Le
stelle di Tanabata di
Hymeko
”Non
pensavo che avresti accettato l’invito”
mormorò il Faraone, aprendo una lattina di Coca. Vicino a lui
il suo ragazzo fissava lo scorrere della folla fra due ali di bancarelle.
Nel cielo le stelle brillavano vivide, forti come solo una volta l’anno
potevano essere. Per Tanabata i sindaci ordinavano lo spegnimento
delle fonti luminose non strettamente necessarie, e questo ridava
alla volta celeste tutto il suo splendore.
”Hm…Mokuba mi ha strappato dalla scrivania. Avevo un po’ di contratti
da controllare, a dir la verità”
Il profumo di ramen, di takoyaki e di dolcetti vari li solleticava,
invitandoli a seguire la scia e ad assaggiare qualcosa…una tentazione
cui Kaiba sapeva resistere perfettamente. Non aveva provato nulla,
da quando erano lì.
”Visto che ormai sei qui, potresti lasciarti andare un po’, non trovi?”
gli sarebbe piaciuto dire “sgelarti”, ma non erano ancora tornati
tanto in confidenza da potersi permettere di usare un termine simile.
Anche se erano di nuovo assieme, il loro rapporto stentava a decollare.
Dopo quella notte sul lago Ashino- come la rimpiangeva- la relazione
si era intiepidita. Non che Kaiba lesinasse baci roventi o notti di
sesso sfrenato, ma…erano appunto solo baci roventi e notti di sesso
sfrenato. Percepiva chiaramente che non ci metteva il cuore, che la
sua anima rimaneva al sicuro, sigillata dietro uno schermo di vetro,
trasparente ma invalicabile.
”Hm. Se ci fossi venuto volontariamente forse l’avrei fatto…”
Il Faraone sospirò. Non erano usciti assieme nemmeno una volta,
né facevano qualcosa che andasse oltre un accoppiamento…ormai
chiamava così i loro incontri, nonostante Yugi avesse vivacemente
protestato. Gli ripeteva alla noia che Kaiba aveva solo bisogno di
tempo, ed era ingiusto che lui sminuisse così la loro storia
d’amore. Perché lo era veramente…semplicemente doveva lasciare
che le acque si placassero.
”…e assistere a certe scene non aiuta certo”
Seguendo il suo sguardo, l’antico re trattenne un gemito: Jono-uchi
stava dando spettacolo, mezzo ubriaco e con una cravatta, rimediata
chissà dove, legata attorno alla fronte.
(il sogno proibito di Tamakiiiiii; n.d.Hymeko ^o^)
”…forse ha solo bisogno di perdere un po’ la testa. In fondo anche
lui ha avuto la sua bella dose d…”
”Deve solo ringraziare che mi hai trattenuto”
lo interruppe tagliente Kaiba. Non aveva digerito del tutto i limiti
che il suo ragazzo gli aveva posto quando aveva agito sulla mente
di quel perdente, ma era stato costretto a cedere. Quello zuccone
sapeva essere testardo più di lui.
”Non potevo fare altrimenti, lo sai. Piuttosto…Mokuba è con
gli altri e tu gli hai messo alle calcagna un po’ di guardie del corpo,
giusto?”
”Sì”
Quei riflessi di lampade rosse nei suoi occhi…un brivido corse dentro
Kaiba. Quelle iridi gli avevano spezzato il cuore, eppure lui continuava
a trovarle meravigliose.
”Allora…”
Lo prese per mano, trascinandolo verso la riva del fiume, dove la
luce era più tenue.
”…che ne dici se facessimo un giro noi due?”
Era un consiglio di Yugi. Rimanere da solo con lui, il più
possibile. Sapevano che i loro amici non avrebbero contribuito ad
appianare ciò che li divideva, quindi per un po’ il Faraone
avrebbe dovuto dedicarsi quasi unicamente a Kaiba. Farlo sentire il
centro dell’universo, riportarlo totalmente a sé. La lontananza
doveva essere annullata…e il Faraone sperava che quella sera i suoi
occhi fossero abbastanza belli da convincerlo ad andare.
Kaiba guardò Mokuba, riflettendo un secondo, poi annuì:
”…fai strada”
Un sorriso di ringraziamento, e il Faraone si mise al suo fianco,
facendosi passare un braccio attorno alle spalle. Lo avevano fatto
raramente prima, e se ne pentiva. Ora non voleva più avere
rimpianti.
”Dove stiamo andando?”
gli chiese il presidente, stringendolo un po’. Il Faraone arrossì,
felice che non si fosse staccato, e mormorò sibillino:
”È una sorpresa”
e gli mandò un bacio.
”…non mi piacciono molto”
commentò neutro Kaiba, abbassandosi e restituendogli il bacio…lo
Spirito del Puzzle si sollevò sulle punte e gli passò
le braccia attorno al collo, stringendolo a sé. Doveva tornare
tutto come prima, ne aveva bisogno…così tanto…
”…questa ti piacerà”
Anche se temeva che Yugi l’avrebbe gradita meno, il Faraone non aveva
trovato altra idea per tentare di distruggere quel muro di vetro.
”Cos’hai in mente?”
Si sbirciarono, poi lo Spirito del Puzzle assunse un’aria imbronciata
ma divertita:
”Non ti fidi?”
”No, non è questo. Ma il tuo cuore sta battendo a mille”
L’altro si irrigidì…aveva ragione. Non se n’era reso conto
consciamente, ma aveva il cuore che gli rimbombava nelle orecchie.
E il braccio del suo ragazzo passava esattamente sul punto migliore
della sua schiena per sentirlo.
Arrossì e fissò interessato il riflesso delle stelle
sul fiume:
”Scusa tanto”
borbottò, senza trovare una risposta migliore.
Ma Kaiba si limitò a ridacchiare, e a strofinargli il fianco,
stringendolo più forte…il Faraone gli posò la testa
contro il petto, e continuarono a camminare così, abbracciati,
incredibilmente distesi.
………
”È lì”
bisbigliò lo Spirito del Puzzle, trascinandolo verso la stazione.
”Yugi…ti stai rendendo conto di dove stiamo andando, vero?”
”Non ti preoccupare, non c’è in giro nessuno”
Ma Kaiba si fermò, puntando i piedi, senza dargli la possibilità
di continuare a trascinarlo:
”Yugi…le stazioni di notte non sono esattamente i posti più
sicuri del mondo”
”Avanti, qui ci siamo solo noi, sono tutti alla festa. E non siamo
due fanciulli proprio indifesi, non trovi?”
e si passò un dito su uno spigolo del Puzzle, senza nominare
poi la Millenium Rod.
”Sì, ma…è comunque la stazione di una linea regionale”
criticò Kaiba, arricciando il naso. Non gli erano mai piaciuti
quei luoghi zeppi di gente, sporchi e rumorosi. Da quando era diventato
parte di una famiglia ricca sfondata, non aveva mai preso nulla meno
di uno shinkansen in prima classe. Per raggiungere quella cittadina
lui e il fratellino avevano usato l’elicottero, sebbene fosse a meno
di trenta chilometri…
”Daaaaiii, dovrei essere io quello titubante, non tu!”
Il Faraone si spostò dietro di lui e si mise a spingerlo,
sperando di avere un risultato migliore. Qualche passo in avanti il
presidente glieli concesse, senza smettere di manifestare il proprio
disappunto:
”E perché mai dovresti esserlo?”
brontolò, fermandosi contro i bassi tornelli.
”…vedrai. Andiamo”
e ne scavalcò uno.
Kaiba lo guardò stupefatto:
”Da quando in qua tu fai cose simili?”
”Da quando devo fare una cosa col mio ragazzo”
gli rispose l’altro, con un sorriso scintillante e una mano tesa.
”…ho sempre detto che stai troppo vicino a quello scemo”
Ma il presidente lo seguì, oltrepassando la barriera con maggior
facilità.
”Di qua”
Il Faraone lo prese per mano e lo tirò verso un edificio mezzo
coperto da una siepe. Aveva ragione, non c’era nessuno in giro. Eppure
Kaiba avrebbe preferito essere in albergo…ne avevano uno giusto poco
distante, con delle deliziose suite fatte apposta per delle coppiette
bisognose di un nido dove tubare in pace…
”Yugi, perché mi hai portato qui?”
”Per fare l’amore con te”
rispose con semplicità l’altro.
”Yugi…”
Senza sentire ragioni, e impedendogli di fermarsi, il Faraone lo trascinò
dietro la siepe. Nascosto dalle foglie c’era un carro metallico, senza
stanghe laterali. Un piano vuoto, su cui il ragazzo più basso
si accomodò.
”Non vorrai farlo qui?”
”…sì. L’ho visto quando sono arrivato con gli altri, stamattina.
E ho subito pensato che sarebbe stato bello. In fondo è una
tua fantasia farlo all’aria aperta, no?”
”Sì, ma mi immaginavo un prato e una coperta, non un carro
arrugginito usato per trasportare chissà quali schifezze”
Il Faraone lo tirò a sé, abbracciandolo
con le gambe:
”Voglio fare l’amore con te”
mormorò, alzando il viso e socchiudendo gli occhi.
”Yugi…”
”Non rifiutarmi”
Quelle due parole sussurrate come una preghiera sciolsero qualcosa
in Kaiba. Lo stava facendo per lui, unicamente per lui. Era una sua
fantasia quella, il suo ragazzo non l’aveva mai avuta. Gli stava andando incontro perché il loro rapporto fosse ricucito.
E forse si stava obbligando a offrirsi…
’Non posso permetterlo’
Lo baciò con tutto il sentimento che possedeva. Lo amava come
prima, doveva solo riuscire a dimostrarglielo…
”Yugi…non è necessario che tu lo faccia”
”Hm?”
Si guardarono sulla penombra, poi Kaiba gli posò un bacio sulla
fronte:
”So che il nostro rapporto non è più incantevole come
prima, che abbiamo ancora dei punti di attrito. Ma non devi obbligarti
a soddisfare questa fantasia per limarli. Non costringerti a fare
ciò che non vuoi per il bene altrui, lo faccio già io
tutti giorni in ufficio, non sporcarti anche tu”
”Kaiba…”
”Solo un po’ di tempo…e andrà tutto a posto. Non devi pensare
che se non ti concedi in un posto simile io potrei…amarti…di meno…”
Era stato difficile dirlo, ma sperava che ne sarebbe valsa la pena…
”…non stiamo assieme per quello. Non importa se quella fantasia non
verrà soddisfatta, non importa. Ridurremo lo stesso la distanza
fra noi”
Il Faraone lo abbracciò e lo strinse forte, stringendo i denti
per trattenere una lacrimuccia. Non voleva piangere, anche se il suo
duro ragazzo certe volte sapeva accarezzargli il centro del cuore.
”Io…io…non lo faccio per quello. C-Cioè, il primo pensiero
è stato quello...credevo che se lo avessimo fatto qui, come
volevi, si sarebbe affievolita…la lastra di vetro che ci separa, intendo”
precisò, volendo assolutamente evitare dei fraintendimenti.
”Però poi…pensandoci…mi sono reso conto che prima non godevo
di ogni singolo istante della nostra relazione, che avevo perso un
sacco di occasioni di stare con te. E allora ho deciso che ti avrei
convinto…non solo per rompere quella lastra, ma per non avere più
rimpianti. Non ne voglio avere, Kaiba. Voglio…la totalità.
Ogni sensazione, con te”
Ma continuò a tacere sulla sua possibile futura dipartita…non
aveva il coraggio di frantumare la loro nuova, traballante storia.
Non poteva farlo…non poteva correre il rischio di essere
lasciato di nuovo.
”Così mi metti pressione, sai?”
Ma Kaiba era felice mentre si toglieva il soprabito e lo stendeva
dietro di lui, perché non venisse a contatto col metallo arrugginito,
e poi si appoggiava al suo fianco.
”Sono certo che reggerai benissimo”
gli rispose il Faraone, tremando al suo bacio. Quel calore intimo…quanto
gli era mancato…e il corpo di Kaiba che si stendeva sul suo, si frapponeva
fra lui e il resto del mondo, nascondendolo alla vista del cielo.
Suo, solo suo…
”Ah…ah…”
Le labbra di Kaiba sul collo, a gustare la sua pelle. Le mani che
intanto gli slacciavano la camicia, toccandogli la cute, avendo il
diritto di fare tutto quel che volevano…il Faraone si inarcò
gemendo, il sesso che premeva nei pantaloni, così stretti da
fargli male. E Kaiba ne approfittò per legarlo con la sua stessa
camicia, i polsi stretti dal tessuto ma riparati dalle borchie che
portava, nessun segno lo avrebbe marchiato, non lì almeno…
”…Kaiba!”
Una preghiera, perché continuasse- o smettesse, non lo sapeva
neppure lui- quella serie di baci sul suo sterno, uno per ogni costola,
la sua bocca sempre più giù verso la vita, all’attacco
della cintura che portava, la nemica che avrebbe intralciato lo schiudersi
dei suoi pantaloni, l’accesso al regno incantato…
Le dita del presidente si affannarono a sconfiggerla, a liberarlo
da quella serpe di cuoio, per poi far scivolare a terra i pantaloni
e i boxer, tutto assieme.
Il Faraone gemette forte, quando l’aria della notte gli alitò
sulla pelle nuda e sudata. Il corpo scosso dai brividi era spezzato
in due, dal godimento nel profondo e dalla brezza notturna in superficie,
freddo e caldo che si fronteggiavano per prendere il sopravvento.
E poi c’era il suo ragazzo, che osservava divertito il pene eretto
di fronte a lui, valutando il momento migliore per iniziare a farlo
impazzire…
”Ah…K-K…a…i…”
”Sssshhhh”
Allungò la lingua e ne leccò la punta, baciando la cappella,
indugiando con le labbra sulla carne.
”Hhhhmmmmmmmm!!!!!!!!!!!!”
Kaiba lo sbirciò. Aveva quasi ingoiato mezza manica del suo
soprabito pur di non cacciare un urlo. In effetti non sarebbe stato
molto vantaggioso se li avessero scoperti a compiere atti osceni in
luogo pubblico, soprattutto data la sua posizione…meglio fare in fretta
a soddisfare entrambi.
Prevedendo le sue proteste si staccò da lui, impedendogli di
alzarsi a sua volta:
”Rimani qui…torno subito”
L’altro grugnì un misto fra una maledizione e un sì,
e sgranò gli occhi per riempirsi le iridi di cielo. Sarebbe
stata dura aspettarlo…sentiva i suoi passi allontanarsi…non di molto…lo
scorrere dell’acqua…e poi il suo ragazzo tornare indietro…
…e il gelo lo investi.
”Aiiiiaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa!!!!!!!!!!!!!!!”
”Immagino che stessi maledicendo il mio nome”
sussurrò il presidente a un soffio dalla sua pelle, infilando
due dita in lui…un nuovo gemito per il freddo e la mancanza di delicatezza,
ma il dolore era abbastanza leggero. L’antico re era così scosso
che avrebbe sopportato di peggio…poi le dita che si stavano premurando
di allargarlo non lo erano affatto, erano così calde e lunghe,
ficcate sin nel profondo di lui…
”Abbracciami forte…”
Il Faraone annuì, sputando il tessuto e inspirando a fondo, preparandosi alla penetrazione.
Se avesse gridato…amen, sarebbero scappati. Ma non voleva che della
stoffa impedisse al suo ragazzo di sentirlo gemere. Lo costringeva
a mugolare piano mentre entrava in lui…grosso e coperto
di perle d’acqua, non aveva capito che l'aveva presa per lubrificarsi…ma lo stesso era
caldo, bruciava, l’attrito gli faceva male…
”Rilassati…rilascia i muscoli”
L’altro obbedì, stringendo le mani ma rilassando il resto del
corpo. Gli faceva un po’ male e Kaiba doveva averlo compreso, perché
s’era immobilizzato…perché non s’era portato della crema?
’Se ci avessi pensato io…o gliel’avessi detto…’
Si sarebbe preso anche una gran sgridata da Yugi…il giorno dopo la
schiena gli avrebbe fatto male. Forse gli avrebbe impedito
di vederlo per qualche giorno…o chiesto di limitare i
loro approcci amorosi…
…ma alla fine non gli importava. Pur di stare con lui avrebbe affrontato
di peggio.
”Ah!”
Doveva esser difficile anche per lui, perché aveva ripreso
a spingere. Avvolto nella sua carne stretta, doveva sentirsi risucchiato
in un angolo di paradiso umido e rovente. A Kaiba piaceva da impazzire
arrivargli sino in cima, perché spingeva sempre in profondità…l’ansa
del suo intestino era il suo punto estremo d’arrivo, la meta prediletta,
il fine ultimo. Possederlo totalmente, persino oltre
l’anima. Era il loro destino essere uniti così, lo sentiva…
”Ti fa male?”
Le labbra dell’amato ad asciugargli le lacrime…il Faraone socchiuse
le palpebre, non s’era reso conto di aver pianto.
”N-No…sono solo felice…era da tanto che non eravamo…così”
Uniti come un tempo, senza barriere né ricordi o resti d’astio
a dividerli…forse stava davvero tutto finendo. Stavano voltando pagina,
il litigio e i suoi derivati sarebbero appartenuti a un episodio brutto
della loro vita, ma totalmente concluso.
Si mosse per rassicurarlo. Poteva iniziare la fine. Le loro anime
avrebbero ripreso a camminare mano nella mano.
E Kaiba spinse. Senza remore, con le mani sui suoi genitali, senza
paura. Lo avrebbe fatto impazzire. Lo avrebbe costretto ad incendiarsi.
Lo avrebbe sciolto nel sole.
Entrava e usciva, incurante delle unghie che gli ferivano la pelle
della schiena. Non era importante…il suo piacere sì. Solo quello,
sempre.
Coprì la sua bocca con le labbra e lo baciò con tutta
la passione che aveva, dandosi immensamente dello stupido per aver
rinunciato per tanto tempo a quella meraviglia. Mai, mai avrebbe dovuto
dubitare dell’amore del Faraone per lui, era stato tanto stupido…
…per scusarsi poteva solo rendere quella notte ancora più speciale.
Si bloccò dopo una spinta profonda, ficcato in profondità
nel suo corpo. Voleva vederlo tremare di piacere, ed essere guardato.
Le luci della stazione filtravano fra le foglie della siepe, diffondendo
barlumi pallidi sulle loro pelli sudate. Era tutto bellissimo.
”…Kaiba…”
pigolò il ragazzo, sentendosi esplodere. Era così grosso
e profondo…non ce la faceva più…sperava davvero che il suo
folle amore lo capisse…
”Vieni”
mormorò l’altro, e il Faraone si sentì preso come da
un conquistatore, senza un attimo di tregua, senza lasciargli la possibilità
di riprendere fiato, una spinta dopo l’altra, tutte in profondità,
tutte possenti e violente, tutte per farlo gridare di piacere, per
spezzare il suo corpo con l’intensità della passione.
Le sua mani ancora sui genitali, ad accarezzargli i testicoli e a
palpeggiargli il pene, tutto concorreva ad appagarlo, come le labbra
sui capezzoli…gridava e piangeva, non aveva
più la forza e la lucidità di preoccuparsi, né
la possibilità. Kaiba non gliela concedeva, poteva solo aver
coscienza di come veniva amato e scopato, amore e sesso animalesco
erano tanto simili, quella notte.
”…Yugi”
Un bacio, e il Faraone venne, inondando una mano del suo ragazzo,
rabbrividendo sotto di lui. Era talmente bello che stava per scoppiare
a piangere…poi Kaiba esplose in lui e tutto divenne stanchezza.
………
”Come stai?”
”Bene…proprio bene”
biascicò il Faraone contro il suo collo, trattenendo appena
uno sbadiglio.
”Hm”
A dir la verità Kaiba era un po’ preoccupato. Non era stato
molto gentile quella sera, e non sapeva quanto l’acqua come lubrificante
fosse servita. Da quel poco che aveva potuto controllare non c’erano
macchie di sangue, ma non era tranquillo. Il suo ragazzo se ne stava
accoccolato vicino a lui, sorridendo nella beata stanchezza dopo l’orgasmo,
e non diceva nulla. Ma non desiderava che stesse zitto per non rovinare
l’atmosfera che erano riusciti a ricreare, anche se nel contempo non
voleva che quell’equilibrio si spezzasse…era una situazione complicata,
se ne rendeva conto. Se avesse insistito sarebbe stato peggio?
’Proviamo con un approccio diverso’
”Hai bisogno di qualcosa?”
”Hhhhmmmm…a dir la verità una cosetta ci sarebbe”
”…quello che vuoi. Tutto quello che vuoi”
Kaiba gli posò le labbra sulla fronte. Dopo quello che gli
aveva permesso di fare, non gli avrebbe negato nulla.
”Ehm…so che non è esattamente in linea con quello che ho detto
e fatto sinora, ma…non è che possiedi un albergo nelle vicinanze?”
”Eh?”
”Ti prego ti prego andiamo in albergo!!!”
”…Yugi…”
Il Faraone si alzò e lo guardò, gli occhi che luccicavano
di lacrimoni:
”Ti prego ti prego mi sto vergognando tantissimo!!!”
”Ma ti rendi conto che sei stato tu a trascinarmi fin qua?!”
”Lo so!!! Ma non ce la faccio più!!! Ho perso quel coraggio!!!”
Anche il presidente si rialzò, massaggiandosi gli occhi. Quella
situazione stava degenerando nel ridicolo più assurdo.
”Te l’ho già detto! Smettila di avere rapporti con quel perdente
di Jono-uchi, ti fa male e basta!”
L’altro annuì, tirando su col naso mentre lo guardava raccattare
i suoi vestiti:
”Hai ragione, ma sbrighiamoci”
Ma Kaiba si fermò, divertito da quella situazione, e deciso
a stuzzicarlo un po’:
”Ma come? E quella storia di distruggere la lastra di vetro che ci
separa facendolo qui? Te ne sei scordato?”
”No ma possiamo farcela anche in albergo!!! Kaiba voglio andare a
casa!!! Non ne ho più di sfrontatezza!!!”
E accadde qualcosa che il Faraone non avrebbe mai pensato di vedere.
Il suo ragazzo che scoppiava a ridere, senza spregio per l’avversario
o il sarcasmo di cui si riempiva dopo aver umiliato Jono-uchi. Kaiba
che rideva col cuore, non eccessivamente ma comunque in libertà,
incurante del ruolo di impassibile presidente di una multinazionale.
(e andando totalmente OOC; n.d.Seto)
(lo so…ma mi ci voleva una scena così; n.d.Hymeko)
(io penso che tu sia sempre meraviglioso; n.d.Yami in love)
(tu sì che mi capisci; n.d.Seto in love)
”Kaiba…”
Gli fece davvero piacere vederlo ridere così. La barriera era
stata infranta. E forse avevano persino fatto un passo avanti rispetto
al passato.
”Andiamo, scemo”
Il presidente gli gettò i suoi vestiti, controllando che non
ci fosse nessuno in giro. Se qualcuno avesse osato sbirciarlo nudo,
lo avrebbe fatto a pezzi a ogni costo. Il Faraone apparteneva a lui
e basta!
”Dove?”
Kaiba lo aiutò ad oltrepassare la barriere, lieto di non sentire
gemiti particolari, e lo prese per mano. Quella notte avrebbe messo
da parte il suo ruolo formale, e sarebbe stato solo il suo ragazzo.
”In albergo”
”Allora ce l’hai?!”
”Naturalmente”
Il Faraone si incupì leggermente, in cerca di una risposta
affilata, poi scrollò il capo, abbandonandosi a un sorriso:
”Kaiba…ce l’abbiamo fatta, vero? La distanza fra noi…l’abbiamo annullata?”
Anche se ne era profondamente convinto, gli avrebbe fatto piacere
sentirselo dire.
L’altro esitò un secondo. Per il suo ragazzo le parole erano
più importanti che per lui, quindi nonostante gliel’avesse
dimostrato apertamente, forse aveva bisogno di una conferma verbale.
”Sì. Non c’è più nulla. Nulla”
L’antico re sospirò, e si sciolse dalla sua mano. Non era abbastanza
intimo come contatto. Prese il suo braccio e se lo fece passare attorno
alla vita, prima di posargli la testa contro il torace.
”Bene. Così va bene. Allora è servito realizzare quel tuo sogno?”
mormorò, passeggiando verso la luce dei lampioni, senza curarsi
del resto del mondo.
”Sì, anche se...confesso che quella fantasia era la...seconda in classifica, diciamo”
Il Faraone si bloccò:
”Ma che stai dicendo?”
Il sorriso enegmatico che Kaiba gli concesse lo fece tremare...cosa aveva in testa quel matto?
”Di fantasia segreta ne ho un'altra...non te ne ho mai parlato perché è meno realizzabile persino dell'altra”
”Fai bene a pensarlo, non ho intenzione di far nulla di peggio!”
puntualizzò il suo ragazzo, sbuffando.
”Nemmeno io. Anche se è un mio pensiero, non voglio che si realizzi”
Lo Spirito del Puzzle si piantò sotto un lampione, la luce che gli cascava addosso, benedetto dagli dei...e dannatamente curioso.
”Kaiba...sputa il rospo!”
”Che modo di parlare poco regale...scherzavo, scherzavo”
confessò davanti ai suoi occhi stretti.
”Kaiba...”
”Quello che mi piacerebbe fare...non mi guardare male...è del sesso a tre, lo confesso. Una cosa a tre mi ecciterebbe tantissimo”
Non riuscì a trattenere un sorriso davanti alla sua bocca spalancata...anche per lui era stato difficile confessarlo. Eppure lo intrigava da morire, come avventura.
”Ma come ti ho detto, non si realizzerà mai. Perché non esiste nessuno cui possa permettere di toccarti. Tu sei solo mio...se un altro ti sfiorasse impazzirei, immagina se ti possedesse”
”Quindi...”
La sua boccuccia corrucciata si era rilassata, e il Faraone aveva ripreso a camminare al suo fianco.
”Quindi tutto rimarrà come è sempre stato. In fondo, va bene così, no?”
e gli massaggiò i lombi, premendo delicatamente.
”...sì. Va bene così”
Il Faraone gli concesse un altro sorriso, e si immersero nella strada illuminata che portava all'albergo.
Fine
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