TITOLO: Le Syriane

AUTORE: Marty.

SERIE: Slam Dunk

PARTE: 1/?

PERSONAGGI: Kaede Rukawa - Hanamichi Sakuragi

RATING: Songfic, angst, NC-17 in alcuni capitoli.

DEDICHE unt RINGRAZIAMENTI: alla mitica Niane, che mi presta il locale “Iguana club” (*ç*) come ambientazione per uno dei capitoli!

Senza di lei questa fic non avrebbe potuto esistere!^^

(uhm…ora so chi devo uccidere…ndHana)

altro immenso grazie alla dolce Najka,che mi ha dato lo stimolo giusto per diventare una fic writer…

(altro cadavere che cammina…hn…ndRu)

ovviamente non dimentico Yukari, la tenera fanciulla che mi ha fatto appassionare alle fic commedia e che scrive le uniche fic SD etero che leggerò mai…

Grazie!

E un bacio speciale ad Ise, Lal, sys Lucy e sys Silene tutte mie coautrici…

A Saya che mi ha ispirato LA MOTO…*ç*,

Alla sua ex moglie con cui condivido la grande passione per Feel 100%…

A Seimei e al suo pestifero fratello…

A Raphael, per il cui ciomply mi sono sbizzarrita…

A Soffio d’argento, dolcissima fanciulla…

A Yvae, per il suo sostegno e affetto, nonché per le immy che ispirano sempre…*__*

Ad Eny,Auramasda,  elfuccia, Micky N, Elyxyz, Eternity, Reichan, Miky, Masha, Melly, Antares, Hymeko… insomma, a tutte coloro che mi hanno sostenuto e commentato i miei lavori, dandomi la forza di andare avanti anche se a volte il sonno prendeva il sopravvento…

Ovviamente grazie di cuore anche a tutte coloro che mi hanno inconsapevolmente ispirato!

(Hana, hai ancora il numero della banda di Tetsuo? Qua ci vuole una spedizione punitiva…ndRu)

A Leyla Mayfair per le sue stupende tales…

E non so più…

Ah, certo, alla mia kitsunina dolce che mi è sempre accanto e non si stufa di me! Grazie di volermi bene!^^

Se ho dimenticato qualcuno, chiedo venia, siete tutte (più Raphy) nel mio cuore!

Se scrivo è anche per voi!

Vi voglio bene, spero che vi piaccia la mia prima fic in serie!

DISCLAIMERS: I personaggi sono di Takehiko Inoue, io sono sempre la poveraccia senza un soldo bucato che ero quando ho acceso il pc, anzi, ci ho pure sacrificato qualche ora di sonno…

NOTE 01: RuHanaRu forever! Ma adoro anche Mituccio, Hisashi (che è di Yukari ^^)…e chi più ne ha più ne metta!

La storia prende spunto da una serie di canzoni della cantante Syria, la storia verrà accompagnata, sottolineata ed inframmezzata con le sue parole.

Spero vi diano quanto hanno dato a me.

Per qualsiasi commento ( accio ) la mia mail è marty_rurulove@yahoo.it !

NOTE 02: tra gli asterischi i flash back, in corsivo il testo delle canzoni/poesie, i cambi di POV sono segnalati...tutto come sempre insomma! Ah, dato che in ML non si vede il corsivo (non ho mai avuto questo problema fino ad oggi, non utilizzando i testi ç_ç) mi limiterò a piazzare le strofe solitarie in mezzo a righe vuote…dovreste capire quali sono ^^

ARCHIVIO: se Ria o Erika o Benni (o chi per loro) la vogliono...la

pubblichino pure! Mi faranno solo felice!

Spero vi piaccia!

 

Un baci8 a tutti!

Marty

 

UN PASSO INDIETRO: in questo spazio, metterò il riassunto del capitolo precedente e le mie annotazioni.

In questo caso devo spiegarvi qualcosina prima che leggiate il capitolo.

 Allora...

 All’inizio della mia ficci (cioè per circa metà ^^), Hana e Ru  sono due ragazzini di sedici anni.

 Niente grande amore della vita, niente sentimento immortale e annullante, niente di tutto ciò.

 Kaede è un egoista che vuole solo qualcuno che divida con lui la solitudine, potrebbe essere benissimo chiunque altro, anche se pensava ad Hana da un bel po'.

Diciamo che, non avendo mai provato sentimenti per nessuno, non sa distinguere.

Oltretutto si sente minacciato dal fatto che con lui ha voglia di essere diverso, e questo non gli va giù.

Per questo scapperà alla prima occasione...

Hanamichi dal canto suo è un istintivo, è fortemente attratto da Kaede ma è tutto lì. Crede di amarlo solo perché anche lui non sa l'amore cosa sia.

Prova ne sia che si crogiola in un sentimento che in realtà non conosce, e finisce col dichiararglisi solo perché è preoccupato per lui, gli fa tenerezza e (diciamocela tutta) se lo vuole fare!

Questo è quanto.

E infatti anche lui scapperà approfittando dell'indecisione di Kaede.

 Sarà solo dopo varie peripezie e lungo tempo lontani, tra le braccia di altre persone, che inizieranno a capire cosa stanno realmente provando e cosa rischiano di perdere.

 Ma potrebbe essere troppo tardi, e ne sono consapevoli; inoltre lo smisurato orgoglio che li caratterizza rischia di compromettere tutto...

 Cosa accadrà?

 Lo scoprirete solo leggendo! ^^

 Ho voluto specificare tutto questo solo per chiarire lo stile freddo e privo di romanticismo che pervade questo capitolo.

Chiunque ha letto le mie altre ficci ed anche il prologo di questa, avrà già capito che io sono fondamentalmente sdolcinata e romantica, per cui scrivere questo capitolo (e ancora di più quelli che seguiranno) per me è stato davvero difficilissimo, ma spero di avervi trasmesso tutto l'imbarazzo e l'anormalità della situazione.

I sentimenti arriveranno, certo...

Ma non ora.

Sono ragazzini.

E li farò crescere, prima di mettergli in mano un'arma pericolosa come l'amore vero.

Fatemi sapere se sono riuscita nel mio intento, oppure devo andarmi a sotterrare...

 

 

 

 

Le Syriane

-capitolo primo-

 

- Cento giorni -

 

Cento giorni senza di te
cento notti in giro e sono già le tre
butto via i miei giorni così
fra i rimbalzi dei miei no e dei miei si

Do’hao!

Lo dico e lo ripeto: do’hao!

Sono un do’hao!

Non posso essere davvero a questi livelli…

Kami sama…

Adesso anche mentre mi alleno a basket ripenso ad ogni parola che ci siamo detti e la rimugino finche, puntualmente, non me ne viene in mente un’altra che SENZ’ALTRO sarebbe stata meglio…

Che stress, non ne posso più.

Tiro.

La palla entra nel canestro senza rumore.

Ed è meglio così, perché se la vicina mi sente di nuovo giocare in piena notte stavolta mi denuncia davvero!

Vecchia cafona…

Io non la sopporto!

Comunque torniamo a noi, signor “Ho preso possesso del tuo cervello e di qui non schiodo”!

Non si dice che l’uomo sia un animale razionale?

E allora io RAZIONALMENTE voglio smettere di pensare ad Hanamichi!

Ops…

Qua mi sembra che invece di andare avanti torniamo indietro…

Meglio che mi faccia due passi, tanto a quest’ora non c’è nessuno in giro.

Guardo il mio orologio: le lancette mi ricordano che dovrei dormire, altrimenti agli allenamenti sembrerò uno zombie malriuscito!

Beh, tanto ormai mezz’ora in più o in meno non inciderà sul mio stato catatonico, quindi…me ne vado verso il campetto sulla spiaggia.

Almeno lì non ci sono mummie decrepite a strillare per qualche rimbalzo!

 

dove sarà tutto il tempo che ho perso

 

Chi glielo dice adesso a questa testa bacata che mi ritrovo che era solo un mesetto che quello scimmione non mi si presentava sotto gli occhi?

No, perché lei è convinta che fosse almeno un secolo che non lo vedevo…

Infatti oggi ha fatto un salto…

In questo periodo mi ero illuso di poterlo dimenticare, con il tempo, ma mi è bastato incrociare il suo sguardo perché il mio cuore gli si offrisse di nuovo senza pudore.

Spazzando via in un soffio il mese che ci ha tenuto separati.

Anzi, tutto il tempo passato lontano da lui è come avvolto da una nebbiolina fitta.

Non ricordo neppure un momento in cui lui non fosse presente, e dato che ciò è impossibile, mi chiedo: ma allora che fine hanno fatto i momenti mancanti?

Persi.

Sono persi.

E non solo perché non riesco a riportarli alla mente, ma perché Hanamichi (daje…) non c’era.

 

Cento notti e tu dove sei

mi hai già detto che non sono fatti miei
torno a casa e passo da te
guardo solo se la bicicletta c'è

 

Ultimamente sei strano, Kaede.

Non mi parli più molto, e quando lo fai hai una freddezza ed un’indifferenza che un tempo non avevi.

Certo, non sei mai stato mister Simpatia, ma da qui a guardarmi con quel vuoto negli occhi ce ne passa.

Possibile che mi fossi sbagliato così tanto a credere di avere qualche possibilità con te?

E non parlo di una nostra eventuale relazione (che però continuo a sognare) ma di una semplice amicizia, che certo non mi basterebbe, ma sarebbe un inizio non credi?

Ma oggi mi hai fatto capire una volta per tutte che solo uno scemo come me poteva illudersi di poterti stare vicino.

Ti ho visto sempre più pallido, non salti più come prima, ed anche se il tuo gioco è sempre perfetto, è come se non facessi altro che ripetere sequenze a memoria, senza passione, senza interesse.

Com’è possibile?

Dov’è finito il volpino di ghiaccio che diventa lava pura appena mette piede in un campo di basket?

Dov’è il baka che raccoglie ogni minima provocazione per fare a botte?

Dov’è il ragazzo che amo?

Glip--

L’ho ammesso…

Non ci credo…

Eppure…

Sì.

È così.

Mi sono innamorato di te.

Ti amo, stupida volpaccia antipatica.

E sono preoccupato per te.

Sei sempre stato magro, e hai sempre mangiato poco, ma ora mi sembri inappetente e perfino i pantaloncini della divisa ti stanno grandi.

Me ne sono accorto oggi, quando ho visto la spilla da balia che te li stringeva addosso.

Mi si è stretto il cuore.

Ma quando ho provato a chiederti qualcosa, mi hai fulminato con lo sguardo e mi hai detto “Lasciami in pace, idiota, sei l’ultimo essere vivente con cui ne parlerei.

E comunque non sono cazzi tuoi.”

Che stai facendo Kaede?

Che ti è successo?

Non mi avevi mai parlato così, come se…mi odiassi davvero.

Ero preoccupato, davvero.

E la preoccupazione è cresciuta quando, alla stazione, la ragazza dell’edicola che sbava ogni volta che ti vede mi ha fermato per chiedermi dove fossi.

Ti guarda sempre, e tu stasera non sei tornato a casa.

Ho iniziato a correre come un disperato, cercandoti dappertutto, per circa tre ore.

Ma non ci sei.

Sembri scomparso.

E io sono molto stanco.

Quindi ora me ne torno a casa con l’ultimo treno.

Però…

Prima passerò da casa tua, solo un momento, per vedere se la tua bici è parcheggiata come sempre davanti alla porta, incatenata a quel piolo sporgente dietro alla grande quercia che cresce proprio sotto la tua finestra…

Come faccio a saperlo?

Ehm…

 

dove sarà tutto il tempo che ho perso
a chiedermi se
tu mi volevi diverso

 

A cosa sono serviti i giorni passati a lambiccarmi il cervello, a cercare di capire cosa potevo cambiare di me stesso perché tu mi permettessi almeno di avvicinarti?

A cosa sono serviti i sogni e le speranze di cui ho riempito il mio diario?

Rivoglio i giorni persi dietro al tuo ricordo, rivoglio le nottate popolate dai tuoi sorrisi, che non ho mai visto ma che nei miei sogni sono un tuo regalo per me.

Rivoglio tutto questo.

Perché se tu mi odi davvero, tutto questo io l’ho perso.

 

“adesso vivo così”
dico “ma si”

 

Non guardo dove vado e mi scontro con qualcuno che, probabilmente, era distratto quanto me.

Lo sento cadere.

Ma oltre al tonfo di un corpo che cade, sento un altro rumore.

Un pallone che rimbalza.

Non è molta la gente che alle tre di notte va in giro con un pallone, quindi…

Alzo lo sguardo: sei tu, amore mio.

E come sei bello!

Devi aver sudato molto, i tuoi capelli sono fradici e spandono goccioline quando scuoti il capo per recuperare la lucidità dopo la botta che ci siamo dati.

Allungo una mano per aiutarti a rialzarti e tu, stranamente, l’accetti e ti aggrappi al mio braccio mentre ti rimetti in piedi.

Ti volti, e fai per andartene.

Ma io ti fermo.

“Aspetta!”

Vorrei dirti quanto ti amo, ma non ne ho la forza.

E se mi rifiutassi?

Non sopravvivrei ad un tuo rifiuto.

Mi stai guardando con un sopracciglio sollevato, stai aspettando che io parli.
Ti sorrido.


Kami sama!

Mi sta sorridendo!

E non è uno dei suoi sorrisini sarcastici, è…caldo.

Tenero.

Protettivo.

Non credevo che una sua craniata mi avrebbe mai reso così felice!

Stavo per correre a casa quando mi ha fermato.

Cosa vorrà dirmi?

Mi tremano le gambe, ho paura di questo momento.

Sai, do’hao che potresti uccidermi?

Ma non credo voglia farmi del male,sarebbe impossibile con uno sguardo simile…

“Vorrei…

Insomma…

non potremmo essere amici, noi due?”

Il rumore che sento nelle orecchie dev’essere il mio cuore che va in frantumi.

Vuole essere mio amico.

Amico.

Magari mi confiderà le sue pene d’amore, o si vanterà con me delle sue conquiste.

Vedo come cresce di giorno in giorno il numero delle ragazze che schiamazzano agli allenamenti.

E sono sempre di più quelle che guardano lui.

Chissà, forse pensa che se gira con me sarà più facile accalappiarle.

Ma io non potrei mai.

Non capisci, Hanamichi?

Io ho bisogno di te!

Ho bisogno di stringerti forte a me, di svegliarmi col tuo profumo addosso, di intrecciare le mie dita alle tue prima di scivolare nel sonno…

Io sono sempre stato solo, ma ora non voglio più esserlo!

Voglio te!

Ma non posso accontentarmi di quello che mi stai offrendo.

Mi dispiace.

Sono lacerato nell’anima, ma questo tu non lo devi capire.

Sarò freddo e conciso.

In fondo, lo faccio da sempre.

 

“Io ho sempre vissuto da solo, non ho alcun bisogno che un incapace come te mi si appiccichi addosso.

Hai già quei quattro perdigiorno della tua banda di teppisti, vai a giocare con loro e lasciami in pace!

Non voglio avere niente a che fare con te!

Non voglio che mi parli, che mi guardi, che ti avvicini a me!

Mai più!

Spero di essermi spiegato chiaramente questa volta!

Ti odio, la tua vicinanza mi ripugna!

Vattene!”

 

Chino lo sguardo mentre un sorriso amaro mi affiora sul viso.

Lo sapevo.

Certo.

Scusami, Kaede.

Non volevo essere invadente.

Scusami se ti amo così tanto.

Scusa.

Meno male che non te l’ho detto.

Devo andarmene, e subito, prima che la mia facciata crolli come un castello di carte.

 

prendo quello che viene pur di stare bene
e vado via così

“Come vuoi, stupida volpe!

Ma ricorda che il Tensai ha una sola parola!

Niente mi farebbe più piacere che liberarmi di te una volta per tutte!

Ah ah ah!

Mi hai tolto un peso!

Sai, Harukina cara ci teneva tanto che fossimo amici, ma siccome sei proprio tu a rifiutarmi la posso smettere con questa commedia!

Ti odio, Rukawa, e ti odierò finché avrò vita!”

 

fingo di essere sicuro e cancello un futuro con te

 

Dopo aver detto la più grossa e dolorosa bugia della mia vita, mi volto e me ne vado.

Vorrei correre, allontanarmi da lui, ma invece continuo a camminare lentamente verso la stazione.

Devo mantenere il mio contegno, e dimostrarmi un Tensai anche nell’incassare delusioni, dopotutto ho una certa esperienza no?

Sapevo che non era possibile, ho voluto illudermi come uno stupido che tu avresti potuto vedere oltre la mia facciata.

Ma un no è un no, soprattutto se viene da Kaede Rukawa.

Beh, via il dente, via il dolore dico io.

Ti dimenticherò in fretta.

O almeno spero.

 

dio cosa sarà di me
che darei per cento giorni di te

 

Appena scompare dietro l’angolo, mi lascio cadere in ginocchio.

Le gambe non mi reggono più.

Il cuore mi martella furiosamente nel petto, la mia testa rimbomba.

Non posso ancora credere a quello che gli ho detto.

Quello che mi ha detto lui me lo aspettavo, ma quello che io ho detto per ferirlo e tutelarmi è stato meschino e crudele.

Ho demolito la possibilità di vedere ancora quel caldo sorriso rivolto a me, di dividere con lui un hamburger o un cinema…

Forse avrei dovuto accettare, in fondo tentar non nuoce.

Ma non me la sono proprio sentita.

Perdonami Hanamichi se ti ho fatto de male!

Se fossi un ragazzo come gli altri, ora piangerei per il mio amore perduto.

Ma non posso.

Non ricordo più come si fa.

E posso solo pregare che passi presto.

 

cento giorni senza un perché
vado avanti sorprendendo anche me
cento di 'sti giorni così
neanche a un cane, neanche a chi mi sta qui
cosa sarà di tutto il tempo che ho perso

a chiedermi “se fosse stato diverso”

 

Passa il tempo, e ormai sono quasi tre mesi che io e la kitsune viviamo in due mondi diversi.

Mondi che non si incontrano mai, neppure per sbaglio.

A scuola è come se non ci vedessimo, agli allenamenti ci limitiamo ad una fredda e calcolata cooperazione.

Questo giova alla squadra, come anche il fatto che non litighiamo più né ci picchiamo.

Gli altri sembrano non capire questo nostro voltafaccia improvviso.

Ma è meglio così.

Ogni sera mi meraviglio di essere riuscito a sopportare la situazione per un altro giorno.

E non riesco neppure a pensare di vivere così.

Fa troppo male.

Non augurerei neppure al mio peggior nemico di provare quello che provo io con lui.

Sì, lo amo ancora.

Da impazzire.

Il sentimento persiste, non cede di un millimetro.

Basta!

Rivoglio la mia vita!

Rivoglio il ragazzone infantile innamorato della gallina di turno!

Rivoglio le battute sceme, le risse con la volpe, le scorribande con l’Armata…

Ridatemi il tempo che avevo donato a lui, forse se lo reimpiego sentirò meno la solitudine…

Mi sono buttato a capofitto negli studi, negli allenamenti, in qualunque cosa mi tenesse la mente alla larga da lui.

È inutile.

Se durante il giorno riesco a chiuderlo fuori, la notte è infestata da sogni su come avrebbe potuto essere tra noi.

 

ma adesso vivo così.........dico ma sì

Il tempo scorre, e Hanamichi sembra essersi abituato a non avermi nella sua vita.

È tornato il buffone di sempre, e ha pure iniziato a impegnarsi, sia a scuola che negli allenamenti.

Sono molto contento.

Quello che non capisco, è il suo strano avvicinamento alla babbuina.

La tratta come un amica, una compagna, ma niente di più.

Eppure lei gli ha confessato il suo amore!

Non lo capisco, ci rinuncio.

Basta!

Devo togliermelo dalla testa.

Lui non ha avuto problemi a scrollarsi di dosso il nostro rapporto, perché dovrei averne io?

Ma chi voglio prendere in giro…

Non ha avuto problemi perché, per lui, un rapporto non c’è mai stato.

Io sono un peso.

Una seccatura.

Un fastidio.

Nient’altro.

Lo sapevo, lo sapevo ma…ci ho dovuto sbattere il muso per capirlo davvero.

 

Cento giorni senza di te
cento notti in giro e sono già le tre
butto via i miei giorni così tra i rimbalzi
dei miei no e dei miei si
e adesso vivo così dico ma si

Nel frattempo sta iniziando a far freddo.

Stiro le braccia: ma dove sono?

Che scemo, mi sono addormentato al campetto!

Mi alzo dalla panchina sbadigliando.

Chissà che ora è!

Guardo l’orologio: Kuso!

Sono passate le tre!

Balzo a sedere, ma poi mi tranquillizzo: in fondo a casa mia non c’è nessuno, chi si accorgerebbe della mia assenza?

Oggi gli allenamenti pomeridiani sono saltati, ma avevamo quelli serali alle nove…

Vabbè, ma non credo che si siano preoccupati per me, sono scorbutico ed antipatico, non ho amici.

Chi mai potrebbe cercarmi?

Mi avvio con calma verso casa, facendo rimbalzare il pallone a intervalli regolari sull’asfalto accanto a me.

E anche oggi non ho mangiato.

Ormai è diventata un’abitudine: dormo e gioco, gioco e dormo.

Non m’importa di nient’altro.

Non ho bisogno di nient’altro.

Sono arrivato.

Guardo la facciata di casa mia: buia.

Fredda.

Solitaria.

Come me…

Ma mi sbaglio o c’era un’ombra acquattata sugli scalini di casa mia?

Mah…

 

prendo quello che viene pur di stare bene

 e vado via così

fingo di essere sicuro e cancello un futuro con te

Tiro un sospiro di sollievo quando lo vedo arrivare: quante me ne fa passare, questo volpino malefico!

È peggiorato ancora, se così si può dire.

È diventato completamente muto.

Non rivolge la parola a nessuno ultimamente neppure ad Ayako.

Non viene più a scuola, ogni tanto salta gli allenamenti.

E questo non è da lui.

Così, quando anche stasera non si è presentato sono venuto a casa sua.

Non ho suonato, ma qualcosa mi diceva che non era in casa, perciò l’ho aspettato.

Devo essermi appisolato, mi ha svegliato il rumore del pallone sull’asfalto.

Era lui, che trascinando i piedi e strofinandosi gli occhi tornava a casa.

Sfugge un sorriso intenerito: sembra così indifeso!

Vorrei stringerlo a me, capire cosa lo preoccupa e cercare di aiutarlo.

Non deve sentirsi solo, io sono sempre con lui anche se non se ne accorge.

Preso dalle mie elucubrazioni, non mi sono accorto che aveva varcato il cancello e così sono schizzato a nascondermi dietro la quercia.

Controllo che sia tutto a posto e me ne vado.

Lo vedo tirare fuori il mazzo delle chiavi dalla tasca e avvicinarle alla toppa: gli tremano le mani e il mazzo gli scivola, cadendo a terra con uno stridente rumore metallico.

E allora vedo Rukawa stringere i pugni e poi colpire la porta, con rabbia e frustrazione.

Appoggia la testa allo stipite, e dal suo petto esce un singulto.

Non è possibile!

Cosa c’è, cos’è che ti fa stare così male, amore mio?

Dimmelo, ti prego!

Poi qualcosa mi scatta dentro: non me ne andrò così!

O adesso o mai più!

 

vivo cosi e prendo quello che viene pur di stare bene

Sento freddo, e il peso che mi opprime il petto sembra pulsare spasmodicamente.

Non so che fare, sono stanco di lottare…

Ma che succede?

Due braccia mi hanno circondato le spalle, ed ora sono stretto in un abbraccio, schiacciato su un petto caldo e forte.

Un profumo agrumato mi intorpidisce i sensi ed io mi abbandono.

Poi un volto affonda tra i miei capelli ed una voce bassa e morbida mi chiama: “Cosa c’è, Kaede?

Dimmelo…

Cos’è che ti fa soffrire?

Cosa posso fare perché tu stia meglio?

Non sopporto di vederti così…

Sono venuto a cercarti, perché non è da te saltare un allenamento…

Il basket è la tua vita!

Cosa ti pesa?

Potrei sopportare il peso con te, se accettassi il mio aiuto”

Solo adesso ho il coraggio di alzare gli occhi: mi specchio in due pozze d’oro fuso.

“Hana…” sussurro mio malgrado.

“Ti amo, Kaede…non farmi preoccupare mai più così…”

Ok, sono morto o sto sognando.

Hanamichi ha detto che mi ama?

Lo ha detto davvero?

Sembra di sì, ed i suoi occhi scrutano ansiosi i miei in attesa di una risposta.

Ma io non posso dirglielo, non sono pronto.

Però posso farglielo capire: piego la testa da un lato e tendo il collo quel tanto che basta a far sfiorare le nostre labbra.

Come sono morbide le tue, Hana…

 

Mi sta baciando!

Kaede Rukawa mi sta baciando!

Non ci posso credere!

Mi stacco da lui per guardarlo negli occhi: brillano come stelle.

Passo le dita sulla sua guancia fresca imporporata di rosso e gli sorrido.

Poi senza rendersene conto, il volpino si passa la lingua sulle labbra in un gesto che ha il potere di eccitarmi all’inverosimile.

Lo stringo più forte e cerco di nuovo le sue labbra, forzandole con la lingua per assaporarle fino in fondo.

Kaede sembra gradire: mi allaccia le mani dietro la nuca per attirarmi a sé ed io sono in paradiso.

Non so come (escamotage tecnico dell’autrice ^^), ma nel frattempo siamo entrati in casa. Spingo Kaede verso il muro e gli infilo le mani sotto la maglietta, madida di sudore, accarezzando la sua pelle che sembra scottare sotto le mie dita.

Gliela sfilo.

Poi lo guardo: nei suoi occhi passa un lampo di panico.

Ma io gli accarezzo dolcemente una spalla mentre torno a baciarlo.

Poi gli prendo una mano e me la guido sui bottoni della camicia, aiutando le sue dita a liberarli dalle asole.

Improvvisamente lui si divincola e mi allontana.

Ha il respiro corto e le mani incrociate sul petto.

“Hana…”

 

“Per favore, aspettiamo.

Non mi sento ancora pronto per questo.

In fondo io non ho mai avuto nessuno vicino il tempo necessario per far nascere un sentimento di qualsiasi tipo.

Sono confuso, e non vorrei fare qualcosa di cui non sono più che sicuro.

Ti prego, non avercela con me…

Vorrei che rimanessi, vorrei dormire con te.

Ma per il resto…

Verrà il momento, te lo assicuro.”

Detto questo, aspetto trepidante la sua reazione.

Io ho paura.

Ancora non ho ben chiaro cosa provo per lui, e non posso dimenticare che fino a stamattina mi odiava e fino a due mesi fa diceva di amare la gallinaccia.

Ho bisogno di avere certezze, e ora come ora non ne ho.

Le parole sono facili, ma i fatti restano impressi a fuoco.

E poi quello che mi ha detto prima: ero preoccupato…

Dividi le tue preoccupazioni con me…

Non vorrei che fosse solo altruismo, pietà, solidarietà, insomma un qualsiasi altro sentimento che lui, da ingenuo qual è, scambia per amore.

Io per ora ho solo bisogno di averlo vicino.

Di non sentirmi più solo.

Il resto arriverà, penso sprofondando nel suo abbraccio mentre mi addormento.

 

dio cosa sarà di me...che darei per cento giorni di te

 

Non so come affrontare una cosa simile.

E ho paura.

Paura di sbagliare, certo, di ferirlo o di essere ferito.

Ma soprattutto ho paura di me.

Dopotutto sono un ragazzo con gli ormoni impazziti, e controllarmi era già difficile in situazione normale.

Non so se potrò farlo ora che lo sento così abbandonato fra le mie braccia…

Ma devo trattenermi, lo devo fare per lui che ora è fragile.

Ha bisogno di appoggiarsi a me.

E io sarò per lui quello di cui avrà bisogno.

Anche se questo vorrà dire mordermi le labbra fino a farle sanguinare e piantarmi le unghie nei palmi per restare immobile mentre nel sonno una sua gamba scivola tra le mie…

Mi stringe forte.

Il suo volto si apre in qualcosa che ricorda un sorriso…

“Hiroshi”…

CHE COSA?!

 

* OWARI  *

 

Di nuovo!

L’hai fatto di nuovo!

Maledetta bugiarda!

È_é

Ma di che parli, Hana?

Ma della lemon, kuso!

Avevi promesso!

Hn, è vero… -.-

Ma non vi ho detto che ci sarebbe stata una lemon già nel secondo capitolo, no?

Vi garantisco che nel prossimo capitolo ci sarà un po’ di angst, e credo che la prima lemon sarà nel quinto capitolo!^^

Io scrivo solo lemon funzionali alla storia!

Ehi, autrice, io quando entro nella fimmphphhhhhh

Deficiente ma sei di nuovo qui?!

Non ti devono vedere!

Torna in soffitta, sbrigati, e vedi di preparare il pranzo e pulire il camino nel frattempo, che tu apparirai fra qualche capitolo!

Vai, corri!

 

Allora, grazie a chi è arrivato fin qui!

Spero vi piaccia!

Ci vediamo nel prossimo capitolo, “Se ti amo o no”!

 

Marty