Disclaimer: Naturalmente i personaggi non sono miei ma di quelle grandissime zxxxxxe delle CLAMP... io non ci guadagno niente e blablala... i personaggi sono tutti maggiorenni e non sono realmente esistenti (?) ma bensì delle semplici rappresentazioni grafiche.




Lawful Dream (ovvero delirio illegale)

parte II

di GreenWitch


"Himura, Kudo! Venite qui!"
Kakei ci sta chiamando. Lo raggiungo e Kazahaya è già lì, sempre pronto a correre quando si tratta di guadagnare qualcosa. Perchè quando Kakei ci chiama in questo modo una cosa è certa: ha pronto per noi un lavoretto di quell'altro genere.
Mi siedo sul divano al fianco di Kazahaya, sento il suo profumo che mi inebria e non degno di uno sguardo Saiga che ci offre dei tramezzini fatti in casa. Il lavoro di oggi dovrebbe essere abbastanza semplice... ma quando mai i lavoretti di Kakei non sembrano semplici? Infatti lo sembrano, lo sembrano e basta.
Ci porge una fotografia. "Questo è l'oggetto che dovete recuperare"
Lo guardo. È una scatola di legno chiusa da dei fuda. Sono dei fuda insoliti, non ne avevo mai visti così prima, con una stella a cinque punte nella parte superiore. Guardando meglio la foto mi accorgo che la scatola è macchiata, dal colore sembrerebbe sangue. Sangue vecchio.
È una scatola abbastanza lunga... chissà cosa contiene. Non mi importa, dobbiamo solo recuperarla,non chiederci cos'è. Usciamo tra i lamenti di Kazahaya per essere stato affiancato di nuovo a me, così ci guadagna solo la metà.
Come al solito mi arriva un SMS sul cellulare con l'indirizzo a cui dobbiamo andare. Non lo conosco, ma Kazahaya sembra contento quando lo legge.
"Sai dov'è?" gli chiedo.
"Sì, ma non te lo dico!"
Lo detesto quando fa così.
Mi lascio guidare da lui per le strade deserte fino a che non si fermo urlando: "Siamo arrivati!^_^".
È un luna park. Avanziamo tra le giostre alla cieca, come aspettando un aiuto dal cielo.
"E' qui!" lo sento esclamare, sicuro. Seguo il suo sguardo e il mio presentimento si rivela veritiero. La casa degli specchi.
Decidiamo di entrare, scassinare la porta è un gioco da ragazzi, e ci troviamo in una stanza ricoperta di specchi deformanti. Oltre a una porta il labirinto di specchi. I nostri corpi si riflettono milioni di volte al punto che non riesco più a capire dov'è Kazahaya. Avanzo tra i riflessi cercando l'uscita, ma l'unica cosa che vedo è il riflesso di me stesso, il mio sguardo distorto dalla paura di aver perso Kazahaya.
Non ne posso più.
Appoggio la mano al vetro e quello si rompe, tutti gli specchi intorno a me si rompono con un fragore assordante. Mi spingo attraverso la semioscurità rischiarata ora da miriadi di stelle riflesse - stelle rosse, come il sangue - fino ad arrivare al centro del labirinto. Una strana sensazione mi pervade. Un ricordo di un passato che non è ancora venuto. Kazahaya è disteso là in mezzo. Finalmente ti ho trovato.
Mi avvicino e l'orrore mi assale.
Rosso. Rosso dappertutto sul suo corpo. Gocce di rosso sulla sua pelle. Gocce rosse come il sangue.
Schegge di vetro ovunque. Due conficcate nella sua gamba.
E una spada attraversa la sua mano destra bloccata così al suolo.
Un urlo mi sale alla gola.
"Noo!" le lacrime ormai scorrono copiose come il sangue dai miei occhi.
Ormai in un sussurro la mia voce esce dalle mie labbra, mentre con una mano accarezzo la sua guancia sporca di sangue "Kazahaya! Non lasciarmi! Kazahaya!" Appoggio le mie labbra alle sue.
"Io ti..."

"Ehi, stupido Himura! Cosa fai lì per terra? Andiamo? Ho trovato la scatola!"
Non siamo più nel labirinto. Gli specchi hanno lasciato il posto a delle macerie, i resti di quello che una volta doveva essere un luna park. Non riesco a muovermi. Era così reale! E anche il sangue che vedo sulla mia mano è reale. Ma non è quello di Kazahaya, ma il mio.
"Cosa hai fatto alla mano?" mi chiede preoccupato "ti sei ferito?"
Noncurante si avvicina a me e prende la mia mano tra le sue. Un'ombra attraversa per un attimo i suoi occhi. Si strappa una striscia di tessuto dalla sua camicia e la avvolge intorno alla mia mano. Non posso fare a meno di abbracciarlo, e lui, inaspettatamente non si ritrae.

"Himura, vieni un attimo!"
È passata quasi una settimana da quel giorno, e ogni volta che incrocio gli occhi di Kazahaya sono sempre velati di qualcosa che riesco ad identificare solo come tristezza.
Entro nel salottino e Kakei chiude la porta dietro di me. Non c'è Saiga. Strano.
"Come ti senti, Himura?"
Perchè me lo chiede? Non ho detto neanche a lui quello che ho visto quel giorno.
"Visioni del genere possono essere stancanti, vero?"
"come fai a...?"
Non mi risponde, ma le sue labbra si incurvano leggermente in un sorriso.
"Quella scatola conteneva una cosa molto importante. Quella cosa fa vedere a ognuno le proprie paure più grandi.” "Kazahaya non deve sapere cosa ho visto!"
Di nuovo quel sorriso beffardo “E chi ti dice che non lo sappia già?"
Mi alzo di scatto dalla poltrona dove Kakei mi aveva fatto sedere, e esco dalla stanza.

"Sta andando tutto secondo i tuoi piani, eh Kakei?"
"Sì, caro Saiga, proprio come avevo previsto..."