Le ali della città parte II di Releuse
h 17. Ise è nella sua stanza disteso sul letto ed osserva il soffitto. C'è un silenzio profondo che domina sovrano; è come se anche ad ogni oggetto, ad ogni cosa fosse impedito di parlare.
Tic tac tic tac tic tac....
L'orologio in lontananza sfiora i sensi del giovane moro. Ise muove i primi muscoli, come se si stesse svegliando da uno stato di ipnosi. Lentamente si accende una sigaretta, si guarda intorno come a cercare qualcosa. Eppure la stanza è visibilmente vuota. Ise si veste, indossando un paio di jeans e una maglia verde di quelle con le doppie maniche. Il rito si conclude con una giacca in similpelle nera. Il ragazzo spegne la sigaretta e rivolge lo sguardo a una foto sulla scrivania vicino la finestra:
“È questo che devo fare, vero?”
E chiude la porta dietro di sè.
“Hey, bello! Unisciti a noi, vieni qui!”
Un gruppo di ragazzi ridendo fa cenno a Ise mostrando qualcosa, forse delle pasticche, ma il ragazzo continua a guardare dritto di fronte a sé non curante di qualsiasi persona, come se ci fosse solo lui lì. Sta camminando nelle via dove erano stati con Igor pochi giorni prima. Quell'odore...gli dava alla testa. E anche ora. Il ragazzo in preda a milioni di pensieri giunge finalmente di fronte una palazzina. Solleva lo sguardo: è grigia e fatiscente. Il ragazzo pare conoscere il posto perché entra subito e si dirige senza incertezza al primo piano bussando in un ufficio.
“Ah, entri. La stavo aspettando.” Dice una voce mentre Ise apre la porta.
“Si, dovrei compilare quei documenti...”
Da qualche parte nello stesso palazzo Aliger saliva le scale visibilmente stanco e d'umore pessimo.
'Chissà chi sarà il prossimo cliente, di certo qualche vecchio porco. Ultimamente non mi scopo che quelli. Nuovo lavoro, diceva il capo. Mah, sarà..'
“COSA? Che storia è questa!!! Capo, non scherzi!!”
Aliger alza la voce visibilmente arrabbiato ed agitato. Di fronte a lui c'è un uomo sulla sessantina un po' robusto e molto sicuro di sè.
“Suvvia, Aliger, è come se fosse...una vacanza, dai!” L'uomo gli sorride con fare giocoso. “Lei mi prende in giro! Quattro mesi a casa di un perfetto conosciuto? Una notte, due...va bene! ma...QUATTRO MESI! È assurdo! No, no, no! Non ci sto proprio!” Il ragazzo è davvero furioso. . L'uomo cambia tono improvvisamente, il suo sguardo diventa severo e quasi cruento. Nel notare quel cambiamento Aliger si zittisce immediatamente, pentendosi della sua reazione eccessiva. A volte si dimentica della sua posizione. O almeno vorrebbe dimenticarsene.
“Stammi bene a sentire, ragazzino. Non sei nella posizione di decidere cosa puoi o non puoi fare. Hai capito? Se non vuoi stare qui c'è una sola soluzione, lo sai vero?”
Le parole si tingono improvvisamente di cinismo.
“Si, lo so... la morte.”
Aliger abbassa lo sguardo e la voce. Chissà perché a volte si dimentica la regola. Trema , in preda ad un profondo sconforto che cerca di non manifestare e comincia a pensare alla sua vita, da sempre in quel maledetto posto. Cerca di ricordare la sua prima scopata con qualche cliente. Non la ricorda, era troppo piccolo sicuramente, o troppo spaventato. Troppi sentimenti fusi in una melma di sensazioni contrastanti. Non è neanche più in grado di capire cosa prova.
“E sia. Tanto...non ho nulla da perdere...” Sostiene con un filo di voce. “Bene. Ci siamo capiti. E comunque non credo che ti troverai proprio male dal signor Shigatori..”
L'uomo abbozza un sorriso quasi...paterno?
“Shigatori? È giapponese...”
Mentre Aliger si fa quella domanda l'uomo intravedendo una figura fuori la porta:
“Entri, signor Shigatori!”
La porta si apre, Aliger preferisce non guardare e rimane di spalle. Ha paura. Teme la persona che lo avrà per i successivi mesi. Per un attimo si chiede se forse non sarebbe meglio morire...
“Te l'avevo detto che non avremmo tardato a rivederci, Aliger.”
Una voce ironica, ma allo stesso gentile si diffonde nella stanza.
“Cos...tu?” Aliger è incredulo, così scioccato che non riesce a dire una sola parola. “Ti presento il signor Ise Shigatori, Aliger”-
Ise sorride quasi evitando una buffa risata. Certo che Aliger continua a fissarlo allibito. Finalmente la voce gli torna alla gola.
“Eh? tu...saresti il tipo che mi ha comprato?” “Che parola brutta, comprato. Diciamo che sarai ospite a casa mia per un po'..”
Risponde Ise continuando a sorridere come per provocarlo.
“Ti ho affittato, Aliger.” Sottolinea il ragazzo improvvisamente.
A quelle parole Aliger è come se riprendesse coscienza...del suo ruolo. E in quel momento la sua forza si scioglie nell'aria insieme a tutte le sue difese.
“Certo. Quando vuoi...” Dice abbassando la testa.
Ise lo osserva e quasi infastidito da quella sottomissione gli si avvicina e gli da un colpetto sulla testa.
“Vai a prendere le tue cose. Ti aspetto”
Poco dopo i due ragazzi sono sulla macchina di Ise. È quasi sera e in lontananza si intravedono le luci soffuse della città che pervadono il cielo come se fosse giorno. Stanno viaggiando, Ise è alla guida. Sono momenti di silenzio assoluto. Aliger non riesce a parlare, si sente confuso, ancora non riesce a realizzare di essere in auto con quello strano ragazzo, che l'aveva guardato quella sera durante la sua esibizione...
'era venuto per scegliere? '
Continua a chiedersi dentro di sè. Ise di tanto in tanto lancia degli sguardi al ragazzo notando così il suo particolare abbigliamento: jeans stracciati, sfilacciati, maglietta nelle stesse condizioni. Cerca così di rompere il ghiaccio con una battuta non tanto gradita al biondo.
“Hey, non è che sei dipendente da qualche droga? Mi auguro di no! Da me quella roba sarà proibita” Ride Ise.
Aliger lo guarda non sicuro di aver capito bene...e realizza!
“Ma...che diavolo stai dicendo! Guarda che non sono dipendente da nessuna sostanza! Sono sano come un pesce! Faccio sempre gli esami! E non fumo neanche, al contrario di te!”
Aliger si blocca. Ha nuovamente alzato la voce. E fatto una precisazione non richiesta. Sa che non deve farlo. Si zittisce di colpo e continua a guardare di fronte a sè. Ise lo scruta dallo specchietto destro. Si stranisce per qualche secondo. Poi sorride.
“Guarda che stavo scherzando!” È un po' scocciato, ma cerca di non darlo a vedere.
Probabilmente quell'atteggiamento di Aliger lo mette a disagio...
“Arrivati!” Esclama Ise uscendo dall'auto.
Aliger scende un po' incerto. Prova una strana sensazione di mancanza d'equilibrio: l'aria gli sembra improvvisamente più leggera. Alza gli occhi e vede una casa, non molto grande a due piani. Non è una villetta, ma da l'impressione di essere molto confortevole. Intorno le case sono più o meno così, come quell'abitazione.
' Non ci sono grandi e anonimi palazzi. Deve essere una bella zona, tranquilla.'
Ise apre il cancello
“Parcheggio l'auto e arrivo subito. Inizia ad entrare!” Sorride gentile.
Subito dopo aver parcheggiato l'auto nel garage Ise si avvicina ed apre la porta, ma Aliger rimane immobile all'entrata.
“Si può sapere perché rimani lì fermo?” Esclama Ise nel constatare che il ragazzo non ha intenzione di muoversi.
Aliger si sente bloccato, fissa l'entrata in preda ad un'improvvisa confusione. Si sente turbato, e nemmeno lui ne sa il motivo. Si chiede che cosa succederà dopo aver varcato quella soglia.
“Hey, ci senti? Guarda che non c'è nessuno in casa, vivo da solo. E non sono un serial killer! Sbrigati che prendi freddo!”
Ise gli sorride come per cercare di rassicurarlo; si rende ben conto che è una cosa insolita per questo ragazzo vivere con qualcuno, e crede di immaginarsi quello che prova. Aliger passata la difficoltà iniziale segue il giovane dentro la sua abitazione.
Le sensazioni che lo invadono nei primi istanti sono cariche d'ebrezza. Il profumo dolce che si respira, i colori vivaci dell'arredamento, l'enorme specchio di fronte l'entrata. Per un attimo si sente mancare l'appoggio sotto i suoi piedi, è come se Aliger venisse trasportato in un'altra dimensione.
“Oh! Che bella casa!” Esclama spontaneo appena varcato l'ingresso. “Ti piace? Non è grande, ma credimi, è accogliente!” Ise sembra soddisfatto. “Dai, Aliger, Vieni. Poggia la borsa a terra. Ti mostro come muoverti.” “Come? Ah, Ok..” Risponde il biondino.
Se lo stava dimenticando. Per i prossimi mesi avrebbe vissuto con quel ragazzo.
Mentre Ise gli mostra la casa, Aliger si pone infinite domande sui motivi che hanno spinto il suo nuovo cliente ad affittare uno come lui per quattro mesi.
' Si sentirà solo? chissà...ora fa tutto il gentile, ma voglio proprio vederlo stasera. Sicuramente vorrà scopare per tutta la notte. Ma dannazione! Essere alla mercé di questo tizio per i prossimi quattro mesi non mi piace per niente. È un tipo strano. A volte i suoi occhi....'
“E questa è la tua stanza.”
Ise apre una porta. Aliger a quella vista si desta dai suoi pensieri. Uno spazio non molto grande, ma estremamente accogliente si mostra ai suoi occhi. Il letto, posto vicino la finestra è avvolto da una morbida trapunta raffigurante il mare al tramonto. Le sfumature arancioni s'intonano con il colore simile della tenda che, lievemente trasparente, lascia intravedere le abitazioni di fronte. E poi quell'armadio a tre ante di legno chiaro, lo stesso tipo della libreria sulla parete destra. Aliger rimane senza fiato.
“La...mia camera?” Chiede incerto di aver capito bene. “Certo, questa d'ora in poi sarà la tua camera! La mia è quella a fianco. Tranquillo, ora ti lascio sistemare le tue cose. Anzi, vai prima a farti una doccia. Poi la faccio io.!”
Detto questo Ise gli sorride per poi uscire dalla porta. Aliger è solo in stanza. Si guarda intorno sempre più confuso e incerto, poi si poggia di schiena sulla porta inspirando profondamente. Profumo di legno appena lucidato.
'La mia stanza? Ma che diavolo va dicendo? E fare la doccia...separati? Credevo mi volesse saltare addosso...'.
Sotto la doccia Ise si getta sul corpo un forte gettito d'acqua gelida, stringendo i denti per sopportare. Continua così per diversi minuti come se dovesse cancellare un grosso peso dal suo corpo, o forse dal suo cuore.
' Sarò in grado di affrontare questa convivenza? Accidenti...quel ragazzo mi sembra a momenti spaventato. Ma penso abbia un carattere ribelle. E questo non mi aiuta...'
Indossati i pantaloni ed uscito dal bagno, Ise entra nella sua stanza. Apre la porta e con suo grande stupore vede Aliger seduto sul letto a gambe e braccia incrociate, con indosso solo un paio di pantaloncini e con un'espressione irritata sul viso.
“Oh...scusa...ho sbagliato...” Afferma sbadigliando e stropicciandosi gli occhi. “ devo essere stanco...”
E chiude la porta. Aliger, rimasto senza parole, rimane immobile su letto. D'improvviso la porta si apre di scatto:
“Ma hai sbagliato stanza! Questa è la mia. Non sono ancora impazzito!” Afferma Ise con decisione. “Lo so benissimo che è la tua stanza.”
Il tono Di Aliger sembra scocciato. Ise a quelle parole cerca di capire...
“Che stai dicendo?”
Non capisce. Lo sguardo di Aliger si fa molto provocante e, nel mentre che si corica sul letto la sua voce si fa sensuale.
“Non mi hai portato qui per questo? Se vuoi possiamo cominciare anche da subito. Non c'è bisogno di convenevoli..” “Che diavolo stai dicendo?”
Ise d'improvviso è tornato serio, estremamente serio.
“Ma il Sesso, no? Sbrigati, che in questo momento sono dello spirito giusto.” Continua Aliger accarezzandosi le braccia.
Cala il silenzio. Ise comincia a fissare Aliger negli occhi. Intensamente. Lentamente gli si avvicina appoggiando le ginocchia sul letto con movimento sensuale.
“Aliger...”
il sussurrare della sua voce sfuma nell'aria . Il biondo è turbato. Gli occhi blu di Ise lo stanno catturando, è come se volessero violargli l'anima. Il suo cuore inizia ad agitarsi all'avvicinarsi del moro. D'un tratto Ise gli afferra il braccio spingendolo verso di sè, portando la propria bocca all'altezza dell'orecchio destro di Aliger, sfiorandolo con le proprie labbra...
“Stammi bene a sentire...”
Ise è come se stesse dando un ordine.
“Io non lo faccio mai...con i ragazzini...”
Con queste parole Ise si ricompone, alzandosi in piedi ed incrociando le braccia.
“Allora? Vuoi smammare?Sciò! Questa è camera mia”
Aliger lo guarda scioccato: l'ha preso in giro! E in modo cattivo. Senza dire una parola si alza dal letto, incapace di guardare Ise negli occhi ed esce dalla stanza. Si sente umiliato, ma anche un perfetto cretino. Appena dentro la sua si getta di peso sul letto.
'MI ha fatto sentire un perfetto stupido. !Ma cosa diavolo avrà per la testa quello? E mi ha pure dato del ragazzino! Me la paga, maledizione!'.
È mattina. Aliger è disturbato dai raggi del sole che filtrano dalla finestra, rimasta aperta dalla sera prima. Finalmente riesce a svegliarsi. Appena apre gli occhi si guarda intorno non riconoscendo l'ambiente.
“Che diavolo...”
Si alza di scatto, finchè mette a fuoco. Si ributta così nel letto. I capelli lunghi sono scompigliati per tutto il corpo.
“Sono... a casa sua...” Sussurra sospirando.
Rimane così per un po' a guardare il soffitto, la stanza. C'è silenzio. Un silenzio inquieto e accogliente allo stesso tempo.
Raccolte un po' di forze il ragazzo si alza. Apre la porta e si affaccia in corridoio: non c'è nessuno. Nè un rumore, nè un suono. Decide di scendere le scale ed andare al piano di sotto.
“I..Ise?-”Chiama con una nota d'imbarazzo entrando in cucina.
Non ottenendo nessuna risposta il ragazzo decide di avanzare. Con sua grande sorpresa nota il piccolo tavolo della cucina apparecchiato. C'è una tazza capovolta, il cucchiaio, fette biscottate, marmellata e cacao. Il tutto su una tovaglia dalle tonalità azzurre. Sul lato un foglietto tenuto con un fermacarte.
' Buongiorno! Scusa ma sono andato all'università. Fai colazione, mi raccomando! Sul fornello c'è la caffettiera già pronta. Se vuoi esci pure, le chiavi sono nell'ingresso. Ci vediamo per pranzo. Ise'.
Aliger si trattenne dal ridere. Quel biglietto un po' scarabocchiato gli aveva fatto pensare..
' Si vede che ci ha messo un'ora per scriverlo...'.
Gli venne da sorridere, per la semplicità di quel gesto. Forse davvero sincero. Probabilmente quei mesi non sarebbero stati poi così male...
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