Nota: Questa è la prima original che scrivo...in tutti i sensi. L'avevo scritta a mano in prima liceo (ormai 9 anni fa...)...! Nel complesso la storia è quella originale (ho corretto la forma e alcune parti)...mi rendo conto che a volte può risultare “idealista” e buonista, ma che farci! Ero piena di buoni propositi, non sapevo come andava la vita!! Sob! Comunque ci tenevo a riportarla sul pc e mi auguro sia almeno un pochino di vostro gradimento...
Le ali della città parte I di Releuse
Pomeriggio inoltrato. Da una piccola finestra con la serranda leggermente abbassata filtra una debole luce che lotta per poter valicare quella tenda dalle tinte violacee. Il colore si mescola con un bianco candido appartenente a un ruvido lenzuolo. “Aaah...Gn! Spero, anf, che tu...non ne abbia ancora per molto...”
È la voce roca di un ragazzo, che inginocchiato su un letto si morde il labbro fino a sanguinare. I suoi capelli dalle tinte arancioni, sono lunghi e aggrovigliati sul suo collo e sul petto come per proteggerlo. Dietro di lui un uomo che lo sta possedendo.
“Stai zitto, non ti pago per parlare a vanvera! Anzi, usa quella tua maleddettissima bocca per qualcosa di più istruttivo”
L' ironia dell' uomo ha un sapore acido, nauseante. Nello stesso istante afferra il giovane per la testa, lo volta verso di lui e poi lo istiga a scendere sempre più in basso in direzione del suo ventre. Affanno. Respiri che si fondono con il sudore della carne; l' odore agro è il risultato di quel piacere.
“Ci sai proprio fare ragazzo...credo che tornerò più spesso da te...”
Il giovane riverso nel letto non risponde. Sembra in trance. Come privo di anima, come se avesse lasciato il suo corpo e lo guardasse dall'alto. Come se non fosse il suo.
BEEP! BEEP! “Hey tu! Guarda dove attraversi!” “Ma ti togli di mezzo?!” “Si, amore. Stasera vado a cena fuori con i colleghi.” “Questi sono i migliori prodotti in circolazione...”
La città. L'ora di punta. Il traffico intenso sembra essere una mandria di bestie inferocite.
“Ise, Dai vieni con me! Domani partirò e non ci rivedremo per chissà quando!Parto in Australia, mica a due passi!”
Un ragazzo dai capelli a spazzola biondi e gli occhiali sorride alla grande sventolando un paio di biglietti in faccia all'amico.
“Uff, lo sai che non mi va!” Esclama l'altro sbuffando. “Eddai! Voglio passare la mia ultima sera in questa città con il mio migliore amico! Lo sai che ci tengo!” Lo implora. “Senti, Igor, è l'ultimo giorno che stai qui, vinci due biglietti per uno striptease e ci vuoi invitare me? Non sono un maniaco!” Il ragazzo sgranocchia una patatina tentando di ignorare l'amico supplicante. “Dai...non posso buttarli...”
Igor si sta per arrendere. La sua voce è lacrimevole.
“Lo sai...le donnine mi piacciono troppo.” Cerca di scherzare, ma non ottiene risposte. “Ok...li butto...” Con grande rammarico il ragazzo sta per strappare i biglietti quando la mano di Ise lo blocca.
Ise ha gli occhi di un blu profondo e lo sguardo serioso.
“Basta che non facciamo tardi, intesi?” è un prendere e lasciare.
E Igor questo la sa bene.
“Graaazie!” Il ragazzo gli salta letteralmente al collo. “Sei il mio migliore amico! Lo sapevo!!” “No, Igor, mollami! Mi soffochi!” Il povero Ise cerca di divincolarsi dalla stretta del ragazzo.
Igor è estasiato, i suoi occhi luccicano soddisfatti.
“Aah!” Esclama “ Lo sapevo che nessuno può resistere al fascino di una bella donna! Aspettateci donne, che stasera faremo scintille!”
Continua a parlare da solo, mentre Ise lo ignora rassegnato.
È tarda sera. Soffia un leggero vento non troppo freddo, ma in grado di trasmettere brividi lungo il corpo. I due amici camminano per una strada piena di locali a luci rosse. Ise indossa un cappotto nero lungo con il colletto alzato. Si adatta alla sue pelle bianca e ai suoi occhi blu. I capelli neri e non troppo corti gli incorniciano leggermente il viso.
L'ambiente intorno è quello che si aspettavano. Donne con minigonne all'altezza dell'inguine e le scarpe con la zeppa più alta di loro si ritrovano ad ogni metro di quel viale. Ragazzi dalle camicie strappate, i pantaloni colorati, catenine al collo. E poi gente comune, giovani e adulti che vagano od attendono qualche incontro. E poi l'aria, con quell'odore penetrante, acido, a tratti nauseante. È come bere litri di alcool mentre fumi altrettante sigarette o qualche altra sostanza indefinita. È come respirare piombo Con la testa che ti esplode. Ise si sente così questa sera, ma cerca di tenersi tutto per sè, per non rovinare l'allegria di quell'amico un po' pazzo al quale è sinceramente affezionato. Ecco, appunto. Un po' pazzo e molto deficiente. Igor sta sbavando dietro ad una tipa mezza nuda con la sesta di seno che gli accenna qualcosa da lontano.
“L'hai vista, quella?” Indica Igor tutto contento “Si, si, l'ho vista-”Risponde Ise ridacchiando. “Che c'è da ridere?” “Bè, non avevi lasciato la tua ragazza per me? Se ci penso...” Ride Ise. “Ah, ah, ah. É vero! Che faccia ha fatto quando gliel'ho detto! Così impara a tradirmi quella zoccola! Sapevo che le facevano schifo i gay così mi sono professato tale per ripicca! Oh, Giulia, sono innamorato di Ise! La nostra è una storia piena di passione” Igor assume una vocina sensuale “E noi non possiamo farne a meno! AH AH AH! Era sconvolta!” “Hai fatto bene a lasciarla. Anche per questo.” Il tono di Ise si fa improvvisamente serio e lapidario. Igor lo avverte, ma preferisce tacere. “Eh va bè! Ma comunque a me le donne piacciono da impazzire! Donne arriviamoooo!”
“Oh, ma è Questo?-”Si chiede Igor davanti a un'enorme portone dall'insegna luminosa con scritto 'Le mille strade dell'amore'. “Pare di si. E sei sicuro che hai vinto i biglietti per lo strip femminile?” Commenta Ise Ironico. Igor non capisce. “Perchè?” “Perchè è un locale bisex, scemo!” E gli da un colpetto sulla testa avviandosi all'entrata.
Igor sbianca. Vengono accolti da una donna e da un uomo in abito da sera. La signora è molto appariscente, soprattutto per il vestito rosso luccicante con un vertiginoso spacco sul fianco.
“Vi auguriamo buona serata, signori!” Sorride la donna. “Me lo auguro...” Sbava Igor. “E smettila di fare il maiale, deficiente!” Lo sgrida Ise stufo di vederlo sbavare.
Passano pochi minuti e Igor raggiunge Ise ancora vicino la porta. Il ragazzo intanto si era appena acceso una sigaretta.
“Tutto ok, amico! Solo donne! Per fortuna!” Igor si sente come salvato da un naufragio. “Dobbiamo andare lì.”
Indica una porta rossa dalla quale si sente provenire una musica potente tipica da discoteca.
“Di fronte c'è lo strip maschile...oddio che schifo!Non voglio pensarci andiamo, andiamo!”
Prende così per il braccio Ise trascinandolo nella direzione voluta, mentre quest'ultimo poggia fugace lo sguardo verso quella porta blu di fronte. Pare pensare a qualcosa, intensamente.
Stanno per entrare, ma improvvisamente la porta di fronte si apre facendo rimbombare nel corridoio una musica frastornante. Ne esce un ragazzo con i capelli lunghi, biondi tendenti all'arancio, forse ha 19 anni. Indossa una maglia sbracciata di un nero pece e dei pantaloni bianchi rifrangenti. Ise si sofferma e lo fissa intensamente, ma dal suo sguardo non trapela nessuna emozione. Anche il ragazzo ricambia lo sguardo, e rimane stupito dall'espressione indecifrabile di Ise.
“ Hey, Aliger! Tocca a te, muoviti!” Grida una voce dall'interno. “Arrivo, stavo prendendo una boccata d'aria!”
Aliger, il ragazzo biondo alza le spalle facendo un profondo respiro, come di autoincoraggiamento. Sta per rientrare, ma prima di chiudersi la porta alle spalle da un'occhiata fugace verso Ise come incuriosito.
“Aliger. Bel nome...” Pensa fra sé Ise sorridendo leggermente con un velo d'ironia.
Finalmente i due amici entrano, c'è una grande folla vociante, la musica è a tutto volume, le luci colorate ed ad intermittenza giocano con i corpi delle ragazze sul palco, che con movimenti ritmici e sensuali contribuiscono ad accentuare il desiderio sessuale dei presenti. La loro pelle è sudata, bagnata, le loro curve pronunciate si offrono agli occhi di tutti. Caos. Musica. Confusione. È come essere entrati in un altro mondo, dove non esistono più regole e si pensa al puro divertimento e piacere.
“Evviva, che meraviglia, Ise. Avviciniamoci.” Igor è proprio contento e Ise non proprio convinto lo segue.
“Daiii, bella faccela vedere!” “E togliti tutto!” “Vieni a leccarmi, bambola!”
Ancora quell'odore acido. Odore che si mescola alla pesantezza dell'aria, resa irrespirabile dall'umidità di quei corpi sudati, dei respiri affannati. Quelle voci continuano a ripetersi. A rimbombare nell'aria, a bruciare il cervello dei presenti. Quelle facce, tutte uguali. Quelle luci abbaglianti che dilaniano gli occhi. Poi il buio.
“Vado...a fumarmi una sigaretta...”
Igor non fa in tempo a voltarsi che Ise è già lontano da lui. Allora si volta verso il palco e si unisce al coro dei presenti.
Il sollievo dato dalla sigaretta arriva immediato. Ise è fuori. Può sentire la musica provenire da dietro la porta, ma non è come essere lì. In quell'orgia distruttiva di musica e voci. Si sente stranito, la mano gli trema, così come il corpo. È nervoso. Quell'ambiente lo infastidisce troppo. E si fuma un'altra sigaretta. Poi un pensiero improvviso. Così alza gli occhi alla porta di fronte a sè. La fissa per diversi istanti finchè un qualcosa come una mano misteriosa, una curiosità mista a desideri inconsci e segreti, lo guidano alla maniglia. Apre la porta. È chiusa dietro di sè.
Stesso ambiente. Stessa musica. Stesso casino. A parte i ragazzi che sono sul palco, e forse la folla, più eterogenea fra donne e uomini. Ise scruta il palco, come alla ricerca di qualcosa. Vede solo facce sconosciute.
'Cosa...ci sto facendo qui?'
Pare risvegliarsi. Sospira e scuote la testa. Sta per andarsene...
“Ed ecco il nostro Aliger, Signori e signore!”
La voce del Deejay pervade quell'immensa stanza. Ise si volta e guarda lontano, sul palco. Un'ondata di voci acclama il giovane. La folla è in delirio. Ise osserva quel ragazzo dai capelli arancio ballare sensualmente sul palco. Lo fissa, in continuazione. Mentre la musica affonda nelle sue orecchie, mentre le luci gli fanno impazzire gli occhi. Avanza, come in trance. É proprio all'altezza del palco ora. E non ha distolto un attimo gli occhi da quel ragazzo, come se non sentisse più nulla, ignaro anche degli spintoni che gli arrivavano dai presenti ai suoi fianchi. C'erano solo loro due. Si, loro. Perchè anche Aliger aveva fissato Ise nel momento che si avvicinava a lui. E ora gli era vicino, perchè ballando si era abbassato nella sua direzione. Nello scivolare sulle ginocchia Aliger si toglie avidamente la camicia fino a denudarsi completamente il petto. È come se volesse mostrarsi a Ise, come in un gioco, dato che nei suoi occhi si legge quasi un segno di sfida. Ise non accenna alcuna espressione, continua a reggere lo sguardo del ragazzo di fronte a sé con la massima impassibilità. Poi un sorriso ironico, quasi feroce, prima di allontanarsi da quella stanza, e lasciare un vuoto fra quella folla. E un Aliger stordito da quell'incontro.
“Aah! Non mi divertivo così da una vita!”
Igor è felicissimo mentre escono dal portone. Ise è in silenzio. Sono fuori dal locale, stanno per andare via quando Ise intravede Aliger poco davanti a sé parlando con un uomo. Anche Aliger si accorge della sua presenza e si volta verso di lui con molta sicurezza. Ise come al solito lo fissa noncurante.
“Hey, vedi di deciderti la prossima volta che genere di spettacolo seguire, amico!”
Aliger ha lo sguardo compiaciuto, è come se volesse vendicarsi dell'indifferenza dimostrata nel guardarlo.
“Eh? che dice quello, ce l'ha con noi?” Igor guarda l'amico molto sorpreso. “Andiamo!” Esclama Ise con freddezza.
Igor non insiste. Aliger attende la risposta, che non arriva, ma nell'attimo di passargli a fianco Ise con voce attenta a non farsi sentire dall'amico gli sussurra:
“Ci vedremo presto, Aliger.”
Questi è senza parole. Si sente trafitto da mille sensazioni. Opprimenti. Indecifrabili.
“Grazie di tutto, Ise. Mi mancherai tantissimo. Sei un vero amico.” Igor è molto serio e cerca di sorridere, anche se è visibilmente dispiaciuto.
Lui e Ise sono all'aereoporto. Il primo sta per prendere il volo per l'Australia. Si trasferisce per lavoro.
“Anche tu mi mancherai, Igor. Vedi di farti sentire, eh?” Gli sorride con gentilezza Ise. “Certo, Anche tu. E mi raccomando. Porta avanti gli obiettivi della tua vita. Le ferite si superano, Ise. Devi essere forte.” Sorride sinceramente mentre abbraccia con decisione l'amico. Cercherò...- Ise ricambia come rassegnato.
L'aereo è partito. Ise lo segue con lo sguardo mentre lascia una scia in quel cielo immenso. Si sente solo, per un istante di fronte a quell'eternità.
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