Life must go on

Parte V

di Hymeko


Attenzione: in parte di questo capitolo sfodererò tutto il mio gusto del macabro. È quindi vivamente sconsigliato ai deboli di stomaco. La sottoscritta vi ha avvisate, e declina perciò ogni responsabilità riguardo a svenimenti e/o altro.

Hanamichi appoggiò la testa sulla spalla di Rukawa, seduto davanti al camino, intento a fissare il fuoco. Il ragazzo moro posò un bacio sulla sua fronte, avvertendo l'acqua dei capelli ancora bagnati contro la pelle.
"Stai bene?"
"Sì"
mormorò il rossino, spingendosi di più verso di lui.
Rukawa sospirò, poi gli cinse la vita con un braccio, lasciando che gli si appoggiasse al petto. Aveva ancora bisogno del suo appoggio, come prima o forse ancora di più...
L'alba era ancora lontana, il cielo si tingeva a malapena di rosa, verso oriente.
Sul suo volto splendeva solo la luce calda del fuoco...Rukawa si permise di arrossire, sicuro che nessuno sarebbe mai stato in grado di capire dove finivano i bagliori rossastri e dove iniziava il suo imbarazzo.
Avevano fatto l'amore...aveva posseduto a lungo il ragazzo che ora stringeva tra le braccia.
"C'è qualcosa che non va?"
Hanamichi si era accorto del brivido che lo aveva attraversato.
"...no, nulla"
"Sicuro?"
"...sì. Io stavo...ripensando alla nostra notte"
"...ah"
Sentì il suo viso nasconderglisi nell'incavo del collo, e si lasciò andare ad un accenno di sorriso.
Quella furia umana era ancora più imbarazzata di lui...
...........
"Nel bagno..."
Quelle parole allontanarono bruscamente Rukawa dal dolce torpore cui stava cedendo.
Hanamichi...stava per permettergli di accedere ai ricordi blindati del giorno precedente...
"...in quel bagno..."
Sentì le sue braccia stringersi forti attorno a lui, assomigliava a un naufrago in una tempesta d'incubi, aggrappato disperatamente all'unico appiglio che impedisse alla disperazione di sopraffarlo.
Rukawa provò pietà per lui, che aveva visto chissà quale scena di morte, e che ora tentava di riviverla per non doverla più subire in solitudine. Desiderò solo aiutarlo.
Un singhiozzò gli traversò il cuore.
'Non voglio che soffra ancora...'
"Non sei costretto a dirmelo adesso. Se vuoi...puoi aspettare ancora un po', quando sarai pronto"

"Non sei costretto a dirmelo adesso..."
Hanamichi frenò le lacrime, grato per la mano che l'altro gli tendeva.
'C'era dolcezza, e preoccupazione...forse in fondo non sono stato solo un diversivo per una notte fredda...'
Si rilassò contro di lui, abbandonandosi fra le sue braccia, tentando ci calmare i singhiozzi.
Non doveva avere paura...aveva già affrontato una volta un passato di morte, e con l'aiuto di Yohei ne era uscito senza troppe conseguenze...ora poteva fare lo stesso, avendo al proprio fianco Rukawa...il ragazzo con cui, per qualche ora, aveva condiviso corpo e anima.
Era sicuro che anche per lui fosse stato così...troppa era la passione che era scorsa tra loro due, troppo intensi erano i sentimenti che si erano manifestati, perché fosse solo un gioco.
L'unica cosa che poteva chiedersi era...quanto sarebbe durato l'interessamento della volpe nei suoi confronti.
'Non ci pensare adesso...approfitta di questo momento raro e prezioso, non badare al futuro ma concentrati sul presente...lascia che accetti di sopportare con te quello che hai visto, se lo desidera'
Si fece forza nascondendo parte del viso nei suoi capelli.
'Sono profumati...un bel respiro...e lasciati andare'
"...no, non posso rimandare ancora...o non riuscirò più a aprire il lucchetto che mi blocca il cuore. Nel bagno...c'era..."
Emise un suono, tipo il pigolio di un pulcino appena uscito dall'uovo, ma non riuscì a dire il nome.
Sentì le mani di Rukawa carezzargli la schiena, in silenzio.
Gli fu molto grato per il rispetto che gli portava, evitando di forzarlo a parlare.

"Era accasciato contro una parete...Kakuta"
Rukawa si irrigidì:
'Dunque c'era il senpai Kakuta?'
"Lui...lui...io...non posso...non posso..."
Lo sentì rabbrividire tra le sue braccia, scosso da tremori simili a brividi di freddo, ma più potenti, più profondi.
Rukawa gli gettò sulle spalle una coperta e gli baciò con cautela il collo, tentando di rincuorarlo. Sentì due lacrime umide scivolargli lungo la spalla, corrergli lungo le scapole, svanire sulla sua pelle.
"Ssshhh...non aver paura, ci sono io con te, adesso. Non ti preoccupare, non accadrà più nulla di male..."
.............
Hanamichi annuì lentamente, riprendendo passo passo il controllo.
"...lui...una lamiera, nella caduta...era rientrata, spezzandosi nell'urto. Lui...forse si stava lavando le mani, o asciugandole...la lamiera...l'ha...decapitato"
........
Trascorsero parecchi minuti prima che Rukawa capisse sul serio le sue parole. Che riuscisse a comprenderne il significato, ciò che rappresentavano.
Un gelo mai sperimentato gli attanagliò lo stomaco, distendendosi nel torace, bloccandogli il respiro.
Non poteva essere vero.
Non poteva davvero essere morto così.
Non poteva... essersi presentato in quel modo davanti ai suoi occhi...
Perché altrimenti avrebbe significato che...Hanamichi si era trovato davanti all'Inferno.
"...c'era...tanto sangue...il suo sangue...su tutte le pareti, sul lavandino, sullo specchio...per terra"
Faceva fatica a parlare, intramezzando parole e singhiozzi, e lunghe pause.
Kaede appoggiò le labbra al suo orecchio e lo baciò.
"...perdonami...per non esserti stato accanto...per non averti compreso"

Hanamichi si raggomitolò contro il petto caldo di Rukawa, soffocando contro i suoi muscoli le lacrime. Quel tepore, e le sue spalle larghe, lo facevano sentire sicuro, protetto, come un guscio in cui quei ricordi non più potevano entrare.
Rimase in silenzio, aspettando che dicesse qualcosa, non sarebbe riuscito a raccontargli tutto, se lui non avesse parlato.
Sentì le sue labbra posargli un bacio sull'orecchio, e un bisbiglio colmo di scuse sciogliergli l'anima.
La sua voce chiedeva perdono...Rukawa si stava scusando per la sua insensibilità.
Hanamichi alzò di scatto la testa, interrompendolo con un bacio.
Vide i suoi occhi spalancarsi sorpresi, per poi lasciare spazio a uno sguardo morbido e avvolgente.
Il rossino chiuse gli occhi e lasciò che fosse l'altro a dominare. Non c'era violenza o passione nel suo tocco, solamente calore e lucentezza.
Hanamichi si sentì rinascere, sbocciare come un fiore alla luce del sole, mentre accarezzava la schiena di Rukawa, mentre sentiva le sua mani toccarlo, confortarlo...
Si staccò per primo, soffermandosi ad ammirare il bel viso della volpe a pochi centimetri dal suo.
Era davvero bello...e lui...se ne era innamorato.
'...io...innamorato...però...'
Abbassò gli occhi, nascondendogli il dubbio che si era fatto strada appena aveva ammesso di amarlo.
Non poteva esprimerlo...non ancora. Non poteva rovinare quell'idillio che si era miracolosamente creato tra loro...anche a costo di rendersi sordo a se stesso, sarebbe stato zitto.
"Che cosa c'è? Hai fatto una faccia strana. Qualcosa ti preoccupa?"
Hanamichi si appoggiò di nuovo a lui, nascondendosi da lui.
Il rossore, e i suoi occhi, lo avrebbero tradito.
Rukawa avrebbe letto sul suo viso quel pensiero maledetto, e...l'avrebbe odiato, probabilmente.
E non voleva perderlo così presto.
Perché ne era sicuro...
Meglio concentrarsi su quel bagno, vuotare il sacco e lasciare che la ferita di cicatrizzasse.
Per il resto avrebbe aspettato lo svolgersi degli eventi.
Chiuse gli occhi, prendendo fiato.
"Io...non ti ho detto tutto, riguardo a Kakuta"

Rukawa alzò un sopracciglio: cosa gli stava nascondendo quell'idiota?
Di sicuro non era riguardante Kakuta, sebbene lui cercasse di farglielo credere.
Doveva essere qualcosa...su loro due.
'...anche se mi sta nascondendo qualcosa, non credo sia il momento di insistere...finirei per allontanarlo di nuovo da me...no, aspetterò che sia lui a parlarmene'
"Non sei obbligato a dirmi tutto subito, puoi farlo con calma, non ti sforzare troppo...non voglio che ti confidi troppo in fretta, se questo ti costa sofferenza"
Lui scosse la testa:
"Se non te lo dico adesso, probabilmente non avrò più il coraggio di parlarmene, e io...non posso continuare a vivere con quella scena davanti agli occhi"
"...capisco...ma non essere impaziente...io rimarrò sempre accanto a te"
'Rukawa...vorrei tanto fosse davvero così...'
................
"Io...quando ho aperto la porta..."
Rukawa tese le orecchie, faceva fatica a sentirlo.
"...ho sentito qualcosa picchiarmi contro la punta del piede, ma...non vi ho fatto subito caso...i miei occhi non riuscivano a staccarsi dalle pareti tinteggiate di rosso, dal suo collo mozzato...
.....................
...l'ho fissato fino a sentirmi parte di quella scena, fondermi con essa...sentivo il sangue sporcare anche me, colorare il mio animo, invaderlo di odore metallico e dolciastro...era come tornare indietro..."
"Tornare...indietro?"
Rukawa si morse la lingua. Si era lasciato scappare quella domanda.
"Ah, tu non lo sai...mio padre è morto tre anni fa...davanti a me"
Rukawa sobbalzò.
"Io...mi spiace"
Hanamichi scosse la testa.
"Non potevi saperlo"
Rukawa sospirò. Non sembrava arrabbiato.
'Come vorrei non essere stato tanto stupido...la morte di Kakuta gli ha ricordato quella del padre, è naturale che si sia abbattuto, mentre io...perso nella mia arrogante sicurezza di sapere tutto, non tentavo nemmeno di comprenderlo, e intanto lui soffriva...'
"Mi dispiace...non ho cercato di capirti...non ti sono rimasto accanto..."
Hanamichi gli chiuse ancora la bocca con la propria. Quando si staccò, riappoggiò la testa sulla sua spalla.
"Mi piace come modo per farti tacere, ma...non dire più nulla. Il modo migliore di dimenticare, per me...è non parlarne più. Non voglio ricordarlo ancora"
"...sì"
........................

".............alla fine ho avuto il coraggio di guardare giù. Credo che...ormai nella mia mente si fosse marchiato tutto, di quella scena. Se chiudo gli occhi...posso vedere ancora il sangue denso scorrergli piano lungo ciò che rimaneva del collo...e l'osso del collo stesso, tranciato di netto...bianco e rosso, come neve insudiciata... "
Rabbrividì, mentre la scena si materializzava di nuovo davanti ai suoi occhi, quasi solida.
Poteva nuovamente vedere i brandelli di carne penzolare cadenti, attaccati al corpo solo per sottili striscioline di pelle, e grumi di sangue che si rapprendeva scurirsi ai bordi del taglio...
"La sua testa...era rotolata ai miei piedi...e mi guardava...coi suoi occhi fissi e vuoti"
Sembrò che a investirlo fosse stata una cascata d'acqua gelida. Il suo cuore sembrò fermarsi, ghiacciarsi, rifiutarsi di continuare a battere.
Sperava fosse uno scherzo...lo doveva essere.
Non...non...no, non ci voleva credere...sarebbe stato troppo crudele...disumano...
"È orribile...non è giusto..."
"...sì"
"...non è giusto che sia accaduto a te..."
............
"....più ti conosco, più mi vergogno di me stesso"
Hanamichi alzò il viso, guardandolo stupito.
"Perché dici così?"
"Perché è la verità...sei una persona così forte..."
"Io...forte?"
"Già...hai resistito a tutto questo da solo. Hai avuto la forza di arrivare fin qui, sopportando questa volpe scorbutica, e...avresti persino aiutato me, se te lo avessi permesso.
Tu...sei una persona davvero speciale, e io...sono tanto felice di aver fatto l'amore con te"
Lo vide arrossire, ma appena tentò di baciarlo, lui si spostò.

'Non avrei dovuto spostarmi così bruscamente...anzi, non mi sarei proprio dovuto spostare! Dovevo baciarlo, e basta!"
Rukawa lo guardava con espressione tra lo sbigottito, il deluso e l'arrabbiato.
Quasi rise, a vederlo manifestare tanto chiaramente le sue emozioni.
'Anche se, in effetti, stanotte era molto più esplicito...'
"Perché non ti sei lasciato baciare?"
"Io..."
arrossì. Aveva sbagliato, e lo sapeva bene.
Però...la morte dei loro amici gettava ancora un'ombra sul suo cuore.
"...ho paura di una cosa"
Lo guardò alzare un sopracciglio, e studiarlo con attenzione.
"Cosa?"
"E...se fossero morti per colpa nostra?"
Vide il viso di Rukawa indurirsi. Lo sentì irrigidirsi contro di lui. I suoi occhi si ridussero a fessure sottili, fredde come l'acqua di un laghetto di montagna.
"Come puoi dire una cosa del genere?"
Gli occhi di Hanamichi si riempirono di accuse per se stesso:
"Noi...stavamo litigando, quando...tutto è successo. E se...l'autista si fosse distratto per guardare noi, e quindi avesse perso il controllo?"
Rukawa non disse nulla, e Hanamichi trasse la sua conclusione:
"Questo significherebbe che...siamo stati noi, a ucciderli"

Rukawa si morse l'interno delle labbra.
Aveva una gran voglia di prenderlo a schiaffi, come sul bus.
Ma era impazzito del tutto?
"Non è stata colpa nostra!"
"Come puoi esserne sicuro? Se noi non avessi iniziato a picchiarci, forse tutto questo...non sarebbe mai successo"
Rukawa chiuse gli occhi, cercando di calmarsi.
Non aveva bisogno di essere picchiato, ma consolato.
Anche se era davvero irritante, con quella sua egocentrica mania di volersi addossare tutte le colpe.
Doveva ricordare di quei pochi minuti prima dello schianto. Un solo, minimo particolare sarebbe bastato. Non lo voleva vedere di nuovo in quello stato di profonda frustrazione, non dopo essersi immerso nella sua luce.
"Cerca di ricordare quando è avvenuto lo schianto"
Hanamichi lo guardò dubbioso.
"Noi ci siamo picchiati, poi...siamo finiti incastrati fra i sedili. E quindi il pullman è sbandato, rotolando poi giù per la scogliera"
Il rossino aprì la bocca, poi annuì in silenzio.
Era andata davvero così, lo ricordava meglio, grazie alla ricostruzione di Rukawa.
"Quindi non siamo stati noi a distrarre l'autista"
"...non capisco"
Rukawa ripeté pazientemente il suo ragionamento:
"Tu temi che la nostra lite abbia distratto l'autista, facendogli perdere il controllo del mezzo. Ma non può essere andata così, perché quando il bus ha sbandato, noi eravamo già incastrati, fermi da un pezzo. Non lo abbiamo distratto noi, non ne avevamo la possibilità, non abbiamo ululato o altro, non...siamo stati noi"
...............
Hanamichi gli gettò le braccia attorno al collo, versando lacrime colme di felicità:
"Grazie, Rukawa, grazie"
"Chiamami Kaede"

Hanamichi chiuse l'armadietto.
Gli altri se ne erano già andati, soprattutto l'unica persona che non desiderava assolutamente vedere.
Rukawa era uscito presto, appena finiti gli allenamenti.
Chiuse gli occhi e appoggiò la fronte contro il metallo freddo, sperando che servisse a tirarlo un po' su.
Era già passata una settimana, da quel giorno.
Un elicottero aveva trovato lui e la volpe, dopo che i soccorritori avevano scoperto che mancavano due persone all'appello.
Li avevano fatti salire con a scaletta, e poi via, verso un ospedale di Tokyo.
Fin lì era stata una passeggiata.
Ma poi...i loro senpai erano andati a trovarli, all'ospedale.
Non avrebbe mai dimenticato le lacrime di Ryota, e il suo sguardo pieno d'odio.
Li aveva guardati con ferocia, e il suo silenzio era stato peggiore di mille schiaffi.
Quando erano usciti, Rukawa si era seduto accanto a lui e lo aveva abbracciato, sostenendolo con la sua presenza.
Era incredibile come riuscisse a capirlo, dopo quella notte.
Nel comportamento di Miyagi aveva avuto la conferma delle sue paure.
Per il ragazzo...era colpa loro.
Erano colpevoli non solo dell'incidente, ma...anche di essere ancora in vita.
'Perché voi sì, e Ayako no? Cosa avete in più, di lei?'
Hanamichi aveva letto con certezza quella domanda, nel modo in cui li guardava.
E solo le coccole di Rukawa avevano avuto il potere di lenire il suo dolore.
Però...il giorno in cui erano tornati a scuola, Ryota si era inchinato e aveva chiesto loro scusa, per il suo comportamento. Probabilmente Kogure lo aveva strigliato per bene.
Sorrise, ricordando l'imbarazzo del nanetto, quando lui era scoppiato a piangere tra le sue braccia.
E ora...si preparavano per il torneo nazionale.
Solo loro, e un paio di matricole che avevano accettato di tornare, per fare numero.
"Il torneo nazionale...il nostro sogno"
mormorò.
Allenamenti, sempre e solo allenamenti massacranti, per colmare quella voragine che li circondava. Per andare avanti, col ricordo dei defunti attorno, con lo sguardo dei vivi fissato addosso.
Come quello di Rukawa.
Non avevano avuto la possibilità di stare assieme...e se c'era l'occasione, lui...aveva fatto di tutto per evitarlo. Non riusciva a cancellare quel pensiero dalla mente, e sebbene sapesse che non avrebbe potuto sfuggirgli per sempre, tentava di rimandare l'incontro.
"Un sogno che svanisce"
Non si riferiva solo al campionato.
"Chi ti dice che tutti i sogni siano destinati a scomparire?"
Hanamichi sobbalzò.
Quella voce...
Si voltò piano, deglutendo.
Rukawa.
"Come mai sei ancora qui?"
"Volevo parlare con te...da solo"
Lo imprigionò contro l'armadietto, il viso a pochi centimetri dal suo.
Come un fulmine, Rukawa annullò anche quella distanza, baciandolo con foga.
Però il bacio finì prima che Hanamichi potesse rispondere, e non gli piacque lo sguardo che il moro gli rivolse. Era acciaio freddo, rivestito di diamante.
Bellissimo, scintillante, durissimo.
"Mi devi una spiegazione"
mormorò l'altro, in un soffio più pauroso dell'ululato di un lupo.
"...di che parli?"
Rukawa gli si spinse addosso, strusciando volutamente i fianchi contro quelli della sua preda.
Hanamichi gemette, e allungò il viso arrossato verso di lui.
Rukawa sfuggì le sue labbra, inchiodandogli la testa con la propria.
Hanamichi lo guardò spaventato. Non c'era traccia di gentilezza, ora.
"Voglio sapere perché mi hai evitato, in questi giorni"
Il rossino avvampò, sentendosi scoperto.
"Non è vero, io..."
Smise di mentire, davanti al suo viso deluso.
"...io ho paura, Kaede"
Rukawa non mostrò altra emozione che una furia fredda e a stento controllata:
"E di che cosa, sentiamo"
Una lacrima scese lungo la guancia di Hanamichi, che non fu abbastanza veloce per evitare di essere schiaffeggiato:
"Smettila di frignare! Non c'è nulla da piangere!"
Lo prese per i polsi e gli sollevò le braccia.
"Di che cosa hai paura?"
"...di te"
......................
Sebbene la stretta ai suoi polsi si fosse ammorbidita, Hanamichi non si mosse, permettendo agli occhi di Rukawa di studiarlo a fondo.
"...perché dovresti aver paura del tuo ragazzo?"
"Mio...ragazzo?"
Era sinceramente stupito. Anche se...avevano condiviso quella notte, non avevano mai parlato di nulla di serio.
"Esatto. Io. Il tuo ragazzo. Tu sei il mio"
"Noi...stiamo insieme?"
Esasperato, Rukawa lo baciò passionalmente. I riflessi di Hanamichi furono più veloci, stavolta, e rispose al bacio.
Protestò, quando l'altro si staccò senza concedergli un vero appagamento.
"Secondo te non stiamo assieme, noi due? Appena ci sfioriamo, scintille sprizzano dai nostri corpi"
Il rossino abbassò lo sguardo. Era peggio di come lo aveva immaginato.
"Io...ho bisogno di pensarci ancora...ah!"
Le dita di Rukawa erano bianche, da come gli teneva fermi i polsi.
"Pensare...a che cosa? Non mi è sembrato che ti dispiacesse farlo con me, quella notte. E attaccarti alle mie labbra appena ne avevi bisogno, cercando la mia lingua per farti accarezzare!"
Hanamichi continuò a fissare il pavimento, umiliato. Si sentiva un verme, mentre l'altro gli sbatteva in faccia ciò che avevano fatto, e il modo cui vi stava rinunciando.
"Io...ho adorato ogni momento in cui sono stato fra le tue braccia, accanto a te; la mia pelle ha esultato per ogni tua carezza, per ogni tuo bacio. Ma non posso stare con te"
"Perché? Il tuo sentimento è così debole, nei miei confronti?"
Rukawa si sentì guardato come se avesse detto un'eresia.
"No...io...ho paura...di essere lasciato anche da te"
La volpe inarcò un sopracciglio:
"Non capisco"
"...mio padre è morto...mia madre se ne va in giro per il mondo affogandosi nel lavoro...i nostri compagni sono morti, Ayako non c'è più, l'allenatore...tutti se ne vanno...e per quanto riguarda i sentimenti, mi hanno detto no cinquanta ragazze, cinquanta persone cui chiedevo solo di starmi accanto...non potrei mai sopportare di essere lasciato anche da te, di sentirmi rifiutato anche da te...ti amo troppo per poterlo sopportare..."
Rukawa lo lasciò andare, e Hanamichi cadde sulle ginocchia, fissando il vuoto, nemmeno lui pienamente consapevole di quello che gli aveva appena confessato.
Si limitò a guardarlo in silenzio, a osservare il suo petto che si alzava freneticamente, il viso che piano piano tornava al suo bel colore abbronzato. Sentì un odio profondo nascergli dentro. Non per le persone defunte, o per la madre che tentava di annullarsi per non ricordare, ma per le ragazze che lo avevano scaricato.
'Come lo avete ridotto, odiose galline senza un briciolo di cuore...non vi maledirò mai abbastanza per quello che gli avete fatto...ecco il risultato delle vostre cattiverie, della vostra sprezzante sicurezza di voi stesse...gli avete distrutto il cuore, e ora lui teme anche me...è solo colpa vostra, se ha tanta paura di condividere i suoi sentimenti'
..................
Si sedette vicino a lui, come quel giorno, sul letto.
Gli carezzò i capelli umidi, scendendo a tracciare il profilo del suo viso con i polpastrelli.
'Ti darò io la sicurezza che stai cercando, do'hao...voglio troppo stare con te'
"Perché pensi che io ti lascerò? Hai così poca fiducia, nei miei sentimenti?"
Hanamichi scosse la testa, voltandosi appena a guardarlo:
"Tutti mi lasciano solo...prima o poi, tutti se ne vanno. Papà, mamma, i nostri compagni...anche Yohei e gli altri non vengono più come prima a vedere gli allenamenti...ma tu...se mi lasciassi, se mi dicessi che non vuoi più stare con me..."
..............
"Quello che ci lega è più profondo dell'amicizia"
Il rossino scoppiò a ridere istericamente:
"Abbiamo sedici anni, Rukawa! Come puoi pensare che sia vero amore?"
"E se lo fosse sul serio?"
Hanamichi tornò serio, scuotendo la testa, rifiutandosi di credergli, sebbene desiderasse egli stesso essere persuaso dalle sue parole.
"Come puoi sapere che non lo sia? Non sai che i matrimoni più felici sono quelli tra persone che si sono conosciute tra i banchi di scuola?"
..................
Hanamichi lo sbirciò, guardingo.
Quell'ultima frase lo aveva colpito sul serio...matrimoni più felici...e la sicurezza che splendeva sul suo viso...era molto più di ciò che avesse mai ricevuto, da un altro. Rukawa...gli aveva praticamente promesso che...la loro relazione sarebbe potuta durare per sempre.
Rukawa.
Kaede Rukawa...e lui, al suo fianco.
Uniti.
Rabbrividì, conscio di non capire l'effettiva portata di un simile futuro.
Rukawa...era disposto a stare con lui per sempre.
Glielo aveva fatto chiaramente capire...
"Come fai a sapere che...durerà davvero?"
"...non lo so, infatti"
Gli occhi castani si spalancarono: Rukawa l'aveva detto in tutta tranquillità, come se fosse la cosa più naturale del mondo.
"Ma...ma..."
Una mano bianca gli carezzò i capelli:
"Io non so se saremo felici assieme, ma...l'unico modo per scoprirlo è provare...io e te. Insieme"
.................
Hanamichi tese le dita verso di lui, sfiorandogli la guancia.
Rukawa si lasciò carezzare, socchiudendo gli occhi.
Il rossino si stupì, la sua pelle era ancora più liscia di come la ricordava...
"Mi ami?"
"...sì"
"Ti amo anch'io, do'hao"
"Baka kitsune"
...................

Fine

Soliti disclaimers: tutti i personaggi, luoghi etc appartengono agli aventi diritto (peccato ç_ç).
cavoli, l'ho già finita! n.d.Hymeko stupita
io ti ammazzo!!!!!!!!!! n.d.Miyagi leggermente infuriato
fermo!!!!!!!! Guarda, riunisco le Sette Sfere e li faccio rivivere tutti!!!! n.d.Hymeko
bene, così ci vendichiamo! n.d.tutte le mie vittime
no, vi ho riportati in vita...help!!!!!! n.d.Hymeko che viene pestata da un po' di gente
oh Ayako, sei bellissima anche quando picchi la gente; n.d.Miyagi fuso
ahi ahi ahi...che dolore; n.d.Hymeko tutta ammaccata
te la sei cercata...era proprio necessario compiere una strage? n.d.tutti
avevo bisogno di sfogarmi un po'...se volete potete chiamarmi Bloody Hymeko; n.d.Hymeko ^^
-________________- n.d.tutti
non ne hai in mente altre, vero? n.d.Hana preoccupato
di stragi no, un paio di assassinii...sì; n.d.Hymeko che già pregusta il sapore del sangue
...qui è meglio filare...n.d.tutti i ragazzi di SD
...mi hanno lasciata sola...n.d.Hymeko triste
chissà come mai...ma dì un po', hai lasciato a casa quelli del secondo e terzo anno giusto per farli partecipare al campionato? n.d.tutti
zì zì n.d.Hymeko
tu sei folle...n.d.tutti
un po'...n.d.Hymeko

Ps un bacione a Nae, Maggie e Bimba!




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