Disclaimer: I personaggi citati appartengono alla loro creatrice J.K. Rowling.
Nota: il seguente scritto contiene alcuni accenni di YAOI. Chi si
ritenesse offeso da questo è pregato di non continuare nella lettura. Grazie.
Betareading by Elyxyz
(Hennè production)
Long way home
di
N
Remus J. Lupin getta uno sguardo all’interno dello scompartimento e quando vede che
è vuoto ne apre stancamente la porta.
Varca la soglia e si siede vicino al finestrino, guardando fuori il cielo plumbeo. La
valigia sul sedile al suo fianco. In quel periodo, pensa, piove spesso.
Appoggia la testa al duro schienale e fissa il paesaggio esterno, che sta iniziando ad
assumere la velocità del viaggio.
In nottata sarà a Londra.
E poi Hogwarts.
Lancia intorno un’occhiata, quasi cercasse qualcosa, ma lo scompartimento è
totalmente vuoto, se si eccettua un volantino pubblicitario che qualcuno ha fatto cadere, chissà come, chissà quando.
I sedili vuoti consumati e ammaccati. Le pareti che hanno visto primavere migliori e un
soffuso odore di vecchio.
Così il suo sguardo torna fuori e il suo pensiero si perde nella campagna inglese che
corre sotto i suoi occhi, incurante di quello che sta accadendo. Che accadrà.
Incosciente come un bambino in estate.
Ma l’estate sta finendo, anche per la cara vecchia brughiera.
Remus sa che dovrebbe cercare di rielaborare le informazioni raccolte negli ultimi
giorni, ma non vi riesce.
Non riesce a far altro che appoggiare la testa al cuoio consunto e dall’odore
pungente.
Domani sera sarà ad Hogwarts. Cosa buffa tornarci ora. Tornarci solo. Lui che aveva
ricevuto promesse di eterna compagnia, di eterna condivisione.
E che ora si muove trasparente come un fantasma.
La valigia al suo fianco vibra per gli scossoni della carrozza e gli riporta alla mente
ricordi lontani di altri viaggi, di altri vagoni.
Non certo silenziosi, se non per il tempo necessario a masticare una cioccorana.
Carrozze che domani saranno nuovamente piene e nelle quali si sentirà estraneo.
Semplicemente perché troppo cresciuto.
Semplicemente perché non ci saranno i familiari sguardi dei suoi fantasmi a seguirlo,
consolarlo, amarlo.
Perché non ci sarà lo sguardo timido e impacciato di Peter, l’allegria di James.
I capelli rossi di Lily.
La malinconia, che da molto tempo accompagna Remus, bussa nuovamente alla parte più
alta della sua coscienza, tentandolo con pensieri che da tempo ha bandito. Ha voluto, dovuto bandire.
E gli occhi si fanno lucidi, mentre con ostinazione, ancora una volta, tenta di
allontanarla.
Ma sono dieci anni che lottano, capita che sia lei a vincere. È la minoranza delle
volte, si consola.
Così le permette di salire lenta, come una marea che lo culli, strisciando dalla punta
della sua colonna vertebrale su, fino al cervello; si lascia avvolgere dalle sue dita leggere, che gli accarezzano la cute delle tempie, mentre i suoi occhi si
riempiono di mare.
Ma mare calmo, che non lascerà mai il suo sguardo limpido.
Abbassa le palpebre e le tiene chiuse, stanco. I denti si serrano, la mascella si
contrae.
E, infine, un sospiro scaccia la tensione, facendogli fremere le labbra.
Quelle labbra che da tempo nessuno ha più sfiorato, quelle labbra che più nessuno
sfioreranno, perché intrappolate in ricordi troppo dolci e troppo crudeli per trovare nuova vita.
Continua a guardare fuori, ma quello che ha davanti è di nuovo il parco di Hogwarts
nel pieno della primavera, le voci degli studenti.
Le sue mani calde, che leggere scostano i fili d’erba che, pochi attimi prima,
dispettosamente, hanno lasciato cadere sui capelli di tutti, ridendo.
La sua bocca aperta in un sorriso mentre gli occhi brillano, davanti al negozio di
Quidditch.
O premuta sulla sua, per infonderle il gusto e il colore delle ciliegie troppo mature.
Dolce che si tramuta in un accenno di pungente. In fondo.
L’amaro è sempre in fondo, nella fine, pensa con un sorriso triste Remus.
Quella fine che inevitabile arriva sempre. Dopo un bel libro, dopo una vacanza. Dopo un
sogno.
Quante volte ha ringraziato per la fine di una luna piena?
Mai troppe, mai troppe.
Ha una affinità speciale per le fini, pensa. Probabilmente per carattere, o, semplicemente per sfortuna,
ha visto e affrontato molte conclusioni: quella di un’infanzia normale, della scuola, di un amore. Di una guerra…
Forse troppe per una vita.
Per un uomo solo a cui non rimane altro che guardare fuori da un vetro, per riuscire a
permettersi di guardare nel proprio passato.
Spettatore di un ricordo di felicità sbiadito.
Quello delle sue dita leggere che gli facevano fremere la pelle…
Ma ora si parla di inizio, del nuovo anno alla scuola. Dove sarà professore.
Fa quasi un gesto con la mano, tentando di allontanare dal cervello lo sguardo
divertito che avrebbe sicuramente suscitato in lui, vederlo professore.
Domani incontrerà Harry Potter.
Un nuovo inizio, con un nuovo Potter.
Non ci potrebbero essere prospettive migliori. E farà di tutto per proteggere quel
ragazzo.
E non si lascerà più sconfiggere dai sentimenti, o raggirare dal proprio stupido
cuore.
Proteggerà quello che è rimasto a costo della vita stessa.
Ed affronterà quello che dovrà venire con la determinazione che l’ha sostenuto in
questi anni.
Respira, il professor Lupin. Respira a fondo e toglie gli occhi dal finestrino. Afferra
il libro che aveva portato con sé ed inizia a leggere.
A prepararsi.
Stanotte Londra.
E domani Hogwarts.
Remus J. Lupin ha di nuovo scacciato la malinconia e il suo sguardo si è fatto
determinato e deciso.
Pronto per la nuova battaglia.
Ma una piccola, fragile, parte di lui ancora si addormenta in lei, nella malinconia,
come cullata dalla propria madre.
E in un battito non può che pensare che sta tornando a casa.
E che non avrebbe mai voluto doverci tornare solo.
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