Tratto da una storia vera
L'esame
di Anny
Fuori la porta di un
appartamento del campus dell'università di Kanagawa, un ragazzo stava
rovistando nelle sue tasche in cerca delle chiavi di casa.
Ormai stava lì da più di dieci minuti ed era sempre più preoccupato.
\Se non trovo le chiavi sarò costretto a bussare. Ma se busso lui si
distrae, e questo segnerebbe la fine della mia breve vita.\
Poi fu colpito da un lampo di genio: \Potrei entrare dalla finestra! Per
fortuna viviamo al piano terra.\(Ma tu guarda i casi della vita.NdA)
Pessima idea. Infatti mentre cercava di entrare dalla finestra alzata solo
per metà (avete presente le finestre all'americana?) rimase incastrato con
le spalle.
Quando si fu liberato almeno per metà, urtò con il braccio un quadro, che
cadde a terra con un tonfo inimmaginabile. Il vetro del quadro andò in
frantumi e ricadendo sul pavimento si tagliò la mano proprio con una
scheggia di vetro. Cercò di non urlare dal dolore, tamponandosi il taglio
con un fazzoletto.
Nonostante tutto quel trambusto il suo coinquilino non sembrava essersi
accorto di nulla.
Tirò un sospiro di sollievo e s'incamminò verso la cucina, prese il
secchio dei rifiuti e tornò nella stanza da letto. Dopo aver riposto tutto
passò davanti allo studio.
La porta era chiusa e dall'interno veniva solo un leggero brusio.
\Sta ancora studiando. Ma quando la finisce. Le ha consumate le pagine di
quel libro. Spero che l'esame non venga ulteriormente rimandato, altrimenti
sarà ancora più intrattabile.\
Il ragazzo si diresse nuovamente verso la cucina, mettendosi subito ai
fornelli.
\Se tutto va bene per domani gli si potrà parlare di nuovo civilmente. Più
o meno. Per ora devo solo pazientare. Proverò a portargli la cena.\
Giunto davanti alla porta venne trattenuto come da un brutto presentimento.
\E se mi uccide? L'altra volta ho rischiato davvero grosso. Ma dopotutto
l'altra volta era un esame importante, e lui si sentiva sotto pressione. Che
faccio? Entro? Ma si. E poi avrà fame. E' da stamattina che non esce da qui
dentro.\
" Ehi posso entrare? "
" ...... "
" Ho portato la cena "
" Entra "
Entrando fu colto da una visione che in un'altro momento l'avrebbe fatto
scoppiare a ridere rotolando sul pavimento. Ma sentiva di avere ancora tante
cose da fare nella vita.
Il suo ragazzo stava seduto alla scrivania, una fascia legata alla fronte
che impediva ai capelli di ricadere sul davanti, dei pantaloni evidentemente
troppo larghi e lunghi che coprivano i piedi, sopra aveva ancora il pigiama,
ed ai piedi delle pantofole a forma di leone (qualcosa in contrario? Ce le
ho anch'io!!).
Il tutto sapientemente accompagnato da una scrivania sommersa di libri e
fotocopie, sparse anche a terra.
" Ehm...dove te la lascio? "
" Cosa? "
" La cena.... "
" Oh...lasciala sul letto. La mangio dopo. "
" Ehi Kosh. Posso chiederti una cosa? Ma non ti arrabbiare "
" Cosa? " dal tono di voce di Koshino doveva essere
pericolosamente infastidito.
" Ehm..domani sera dopo l'esame vorresti uscire con me? Ci divertiamo
ti serve un po di svago dopo tutto questo studio."
" ...... "
" Ehm...Hiro-kun? "
" E tu.....mi hai distolto dallo studio per una simile sciocchezza???
Fuori di qui!!!!!! "
Sendoh si era catapultato fuori dalla stanza, quando faceva così il suo
Koibito era proprio intrattabile. Quella notte avrebbe dovuto dormire sul
divano. Altrimenti Hiroaki l'avrebbe buttato giù dal letto alle quattro di
mattina come le volte precedenti. "
Nonostante tutto, il suo tentativo di dormire sul divano fu vano.
Koshino lo tirò giù dal letto alle quattro e mezza.
" Ah, sei qui. Pensavo fossi scappato! "
" Ma che ore sono? "
" E' tardi hai ragione. Ora vado a rivedere le ultime cose. Tu intanto
prepara la colazione. "
" Mh "
" E non rispondere così che sembri Rukawa " ( e io che c'entro
adesso? NdRu)
Dopo aver preparato la colazione Akira salì le scale e sulla porta della
sua stanza si dovette fermare.
I suoi occhi semi-chiusi dal sonno non riuscivano a stare a passo con le
immagini che si profilavano davanti a sè.
Koshino stava inutilmente tentando di vestirsi, e ripassare dagli appunti
che giacevano scomposti sulla scrivania. Il tutto ad una velocità che
andava al di là dell'umana comprensione.
Ormai erano le sei passate. Koshino si sentiva pronto, avrebbe preso un buon
voto. Questa giornata era destinata a fruttargli qualcosa di buono. Lo
sapeva da quando si era alzato. Era di buon umore già di prima mattina. (Di
buon umore?? ma ci vedi? NdSendoh)
"Akira io esco. Vado all'università. Ci vediamo quando ho finito. Ciao
"
Prima che Akira potesse rispondergli Hiroaki era già fuori casa.
" Uff, speriamo che gli vada bene quest'esame "
Si erano fatte le undici e Hiro non era tornato.
\Ma che fa? Perchè non torna? Delle chiavi nella porta (lui non se le
scorda mai? NdSen), la porta che si apre...è tornato\
" Bentornato Hiro-kun! Com'è andato l'esame? "
Inutile rispondere. La faccia da funerale stampata sul volo del suo ragazzo
era una risposta più che sufficiente.
"Allora?"
"L'ho preso "
Sollievo. Puro sollievo nel sentire quelle parole.
" Ahhhh sono contento per te Hiro-kun! "
Sendoh era corso ad abbracciarlo, ma Koshino doveva essere di pessimo umore
perchè scosto bruscamente le mani di Akira. (in realtà questo lo fa
sempre, non solo quando è arrabbiato. NdSen)
" Ho dovuto prenderlo. Studiare Statistica è una seccatura. Non mi
andava di rifare tutto da capo. "
" Ma scusa quanto ti hanno dato? "
" Non te lo dico, è troppo imbarazzante. "
" Dai Kosh, io te lo dico sempre quando prendo un voto basso. Cosa hai
preso 18? "
" Diciotto? No, ho preso ventotto! Basta hai visto me lo hai fatto
dire. Mi dispiace, ma sono troppo depresso non mi va di uscire. "
FINE
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