TITOLO: Le Syriane

AUTORE: Marty.

SERIE: Slam Dunk

PARTE: 15/19 (ho finito la sceneggiatura! È completa!)

PERSONAGGI: Kaede Rukawa - Hanamichi Sakuragi

RATING: Songfic, angst, NC-17 in alcuni capitoli.

DEDICHE unt RINGRAZIAMENTI: a Niane, sempre, per il prestito dell’Iguana e naturalmente alle mie sisters, nonché a Nuel che commenta puntualmente ^^ questo capitolo lo dedico a Kira. La scema pensava che la stessi ignorando mentre in realtà era il mio pc che non riceveva le sue mails…

Ad Aurora non dedico nulla, così impara a spoilerare e prendermi in giro, ecco (Marty fa la linguaccia ad Aurora)

DISCLAIMERS: I personaggi sono di Takehiko Inoue, io sono sempre la poveraccia senza un soldo bucato che ero quando ho acceso il pc, anzi, ci ho pure sacrificato qualche ora di sonno…

NOTE 01: RuHanaRu forever! Ma adoro anche Mituccio, Hisashi (che è di Yukari ^^)…e chi più ne ha più ne metta!

La storia prende spunto da una serie di canzoni della cantante Syria.

Per qualsiasi commento ( accio ) la mia mail è marty_rurulove@yahoo.it !

NOTE 02: tra gli asterischi i flash back, in corsivo il testo delle canzoni/poesie, i cambi di POV sono segnalati...tutto come sempre insomma! Ah, dato che in ML non si vede il corsivo (non ho mai avuto questo problema, non utilizzando i testi ç_ç) mi limiterò a piazzare le strofe solitarie in mezzo a righe vuote…dovreste capire quali sono ^^

NOTE 03: andate tutti a leggere la saga dell’Iguana Club di Niane!!! È qualcosa di davvero fantastico, e poi qualcosa le devo in cambio del prestito no? ^^

ARCHIVIO: se Ria o Erika o Benni (o chi per loro) la vogliono...la pubblichino pure! Mi faranno solo felice!

Spero vi piaccia!

 

Un baci8 a tutti!

Marty

 

UN PASSO INDIETRO: in questo spazio, metterò il riassunto del capitolo precedente e le mie annotazioni.

Nello scorso capitolo, Hanamichi decide di prendere in mano la situazione e chiude il suo cuore in una busta, vergando con le lacrime agli occhi tutto il suo amore per Kaede…

 

 

 

Le Syriane

-capitolo quindicesimo-

 

- Alba e tramonto -

 

 

 

 

 

“Kaede!

Kaede!

Allora, vuoi spegnere quella luce?!”

Il moro era ancora lì seduto, con le gambe incrociate, a fissare quella busta arrivata nel pomeriggio che proveniva senz’altro dal do’hao.

Chi altri poteva avere una calligrafia così orribile?

Girò la busta.

Sul davanti, qualche riga scribacchiata con mano tremante.

 

Hey tu, Hiroshi, Hisoshi o come ti chiami. Non so chi tu sia e francamente me ne infischio. Questa lettera non è per te, ma per quella volpaccia che ti tieni in casa. Odiami, se vuoi, perché sto minando la vostra serenità familiare, ma dovevo chiudere un discorso in sospeso. Vieni a picchiarmi, se vuoi, ma prima fagli leggere questa dannata lettera. Te lo chiedo per favore. Ci ho messo l’anima.

Hanamichi Sakuragi.

 

Kaede fu invaso da un moto di tenerezza.

Hanamichi pensava che Hiroshi fosse…e nonostante tutto aveva ingoiato l’orgoglio per mandargli quella lettera.

Forse…

“Kaede!”

“Ho da fare!” strillò, per poi deglutire rumorosamente prima di stracciare finalmente la busta, avendo la cura però di non lacerare la parte con su scritto il messaggio per suo fratello.

 

POV RU

 

…il baka sono io.

Non avrei dovuto gettarti addosso la mia infelicità.

 

È vero, Hanamichi.

Dolorosamente vero.

Però…io non ti ho reso le cose facili. E lo so bene.

 

Mi dispiace, va bene?

Mi dispiace per averti usato, senza darti niente a cui appigliarti quando io non c’ero.

 

Non hai idea di quanto questo mi abbia fatto stare male! Ma sento che la ferita inizia a rimarginarsi, nel rendermi conto che stai cercando di capire e pentirti di quello che è successo.

 

La verità è una … ti amo, maledizione.

Ti amo e non posso farci niente.

 

Il cuore mi si ferma nel petto per un istante.

Tu…tu mi…

 

Tutto ha acquistato un senso da quando ho smesso di rinnegare ciò che sentivo.

 

Capisco la sensazione. È la stessa pace che ha invaso me quando l’ho accettato io.

Tuo padre era un uomo davvero meraviglioso, lo si evince dalla dolcezza con cui ne accarezzi il ricordo. Mi sarebbe piaciuto, credo.

E leggendo poi di tua nonna, vedo da dove hai preso tante delle qualità che adoro.

 

Mi sono detto e ridetto che mi facevi male. Mi facevi STARE male, soprattutto.

 

E cosa credi che mi ripetessi io ogni giorno, ogni dannata volta in cui venivi da me con quello sguardo smarrito ed affamato d’amore e mi pregavi di lasciarmi possedere da te?!

Continuavo a ripetermi che dovevo scacciarti via, lontano, per ricominciare a vivere.

Solo che ho capito che non era vita neanche quella che avevo prima di conoscerti.

E alla fine ho preferito continuare a soffrire che tornare all’inedia vuota che avevo. In fondo il dolore era un sentimento che poteva mantenermi vivo.

 

Il pensiero di te mi fa girare la testa, come il tuo profumo e la tua pelle serica.

Io ti amo.

 

Sto quasi per piangere. Ogni volta che leggo queste parole, un muro dentro di me crolla miseramente.

Stai quasi per raggiungermi, scimmietta dispettosa.

 

Sai, i momenti in cui il mio corpo si aggrovigliava al tuo ed io ti riempivo di marchi che attestassero che eri mio, ti sentivo gridare.

Tutto gridava.

Ma io…non potevo fermarmi. E sai perché?

Non potevo, non posso perderti.

 

Come ho fatto a non capire quanto anche tu stessi soffrendo?

Come ho potuto non sentire le grida silenziose che emetteva il tuo corpo e il tuo cuore?

Ero troppo preso ad odiarti per quello che mi stavi facendo per lasciarle giungere a me.

Quanto tempo buttato via.

Tempo che ormai abbiamo perso, e non potremo riavere indietro mai più.

 

…nessuno mi ha mai insegnato ad amare, ad essere amato, a CONDIVIDERE qualcosa.

Neanche tu sei un grande esperto di relazioni e sentimenti, no?

…insomma…potremmo ricominciare. Imparare insieme a volerci bene, come diceva la nonna.

Io non credo che sia troppo tardi.

 

Mi rizzo a sedere. Non ho ancora finito di leggere, ma so che hai perfettamente ragione. Abbiamo solo sedici anni, cazzo! Non quaranta o sessanta! Il nostro tempo è tutto al futuro, non al passato.

 

Non posso perderti senza averti mai avuto davvero con me.

Farò tutto quello che vorrai. È una promessa.

Quindi, kitsune, ti prego, non dirmi che è troppo tardi.

Io non posso perderti.

 

Piego i fogli.

Mi tremano le mani.

Credo che se volessi alzarmi, non ce la farei comunque. Sono troppo scosso.

Quello che ho di fronte a me è una persona che mi ha quasi ucciso, ma che ora mi porge una mano proponendomi di risorgere dalle nostre ceneri.

Che devo fare?

Sono confuso.

Una voce dentro di me mi grida di bruciare questa lettera e chiuderti fuori dalla mia vita per sempre, ma c’è una vocina più flebile che ripete di concedertela, un’ultima possibilità, perché se non lo faccio me ne pentirò per tutta la vita.

Senza contare che sarebbe il modo ideale per iniziare a camminare insieme o per intraprendere finalmente da solo il mio sentiero.

Se infatti tu dimostrassi di essere davvero diverso, potremmo ricominciare daccapo.

Se invece la disattendessi avrei un motivo in più per chiudere per sempre.

Come hai detto tu…

 

… mi ci aggrappavo con tutta la disperazione di chi non ha niente da perdere. O tutto.

 

Io potrei perdere tutto. O niente. Ma vale la pena provarci?

Come richiamato dalla mia muta domanda, mio fratello entra nella stanza.

Si siede accanto a me, sul letto.

Io gli tendo le pagine.

Non ho mai avuto tanto bisogno del suo aiuto.

Vedo i suoi occhi scorrere sui fogli, e poi sollevarsi interrogativi su di me.

Capisco che dovrò esternare i miei dubbi, oppure sarà inutile.

“Hanamichi dice che non è troppo tardi per ricominciare, ma io credo che invece sia troppo tardi per riparare gli strappi che abbiamo creato in questi mesi. Avremmo potuto evitare parecchi degli errori che abbiamo commesso, ma ormai è andata. E non ci possiamo fare più nulla. E poi lui mi ha…”

“Oh, no, Kaede! Non azzardarti a dire ‘lui mi ha tradito’ alle cinque del mattino, chiaro?!”

Sobbalzo. È davvero così tardi? Ho passato la notte a leggere la tua lettera?

Ma Hiroshi non ha finito.

“Ha sbagliato, e su questo siamo d’accordo, ma direi che tu ti sei ampiamente vendicato. O sbaglio? Anzi, io direi che almeno lui ha l’attenuante della confusione e delle circostanze, mentre tu l’hai fatto consapevolmente, caro il mio fratellino! Perciò, io suggerirei di lasciare fuori dalla questione tutto ciò che non siete direttamente tu e lui.

Perché vi siete fatti così tanto male che francamente credo sia inutile continuare questa storia.”

Io impallidisco. Lo sapevo, anche mio fratello pensa che ormai sia tutto finito.

Poi però lui si alza e scosta la tenda. “Guarda” mi dice indicandomi l’esterno con un cenno del capo. Mi alzo e gli vado vicino, guardando fuori dalla finestra. Il cielo inizia a tingersi di rosa, come se lo avesse toccato un bambino con le dita sporche di vernice. Sta per spuntare il sole, che tra poco illuminerà il mondo.

“Che cosa abbiamo fatto?” mormoro sconsolato. Avremmo potuto avere una felicità perfetta, fatta di momenti luminosi come quest’alba, e invece…abbiamo rovinato tutto. Ci siamo feriti l’un l’altro, con cattiveria voluta e studiata, rendendo sempre più profondo il baratro tra noi e arrivando a un passo dal distruggerci a vicenda.

“Avete sofferto tanto e rischiato tutto” mi risponde Hiroshi “Anzi, troppo, per perdere tutto così.”

“Ma tu hai detto…”

“Ho detto che ritengo inutile CONTINUARE la storia. Penso che dovreste semplicemente archiviarla e ricominciare tutto, da zero” mi interrompe col suo solito sorriso disarmante.

“E non credere che se aveste vissuto momenti perfetti sareste stati felici” continua, e sembra che mi legga nuovamente nel pensiero “non ci può essere alba, senza tramonto, credimi, te lo dico per esperienza personale lo sai!”

Già, ricordo le prove che hanno dovuto superare lui e Kazuhiro, e quanto il loro legame ne sia uscito rafforzato.

“Poi col passare degli anni ci si ricorda solo il bello, degli anni trascorsi insieme, e pian piano si smette di trascinarsi addosso il peso della parte brutta e triste, si smette di cercarla nella propria memoria e si gira pagina. Ed è bello anche questo, girare pagina insieme alla persona che ha diviso con te quelle precedenti e dividerà con te quelle future.”

Le sue dita mi accarezzano i capelli. Mi sta venendo sonno. Sbadiglio.

“Ah, ora che è mattina tu vorresti andare a dormire?” mi sfotte Hiroshi dandomi un buffetto.

“Ricordati, Kaede” sussurra con la sua voce fresca come vento d’estate “che il sole tramonta solo per poter sorgere altrove, eppure non mancherà all’appuntamento con noi quando sarà il momento.”

I miei occhi si chiudono e sento le forti braccia di mio fratello stringersi intorno a me, sollevarmi e poi sistemarmi sul letto.

“La vita passa troppo in fretta” conclude sfiorandomi la fronte con un bacio, prima di andarsene.

E io sento dentro di me sciogliersi l’indecisione.

Non voglio avere rimpianti di alcun tipo, in futuro. Non me lo permetterò. E con la mente rivolta al continuo susseguirsi di alba e tramonto, mi addormento. Ora so cosa fare.

 

*tsuzuku*

 

Weeeeeeeeeeeeeeeeeeeé….

Ormai è praticamente finita, sigh sob….

Ho deciso che mi occuperò solo delle Syriane fino a completarla, e poi passerò a Cercando Kimi!

Fatemi sapere ok?

 

Marty