A quanto pare il detto che per ogni medaglia c’è il
suo rovescio è vero!!!
Sono ancora in estasi per il tatuaggio a fiore di
ciliegio che si è fatto fare il mio adorato Kaede, che è già arrivato
il 14 marzo, ossia il White Day.
Ossia, non è ancora arrivato, mancano ancora due
giorni.
Ora, vi starete chiedendo quale sia il problema… è
la kitsune il problema!!!!
Perché, evidentemente la sua testolina da volpe idiota
ha dato il massimo in occasione di San Valentino e non si è ancora
ripresa… altrimenti non si spiega perché abbia avuto quell’espressione
a metà tra l’esasperato e il disperato quando gli ho fatto presente che
al White Day non si scappa! È festa e noi festeggeremo…
Il problema è come.
Vabbe’, cioccolato, su questo non si discute! Bianco
per l’occasione, anche se a Kaede-amore non piace tanto e ha già storto
il musetto, ma non ci saranno problemi perché io, che ho buon cuore, mi
mangerò anche il suo, per liberarlo dal fardello di doverlo
sbocconcellare contro voglia! Cosa non si fa per amore…
Intanto, oggi andrò a comprare i regali per lui.
Stiamo tornando a casa e nell’aria c’è già il
profumo così piacevole della primavera imminente… comincia ad essere un
po’ un dramma stare in casa! Le giornate si stanno allungando parecchio,
c’è il sole e la temperatura è tiepida senza essere di quel caldo
fastidioso; non avete anche voi voglia di uscire, di stare fuori fino all’ultima
ora utile prima del tramonto?! Andare al campetto, correre nel parco,
arrivare alla spiaggia e al mare o anche soltanto stare sdraiati in
giardino, sull’erba, all’ombra…
Certo, ogni stagione ha i suoi effetti collaterali e la
primavera notoriamente aumenta la sonnolenza… voi capirete che questa
cosa sul volpacchiotto ha dei risultati devastanti, credo di non dover
aggiungere altro!
Anche adesso, cammina e sbadiglia, povero amore…
Quando arriviamo a casa, vedo che si avvia subito verso
le scale per salire fino alla nostra camera; io, invece, voglio riuscire
subito o rischio di non avere abbastanza tempo per poter raggiungere i
negozi che mi servono, quindi butto la cartella in un angolo e mi tolgo la
giacca della divisa, restando in maglietta.
"Kitsune, io esco, eh!" lo avverto mentre
ancora è a portata di udito per le scale.
E in effetti mi ha sentito; Kaede si volta (adoro
quello sguardo un po’ annebbiato dal sonno!) e mi dice: "Ancora per
la cioccolata?!".
Ho avvertito una nota polemica nella sua voce:
"Sì, perché?".
"Do’aho, il White Day è ancora più commerciale
di San Valentino secondo me…".
Non ho capito dove sia il problema: "E allora?
Porta male trascurare una festa!- non so se sia vero, ma suona credibile-
Comunque non ci metterò molto, tornerò presto…".
"Non esiste nulla che porti male!" ribatte
Kaede, riprendendo a salire le scale.
"… e, kitsune?" lo richiamo.
"Hn?" si ferma lui, nuovamente, per
ascoltarmi.
"Vuoi che poi ti ridica come voglio il
cioccolato?" sogghigno, divertendomi a ricordargli che mi aspetto
tonnellate di tavolette di cioccolata dopodomani.
"Sparisci dalla mia vista, do’aho!" ribatte
la volpetta, per poi ricominciare a salire i gradini che lo separano dal
futon.
Ridacchiando, esco e mi dirigo verso la stazione e non
è tanto per i dolci, perché non lontano da qui c’è una pasticceria
molto ben fornita, quanto per quello che sarà effettivamente il mio
regalo e il negozio dove devo comprarlo non è vicinissimo…
Che cos’è?
Be’, un bel maglione… di quelli di filo,
primaverili…
Non è che io guardi moltissimo i negozi di
abbigliamento, ma pochi giorni fa abbiamo portato il nostro gatto più
piccolo, Yuki, dal veterinario perché sembrava che avesse problemi ad una
zampetta e lungo la strada (quando ormai eravamo rilassati perché avevamo
saputo che il micio stava bene e che era infastidito soltanto da una delle
sue stesse unghiette ormai troppo lunghe) ho notato quella vetrina…
È un maglione bianco, con uno scollo a barchetta che
fa pensare al mare, e con delle righine orizzontali sottili sottili, di un
bel colore tra l’azzurro e il blu, quasi indefinibile…
Mi piacerebbe tantissimo vederlo addosso a Kaede, il
bianco contrasterebbe a meraviglia con i suoi capelli nerissimi!!! E poi
è un regalo adattissimo, geniale oserei dire (ogni riferimento alla mia
persona è puramente casuale…), visto che dobbiamo festeggiare appunto
il White Day.
Raggiungo la mia meta in un tempo relativamente breve e
non ci metto molto neanche per comprare il maglioncino; impiego qualche
secondo giusto per decidere di che taglia prenderglielo: la sua precisa?…
uhm… ma a me piace tanto quando le maniche di una felpa o di una maglia
gli coprono un poco le mani!!!! Ok, ho deciso, glielo prendo di una taglia
più grande!!! La commessa mi fa un bel pacco regalo, che poi sistema in
una busta carina, lucida, adatta ad un dono. Sì, fa la sua figura!!!!
Ora mi manca solo la cioccolata, ma non sarà un
problema…
Infatti, più tardi, torno a casa con due buste: quella
con il maglioncino e quella della pasticceria, in cui alla fine gli ho
comprato la cioccolata al latte visto che quella bianca non gli piace.
Vabbe’, tanto di bianco c’è l’altro regalo!!!
Mentre chiudo la porta alle mie spalle decido di
nascondere il bottino nella stanza degli ospiti, tanto Kaede non ci entra
mai, così sarà al sicuro e la mia volpetta avrà la sua sorpresa.
A proposito della volpetta, ma dov’è?!
Ok, mi sono mosso senza fare rumore perché non volevo
che vedesse i regali, ma non mi ha dato neanche una voce per salutarmi!!!!
Però… mah, la soluzione è una sola e il mio genio l’ha prontamente
individuata…
Apro cautamente la porta della nostra camera e vedo
Kaede che dorme, raggomitolato sul futon, stretto al cuscino… e allora
sorrido…
Mi concedo di guardarlo per qualche lungo istante, per
poter ammirare una volta di più la sua bellezza perfetta… osservo il
suo viso stupendo, meraviglioso e rilassato nel sonno… e poi mi
avvicino, silenziosamente.
Mi tolgo la maglietta e mi sdraio vicino a lui,
attirandomelo contro, facendo appoggiare la sua schiena al mio torace,
affondando il volto contro i suoi capelli profumati di vaniglia; il
battito del suo cuore è regolare e costante, come il suo respiro… il
sonno è ancora profondo, ma penso che Kaede abbia percepito la mia
presenza perché adesso mugola leggermente e appoggia una delle sue mani
affusolate sulle mie, che lo cingono alla vita…
Non si sveglia, ma non è importante: a me basta stare
così, stretto a lui…
"Kaede, ma non esci?".
Conterò fino a mille…
Odio le feste!!! O meglio, non è che le odi tutte, ad
esempio il Natale mi piace molto e anche i nostri compleanni, ma mi danno
davvero fastidio certe feste in cui diventa un obbligo scambiarsi i
regali! Diciamo che è una questione di principio, perché in realtà a me
piace vedere il volto di Hanamichi contento davanti ad un mio regalo, mi
piace accorgermi di aver scelto proprio la cosa giusta…
A Natale… non so, c’è un’altra atmosfera, sono
contento di pensare ad un dono per il mio do’aho, ma il White Day non ha
molto senso ai miei occhi!! Invece ai suoi sì, evidentemente, e quindi
è da stamattina che mi lancia messaggi neanche tanto subliminali
perché io esca e gli compri la cioccolata. E anche qualcos’altro, sono
sicuro che lui lo ha fatto…
"Tra poco…" lo rassicuro.
"Cioè? Quando i negozi saranno chiusi?" si
inalbera lui, accigliandosi pericolosamente come fa sempre quando ha
voglia di attaccar briga.
Mi sto innervosendo, però non voglio neanche che pensi
che non mi importi di fargli un pensiero a cui tiene, quindi mi infilo una
felpa e mi dirigo all’ingresso, sotto il suo sguardo soddisfatto, che
ignoro ostentatamente per non dargliela vinta.
Una volta fuori, decido che non ho voglia di arrivare
alla stazione e che preferisco prendere la bicicletta; è vero che con la
primavera che si avvicina tendo ad addormentarmi ancora di più e quindi
la bici non è il massimo della sicurezza, ma è ancor più vero che se
prendessi la metropolitana rischierei di addormentarmi sul vagone e di
perdere la mia fermata…
Pedalo tranquillamente verso quella buona pasticceria
che piace tanto al mio do’aho, non molto distante da casa, e non ho modo
di assopirmi perché la mia testa è impegnata a pensare a lui. Mi
dispiace che possa pensare che per me sia una seccatura fargli un regalo,
mi rendo conto che potrebbe sembrare così… eppure io non sono proprio
il tipo che va in giro per negozi, scrutando ansiosamente le vetrine per
trovare qualcosa di adatto… non è per egoismo o per menefreghismo, ma
semplicemente non è da me. Soltanto per lui, in questi ultimi due anni,
ho fatto una eccezione.
E, anzi, tra poco sarà il suo compleanno e voglio
trovare qualche idea simpatica per quella data, non per questa! E il
problema non è che Hanamichi abbia gusti difficili, tutt’altro…
Qualche mese fa, aveva proposto di non farci doni che
avessero a che fare con il basket perché sarebbe stato troppo ‘scontato’
e perfino un po’ banale, secondo lui… quindi devo eliminare questa
possibilità! Qualcosa che gli piaccia veramente, che cos’è?
Mentre lo penso, apro la porta della pasticceria
facendo suonare un campanellino e mi trovo davanti ad una quantità
spropositata di dolciumi.
Ecco, questo effettivamente piace davvero alla mia
testa rossa!
Cioccolato bianco semplice… eccolo… e poi
cioccolato bianco alla vaniglia…
Controllo gli ingredienti, perché non voglio
assolutamente che si rimpinzi di schifezze dannose per la salute, ma mi
sembra che sia tutto a posto; dopotutto, questa è un’ottima marca
europea…
Ne compro un chilo e mezzo, dovrebbe bastare…
La commessa mi sembra un po’ sorpresa, ma io sono
contento, so che gli piacerà…
Quando esco dal negozio, comincio a pensare a cosa
potrebbe accompagnare questa cioccolata; riepilogo nella mia mente cosa
abbia regalato in questi mesi al mio do’aho, cosa lo abbia reso più
contento.
Videocassette, cd musicali, videogiochi, qualche
maglione, una tuta.
Ogni volta Hanamichi ne è stato felice, però…
C’è spesso una luce particolare nei suoi occhi, che
mi piace tantissimo, perché parla d’amore e di allegria, di
condivisione; è una luce che gli vedo quando parla di noi, quando stiamo
insieme e io lo abbraccio e mi faccio abbracciare, quando mi dice che mi
ama.
Vorrei scorgere questa espressione nel suo sguardo,
davanti al mio regalo, anche per farmi perdonare un po’ della sensazione
che devo avergli dato, che per me fosse una seccatura pensare al nostro
White Day…
Mi concentro, cercando di ricordare se gliel’abbia
mai procurata un regalo; ma forse no… che cos’è che ama veramente
Hanamichi? Mi tornano in mente tante sue frasi… ‘a me interessa solo
di stare con te, kitsune’… ‘la cosa più importante sei tu, Kaede’…
quelle sue frasi spontanee, sincere, innamorate, che hanno cambiato la mia
vita.
E comincio a pensare che, per una volta, posso
permettermi di essere romantico anche io, forse… posso regalargli una
serata tutta per noi, come non capita da un po’ a causa degli impegni
scolastici che ci hanno obbligato a incanalare tutte le nostre energie
nello studio… posso concedermi di essere un po’ più affettuoso, come
a volte vorrei ma il mio carattere mi impedisce ancora di essere…
So che ne saresti contento, amore mio…
In realtà, credo che finora il regalo che gli sia
piaciuto di più sia stato il tatuaggio a fiore di ciliegio… quindi non
un dono vero e proprio, ma qualcosa di simbolico, che lo confermasse nel
sentimento che ci lega…
Sì…sono quasi sicuro…
Ero così preso da questi pensieri da non essermi
accorto di essere già sulla via di casa, me ne rendo conto solo adesso
vedendo il cancelletto; noto la luce accesa in camera nostra e penso che
non vedo l’ora di raggiungere il mio do’aho…
"Risolto tutto, kitsune?" mi accoglie con un
sorriso speranzoso, quando entro nella stanza e io faccio un cenno di
assenso con il capo.
"Hn".
"Bene, bene!! Non vedo l’ora che sia domani!!! E
senti… ti va di fare qualcosa di speciale? Anche in casa, non
necessariamente fuori… perché penso che ci farebbe bene, ci
rilasseremmo un poco e io ho voglia di coccolarti!!!".
Hanamichi me lo dice sorridendo, si vede che è felice
all’idea…e questo mi conferma ancora di più nella mia…
"Penso che si possa fare… ci organizziamo
domani, va bene, do’aho?".
Lui approva entusiasticamente, prima di trascinarmi al
piano di sotto per pensare alla cena di oggi.
E anche quest’anno è arrivato il 14 marzo.
A scuola c’è un certo fermento, ovviamente, come c’era
stato anche il mese scorso e io mi diverto ad osservare lo scambio di
doni, le facce delle ragazze che ricevono i regali o li trovano negli
armadietti. Che bel clima romantico!!!
Kaede, invece, è piuttosto indifferente a tutto questo
da volpetta artica qual è, però è stato d’accordo con me nel
festeggiare stasera, solo io e lui, e questa la considero una mia
conquista personale! L’anno scorso, probabilmente, sarebbe stato meno
arrendevole…
Adesso ce ne stiamo in terrazza a goderci i raggi
tiepidi del sole, durante l’intervallo; io sono seduto a terra, con la
schiena contro il muro e la kitsune poggia la sua adorabile testolina
sulle mie gambe.
"Do’aho, come mai è la terza volta che da
dentro provano quasi a scardinare la porta per entrare qui?" mi
chiede, all’ennesimo rumore sospetto.
"Perché l’ho bloccata! Non voglio seccatori
quando sto con te…" ridacchio, passandogli una mano fra i capelli
morbidi e lisci come seta.
"Hn".
Be’ meglio prendere subito il discorso: "Allora
per questa sera… che ne dici se ci comprassimo un po’ di sushi? E poi
potremmo cenare in salotto, potremmo apparecchiare per bene… ti
va?".
"Sì… ci pensi tu a comprare il sushi?".
Domanda sospetta…
"Perché, tu che devi fare?".
"Devo comprare un’altra cosa e non ti voglio fra
i piedi!" risponde la dannata volpaccia, strofinando la guancia
contro il palmo della mano con cui lo sto accarezzando. Lo adoro quando fa
le fusa!!!
Le ultime ore di scuola, poi, mi sembrano lunghe ma
allo stesso tempo scorrono veloci! Forse perché io sono impaziente o
forse perché un genio ha una percezione temporale diversa da quella dei
comuni mortali, non so, fatto sta che quando suona finalmente la
campanella finale io salto dalla sedia e sono pronto a precipitarmi fuori
dalla scuola. Ok, è anche vero che devo aspettare che il volpacchiotto
intorpidito dal sonno si riprenda e questo frena il mio slancio di fuga,
ma davvero non vedo l’ora di iniziare ad organizzare la nostra serata!!!
Recuperiamo le nostre biciclette, presso l’entrata
dello Shohoku, e a questo punto dobbiamo occuparci della cena.
"Allora al sushi ci penso io, va bene?".
"Lo abbiamo già deciso, do’aho".
"Ma tu cosa stai andando a comprare?".
"Segreto…".
"Grrrr… volpe antipatica!!! E stai attento a non
schiantarti contro un palo, addormentato come sei oggi!!! Lo so che una
kitsune infida come te sarebbe capace di farlo apposta per evitare di
festeggiare il White Day!!!" glielo dico in tono burbero, ma in
realtà ho davvero paura che si faccia male, quando lo vedo
particolarmente preda del sonno.
"Hai scoperto il mio piano, do’aho" sbuffa
lui, guardandomi però con quel suo sguardo dolcemente canzonatorio che mi
fa impazzire… è il suo modo per dirmi che starà attento…
"Be’, ci vediamo più tardi a casa!".
"Sì, ciao…".
"Ciao, kitsune!".
Già, perché il sushi devo andare a comprarlo in un
posto dove ne vendono confezioni veramente buone, soltanto che è dalla
parte opposta a quella per tornare a casa, quindi ci metterò un po’…
ma non importa, ciò che conta è che stasera ci rilasseremo, mangeremo un
sacco di cose buone e poi staremo mici-mici a farci le coccole!!!
Ok, non staremo solo mici-mici, ma io sono un tipo
romantico e prima mi stropiccerò per bene la mia volpetta!!!
A proposito di volpetta… ma lui preferisce il sushi
al salmone o… uhm… mi pare al salmone…
Vabbe’, non importa, nell’indecisione
abbonderò!!!!
Parcheggio la bicicletta nel giardino di casa e poi
riesco subito per raggiungere la pasticceria dove già sono stato ieri.
Ho pensato di comprare una torta, una di quelle piene
di panna dato che la parola che ho sentito quasi ossessivamente in questi
giorni è ‘bianco’… ad Hanamichi piacerà, con questa vado sul
sicuro!
Quest’ultima commissione non mi porta via molto
tempo, in breve sono già di ritorno e sistemo il dolce nel frigorifero;
ora non mi resta che aspettare il mio do’aho…
Salgo al piano di sopra e decido di farmi una doccia,
per rilassarmi: mentre sono sotto il getto d’acqua tiepida, penso a cosa
posso indossare…
Bianco.
White Day.
D’accordo, mi sto rincretinendo completamente, ormai
mi è chiaro! Sono gli effetti collaterali dello stare con un do’aho, o
non avrei mai pensato di…
Scuoto la testa, stupito di me stesso, mentre esco
dalla doccia e mi avvolgo nell’accappatoio; dal piano di sotto, mi
arriva all’orecchio un rumore di chiavi e poi sento la voce di Hana
gridarmi che è tornato con il bottino…
Lo raggiungo e lui subito si volta a guardarmi.
"Ooooooh… kitsune, suppongo che tu sia spogliato
sotto l’accappatoio…" mi dice, allacciandomi alla vita e
chinandosi per un bacio. Un bacio dolce e coinvolgente, ma che devo
interrompere quando potrebbe degenerare.
"Ma volpaccia!!!" protesta lui, rosso in
volto per l’indignazione.
"Dopo…" gli ricordo, sorridendo.
La mia testa rossa borbotta qualcosa, ma poi finisce
per essere d’accordo con me.
"Apparecchiamo?".
"Ci penso io. Tu non vuoi andare a farti una
doccia?".
"Aha…allora grazie, kitsune, ci metterò poco!
Appena torno, ti aiuto con le porzioni".
Si avvia, poi torna indietro:
"Vuoi fare la doccia con me, volpetta?"
domanda, mordendomi il lobo dell’orecchio.
"Dopo…" ripeto, cercando di trattenere un
sospiro.
"Volpe di ghiaccio!" borbotta lui.
Sento i suoi passi che salgono le scale e in breve
tempo sistemo per la cena il tavolino basso del salotto; penso anche ai
cuscini e, visto che Hanamichi ancora non scende, già che ci sono mi
preoccupo anche della cena dei miei gatti, che da un po’ stanno
riempiendo la stanza di miagolii affamati.
"Ecco il genio in tutto il suo splendore!!!"
si annuncia Hana, quando mi raggiunge nuovamente; si è vestito con jeans
neri e un maglione grigio… mi piace vestito così, questi colori stanno
bene anche con il rosso dei suoi capelli…
"Hn… non male, do’aho…".
"Come osi, stupida volpe!! Ma tu, piuttosto, devi
ancora prepararti, Kaede… vai pure, qui finisco io".
"Finisci, cosa? È tutto sistemato…" gli
faccio notare; sto per andare a vestirmi quando noto che Hanamichi ha con
sé una busta… anzi, due…
Gli lancio un’occhiata interrogativa e lui mi spiega:
"Sono i regali per te, volevo darteli subito" e sorride
contento, rendendo contento anche me; lo so che gli piacciono queste
occasioni… si entusiasma con una spontaneità contagiosa…
"Allora anche io porto giù i miei" dico,
avviandomi alle scale.
Dunque, il chilo e mezzo di cioccolata è facile da
recuperare dal fondo di uno dei miei cassetti! Chissà dove aveva nascosto
lui quelle buste così grandi… forse nella stanza degli ospiti…
E ora viene la parte più difficile.
Apro l’armadio e, nonostante continui a ripetermi che
devo essermi rincretinito, comincio a cercare degli indumenti bianchi… i
pantaloni bianchi li trovo quasi subito, invece ci metto un po’ di tempo
per la felpa… ma dov’è? Eppure mi ricordavo di averne una bianca, con
il cappuccio, di una sfumatura color panna come quella dei pantaloni…
Controllo nel cassetto ed è lì, quindi posso
vestirmi.
Mi fa un po’ impressione, non mi sono mai vestito
tutto di bianco e, a dire il vero, non ho molti abiti di questo colore…
ma adesso non importa…
Quando torno in salotto, Hanamichi sta sfogliando il
nuovo numero di "Hoop!" e alza gli occhi sentendomi arrivare.
"Kaede, hai let… oh!!!" sembra sorpreso di
vedermi vestito così, e deve essere una sorpresa piacevole per lui, visto
il sorriso ampio e caldo che mi rivolge.
"Che bella idea, kitsune!! Com’è simbolica…
perché non me l’hai detto, avrei potuto vestirmi di bianco anche io,
no?!".
Lo dico con le migliori intenzioni, ma la volpaccia
subito mi gela.
"Saresti sembrato la versione antropomorfa della
bandiera giapponese e meno male che la tua testa non sembra più una palla
da biliardo…" commenta.
E ancora!!! Vabbe’, lo so che stavo malissimo con i
capelli rasati, ma me lo farà pesare a vita?!
"Comunque, non mi sono vestito così per motivi
simbolici…" aggiunge il mio volpino, imbronciandosi un poco.
"Ah, no? Uhm…" mi metto a pensare e devo
dire che vengo colpito immediatamente da una ipotesi che mi piacerebbe
molto… però trattandosi della volpetta artica, non so… ho quasi paura
di chiederglielo… vediamo di prenderla alla lontana…
"Ehm… questi sono i miei regali, kitsune. La
cioccolata è al latte, come piace a te, ma ci voleva qualcosa di bianco e
così… be’, apri questo pacchetto!!" lo esorto, emozionato. Mi
emoziona sempre vederlo scartare un mio dono, non mi sento tranquillo
finché non capisco dal suo sguardo che il mio pensiero gli è piaciuto
veramente…
Adesso siamo seduti sui cuscini che Kaede ha disposto
intorno al tavolino e io lo osservo con un sorriso un po’ nervoso mentre
lui scarta il maglioncino e poi se lo gira fra le mani per guardarlo bene.
"Ti piace?" gli chiedo.
"Sì… grazie, Hana!" e si protende per
darmi un bacio a fior di labbra.
"E…allora tu…" inizio, dopo, sempre più
curioso.
"Ecco, prendi questa cioccolata e vedi di fartela
durare per parecchie settimane!!!" mi avverte, leggermente
minaccioso, nel porgermi la sua busta.
UAAAAAHHHH!!!! Tavolette di cioccolato bianco semplice
e alla vaniglia!!! Che meraviglia!!! Vedete, mi suscitano pure una rima!!!
"Che bello, kitsune!!! Ci banchetterò alla
grande, vedrai!!!" rido, rimirando i dolci e osservando incuriosito
soprattutto le tavolette alla vaniglia, che finora non ho mai assaggiato;
poi le sistemo accanto al mio piatto, pronte per il dessert…
"Ci concluderò la cena alla grande!"
annuncio, trionfante.
"Hn… guarda che il dessert c’è già: c’è
una torta in frigo…" dice il mio volpacchiotto, scuotendo appena il
capo.
Io ridacchio: "L’ho vista! Prima ho aperto il
frigo e l’ho notata: ben fatto, volpaccia!- rido, ma torno serio quando
riprendo il discorso- Allora… questi sono i tuoi regali, i dolci…".
Mi sembra che Kaede voglia dire qualcosa, ma poi non lo
fa; distoglie gli occhi dai miei e si imbroncia ancora di più, e un
leggerissimo rossore gli vela le guance: è sempre così, le rare volte in
cui è imbarazzato… ma io credo di capire: il White Day, il bianco che
deve essere il colore del dono… questo significa che il mio regalo…
…sei tu.
Gli sorrido, mettendogli una mano sotto il mento e
inducendolo a guardarmi; mi protendo a baciargli le labbra e poi gli dico,
emozionato: "Ti amo tantissimo, Kaede…" e non c’è bisogno
che aggiunga altro, perché tanto lo sa che ho capito e che non servono
parole.
"Hn… e io no, invece! Non facevo cose tanto
idiote, prima di stare con te!!!" replica lui, accigliato, per
sembrare fino all’ultimo la volpe di ghiaccio che tutti conoscono.
"Eheheheheh… il romanticismo del Tensai è
fatale!!" proclamo, accarezzandogli dolcemente i capelli.
"No, è fatale la tua stupidità…- ribatte lui
da principio, ma poi aggiunge più morbidamente-… è che… lo so che
non parlo quanto vorresti. Volevo dirti in questo modo che ti amo e che
voglio stare con te… che mi sento tuo…" e a questo punto tace,
né io posso pretendere di più, perché so quanto sia impegnativa e
definitiva una frase simile detta da lui e me la ripeto mentalmente,
mentre sento il mio cuore che accelera…
La mia volpe…
Il mio Kaede…
Ci abbracciamo e ci baciamo con appassionata dolcezza,
ma dopo un po’ non è già abbastanza; lo induco a sdraiarsi sui cuscini
che sono a terra, continuiamo a baciarci e ci stringiamo sempre di più,
seguendo l’istinto dei nostri corpi che si cercano…
Quando infilo le mani sotto la sua felpa, Kaede
interrompe il bacio per sussurrarmi in tono malizioso: "Ma non volevi
cenare?".
Stavolta è il mio turno di rispondere: "Dopo…".
Spoglio Kaede dei suoi vestiti e lui fa altrettanto con
me.
Anche la sua pelle è bianca… il bianco, a che mi fa
pensare il bianco? Alla neve, alla luna, ai petali dei gigli, a qualcosa
di bello, di puro, di limpido… ma il bianco che preferisco è quello
della sua pelle…
"Ti amo" glielo dico una volta di più,
mentre il suo corpo si inarca sotto il mio e lo accoglie più in
profondità, e di nuovo, più tardi, dopo che sono sdraiato su di lui e
riposo, osservando la sua espressione appagata…
Io potrei andare avanti per ore a mormorare frasi d’amore
al mio volpacchiotto, passandogli una mano fra i capelli, accarezzandolo e
riempiendo il suo musetto di tanti piccoli baci, ma mi piace anche
tantissimo scherzare con lui, dopo aver fatto l’amore, punzecchiarlo,
farmi punzecchiare… mi sembra che accresca ulteriormente la nostra
intimità!
"Oi, volpino…" lo chiamo, premendo il volto
ancora accaldato contro il suo collo liscio e candido.
"Hn?" sento le sue braccia che mi stringono
di più.
"Dopo due anni ce l’ho fatta… dopotutto è un
tempo relativamente breve, considerando il livello di partenza…".
Ora la volpetta mi guarda male!!
Ho già detto che trovo incantevole e irresistibile
quello sguardo?
"Non ho capito di cosa stai parlando, do’aho"
dico alla mia testa rossa, mentre ce ne stiamo abbracciati, ancora stesi
sui cuscini.
"Ci ho messo due anni, ma alla fine hai fatto
anche tu qualcosa di molto molto romantico!!! Eheheheh… è la
dimostrazione che la presenza di un tensai come me riesce a far diventare
intelligente anche una stupida volpe!! Dovrebbero brevettarmi…"
considera lui.
So che ad Hanamichi piace parlare dopo aver fatto l’amore,
soprattutto scherzare, prenderci in giro a modo nostro… e piace anche a
me, per questo gli rispondo:
"Hn… l’unica cosa che hai dimostrato è che
con te una volpe si rincretinisce completamente e non credo che nessuno
voglia brevettare una simile tecnica…".
"Ritira immediatamente quello che hai detto,
kitsune!".
"Non ci penso proprio, idiota!".
"Kitsune!!".
"Do’aho!!!".
Ci guardiamo male per pochi secondi, poi il mio Hana
scoppia a ridere e mi abbraccia di slancio, stringendomi forte a sé; lo
sai che adoro la tua risata, amore mio?
"Vabbe’, lo so che non lo ammetterai mai, Kaede,
ma sei una volpetta dolce!! Mi è piaciuta tanto la tua idea e so
benissimo che a te non piacciono moltissimo certi risvolti delle feste,
quindi ha ancora più valore!!! E adesso…".
Si è interrotto e io lo guardo interrogativo; perché
sogghigna? Adesso, cosa?
"Hn?".
"Adesso non vedo l’ora che passino queste due
settimane, più o meno, così potrò vedere cos’altro penserà una volpe
furba!" mi provoca lui.
"Due settimane?".
"Il 1° aprile si avvicina, kitsune!! Voglio
qualcosa degna del genio!!!!" ridacchia lui, davanti alla mia
espressione stupita.
"Mi sembrava che ci fosse più tempo…"
mormoro, più a me stesso che a lui.
"Anche se in effetti, alla fine…" prosegue
Hana, sorridendomi e accarezzandomi una guancia.
"…" attendo che finisca la frase,
strofinando la guancia contro il suo palmo.
"… quello che voglio sei solo tu, Kaede. Ti
amo".
E io amo te…
Fine ^^
Un po’ di romanticismo per il White Day ci vuole!!!
^^