TITOLO: Le Syriane
AUTORE: Marty.
SERIE: Slam Dunk
PARTE: 1/?
PERSONAGGI: Kaede Rukawa - Hanamichi Sakuragi
RATING: Songfic, angst, NC-17 in alcuni capitoli.
DEDICHE unt RINGRAZIAMENTI: alla
mitica Niane, che mi presta il locale “Iguana club” (*ç*) come ambientazione
per uno dei capitoli!
Senza
di lei questa fic non avrebbe potuto esistere!^^
(uhm…ora
so chi devo uccidere…ndHana)
altro
immenso grazie alla dolce Najka,che mi ha dato lo stimolo giusto per diventare
una fic writer…
(altro
cadavere che cammina…hn…ndRu)
ovviamente
non dimentico Yukari, la tenera fanciulla che mi ha fatto appassionare alle fic
commedia e che scrive le uniche fic SD etero che leggerò mai…
Grazie!
E un
bacio speciale ad Ise, Lal, sys Lucy e sys Silene tutte mie coautrici…
A Saya
che mi ha ispirato LA MOTO…*ç*,
Alla
sua ex moglie con cui condivido la grande passione per Feel 100%…
A
Seimei e al suo pestifero fratello…
A
Raphael, per il cui ciomply mi sono sbizzarrita…
A
Soffio d’argento, dolcissima fanciulla…
A Yvae,
per il suo sostegno e affetto, nonché per le immy che ispirano sempre…*__*
Ad
Eny,Auramasda, elfuccia, Micky N,
Elyxyz, Eternity, Reichan, Miky, Masha, Melly, Antares, Hymeko… insomma, a
tutte coloro che mi hanno sostenuto e commentato i miei lavori, dandomi la
forza di andare avanti anche se a volte il sonno prendeva il sopravvento…
Ovviamente
grazie di cuore anche a tutte coloro che mi hanno inconsapevolmente ispirato!
(Hana,
hai ancora il numero della banda di Tetsuo? Qua ci vuole una spedizione
punitiva…ndRu)
A Leyla
Mayfair per le sue stupende tales…
E non
so più…
Ah,
certo, alla mia kitsunina dolce che mi è sempre accanto e non si stufa di me!
Grazie di volermi bene!^^
Se ho
dimenticato qualcuno, chiedo venia, siete tutte (più Raphy) nel mio cuore!
Se
scrivo è anche per voi!
Vi
voglio bene, spero che vi piaccia la mia prima fic in serie!
DISCLAIMERS: I personaggi sono di Takehiko Inoue, io
sono sempre la poveraccia senza un soldo bucato che ero quando ho acceso il pc,
anzi, ci ho pure sacrificato qualche ora di sonno…
NOTE 01: RuHanaRu forever! Ma adoro anche
Mituccio, Hisashi (che è di Yukari ^^)…e chi più ne ha più ne metta!
La storia
prende spunto da una serie di canzoni della cantante Syria, la storia verrà
accompagnata, sottolineata ed inframmezzata con le sue parole.
Spero vi
diano quanto hanno dato a me.
Per
qualsiasi commento ( accio ) la mia mail è marty_rurulove@yahoo.it !
NOTE 02: tra gli asterischi i flash back, in
corsivo il testo delle canzoni/poesie, i cambi di POV sono segnalati...tutto
come sempre insomma! Ah, dato che in ML non si vede il corsivo (non ho mai
avuto questo problema fino ad oggi, non utilizzando i testi ç_ç) mi limiterò a
piazzare le strofe solitarie in mezzo a righe vuote…dovreste capire quali sono
^^
ARCHIVIO: se Ria o Erika o Benni (o chi per loro) la vogliono...la
pubblichino pure! Mi faranno solo felice!
Spero vi piaccia!
Un baci8 a tutti!
Marty
UN PASSO INDIETRO: in questo spazio, metterò il
riassunto del capitolo precedente e le mie annotazioni.
In questo caso devo spiegarvi qualcosina prima che
leggiate il capitolo.
Allora...
All’inizio della
mia ficci (cioè per circa metà ^^), Hana e Ru
sono due ragazzini di sedici anni.
Niente grande
amore della vita, niente sentimento immortale e annullante, niente di tutto
ciò.
Kaede è un egoista
che vuole solo qualcuno che divida con lui la solitudine, potrebbe essere
benissimo chiunque altro, anche se pensava ad Hana da un bel po'.
Diciamo che, non avendo
mai provato sentimenti per nessuno, non sa distinguere.
Oltretutto si sente
minacciato dal fatto che con lui ha voglia di essere diverso, e questo non gli
va giù.
Per questo scapperà alla
prima occasione...
Hanamichi dal canto suo
è un istintivo, è fortemente attratto da Kaede ma è tutto lì. Crede di amarlo
solo perché anche lui non sa l'amore cosa sia.
Prova ne sia che si
crogiola in un sentimento che in realtà non conosce, e finisce col
dichiararglisi solo perché è preoccupato per lui, gli fa tenerezza e
(diciamocela tutta) se lo vuole fare!
Questo è quanto.
E infatti anche lui
scapperà approfittando dell'indecisione di Kaede.
Sarà solo dopo
varie peripezie e lungo tempo lontani, tra le braccia di altre persone, che
inizieranno a capire cosa stanno realmente provando e cosa rischiano di perdere.
Ma potrebbe essere
troppo tardi, e ne sono consapevoli; inoltre lo smisurato orgoglio che li
caratterizza rischia di compromettere tutto...
Cosa accadrà?
Lo scoprirete solo
leggendo! ^^
Ho voluto
specificare tutto questo solo per chiarire lo stile freddo e privo di
romanticismo che pervade questo capitolo.
Chiunque ha letto le mie
altre ficci ed anche il prologo di questa, avrà già capito che io sono
fondamentalmente sdolcinata e romantica, per cui scrivere questo capitolo (e
ancora di più quelli che seguiranno) per me è stato davvero difficilissimo, ma
spero di avervi trasmesso tutto l'imbarazzo e l'anormalità della situazione.
I sentimenti
arriveranno, certo...
Ma non ora.
Sono ragazzini.
E li farò crescere,
prima di mettergli in mano un'arma pericolosa come l'amore vero.
Fatemi sapere se sono
riuscita nel mio intento, oppure devo andarmi a sotterrare...
-capitolo
primo-
- Cento
giorni -
Cento giorni senza di te
cento notti in giro e sono già le tre
butto via i miei giorni così
fra i rimbalzi dei miei no e dei miei si
Do’hao!
Lo dico e lo ripeto: do’hao!
Sono un do’hao!
Non posso essere davvero a questi
livelli…
Kami sama…
Adesso anche mentre mi alleno a basket
ripenso ad ogni parola che ci siamo detti e la rimugino finche, puntualmente,
non me ne viene in mente un’altra che SENZ’ALTRO sarebbe stata meglio…
Che stress, non ne posso più.
Tiro.
La palla entra nel canestro senza
rumore.
Ed è meglio così, perché se la vicina
mi sente di nuovo giocare in piena notte stavolta mi denuncia davvero!
Vecchia cafona…
Io non la sopporto!
Comunque torniamo a noi, signor “Ho
preso possesso del tuo cervello e di qui non schiodo”!
Non si dice che l’uomo sia un animale
razionale?
E allora io RAZIONALMENTE voglio
smettere di pensare ad Hanamichi!
Ops…
Qua mi sembra che invece di andare
avanti torniamo indietro…
Meglio che mi faccia due passi, tanto a
quest’ora non c’è nessuno in giro.
Guardo il mio orologio: le lancette mi
ricordano che dovrei dormire, altrimenti agli allenamenti sembrerò uno zombie
malriuscito!
Beh, tanto ormai mezz’ora in più o in
meno non inciderà sul mio stato catatonico, quindi…me ne vado verso il campetto
sulla spiaggia.
Almeno lì non ci sono mummie decrepite
a strillare per qualche rimbalzo!
dove sarà tutto il tempo che ho perso
Chi glielo dice adesso a questa testa bacata che mi ritrovo che era solo un mesetto che quello scimmione non mi si presentava sotto gli occhi?
No, perché lei è convinta che fosse almeno un secolo che non lo vedevo…
Infatti oggi ha fatto un salto…
In questo periodo mi ero illuso di poterlo dimenticare, con il tempo, ma mi
è bastato incrociare il suo sguardo perché il mio cuore gli si offrisse di
nuovo senza pudore.
Spazzando via in un soffio il mese che ci ha tenuto separati.
Anzi, tutto il tempo passato lontano da lui è come avvolto da una
nebbiolina fitta.
Non ricordo neppure un momento in cui lui non fosse presente, e dato che
ciò è impossibile, mi chiedo: ma allora che fine hanno fatto i momenti
mancanti?
Persi.
Sono persi.
E non solo perché non riesco a riportarli alla mente, ma perché Hanamichi
(daje…) non c’era.
Cento notti e tu dove sei
mi hai già detto che non sono fatti miei
torno a casa e passo da te
guardo solo se la bicicletta c'è
Ultimamente sei strano, Kaede.
Non mi parli più molto, e quando lo fai hai una freddezza ed
un’indifferenza che un tempo non avevi.
Certo, non sei mai stato mister Simpatia, ma da qui a guardarmi con quel
vuoto negli occhi ce ne passa.
Possibile che mi fossi sbagliato così tanto a credere di avere qualche
possibilità con te?
E non parlo di una nostra eventuale relazione (che però continuo a sognare)
ma di una semplice amicizia, che certo non mi basterebbe, ma sarebbe un inizio
non credi?
Ma oggi mi hai fatto capire una volta per tutte che solo uno scemo come me
poteva illudersi di poterti stare vicino.
Ti ho visto sempre più pallido, non salti più come prima, ed anche se il
tuo gioco è sempre perfetto, è come se non facessi altro che ripetere sequenze
a memoria, senza passione, senza interesse.
Com’è possibile?
Dov’è finito il volpino di ghiaccio che diventa lava pura appena mette
piede in un campo di basket?
Dov’è il baka che raccoglie ogni minima provocazione per fare a botte?
Dov’è il ragazzo che amo?
Glip--
L’ho ammesso…
Non ci credo…
Eppure…
Sì.
È così.
Mi sono innamorato di te.
Ti amo, stupida volpaccia antipatica.
E sono preoccupato per te.
Sei sempre stato magro, e hai sempre mangiato
poco, ma ora mi sembri inappetente e perfino i pantaloncini della divisa ti
stanno grandi.
Me ne sono accorto oggi, quando ho visto la spilla
da balia che te li stringeva addosso.
Mi si è stretto il cuore.
Ma quando ho provato a chiederti qualcosa, mi hai
fulminato con lo sguardo e mi hai detto “Lasciami in pace, idiota, sei l’ultimo
essere vivente con cui ne parlerei.
E comunque non sono cazzi tuoi.”
Che stai facendo Kaede?
Che ti è successo?
Non mi avevi mai parlato così, come se…mi odiassi
davvero.
Ero preoccupato, davvero.
E la preoccupazione è cresciuta quando, alla
stazione, la ragazza dell’edicola che sbava ogni volta che ti vede mi ha
fermato per chiedermi dove fossi.
Ti guarda sempre, e tu stasera non sei tornato a
casa.
Ho iniziato a correre come un disperato,
cercandoti dappertutto, per circa tre ore.
Ma non ci sei.
Sembri scomparso.
E io sono molto stanco.
Quindi ora me ne torno a casa con l’ultimo treno.
Però…
Prima passerò da casa tua, solo un momento, per
vedere se la tua bici è parcheggiata come sempre davanti alla porta, incatenata
a quel piolo sporgente dietro alla grande quercia che cresce proprio sotto la
tua finestra…
Come faccio a saperlo?
Ehm…
dove sarà
tutto il tempo che ho perso
a chiedermi se
tu mi volevi diverso
A cosa sono
serviti i giorni passati a lambiccarmi il cervello, a cercare di capire cosa
potevo cambiare di me stesso perché tu mi permettessi almeno di avvicinarti?
A cosa sono
serviti i sogni e le speranze di cui ho riempito il mio diario?
Rivoglio i
giorni persi dietro al tuo ricordo, rivoglio le nottate popolate dai tuoi
sorrisi, che non ho mai visto ma che nei miei sogni sono un tuo regalo per me.
Rivoglio
tutto questo.
Perché se tu
mi odi davvero, tutto questo io l’ho perso.
“adesso vivo
così”
dico “ma si”
Non guardo
dove vado e mi scontro con qualcuno che, probabilmente, era distratto quanto
me.
Lo sento
cadere.
Ma oltre al
tonfo di un corpo che cade, sento un altro rumore.
Un pallone
che rimbalza.
Non è molta
la gente che alle tre di notte va in giro con un pallone, quindi…
Alzo lo
sguardo: sei tu, amore mio.
E come sei
bello!
Devi aver
sudato molto, i tuoi capelli sono fradici e spandono goccioline quando scuoti
il capo per recuperare la lucidità dopo la botta che ci siamo dati.
Allungo una
mano per aiutarti a rialzarti e tu, stranamente, l’accetti e ti aggrappi al mio
braccio mentre ti rimetti in piedi.
Ti volti, e
fai per andartene.
Ma io ti fermo.
“Aspetta!”
Vorrei dirti
quanto ti amo, ma non ne ho la forza.
E se mi
rifiutassi?
Non
sopravvivrei ad un tuo rifiuto.
Mi stai
guardando con un sopracciglio sollevato, stai aspettando che io parli.
Ti sorrido.
Kami sama!
Mi sta sorridendo!
E non è uno dei suoi sorrisini sarcastici,
è…caldo.
Tenero.
Protettivo.
Non credevo che una sua craniata mi avrebbe mai
reso così felice!
Stavo per correre a casa quando mi ha fermato.
Cosa vorrà dirmi?
Mi tremano le gambe, ho paura di questo momento.
Sai, do’hao che potresti uccidermi?
Ma non credo voglia farmi del male,sarebbe
impossibile con uno sguardo simile…
“Vorrei…
Insomma…
non potremmo essere amici, noi due?”
Il rumore che sento nelle orecchie dev’essere il
mio cuore che va in frantumi.
Vuole essere mio amico.
Amico.
Magari mi confiderà le sue pene d’amore, o si
vanterà con me delle sue conquiste.
Vedo come cresce di giorno in giorno il numero
delle ragazze che schiamazzano agli allenamenti.
E sono sempre di più quelle che guardano lui.
Chissà, forse pensa che se gira con me sarà più
facile accalappiarle.
Ma io non potrei mai.
Non capisci, Hanamichi?
Io ho bisogno di te!
Ho bisogno di stringerti forte a me, di svegliarmi
col tuo profumo addosso, di intrecciare le mie dita alle tue prima di scivolare
nel sonno…
Io sono sempre stato solo, ma ora non voglio più
esserlo!
Voglio te!
Ma non posso accontentarmi di quello che mi stai
offrendo.
Mi dispiace.
Sono lacerato nell’anima, ma questo tu non lo devi
capire.
Sarò freddo e conciso.
In fondo, lo faccio da sempre.
“Io ho sempre vissuto da solo, non ho alcun
bisogno che un incapace come te mi si appiccichi addosso.
Hai già quei quattro perdigiorno della tua banda
di teppisti, vai a giocare con loro e lasciami in pace!
Non voglio avere niente a che fare con te!
Non voglio che mi parli, che mi guardi, che ti
avvicini a me!
Mai più!
Spero di essermi spiegato chiaramente questa
volta!
Ti odio, la tua vicinanza mi ripugna!
Vattene!”
Chino lo sguardo mentre un sorriso amaro mi
affiora sul viso.
Lo sapevo.
Certo.
Scusami, Kaede.
Non volevo essere invadente.
Scusami se ti amo così tanto.
Scusa.
Meno male che non te l’ho detto.
Devo andarmene, e subito, prima che la mia
facciata crolli come un castello di carte.
prendo quello
che viene pur di stare bene
e vado via così
“Come vuoi, stupida volpe!
Ma ricorda che il Tensai ha una sola parola!
Niente mi farebbe più piacere che liberarmi di te
una volta per tutte!
Ah ah ah!
Mi hai tolto un peso!
Sai, Harukina cara ci teneva tanto che fossimo
amici, ma siccome sei proprio tu a rifiutarmi la posso smettere con questa
commedia!
Ti odio, Rukawa, e ti odierò finché avrò vita!”
fingo di
essere sicuro e cancello un futuro con te
Dopo aver detto la più grossa e dolorosa bugia
della mia vita, mi volto e me ne vado.
Vorrei correre, allontanarmi da lui, ma invece
continuo a camminare lentamente verso la stazione.
Devo mantenere il mio contegno, e dimostrarmi un
Tensai anche nell’incassare delusioni, dopotutto ho una certa esperienza no?
Sapevo che non era possibile, ho voluto illudermi
come uno stupido che tu avresti potuto vedere oltre la mia facciata.
Ma un no è un no, soprattutto se viene da Kaede
Rukawa.
Beh, via il dente, via il dolore dico io.
Ti dimenticherò in fretta.
O almeno spero.
dio cosa sarà
di me
che darei per cento giorni di te
Appena
scompare dietro l’angolo, mi lascio cadere in ginocchio.
Le gambe non
mi reggono più.
Il cuore mi
martella furiosamente nel petto, la mia testa rimbomba.
Non posso
ancora credere a quello che gli ho detto.
Quello che mi
ha detto lui me lo aspettavo, ma quello che io ho detto per ferirlo e tutelarmi
è stato meschino e crudele.
Ho demolito
la possibilità di vedere ancora quel caldo sorriso rivolto a me, di dividere
con lui un hamburger o un cinema…
Forse avrei
dovuto accettare, in fondo tentar non nuoce.
Ma non me la
sono proprio sentita.
Perdonami
Hanamichi se ti ho fatto de male!
Se fossi un
ragazzo come gli altri, ora piangerei per il mio amore perduto.
Ma non posso.
Non ricordo
più come si fa.
E posso solo
pregare che passi presto.
cento giorni
senza un perché
vado avanti sorprendendo anche me
cento di 'sti giorni così
neanche a un cane, neanche a chi mi sta qui
cosa sarà di tutto il tempo che ho perso
a chiedermi
“se fosse stato diverso”
Passa il
tempo, e ormai sono quasi tre mesi che io e la kitsune viviamo in due mondi
diversi.
Mondi che non
si incontrano mai, neppure per sbaglio.
A scuola è
come se non ci vedessimo, agli allenamenti ci limitiamo ad una fredda e
calcolata cooperazione.
Questo giova
alla squadra, come anche il fatto che non litighiamo più né ci picchiamo.
Gli altri
sembrano non capire questo nostro voltafaccia improvviso.
Ma è meglio
così.
Ogni sera mi meraviglio di essere riuscito a
sopportare la situazione per un altro giorno.
E non riesco neppure a pensare di vivere così.
Fa troppo male.
Non augurerei neppure al mio peggior nemico di
provare quello che provo io con lui.
Sì, lo amo ancora.
Da impazzire.
Il sentimento persiste, non cede di un millimetro.
Basta!
Rivoglio la mia vita!
Rivoglio il ragazzone infantile innamorato della
gallina di turno!
Rivoglio le battute sceme, le risse con la volpe,
le scorribande con l’Armata…
Ridatemi il tempo che avevo donato a lui, forse se
lo reimpiego sentirò meno la solitudine…
Mi sono buttato a capofitto negli studi, negli
allenamenti, in qualunque cosa mi tenesse la mente alla larga da lui.
È inutile.
Se durante il giorno riesco a chiuderlo fuori, la
notte è infestata da sogni su come avrebbe potuto essere tra noi.
ma adesso
vivo così.........dico ma sì
Il tempo
scorre, e Hanamichi sembra essersi abituato a non avermi nella sua vita.
È tornato il
buffone di sempre, e ha pure iniziato a impegnarsi, sia a scuola che negli
allenamenti.
Sono molto
contento.
Quello che
non capisco, è il suo strano avvicinamento alla babbuina.
La tratta
come un amica, una compagna, ma niente di più.
Eppure lei
gli ha confessato il suo amore!
Non lo
capisco, ci rinuncio.
Basta!
Devo
togliermelo dalla testa.
Lui non ha
avuto problemi a scrollarsi di dosso il nostro rapporto, perché dovrei averne
io?
Ma chi voglio
prendere in giro…
Non ha avuto
problemi perché, per lui, un rapporto non c’è mai stato.
Io sono un
peso.
Una
seccatura.
Un fastidio.
Nient’altro.
Lo sapevo, lo
sapevo ma…ci ho dovuto sbattere il muso per capirlo davvero.
Cento giorni
senza di te
cento notti in giro e sono già le tre
butto via i miei giorni così tra i rimbalzi
dei miei no e dei miei si
e adesso vivo così dico ma si
Nel frattempo
sta iniziando a far freddo.
Stiro le
braccia: ma dove sono?
Che scemo, mi
sono addormentato al campetto!
Mi alzo dalla
panchina sbadigliando.
Chissà che
ora è!
Guardo
l’orologio: Kuso!
Sono passate
le tre!
Balzo a
sedere, ma poi mi tranquillizzo: in fondo a casa mia non c’è nessuno, chi si
accorgerebbe della mia assenza?
Oggi gli
allenamenti pomeridiani sono saltati, ma avevamo quelli serali alle nove…
Vabbè, ma non
credo che si siano preoccupati per me, sono scorbutico ed antipatico, non ho
amici.
Chi mai
potrebbe cercarmi?
Mi avvio con
calma verso casa, facendo rimbalzare il pallone a intervalli regolari
sull’asfalto accanto a me.
E anche oggi
non ho mangiato.
Ormai è
diventata un’abitudine: dormo e gioco, gioco e dormo.
Non m’importa
di nient’altro.
Non ho
bisogno di nient’altro.
Sono
arrivato.
Guardo la
facciata di casa mia: buia.
Fredda.
Solitaria.
Come me…
Ma mi sbaglio
o c’era un’ombra acquattata sugli scalini di casa mia?
Mah…
prendo quello
che viene pur di stare bene
e vado via così
fingo di
essere sicuro e cancello un futuro con te
Tiro un
sospiro di sollievo quando lo vedo arrivare: quante me ne fa passare, questo
volpino malefico!
È peggiorato
ancora, se così si può dire.
È diventato
completamente muto.
Non rivolge
la parola a nessuno ultimamente neppure ad Ayako.
Non viene più
a scuola, ogni tanto salta gli allenamenti.
E questo non
è da lui.
Così, quando
anche stasera non si è presentato sono venuto a casa sua.
Non ho
suonato, ma qualcosa mi diceva che non era in casa, perciò l’ho aspettato.
Devo essermi
appisolato, mi ha svegliato il rumore del pallone sull’asfalto.
Era lui, che
trascinando i piedi e strofinandosi gli occhi tornava a casa.
Sfugge un
sorriso intenerito: sembra così indifeso!
Vorrei
stringerlo a me, capire cosa lo preoccupa e cercare di aiutarlo.
Non deve
sentirsi solo, io sono sempre con lui anche se non se ne accorge.
Preso dalle
mie elucubrazioni, non mi sono accorto che aveva varcato il cancello e così
sono schizzato a nascondermi dietro la quercia.
Controllo che
sia tutto a posto e me ne vado.
Lo vedo
tirare fuori il mazzo delle chiavi dalla tasca e avvicinarle alla toppa: gli
tremano le mani e il mazzo gli scivola, cadendo a terra con uno stridente
rumore metallico.
E allora vedo
Rukawa stringere i pugni e poi colpire la porta, con rabbia e frustrazione.
Appoggia la
testa allo stipite, e dal suo petto esce un singulto.
Non è
possibile!
Cosa c’è,
cos’è che ti fa stare così male, amore mio?
Dimmelo, ti
prego!
Poi qualcosa
mi scatta dentro: non me ne andrò così!
O adesso o
mai più!
vivo cosi e
prendo quello che viene pur di stare bene
Sento freddo, e il peso che mi opprime il petto
sembra pulsare spasmodicamente.
Non so che fare, sono stanco di lottare…
Ma che succede?
Due braccia mi hanno circondato le spalle, ed ora
sono stretto in un abbraccio, schiacciato su un petto caldo e forte.
Un profumo agrumato mi intorpidisce i sensi ed io
mi abbandono.
Poi un volto affonda tra i miei capelli ed una
voce bassa e morbida mi chiama: “Cosa c’è, Kaede?
Dimmelo…
Cos’è che ti fa soffrire?
Cosa posso fare perché tu stia meglio?
Non sopporto di vederti così…
Sono venuto a cercarti, perché non è da te saltare
un allenamento…
Il basket è la tua vita!
Cosa ti pesa?
Potrei sopportare il peso con te, se accettassi il
mio aiuto”
Solo adesso ho il coraggio di alzare gli occhi: mi
specchio in due pozze d’oro fuso.
“Hana…” sussurro mio malgrado.
“Ti amo, Kaede…non farmi preoccupare mai più
così…”
Ok, sono morto o sto sognando.
Hanamichi ha detto che mi ama?
Lo ha detto davvero?
Sembra di sì, ed i suoi occhi scrutano ansiosi i
miei in attesa di una risposta.
Ma io non posso dirglielo, non sono pronto.
Però posso farglielo capire: piego la testa da un
lato e tendo il collo quel tanto che basta a far sfiorare le nostre labbra.
Come sono morbide le tue, Hana…
Mi sta baciando!
Kaede Rukawa mi sta baciando!
Non ci posso credere!
Mi stacco da lui per guardarlo negli occhi:
brillano come stelle.
Passo le dita sulla sua guancia fresca imporporata
di rosso e gli sorrido.
Poi senza rendersene conto, il volpino si passa la
lingua sulle labbra in un gesto che ha il potere di eccitarmi all’inverosimile.
Lo stringo più forte e cerco di nuovo le sue
labbra, forzandole con la lingua per assaporarle fino in fondo.
Kaede sembra gradire: mi allaccia le mani dietro
la nuca per attirarmi a sé ed io sono in paradiso.
Non so come (escamotage tecnico dell’autrice ^^),
ma nel frattempo siamo entrati in casa. Spingo Kaede verso il muro e gli infilo
le mani sotto la maglietta, madida di sudore, accarezzando la sua pelle che
sembra scottare sotto le mie dita.
Gliela sfilo.
Poi lo guardo: nei suoi occhi passa un lampo di
panico.
Ma io gli accarezzo dolcemente una spalla mentre
torno a baciarlo.
Poi gli prendo una mano e me la guido sui bottoni
della camicia, aiutando le sue dita a liberarli dalle asole.
Improvvisamente lui si divincola e mi allontana.
Ha il respiro corto e le mani incrociate sul
petto.
“Hana…”
“Per favore, aspettiamo.
Non mi sento ancora pronto per questo.
In fondo io non ho mai avuto nessuno vicino il
tempo necessario per far nascere un sentimento di qualsiasi tipo.
Sono confuso, e non vorrei fare qualcosa di cui
non sono più che sicuro.
Ti prego, non avercela con me…
Vorrei che rimanessi, vorrei dormire con te.
Ma per il resto…
Verrà il momento, te lo assicuro.”
Detto questo, aspetto trepidante la sua reazione.
Io ho paura.
Ancora non ho ben chiaro cosa provo per lui, e non
posso dimenticare che fino a stamattina mi odiava e fino a due mesi fa diceva
di amare la gallinaccia.
Ho bisogno di avere certezze, e ora come ora non
ne ho.
Le parole sono facili, ma i fatti restano impressi
a fuoco.
E poi quello che mi ha detto prima: ero preoccupato…
Dividi le tue preoccupazioni con me…
Non vorrei che fosse solo altruismo, pietà,
solidarietà, insomma un qualsiasi altro sentimento che lui, da ingenuo qual è,
scambia per amore.
Io per ora ho solo bisogno di averlo vicino.
Di non sentirmi più solo.
Il resto arriverà, penso sprofondando nel suo
abbraccio mentre mi addormento.
dio cosa sarà di me...che darei per
cento giorni di te
Non so come affrontare una cosa simile.
E ho paura.
Paura di sbagliare, certo, di ferirlo o di essere
ferito.
Ma soprattutto ho paura di me.
Dopotutto sono un ragazzo con gli ormoni
impazziti, e controllarmi era già difficile in situazione normale.
Non so se potrò farlo ora che lo sento così
abbandonato fra le mie braccia…
Ma devo trattenermi, lo devo fare per lui che ora
è fragile.
Ha bisogno di appoggiarsi a me.
E io sarò per lui quello di cui avrà bisogno.
Anche se questo vorrà dire mordermi le labbra fino
a farle sanguinare e piantarmi le unghie nei palmi per restare immobile mentre
nel sonno una sua gamba scivola tra le mie…
Mi stringe forte.
Il suo volto si apre in qualcosa che ricorda un
sorriso…
“Hiroshi”…
CHE COSA?!
* OWARI *
Di nuovo!
L’hai fatto di nuovo!
Maledetta bugiarda!
È_é
Ma di che parli, Hana?
Ma della lemon, kuso!
Avevi promesso!
Hn, è vero… -.-
Ma non vi ho detto che ci sarebbe stata una lemon
già nel secondo capitolo, no?
Vi garantisco che nel prossimo capitolo ci sarà un
po’ di angst, e credo che la prima lemon sarà nel quinto capitolo!^^
Io scrivo solo lemon funzionali alla storia!
Ehi, autrice, io quando entro nella fimmphphhhhhh
Deficiente ma sei di nuovo qui?!
Non ti devono vedere!
Torna in soffitta, sbrigati, e vedi di preparare
il pranzo e pulire il camino nel frattempo, che tu apparirai fra qualche
capitolo!
Vai, corri!
Allora, grazie a chi è arrivato fin qui!
Spero vi piaccia!
Ci vediamo nel prossimo capitolo, “Se ti amo o
no”!
Marty