***
Legami di carta
di
Niane
***
Ho gettato il mio quaderno perché mi annoiavo.
Mi sentivo grigio come l'aria che ci circondava e monotono come una
sequenza infinita di teschi coricati: il gioco non ha senso se
l’avversario non è all'altezza .
L'ho lanciato in un momento che gli umani definirebbero ' di sconforto',
uno di quegli istanti sempre più numerosi in cui mi trovavo a rimpiangere
di aver scritto così tanti nomi e di essere perciò costretto a vivere
altrettanto a lungo in un tedio totale.
Ci stavo pensando già da un bel po', ma quando l'ho buttato per davvero,
ho agito sulla scia di un impulso momentaneo. Avrei potuto pentirmene,
invece ora sono certo che sia stata la cosa migliore che abbia mai fatto.
E la più divertente.
- La vuoi smettere di sghignazzare come un'idiota?- la voce di Light suonò
acida e dura, nonostante non fosse nulla nient'altro che un sussurro roco,
e il ghigno sul viso dello shinigami si allargò ancora di più.
- Siete così carini, che mi fate quasi tenerezza.- ridacchiò
appollaiandosi sulla testiera del letto, dietro di lui.
Light sospirò chiudendo gli occhi e accarezzando distrattamente i capelli
di Ryuzaki, che dormiva serafico sul suo petto. Nonostante l'aspetto
selvatico e indisciplinato erano morbidi, quasi serici e scivolavano
piacevolmente tra le dita, inafferrabili come Ryuzaki stesso. Riaprì gli
occhi di scatto e incontrò quelli tondi e sporgenti di Ryuk che lo
squadravano dall'alto, in silenzio, attenti ed aguzzi come quelli di un
avvoltoio. Senza distogliere lo sguardo, inarcando perplesso un
sopracciglio, fece scorrere la mano lungo il collo freddo e pallido del
ragazzo addormentato, sfiorando il rilievo prominente delle scapole,
scendendo lentamente lungo la spina dorsale. Ryuzaki mugugnò di piacere,
strusciando la guancia contro il suo petto e Ryuk sogghignò permettendosi
di fissare il corpo nudo del giovane detective. La pelle eburnea della
schiena, delle spalle, dei fianchi e anche del gluteo sinistro era
arrossata dal ricordo delle unghie di Light, che vi si erano conficcate
con forza poco meno di venti minuti prima. Con uno sbuffo indispettito
Light afferrò un lembo del copriletto, strattonandolo fino a riuscire a
coprirgli alla meno peggio il corpo.
Era abituato ad avere costantemente accanto a sé lo shinigami, anche
quando si cambiava o si lavava o dormiva e di certo, ormai, Ryuk conosceva
alla perfezione ogni dettaglio del suo corpo, ma vederlo osservare Ryuzaki,
nudo e addormentato, gli dava fastidio.
- Non è che sei venuto dentro a guardarti tutto lo spettacolo vero?-
chiese colto da un dubbio improvviso.
Ryuk sollevò gli occhi ammirando la sgranatura perfetta e bianca del
soffitto - Ehmm, perché, non avrei dovuto?- chiese grattandosi la testa.
Light inspirò con forza, imponendosi di mantenere la voce bassa per non
svegliare Ryuzaki - Avresti almeno potuto girarti dall'altra parte -
sibilò indispettito.
- Ma avanti, Light, vi ho sempre osservato dal mio mondo, sai quanta gente
ho visto fare quello che avete fatto voi? E per di più non avete nemmeno
brillato per originalità, non offenderti, ma siete stati abbastanza
canonici. Non c'era molto d’avvincente da vedere.-
- E perché non ti sei girato allora?-
Lo shinigami si strinse nelle spalle continuando a grattarsi la cima della
testa - Perché...ecco...lanciavi di quegli urletti che mi avrebbero
costretto a girarmi ogni due secondi per controllare la situazione.-
Gli occhi di Light si socchiusero riducendosi a due fessure invisibili -
Ryuk- sibilò maligno, ma l'altro accavallò la lunghissima gamba destra
sulla sinistra, facendogli penzolare un piede davanti agli occhi e si
piegò verso di lui - In ogni modo era molto preso anche lui, il tuo piano
sta andando alla perfezione, qual è la prossima mossa?-
- Scusa?- sussurrò pianissimo, spostando la mano sull'orecchio
dell'addormentato. Ryuzaki aveva le palpebre abbassate, il viso rilassato,
l'indice in bocca e il respiro lento e regolare, così come il battito del
cuore, però Light non poteva avere la certezza che stesse davvero
dormendo.
- Fa tutto parte di un piano, no?- spiegò Ryuk piantando nuovamente gli
occhi tondi nei suoi. Light sorrise dolcemente; in un certo qual modo lo
shinigami gli ricordava un cane scodinzolante in attesa di un biscottino.
Se era riuscito a capirne appieno la personalità, Ryuk aveva quasi più
bisogno di colpi di scena, che ravvivassero la sua attenzione, che non di
mele.
- Ovvio- mentì per accontentarlo.
Quel pomeriggio, all'inizio, c'era stato un piano: restare solo con L,
carpire i suoi punti deboli, diventare suo amico e ottenere la sua
fiducia. Il vero nome di L non gli serviva più: ucciderlo mentre
sospettava che lui fosse Kira era troppo pericoloso, però se il detective
si fosse fidato di lui e se lui se fosse riuscito a far crollare quella
miserevole percentuale di sospetto ad uno zero, allora sarebbe stato al
sicuro. E avrebbe potuto pensare ad un modo per eliminarlo con calma.
Così era piombato nella stanza d'albergo senza avvertire, armato con una
torta al cioccolato, panna e fragole e dell'ottimo tè verde. A dispetto
degli strepiti di suo padre aveva spento i televisori ed il computer,
accusando lui e Watari di star approfittando troppo di Ryuga: anche il
miglior detective del mondo aveva diritto ad un momento di pausa. Suo
padre gli aveva dato dell’infantile, mentre il maggiordomo aveva atteso in
silenzio in un angolo. L si era alzato, sfregandosi il piede destro sul
polpaccio sinistro, e aveva scartato la torta.
- Forse sì, - aveva detto afferrando la punta di una fragola grossa e
carnosa, affondandola nella panna prima di portarsela alle labbra e
morderne un pezzo - forse un po' di svago potrebbe schiarirmi le idee-
aveva concluso, cercando lo sguardo di Light che lo aveva sostenuto con
fermezza. - Potreste approfittarne per riposarvi anche voi due.-
- Ma...- suo padre aveva tentato di ribattere, ma L si era stretto nelle
spalle interrompendolo - Non penso che Yagami-kun stia cercando di
avvelenarmi- aveva detto leccando lentamente la panna rimasta sul moncone
di fragola - e poi mi piacerebbe fare quattro chiacchiere da solo con
lui.-
Light aveva sorriso e si era avvicinato al dolce, tagliando due fette
perfettamente identiche. - Ti assicuro che la torta non è avvelenata-
aveva ribattuto con tono gioviale - e come prova ne mangerò una fetta
anche io. Papà, davvero avresti bisogno di dormire un po'.- Aveva
insistito rovinandosi con le sue stesse mani. Suo padre aveva annuito e
Watari era uscito con lui, chiudendo la porta con delicatezza, lasciandoli
soli. Lasciandolo in trappola.
- Ryuga, che fetta vuoi?- chiese disponendole entrambe su un piattino
dalla delicata fantasia floreale azzurra. Erano due fette uguali, tre
ciuffetti di panna su ognuna, una fragola rossa e polposa e una quasi
identica quantità di scagliette di cioccolato.
- E' lo stesso, - rispose L accovacciandosi su una poltrona, sfregando gli
alluci tra loro - anche se tu fossi Kira non mi uccideresti comunque ora.-
Light sorrise porgendogli un piattino e accomodandosi nella poltrona
accanto - Hai ragione. Siamo soli nella stanza, sarei il primo sospettato.
Anche se la morte per avvelenamento non ricade nel modus operandi di Kira
-, ma avrebbe sempre potuto essere una buona soluzione per farlo fuori una
volta che i sospetti su di lui fossero crollati. Se 'morte per
suicidio' era una causa di morte valida, forse lo poteva essere anche
'morte per intossicazione alimentare'. Avrebbe dovuto fare una
prova. Una sola. Su un pesce piccolo.
L inghiottì una forchettata di dolce prima di rispondere atono - Ci sono
dei veleni che causano una morte per infarto.-
- Ritieni che possa trattarsi di un avvelenatore? E' una pista nuova-
ammise, premendo i denti della forchetta nella punta del dolce. Un taglio
netto, senza sbavature.
L scosse la testa e, presa la fragola tra l'indice e il pollice, l'usò
come un cucchiaino, affondandola nella crema per poi succhiarla con
delicatezza prima di farla sgusciare tra le labbra, intatta e pulita - No.
E' un sistema troppo complesso, necessiterebbe di una rete di complici ed
è anche un modo poco pulito: avrebbe dovuto scapparci qualche vittima non
prevista. Era solo così per dire- spiegò tornando a immergere il frutto,
questa volta nel cioccolato.
Light lo fissò per un istante, prima di distogliere lo sguardo di colpo.
C'era qualcosa nel modo in cui mangiava che lo infastidiva profondamente.
Con un gesto preciso tagliò un altro pezzettino di torta, dando alla fetta
una forma leggermente squadrata. - Sospetti ancora di me, vero?- chiese a
bruciapelo, tenendo la posata in bilico tra le due dita e riportando la
sua attenzione su di lui.
La lingua di L si fermò a metà leccata, indugiando appena contro la parete
rugosa della fragola, ignorando la goccia di crema pasticcera che gli
stava colando lungo il pollice. - Uh, sì - borbottò pensieroso - ma direi
che sei sceso a un 2%- concesse succhiando la goccia di crema alla base
del pollice, risalendo per tutta la lunghezza del dito.
Light aprì la bocca e la richiuse.
Avrebbe dovuto ribattere dicendogli che gli andava bene, che nemmeno lui
in fondo era convinto al 100% che Ryuga o Ryuzaki, se preferiva, fosse il
vero L. A quel punto L avrebbe dovuto ribattere qualcosa e lui si sarebbe
infervorato chiedendogli cosa dovesse fare per ottenere la sua piena
fiducia.
Però non riusciva più a parlare, era come se una mano gigantesca gli
stesse schiacciando il petto e non era una sensazione del tutto
spiacevole.
La lingua di Ryuuga guizzava veloce tra le labbra leggermente rosate,
stuzzicando appena la polpa del frutto per raccogliere la panna o la crema
o la cioccolata con una golosità ferina e infantile.
- C'è qualcosa che non va, Light-kun?- domandò L perplesso alzando appena
gli occhi socchiusi.
Yagami scosse la testa allungando lo sguardo verso il monitor del pc. La
grande elle bianca in carattere gotico era sparita, sostituita da una
schermata nera e spenta che non riusciva a distrarlo in nessun modo.
Avrebbe potuto mentire, dirgli che no, andava tutto bene. Ma non era vero
e non era nemmeno sicuro di poter controllare la propria voce e, se avesse
tremato anche solo un istante, L avrebbe capito che mentiva. Era lì per
intrappolarlo, per costringerlo a fidarsi di lui, non poteva insospettirlo
mentendogli.
- E' tutto a posto, solo che...bhè ecco mangi in un modo discutibile,-
ammise alla fine schiarendosi la voce con un sorriso.
L si strinse nelle spalle - Sennò non mi concentro,- spiegò inghiottendo
la fragola con un unico boccone.
- Potresti smettere di concentrarti quando sei con me, pensavo che
avessimo deciso che dovessi svagarti un po'.- borbottò appoggiando il
proprio dolce quasi intatto sul tavolino di vetro.
- Invece è quando sto con te che mi devo concentrare di più. Mi sembra
sempre che tu abbia un doppio fine, Light-kun.-.
-Un doppio fine, io?- chiese spalancando gli occhi, imponendosi di non
girarsi verso quell'idiota di Ryuk che rideva alle sue spalle - Come puoi
pensare che...-
L lo interruppe con un gesto della mano, passando il dito indice sul
piatto, raccogliendo i rimasugli di crema e pasta. - Se sei Kira hai
bisogno di avvicinarti a me per trovare un modo per eliminarmi e questo è
chiaro, ma supponiamo per un istante che tu non lo sia. Per quale motivo
ti staresti dando tanto da fare per un caso così difficile? Forse non lo
sai, ma anche l' FBI si è tirata indietro per paura. Non restiamo che noi
sette, otto con Watari. E a Kira basta scoprire i nostri volti per
ucciderci tutti. Cosa ti spinge ad aiutarci Light-kun? Perché un ragazzo
brillante come te, appena entrato all'università, è pronto a correre un
rischio simile? Cosa pensi di ricavarne?-. Lo disse senza prendere fiato,
tenendo gli occhi fissi in quelli nocciola che lo guardavano attentamente.
Light sostenne lo sguardo con decisione, riflettendo febbrilmente.
Era quella la domanda che aveva aspettato con tanta ansia, quello il
momento per la mossa finale, ma doveva muovere la sua pedina con
attenzione. La sua risposta avrebbe decretato lo scacco matto per uno di
loro due. Il Kira che L aveva in mente era un assassino che uccideva in
nome della giustizia. Un essere malvagio. E il Light che L aveva in mente?
Com'era Light? Cosa avrebbe detto un Light completamente innocente nella
mente di L? Se avesse parlato di giustizia L avrebbe sentito riecheggiare
la voce di Kira? E se invece avesse parlato di ambizione? Il Light nella
mente del detective era ambizioso o sarebbe parsa una montatura?
L lo guardava, gli occhi immobili, spalancati nelle palpebre, la crema che
scivolava lenta lungo il suo indice e il piede destro che si sfregava
contro il sinistro, in attesa.
- Sai, forse hai ragione- mormorò Light con un sospiro abbassando gli
occhi verso il pavimento - forse voglio davvero ricavarne qualcosa. E non
parlo solo della stima e dell'orgoglio che ricaverei dal riuscire a
mettere in prigione un pluriomicida che ha sconfitto anche l'FBI, ma della
mia pace interiore.- tacque un istante, quel poco che bastava per ottenere
tutta l'attenzione del suo auditorio, poi espirò con forza sollevando di
nuovo gli occhi verso quelli di L - Voglio fermarlo, voglio che smetta di
uccidere, perché anche se so che è solo un assassino, c'è una parte di me
che è profondamente convinta che invece stia facendo una cosa giusta.
-confessò con la voce tremante fissando L negli occhi.
- Ogni tanto viene da pensarlo anche a me, ma basta solo ricordare che,
anche se dotato di un'abilità impressionante, non è un dio, ma solo un
uomo. E ogni uomo che decide arbitrariamente chi debba vivere o morire è
un essere malvagio. – ammise serafico il detective portandosi il dito alle
labbra succhiandolo lentamente, trascinandolo nella bocca, prima di
lasciarlo uscire per poi riprenderlo tutto all'interno, con evidente
piacere.
Ryuk rise senza ritegno, afferrandosi lo stomaco tra le mani,
pregustandosi già la reazione di Yagami, conscio che non poteva reagire
più di tanto senza insospettire L, ma Light espirò con forza coprendo i
pochi metri che lo separavano dal detective con tre lunghe falcate.
- Ryuga- lo chiamò con un sibilo afferrandogli il polso, senza notare il
sorriso soddisfatto che gli stava sorgendo agli angoli della bocca.
- Sì, Light-kun?- chiese fissandolo direttamente negli occhi: non aveva
paura di lui. Se era Kira temerlo era inutile, se era Kira e se le sue
parole l'avevano colpito nel suo orgoglio infantile e l'avesse ucciso
Yagami Light sarebbe stato arrestato e, in ogni caso, sarebbe stata fatta
giustizia.
- Sei sicuro di non essere tu ad avere un doppio fine?- domandò piegandosi
su di lui, imprigionandolo tra il proprio corpo e la poltrona.
Gli occhi scuri divennero ancora più grandi, dispersi nel viso pallido. -
Cosa vuoi dire?- Certo che aveva un secondo fine, voleva coglierlo in
fallo, farlo contraddire, costringerlo a smascherarsi e a rivelare che
nonostante contro di lui ci fosse un misero 2% Light Yagami era davvero
Kira, ma non gli sembrava che Light-kun intendesse quello.
- Voglio dire...solo questo,- sussurrò allungando la mano libera verso il
piattino che Ryuzaki teneva ancora in grembo, raccogliendo con due dita
gli avanzi della crema prima di spingergliele verso le labbra. Preso in
contropiede L socchiuse la bocca lambendo la crema, soffermandosi con più
attenzione a succhiare i due o tre punti sporcati dalle scagliette di
cioccolato sciolte. Light sospirò profondamente, sentendo che quelle dita
che gli avevano stretto il petto fino a quel momento si scioglievano in un
languore bruciante. Con un gesto secco tolse il piattino dalle ginocchia
di Ryuzaki, posandolo sul tavolino dietro di sè. - Ora prova a dirmi che
non hai un secondo fine- lo sfidò con voce roca sedendoglisi a cavalcioni
sulle cosce, costringendolo ad abbassare le gambe in una posa quasi
composta.
- Ho paura di non comprendere cosa intendi tu per secondo fine.- ammise
afferrandogli entrambe le braccia con le mani, creando una certa distanza
tra i loro corpi troppo vicini; era fin troppo conscio del fatto che, se
non si fosse allontanato subito, gli sarebbe venuta voglia di realizzare
una o due di quelle fantasie che l'avevano tormentato mentre lo spiava
attraverso le telecamere.
Light lo fissò per un attimo, poi posò la bocca sulla sua, un contatto
leggero e bruciante. Ryuzaki smise di opporre resistenza e le braccia che
prima allontanavano Light rimasero immobili sui bicipiti, in attesa.
Doveva lasciare carta bianca a Light-kun per capire quale fosse il suo
piano. Le labbra si mossero sulle sue, sfiorandole con piccoli brevi
tocchi, fino a fermarsi più a lungo sull'angolo destro del labbro
inferiore, iniziando a succhiarlo con dolcezza. Ryuzaki gemette sottovoce,
stringendo piano le dita sulle braccia di Light, trattenendolo contro di
sè.
La lingua di Light sfiorò la sua pelle lambendo per un attimo le labbra
prima di scivolare famelica lungo lo zigomo, per raggiungere la gola
morbida e calda costringendo Ryuzaki a mugolare piano e inarcare il capo
di lato, per lasciargli più spazio.
- Light-kun...che diavolo stai facendo?- chiese infilando le mani sotto il
maglione del ragazzo, sfiorandogli la pelle calda dei fianchi.
- Deducitelo da solo, visto che mi hai sedotto tu- rispose rauco salendo
nuovamente lungo il suo collo, tracciando con la bocca una linea bollente
e irregolare.
- Io ti avrei sedotto? E quando?- ansimò in risposta spingendo le mani
dietro la schiena, percorrendola con carezze lente per assaporare i
muscoli delicati.
- E' tutto il pomeriggio che lo fai, mi guardi e mangi in quel modo...-
Ryuzaki sgranò gli occhi cercando i suoi, ma Light teneva il viso basso,
premuto contro il suo collo per vederlo.
- Light-kun, io mangio sempre così- sussurrò piano, sfiorandogli i
capelli.
- E io ho 17 anni e...-
- E ti piacciono le ragazze -
- E forse mi piaci anche tu- ammise sollevandosi appena per incontrare i
suoi occhi in segno di sfida.
Ryuk sghignazzò sedendosi a gambe incrociate sul tavolo, ma Ryuzaki si
limitò a fissare Light per un lungo momento, poi all'improvviso calò sulla
sua bocca costringendolo in un bacio impetuoso. La sua lingua gli invase
la bocca assaporandone la dolcezza, stuzzicandogli il palato,
accarezzandogli i denti prima di avvinghiarsi alla sua, costringendola in
un'umida danza lentissima e Light gemette piano aggrappandosi alla maglia
bianca per mantenere un contatto con la realtà. Nessuna delle ragazze con
cui era stato l'aveva mai baciato così, riuscendo a fargli perdere il
controllo in così poco tempo. Con un ansito strozzato girò il viso,
boccheggiando alla ricerca d'aria e Ryuzaki n'approfittò per scivolare sul
suo collo,leccandogli il pomo d'Adamo mentre insinuava una mano nei suoi
pantaloni. Light s'inarcò con violenza, gemendo a voce alta quando le dita
affusolate sfiorarono la punta congestionata della sua virilità,
provocandogli una staffilata di piacere.
- Ryu- lo chiamò piegandosi verso di lui, posando la fronte contro la sua,
cercando di aprire gli occhi senza riuscirci. Le dita si muovevano sinuose
su di lui, accarezzandolo per tutta la sua lunghezza, stringendolo e
liberandolo con un ritmo incostante. - Per favore - mugolò tremando.
Voleva di più. Un contatto più profondo e totale.
Con un sospiro spezzato cercò di nuovo la sua bocca, avvinghiandosi alla
sua lingua in un bacio famelico; con un mugolio soddisfatto Ryuzaki lo
spinse contro il bracciolo della poltrona sollevandosi leggermente per
allungarsi su di lui. Spalancarono gli occhi nello stesso istante
trattenendo il fiato mentre la poltrona, sbilanciata, minacciava di
rovinare di lato. Con un sorriso imbarazzato Ryuzaki si tirò indietro,
tornando a immergersi contro lo schienale, mentre Light si puntellava
contro il suo petto per alzarsi in piedi.
- Light-kun io... - biascicò rauco senza aprire gli occhi.
- Sì, - lo interruppe affannato - penso anche io che faremmo meglio ad
andare in camera da letto, almeno non rischiamo la vita.- mormorò
allungando la mano verso di lui.
Ryuzaki esitò un solo istante. Poteva essere una trappola di Kira, forse
cercava di far leva sui suoi sentimenti per poi depistarlo. Era stato lui
per primo a dire che considerava Light come un suo amico. Afferrò la mano
nella sua, sfiorandone il palmo con le labbra, prima di alzarsi con
decisione dalla poltrona. Se era una trappola era più che deciso a far
mangiare a Kira il suo stesso veleno. Con uno scatto improvviso attirò
Light a sè, rubandogli un altro languido bacio, permettendo alle proprie
mani di vagare liberamente su quel corpo perfetto, assaporando la linea
dei dorsali, scivolando a stuzzicare i fianchi, attardandosi solo un
istante a sfiorare la cintura dei pantaloni prima di artigliargli i glutei
sodi. Light ansimò nel bacio, perdendo il ritmo nel momento in cui il suo
bacino si sfregò contro quello di Ryuzaki. Nonostante la stoffa dei
pantaloni poteva sentire il calore bruciante della virilità del detective
premere dura contro la sua, lanciando staffilate di piacere a ogni
movimento.
- Ryuzaki- supplicò aggrappandosi al suo collo, inarcandosi all'indietro,
mentre le labbra fameliche scivolavano sul suo petto come se si fosse
trattato del più appetitoso dei dolci - andiamo a letto - ansimò con un
gemito strozzato quando la lingua curiosa si soffermò a stuzzicargli un
capezzolo. Erano duri ed eretti come due sassolini di fiume e atrocemente
sensibili. Senza spostarsi dalla sua preda Ryuzaki sollevò lo sguardo
stringendo tra i denti il bocciolo di marmo e Light si morse il labbro
senza tuttavia riuscire a trattenere un altro gemito. Ryuzaki sorrise
socchiudendo i denti e si raddrizzò continuando a tenerlo stretto a sé -
La mia camera è da questa parte- mormorò passandogli una mano attorno alla
vita, percorrendo i pochi metri di corridoio abbracciati.
Light inspirò con forza, cercando di calmare il battito troppo accelerato
del suo cuore. Cosa diavolo gli stava prendendo? Non era un verginello
alla sua prima esperienza, non che n’avesse avute poi tante di esperienze,
ma di sicuro non c'era alcun motivo per avere un batticuore come quello.
Si trattava solo di L.
- E dai, Light, ormai è nelle tue mani!- gli sussurrò Ryuk zampettandogli
davanti. Gli occhi di Light s’indurirono per un secondo, ma Ryuzaki lo
trascinò nella camera spingendolo sul letto per poi tornare a baciarlo.
- Ryuzaki- lo chiamò scostandosi di lato. Quel deficiente di uno shinigami
era ancora fermo sulla soglia che li fissava - chiudi la porta-
- Ma ci siamo solo noi- ribatté perplesso guardandosi attorno.
- Lo so, ma...chiudila lo stesso, per favore- mormorò girando il viso.
Ryuzaki sorrise alzandosi e, scuotendo la testa divertito, scrutò il
corridoio prima di chiudere la porta davanti al muso oltraggiato e
invisibile dello shinigami.
Ryuzaki mugolò nel sonno accoccolandosi maggiormente contro di lui e Light
sospirò piegando appena la testa, sfiorandogli i capelli con il naso.
Poteva anche mentire a Ryuk dicendo che faceva tutto parte del suo piano,
ma la verità era che l'aveva fatto solo perché voleva farlo.
Senza pensare gli accarezzò il viso con la nocca del medio, percorrendo lo
zigomo fino al mento, fermandosi solo a ridosso del dito che Ryuzaki stava
tenendo premuto contro la bocca.
- E dire che è tutta colpa di un pezzo di carta- sbuffò sottovoce
infilando la propria mano sotto la sua.
Ryuk lo guardò curioso, sporgendosi dalla testiera - In che senso?-
Con un mezzo sorriso acido Light si girò di fianco, premendosi l'orecchio
destro di Ryuzaki contro il petto e coprendogli l'altro con il lenzuolo e
la sua stessa mano.
- Ci sono legami di sangue, legami d'amicizia e legami di odio. Noi - e
indicò con un cenno L e lo stesso Ryuk - siamo legati da quell'oggetto-
mormorò scuotendo la testa. Non poteva permettersi di parlare troppo per
spiegarlo a Ryuk, lo shinigami doveva arrivarci da solo.
Erano legati dalla carta: la carta bianca di un quaderno dalla copertina
nera.
Ryuk lo seguiva perché lui aveva il Death Note. L lo voleva al suo fianco
perché, possedendolo, lui aveva dato vita a Kira. E lui stesso non poteva
liberarsi né di Ryuk né di L senza liberarsi anche del Death Note. Nessuno
di loro tre aveva bisogno dell'altro per quello che era.
Lo shinigami rimase silenzioso per alcuni minuti, poi allungò le gambe
lunghe sopra il viso di Light e si spostò accanto al letto iniziando a
fare dei piegamenti laterali.
-Light ho fame, sto andando in astinenza. Sento che i muscoli mi si
attorcigliano- brontolò toccandosi la gamba destra con la mano sinistra.
- Non mi pari ancora grave. Mangiati un pezzo di dolce, qualsiasi cosa, ma
non posso cercarti una mela ora-
-Perchè no?-
Light spostò gli occhi dall'immensa figura dello shinigami a quella
accovacciata morbidamente contro di lui - Non sarebbe carino- disse
sfiorando con le labbra la fronte candida - Non si abbandona così il
proprio amante, anche se si è trattata di un'avventura di una volta...-
-Parli da solo Light-kun?- biascicò Ryuzaki sollevando una palpebra. Gli
occhi erano svegli e vigili, come il solito.
- Sì, ogni tanto mi capita – ammise spostando la mano a sfiorargli il
fianco, sorridendo nel sentirlo tremare - potrebbe essere che io soffra di
schizofrenia o di personalità multiple e che una di loro sia Kira-
- No, se sei Kira lo sei coscientemente- mugugnò in risposta alzando
appena il viso per sfiorargli con le labbra il collo. Light rabbrividì
chiudendo gli occhi.
- E L se ne va a letto con Kira? Sai che scandalo?-
Ryuzaki si mosse all'improvviso, privandolo del calore del suo corpo e
Light aprì gli occhi, sbigottito, solo per incontrare quelli neri e
cerchiati a pochissimi centimetri dai suoi. Il detective aveva piantato
entrambe le mani ai lati della sua faccia imprigionandolo sotto di lui.
- Sia chiara una cosa Light-kun: anche se tu fossi Kira, cosa che non mi
sento di escludere, oggi pomeriggio sono andato a letto con Light-kun, non
con Kira e ci sono andato come Ryuzaki, non come L.-
Light sogghignò passandogli le braccia attorno al collo, sollevando la
schiena per sporgersi verso di lui - E non ti andrebbe di venire a letto
con me anche con il tuo vero nome?- mormorò invitante suggendogli le
labbra.
Ryuzaki chiuse gli occhi piegando un gomito, spingendolo indietro,
costringendolo a stendersi di nuovo mentre approfondiva il bacio eludendo
la domanda.
E se gli avversari sono all'altezza anche solo fare da spettatore è
piacevole. Se non sentissi il desiderio di fare la verticale resterei qui
a guardarli ancora. Si stanno amando come in uno di quei telefilm mielosi
e appiccicosi eppure sono anche pronti a uccidersi l'un l'altro.
Light aprì gli occhi fissandolo con durezza e Ryuk ridacchiò girando le
spalle e attraversando il muro.
Siamo tutti tenuti assieme da un mucchietto di carta.- sogghignò -
E poi hanno anche il coraggio di dire che gli umani non sono
interessanti.-
Con un sospiro triste L fissò prima la porta richiudersi, poi la torta
rimasta sul tavolo. Tre ore prima era stata una gioia per gli occhi ma
adesso si era afflosciata . Accanto alla scatola a ghirigori dorati c'era
il piattino su cui aveva mangiato lui, perfettamente ripulito, e quello
lasciato da Ligtht-kun. Si grattò la testa fissando la strana
composizione, poi si girò verso il computer: Light-kun se n'era andato,
quello strano pomeriggio era finito, era ora di farsi una doccia e
riprendere il lavoro. Con uno scatto improvviso si girò di nuovo: la panna
della fetta lasciata da Light-kun era colata sul piattino e i tre
ciuffetti decorativi avevano abbassato la testa, ripiegandosi su loro
stessi. Con un passo L si avvicinò al piatto, osservandolo da tutte le
angolazioni. Light-kun era andato in camera con lui, si era fatto una
doccia veloce e poi lui stesso l'aveva accompagnato alla porta. Era sicuro
che non si fosse avvicinato al tavolino: eppure nella sua fetta spiccava
nitido e vuoto il buco dove prima c'era stata la fragola.
Fine?
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