Hanamichi
guarda a destra, guarda a sinistra, e lì intorno non vede
altro che
bambini. Bambini, decine, decine di bambini. Tutti intorno
a loro,
sparpagliati a gruppi sulla spiaggia di Kanagawa, e si
rincorrono,
si tirano acqua e palle di gomma, alzano castelli di
sabbia
armati di paletta e secchiello. Non verranno su dei bei
castelli,
Hana lo sa per esperienza: lì la sabbia è troppo
grossolana e
ghiaiosa per risultare abbastanza compatta. Questo ai
bambini non
sembra importare. Non costruiscono quei castelli per
andarvi ad
abitare. Costruiscono quei castelli per divertirsi, e
sembrano
farlo, e anche tanto.
Hanamichi li
invidia, lì, sebbene non abbia neanche una decina
d'anni più
di alcuni, si sente vecchio. Troppo grande, troppo
adulto, la
spiaggia è il regno della fantasia e delle illusioni, e
allora lui
cosa ci fa ancora lì?
Spera di
divertirsi come tutti gli altri, o almeno questa era la sua
speranza,
prima che Kaede non si spalmasse di abbronzante e
affondasse
il viso in un cuscino di vestiti improvvisati. Non sa se
dorme o no,
ancora non se la sente di chiamarlo. Osserva il mare, e
la risacca
piena che si imbianca di schiuma sul bagnasciuga, onde che
vengono e
sembrano non andarsene mai, assorbite dalla terra, dal
cielo,
dall'aria, dai corpi accaldati dei bimbi che ridono.
Viene e va,
il mare.
Viene e va,
sempre.
Una bambina
strilla poco distante da loro; quando Hanamichi scatta a
guardarla,
la vede china su un mucchietto di sabbia bagnata e informe
che doveva
essere una costruzione. Sakuragi fa per alzarsi, per
andarla ad
aiutare, ma due bambine lo precedono, le si siedono
accanto con
paletta e diverse formine colorate.
Si rilassa,
un po' deluso.
Non è più il
tempo di giocare, si ripete. Non più.
Si sdraia
sull'asciugamano, gli occhi sotto l'ombra dell'ombrellone,
le mani
sullo stomaco.
Non è più il
suo tempo, ma una volta lo era.
- Sai una
cosa, Kitsune?- tenta Hanamichi, e rimane sorpreso
dal 'Hn' di
esortazione di Kaede.
Ah-Haaaaa!
Ma allora fa solo finta di dormire… be', insomma…
…più o meno…
- Sai che io
odiavo andare al mare?
- Do'aho,
perché siamo venuti qui se lo odi?- ringhia comatoso
Rukawa
accanto a lui.
- Ho detto
ODIAVO, stupida Volpe, non ODIO.
- Hn…
- Comunque
lo odiavo veramente da bambino, mi facevano mettere
sempre i
costumi smessi dei cugini e dei figli delle amiche di mamma,
ed erano
cose orrende, veramente. Non so perché certi costumi per
bambini
facciano così schifo, a volte mi stupisco ancora. E poi non è
che avessimo
bisogno di quei costumi, i soldi li avevamo…
- Hn…
- Penso ce
li regalassero perché ero il più piccolo di tutti, e
quella roba
ancora mi entrava… Volpe mi ascolti?
- Hn.
Hanamichi si
gratta il naso e si trattiene dal dare un cazzotto al
deficiente
lì accanto. Meglio non arrabbiarsi, nella furia del
momento
potrebbe arraffare un marmocchio e usarlo come arma
contundente,
e non è esattamente ciò che vuole. Si rimette comodo e
continua a
raccontare.
- Ah, poi
c'era una bambina…
- Lo sapevo.
- Zitta,
Volpe, sempre a pensare male! Dicevo, c'era questa
bimba, avrà
avuto…non so… due anni credo. era la più piccola della
spiaggia, e
ce la spupazzavamo tutti.
- Hn.
- Geloso,
Kae?
- Hn.
- Amo le
sicurezze affettive che mi dai.
- Hn.
Hanamichi
scuote la testa divertito.
- Giocavamo
tutti insieme, e ovunque andavamo, ce la portavamo
sempre
appresso.
- Voi chi?-
borbotta Ru.
- Noi… io e
l'armata.
- Hn…
- Sì, come
dici tu, Kaede… Fatto sta che ormai è cresciuta e
manco ci
saluta più. Insomma, giocavamo, mangiavamo, nuotavamo sempre
insieme, e
ora siamo estranei. Ha un che di deprimente!
- …
- Ho smesso
di odiare il mare quando non venivo più con i miei,
ma con Yohei
e gli altri. Eravamo il terrore della spiaggia! Guarda
lo vedi
quello scoglio lì?- dice indicandone uno davanti a sé; quando
Kaede non
accenna a guardarlo, continua a battergli la mano sulla
spalla
finchè Ru non alza la testa, guarda lo scoglio, grugnisce e
torna a
vegetare.
Hanamichi
sorride soddisfatto.
- Là ci
tuffavamo in continuazione, era magnifico! Ti sei mai
tuffato da
lì, Volpe?
- No.
- Non sai
cosa ti perdi, credimi!
- Hn.
- Dico
davvero! Facevamo a gara di tuffi! E poi quella volta…
ah,
bellissimo! Stavamo per decidere chi doveva tuffarsi per primo,
quando
abbiamo visto galleggiare a tipo due metri di distanza un
enorme pezzo
di cacca!
- Do'aho,
che schifo!!!- esclama disgustato Kaede.
- Ti
giuro!!! Quanto sarà stato, così?- cerca di ricordarsi,
allontanando
gli indici delle mani di una trentina di centimetri.
Non fa caso
al grugnito di Ru.
- C'era
questo coso immenso che navigava verso di noi, e Yohei,
Okusu e Noma
si sono tuffati subito per evitarlo. Poi si è buttato
Takamiya, e
ha schizzato talmente tanta acqua che ha lanciato il
pezzo di
cacca addosso al vecchietto!
Hanamichi
scoppia a ridere e commenta:
-
Bellissimo!
- Do'aho, se
questo è il tuo concetto di bellissimo, evita di
usarlo
riferito a me… - borbotta schifato Kaede. Hanamichi ridacchia.
- Ti ho mai
detto delle nostre gare a chi riscaldava di più
l'acqua con
la pipì? In pratica…
- NON VOGLIO
SAPERLO!
- Uhm, uhm,
comprendo… Allora vediamo, che altro è successo?
Ah, vabbè,
ci sono state tute le notti passate a dormire in spiaggia,
senza
coperte nè asciugamani, con solo lo stomaco di un tuo amico
come
cuscino. Non sai quante volte ci siamo risvegliati con la febbre!
- …
- Poi ci
sono state le giocate a carte. Sinceramente non ho mai
capito
perché appena decidevamo di farci una partitina, si alzava il
vento e
dovevamo andare a recuperare l'ombrellone o il cappellino
volato via
in testa a qualcuno. Pensavano lo facessimo apposta a
tirar loro
la roba in testa! Come quella signora… hai presente il
giochino di
lanciare di taglio una pietra e vedere quanti salti fa
sul pelo
dell'acqua? Be', un pomeriggio eravamo io e Yohei, prendo
una pietra,
la tiro… solo che devo averla lasciata troppo tardi,
perché
invece di finire in acqua è finita in testa a una signora,
proprio qui,
sulla fronte.
Kaede non
apre gli occhi, ma si mette le mani in testa e scuote il
capo
rassegnato, ed è già un commento da sé.
- Ehi
Kitsune, guarda che non l'ho fatta mica apposta!
- Lo so, è
per questo che mi preoccupo…
- Ah, ah,
ah, spiritoso! Ne approfitti perché ci sono i bambini
e non posso
pestarti, ma il Tensai non si fa irritare da una stupida
Volpe come
te.
- …
Hanamichi
rimane qualche istante in silenzio. Quando Ru sta per
sprofondare
nuovamente nel sonno, la voce di Sakuragi lo riporta alla
realtà.
- Sai che
avevamo una ciambella enorme?
- Sarà stato
contento Takamiya…
- No,
deficiente, intendo una ciambella di gomma. In realtà
all'inizio
era un canotto intero, ma poi si è sfondato, ed è rimasto
solo
l'esterno. Era arancione e rosso, con le scritte blu, me lo
ricordo
ancora; penso dovremmo ancora averlo, da qualche parte in
cantina…
- Hn.
- Sì, sì,
non mi sbaglio, sarà lì. Noi ci giocavamo in
continuazione, anzi, devo dire che quel canotto ha avuto più successo
col didietro
sfondato che …
Kaede si
schiaffa le mani sulla bocca e scoppia a ridere. Hanamichi
lo guarda
confuso.
- Che hai,
Kits?
- Niente,
stavo per dire una cosa non adatta alle orecchie dei
bambini…
Hanamichi lo
guarda perplesso.
- In che
senso?
- Qualcosa
che ha a che fare col DIDIETRO e con lo SFONDATO, ma
non
preoccuparti, te lo spiego meglio dopo a casa…
- Ma…
- Continua
la storia.
- Oh, be'…
un giorno stavamo giocando con la nostra
ciambellona,
e ad un tratto spuntano dei ragazzini più grandi, e ce
lo volevano
prendere.
- Hn.
- E allora
non immaginerai mai cos'è successo!- esclama
Hanamichi, e
scoppia a ridere ripensandoci.
- Testata?-
tenta fiacco il Volpino.
- No, molto
MEGLIO! Alle loro spalle emerge il padre di
Takamiya…
cavoli, era immenso! Hai presente quando appare il Nautilus
la prima
volta nella 'Leggenda degli uomini straordinari'? Ecco,
uguale! Avrà
impiegato tipo un minuto per uscire tutto, ed era
ENORME; ha
coperto l'orizzonte! Dovresti vedere come sono scappati,
bellissimo!!!
- …
- Non fare
quella faccia, sai che intendo!
- …
- Come non
detto, ti ignoro… Vediamo, che altro facevamo?
Ci riflette
pochi attimi e poi esclama con occhi brillanti:
- Ah, sì,
inseguivamo i granchi!
-
Stimolante- commenta sarcastico Kaede.
- Tu ci
scherzi, ma era affascinante! Ce n'è una vera colonia
lì, nello
scoglio dei tuffi, ed è tutto un buchi e sporgenze, e
quando stavi
in acqua e non sapevi che fare, era perfetto! Potevi
anche fare
il tifo per il tuo granchio preferito durante le gare di
velocità…
- Tra
granchi?
- Sì!!!
- …
- Ma se non
l'hai mai fatto, che ne sai?! i granchietti sono
adorabili,
mica come… Kaede, che tu sappia, i mucci sono velenosi?
- I che?
- I mucci,
le vacchette di mare. Sono tipo spugne piatte,
viscide e
nere, si attaccano su alcuni scogli sott'acqua… ce le hai
presente?
- No.
- Oh… io non
sono ancora riuscito a capire se sparano veleno o
no. È quello
che dicevamo sempre, ma non ho mai capito se era un o
scherzo, e
mi scordo sempre di controllare. Una volta ho avuto una
brutta
esperienza con un muccio. Per un'estate abbiamo preso a
frequentare
un altro gruppo di bambini, e uno di loro aveva una barca
e ci ha
portati… suo padre, intendo…. Ad un'altra spiaggetta, dove il
mare era più
calmo. Al ritorno erano saliti tutti, tranne io e un
altro, Eiji.
Io ero attaccato alla scaletta, quando vedo una macchia
nera sotto
di me: immergo la testa e vedo che è un muccio! Ero già
salito quasi
del tutto, quando sento Eiji che mi strappa via dalla
scaletta, mi
butta a mare e sale lui. non sono morto, per cui
immagino non
ci fosse veleno, ed ero troppo terrorizzato per dire
nulla… però
mi sono rifiutato di rivedere Eiji e qualunque altro di
quei
bambini. Mi sono sentito tradito nel profondo. Anche se era
solo una
stupidaggine… però… STRAPPARMI in quel modo via dalla
scaletta,
quando ero già salito… mi ha ferito. Ho capito che non
potevo
fidarmi, e sinceramente non voglio stare con gente di cui non
mi fido, e
che non ha fiducia in me.
- Fai bene-
dice asciutto Kaede, e già il fatto che non abbia
aggiunto
commenti ironici gli fa capire che ha intuito che ,
nonostante
l'idiozia della cosa, non deve essere stato per niente un
momento
piacevole.
- Ehi, Kae,io
ho fame. Ti va un gelato?
- Hn.
- Ghiacciolo
al limone?
- Hn.
- Ok, vado!
***
Sono
entrambi seduti, ora, a guardare il mare con le sue onde,
ghiacciolo
al limone per Kaede Rukawa, cornetto maxi gusto con
nocciole e
cioccolata per Hanamichi Sakuragi. Tra un boccone e
l'altro,
Hana domanda curioso:
- E tu ne
hai, di ricordi sulla spiaggia?
Kaede fissa
il suo ghiacciolo, leccando là dove si è sciolto, e
guarda il
mare. si scosta la frangia dagli occhi.
- Pochi, due
o tre, credo, e neanche così fenomenali.
- Non venivi
spesso a mare?
Kaede scuote
la testa.
- No, è
che…- si ferma, una mano posata sul ginocchio piegato,
gli occhi
socchiusi per il riverbero del sole. Cerca le parole per
spiegare.- È
che credo siano veramente molto poche le esperienze
divertenti
che puoi fare con i genitori.
- Oh, non
c'erano ragazzi della tua età?
Kaede guarda
storto Hanamichi, come a voler dire: " devo proprio
parlare?",
ma lo sguardo da cucciolo incuriosito è troppo per lui.
Sbuffa.
- No,
c'erano, ma non ci andavo d'accordo.
' Che
eufemismo'.
Sono passati
diversi anni, ma ricorda perfettamente come era andata a
finire. Lo
trattavano male perché non la pensava come loro, perché
criticava…
ma solo perché erano nello stesso gruppo doveva stare in
silenzio
senza dire le proprie opinioni?
Sì, a quanto
pare.
Nel giro di
poche ore si era ritrovato isolato da tutti… e le parole
di suo
padre, quando si era accorto della cosa: " Lasciali perdere,
Kaede, non
fargli vedere che soffri. Anzi, ridi! Mostragli che anche
senza di
loro sei capace di divertirti, e anche tantissimo!!". E così
lui aveva
fatto, giocando con i suoi genitori a racchettoni,
costruendo
castelli di sabbia o schizzando con acqua gelida la mamma
asciutta
sull'asciugamano.
Dopo un paio
di sere, aveva trovato una lettera indirizzata a lui
sullo
zerbino.
" Caro
Kaede,
perdonaci se
ti abbiamo trattato male, siamo degli scemi e anche dei
deficienti.
Torna nostro
amico, per favore.
Ci vediamo
domani a mare?"
Aveva
ripreso a frequentarli, ma era stata l'ultima estate.
- Come mai
non c'andavi d'accordo? - domanda curioso Hana.
- Non
facevano altro che baciarsi , strusciarsi e girare per
strada. Non
è esattamente il mio sogno.
- Oh… non
avrai …
- No, non ho
fatto, do'aho, tranquillo.
- Oh, bene.
Be', allora, dai, raccontami, questi due o tre
ricordi con
i tuoi.
- Hn…
- Dai, per
favore! Non mi hai mai raccontato nulla, sono
curioso! Per
favore! Dai, Volpe, su!!
Kaede sbuffa
per la seconda volta, arrendendosi.
- Hn… una
vota eravamo in barca, e ho visto una cosa che
galleggiava.
Era un pesce.
Si zittisce.
Hana inarca le sopracciglia esasperato.
- E poi?
- E poi
cosa, do'aho? Era un pesce e ce lo siamo mangiato.
- Tutto qui?
- Senti, ti
avevo detto che erano cavolate…
- No, no,
non è per questo! Racconta con più particolari.
Rukawa lo
guarda male, molto, molto male. Hana sospira e affonda i
denti nel
suo cornetto.
- Ok, ok,
come non detto… E gli altri?
- Hn… c'è
stata la mia prima uscita a caccia con mio padre. Ho
visto un
polipo e lo abbiamo preso.
- E…?
- Si può
sapere che diavolo pretendi, do'aho?!?- sbotta seccato
Ru.
- Voglio
sapere come ti sei sentito, ecco cosa! Da come li
descrivi
sembrano cazzate, ma dai tuoi occhi si capisce che devono
essere stati
meravigliosi, almeno per te! voglio sapere cos'hai
provato.
- E cosa
devo provare? Era un polipo e ce lo siamo mangiato!
- Eh, ma
come ti sentivi?
- Hn?
- Come ti
sentivi? Alla tua prima uscita becchi un polipo, e
cosa hai
provato?
- …
- Eri
felice? Triste? Orgoglioso?
Kaede
sbotta:
- Ero
felice, ok?
- Oooh,
questo volevo sapere, i sentimenti del mio amore…
- Idiota.
- …Ora
continua pure.
Ru scuote la
testa senza speranza e prosegue.
- Una volta,
prima di entrare in acqua, ho detto a mia madre: "
vado a
pescare".
- E…?
- E ho
trovato appena immerso 1000 yen.
- Mortacci
tua che culo!
- Hn…
- E poi?
- Poi ho
detto: " Vado di nuovo a pescare", e mi sono immerso.
Altra
banconota da 1000 yen.
- Kitsune,
il tuo deretano nel trovare soldi in acqua è pari
solo a
quello che ti assiste quando centri il canestro!- esclama
sconvolto
Hanamichi.
- Quello si
chiama talento, do'aho!
Hana fa per
rispondere acido, quando una manina si frappone tra i
loro visi: è
una bimba piccola, con i codini, i braccioli, un
costumino
rosa e un sorriso dolcissimo. Prende la mano di Sakuragi e
vi appoggia
un sassolino grigio; poi prende quella di Kae e vi lascia
un'alga
verde. Senza dire una parola, si tuffa in acqua e nuota via
sculettando.
Kaede
osserva l'alga che ha in mano con sguardo truce.
- Questa non
si mangia- commenta disgustato.
- Stupida
Volpe, chissà lei cosa ci vedeva.
- Hn?
- Sì,
insomma… per i bambini è diverso il modo di vedere le
cose, chissà
cos'ha visto in questo sasso e in quell'alga. Se non
fossero
belli per lei, non li avrebbe raccolti.
- Hn.
- Kae, parlo
sul serio! Guarda!- dice, e afferra una manciata
di sassi, e
glieli mostra. - Questi per te cosa sono?
- Sassi?
- Esatto,
sassi, ma lo sono solo per noi due. Secondo te,
questo
cos'è?- chiede, e gli fa vedere una pietra bianca e liscia.
- Una
pietra?
- Sempre per
noi due. Magari per quella bambina è un pezzo di
formaggio, o
una perla.
- Troppo
sole…
- DAI,
piantala, sono serio! Da piccoli con Yohei e gli altri
giocavamo
sempre ai naufraghi, e la nostra isola deserta era lo
scoglio dei
granchi.
Kaede lancia
un'occhiata all'enorme scoglio davanti a lui, ricolmo
sopra e ai
lati di marmocchi starnazzanti.
- C'era così
tanta gente?- chiede.
Hana fa
spallucce.
- Boh,
forse. Non è che ci importasse molto se c'erano altre
persone.
Quando un bambino si diverte, non considera altri che i suoi
compagni di
gioco. Potevo anche sbattere contro un adulto e chiedere
scusa, sarei
rimasto comunque un NAUFRAGO. Nella mia realtà mentale,
quell'adulto
lì non c'era.
- E i sassi?
- Oh, i
sassi… i sassi erano le nostre scorte di cibo. Non
facevamo
altro che tuffarci dallo scoglio, prendere pietre
sott'acqua,
posarle sullo scoglio e rituffarci. Ogni pietra era un
qualcosa da
mangiare, non so: banane, carne, pesce, acqua… poi pian
piano che le
mangiavamo, le ributtavamo in mare. Lo so che detto così
può sembrare
stupido e ridicolo… ma il fatto è che PER NOI non lo
era. Era
vero. Era un gioco, certo, ma niente ci impediva di essere
naufraghi… o
alieni… o tutto quello che la forma di una roccia o di
un sasso
suggeriva alla nostra fantasia.
Hana
sorride.
- Se poi
c'era la scusa per tuffarsi, ancora meglio. Quando
c'erano le
onde alte e ti buttavi dallo scoglio, con un po' di
fortuna ti
ritrovavi addosso alla gente IN SPIAGGIA!!! Dieci metri
sott'acqua,
bellissimo!
Kaede fissa
lo scoglio dei granchi pensoso, poi sussurra:
- Sai, Hana,
io non mi sono mai tuffato. Mai.
Hanamichi lo
guarda sconvolto.
- CHECCOSA?
Non ti sei mai tuff…-. Si interrompe. Buttarsi già
dagli scogli
sono cose che fai con gli amici, non con i genitori. È
una cosa per
ragazzi, non per adulti. Hanamichi guarda il suo ragazzo
e sorride.
- Dai,
andiamo!
- Dove?
- A
tuffarci, no?
- Do'aho!
- Che c'è,
stupida Volpe, hai paura?
Kaede scatta
in piedi, con un sorriso di sfida sulle labbra.
- Ti
straccerò, Hana. Non basteranno pezzi di cacca
galleggianti
per salvarti.
Corrono in
acqua, digrignando i tempi alla differenza di temperatura
tra esterno
e interno; poi, poche bracciate e salgono sullo scoglio.
Sakuragi ha
familiarità con quella roccia, conosce bene dove trovare
gli appigli.
Ariva per primo, e rimane ad osservare con aria
trionfante
Rukawa che avanza più lentamente. Lo sente borbottare
riguardo
allo sfondare qualcosa. Hana inizia ad avere il sospetto
che non sia
riferito ad un canotto. È un grosso, grosso sospetto.
Quando Ru lo
raggiunge, sorride ed esclama:
- Guarda
come si fa, baka kitsune!
Si posiziona
sull'orlo roccioso, spalanca le braccia e urla:
- SONO UN
GENIOOOOOOO!!!
Kaede gli
molla una piccola spintarella tra le scapole, e Sakuragi
precipita
giù.
- Tsk!- è
l'unico commento di Kaede, prima di seguire in acqua
il suo
ragazzo.
Hanamichi
riemerge schizzando acqua. Quando intravede Kaede accanto a
lui, gli si
getta contro, con una gran voglia di strozzarlo.
- Stupida
Volpe!!! Per colpa tua ho dato una panzata assurda!
Tu… Kae,
stai bene?- domanda calmandosi di botto.
Rukawa
continua a strofinarsi gli occhi.
- Bruciano
-dice solo.
- Oh…
Kaede prova
a socchiudere le palpebre, e Hana intravede appena uno
spicchio di
cornea arrossata lucida di lacrime, prima che si serri di
nuovo.
Sente il
Rossino immergersi davanti a lui, sente la sabbia intorno ai
suoi piedi
smuoversi e vorticare nell'acqua calda. Hanamichi ritorna
in
superficie. Socchiudendo gli occhi, Kae vede che Hana ha tra le
mani delle
pietre, ne osserva alcune, ne scarta altre. Ne prende una
tra le dita.
- Guarda che
bella questa, guarda che… no, fa schifo!
La getta
via.
Alla fine ne
sceglie una piccola, color mattone con le striature
bianche.
- Tieni,
Kitsune, so che sei perso senza di lei.
Ru osserva
la pietra.
- Cos'è?
- È la tua
palla da basket, no?- sorride Hana, come se la cosa
fosse ovvia.
Kaede
sorride a sua volta. Un secondo dopo, lo afferra per la nuca e
se lo attira
contro, le labbra a pochi millimetri, le narici
impregnate
di salsedine.
- Doa'ho…
-mormora sensuale ad un Hanamichi tremante e col
fiatone.
Poi, si
blocca.
L'acqua.
- Stavi
pisciando, prima? l'acqua mi sembrava molto più calda…
Un
ridacchiare vetusto, alle loro spalle. Si girano: c'è una comitiva
di
vecchietti, in costume intero e con quell'aria soddisfatta che
solo uno
svuotamento di vescica riesce a creare.
' Il
sospetto era giusto' pensa disgustato Kaede. ' E visto che
l'acqua è
calda da quando Hana si è immerso per la seconda volta…'
Hana…
…immerso…
…nella…
Sia Hana che
Ru arrivano alla soluzione contemporaneamente.
(E lo stava
per baciare!!!!)
Hana ghigna,
lui non ha più nulla da perdere.
- Azzardati
ad avvicinarti…- lo minaccia truce Ru, ma Sakuragi
non lo
ascolta. Attacca a schizzare acqua sul suo amore, scoppiando
a ridere,
ridere felice, perché forse l'importante non è cosa ci sia
veramente in
quell'acqua, ma che ci siano LORO.
L'importante… è come si sentono loro.
Hana è
felice.
Quando Kae
prende a schizzarlo a sua volta, sa anche che il suo
amore lo è,
mente ridono come scemi, sotto il sole d'agosto e i
riflessi di
un mare che profuma di ricordi.