Light and Darkness

parte II

di Pi-chan e Mokona



La cena era stata abbondante come sempre.
Adesso erano seduti vicini,sul tappeto, davanti al camino scoppiettante, fissando le fiamme,mentre le ombre da esse prodotte danzavano sugli arazzi che rivestivano le pareti di pietra, confondendosi con le altre ombre:quelle che da ere immemorabili popolavano il castello.
Alexiel agitava pigramente il vino nel calice di cristallo che teneva in mano; Seregil stava suonando dolcemente l'arpa, ma lo stregone ormai non udiva più le note,perso com'era nella contemplazione del compagno.
Alexiel stava fissando le labbra dell'elfo, registrando ogni loro movimento, perso nella loro splendida sensualità.
Come sarebbe stato bello se...
Durante quelle due settimane, avevano imparato a conoscersi, a rispettarsi e ad apprezzare la reciproca compagnia.
Lo stregone aveva bevuto ogni parola, ogni gesto di Seregil, ma ora osservarlo non bastava più: aveva fame di lui, voleva toccarlo, baciarlo, sentirlo vicino... più vicino!
Di giorno riusciva a dominare quegli istinti, ma di notte il desiderio lo soffocava.
Quella sera in particolare, non riusciva a togliersi dalla testa il pensiero che, se non lo avesse avuto, sarebbe morto.
Quasi inconsciamente, la mano di Alexiel si sporse a sfiorare la nuca di Seregil, attirando la testa di questi un po' più vicina alla sua.
Gli occhi dell'elfo si dilatarono per la sorpresa, le spalle si tesero, eppure non si ritraeva.
Lo stregone si avvicinò ancora, lentamente, molto lentamente, a dispetto del suo cuore impazzito, per dare il tempo all'altro di ritrarsi, se lo avesse voluto.
Ma Seregil rimaneva immobile, il respiro leggermente accelerato.
Più vicino, più vicino... solo pochi centimetri e poi... Il paradiso!
Le loro bocche si incontrarono in una leggera pressione delle labbra; Alexiel, incoraggiato dell'inaspettata accettazione dell'elfo, premette più decisamente la mano sulla sua nuca, portando l'altra a sfiorargli la guancia accaldata, inclinandogli leggermente il viso per esplorare meglio quella tanto sognata bocca.
Inizialmente furono solo timidi baci, che divennero poi dolcissimi morsi, fino a che lo stregone non si decise ad inserire la propria lingua tra le labbra appena dischiuse di Seregil, che sussultò, ma che lo accolse comunque con calore, cingendogli il collo con le braccia e passandogli le mani tra i capelli dorati.
Quel timido approccio si trasformò ben presto in un lungo e profondo bacio, che sembrò durare un'eternità.
Finché Seregil non percepì la mano del compagno scivolare via dalla sua guancia per scendere ad accarezzare le spalle, i fianchi e le cosce.
L'elfo sussultò violentemente, costringendo Alexiel a fermarsi.
"N-non stiamo correndo tropo?"
Tentò di protestare Seregil, pur sapendo di aver sognato quel momento da giorni: da quando aveva colto per la prima volta lo sguardo desideroso di Alexiel ed aveva finto di non accorgersene.
"Ti desidero Seregil. Ti desidero come non ho mai desiderato niente in vita mia..." Alexiel incespicava sulle parole, esitando a mettere a nudo i suoi sentimenti.
"Da quando ti ho visto mi sono innamorato perdutamente di te. Nonostante ti abbia privato dei tuoi incantesimi, sei riuscito a stregarmi ugualmente." Ora che aveva iniziato, la voce gli usciva facilmente, liberando i suoi pensieri.
"Da quando sono nato tutti mi hanno sempre guardato con timore e paura. Tu sei l'unico. L'unico che mi ha trattato da pari, che mi guarda dritto negli occhi senza timore, sfidandomi. Tu mi hai dato ciò che nessuno mi aveva mai dato prima. Mi hai fatto sentire un uomo, un essere umano. Mi hai fatto sentire debole, vulnerabile... ed innamorato."
Seregil ascoltava sbigottito, non tanto a causa del significato delle parole di Alexiel, quanto dal fatto che esse rispecchiavano perfettamente anche la sua situazione ed i suoi sentimenti. Aveva finalmente trovato qualcuno come lui, un suo simile. In quei giorni si era sentito più vicino allo stregone di quanto si fosse mai sentito vicino ai suoi simili. E adesso desiderava che quella unione fosse totale. 
Nel momento stesso in cui formulò questo pensiero si rese conto di quanto semplice era stato accettarlo: quanto era stato facile distruggere in pochi giorni due secoli di odio...
E se c'erano riusciti loro avrebbero potuto farlo anche gli altri, umani ed elfi... Sì, c'era speranza.
Le mani di Seregil si posarono sulle spalle di Alexiel, attirandolo nuovamente a sé, unendoli in un profondo e umido bacio. 
Quando si staccarono per riprendere fiato, Seregil si strinse ad Alexiel come un bambino. Questi gli incorniciò la faccia con le mani posando ancora una volta le labbra sulle sue, dolcemente.
Piano piano le sue mani incominciarono inconsciamente a slacciare i bottoni della casacca dell'elfo, fermandosi solo quando lo ebbe spogliato di tutti i suoi vestiti e rimase incantato ad osservare come il fuoco giocava con i lineamenti del suo corpo, ne era talmente ipnotizzato che non si accorse neppure che anche Seregil lo stava liberando a sua volta dagli indumenti.
Ebbe un sussulto quando sentì la mano dell'elfo che disegnava i contorni dei suoi muscoli, le braccia, il petto, l'addome, e... Alexiel vide gli occhi dell'altro luccicare di malizia, e senza dargli il tempo di replicare, Seregil si spostò sopra di lui, a cavalcioni, posandogli piccoli baci sul collo, scendendo verso i capezzoli. Il respiro di Alexiel si faceva sempre più marcato, più veloce, quando poi la lingua dell'elfo cominciò a tormentare e succhiare i suoi capezzoli, gemette.
Entrambi sentivano l'erezione dell'altro fremere e ciò aumentava la loro eccitazione. 
Seregil continuava intanto a scendere, ed ad ogni suo bacio Alexiel ansimava di più, fino a che non arrivò all'inguine.
A questo punto Alexiel ebbe paura di venire all'istante: Seregil gli aveva baciato il membro in tutta la sua lunghezza, leccando la punta formando piccoli cerchi. Alexiel gemeva sempre più forte e quando Seregil lo cinse con la bocca ed iniziò a succhiare sempre più velocemente, si inarcò con violenza, urlando il suo nome.
Il piacere fu così intenso che lo stregone venne subito nella sua bocca.
Alexiel stordito dall'enorme piacere, aveva la vista annebbiata e appena si riprese parlò ansimando.
"Mi dispiace, non sono riuscito a contenermi".
Ma pareva che a Seregil non importasse: sorridendo si leccò le labbra turgide a causa del lavoro appena compiuto e ancora bagnate del seme di Alexiel; poi lo baciò ed il contatto delle loro lingue fu come una scossa elettrica, sembrava che nelle loro bocche si svolgesse una battaglia; ad un certo punto con uno scatto improvviso Alexiel invertì le posizioni.
"Adesso lascia fare qualcosa anche a me." Disse con un sorrisetto malizioso sulle labbra.
L'altro non oppose resistenza, offrendogli tutto se stesso.
Alexiel iniziò a baciarlo sul collo, scendendo poi verso i capezzoli che si inturgidirono subito non appena gli sfiorò. Ogni volta che lo toccava, Seregil gemeva implorandolo di continuare, affondando le mani nei capelli d'oro di lui, che intanto, scendendo sempre più in basso, era arrivato in mezzo alle sue gambe. Ma invece di concentrarsi subito sul membro fremente, inizio a leccarlo alla base, baciandogli i testicoli, fino a che i gemiti imploranti di Seregil non lo spinsero a suggellare le labbra sul membro dell'elfo, che venne quasi subito, inondando la bocca e la gola di Alexiel con il suo seme.
Erano entrambi ansimanti e sudati, Alexiel si sdraiò sopra di lui e lo baciò, mischiando il loro sapore. Seregil gli cinse le spalle giocando con i suoi lunghi capelli,e con un sussurro gli disse
"Ti voglio Alexiel... ti voglio dentro di me"
Lo stregone guardò l'elfo negli occhi "Sei sicuro?" 
Per tutta risposta Seregil lo baciò con impeto e Alexiel non perse tempo: allargandogli le gambe, si concentrò sul piccolo orifizio, umettandolo con la saliva per rendere la penetrazione il meno dolorosa possibile. Seregil intanto respirava affannosamente, spingendo i fianchi contro quelli di lui. Lo stregone non si era mai accorto che avesse una vita così sottile, tipicamente elica, e per un attimo fu assalito dall'indecisione: gli avrebbe sicuramente fatto male... ma Seregil si stava strofinando contro di lui in modo così urgente che non seppe resistere oltre.
Quando lo penetrò, Seregil si morse violentemente un labbro per soffocare un grido; Alexiel si fermò per baciargli il viso e lo trovò rigato di lacrime striate dai riflessi dorati del fuoco.
"Ce la fai?" Chiese preoccupato.
"Vai avanti" La risposta dell'elfo uscì in un gemito strozzato, ma per darle maggiore enfasi, questi strinse Alexiel con tutte le proprie forze. 
Lo stregone, incapace di trattenersi oltre, iniziò allora a muoversi, aumentando velocemente il ritmo, entrambi erano sopraffatti dal piacere. Vennero contemporaneamente e, stremati, si abbandonarono l'uno tra le braccia dell'altro, rilassandosi nel calore dei loro corpi. 
Alexiel allungò pigramente un braccio, afferrando il mantello che aveva gettato lì vicino, per coprire i loro corpi nudi. Poi, fissando dolcemente gli occhi dell'elfo, gli sussurrò un dolcissimo
"Ti amo" Che fu ricambiato da un altrettanto tenero bacio.
"Ti amo anch'io mio dolcissimo stregone".
Per lunghissimi minuti rimasero così, vicini, godendo l'uno del contatto dell'altro. Poi Alexiel potè sentire un respiro caldo stuzzicargli l'orecchio "Mi hai fatto la guerra per due secoli e al confronto finale ti fai battere così facilmente?"
Lo stregone spalancò gli occhi maliziosi "Non sia mai!" e, prendendo tra le braccia Seregil, che non potè reprimere una risatina giocosa, lo portò di peso verso la propria camera. 
Quella notte più e più volte si diedero prova reciproca di quel nuovo sentimento che era sbocciato tra loro, tra le lenzuola di seta, sotto il baldacchino dorato, nel cuore di pietra della fortezza di Messier.


*************************


Le cinque del mattino.
Duncan pensò con stizza che a quell'ora Alexiel avrebbe gia dovuto essere in biblioteca a studiare.
Per quanto fosse forte, c'era sempre qualcosa da imparare. Per di più non sopportava l'idea che passasse tutto quel tempo con l'elfo. Seregil. Lo stava ammagliando, stregandolo con il suo fascino glabro da elfo, preparandosi sicuramente a colpirlo alle spalle. A niente erano valsi gli ammonimenti. Alexiel era cieco. Completamente cieco! E adesso non arrivava. Non era mai stato in ritardo prima di allora. Mai. E adesso non arrivava.
Un pensiero colpì Duncan come uno schiaffo: L'elfo potrebbe averlo aggredito... se Alexiel aveva abbassato la guardia sarebbe stato una preda facile... forse era in pericolo!
Con il cuore in gola il vecchio maestro si precipitò verso le stanze dell'allievo dalle quali non proveniva il minimo suono. Sempre più terrorizzato da ciò che avrebbe potuto trovare all'interno, Duncan aprì la porta, ma quello che vide trascendeva di gran lunga ogni suo più terribile timore.
Alexiel e Seregil giacevano profondamente addormentati stretti l'uno tra le braccia dell'altro.
La testa dell'elfo era adagiata sopra il petto dello stregone, ed un braccio gli cingeva la vita.
Il disordine delle coperte e dei cuscini non lasciava molti dubbi su ciò che doveva essere accaduto la notte precedente.
Duncan era agghiacciato. Assolutamente scioccato dalla scoperta e, incapace di qualsiasi ragionamento, si gettò letteralmente fuori dalla stanza chiudendo la porta dietro di se.
Per lunghi minuti rimase così: con le spalle appoggiate alla parete, gli occhi sgranati ed una mano premuta sulla bocca, nel vano tentativo di riordinare le idee.
Doveva tirare Alexiel fuori di li, doveva parlargli, fargli aprire gli occhi!
Dopo aver esalato un lungo respiro, tornò nella stanza e, in silenzio, si avvicinò al grande letto a baldacchino.
La scena che gli si presentò davanti era immutata: Alexiel e Seregil giacevano dolcemente abbracciati ed una gamba dell'elfo cingeva la vita del compagno, attirandolo a sé. 
Il volto dello stregone poggiava lievemente sulla testa dell'altro, le labbra leggermente premute sui capelli rossi, scomposti che ricadevano sui cuscini come una cascata di fuoco liquido. Alexiel stringeva al petto il capo d Seregil con una mano abbassata sulla sua nuca. 
Quella vista fece salire un nodo alla gola di Duncan, il quale si affrettò a lanciare sull'elfo un incantesimo del sonno. Questi gemette piano, senza aprire gli occhi, prima di cedere alla magia. 

Alexiel si svegliò di soprassalto; qualcuno aveva fatto uso della magia. Appena aprì gli occhi vide Duncan li vicino al suo letto, e l'espressione sul suo viso non lasciava a intendere nulla di buono.
"Sai Alexiel mi stavo chiedendo, cosa mai sarà successo di così urgente, da farti dimenticare i tuoi studi. E poi guarda cosa vedo, voi due abbracciati dopo che stanotte avete fatto festa. E per caso diventato la tua nuova puttana quell'elfo?!"
Duncan terminò la frase gridando. Alexiel che fino a quel momento era rimasto calmo, si alzò di scatto, i suoi occhi sembravano sprigionare saette:"Vedi di tenere a freno quella lingua Duncan, se solo provi a dire qualcos'altro, giuro che te la strappo!"
"Invece di minacciare a vanvera perché non provi a piegarmi come hai fatto a farti ingannare in questo modo da quel'elfo?! Spiegami, perché io non riesco proprio a capire!"
"Non c'è nessun inganno, entrambi proviamo la stessa cosa l'uno verso l'altro.E' un sentimento vero e metterò subito in chiaro una cosa: non ho nessuna intenzione di rinunciare a lui!" Alexiel disse ciò con tutta la serietà possibile, e per tutta risposta Duncan gli rise in faccia.
"Ah ah ah! Ma guarda, non pensavo fossi diventato così scemo! Ero sicuro che non ci saresti ricascato" Disse in tono sprezzante." Pensi che questo elfo stia dicendo la verità? Per ora si diverte soltanto, appena potrà ti pugnalerà alle spalle senza esitare. Ricordati che è un elfo, uno sporco elfo come tutti quelli della sua razza!"
Alexiel con uno scatto lo prese per il collo e sollevandolo lo sbatté al muro.
"Non dire una parola di più se non vuoi che ti uccida! Chi ti credi di essere per dirmi che devo o non devo fare della mia vita? Tu non sai niente di me, nonostante mi sei stato vicino tutti questi anni, tu non hai la minima idea di cosa provavo, magie, guerre, battaglie... sofferenza... solitudine... tu non sai quello che ho provato, finalmente trovo una persona che è come me, che mi può capire, che prova le stesse cose che provo io, e non ti permetterò né di giudicarla né di farle del male, sono stato chiaro!?"
Lo sguardo di Alexiel era di fuoco, mentre Duncan non aveva battuto ciglio.
"Hai finito?" Disse, e con uno strattone si liberò e si avviò verso la porta.
"Io non mi fiderò tanto facilmente, ti avverto che non gli darò vita facile, e faresti bene ad essere cauto anche tu Alexiel, stai attento a non ripetere lo stesso sbaglio, usa il cervello invece del cuore." E uscì sbattendo violentemente la porta.
Alexiel fissò con odio la porta chiusa e poi si avvicinò al letto, Seregil dormiva ancora. Delicatamente gli scostò un ciuffo di capelli rossi dal viso, 'Dio com'è bello ' pensò.
"Maledetto bastardo, gli ha fatto l'incantesimo del sonno!"
Aveva bisogno di un po' d'aria, si sentiva ribollire dalla rabbia... e di qualcos'altro, Duncan aveva riaperto una vecchia ferita del suo cuore che ormai credeva chiusa da tempo. Si rivestì, diede alcuni ordini a Willow e andò sulla torre sperando di liberarsi la mente. 




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