NOTA: Questa fic rilegge gli avvenimenti del sesto anno a modo suo!^^
DISCLAIMER: Tuitti i pg appartengono alla fantasia di J.K.Rowling
L'erba di Neville
di Nuel
Harry aveva sempre immaginato che l’estate, in Scozia, fosse più mite.
Era ormai la fine di luglio e faceva dannatamente caldo. Certo, avere il
castello di Hogwarts tutto per sé aveva i suoi vantaggi: c’erano decine di
luoghi quasi freschi nel parco, all’ombra dei grandi alberi e molti di
decisamente freschi entro le mura.
Il preside Silente era stato molto più che gentile ad ospitare lui ed i suoi
amici nella scuola chiusa.
Harry, Ron, Hermione e Neville, coinvolti nella guerra, avevano perduto il
settimo anno di scuola, ma almeno Voldemort era morto.
Oltre a loro, c’era Draco Malfoy. Da quando Harry lo aveva rocambolescamente
salvato dalla caverna in cui lo aveva imprigionato il suo quasi signore, il
ragazzo aveva sviluppano un vero terrore per i luoghi chiusi, scuri e
sotterranei.
Il preside gli aveva assegnato una stanza in una torretta, non molto lontana
dalla torre di Grifondoro.
Draco era stato torturato e rinchiuso a causa del suo rifiuto di prendere il
marchio. Nessun ideale, solo paura: paura di essere marchiato, paura di
essere coinvolto nella guerra... alla fine del sesto anno era stato
letteralmente rapito dalla scuola dai Mangiamorte che era stato costretto a
far entrare e che avevano tentato, inutilmente, di uccidere il preside.
Harry e Draco erano diventati amici... agli occhi di tutti.
Erano amanti, ma evitavano di sbandierarlo ai quattro venti.
A scuola erano rimasti anche gli insegnanti. Non tutti, per la verità, ma
quelli che erano necessari ai ragazzi per completare il ciclo di lezioni che
gli avrebbe permesso di prendere i M.A.G.O. il prima possibile.
Harry canticchiava un motivetto allegro mentre infilava la porta del suo
dormitorio. Era sudato da far schifo e non poteva certo andare in quelle
condizioni da Draco. Si sarebbe fatto una doccia veloce e lo avrebbe
raggiunto. I suoi amici non erano particolarmente entusiasti della loro
amicizia, ma la accettavano.
Nella camera fu accolto dal sonoro gracidare di Oscar e di Gunter: i due
rospi di Neville, che se ne stavano comodamente nella piccola vasca che
Neville aveva creato per loro, perché non soffrissero troppo la canicola
estiva.
-Ciao Oscar! Ciao Gunter!- li salutò dirigendosi al suo baule per trarne una
nuova maglietta.
Mentre si dirigeva al bagno, l’occhio gli cadde su un bicchiere di succo di
zucca dimenticato accanto alla vasca dei due rospi.
Neville era ancora al lago con Ron ed Hermione e lui stava morendo di sete.
Lo annusò sospettosamente e poi sorrise dicendosi che era ridicolo: l’unico
che lo voleva morto era ormai defunto e i suoi amici non gli avrebbero mai
fatto uno scherzo pericoloso. Decise di ingurgitare il succo arancione e,
soddisfatto, andò a farsi una doccia.
Quando arrivò nella camera di Draco, il ragazzo pareva addormentato,
morbidamente adagiato sul letto, a pancia, in giù. Harry gli si avvicinò
piano, guardandolo con immensa tenerezza. Si sedette delicatamente sul letto
e gli passò lentamente le dita tra i capelli umidi di sudore.
Draco mugolò e si stiracchiò, aprendo gli occhi chiari e sorridendogli.
-Ti ho svegliato? Scusa-
-No... ero solo appisolato, non preoccuparti- gli tese le braccia ed Harry
si chinò a baciarlo.
Draco lo strattonò delicatamente, facendolo sdraiare accanto a sé. Era
diventata un’abitudine, ormai, quella di baciarsi e spogliarsi a vicenda,
senza fretta, come se alle carezze non dovesse fare seguito altro e, allo
stesso modo, cominciare a fare l’amore, senza bisogno di richieste
esplicite. Dormire un po’, passare ore a chiacchierare a letto, stretti
stretti nonostante Draco mal sopportasse il caldo, oppure ripassando le
lezioni del mattino, restando nudi e scambiandosi continui gesti affettuosi.
Nessuno dei due avrebbe chiesto di più dalla vita.
Così, quando si svegliarono dopo il sonnellino ed Harry si stiracchiò,
spostandosi nella piccola pozza di luce incandescente che trapassava la
finestra e si stese a terra, Draco scosse la testa e rimase a guardarlo.
-Pensi di restare così a lungo?- gli chiese, con tono divertito.
-Prendo un po’ di sole... tintarella integrale!- gli strizzò l’occhio.
-Plebeo!- rise Draco.
Harry lo guardò con sguardo curioso.
-Non lo sai che sono solo i plebei che si fanno scurire la pelle? Se vuoi
essere un plebeo ‘integrale’, fa pure!-
Harry si mise a ridere e Draco lo seguì a ruota.
Il Serpeverde girò intorno alla sagoma della finestra, restando attentamente
in ombra e si inginocchiò accanto ad Harry per baciarlo. Nel breve momento
in cui i suoi capelli furono colpiti dalla luce brillarono tanto che Harry
dovette socchiudere gli occhi, poi Draco sparì in bagno e, quando tornò,
Harry lo abbracciò e gli si appiccicò addosso, caldo fino a scottare e
coperto di sudore.
-Sei un animale!- mugolò Draco rispondendo al bacio e facendo scorrere le
mani sui muscoli scivolosi di Harry.
-E’ per questo che ti piaccio- insinuò Harry, spingendolo sul letto.
Harry sapeva che Draco aveva il terrore del dolore. Era comprensibile dopo
quello che aveva passato nei mesi di prigionia, ma ciò aveva fatto
sviluppare il loro rapporto in una sola direzione. Quando furono avvinghiati
sul letto, Harry rotolò fino a trovarsi sotto a Draco e, senza troppe
cerimonie, spalancò le cosce brunite dal sole per accogliere il suo ragazzo.
All’ora di cena, Neville si avvicinò preoccupato ad Harry.
-Harry.... manchi solo tu: l’ho chiesto a tutti, ormai-
-Dimmi-
-Hai per caso visto un bicchiere in camera nostra? C’era dentro un liquido
arancione che pareva succo di zucca...-
Harry si fermò all’improvviso. -Non era succo di zucca?-
Neville impallidì e scosse la testa.
-Cos’era?-
-Un estratto di piante... stavo facendo una ricerca per Erbologia...-
-E che effetti ha?-
-Non lo so ancora... stavo facendo una specie di esperimento... che ne ha
fatto?-
-L’ho bevuto...-
Neville si sedette a peso morto. -La mia ricerca!- pigolò. -Stai bene, Harry?-
Harry si sentì ‘sopravvissuto’ una volta di più. -Sì- annuì.
-Forse...- iniziò Neville. -Forse, non ha nessun effetto... erano solo
estratti di linfe diverse...-
Harry annuì di nuovo e si fece molto attento ad ogni piccolo segnale del
proprio corpo, ma per circa le due settimane successive, non ebbe alcun
problema, tanto che dimenticò il piccolo incidente.
Harry si rigirava davanti allo specchio nella camera di Draco. Era la metà
di agosto, ormai, ed il giorno prima aveva fatto il bagno nel lago con Ron.
Qualcosa doveva averlo punto sul petto, dentro o fuori dall’acqua: aveva dei
piccoli punti rossi sul petto e sul ventre e gli sembrava di essere diverso.
Draco lo prendeva in giro, standosene comodamente disteso sul letto con le
lenzuola umide del sudore del loro recente amplesso.
-Ma no, Draco! Guarda!- insistette Harry, con un piccolo broncio che Draco
adorava.
-Sì, sì, ti sta crescendo il seno, Potter!- lo prese in giro.
Harry spalancò gli occhi e lo fissò a bocca aperta, coprendosi il petto con
le braccia, cosa che fece ridere ancora di più Draco.
-Allora non è solo una mia impressione?! Mi si sta gonfiando il petto!-
realizzò Harry, angosciato.
-Ma dai, Harry! Saranno quelle punture!- lo tranquillizzò Draco. -E ora,
subito qui! Non puoi fare certe cose e sperare che io resti indifferente!-
Harry si avvicinò al letto e, mentre Draco si metteva in ginocchio sopra le
lenzuola, per essere alla sua altezza, si accarezzò di nuovo i capezzoli,
sorridendo allo scurirsi dello sguardo di Draco.
-Potter... adoro vedere che ti tocchi!- sibilò Draco, con tono quasi
minaccioso, afferrando i fianchi di Harry per farlo avvicinare di più e
portando le labbra ad un capezzolo scuro e turgido, lo succhiò fino a che
Harry non lo pregò di smettere.
Qualche ora dopo, quando Harry tornò alla torre di Grifondoro per darsi una
sistemata prima di andare a cena, trovò i suoi amici stretti intorno alla
vasca dei due rospi.
Neville era pallido e sull’orlo delle lacrime, Ron era come paralizzato,
mentre Hermione pareva immensamente concentrata.
-Che c’è, ragazzi?-
-Harry!- Piagnucolò Neville. -Stai bene, Harry? Sicuro?-
-Sì... perché?-
-L’estratto di erbe... ti ricordi? Mi erano cadute delle gocce e Gunter le
aveva bevute...-
-Gunter è morto?- chiese Harry, col cuore in gola.
-Peggio...- mormorò Ron.
Harry si avvicinò e vide i due rospi in perfetta salute. Sbatté le palpebre
ed attese.
-Esiste il femminile di Gunter?- chiese Ron, con espressione
raccapricciante.
-Femminile?- chiese Harry, senza capire.
Hermione indicò un mucchietto di bollicine bianco-trasparente in un angolo
della vasca. -Gunter ha deposto le uova- si limitò a dire la ragazza.
Harry impallidì.
-Gunter è diventato femmina e si è accoppiato con Oscar- rincarò Neville con
voce tremante.
Harry sentì la salivazione azzerarsi. -Neville... sei sicuro che Gunter non
sia sempre stato una femmina?- chiese speranzoso.
-Sì!- pigolò Neville.
Harry chiuse gli occhi e pregò. Ripensò a quel pomeriggio e ricordò
chiaramente di avere ancora un pene e che aveva avuto un’erezione coi
fiocchi meno di due ore prima. Cercò di stare calmo. Era un uomo.
Indubbiamente maschio. Aprì gli occhi e guardò Gunter che gracidava tutto
contento.
-Quando, esattamente, Gunter ha assunto quella roba, Neville?-
-La mattina del giorno in cui tu hai bevuto il resto del bicchiere...-
Le teste di Ron ed Hermione scattarono verso Harry, orripilati e
preoccupati.
-Sto bene!- garantì Harry.
-Sicuro?- chiese Ron, con voce tremante. -Vuoi andare in bagno a controllare
che ci sia ancora?-
-Ron, ho controllato poco fa!- lo fulminò Harry.
Hermione corrugò di nuovo la fronte, tornando a guardare i rospi.
-Nella peggiore delle ipotesi... diventeresti femmina, Harry... meno male
che non fai sesso...- considerò Ron ed, ad Harry, cadde il mondo addosso.
Gli tornò in mente la battuta di Draco di pochi ore prima ‘Ti sta crescendo
il seno’... non era possibile. Non poteva essere possibile... non poteva
essere incinto di Draco!
Harry si precipitò fuori dalla camera e, di corsa, raggiunse il suo ragazzo.
Draco venne abbracciato strettamente da un Harry col fiato corto e lo
sguardo folle.
-Dimmi che mi ami!- lo aggredì quasi Harry.
-Lo sai che ti amo!- si sorprese della richiesta Draco.
-Dimello lo stesso!-
-Ti amo, Harry! Qualcosa non va?-
Harry deglutì rumorosamente. -E mi ameresti anche se fossi una ragazza?-
Draco sollevò un sopracciglio, indeciso se ridere o preoccuparsi. -Potter,
potresti essere una cara amica, ma sono gay! Ti prego: solo l’idea di
infilarmi tra le gambe di una donna mi fa chiudere lo stomaco!-
Gli occhi di Harry si riempirono di lacrime.
-Harry, voi dirmi, per carità di Merlino, cosa c’è?-
-Sto diventando una donna- rispose con calma disperata Harry, mentre si
allontanava da Draco.
Il ragazzo spalancò la bocca e lo fissò per un paio di secondi prima di
scuotere la testa e sorridere. -Dovrei ridere, Potter?-
-Te ne sei accorto anche tu che mi sta crescendo il seno....-
-Harry...- Draco si avvicinò e gli accarezzò la patta dei pantaloni con fare
allusivo.
-‘Lui’ è qui e, se ben ricordo, poco fa non c’era nessuna apertura fuori dal
normale tra le tue gambe, perché, sai, me ne sarei accorto!- rise divertito,
ma Harry singhiozzò e gli buttò le braccia al collo.
-Succederà Draco! Come è successo a Gunter! Ha pure deposto le uova! Se sono
incinto cosa facciamo?- pianse a dirotto, con il fiato sempre insufficiente
per portare a termine le parole, ma Draco riusciva a capirle e strinse forte
Harry, cercando di consolarlo.
-Intanto, chi è Gunter? E perché ha deposto le uova se si chiama Gunter?-
-Il rospo... il rospo che hanno regalato a Neville... ha preso per sbaglio
un estratto di erbe ed è diventato una femmina e si è accoppiato con Oscar e
ha deposto le uova e pure io ho preso per sbaglio l’estratto di Neville....-
-Frena! Chi è Oscar? Che estratto? Di che erbe?-
-L’altro rospo di Neville... stava facendo una ricerca per la Sprite.... non
so che erbe...-
-Harry! Primo: quando gli animali si accoppiano è sicuro che ci scappa la
nuova generazione, non è così per gli uomini! Secondo: gli estratti d’erbe
non sono pozioni! Non hanno di questi poteri, quindi calmati! Paciok è un
inetto, il rospo sarà sempre stato una femmina e lui non se ne era accorto!-
-No! Glielo ho chiesto anche io!- continuò a singhiozzare Harry.
Draco sospirò. -Vedo che almeno concordi sull’inettitudine di Paciok...-
constatò e, abbassando la zip dei pantaloni di Harry constatò anche che il
suo ragazzo fosse ancora tale.
Harry mugolò e smise di piangere. Draco lo accarezzava e gli baciava
delicatamente il collo, con calma glaciale.
-Devo farti andare a cena con un’erezione per farti stare tranquillo?- gli
soffiò all’orecchio. Per lui, la faccenda, era già chiusa.
Le uova di Gunter si schiusero.
La vasca fu colma di girini piccolissimi e vivaci e Neville separò i
genitori dai neonati prima che si consumasse la tragedia.
Harry guardò i piccoli futuri rospi con apprensione, continuando a passarsi
le mani sui capezzoli, cercando di strofinarli in modo casuale.
L’irritazione era peggiorata, i puntini rossi si erano moltiplicati, un po’
come quei maledetti rospi. Si sentiva gonfio e, cadesse il mondo se i suoi
capezzoli non erano perennemente turgidi.
Lo stomaco gli si contraeva continuamente e sapeva che quella era ansia, ma,
per quanto Draco lo rassicurasse e gli dicesse che era diventato paranoico,
lui si sentiva diverso.
E non era per lo stato di eccitazione semi perenne, Draco era irresistibile.
Era qualcosa nel suo corpo, lo sentiva. Doveva essere incinto, non c’era
dubbio... ma il suo corpo era ancora indubbiamente maschile... dove si
sarebbe sviluppato il bambino? Da dove sarebbe nato? Harry sentiva un
terrore freddo attanagliargli lo stomaco e salirgli lungo la colonna
dorsale. Aveva bisogno di parlare con Draco. Lo voleva vicino.
-Neville, posso portare Draco a vedere i girini?- chiese all’improvviso.
-Sì, certo Harry... qualcosa non va?- si interessò subito il ragazzo, ancora
preoccupato per l’amico.
Harry fece una smorfia ed andò da Draco.
Malfoy ascoltò per la centesima volta la storia dei girini e, per
rassicurare Harry, accettò di andare a vederli nella torre di Grifondoro.
Rimase a fissare quei puntini neri dotati di coda che si inseguivano per la
piccola vasca per quasi venti minuti, combattuto tra due istinti opposti: da
un lato quegli spermatozoi acquatici gli facevano ruggire gli ormoni dalla
pancia alla testa e gli urlavano di prendere Harry, stenderlo sulla prima
superficie orizzontale e riversare in quel suo corpo meraviglioso miliardi
di spermatozoi veri, e, dall’altro, quei piccoli maledetti erano la prova
inconfutabile che Gunter aveva partorito, in qualche modo... il dubbio si
stava facendo strada, come un tarlo che scava gallerie in un mobile di
solida certezza.
Harry scrutava il suo viso in attesa e, appena sollevò lo sguardo su di lui,
Draco seppe che avrebbe assecondato entrambi i propri istinti.
-Qual’è il tuo letto, Harry?-
Harry guardò velocemente il proprio letto prima di rispondere, non erano
quelle le parole che si era aspettato da Draco.
Il Serpeverde lo trascinò quasi di peso fino al letto, con un colpo di
bacchetta sigillò le tende e prese a baciarlo forsennatamente.
La già ipersensibile eccitazione di Harry si risvegliò e Draco non trovò
alcun ostacolo alla realizzazione del suo primo obiettivo.
Quando, dopo la passione, Harry guardò in viso il suo ragazzo, si accorse
che gli occhi di Draco erano lucidi.
Draco gli si stese accanto e rimase in silenzio per qualche minuto mentre
Harry gli si accoccolava vicino ed aspettava pazientemente.
Draco accarezzò la pesante tenda rossa, poi si girò, si mise sul fianco ed
abbracciò Harry.
-Va tutto bene, Harry! Andrà bene anche se c’è un bambino!- gli sorrise, un
po’ pallido nonostante avessero appena fatto l’amore.
-Sei sicuro....?-
Draco gli sorrise di nuovo e una lacrima gli sfuggì dagli occhi. -Te l’ho
detto che ti amo, no? Quindi, ok. Non era previsto, ma va bene!-
Harry sentì le lacrime salirgli agli occhi, di sollievo e di paura e di
gratitudine.
-Siamo stati due idioti, Draco! Avremmo dovuto... non so... prendere delle
precauzioni...-
-Precauzioni? Era prevedibile che Paciok facesse un disastro di questa
portata?!- si scaldò Draco.
-No, ma... è sempre meglio...-
-Cosa?- Draco si alzò a sedere sul letto. -Cosa Harry? Dovremmo usare quei
cosi babbani, secondo te? O la magia? Io voglio passare con te tutta la
vita! O credi che mi stancherò di te? O sei tu che...?-
-Draco basta! Ho capito, scusa...-
Draco chinò la testa per un istante, con gli occhi più lucidi di quanto
Harry li avesse mai visti. Si piegò su Harry e gli appoggiò un bacio leggero
sul ventre, ricoprendolo subito con la mano.
Harry si sentì allargare il cuore da quel gesto e, all’improvviso, tutta la
paura scomparve. Si stese meglio sul letto ed accarezzò i capelli di Draco.
-Magari non è nulla e noi ci stiamo spaventando per niente!- ridacchiò
nervosamente Harry.
-Ma come?- gli sorrise Draco, appoggiando il viso sulla sua pancia e
carezzandola delicatamente. -Io mi convinco e tu cambi idea?- ridacchiò
piano.
Harry scosse la testa. -Averti vicino mi fa passare la paura-
-Bene perché... io sono terrorizzato!-
Harry sentì gli occhi inumidirsi di nuovo e Draco gli si stese accanto,
abbracciandolo e baciandogli gli occhi.
-C’è un modo per sapere se sei incinto?-
Harry ci pensò su qualche istante. -Non ne ho idea-
Draco sospirò. -Dovremo dirlo agli altri-
Harry lo guardò sorpreso. Draco non aveva mai desiderato rivelare ad anima
viva la loro relazione.
Il Serpeverde gli sorrise comprensivo. -Se avremo un bambino è il caso di
sistemare le cose, no? E dovremo anche cominciare... a pensare ‘per tre’-
-Draco!- Harry gli si strinse addosso, felice come non lo era stato nemmeno
alla fine della guerra.
Rivelare la loro felice condizione fu, sorprendentemente, facile.
Quando uscirono dalla camera, trovarono i tre Grifondoro nella Sala Comune.
Si presero per mano, scesero assieme gli ultimi gradini e si sedettero sul
divano, uno accanto all’altro, di fronte a loro.
-Dobbiamo dirvi una cosa- li avvisò Harry.
Ron li scrutava attento, ma soprattutto infastidito dalla presenza di Malfoy,
Neville si sedette in attesa ed Hermione fissò le loro dita intrecciate e
sorrise, come se già immaginasse.
-Draco e io ci amiamo. Stiamo insieme- Harry non sapeva come le parole gli
fossero uscite così spontaneamente.
Ron boccheggiò, Neville impallidì ed Hermione sorrise apertamente.
-Ma come? Da quando?- balbettò Ron, incredulo fino quasi alla disperazione.
-Da molto prima della pozione di Neville- rispose Harry e si protese a
baciare castamente Draco.
Il senso di quelle parole fu chiaro a tutti più o meno nello stesso momento.
Hermione spalancò gli occhi e corrugò la fronte nella sua tipica
espressione, Neville gemette forte e Ron scattò in piedi.
-No! Non dirmi che... che.... oh Merlino, Harry! Dimmi di no!-
-Non ne sono sicuro, Ron, ma...- guardò Draco e si scambiarono un sorriso.
-... è possibile-
-Tu!- Ron puntò il dito contro Malfoy. -Tu! Lurido furetto rimbalzante! Come
puoi... come puoi.... tu ti scopi il mio amico Harry!- concluse sconvolto.
-Io ti..-
-Ron!- lo richiamò all’ordine Hermione. -Harry, ami davvero Malfoy?- gli
chiese la ragazza.
-Si Herm’-
-E sei felice?-
-Sì-
-Tu lo ami, Malfoy?-
-Sì, Granger-
Ron assistette impotente allo scambio di battute tra la sua ragazza e la
coppia.
-Hermione, come puoi....?-
-Ron, se per loro va bene, non abbiamo diritto di intrometterci!- lo zittì
lei, prima di lasciare la torre.
-Oh, Harry... cosa ho combinato!- gemette Neville, terribilmente in colpa.
-Lascia stare Neville. Supereremo anche questa. Ora, vuoi aiutare Draco a
scoprire come agisce quella specie di pozione?-
Neville annuì con decisione. -Non è una pozione: ho solo mescolato qualche
linfa insieme... avrebbe dovuto essere innocua...-
Dopo un paio di giorni, i ragazzi non erano giunti a nessuna conclusione:
l’intruglio di Neville non avrebbe dovuto avere effetti collaterali.
-Cosa facciamo? Dobbiamo chiedere aiuto a qualcuno!- piagnucolò Neville.
-Potremmo chiedere a Lumacorno...- suggerì Draco, storcendo un po’ il naso.
-Farebbe un infarto, amore. Ci scommetto!- rispose Harry, provocando una
smorfia sul viso di Ron.
-Potreste, per favore, evitare le smancerie?- chiese il rosso, a disagio.
Draco sbuffò e baciò Harry sui capelli.
-Andiamo direttamente dalla Sprite, allora?- suggerì il Serpeverde.
Neville impallidì, le labbra che gli tremavano per la paura di deludere la
sua insegnante preferita.
-Stai tranquillo, Neville: troveremo un’altra soluzione- lo rassicurò Harry.
Draco lo guardò male e soffiò un ‘Grifondoro’ esasperato.
-Ho io la soluzione- intervenne Hermione.
La ragazza si alzò ed andò a prendere la vasca con Oscar e Gunter,
sollevandola con una certa difficoltà.
Ron la aiutò, facendosi carico della vasca con i due rospi.
-Andiamo da Hagrid- disse lei, risoluta.
-Hagrid?- chiese Malfoy, poco convinto.
-Sì, lui: l’insegnante di Cura delle Creature Magiche, Malfoy-
Hermione prese le scale senza attendere risposta, costringendo gli altri a
seguirla.
Il Custode delle Chiavi e dei Luoghi di Hogwarts li accolse con un ampio
sorriso.
Scrutò palesemente Malfoy e strizzò l’occhio ad Hermione.
Weasley poggiò la vasca sul tavolo della capanna del mezzo gigante, molto
meno ingombra di quanto era stata in passato, dato che molte delle cose che
possedeva erano state bruciate oltre un anno prima.
-Dunque, cosa abbiamo qua?- guardò i due rospi che gracidavano indifferenti.
-Ma che bei rospi!-
-Hagrid, abbiamo un problema con Gunter- iniziò la ragazza.
-Che problema ha questo rospo, mi pare che sta bene!-
-Dovrebbe essere un maschio, ma ha deposto le uova... e ora ci sono dei
girini in un’altra vasca simile a questa- spiegò lei.
-Oh, e chi è che li ha separati?-
-Io, signore- balbettò Neville.
-Bravo ragazzo! Hai fatto proprio una buona cosa!-
-Grazie, signore... ma Gunter...?-
-Oh, beh, per quella cosa lì, mica dovete preoccuparvi, sapete?! Questa
specie di rospo qua lo fa ogni tanto di cambiare sesso se si deve
riprodurre. Si chiama... si chiama... oh, beh, non me lo ricordo come si
chiama, ma è normale, vi dico. Niente di strano-
I quattro ragazzi ammutolirono, incapaci di muoversi.
-Vuol dire... che non è colpa di una pozione o qualcosa di simile?- chiese
Draco, circospetto.
-Ma che! Non esistono robe simili. Oh, a proposito, state attenti se andate
al lago: ci sono delle zanzare che fanno paura! Se ti pungono ti ritrovi
tutto gonfio! Anzi, perché non portate i girini al lago: vedrete che
scorpacciate che si fanno con quelle zanzare là!- saltellò felice al
pensiero delle zanzare che finivano in bocca ai giovani ranocchi.
Draco prese per mano Harry, si alzò e cominciò a guidarlo verso la porta.
-Grazie, professore- mormorò, quasi non sembrava più lui.
-Grazie, Hagrid- gli fece coro Harry, uscendo dalla capanna.
Altri due ‘grazie’ farfugliati, seguirono i primi e poi Draco cominciò a
correre sul prato, seguito dagli altri, come se tutti sentissero la
necessità di scaricare la tensione dopo essersi liberati di un peso.
Draco rideva, abbracciò Harry e lo baciò.
Anche Harry rideva, ma gli veniva anche da piangere, così convinse Draco a
ritornare nella sua camera, lasciando indietro Ron e Neville.
Si lasciò cadere sul letto di Draco, che ancora rideva e sorrideva sollevato
e, incapace di controllarsi, cominciò a singhiozzare.
-Harry, cos’hai?- si preoccupò subito Draco.
Harry scosse la testa e si calmò un po’. -Scusa... è che... ormai ci avevo
fatto l’abitudine...-
Draco lo guardò incredulo. -Al bambino?-
Harry annuì. -Credevo... che saremmo stati una vera famiglia...-
Draco gli si sedette accanto. -Harry... noi... lo sai che non è possibile!-
-Lo so... ma... ci ho sperato...-
-Credevo che avessi paura...-
-Sì. Ma c’eri tu con me...-
-Ci sono ancora!-
-Ma non ci sarà mai una famiglia vera-
Draco si sentì mortificato. Si umettò le labbra e distolse lo sguardo da
Harry.
-Harry, io non ho mai desiderato una famiglia in quel senso. Voglio te. Non
desidero altro-
-Ho sempre voluto una famiglia, Draco! Non l’ho mai avuta...-
-Ho sempre desiderato liberarmi della mia famiglia, Harry! E non ne voglio
un’altra!-
-Cosa vuol dire?- ricominciò a singhiozzare Harry.
-Finché stiamo insieme nessuno dei due potrà avere figli, Harry, quindi,
credo sia inutile anche solo parlarne. Non puoi avere me e anche un figlio.
Dipende da te, da cosa vuoi di più-
Draco si sentiva il cuore in gola. Se Harry gli avesse detto che desiderava
di più avere una famiglia, che stare con lui?
Harry lo abbracciò. -Voglio te più di qualsiasi cosa al mondo! Però era
bello immaginare di poter avere entrambi-
Draco ricambiò il suo abbraccio e lo cullò, rassicurato, ma col cuore
stretto per l’impossibilità di realizzare la felicità perfetta per il suo
compagno.
Qualcuno bussò alla porta, cogliendoli di sorpresa, dato che mai nessuno,
oltre ad Harry, andava da Draco.
-Avanti-
Hermione entrò, teneva in braccio un cagnolino dall’aria vispa.
-Vi disturbo?-
-No, Herm’, figurati- le sorrise Harry, tristemente.
La sua espressione non sfuggì né alla ragazza, né a Draco, che si sentì
ancora peggio.
-Tu lo sapevi, vero, Herm’?-
La ragazza annuì. -Avevo sentito qualcosa in un documentario, così sono
andata a chiedere ad Hagrid. Non ve lo ho detto subito perché volevo tenervi
d’occhio e capire se vi amate sul serio-
-Ci amiamo, secondo te?-
-Sì, Harry- gli sorrise lei. -Ho anche pensato che, dopo aver accettato la
possibilità di avere un bambino, sapere che non c’è, vi avrebbe fatto
sentire soli... così...- guardò il cucciolo. -Non è un bambino, ma ha
bisogno di qualcuno che si occupi di lui. Hagrid l’ha trovato l’altro giorno
nella Foresta proibita... chissà come ci era finito... e lui ha già Thor...-
Harry si alzò dal letto con uno scatto, prendendo in braccio il cucciolo,
che abbaiò piano e si mise subito ad annusarlo, allungando il musetto verso
il suo viso per leccargli il mento.
-Lo teniamo Draco?- gli chiese un po’ meno triste.
Draco sospirò platealmente.
-Va bene, Harry! Come vuoi tu... vorrà dire che quello che avremmo speso per
la retta di Hogwarts, lo spenderemo in cibo per cani!- raggiunse il suo
ragazzo ed il cucciolo, che gli fece le feste e circondò entrambi in un
abbraccio.
-Come lo chiamiamo?- chiese Harry, entusiasta.
-Non Gunter!- fu categorico Draco. Sentiva già di voler bene a quella palla
di pelo.
Fine
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