TITOLO: Le Syriane

AUTORE: Marty.

SERIE: Slam Dunk

PARTE: 13/?

PERSONAGGI: Kaede Rukawa - Hanamichi Sakuragi

RATING: Songfic, angst, NC-17 in alcuni capitoli.

DEDICHE unt RINGRAZIAMENTI: a Niane, sempre, per il prestito dell’Iguana, alle mie sis e ad Aurora e Caska per i loro compleanni! Ecco, così ne avete una per una, dividetevele equamente ^^

DISCLAIMERS: I personaggi sono di Takehiko Inoue, io sono sempre la poveraccia senza un soldo bucato che ero quando ho acceso il pc, anzi, ci ho pure sacrificato qualche ora di sonno…

NOTE 01: RuHanaRu forever! Ma adoro anche Mituccio, Hisashi (che è di Yukari ^^)…e chi più ne ha più ne metta!

La storia prende spunto da una serie di canzoni della cantante Syria, ma questo capitolo è uno di quelli in cui la canzone di sottofondo è “in prestito”. Questa è “Historia de un sueño” della Oreja de Van Gogh.

Per qualsiasi commento ( accio ) la mia mail è marty_rurulove@yahoo.it !

NOTE 02: tra gli asterischi i flash back, in corsivo il testo delle canzoni/poesie, i cambi di POV sono segnalati...tutto come sempre insomma! Ah, dato che in ML non si vede il corsivo (non ho mai avuto questo problema, non utilizzando i testi ç_ç) mi limiterò a piazzare le strofe solitarie in mezzo a righe vuote…dovreste capire quali sono ^^

NOTE 03: andate tutti a leggere la saga dell’Iguana Club di Niane!!! È qualcosa di davvero fantastico, e poi qualcosa le devo in cambio del prestito no? ^^

ARCHIVIO: se Ria o Erika o Benni (o chi per loro) la vogliono...la pubblichino pure! Mi faranno solo felice!

Spero vi piaccia!

 

Un baci8 a tutti!

Marty

 

UN PASSO INDIETRO: in questo spazio, metterò il riassunto del capitolo precedente e le mie annotazioni.

Nello scorso capitolo, Hanamichi si è rigirato inquieto nel suo letto senza riuscire a dimenticare quanto accaduto tra lui e Kaede, piangendo amare lacrime di pentimento ormai inutili. O forse no…

 

 

 

Le Syriane

-capitolo tredicesimo-

 

- Storia di un sogno -

 

Sei bello, Hana.

Con i capelli fulvi sparsi sulla federa bianca, qualche goccia di sudore che si rincorre sulla tua guancia abbronzata, la mano stretta a pugno. Proprio come quando, da piccolo, facevi un brutto sogno.

Oh, ti starai chiedendo cosa ci faccio qui.

Scusami se mi presento senza invito e senza averti avvisato prima, ma funziona così. Ho aspettato per tre giorni che ti addormentassi.

Certo, non è questo il luogo ideale per un ricongiungimento, e vista l’ora tarda forse non è neppure il momento adatto per presentarsi a fare una visita, ma dovevo vederti.

Allungo una mano che, naturalmente, attraversa le ciocche che volevo accarezzare.

Sai, Hana, in cielo non si sta poi tanto male. Ci tenevo a dirtelo. Tanto domattina non ti ricorderai più di questo sogno un po’ sciocco, sì, di questo si è trattato, ti ripeterai per convincerti, e non noterai la stella cadente che attraverserà il cielo all’alba per provarti che non è così.

Ma non me ne andrò fino a che non vedrò i tuoi lineamenti rasserenarsi. Sei la cosa che più conta per me, lo sai. Lo eri prima e lo sei ora. Se non vivi fino in fondo quella vita che per me è finita troppo presto, mi dai un dolore.

Volevo solo salutarti, vederti ancora una volta e, magari, darti un bacio. Forse me lo permetteranno, penso mentre mi chino sulla tua fronte aggrottata e la sfioro con le labbra.

Promettimi che sarai felice. Eri così bello, quando ridevi di cuore! È così che voglio ricordarti per l’eternità, capito? Non abbattuto e sconfitto. Non hai sempre sostenuto di essere un Genio?

Beh, è il momento di dimostrarlo.

Fai vedere al mondo quello che vali, se hai perso qualcosa, riconquistala. Non è mai troppo tardi; “Non è finita finché non è finita”, ricordi?

Solo dopo che ce l’avrai davvero messa tutta potrai gettare la spugna senza sentirti deluso da te stesso.

Ora però devi riposare. Vorrei rimboccarti le coperte, come facevo quand’eri un bimbetto pestifero dal sonno agitato; ricordi quando mi obbligavi a cantarti una canzone per farti addormentare? Io ho sempre creduto di essere stonato, ma i tuoi occhi scintillavano tanto quando cantavo per te che non mi importava. Chissà, forse era perché lo facevo solo per te che ti piaceva tanto.

Non mi permettono di venire a trovarti quando sei sveglio, e in realtà anche quello che sto facendo ora sarebbe proibito; ho avuto il permesso di farti visita in sogno solo perché me ne sono andato senza avere neanche il tempo di salutarti.

Beh, ora è tardi, quindi è meglio che vada.

Mi alzo dal letto e ti guardo un’ultima volta. Non pensare che non ti tenga d’occhio, da lassù, capito testone?

E cerca di continuare al meglio il viaggio che abbiamo iniziato insieme. Lotta per il tuo amore, perché senza l’amore saresti meno vivo di me.

Tra pochi secondi credo che ti sveglierai, vedo che il mio corpo inizia a sparire.

Pian piano la tua stretta sul copriletto si allenta e le pieghe della tua fronte si stendono.

Le tue lebbra s’incurvano in un sorriso dolce, mentre una lacrima ti scivola sulla guancia mischiandosi al tuo sudore.

“Papà…” mormori.

E non posso fare a meno di sentire una tenerezza infinita per un figlio che avrei tanto voluto vedere crescere.

 

*tsuzuku*

 

So che è corto, ma è intenso, no? ^^’’’