La Voce del Silenzio

di BabyJenks



 

***Prologo***

 

Il silenzio della notte era stato rotto solo dallo squillo insistente del cellulare posato sul comodino...e da quella voce.

- Alec...- aveva detto, flebile, singhiozzante, scossa da tremiti di disperazione, che sembrava aggrapparsi a quel nome così insistentemente, e lo ripeteva - Alec...Alec...- in attesa di una risposta che avrebbe definitivamente spezzato l'incanto di quelle ore piccole rischiarate dalla luce lunare che entrava dalla finestra.

- Piccolo? Tutto...bene?- l'altra voce esitò nel pronunciare quelle parole convenzionali, sapendo che no, niente andava bene, che c'era qualcosa di grande ad opprimere così terribilmente la serenità dell'unica persona a cui volesse bene veramente.

- Oh, Alec...d-di nuovo...è qui...- pronunciò quelle parole insicuro, stringendosi con se stesso, sotto le coperte, al buio, singhiozzando continuamente, smettendo di piangere, ormai non aveva più lacrime per farlo, il suo corpo era scosso da quei tremiti che tradivano in lui tutto il suo dolore...la sua voce era così bassa e debole che sembrava un richiamo, un lamento, una richiesta d'aiuto dall'oltretomba.

- Vuoi...vuoi che ti venga a prendere?-

- Non vorrei se la prendesse anche con te...-

La voce era un po' più forte adesso, adesso sembrava quasi un sussurro dolce, uno di quelli che si danno ai propri amanti...nei bei momenti.

- Nessun problema... sto venendo, non aver paura...Ti tirerò fuori da questo inferno -

- Grazie...-

- Sto arrivando...-

- Ehi Alec, aspetta...- La voce si era fatta davvero più forte, ancora scossa, ma più rilassata.

Alec sta arrivando, non si deve più avere paura.

- Si?-

- Ti amo -

- Anch'io -

 

***Capitolo 1***

 

Fa in fretta a vestirti Alec, lui ha bisogno di te, ti aspetta, non puoi, non devi farlo aspettare troppo.

Scendi le scale veloce  no, non accendere la luce, rischierai di svegliare i tuoi, la loro porta è aperta, fa silenzio Alec, non vorrai mica dar spiegazioni...

Prendi le chiavi, prendile e vai via, sgomma piano, la strada è ancora bagnata...

Il cielo sembra piangere insieme a Manuel, in questo periodo.

E lo fa troppo spesso.

Scendi, scendi veloce, sai che lui non ne può più, sbrigati Alec, su, arrampicati sul pino.

Lo fai sempre, ma adesso devi essere più veloce, entra dalla finestra aperta, fa silenzio.

- Manuel...-

Nell'oscurità sussurri, ancora a cavalcioni alla finestra, entra e scuoti quell'ammasso cencioso di coperte e lenzuola davanti a te, che respira, ma non risponde.

Ti avvicini piano Alec, per non far rumore, con il cuore in gola, scosta le lenzuola, scopri quel viso dolce e malinconico, quell'espressione addolorata sul cuscino ormai sporco di lacrime nere, bagnato di sofferenza e disperazione.

Il respiro è affannato, gli occhi chiusi, dorme Manuel, dorme sonni agitati, dorme nelle notti popolate dai mostri della sua fanciullezza.

Toccalo Alec, accarezzalo, fagli sentire che ci sei.

Allunga la mano, sfiora quella testolina dai capelli morbidi e scuri.

Lo stavi per fare Alec, ma qualcosa ti ha interrotto, vi ha fatto saltare in aria entrambi, l'hai visto aprire gli colpo gli occhi blu e vuoti, e sei drizzato in piedi, mentre lui si riaggomitolava ancor di più su se stesso, al suono di quelle parole.

Sprezzanti, violente.

- E tu, dove sei, piccolo rovinafamiglie!- era entrato nella stanza sbattendo la porta con rabbia, e Manuel aveva aperto gli occhi e le lacrime avevano ricominciato a scendere impetuose, e tu non puoi sopportare tutto questo Alec, non puoi vederlo soffrire così, no, non lo sopporti, fa sanguinare il tuo cuore.

Lui si ferma, già con le mani alzate, pronto a scaraventarsi di nuovo, come sempre, ancora, contro quel piccolo e fragile ragazzo.

Fragile, soprattutto fragile.

Ti guarda, tu lo guardi Alec, e glielo leggi negli occhi, mentre da sotto le coperte una mano pallida ha fatto capolino sfiorando la tua, già abbronzata dai primi raggi di Aprile.

E tu hai tremato a quel contatto, vero Alec?

Perchè ogni suo gesto è così surreale, così...così delicato, così perfetto e paradisiaco che non puoi pensarlo Alec, non puoi pensare che davanti a te c'è qualcuno che ama far del male a quella creatura perfetta.

Nessuno può voler rompere le ali di un angelo come Manuel.

Perchè è vero Alec, è questo quello che lui è.

Un angelo, l'hai pensato dalla prima volta che hai incrociato il suo sguardo triste.

Ricordi?

 

***Capitolo 2***

 

Oh, si che ricordi Alec, lo ricorderai per sempre, e ti viene in mente proprio adesso, mentre quella mano che avevi sognato ti sfiora il polso, e lo fa quasi accarezzandoti, e sa che lo adori, vero?

Ti vengono in mente quegli occhioni, meno vuoti ma ugualmente tristi, quelli di quel ragazzino dai lunghi capelli neri che il secondo giorno di scuola scontrasti in corridoio, perso tra le aule del liceo.

Avresti pensato "ecco un altro ragazzino di prima che non sa dove andare" ma no, non l'hai fatto, perchè tu ne sei rimasto incantato.

Incantato Alec, incantato da due gemme azzurre troppo tristi, incastonate in un viso troppo dolce e troppo segnato.

E allora hai sorriso, e lui l'ha fatto a sua volta, debolmente, piegando appena quelle labbra livide ma piene.

E tu hai continuato a fissarlo, perchè eri rapito, rapito da quel corpo che aveva da poco smesso di essere bambino, rapito da quello che ti sembrò essere un angioletto caduto sulla terra quasi troppo presto.

Alec, senti che il tocco al tuo polso adesso è stretto?

Alec, guarda davanti a te, lo sognavi questo momento, volevi guardarlo in faccia quest'uomo, e ammazzarlo con le tue stesse mani, fallo Alec, fallo adesso, adesso che puoi, fallo.

- T-tu...- eccolo, il grande uomo, balbetta vedendoti, ti guarda ancora negli occhi, su avanti, falla finita, fallo per Manuel.

Dio mio, sembra quasi abbia smesso di respirare, la sua stretta si è allentata, le sue dita affusolate stringono solo debolmente il tuo polso.

E tu hai paura Alec, perchè infondo lo sapevi, lo sapevi che Manuel non avrebbe retto...lo sapevi e basta.

Su, bravo Alec, fregatene di chi ti sta davanti urlandoti parole di minaccia sentendosi padrone della situazione, scopri quel corpo tanto amato e portalo via per sempre.

E' sveglio, è incosciente, è semplicemente stanco.

Di tutto questo.

Forza, prendilo in braccio, delicatamente, lo sai Alec, lui è di cristallo, lui è troppo delicato...lui è solo tuo.

E quell'uomo cerca di ostacolarti, cerca di non farti uscire, ma tu Alec, lo sai, devi sconfiggerlo, devi farlo per lui, devi permettergli di tornare a volare, e lo scanzi, scendi veloce le scale senza peso, perchè lui si e no peserà 50 kg e tu sei ben allenato Alec, scendi veloce le scale di quella bella casa residenziale, mentre lui, l'aguzzino, ti insegue, e una donna al piano di sotto piange, una ragazza strilla e sanguina e intuisci che la furia dell’uomo di li è già passata, e rabbrividisci Alec, rabbrividisci al pensiero del covo del tuo angelo, un angelo caduto all'inferno.

La donna ti apre la porta fulminea, tu la guardi negli occhi spenti Alec, perchè ti ha aiutato, perchè ti aiuta a sfuggire alle grinfie del marito, che famelico ti ha quasi raggiunto?

Corri in macchina Alec, posalo delicatamente, e guarda suo padre urlare dietro l'auto in corsa.

 

***Capitolo 3***

 

Siete vicino casa adesso, guardalo Alec, guarda com'è fragile.

Sembra che possa spezzarsi da un momento all'altro, quel corpicino esile, vero?

Solleva la mano dal cambio, accarezzagli la guancia, delicatamente, scostagli i capelli, senti il suo respiro sulla mano...è debole Alec, è sofferto anche quello, è leggero.

Non lasciarti distrarre, forza, rimetti le mani a posto e torna a guidare.

- Alec...-

Ti è parso di morire, sentendo quel sussurro, ti è mancata l'aria.

Ma lui è la tua aria.

- Sono quì, tesoro...- una lacrima scivola sulla tua guancia Alec, non nasconderla, lei è così felice di essere venuta finalmente alla luce...

Ti tradisce questa lacrima, no, non sei più sicuro e deciso, no, chi sei?

Sei solo un giovane uomo.

Innamorato di un cherubino.

Si Alec, perchè tu lo ami. E lo sai bene, come sai che anche gli angeli possono amare.

- Dove...- la voce è ancora debole, impastata, ovattata...ma tu Alec, tu ringrazi il cielo che possa parlarti ancora. - dove mi...porti?- fa una pausa tra una parola e l'altra Manuel, come se quella voce flebile potesse rompere l'incanto del momento.

- A casa mia. -

Eccoti Alec, di nuovo deciso e sicuro, di nuovo tu quello a reggere il gioco, Alec, non avere più paura, no, adesso lui è qui con te, non pensare che possa volare via Alec, no, lui non lo farebbe mai.

Scendi dall'auto, apri lo sportello e sollevalo piano, delicatamente...senti il suo corpo contrarsi un po' per poi rilassarsi contro il tuo petto e le tue braccia, senti la sua testa sulla spalla, e a te sembra di avere tutto Alec, nessun momento sarebbe più perfetto, ma non è così Alec, e lo sai, perché in questo non c’è niente di felice.

Apri piano la porta Alec, chiudila ancor più delicatamente con il piede, non scuotere troppo Manuel, sali su velocemente, non accendere la luce, adagialo sul tuo letto, così, piano, guarda i suoi capelli spandersi sul tuo cuscino Alec, guardalo.

So a cosa stai pensando, stai pensando che nonostante la smorfia del dolore non hai mai visto niente di più perfetto.

Un angelo impolverato.

Spoglialo lentamente di questi abiti spiegazzati Alec, fallo dolcemente, scopri la sua pelle pallida e il suo corpo delicato, il suo corpo provato dalla disperazione, emaciato.

Rabbrividisci, al solo odore della sua pelle? Sbrigati a mettergli qualcosa di comodo, o prenderà freddo.

Alec, guarda questa bambola tra le tue mani, che si lascia coccolare.

Non è altro che fredda porcellana.

Sdraiati accanto a lui, prova a riscaldare questo cuore gelato dalla cattiveria umana.

Si volta su un lato, si gira e si piega su se stesso, come un gatto.

Sdraiati dietro di lui Alec, passagli il braccio intorno alla vita sottile, stringilo poco, non fargli male Alec, metti le tue ginocchia tra le sue, sfioralo.

Perchè tu puoi far solo questo, puoi sfiorarlo, non puoi corrompere tanta purezza.

Odora i suoi capelli Alec, odora la pelle del suo collo candido.

Sfioralo...sfioralo, so che non puoi resistere, fallo.

Sfiora con le labbra l'incavo tra il suo collo e la sua spalla.

Cosa provi quando lo senti tramare, Alec? Lo senti farsi ancora più piccolo e stringersi a te, forte, fortissimo.

Ha paura di perderti Manuel, sei tutta la sua vita.

Diglielo Alec, digli che non lo lascerai mai.

 

***Capitolo 4***

 

Sorridente Alec, tua madre è sempre sorridetente la mattina, quando puntuale arriva in camera tua a svegliarti, perché è ora di andare a scuola, e devi ricordartelo, e perché se non ci pensa lei a svegliarti, chi lo fa?

Tu ami tua madre Alec, lei ti capisce e ti ascolta.

Sei sicuro che ti ascolterà anche questa volta?

Apre la porta, non la senti inizialmente, ma poi udisci la sua voce non più dolce dire, non molto chiaramente:

- Oddio…- e andarsene via, chiudendo piano la porta, discreta.

Tua mamma non giudica Alec, aveva promesso di non farlo. Ma non sa che l’hai sentita.

Fa uno strano effetto a tua madre vedere Manuel, e lo sai Alec, avresti dovuto chiudere la porta.

Vorresti dormire ancora, ma non farlo, piuttosto concentrati sul respiro – finalmente regolare – di chi stringi fra le braccia.

Lo senti il suo petto abbassarsi e alzarsi contro le tue mani?

Dorme, dorme profondamente, e tu alzi il collo Alec, per scorgere il suo viso, e non vedi più tracce di lacrime, che la notte continuavano a scendere sole da quelle gemme intagliate.

E’ più sereno il suo viso, o forse sei tu a volerlo credere.

Lo senti emettere un mugolio quando ti muovi un po’ allentando la presa, lo senti Alec.

E il tuo cuore si riempie nuovamente.

- Alec…-

- Sono qui…shh…- bacialo Alec, bacialo ancora, ma fermati in tempo, fermati e non cadere nella lussuria di un bacio profondo.

Non urtare quell’immagine di candore.

Limitati a sfiorarlo con le labbra, sfioralo sulle guancie, sfioralo sul mento.

Apre gli occhi Manuel,  ti lascia sciogliere l’abbraccio e si gira delicatamente verso di te, portando i vostri volti l’uno di fronte all’altro.

Lo stringi di nuovo, gli lasci posare la testa sul tuo petto, mentre gli accarezzi i capelli scuri e lisci, e pensi che non hai mai toccato niente di più meraviglioso.

Alza la testa Manuel, ti lascia specchiare nei suoi occhi liquidi, vedi i tuoi pozzi neri riflessi in quel mare calmo e azzurro.

Ma troppo profondo.

E’ quasi un abisso, vero Alec? E sembra sempre che tu non riesca a scorgerne il fondo.

Sorride Manuel, abbozza un sorriso come meglio sa fare quel suo volto malinconico, e il tuo cuore si scioglie, si liquefae, perchè vedere quel sorriso è la cosa più bella che potesse capitarti.

E avvicina il viso Manuel, lo avvicina davvero, e non puoi fare a meno di pensare che questa volta ci siamo, ma tu non vuoi Alec, non vuoi uccidere la sua perfezione.

Ma non puoi resistergli, lo sai, ma sta attento a non rubargli niente…

Ma è lui a prendere qualcosa a te, lo senti, vero? Ti ha preso il cuore nello stesso istante in cui ha posato le sue labbra sulle tue.

Tu l’hai sognato questo momento Alec, hai sognato questo sfiorarsi e questo cercarsi, e adesso lo senti, lo senti più di prima.

Le sue labbra sono come un fiore raro, si, sono morbide, sono giovani, sono inesperte, ma ti cercano con ossessione Alec, reclamano quello che non gli è mai stato dato.

Amore.

E tu non glielo negherai, non lo farai, ma ti lascerai prendere da questo bacio che all’improvviso ti sorprende e ti emoziona troppo, allo schiudersi dei petali delle sue labbra al tuo passaggio, a sentire la sua bocca dolce in comunione alla tua.

Gli prendi una mano fre le tue, intrecci le dita con le sue, lo senti irrigidirsi un po’, tirarsi indietro, fermati Alec, ferma quell’estenuante danza tra le vostre labbra, hai troppa paura di fargli del male, no, non vuoi farlo, è l’ultima cosa che desideri...

Lo senti stringerti, aggrapparsi a te debolmente, interrompere il vostro vero e perfetto primo bacio, e tu lo vedi piangere, vedi le lacrime scorrergli sulle guancie calde e salate, senti la sua stretta un po’ più forte, e lo senti parlare.

Per la prima volta, la sua voce non è un sussurro…

- Non mi lasciare mai…ti prego Alec…non abbandonarmi mai…-

Lo stringi forte, senti anche tu le lacrime sul viso, poggi la fronte contro la sua, le vostre lacrime si uniscono, e tu Alec, hai l’impressione che lo stiano facendo anche le vostre anime.

- Mai…sarò qui per te sempre…-

Posagli un bacio delicato sulla fronte Alec, posalo e lascialo li in eterno.