TITOLO: Le Syriane

AUTORE: Marty.

SERIE: Slam Dunk

PARTE: 7/?

PERSONAGGI: Kaede Rukawa - Hanamichi Sakuragi

RATING: Songfic, angst, NC-17 in alcuni capitoli.

DEDICHE unt RINGRAZIAMENTI: alla mitica Niane, che mi presta il locale “Iguana club” (*ç*) come ambientazione per uno dei capitoli!

Senza di lei questa fic non avrebbe potuto esistere!^^

(uhm…ora so chi devo uccidere…ndHana)

altro immenso grazie alla dolce Najka,che mi ha dato lo stimolo giusto per diventare una fic writer…

(altro cadavere che cammina…hn…ndRu)

ovviamente non dimentico Yukari, la tenera fanciulla che mi ha fatto appassionare alle fic commedia e che scrive le uniche fic SD etero che leggerò mai…

Grazie!

E un bacio speciale ad Ise, Lal, sys Lucy e sys Silene tutte mie coautrici…

A Saya che mi ha ispirato LA MOTO…*ç*,

Alla sua ex moglie con cui condivido la grande passione per Feel 100%…

A Seimei e al suo pestifero fratello…

A Raphael, per il cui ciomply mi sono sbizzarrita…

A Soffio d’argento, dolcissima fanciulla…

A Yvae, per il suo sostegno e affetto, nonché per le immy che ispirano sempre…*__*

Ad Eny,Auramasda,  elfuccia, Micky N, Elyxyz, Eternity, Reichan, Miky, Masha, Melly, Antares, Hymeko… insomma, a tutte coloro che mi hanno sostenuto e commentato i miei lavori, dandomi la forza di andare avanti anche se a volte il sonno prendeva il sopravvento…

Ovviamente grazie di cuore anche a tutte coloro che mi hanno inconsapevolmente ispirato!

(Hana, hai ancora il numero della banda di Tetsuo? Qua ci vuole una spedizione punitiva…ndRu)

A Leyla Mayfair per le sue stupende tales che non vedo l’ora di leggere tutto d’un fiato fino alla fine…

E non so più…

Ah, certo, alla mia kitsunina dolce che mi è sempre accanto e non si stufa di me! Grazie di volermi bene!^^

Se ho dimenticato qualcuno, chiedo venia, siete tutte (più Raphy) nel mio cuore!

Se scrivo è anche per voi!

Vi voglio bene, spero che vi piaccia la mia prima fic in serie!

DISCLAIMERS: I personaggi sono di Takehiko Inoue, io sono sempre la poveraccia senza un soldo bucato che ero quando ho acceso il pc, anzi, ci ho pure sacrificato qualche ora di sonno…

NOTE 01: RuHanaRu forever! Ma adoro anche Mituccio, Hisashi (che è di Yukari ^^)…e chi più ne ha più ne metta!

La storia prende spunto da una serie di canzoni della cantante Syria, la storia verrà accompagnata, sottolineata ed inframmezzata con le sue parole.

Spero vi diano quanto hanno dato a me.

Per qualsiasi commento ( accio ) la mia mail è marty_rurulove@yahoo.it !

NOTE 02: tra gli asterischi i flash back, in corsivo il testo delle canzoni/poesie, i cambi di POV sono segnalati...tutto come sempre insomma! Ah, dato che in ML non si vede il corsivo (non ho mai avuto questo problema fino ad oggi, non utilizzando i testi ç_ç) mi limiterò a piazzare le strofe solitarie in mezzo a righe vuote…dovreste capire quali sono ^^

ARCHIVIO: se Ria o Erika o Benni (o chi per loro) la vogliono...la

pubblichino pure! Mi faranno solo felice!

Spero vi piaccia!

 

Un baci8 a tutti!

Marty

 

UN PASSO INDIETRO: in questo spazio, metterò il riassunto del capitolo precedente e le mie annotazioni.

Nello scorso capitolo, Rukawa ha deciso di lasciare Hanamichi non riuscendo a perdonargli il tradimento…

E ora?

 

 

 

Le Syriane

-capitolo settimo-

 

- Un, due, tre -

 

POV RU

 

Caldo fisico, apatia
e un po' di sonno che mi porta via

Non ho chiuso occhio.

Beh, era inevitabile.

Ho la testa pesante, gli occhi gonfi e il cuore a pezzi.

Quasi non riesco a credere a quanto è successo.

Sembra passata una vita, invece era soltanto ieri.

Mi ha tradito.

Dopo avermi violato, distrutto, annientato e fatto innamorare…

È volato via.

Perché continuo a immaginarmelo come un angelo?!

Solo un diavolo avrebbe potuto calpestarmi così.

Mi manca l’aria, soffoco, fa troppo caldo in questa stanza.

Esco nel giardino con addosso solo la maglietta del pigiama.

Mi lascio cadere su una delle sedie di plastica.

Guardo la strada, deserta e silenziosa.

Socchiudo gli occhi.

Non ho voglia di fare niente.

Vorrei solo addormentarmi e smettere di pensare.

 

ma oggi sono ok
oggi mi amo da solo

 

Poi mi riscuoto e mi alzo.

Sto bene, devo stare bene.

Sono sempre stato solo, e non mi è mai pesato.

Me lo diceva mia madre quando ero piccolo: “conta su te stesso, sei l’unica persona che non ti lascerà mai a dispetto di tutto.”

E non ho mai smesso di farlo.

Sono indipendente, me la so cavare.

 

vento tiepido su di me
non so nemmeno che giorno è

Torno a guardare il cielo, ancora pallido. Deve essere presto.

Mi rendo conto di non sapere che giorno sia.

Ma d’altronde, io trascorro il mio tempo ad estraniarmi dal mondo, quindi per me i giorni sono tutti uguali.

Una strana brezza profumata di fiori mi scompiglia i capelli, e a me sembra quasi di riconoscere le dita di mia madre in essa.

 

ma so che è un giorno ok
il primo senza di te

 

Qualsiasi giorno sia, va bene per ricominciare daccapo.

Giro pagina, cancello il passato e tornerò a gettarmi a capofitto negli allenamenti, per riprendere in mano il sogno che avevo quasi perso di vista, distratto da lui.

 

Un due tre: la solitudine
sto con me, tutto è più facile

In fondo mi sono liberato di un bel problema.

Le discussioni, i litigi, i musi, l’ansia continua che mi dava il non sapere mai come prenderlo, la confusione sui nostri sentimenti, i caratteri contrastanti.

È molto più facile per me non dover badare che a me stesso.

 

sai perché? Non ho bisogno di te

Io ci sto bene, da solo.

Ho il mio mondo, la mia bolla di serenità che era quasi riuscito a penetrare, ma per fortuna mi sono fermato in tempo.

Non ho bisogno di lui.

Per il mio sogno ho bisogno solo di una palla arancione e di volontà.

La mia.

 

un due tre: e si dimentica
io e te senza una lacrima
come se fosse una cosa da niente

 

È buffo.

Nonostante il dolore lancinante che sento, non ho ancora versato una sola lacrima per la fine di quello che è stato, a conti fatti, il mio primo amore.

Forse me ne ero solo auto convinto, perché volevo provare anch’io, ma in realtà non è mai stato niente per me.

Me lo auguro, così sarà più facile dimenticare tutto ed andare avanti come se niente fosse accaduto.

Scrollo le spalle ed entro in cucina.

 

Resta immobile anima mia
non cominciare con la nostalgia
che non ti ascolterei
ti lascerei lì da sola

Non avevo calcolato quanto ci sia di lui in casa.

Certo, non c’è stato poi molto, ma il suo profilo concentrato mentre rivolta le uova, il suo canticchiare sommesso mentre lava i piatti, il suo richiamo quando in televisione appare qualche cosa che crede mi possa interessare.

E poi le serate a mangiare in silenzio seduti uno vicino all’altro, la colazione sempre in fretta e furia perché perennemente in ritardo, il nostro primo contatto profondo contro il muro dell’ingresso…

Stringo i pugni e mi mordo le labbra a sangue.

Basta!

Anima, cuore, qualunque cosa tu sia non ti permetto di far crollare le mie difese!

Non voglio pensare a lui, voglio solo pensare a me ora!

 

sto bene così come sto
teneramente abbracciato a me

Mi accoccolo sul divano e mi richiamo le ginocchia al petto.

Stringo forte.

Così, in posizione fetale, mi sento protetto e sicuro, anche se so che sarei più protetto e sicuro se fossero le sue braccia ad avvolgermi…

 

io voglio un giorno ok

 

Balzo in piedi di scatto: qualcosa mi ha ferito la pianta del piede.

Sposto il cuscino del divano.

C’è uno scintillante pezzo di vetro.

Sembra uno dei mie calici da vino.

Allora scruto più da vicino il cuscino e scorgo un alone rosato.

Mi accascio a terra.

 

il primo senza di te

 

Mi prendo la testa fra le mani.

Kami, se ci sei ti prego cancellalo dalla mia mente.

Perché fa male, dannazione, fa un male insopportabile!

Ho bisogno di lui e non ce la faccio!

È questa la disperazione?

È questa l’angoscia?

Da quando il silenzio è così difficile da tollerare?

Conosco le risposte.

Sono marchiate a fuoco nel cioccolato caldo dei suoi occhi e nel bronzo fuso della sua pelle, nell’avorio accecante del suo sorriso e nel riflesso scarlatto dei suoi capelli.

Devo aver lasciato qualcosa di me nel suo abbraccio.

Mi alzo malfermo sulle gambe, e vado in bagno.

Forse una doccia mi ridarà le forze.

Ma mi basta entrare nella stanza per vedermelo venire incontro statuario come un dio mentre goccioline trasparenti si rincorrono delineando i suoi muscoli.

Mi appoggio al lavandino e respiro con calma, cercando di recuperare un minimo di autocontrollo.

Sembra funzionare. Il nodo che avevo alla gola si scioglie.

Mi asciugo il sudore dal viso, per poi iniziare a spogliarmi.

Continuo a sudare, ma perché?

Forse non sto bene?

Ormai solo in boxer vado a mettermi di fronte allo specchio e quasi non credo ai miei occhi.

Non è sudore.

Sono lacrime.

Tante lacrime.

Ho il viso completamente bagnato e anche parte dei miei capelli si è già bagnata.

Appoggio la schiena alle piastrelle e mi lascio scivolare, fino a trovarmi seduto sul tappetino soffice.

Colpisco appena la parete con la testa, mentre la inclino all’indietro e lascio che il pianto si liberi attraverso singhiozzi che crescono piano piano d’intensità.

Perché, Hana?

Perché mi hai fatto questo?

Perché mi hai gettato in un labirinto e sei andato via senza spiegarmi come uscirne…?

 

*tsuzuki*

 

ç_ç

persino io stavolta sono commossa…

questo capitolo è dedicato alla sys Silene che me lo ha impost…ehm, chiesto con dolce fermezza ^^’’

spero vi sia piaciuto!

Nel prossimo, udite udite…si entra nell’Iguana Club!

 

A presto (spero ^^)

 

Marty