DEDICHE:
Al
mio povero analista, attualmente ricoverato in ospedale con fratture
multiple
agli arti superiori e inferiori. E ti credo! Ha fatto un volo cinque piani! L'altro
giorno sono andata da lui e la segretaria lo ha avvertito con l'interfono.
Quando sono entrata nel suo studio, l'ho trovato sul cornicione della
finestra. In questi casi, bisogna sempre ricordare all'aspirante suicida,
tanti validi motivi, per desiderare di vivere. Allora gli ho detto che mi
trovo così bene con lui, da aver deciso di essere sua paziente, per tutta
la mia vita! Era talmente felice, che ha fatto i SALTI di gioia! .............. E-ehm.........
-_________-''' Questo
siparietto idiota, è per compensare la tristezza di questa fic... (Perché
mi ostino ancora a dare un senso alla mia follia?!ç__ç)
L'isola maledetta di Gojyina-chan
Quando
la barca s'inabissò, inghiottita dalle limpide acque oceaniche, nuotarono
fino a riva, lottando contro le onde violente, che tentavano di sospingerli
lontano dalla terra ferma. Erano
riusciti a salvare almeno gli zaini, che abbandonarono sulla sabbia umida.
Si guardarono l'un l'altro spaesati, alla ricerca di un tacito sostegno
morale. Erano
stanchi. Erano
spaventati. Erano
soli. Su
un isola deserta. Il
primo ad andarsene, fu il giovane Fukuda. Non resistette che poche ore, in
quell'inferno. I
superstiti, non ebbero il tempo di piangerlo, che si ritrovarono ad
affrontare problemi più impellenti: un alloggio per le notti future e,
soprattutto, i viveri... Fujima
e Maki, non si lasciarono scoraggiare dalla situazione e cercarono di
organizzare il lavoro, suddividendolo equamente con i loro compagni. L'asso
dello Shoyo, insieme a Jin, avrebbe cercato il cocco; Sendoh e Mitsui,
andarono ad esplorare quei luoghi sconosciuti alla ricerca di cibo; Kiyota,
doveva occuparsi del fuoco, mentre Maki, Sakuragi e Rukawa, studiarono un
modo per costruire delle piccole tende, utilizzando tronchi e liane. Si
riunirono solo al tramonto, ognuno aveva assolto egregiamente il proprio
lavoro, ma... Ora
che avevano la mente sgombra da distrazioni, il gruppo di ragazzi, iniziò a
rendersi realmente conto, della loro, disperata, situazione... Nobunaga
fu il primo a dare segni di cedimento, anche mentre mangiava il pesce
pescato da Sendoh e Hisashi, non faceva che piangere. Voleva tornare a casa! "Coraggio
piccolo, andrà tutto bene!" Maki gli circondò le spalle con un
braccio. "Tsk!
Le ho viste davvero tutte! - sbottò Hanamichi, guardandoli storto - Una
bertuccia, che soffre a stare nel suo habitat naturale! Quando un animale
vive in cattività, poi è difficile che sopravviva in libertà..."
sogghignò, ironico. "TU,
DANNATA SCIMMIA!!!" tuonò il capellone del gruppo, cercando di
saltargli addosso. "Do'hao!"
sbuffò Rukawa, mantenendo, tuttavia, la sua freddezza. "Lo
so!" gli rispose inaspettatamente il rossino, osservando soddisfatto il
viso adirato di Kyota. Finalmente
aveva reagito! "Bene!
- proruppe Maki, attizzando il fuoco - Dobbiamo decidere come disporci per
la notte!" "Shohoku
e Sendoh, nella tenda rossa e noi altri in quella blu, va bene?" chiese
Fujima, guardando i compagni. "Se
proprio dobbiamo!" fu la corale risposta di Rukawa e Sakuragi. 1°
giorno Il
risveglio sull'isola, fu traumatico, per il povero volpino. Abituato a
vivere da solo, l'essere destato da un concerto di voci, fu deleterio, per
il suo, già pessimo, umore. "Costruiamo
delle zattere!" stava dicendo il Do'hao. "A
che ci servirebbero, scusa!" rispose Mitsui, scettico ed assonnato. "In
quel punto laggiù, dovrebbero esserci delle caverne. Andiamo ad esplorarle.
Se non ci sono pericoli, potremmo andare lì a dormire, quando arriveranno
gli uragani!" propose il ragazzo, per nulla scoraggiato dalla difficile
situazione. Kaede,
dovette ammettere, che quel pazzoide aveva un notevole spirito
battagliero... "Hn"
salutò i compagni, prima di tuffarsi in mare, cercando di uscire dal suo
stato comatoso. "L'idea
di Hana, non è male! - approvò Fujima, annuendo pensieroso - Si può
provare..." Erano
davvero nei guai, se si affidavano alle genialate del Do'hao! Prontamente,
Hisashi e Sakuragi, si addentrarono nella fitta boscaglia, alla ricerca del
legno più adatto da utilizzare, mentre Maki e Fujima, iniziarono a
discutere sul modo più adatto per costruire le piccole imbarcazioni. "E'
un'assurdità! Così coleranno a picco!" sbottò il capitano del Kainan. "Non
fare il saccente come me, chiaro? Non siamo in campo e anche lì, avresti
poco da insegnarmi!" sibilò l'altro. I
due discussero ancora a lungo, esasperando gli altri naufraghi, che
iniziarono a dar segni di insofferenza. "Suvvia,
ragazzi! - intervenne Sendoh, cercando di riportare la calma - Ne possiamo
costruire due, no? Così, ognuno, la farà come vuole!" "Di
che t'impicci! Credi di essere il più intelligente di tutti, eh? - scattò
Fujima - Qui c'è troppa gente che da' fiato alla bocca, senza sapere
niente!" "Ehi!"
tuonò il porcospino, perdendo il suo leggendario sorriso. "Troppi
galli in un solo pollaio!" fu il commento di Jin, che proseguì a
tagliare i cocchi, aiutato da Nobunaga. Quando
i due giocatori dello Shohoku, tornarono in spiaggia, trascinando
faticosamente i tronchi necessari, si trovarono nel bel mezzo di una guerra
civile. I
capitani del Kainan, dello Shoyo e del Ryonan, trattenuti a stento da Kiyota,
Jin e Rukawa, inveivano l'uno contro l'altro, cercando lo scontro fisico. "Risparmiate
le energie! - consigliò loro Mitsui, depositando il pesante fardello, sulla
riva - Invece che urlare, vi siete preoccupati di cercare da mangiare?" Un
pesante silenzio, calò tra i loro. "Tsk!...E
poi, sarei IO, il Do'hao, eh?" borbottò il rosso, sdraiandosi
stancamente, per terra. "Tu
lo sei Ad Honorem!" puntualizzò il volpino, guardandolo storto. "Baka
Kitsune! Stai attento! Potrei decidere di mangiare te!" brontolò
Hanamichi, imbronciandosi. "Io,
K'yota e Maki, andremo a pescare, ok?" propose Jin, cercando il modo di
allontanare il capitano, dai suo acerrimi nemici. Quando ottenne l' assenso
di tutti i presenti, si incamminò, seguito dai due compagni. Con
il passare del tempo, Kaede si scoprì sensibile alla presenza di Sakuragi. I
suoi occhi volpini, erano attirati dalle movenze sempre più sinuose, del
ragazzo. Sembrava
che il suo lato più selvaggio e primitivo, stesse prendendo il sopravvento,
in Hanamichi. L'abbronzatura
forzata e le gocce d'acqua marina, modellavano ogni suo muscolo, mettendolo
in risalto. Alcune
ciocche di capelli, baciate dal sole, erano diventate quasi dorate. Lo
detestava. Odiava
il modo in cui lo faceva sentire... Stupido. Un
bimbo in cerca d'attenzioni. Riusciva
a rubargli un po' di tempo, solo facendo a botte con lui. Patetico. In
quei giorni, Hanamichi era tutto preso da Jin e Nobu-scimmia. Anche sulla
barca, prima del naufragio, era stato così... E
una volta sull'isola, quel comportamento si era accentuato sino
all'esasperazione. Appena
Kiyota metteva il muso, Sakuragi lo distraeva litigando un po', prendendolo
in giro... Rukawa
era geloso...tradito, da quel modo di fare. Doveva
accapigliarsi solo con lui! Con
Jin, arrivava addirittura a togliersi il cibo di bocca. Ma
Kaede si era accorto che stava dimagrendo più rapidamente degli altri. Perché
diamine li proteggeva così?! "Questo
posto, ci ucciderà..." mormorò Mitsui, guardando il tramonto. "E
tu sarai il primo, se non la smetti subito, di portar jella!!!" tuonò
Sakuragi, tirandogli un cazzotto in testa. "Sei
incosciente! Non ti rendi minimamente conto, del guaio in cui siamo!"
lo accusò il moro, stringendosi nel plaid. "Sopravvivo
qui, come ho fatto a Kanagawa. A parte l'assenza di macchine e negozi, la
differenza è minima..." mormorò socchiudendo gli occhi. All'improvviso,
sembrava molto più grande...più serio...malinconico... La
pedata di Rukawa, fece ruzzolare in acqua il bel rossino, che emerse pochi
istanti dopo, furente e gocciolante. Kaede
indugiò qualche istante, affascinato dalla sagoma del suo corpo, circondato
dall'aura del sole morente, alle sue spalle. "Come
hai osato, Baka di una Kitsune?" ringhiò Hanamichi, prima di saltargli
addosso. "Voi
due! Persino in una situazione simile, perdete tempo a scannarvi?! " li
sgridò bonariamente il porcospino, mentre cercava di separarli, aiutato da
Hisashi. 7°
giorno Fujima,
non c'era più. Probabilmente,
aveva pagato lo scontro verbale con Maki e Sendoh... Solo
Jin, sembrò dispiaciuto per la sua dipartita, ma per il resto del gruppo,
era solo una bocca in meno da sfamare. Arrivati
a quel punto, la fame, la paura e il disagio, regnavano sovrani, annullando
qualunque tipo di sentimento caritatevole. Ma
tra i superstiti, un altro tipo di...appetito, si destò prepotente. SESSO... Oro
e bronzo. Rame
e ottone. Muscoli
scolpiti nel marmo. Rimpianto
di Prassitele. Emerso
dalla spuma marina. Novello
Aphrodite, torrido e vergine. HANAMICHI... Hisashi
nascose la sua erezione, portandosi le ginocchia al petto. Seduto
in riva al mare, impastando la sabbia con le mani, alla ricerca di telline e
conchiglie, non era in grado di staccare gli occhi dal compagno. La
situazione peggiorò notevolmente, quando la sua fantasia, ricamò sulle
retine, scenari idilliaci in stile "Laguna blu"... Doveva
farlo e voleva...LUI! "Hana,
ti va di andare a fare un giro? Ho scovato un posticino veramente
carino!" gli propose Mitsui, sorridendo maliziosamente. "Eh?!"
"Una
piccola cascata, con un laghetto, circondato da sassi sporgenti..."
Erano notti, che lo immaginava aggrappato a quelle rocce, il viso arrossato,
mentre lui, da dietro, lo... "Hai
controllato se c'è da mangiare? Potrei portare la canna da pesca, magari ci
sono dei pesci!" il sorriso del ragazzo, gli illuminò il volto. Hisashi,
ingoiò la battutaccia hentai che stava per salirgli alle labbra ed annuì,
con aria complice. "Andiamo!"
Afferrandolo
per un braccio, lo trascinò letteralmente, verso la radura. "Dove
sono finiti quei due?" sbottò Sendoh, guardandosi attorno,
preoccupato. Il
rosso e lo sfregiato, erano spariti da più di un'ora. "Hn"
Rukawa si destò dal sonnellino pomeridiano, corrucciandosi a sua volta. Aveva
notato il modo in cui Mitsui guardava il Do'hao... "Dividiamoci!
- propose Maki, col cipiglio di un vero leader - Io e Kiyota, cercheremo
nelle caverne; Jin rimarrà qui, nel caso in cui dovessero tornare e voi
due, andrete a cercarli nella boscaglia. Non possono essere andati
lontani." I
due giocatori, facendosi largo tra rami e cespugli, arrivarono in un piccolo
spiazzo, dove notarono subito, due sagome familiari. Hanamichi,
inginocchiato su un masso, osservava perplesso il fondale del laghetto. Alle
sue spalle, la guardia dello Shohoku, era sul punto di saltargli addosso. "E'
un'ora che siamo qui e non c'è ombra di pesci! Sei certo di averli visti?!
- Mitsui, scelse proprio quel momento, per afferrarlo - Aspetta! Ah, no! E' solo un'ombra!" si lamentò il
ragazzo, spostandosi di scatto. Il moretto, finì in acqua, tra spruzzi ed
imprecazioni irripetibili. "Ma...che...?!"
Sakuragi, guardò stupito l'amico. "Complimenti!
E noi scemi, che vi stiamo cercando da ore!!!" sbraitò Sendoh,
reagendo in maniera un po' eccessiva. "Do'hao!"
sibilò il volpino, gli occhi, ridotti a due fessure. "Ma...che
ho fatto?! Che c'è?! - chiese basito, guardando le facce adirate dei
compagni - Volevo pescare! - spiegò candidamente, mostrando loro, il
legnetto, da cui pendeva la lenza - Ma qui, pesci non ce ne sono!" "Hana,
se guardassi meglio..." si intromise Hisashi, con voce implorante. "TACI
TU, HENTAI!!!" tuonarono all'unisono i due nuovi arrivati, prima di
sobbalzare arrossendo e guardarsi l'un l'altro, stupiti. Akira,
fu il prima a riprendersi. Afferrò Hisashi per la collottola, incurante
delle sue proteste e lo riportò di peso sulla spiaggia. "Ma
che è successo?!" si domandò Hanamichi, ancora con il ramoscello in
mano. "Do'hao!"
sospirò Rukawa, alzando gli occhi al cielo. Nei
giorni seguenti, il rapporto tra i quattro ragazzi, si fece teso. Ogni
volta che Mitsui, cercava di avvicinarsi al rosso, veniva trafitto dagli
sguardi infuocati dei due moretti. Kaede, detestava l'interessamento che
provava, lui stesso, per quel comportamento indecente. La sua irritazione,
cresceva a dismisura, davanti all'ottusità di Sakuragi, che continuava a
non capire le intenzioni poco onorevoli del Sempai. Dulcis in fundo, Sendoh
diventava, col passare del tempo, sempre più scontroso e irascibile. "Secondo
me, c'è sotto qualcosa!" sbottò Kiyota, sdraiato a prendere il sole,
accanto a Maki e Jin. "Probabile!Invece
che preoccuparsi della nostra situazione, perdono tempo in scaramucce
amorose! - borbottò il suo capitano - Akagi e Uozumi, devono avere la
pazienza di un bonzo!Io, al posto loro, li avrei già accoppati da un
pezzo!" "Sei
troppo severo! Vivere in questo modo, deve aver risvegliato il loro lato più
primitivo e selvaggio!" ribatté Jin, voltandosi a pancia in giù. "Sono
infantili!Non stanno combinando niente! Devo sempre essere io a spronarli ad
andare a pesca! Non hanno mai spaccato un cocco, da quando siamo qui, e non
fanno altro che brontolare tutto il giorno, mandandosi a quel paese!"
si sfogò il più grande, corrucciandosi. "Almeno,
impiegano il tempo in qualcosa che non sia mangiare e dormire!" mormorò
Nobunaga, guardandolo torvo. "Ce
l' hai con me, piccolo?" sorrise maliziosamente Maki. "VOI
DUE! Potreste evitare di pomiciare davanti al sottoscritto? Come mi volto,
mi sembra sempre di fare il reggi moccolo!" si lagnò Jin, provocando
l'ilarità dei compagni di squadra. 14°
giorno Maki,
non era più tra loro. Ovunque fosse, Jin pregò che almeno, si trovasse in
compagnia degli amici scomparsi fino a quel momento. Il
piccolo Kiyota, era sotto shock. Non parlava più con nessuno. Lo sguardo
perso nel vuoto. Aveva
promesso al capitano, che si sarebbe preso cura di lui...invece non sapeva
come aiutarlo, in quel doloroso momento. Quando
Nobunaga stava male, aveva sempre potuto contare su Hanamichi, che era stato
un valido sostegno, per entrambi i giocatori del Kainan, ma da quella
mattina, anche lui sembrava fuori fase. "A
chi toccherà, adesso?" domandò al mare, sospirando tristemente. A
due settimane dal naufragio, si abbatté un forte uragano, che costrinse i
ragazzi a rintanarsi nelle caverne. Piccole
ed umide, costituivano il rifugio ideale, quando il tempo era così
impervio. Portarono
con loro, alcuni barili colmi d'acqua dolce, non sapendo quanto tempo
sarebbero dovuti rimanere rintanati lì. Acceso
il fuoco, i ragazzi, vi si sedettero
attorno, in semicerchio, avvolgendosi nelle pesanti coperte. "Hana,
ti va di venire vicino a me? Ci faremo calore a vicenda!" propose
Mitsui, guadagnandosi una gomitata, da parte di Akira. Istintivamente,
Kaede annullò la distanza tra il proprio corpo e quello di Sakuragi. "Stai
bene?" gli chiese, sentendolo eccessivamente caldo, data la temperatura
della caverna. Due
profondi occhio scuri, offuscati da sonno e stanchezza, si incatenarono i
suoi. Le labbra di ciliegia, piene e umide, si socchiusero adagio, in un
involontario gesto, tanto innocente, quanto sexy. "Ho
sonno..." si limitò a rispondere Hanamichi, appoggiando la testa
contro la spalla volpina. "Ok!
Stai male sul serio, Do'hao!" si allarmò il corvino, pur mantenendo
un'apparente freddezza. Lo
adagiò nel proprio sacco a pelo, stendendosi al suo fianco. Sakuragi gli si
accucciò contro. Era
un animaletto in cerca di calore. "Hana-chan,
se ti vuoi scaldare, ci sono sempre io! Non farti probl...ouch!"
gemette Hisashi, all'ennesima gomitata del porcospino. "Piantala,
scemo!" gli intimò il giocatore del Ryonan. "Uffa!Che
ho fatto di male?!" domandò Mitsui, massaggiandosi la parte lesa. "Imbecille!"
fu la laconica risposta di Akira, prima di voltarsi verso il mare, in
tempesta come i propri sentimenti. Immerso
nella penombra della caverna, mentre ancora la furia degli elementi, non
dava cenno d'essere appagata, Kaede osservava il piccolo mondo intorno a sé. Sendoh,
insolitamente taciturno, scrutava l'orizzonte raggomitolato su se stesso. Mitsui,
con un rametto in mano, tentava di mantenere vivo il fuoco. Poco
distanti da lui, Kiyota dormiva sulla spalla di Jin, il quale, di tanto in
tanto, si sincerava delle condizioni di Sakuragi. Hanamichi,
era ancora nel mondo dei sogni. Il viso accaldato, premuto contro l'incavo
della spalla della volpe che si crogiolava in quel tepore inaspettato. "Come
sta?" si sentì chiedere da Jin, che guardava preoccupato il rosso. "Ha
ancora la febbre." "Mi
sento responsabile...Non solo svolge il lavoro di Nobu-chan, ma passa a me,
parte del suo cibo! E' troppo protettivo nei nostri confronti!" sospirò
tristemente. "E'
scemo e fa cose sceme!" sentenziò, lapidario. "Ci
considera l'anello debole della catena. Nobu è psicologicamente a terra e
io...fisicamente, non sono forte come voi...Mi sento inutile!" gli
confidò, con gli occhi lucidi. "Hn.
Devi fare ciò che puoi. In una squadra, ognuno ha un ruolo." borbottò
corrucciandosi. Davanti
allo sguardo sollevato e colmo di gratitudine del giocatore del Kainan,
arrossì miseramente. Porca
vacca! Iniziava
a ragionare come il Do'hao! L'alba
li trovò ancora abbracciati. Con
sommo stupore, la volpe notò Sendoh e Mitsui, addormentati l'uno accanto
all'altro, stretti nella medesima coperta. Situazione
che andava interamente a proprio vantaggio. Con lo sdentato fuori causa,
avrebbe avuto la strada spianata, con il bell'addormentato. Sakuragi,
iniziò a mugolare piano. Pochi istanti dopo, aprì piano gli occhioni un
po' arrossati e lo guardò in viso. "Sete..."
gemette, accoccolandosi contro il petto volpino. Kaede
immerse le mani nel barile, colmandole d'acqua e le porse al rossino, che
bevve avidamente. "Come
ti senti?" gli chiese, passando le dita umide tra le folte ciocche
rossastre. "Freddo..."
mugolò piano, Hanamichi. "Vuoi
un'altra coperta?" "Voglio
te..." mormorò, sdraiandosi su di lui, alla ricerca del calore di cui
aveva bisogno. Kami
aveva un pessimo senso dell'umorismo! Rukawa
aveva passato due giorni, abbracciato all'oggetto dei suoi desideri, senza
poter far nulla. Non
solo! Una
volta guarito, Sakuragi lo aveva completamente ignorato! Non
è che si aspettasse un premio, ma...E che diamine! Almeno
un grazie! Unico
dato positivo, era l'avvicinamento tra Akira e Mitsui. Quest'ultimo,
sembrava così preso dall'asso del Ryonan, da aver accantonato la sua
attrazione per il Do'hao. 21°
giorno Il
piccolo Jin, li aveva lasciati. Kiyota aveva passato tutta la giornata in
riva al mare. Solo. A
nulla erano valsi i tentativi di Sakuragi e Sendoh di farlo reagire. Il
capellone del gruppo, era inconsolabile. "Allora?"
chiese Mitsui, raccogliendo l'ennesima noce di cocco. "Niente.
Temo che sia arrivato al limite!" sospirò il porcospino gravemente. "E'
troppo sensibile!" "Potresti
almeno sforzarti di capirlo, no? Ha perso il ragazzo e il migliore amico,
nel giro di qualche settimana!!!" sbottò Akira, guardandolo storto. "Dobbiamo
sopravvivere! Che te ne fai degli affetti, se stiamo morendo di fame!?"
ironizzò la guardia dello Shohoku, continuando a lavorare. Sendoh
lo afferrò per le braccia, sbattendolo con forza contro una palma. "La
sai una cosa? Mi sono stancato del tuo atteggiamento da duro, chiaro? Non te
ne frega un cazzo di nessuno di noi, vero? A te importa solo di sbatterti
Sakuragi. Mi fai schifo!" gli sibilò in un orecchio. "Non
è che...non mi importi...- mormorò piano - E' che...non voglio
affezionarmi a voi...Prima o poi, vi vedrò andar via tutti...Ho paura di
rimanere da solo..." confessò con un filo di voce. "Non
succederà..." lo rassicurò Akira, stringendolo forte a sé. "Aki...mmmh..." "Ti
piace se mi struscio così, vero?" sorrise malizioso. "Aspetta...Ci
potrebbero vedere..." ansimò Mitsui, prendendolo per mano e
rifugiandosi tra i cespugli. "Ehi!
Non puoi avere il rosso e ci provi con me?" lo accusò Sendoh,
sdraiandosi su di lui. "Per
Hana, provavo dell'attrazione fisica...Per te...io...non so..." "Non
lo sai, eh? Vediamo di scoprirlo!" sogghignò Akira, calandosi su di
lui, come un rapace. Le
mani di Akira erano ovunque. Ad ogni sfioramento della sua pelle, Mitsui era
attraversato da scariche di puro piacere. Nel
corso delle sue relazioni precedenti, era sempre stato Seme,
ma in quel momento, non trovò nulla di più...giusto, se non
allargare le gambe, per potersi donare totalmente al bellissimo ragazzo
sdraiato su di lui, che gli sorrideva grato, accarezzandogli una guancia. L'essere
penetrato, procurò un po' di dolore, nel corpo di Hisashi, che subito, si
aggrappò alle spalle larghe di Sendoh, mordendolo, per impedirsi di urlare. "Va
tutto bene..." lo sentì ansimare, nel tentativo di tranquillizzarlo. Quando
le sue spinte iniziarono a dargli piacere, Mitsui, capì. "Aki...Aki...oooohhh
Kami....Aki....ti amo..." "Ce
ne hai...... messo di...... tempo...." rise l'altro, aumentando il
ritmo. Stanchi
e soddisfatti, si accasciarono l'uno sull'altro. "Ti
amo, ti amo, ti amo, ti amo..." mormorava Mitsui, su quelle labbra,
capaci di avergli donato un piacere
troppo grande. "Anch'io,
Hisa! Non hai idea di quanto ti ami! Vederti sbavare dietro Hanamichi è
stato..." "Sciocco.
Ecco cosa! Giuro che non ti farò mai più del male. Te lo giuro!"
promise Mitsui, stringendoselo al petto. "Buon
per te!" borbottò Akira, rilassandosi in quell'abbraccio. 28°
giorno Anche
Kiyota li aveva lasciati... Hanamichi,
fingeva che non fosse successo niente, ma era stato un duro colpo, per lui.
Si affaccendava in mille cose, pur di non pensare, sia all'amico scomparso
che alla volpe taciturna. Kaede,
stanco di quell'atteggiamento, decise di prendere la situazione di petto. Sakuragi,
quel giorno, era inginocchiato vicino alla cascata scoperta da Mitsui
settimane prima. "Ehi!"
lo chiamò, facendolo sobbalzare. "Ah...Kitsune...io...devo
andare!" balbettò il rosso, cercando una via di fuga. "Tu
non ti muovi di qui! - sibilò il corvino, bloccandogli i polsi sull'erba
umida - Spiegami!" "Lasciami,
bastardo!" si agitò il ragazzo, muovendosi come un'anguilla. "Il
tuo comportamento, non mi piace! Perché mi eviti come la peste?"
chiese, schiacciandolo con il proprio peso. "Davvero
non lo capisci?!- sbottò Hanamichi, evitando di guardarlo - Mi vergogno,
scemo!Mi sono fatto vedere debole, davanti a te! Avrai pensato che sono solo
un peso, per tutti voi!" ammise amaramente, smettendo di dibattersi
nella sua morsa. "Avevi
la febbre, pezzo di demente! Eri costretto a riposare...io...non ho mai
pensato che...fossi un peso..." mormorò, abbassando la testa, per
celare la propria espressione addolorata. "Davvero?"
chiese speranzoso, il rossino. "Certo!
Tu mi...mi piaci..." ammise con un filo di voce. "Anche...anche
tu..." Kaede,
alzò la testa di scatto, trovandosi di fronte il volto imporporato di
Hanamichi, palesemente imbarazzato. Senza
indugiare oltre, allungò le braccia, stringendolo a sé e quando le loro
bocche si unirono, raggiunse il paradiso. Immersi
nell'acqua limpida e fresca, continuarono a cercarsi, sia con il corpo che
con lo sguardo, incapaci di credere che stesse succedendo davvero. "Aspe...Aspetta,
Ru...e se...ci vedessero?" ansimò Sakuragi, guardandosi attorno. "Ci
invidierebbero!" sentenziò il corvino, massaggiandogli piano i glutei
sodi. "Mmm...se
a te va bene...- sospirò il rossino, allontanandosi da lui, per andare ad
appoggiarsi contro i massi, proprio dietro la cascata - Vieni qui...Nessuno
ci potrà spiare..." Di
nuovo faccia a faccia, Rukawa assistette,
incredulo, alla trasformazione
del suo amante. Quegli
occhi scuri, un momento prima, dolci e vergognosi, adesso stavano diventando
profondi e maliziosamente peccaminosi. "Ru,
Ru! Dovrei sculacciarti, per tutto il tempo che ci hai fatto perdere! Ho
dovuto persino sopportare le attenzioni di Mitsui, senza poterlo
pestare!" gli alitò sulla guancia volpina, la voce morbida come il
velluto. "Ma...allora
te ne eri accorto!!!" sbottò Kaede, sgranando gli occhi. "Mi
hai preso per scemo? Era impossibile non notarlo...Ma...volevo farti
ingelosire un po'!" ammise candidamente. "Sei...sei
proprio...!!!" balbettò, incapace di trovare le parole adatte. "Sono
stato molto cattivo! Dovresti punirmi, sai?" Hanamichi si finse
imbronciato e cominciò a strusciarsi sul corpo volpino, mandando a contatto
le due virilità, dure e doloranti. "Provvederò
subito, piccolo!" sogghignò il corvino, chinandosi a baciarlo, con
rinnovato trasporto. 35°
giorno La
dipartita di Mitsui, gettò Akira nel più assoluto sconforto. Se
ne restava in tenda, da solo, stringendo tra le mani, la felpa che gli aveva
lasciato il suo amore. Era
straziante. L'unica
coppia rimasta, decise di comune accordo, di evitare slanci affettuosi, di
fronte al ragazzo. Nei
giorni successivi, riuscirono a distrarlo un po'. Akira adorava pescare e
questo lo aiutò molto, in quella terribile situazione. Cercava anche di
sorridere, ma sembrava che l'assenza di Mitsui, gli avesse fatto dimenticare
come si facesse. La
notte, poi, Sendoh dormiva poco e male. Si agitava, invocava il nome
dell'amato, abbracciava quella felpa, come se fosse l'unico appiglio, in
grado di ancorarlo alla realtà. Una
realtà, in cui il suo Hisashi era insieme a lui. Borbottando, ridendo,
amandolo. I
due giocatori dello Shohoku, si sentivano impotenti, di fronte al dolore
dell'amico. Non sapevano come aiutarlo. Era frustrante vederlo cedere giorno
dopo giorno all'apatia e alla disperazione. Finché,
non avvenne l'irreparabile. 42°
giorno Alla
scomparsa di Sendoh, Hanamichi e Kaede, rimasero gli unici naufraghi
sull'isola. Era
maledettamente strano e desolante, sapere di essere i soli sopravvissuti. Il
ricordo degli amici andati, era straziante. Triste. Dolorosamente vero. Assenze
che bruciavano. Come
antidoto a tutta quella disperazione, i due giovani si ritrovarono sempre più
spesso l'uno tra le braccia dell'altro. Il
rumore della cascata, attutiva quello dei loro gemiti incoerenti. Immersi
nell'acqua fino al busto, i corpi allacciati, le lingue in lotta tra loro,
erano presi da una smania incontenibile di dare all'altro, più piacere
possibile. Appoggiando
le mani sul fondale, Hanamichi si sollevò appena, così da permettere alle
abili dita volpine, di afferrargli saldamente i glutei, separandoli piano,
in una lenta carezza sensuale. "Ru...Ora!...Ora...!"
ansimò il ragazzo dalla pelle ambrata, incapace di trattenere lacrime di
frustrazione. "Ti
devo...preparare...prima..." rispose l'altro, cercandogli le labbra di
ciliegia. "No!
Adesso...non mi importa!" singhiozzò scuotendo la testa
freneticamente. "Piccolo,
farei qualunque cosa, per te...ma non chiedermi di farti del male...Non
potrei mai..." Commosso
dalle sue parole, Hanamichi cercò di allentare la morsa del suo desiderio,
traendo profondi respiri ad occhi chiusi. "Bravo,
piccolo, così! Adesso arrivo!" promise Rukawa, avvicinando la punta
del suo pene all'apertura delicata del suo compagno. Il
corpo del rossino, si arcuò nel momento stesso in cui fu penetrato
completamente. Occhi
e bocca sgranati, rantolava per respirare. Quando
Kaede prese a muoversi con velocità crescente, gli artigliò le spalle
volpine, gridando di puro godimento. Perse
del tutto la ragione, quando il corvino iniziò a masturbarlo, seguendo il
ritmo del suo stesso corpo. Vennero
con violenza. Il seme candido di Hanamichi, schizzò sul ventre di Rukawa,
che si stava svuotando in lui. "Mio!"
ringhiò il ragazzo dai capelli neri, mentre leccava golosamente lo sperma
caldo del suo amore. 49°
giorno. L'ultimo. Quella
mattina, si svegliarono quasi contemporaneamente, consci dell'ineluttabilità
degli eventi che incombevano su di loro. Rukawa e Sakuragi rimasero tutto il
giorno nel loro sacco a pelo. Pelle contro pelle. In silenzio. Non
sapevano cosa li attendesse, di lì a poche ore, ma erano certi, che
qualunque cosa fosse, avrebbe cambiato per sempre, il corso delle loro
esistenze. Attesero
sulla spiaggia. In silenzio. Stretti l'uno all'altro, mentre osservavano
l'astro purpureo, inabissarsi nelle
fredde acque oceaniche. Le
braccia di Kaede, circondavano il corpo di Hanamichi, che teneva la testa,
appoggiata sul suo petto largo. Uniti
in quel rassicurante bozzolo d'amore, trasalirono violentemente, udendo la
voce femminile che li salutò, fastidiosa
e squillante. Pochi
attimi ancora, un ultimo bacio, poi, il verdetto finale. "IL
VINCITORE...DELL'ISOLA DEI FAMOSI...E'.................HANAMICHI
SAKURAGIIIIII!!!!!!!!!!" "Ru..io...non..."
balbettò il rossino, tra le lacrime. Felice d'aver vinto, ma al tempo
stesso, angustiato per la
sconfitta del suo amore. "Va
tutto bene piccolo! - lo rassicurò Kaede, mentre salivano insieme sul
motoscafo che li avrebbe portati in albergo - Ora avrai la borsa di studio
per andare in America...CON ME!" aggiunse stringendoselo al petto. "Allora...noi...anche
se è finito tutto..." mormorò a disagio, spaventato dalla propria
insicurezza. "Non
è finito un cavolo di niente, Do'hao! - ringhiò il corvino, corrucciandosi
- Non è stato un gioco! Io...mi sono innamorato davvero di te!" "Kami,
ti ringrazio! - gemette, tra le lacrime di gioia - Anch'io ti amo tanto. Ru!" "Bene!
Adesso andiamo in albergo e domani partiamo per Kanagawa...Staremo insieme,
giocheremo...faremo tanto, tanto sesso..." sussurrò al suo orecchio. "Sei
un maniaco! - sbuffò, fingendosi contrariato. "Ha
parlato il re dei perversi!" sorrise l'altro, sul suo collo, facendolo
ridere come un matto. "Non
vedo l'ora di essere a casa, per rivedere tutti!" "A
me, importa solo di vedere un campo da Basket ed un letto...Non esattamente
in questo ordine..." borbottò tra i suoi capelli rossi. "Ru...l'isola..."
mormorò malinconicamente Hanamichi, mentre quella che era stata la loro
casa, si allontanava sempre di più. Si
voltarono un istante, salutando tacitamente quel desolante lembo di terra,
che era stato testimone della nascita del loro amore. -OWARI- E
sì che sono scema forte, eh? ^___^
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