Le ali della città

parte III

di Releuse


 

Aliger è sotto la doccia. Si sta facendo lo shampoo, lentamente, massaggiando con cura la sua testa. Sembra come inebriato da quel gettito d'acqua tiepida che gli accarezza il corpo mescolato al profumo della schiuma.

 

“ Che buono, ma cos'è?” Si domanda il ragazzo afferrando la boccetta del bagnoschiuma. Legge:

“Vaniglia” e rimane un po' perplesso.

 

' Che gusti particolari, quel ragazzo'

 

 Intanto si fa il secondo shampoo e nel distribuirlo sulla testa le sue dita iniziano a intorcigliarsi fra i lunghi capelli.

 

' Oh, accidenti! Forse sono troppo lunghi. È da un sacco che non li taglio. Forse, dovrei farlo. Mh, chissà se a Ise piacerebbero cort...'

 

Il viso di Aliger assume all'istante un forte colore purpureo. Si sente confuso per quel pensiero che aveva appena attraversato la sua mente.

 

'Che diavolo dovrebbe importarmi del giudizio di quel matto? Insomma, Aliger! Non lo conosci neanche. Chissà che personalità cela dietro tutta la sua tranquillità! Magari è uno psicopatico.'

 

Nel cercare di convincersi di ciò il ragazzo apre con forza il rubinetto dell'acqua fredda, lasciando che una corrente gelida invada il suo corpo. In realtà dentro di sé si sente enormemente turbato da tutte quelle nuove cose.

Di colpo, un ragazzo di strada come lui che si trova a vivere “normalmente”in una casa normale, in un ambiente accogliente e caloroso.  Con un ragazzo all'apparenza molto gentile.

È di questo che cerca di convincersi Aliger. Che quella del giovane ragazzo che l'ha preso con sé sia apparenza, falsità.

Dentro di sé quasi lo spera. Perché se così non fosse sa che sarebbe molto pericoloso.

Per il suo cuore.

Si chiede Perché un ragazzo l'abbia affittato per così tanto tempo, senza dargli spiegazioni.

 

'Si è pure rifiutato di fare sesso...Quello dovrebbe essere il motivo principale quando si affitta uno come me. Che si senta...solo? Mah. Forse gli manca solo qualche rotella. E mi sta prendendo in giro...'

 

“E adesso che mi metto? Certo non posso andare in giro vestito così”

 

Aliger inizia a frugare dentro la sua borsa, vorrebbe uscire, ma sa di dover trovare un abbigliamento...più normale.

 

“Avrò pure portato qualcosa di.... No, purtroppo.” Sospira a malincuore.

 

Si rende conto di non aver portato granchè se non abbigliamento tipico “della sua zona”. Viene così invaso da un leggero senso di vergogna pensando di dover uscire vestito a quel modo. Preferirebbe stare tranquillo e non dare troppo nell'occhio. Decide così di mettere comunque la sua roba nell'armadio e, con suo grande stupore, nell'aprirlo scopre che non è vuoto.

 

“ E questo che significa? Quel matto mi mette a disposizione un armadio che poi è occupato?”

 

Aliger sbuffa infastidito, ma poi inizia a dare un 'occhiata ai vestiti appesi nell'armadio. È soprattutto abbigliamento sportivo, c'è qualche jeans  e delle felpe colorate.

Qualche pensiero inizia a vagare nella testa del biondino.

Riflette.

Si preoccupa.

Si sente in colpa.

 

“ Al diavolo!” Esclama d'un tratto.

 

Si spoglia, si veste ed esce dalla stanza. Indossa un paio di jeans blu scuro un po' attillati e leggermente a zampa, poi una felpa verde e bianca con il trifoglio dell'Irlanda  stampato sulla spalla destra.

Il ragazzo però non esce subito, ma si sofferma in soggiorno a guardare la libreria.

 

' Quanti libri!

 

Nell' osservare i libri, Aliger si rende conto che la maggior parte riguardano i minerali, i vulcani e la struttura della Terra.

 

“ Caspita. Dev'essere questo che studia Ise” afferma mentre prende fra le mani uno di quei libri.

 

Ne guarda la copertina dove c'è illustrato un cristallo.

 

“ Minerali e gemme: Riconoscere, Ricercare e collezionare. Wow. sembra interessante.”

 

Si appoggia al muro e ne sfoglia qualche pagina. È attratto soprattutto dai colori delle illustrazioni e dalle immagini di cristalli che che non aveva mai visto.

 

“ Bella questa A-U-S...austinite! Che razza di nome! Composto da CaZnAsO...aiuto!”

 

Il ragazzo sorride nervosamente, in realtà non capisce proprio nulla di quello che sta leggendo.

 

Poi, finalmente si decide ad uscire. Apre la porta quasi senza pensare, ma appena viene avvolto da quell'aria fresca , il ragazzo prova un vago senso di smarrimento, e il suo cuore comincia a battere più velocemente. Si rende conto che tutte quelle cose nuove lo rendono un po' confuso. Ma decide di non pensarci troppo e di avviarsi, verso qualche sconosciuta meta.

 

'È  proprio un bel quartiere' pensa fra sé il ragazzo mentre osserva le case nella via percorsa: sembrano tutte piccole villette, con giardini graziosi e facciate ben curate.

 

'Mmm, certo che Ise deve proprio stare bene economicamente, per vivere in questa zona. E poi per avermi acquistato...per quattro mesi?Oddio.'.

 

Le parole quattro mesi provocano un sussulto al cuore del ragazzo. È un periodo troppo lungo, troppo dilatato per lui.

E la cosa lo spaventa

 

' Accidenti. Io sono abituato ai rapporti veloci. Al massimo sono stato due giorni con un cliente. Uff. quattro mesi...che diavolo farò in quattro mesi?'

 

Nel riflettere e camminare, Aliger non si accorge di essere arrivato in una zona centrale: traffico, negozi, via vai di gente in fretta perenne. Il ragazzo si guarda un po' intorno stupito, ma poi sorride fra sè. Non gli capitava quasi mai di poter camminare tranquillamente in città, soprattutto non gli capitava di girare in quelle zone.

 

'Così liberamente...'  

 

Si ferma.

 

'Cosa ho pensato? Libero?'.

Il ragazzo comincia a non capire bene cosa gli sta succedendo. Prova a riflettere.

Si sente tranquillo. Quasi libero.

 Ed era stato con Ise neanche un giorno.

Eppure si sentiva tranquillo.

 

' Uffa. Devo smettere di pensare. Vedremo quello che succederà.'

 

Liberatosi dalle preoccupazioni il ragazzo comincia a guardarsi in giro. Prova un'enorme piacere nell'osservare quelle vetrine colorate piene di ogni tipo d'oggetto. Inoltre si intenerisce tantissimo nel vedere dei cuccioli di cane dentro un negozio di animali dove è entrato.

Guarda la gente: donne coi loro figli, anziani che attraversavano la strada. Tutta gente comune, che non è nessuno, che nessuno conosce.

Che non si rivolge uno sguardo.

Aliger si sente come quelle persone in questo momento.

E la cosa  lo rende stranamente felice.

Si ferma poi in un parco, trovato quasi per caso mentre vagabondava. Decide così di sedersi una mezz'oretta. Nella borsa a tracolla che indossa, aveva messo il libro di Ise che stava sfogliando in casa.

 

'Questo è il momento buono per leggere qualcosa. Mi fermo una mezz'oretta.'.

 

Il tempo passa, veloce e fulmineo, trasportando Aliger nella sua indefinitezza...

 

“ CHE COSA? LE DUE MENO VENTI?”

 

Aliger si alza di scatto dalla panchina: non si è accorto che il tempo è volato via velocemente.

 

' Cavolo, devo tornare subito a casa. ' Pensa fra sé iniziando a correre.' Per fortuna ho un buon orientamento...ricordo la strada...'.

 

“ Accidenti a me!” .

 

Il ragazzo in dieci minuti arriva nella via, svolta l'angolo e... vede Ise sul cancello di casa. Si ferma davanti a lui ansimante.

 

“ Oh, Aliger, vedo che sei uscito. E sei anche in ritardo!”.

 

Esclama Ise sorridendo, ma il biondino, non riuscendo a guardarlo in viso, non capisce che il ragazzo non intende  sgridarlo. Aliger abbassa ancora di più la testa, quasi in segno di sottomissione.

 

“ Scusami, non volevo. Non capiterà più. Se ti arrabbierai capirò...”.

 

Ise stringe i pugni. Viene assalito da una forte tensione.

 

'Ma che diavolo significa questo comportamento? Perché questo ragazzo fa così?A volte è così sfacciato. Invece in certi momenti...è così accondiscendente...'.

 

“ Senti, vuoi sbrigarti ad entrare invece di pensare alle stupidaggini?” Domanda Ise avanzando verso la porta.

 

Aliger alza gli occhi sorpreso. Ise aveva ignorato quello che lui gli aveva appena detto.

 

'Anzi, sembrava...infastidito?'

 

Entrano così in casa.

 

“ Bè, allora hai dormito bene stanotte?” Domanda Ise sfilandosi la giacca.

“ Ah...eh? S-si, grazie.” Risponde quasi sottovoce Aliger cercando di nascondere un certo imbarazzo.

 

 Ise intuisce  e gli viene da sorridere.

 

“ Perché ridi?”Domanda perplesso Aliger, vedendo l'espressione del ragazzo.

“ Perché sei buffo quando ti imbarazzi!” Risponde Ise cominciando a ridere.

“ Che cosa? Che stai dicendo? Non è vero!!!” Aliger si difende, più imbarazzato che mai.

 

Finalmente Ise è riuscito nel suo intento: farlo tornare in sè.

 

“ E smettila di ridere, Ise!”

“Sei tu che mi fai ridere, scemo!” Ise non riesce proprio più a trattenersi e Aliger, coinvolto in quello strano atteggiamento del suo “padrone” comincia a ridere anche lui.

“Ah, comunque stai proprio bene con quei vestiti.” Esclama ad un certo punto Ise osservando Aliger per tutto il corpo.

 

 Il ragazzo, sentendosi eccessivamente scrutato inizia ad arrossire intensamente.

 

 “Temevo non ti piacessero! Meno male!”.

“Ah, come? Erano per...Grazie..” Aliger, sempre più confuso, accenna un lieve sorriso.

 

'Non capisco. I vestiti erano per me?'

 

Poco dopo i due sono in cucina.

“ Bè, sai cucinare? Gli chiede Ise legandosi un grembiule alla vita.

“ Come? Ah, no! Non bene almeno...” Aliger risponde con enorme vergogna.

“ Ah, ecco Perché sei così deperito!”.

“ Ma non è vero! Quale deperito, è la mia costituzione!”. Sbuffa il biondino sentendosi offeso.

“ Si, si costituzione. Adesso ti preparo qualcosa io e vedrai cosa vuol dire mangiare!”.Esclama tutto sicuro di sé Ise cominciando a rovistare in frigo.

 

' Ti preparo? aiuto...cucina per me? Ma questo tipo io non lo capisco...'.

 

Aliger osserva quasi incantato l' Ise che si presenta ai suoi occhi: taglia verdure con molta cura e precisione,  si concentra nel dosare gli ingredienti e intanto canticchia fra sé e sè. Nell'osservarlo prova una certa tenerezza e comincia a sorridere.

 

“ Invece di stare lì a guardarmi, vieni a darmi una mano, su!”Lo incita Ise.

“ Ma io non ti stavo guardando!” Aliger si irrita imbarazzatissimo.

“ Ah, si invece. Avevi una faccia!” Continua a stuzzicarlo il moro.

“ Ma non è veroooo!!!”.

 

Poco dopo i due ragazzi stanno finalmente pranzando. Sono seduti uno di fronte all'altro.

 

'Che imbarazzo...pranzare così, io e lui. Questa è la situazione più assurda che mi sia mai capitata...Pranzare tranquillamente con un cliente...'

 

In poco tempo Ise è riuscito a preparare una frittata di patate, delle bistecche alla crema di funghi e l'insalata.

 

“ Caspita. Sei proprio bravo. Hanno un aspetto buonissimo...”

 

Aliger è davvero meravigliato di quello che si presenta davanti ai suoi occhi.

 

“ Eh, eh. Serviti pure, così mi dici se ti piace.”

 

 Ise sorridente gli passa il piatto con la frittata, ma notando che il ragazzo è in preda all'imbarazzo aggiunge con fare scherzoso:

 

“Hey, Aliger. Guarda che non è avvelenato...”.

“ Oh, no, Ise! Non è per quello...” Aliger si sente per un attimo mortificato.

 

Non vuole che Ise pensi male di lui, ma si sente incapace di comportarsi in maniera adeguata. Per lui è la prima volta che un “cliente” lo tratta così. Fino a quel momento si era sentito sempre forte e spavaldo, non aveva mai avuto il timore di parlare o reagire con freddezza. Invece in quella situazione così nuova e così strana, quasi dolce, tutte le sue certezze, le sue maschere, i suoi schemi di comportamento, vengono spazzati via come piume al vento.

 

“ Ma quanto la fai lunga, su! Ecco, ti verso io le cose” Sbuffa fintamente arrabbiato Ise per cercare di smuovere la situazione.

“ Aargh! Non così tanto!” Urla Aliger nel vedersi nel piatto 3 fette di frittata e due di carne.

“ Ah, peggio per te! La prossima volta fai autonomamente!ah, ah, ah!”

 

Il sorriso di Ise è proprio  soddisfatto, e Aliger, trovandolo un poco buffo, ride finalmente con lui, rilassandosi.

Il biondino assaggia il primo boccone. Alza gli occhi per commentare notando lo sguardo insistente di Ise su di lui.

 

“ Com'è? Com'è?”.

 

Ad Aliger va quasi tutto di traverso. Velocemente si versa un bicchiere d'acqua Perché rischia di soffocare.

 

“ Oddio, Aliger, attento!”.

“ Pf! Tu sei completamente matto, Ise.” Finalmente il ragazzo riesce a parlare. “ Comunque è buonissimo, complimenti!”.

Aliger dice quelle parole con molta sincerità e tranquillità, ma quando Ise nel sentirle gli rivolge un dolce sorriso di ringraziamento, il ragazzo viene pervaso da un brivido lungo la schiena.

Il suo cuore ha accelerato il suo battito.

 

'Cos'è stato? Perché reagisco così. Mi sento...privo di controllo...il mio corpo reagisce contro il mio volere'.

 

Ise nell'osservarlo si rende conto che il ragazzo è molto turbato, perciò con finta noncuranza afferra il telecomando e accende la televisione.

“Vediamo il telegiornale, va. Ultimamente sono un po' fuori dal mondo.”.

 

Così si sofferma su un canale: c'è una donna che parla e sotto di lei scorre la scritta

 

“Parla una lucciola uscita dal giro”.

 

Ise nel leggere alza la mano per cambiare immediatamente, ma Aliger gli fa un cenno improvviso e con occhi seri afferma

 

“ ...vorrei ascoltare.”

 

Ise non vorrebbe proprio, ma si stupisce del fatto che Aliger gli abbia chiesto una cosa con tanta serietà. Con la sua solita impassibilità il ragazzo appoggia il telecomando sul tavolo e comincia ad ascoltare.

L'intervistata, una donna sulla quarantina truccata in maniera spropositata, ma visibilmente sciupata si esprime con voce roca fra il timore e il desiderio di liberarsi di un sovrastante peso.

 

“ ...fino a tre anni fa anche io ero una donna di strada, che vendeva il proprio corpo per poter sopravvivere. Ho fatto e subito di tutto per assecondare i miei clienti. Mi sono abbassata a fare le cose più degradanti. Vendevo il mio corpo al miglior acquirente. E anche al peggiore se necessario. Il mio corpo. L'ho spogliato di tutti i sentimenti possibili. Anche io ho iniziato a trattarlo come un oggetto freddo. Ma la cosa più difficile fu rendermi conto che stavo trasformando anche la mia anima in un blocco privo di vita...è facile dire: vendo il corpo e non l'anima. Balle! Non è vero. L'anima si trasforma comunque. Diventa fredda. Cinica. Inizia a fregarsene di tutto. E spinge il cuore a non provare più alcun sentimento. A non amare più. Ancora adesso non so se potrò amare qualcuno. Non sono ancora pronta. Sapete qual'è la cosa più buffa?”

 

La voce della donna diventa ironica e sul suo viso un sorriso quasi rassegnato le dipinge l'espressione.

 

“...che prima di essere una puttana pensi sempre con tanta facilità: Meglio morire piuttosto che battere sui marciapiedi...ma...”.

 

Ise improvvisamente spegne il televisore. Fa un profondo respiro mostrando apertamente di essere scocciato dal programma. Si alza dal tavolo e fa per raccogliere il piatto di Aliger, quando si accorge che il ragazzo non ha reagito minimamente alla sua azione. Anzi, immobile continua a fissare il televisore con molta concentrazione.

Come se le immagini continuassero a scorrere sullo schermo.

Poi la sua voce sottile.

 

“...ma quando ci sei dentro lo spettro della morte ti fa paura.”

 

Forse era questo che la donna stava per dire.

 

“ ...è facile parlare...”

 

Aliger continua a fissare un punto indefinito del televisore, quasi privo d'espressione.

Non reagisce fisicamente, gli unici movimenti sono quelli delle sue labbra.

È come se fosse la sua anima a parlare.

 

“...ma quando ti trovi di fronte la morte hai paura di lei. Un'enorme, vorace paura. E poi, per questo motivo vuoi vivere a tutti i costi. A volte vorresti morire. Ma sai che non ce la farai mai. Non sai perchè, ma vuoi vivere.”.

 

Silenzio.

L'aria della stanza non è più impregnata della voce di Aliger, eppure sembra farsi estremamente pesante, come se avesse assorbito i turbinosi sentimenti del ragazzo ed avesse difficoltà a mantenerli dentro di sè.

Ise intanto è rimasto fermo, in piedi dietro il ragazzo, ascoltando in silenzio le sue parole. Per un attimo si sente vacillare, come se fosse disarmato, incapace di reagire.

Ma solo per un istante.

Poi la determinazione torna a possederlo.

 

“ Anche tu hai avuto paura?”.

 

La sua domanda arriva all'orecchio di Aliger con eccessiva velocità e precisione.

Vuota nella forma.

Vuota nell'espressione.

Ma impregnata di forti e contrastanti emozioni.

Aliger sorride fra sè. Forse inizia a capire qualcosa di Ise. Ma è solo un vago pensiero.

 

“ Certo che ho avuto paura.” Gli risponde, e nel farlo cerca il suo sguardo fino ad incrociarlo. Ise l'osserva con serietà.

“ Non ho mai desiderato morire. Non totalmente almeno. E mi sono venduto per amore di me stesso. È un paradosso, non trovi?”. Aliger sorride con ironia.

“Già” risponde Ise distogliendo lo sguardo molto lentamente e cominciando a sparecchiare la tavola, come se nulla fosse.

 

Aliger,  irritato da quel suo atteggiamento, ma nel profondo desideroso di conoscere l'opinione del ragazzo in merito all'argomento continua con tono deciso.

 

“ ...quella donna aveva ragione. Dopo non sei più in grado d'amare. Di provare sentimenti. Ti senti un fantoccio nel corpo e nell'anima. Perché l'anima l'hai consumata nel decidere di sopravvivere. Fare l'amore sarà anche una bella cosa. Ma quando lo fai così...dopo ti fa schifo.”

 

Aliger stringe i pugni nervosamente.

Nella sua mente le immagini più disgustose della sua vita lo invadono violentemente facendogli provare un forte senso di nausea. Poi il suo sguardo si poggia sulla schiena di Ise che gli da le spalle, mentre sistema i piatti sul lavandino della cucina.

Aliger prova una morsa al cuore. Non ne capisce il motivo e lo attribuisce ai pensieri di prima. Eppure capisce di essere infastidito dal silenzio forzato del suo nuovo padrone.

 

“Non amerò più nessuno. Di questo sono certo.”

 

Sono le sue ultime parole, quasi un estremo tentativo, inconscio, di attirare l'attenzione del ragazzo di fronte a lui.

Ise sospira, profondamente spezzando finalmente il silenzio duramente trascinato.

 

“ ...è quello che credo anche io. Siamo simili allora.”

 

Aliger rimane quasi senza parole. Non capisce se ha sentito bene la frase del ragazzo.

Prova a riflettere.

Ed inizia a provare rabbia.

 

'Che diavolo dice? Cosa crede che queste parole di conforto mi fanno bene? Non me ne faccio niente della sua pena! Che diavolo ne sa della sofferenza questo tipo...?'

 

“Ah, davvero?”

 

Il tono di Aliger è quasi di scherno.

 

“Non vuoi più amare perché qualche tipa ti ha deluso mollandoti? Cos'è, è scappata con un altro?”

 

Ise apre l'acqua non reagendo all'evidente provocazione.

Mette le mani sotto quell'acqua gelata.

Versa il detersivo sulla spugna.

Chiude il rubinetto.

 

“No. È morta.”.

 

Sono le sue lapidarie parole. Il ragazzo comincia a lavare i piatti, senza accennare altro.

Aliger è senza fiato. Rimane immobile.

Sconvolto.

Spera che quello sia uno scherzo di Ise per punire la sua reazione di rabbia.

Ma capisce che non è così.

L'ha capito subito.

Ise non scherza. Quasi mai.

 

Inizia ad odiarsi per la sua presunzione. Per aver pensato di essere l'unico a soffrire.

Il ragazzo comincia a pensare che sono esperienza diverse.

Ma colme di dolore.

Entrambe.

 

“Io...Ise...scusa...”.Aliger parla con difficoltà.

“ Senti...” La voce di Ise lo blocca ulteriormente.

“Si?” Risponde con rapidità il biondino.

 

Ise si volta da lui. Lo fissa intensamente. Aliger si sente come in trappola. Non vorrebbe guardarlo negli occhi dopo quel...

 

“Ti piace il mare?”

 

La domanda di Ise è accompagnata da un improvviso, gentile e spontaneo sorriso che manda Aliger in uno stato di confusione, impedendogli di connettere il significato della domanda con quel discorso.

 

“Cosa?”

“ Ti ho chiesto se ti piace il mare.”

 

Ripete il ragazzo quasi ridendo dell'espressione perplessa del biondo.

 

“...il mare...si. Molto.”

 

La sua è una risposta quasi meccanica.

“Benissimo. Allora stasera partiremo per un week end al mare. Ok? Almeno ci rilassiamo un po'. Dai vieni a darmi una mano con i piatti. Non pretenderai che faccia sempre tutto io, eh?”.

 

Ise assume un tono scherzoso.

 

“ Ah, no. Scherzi? Arrivo subito...”.

Aliger ancora perplesso per quel cambiamento improvviso, non riesce a riflettere sulle ultime parole di Ise. Gli si avvicina comunque e inizia a dargli una mano.