di Minako

Rido.
Rido per non arrendermi.
Per non vendere la mia anima peccaminosa ai messia che invadono le mie terre elargendo sorrisi.
Messia che credono di cambiare il mondo ed infanti che li seguono per le tortuose vie della vita.
Li osservo e rido.
Rido del loro ridicolo attaccamento alla vita!
Della loro angoscia di vivere ogni giorno sino in fondo!
E pensare... mphf.
Mi sorge spontanea una risata che si aggiunge alle altre.
E pensare che se si lasciassero andare agli eventi scoprirebbero quanto sia facile vivere ogni giorno!
Ma per l’assurdità di una decisione non nostra, loro sono costretti a morire senza aver mai vissuto ed io a vivere senza poter morire.
Già, io non posso morire.
Non posso perché la morte di lui, dell’uomo che ho amato tutta la vita, mi ha reso uguale a lui.
Ora sono io lo sciamano assassino che vaga con un eterno sorriso di scherno per il Giappone, fermando la vita dei passanti in un ultimo istante d’agonia sotto il Sakura.
Ma io non posso morire.
Un Sakurazukamori può essere ucciso solo dalla persona che ama... ma io, che amavo solo lui, l’ ho ucciso.
E ora?
Ora non mi resta altro che continuare questo cammino sulla superficie della vita senza mai affondarci.
Senza mai vivere.
Attendendo che lui ritorni, perché so che non posso amare nessuno se non lui.

Owari?

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