entrambi svegli decise togliersi una curiosità. "Comunque si può sapere da dove arriva questa faccenda dei fantasmi?" "Ecco….. da quel libro che sto leggendo. Lì c'erano scritte tante storie su di loro….. di giorno non mi facevano paura, ma con il buio e tutto questo silenzio è diverso!" "Eppure tu non mi sembri certo il tipo d'aver paura di qualcosa." "Ma tu non le hai lette! Anche lì c'è sempre qualcuno che dice che i fantasmi non esistono, e poi invece capita qualcosa di orribile….." "Sono solo invenzioni. Però sarebbe meglio che tu smettessi di leggere certi racconti, almeno finché sarai più grande. Domani andrò a scambiare qualche parolina con Tenpou….. che non ti presti altri libri che possano suggestionare il tuo labile cervellino." "Ma io - " "Ti porterò qualcosa di più adatto. Un libro di favole farà al caso tuo….. uno di quelli innocui e tranquilli con lieto fine assicurato. Ora basta, però, non voglio sentire un'altra parola fino a domani." ….. ….. ….. ….. ….. …. "Senti, Konzen….." "Goku….. se continui presto un fantasma ci sarà davvero. Il tuo." "No, davvero…..ascolta. Hai detto che gli dei sono immortali, quindi….. tu non morirai mai, vero?" "…..Perché me lo chiedi?" Rispose il dio, perplesso ed incuriosito dal tono assunto dal suo animaletto. "Io vorrei che noi rimanessimo sempre insieme. Sai, mi piaceva di più stare sulla terra che qui; era un posto molto bello, quello dove vivevo. C'erano tanti prati ed un ruscello con l'acqua fresca, e crescevano anche le fragoline selvatiche….. C'erano persone simpatiche, bambini e animali con cui giocare, mentre qui quasi tutti mi ignorano. Però ci sei anche tu, ed allora voglio restare….. perché con te sono felice….. e non voglio che mi lasci solo." Parlando Goku si era fatto più vicino a Konzen, raggomitolandosi strettamente contro di lui, poggiando la testa vicinissimo al suo petto, cercando inconsciamente un abbraccio, forse….. perché non ne aveva mai avuti molti, e non conosceva l'affetto di un padre né di una madre. Era tardissimo, aveva un sonno atroce, e la scimmia lo stava tenendo sveglio con domande sciocche invece di lasciarlo dormire in pace. Eppure non riusciva ad essere arrabbiato con lui, anzi….. il dio sentì una vampata d'affetto, di tenerezza per il bambino che lo aveva scelto quale centro del suo universo, e che riusciva davvero a vedere dentro il suo cuore, oltre il suo brutto carattere. Aldilà delle sgridate, delle urla, dei divieti, delle orecchie tirate…..egli vedeva una calda luce che lo portava a regalargli fiori e grandi sorrisi, ad infilarsi nel suo letto quando aveva paura. Goku continuava a stringere i suoi capelli, e Konzen glielo lasciò fare, ma chiuse la sua mano sopra quella più piccola del bambino. "Lo prometto: non ti lascerò solo." Come se quelle fossero attese parole magiche, finalmente Goku si quietò, mormorando un ringraziamento. Si addormentò soddisfatto; le sue ansie notturne dimenticate con la velocità con la quale erano sorte.
****** Un paio di giorni dopo….*******
…..Il silenzio del Tenkai era un'altra volta scosso dalle urla di un dio dalla poca pazienza e dalle proteste di un bambino dalla vivacità incontenibile….. "Che diamine ti salta in mente, razza di idiotissima scimmia!" "Ma io non ho fatto niente di male! Perché ti sei arrabbiato così tanto?" "Te lo do io il niente di male! Aspetta che ti prenda!" "Io pensavo che saresti stato contento se ti avessi svegliato come fa quel tizio nel libro che mi hai regalato!" "Contento? Dannazione, ti sembro forse una principessa?" "Beh….. però anche tu hai i capelli lunghi e biondi!" "GOOKUUU!!"
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