Disclaimer:
come al solito i pg non sono miei ma di quelle immonde vacche delle CLAMP,
che ciononostante tutto adoro, ecc ecc. sempre come al solito i commenti
sono graditissimi! siate clementi!
Lawful Dream (ovvero
delirio illegale)
parte III
di
GreenWitch
E' ancora presto
quando mi sveglio. Il drugstore è ancora vuoto, le luci spente, il silenzio
innaturale tra gli scaffali. Da quel giorno al luna park non riesco più a
dormire. Le urla di Rikuo riecheggiano nella mia mene.
Non lasciarmi.
La porta che conduce al retrobottega si apre e Kakei mi raggiunge.
“Buongiorno Kudo! Non riesci a dormire?” senza aspettare la mia risposta
ritorna nel retro. Lo seguo.
“Già che sei qui... volevo parlarti di un lavoro... un lavoro di quell'altro
genere..”
“E Rikuo?”
“Un lavoretto solo per te..” una nota di dispiacere risuona nella mi
mente... perché? Mi porge una foto. “devi ritrovare questo oggetto. Ti
manderò un SMS per dirti dove cercare.”
Sono già le sette di sera quando mi arriva il messaggio. Per tutta la
giornata ho evitato Rikuo. Vedere il dolore nei suoi occhi mi fa male.
Senza salutarlo esco dal “nostro appartamento”. Chiudo la porta prima che
lui riesca a dire una parola.
Arrivato all'indirizzo che Kakei mi ha indicato scopro che è una libreria. E
adesso come faccio ad entrare? Perché ci da sempre questi lavoretti sporchi?
Rikuo mi direbbe che avrei dovuto chiedere di cosa si trattava prima di
accettare. Dannato Rikuo. Non pensarci, pensa al modo di entrare qui dentro.
Dopo aver passato mezz'ora a studiare la porta principale senza risultato,
passo al retro. La porta sul retro naturalmente è aperta. Entro e inizio a
cercare il fermacapelli della foto. Dovrebbe essere un cilindretto rosa
dalle estremità arrotondate bianche. Mi sembra di averlo già visto da
qualche parte. Uso i vecchi trucchetti che ho imparato quando ero piccolo;
espando la mente a coprire l'intera stanza cercando le vibrazioni del
fermacapelli. Ne ho avuto un vago sentore quando ho stretto la foto.
Percorro le varie corsie tra gli scaffali per quella che sembra un'eternità
prima di imbattermi in quello che cerco. Mi guardo in giro e sugli scaffali
trovo una nutrita schiera di ragazze ammiccanti in varie pose da una parte e
dall'altra trovo dei libri illustrati per bambini. Che fantasia che ha avuto
chi ha deciso la disposizione della merce...
mi avvio verso l'uscita, in fretta, voglio andarmene il prima possibile. La
porta è spalancata. Strano, mi sembrava di averla chiusa... non importa,
voglio solo andarmene in fretta. Nel vicolo posteriore la quiete sembra
innaturale, finta. Finché non viene rotta da un clangore di metallo su
metallo. Allarmato mi giro verso la direzione da cui proviene il suono, e
scorgo un lembo di tessuto bianco sparire dietro l'angolo. Corro per
raggiungerlo, giro l'angolo ma non vedo niente di strano. Niente finché,
sollevato, non alzo lo sguardo al cielo. Sul lampione - spento naturalmente,
la lampadina è fulminata ma non gliene frega niente a nessuno – c'è una
ragazza con lunghi capelli color avorio e un vestito bianco fluttuante nella
brezza. Peccato che non ci sia neanche un alito di vento.
Non appena vede che
il mio sguardo si posa su di lei, mi sorride, invitante, e salta sul
lampione successivo. Allibito la seguo nel suo saltellare di qua e di la
finché arriviamo di fronte a un condominio. Adesso che è ferma, riesco a
esaminare il suo vestito. Ma è indecente! Le copre a malapena il seno e la
gonna a balze lascia intravedere le mutande! Un grande fiocco spiega le sue
ali dietro la sua schiena e tra i suoi capelli vedo un fermacapelli identico
a quello che stringo ancora in mano. Chissà cosa direbbe Rikuo se la
vedesse... cos'è questa sensazione di fastidio? Non pensarci...
a gesti mi invita a entrare nel condominio fino a condurmi nel cortile
interno. Tra gli alberi, seduta sul bordo di una fontana scorgo una figura
stranamente familiare.
“Kei!” i avvicino di corsa e la stringo tra le braccia “pensavo che non ti
avrei più...” mi interrompo per la sorpresa. I suoi occhi, a un soffio dai
miei, si fanno verdi, i suoi capelli diventano neri e corti. Un nome mi
sfugge dalle labbra “Rikuo...”
Le sue braccia mi stringono, preoccupate, i suoi occhi contengono un nuovo
tipo di dolore, che non riesco a comprendere malgrado il mio potere.
Vedo le sue labbra muoversi e solo dopo riesco a cogliere il significato di
quello che ha detto.
Perdonami...
Il dolore dei suoi occhi si fa più opaco mentre si avvicina e appoggia le
sue labbra alle mie.
Poi ho perso i sensi.
L'oscurità mi avvolge, palpabile, come seta sulla pelle. La quiete, il
silenzio, il mare dell'assenza. La mancanza di qualcosa... ma cosa? Questo
senso di perdita è come un dolore sordo alla bocca dello stomaco.
Delle voci penetrano nella mia consapevolezza. Non riesco a capire chi sta
parlando. Kakei? Forse...
“... tante volte devo dirtelo, Himura, che non devi portare a casa tutto
quello che trovi per la strada?”
“Non sono in vena di scherzare, Kakei... sono due giorni che dorme... on
puoi fare proprio niente per lui?”
Il silenzio risponde alla sua domanda...
“Rikuo, se vuoi possiamo ritentare con quella ricerca...” oh. È arrivato
Saiga “vieni di la?”
“Ma..” il dilemma in un monosillabo...
“Non ti preoccupare, Himura. Starò io con Kudo intanto. E faresti meglio a
riposarti anche un po'. È due giorni che non chiudi occhio...”
Apro gli occhi solo per vedere Kakei che, fissandomi, mi rivolge un sorriso
enigmatico.
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