I personaggi non sono
i miei purtroppo, ma del sommo maestro Inoue!! Questa è la mia prima
ff su Slam dunk, iniziata a febbraio 2007 e conclusa questo giugno 2007!
che fatica! La dedico alla mia
carissima amica Quistis, che mi è sempre vicina in ogni momento^_^!
La vita che verrà parte VI di Releuse
“DAVVERO? Davvero posso venire a vedere i vostri allenamenti?”
Eriko aveva gli occhi colmi di felicità. Il viso finalmente disteso e le guance sfumate di porpora rendevano il suo aspetto luminoso e sereno. Tutta la stanza sembrò animarsi, in sintonia con lo stato d'animo della ragazzina: era sera, è vero, eppure dalla finestra la luna piena e le stelle apparivano davvero lucenti, come se gioissero anch'esse della felicità di Eriko, e sorridessero per il suo stupore. Hanamichi, seduto sul bordo del letto della bambina, le sistemava le coperte con premura materna.
“Certo, Eriko. Da domani potrai assistere agli allenamenti. Il nonno ha dato il suo consenso. Anzi, era proprio felice. Ne ero sicuro!E poi potrai venire anche alle partite! Inizia il campionato fra poco. Ci pensi? Vedrai il talento immenso del tensai! Ah, ah, ah!” Sakuragi rise con orgoglio. “Che meraviglia Hanachan! Non vedo l'ora! Che felicità!” Eriko, seduta sul letto, si stringeva nelle spalle per l'emozione.
Il suo cuore a quella notizia aveva preso a battere all'impazzata, come risvegliatosi da un lungo torpore.
“Finalmente. Finalmente vedrò Kacchan giocare...io...”
Eriko si bloccò: la voce le si fermò in gola. Delicate lacrime cominciarono a disegnarsi sul suo viso.
“...io lo desideravo tanto.” Riuscì a terminare la sua frase.
Sakuragi nel vedere quella scena provò una tenerezza sconfinata e, cingendo le spalle della ragazzina col suo braccio, la strinse verso di sè.
“Lo so, cara Eriko. Lo so.”.
Il ragazzo le regalò così un sorriso molto gentile e colmo di comprensione che colpì profondamente la piccola Eriko. La ragazzina si accoccolò di più su Hanamichi, arrossendo lievemente nell'appoggiarsi sul suo petto. Poteva sentire da vicino il calore emanato dal corpo del rossino. Un calore che scalda il cuore, e che protegge. Eriko sorrise fra sé, come se fosse finalmente soddisfatta, certa di aver sconfitto la sua più grande preoccupazione.
Rukawa intanto era appena uscito da un bagno rilassante. Come aprì la porta il vapore tese a dilatarsi per il corridoio, rarefacendosi lentamente.
'Aah. Ne avevo proprio bisogno.'
Il ragazzo si stiracchiò un po' non nascondendo un lieve sbadiglio. Quella giornata per lui era stata davvero stressante. Poi si concentrò per qualche attimo.
'Hn. Non sento voci. Forse Eriko si è addormentata...'
In punta di piedi il ragazzo camminò fino alla stanza della sorella, la cui porta era socchiusa.
“Hanachan, senti. Ma i tuoi genitori sono morti?”
Rukawa stava per aprire la porta della camera, ma a quelle parole si bloccò.
Sakuragi guardò la ragazzina con stupore.
'Perché mi fa questa domanda?'
Vide che Eriko lo osservava con occhi mesti, come se aspettasse una risposta che lei conosceva comunque. Il ragazzo non sapeva cosa rispondere, era imbarazzato. Poi però notò lo sguardo di Eriko: serio, intenso. Per un attimo Sakuragi credette di essere di fronte ad una donna adulta. Una donna con alle spalle una vita immensa.
“Si, sono morti entrambi.” Disse infine Sakuragi quasi con sollievo.
Eriko sorrise per la sincerità dimostrata dal ragazzo.
“E...ti sei sentito solo quando loro non c'erano più?”
Le parole della ragazzina si fecero più profonde e penetranti; cercavano di scavare l'animo di Sakuragi e colmare quel desiderio di conoscere che le accompagnava.
“Si, moltissimo.” Sakuragi rispose con naturalezza e spontaneità, come se fosse entrato in equilibrio con i pensieri di Eriko. “ Ero completamente solo. Non avevo più nessuno. E questo mi ha dilaniato per molto tempo.”
La risposta di Hanamichi sembrò una velata confessione. Una verità nascosta da tempo nel suo animo.
“Allora aveva ragione la mamma.” Sospirò Eriko. “ Perchè? Cosa ti aveva detto?” Sakuragi guardò negli occhi la ragazzina, con gentilezza, accarezzandole la testa ancora poggiata sul suo petto, giocando con quelle morbide ciocche nere. “...ricordo che una volta disse che una persona che muore lascia sole le persone che le vogliono bene.” “ Non ha detto una cosa sbagliata, purtroppo.” Disse con un velo di tristezza Sakuragi.
Eriko si staccò da lui e si appoggiò sullo schienale del letto voltandosi verso la finestra. Poi alzò lo sguardo, respirando profondamente.
“ Quando lei è morta non mi sono sentita sola. O comunque non troppo sola. Perché con me c'era mio fratello. Lui mi è stato tanto vicino e si è preso cura di me. E anche io ho cercato di stargli vicino, evitando di dargli troppi pensieri. O almeno ci ho provato...Hanachan, anche io morirò, vero?”
Quella domanda sopraggiunse con sicurezza e precisione. Come un colpo secco che si stagliò nello stomaco di Rukawa che aveva ascoltato in silenzio dietro la porta. Invece Sakuragi non se ne stupì più di tanto Lui aveva seguito le parole della bambina. Sapeva che quel discorso avrebbe portato a quella conclusione. Eriko sapeva bene che presto sarebbe morta. Però non capiva.
'Ma allora perchè?'
Il ragazzo stava cercando di capire dove volesse arrivare la sorella di Rukawa.
'Parla così Perché sa che deve morire? Avrà paura, sicuramente...'
Sakuragi non riuscì a rispondere. Ma Eriko non fece caso a quella mancanza. La sua voce calda riprese a diffondersi nell'aria della stanza.
“Lo so che morirò. Si dice che chi muore va in cielo. Dove è la mamma. Starò di nuovo con lei. E magari conoscerò anche il tuo papà e la tua mamma...Io non sarò da sola. Mentre Kaede sì. Ho avuto sempre paura di questo.”
Sakuragi rimase senza parole. Rukawa sentì il cuore scoppiare. Cominciò a capire . Finalmente aveva capito il perchè.
“...per questo ho scelto te...” Le parole di Eriko si sciolsero nell'aria.
Nell'udirle Rukawa si portò una mano alla bocca, trattenendo il respiro e cominciando a tremare come una foglia. Amava tantissimo Eriko. Le voleva davvero bene. Insieme a lei aveva condiviso la vita, le felicità e le sofferenze. Fra loro si era creato un legame profondo, quasi simbiotico, come quello che si crea fra una madre e il suo bambino. Kaede era stato madre, padre e fratello di Eriko. Aveva tentato di annullarsi per lei, ma la forza della ragazza glielo aveva sempre impedito. Per questo erano così legati. Per questo Kaede temeva di vederla morire. Non voleva perdere Eriko. E non voleva stare da solo. A volte se lo chiedeva con insistenza: temeva di più perdere Eriko o vivere da solo? Odiava domandarselo, se ne vergognava. Si sentiva meschino. Eppure era la verità. Questo faceva di lui un essere umano, di carne, sangue e sentimenti contrastanti.
Aveva un'atroce paura di rimanere solo. E aveva sempre cercato di nasconderlo, o almeno così aveva creduto.
“Hai...scelto me?” Balbettò Sakuragi incapace di capire bene le parole di Eriko. “Sì, ho scelto te.” Sorrise la ragazzina. “...quando vedevo le partite in televisione, quando le riguardavo con mio fratello...capì subito che tu gli saresti stato vicino. Che potevi farlo. E poi quando chiedevo a Kaede di te gli si illuminavano gli occhi, lo notavo. Si divertiva sempre a commentare i tuoi movimenti, e rideva mentre mi riferiva delle vostre litigate. Rideva come mai lo avevo visto fare. Per questo non potevi essere che tu.”
Mentre Eriko parlava Sakuragi si sentiva trasportato dai suoi ricordi, come se li vivesse in prima persona. Poteva vedere con chiarezza il sorriso di Kaede nel parlare di lui. E tutto questo gli scatenò un'intensa emozione che accelerò i battiti del suo cuore. Era intenerito e lusingato da quelle rivelazioni. Anche Kaede si sentiva avvolto dalle stesse sensazioni, da quei ricordi che tornavano vivi nella sua mente. Ora se ne rendeva conto.
''Eriko tu...invece di preoccuparti per la tua malattia...hai...pensato a me?'
Era lui che aveva sempre dato eccessivo peso alla malattia della sorella, che le ricordava di essere diversa. Lui che si faceva così tanti problemi per quella malattia, e lei invece che ne era colpita in prima persona cosa faceva? Si preoccupava per lui.
“SI VEDE A DISTANZA CHE SOFFRE PIÙ PER TE CHE PER LEI STESSA!”
'Sakuragi aveva ragione....'
“Hanachan...” La voce sottile di Eriko parve una supplica “Dimmi, piccola”. Rispose Hanamichi ancora stordito per tutte quelle sensazioni nuove. “...non lasciare mio fratello da solo quando non ci sarò più. Ti prego.”
Non era una supplica. Era una preghiera.
Sakuragi sorrise alla ragazzina, accarezzandole il viso. Cominciava a comprendere la vera forza di quella bambina, il suo coraggio, e ammirò la profondità dell'affetto che la legava al fratello.
“...Eriko, non accadrà. Perché non solo Kaede ora ha me, ma anche perché anche io ora ho lui. E non sono più solo. Hai fatto un doppio miracolo, piccola Eriko....Non lo lascerò mai solo, perché... Kaede è la persona più importante della mia vita.”
Quelle furono le parole più sincere e spontanee che Hanamichi Sakuragi aveva mai pronunciato nella sua vita.
Lacrime. Dapprima lente e sottili, poi sempre più intense e copiose, scendevano per il viso di Rukawa. Erano lacrime calde e impetuose. Lacrime che avevano sofferto di essere state nascoste fino a quel momento. E che ora potevano sentirsi libere di invadere la pelle candida di Kaede, finalmente spontanee.
“ Grazie, Hanachan...” Sussurrò Eriko prima di addormentarsi.
Sakuragi le baciò la fronte con tenerezza. Si sentiva più leggero, come liberato da un peso che albergava nel suo cuore. Attento a non fare rumore, il ragazzo spense la luce e lentamente aprì la porta per uscire dalla camera. Nel voltarsi si trovò di fronte Rukawa, con il viso abbassato. Il rossino notò qualcosa di strano nel moro che sembrava quasi impietrito.
“Rukawa, tutto bene?” Chiese a voce bassa Hanamichi.
Ci fu un breve attimo di silenzio. Poi Rukawa sorrise, di un sorriso ampio e sincero. Forse un po' triste, ma comunque molto dolce.
“Sì, benissimo! Eriko si è già addormentata?” “Oh...eh...sì, sì!” Rispose Sakuragi sentendosi leggermente imbarazzato per quel sorriso improvviso. “Ah, peccato. Non le ho potuto dare la buonanotte...” “Sei il solito. Scommetto che ti sei addormentato nella doccia!” Ironizzò il rossino. “Hn. Più o meno...” Sospirò Rukawa avvicinandosi alla sua stanza.
Si fermò davanti alla porta, osservandola. Poi la aprì, con confusione. Non capiva perché la sua testa fosse invasa da miliardi di pensieri che lo inquietavano e stordivano.
“Sicuro di stare bene?” Chiese preoccupato Hanamichi notando i movimenti lenti del ragazzo e i suoi occhi un poco arrossati. “...sì, tranquillo!” Rukawa non era sicuro della sua risposta.
Ma Sakuragi non insistette. Sapeva che Rukawa odiava chi gli stava addosso, o chiedeva troppo di lui. Immaginò che avesse sentito qualcosa della conversazione, ma comunque non ne parlò.
“Allora buonanotte, Rukawa.” Disse infine sorridendo.
Gli voltò le spalle, pronto per andare nella sua stanza. Rukawa lo guardò allontanarsi e tese leggermente la mano, come per afferrarlo. Come ogni sera. Ormai era quello il rituale che si ripeteva da quando Sakuragi si era trasferito a casa sua. Ed ogni volta lo aveva lasciato andare via. Facendolo sfuggire alla sua presa. Rimanendo ad osservare per un tempo indefinito la sua figura chiudersi nella stanza.
Sakuragi non fece che pochi passi. E questo non perché lo decise lui, ma in quanto sentì la manica della sua maglietta tirarlo indietro. Rukawa l'aveva bloccato. La sua mano stringeva con forza quel cotone ruvido; sembrava tremare.
Sakuragi si voltò verso il ragazzo, che teneva ancora lo sguardo abbassato. Eppure riuscì a leggere l'espressione di Kaede sotto quella luce bianca artificiale. Un espressione di imbarazzo mescolata al timore.
“...rimani con me...” Sussurrò Rukawa con voce soffocata, senza alzare gli occhi.
La stanza di Rukawa. Nella notte, avvolta solamente dalla luce della luna dava l'impressione di essere un ambiente surreale, quasi incantato. Hanamichi riusciva a notare bene solo il letto posizionato sul lato della finestra, in quanto completamente impregnato dal bagliore lunare: le bianche lenzuola sembravano brillare sotto quel tocco di luce. Poi la figura di Kaede, al centro della stanza, che dava le spalle al rossino. Il ragazzo moro si sentiva in preda di ansie e timori celati. Si sentiva completamente fragile. Quasi inadeguato. Aveva paura a mostrarsi per quello che era veramente.
'Cosa...cosa devo fare? io...'
Avvertì improvvisamente le braccia di Sakuragi, dietro di lui, avvolgerlo con intensa passione... Percepì il tocco del suo petto premere sulla sua schiena, poteva sentire i battiti pulsanti del suo cuore mescolarsi ai propri. Incessanti. Hanamichi stringeva sempre di più Rukawa verso di sè, erano così vicini. Le sue labbra affondavano in quei morbidi capelli neri che gli accarezzavano il viso. Li baciò con dolcezza.
'Sakuragi...mi salva sempre... Agisce ogni volta che io non so che fare. Si lascia andare alla sua spontaneità...e questo...è ciò che mi piace di lui'
I due ragazzi rimasero immobili e abbracciati per diversi istanti, finché Rukawa non si voltò verso Hanamichi, per guardarlo un breve attimo, ed infine per baciarlo, stringendo il suo viso fra le sue mani. Sakuragi, dapprima stupito per quel gesto inaspettato, si lasciò ben presto andare a quel bacio, ricambiandolo con dolcezza. Con un velo di imbarazzo Rukawa si allontanò dalle labbra del rossino, per guardarlo finalmente negli occhi. Illuminati da quella debole luce lattiginosa, i due si scrutavano, cercando di leggersi nell'animo. Hanamichi si tuffò nei profondi occhi blu di quello splendido ragazzo che si trovava di fronte a lui. Gli accarezzò con delicatezza il viso, venendo ricambiato da un sorriso morbido. Rukawa poggiò la mano su quella di Sakuragi, intrecciando le dita con le sue. Lo guardò ancora...
“Fai l'amore con me, Sakuragi”.
Quel sussurro si nebulizzò nell'aria.
Nuovamente la bocca di Kaede incontrò quella del rossino. Lentamente il tocco delle sue labbra si fece più intenso e audace. Hanamichi raccolse quell'invito e baciò il ragazzo con maggiore passione e ardore.
Kaede Rukawa non era mai stato di nessuno. Non aveva mai permesso a qualcuno di avvicinarsi a lui, di conoscerlo veramente, nella sua interezza e umanità. Questo perché si era sempre presentato come un ragazzo quasi inumano, privo di sentimenti e capacità espressiva. Eppure Rukawa i sentimenti ce li aveva, eccome. Li teneva però nascosti e incatenati dentro di sè, privandoli della forza di slegarsi e manifestarsi. Il suo corpo lo aiutava in questo compito. Un corpo rigido, scostante. Involucro soffocante del suo animo. Ma anche i nodi più stretti prima o poi chiedono di venire allentati. Come i sentimenti di Kaede. Come il suo corpo. Che richiedevano a gran voce di essere di qualcuno. Di appartenere a qualcuno. Perché la solitudine a cui il ragazzo li costringeva, li stava facendo morire.
Hanamichi Sakuragi sentiva il suo corpo tremare per l'emozione ed inebriarsi di quel calore che intensamente lo stava pervadendo. Aveva atteso tanto quel momento, quell'istante in cui Kaede sarebbe diventato suo. Lo voleva. Voleva abbracciarlo. Voleva possederlo. Voleva sentire bruciare il suo corpo sotto il proprio...
Nel buio di quella notte, sotto gli occhi furtivi delle stelle, Sakuragi cominciò a baciare il collo di Rukawa, accarezzandogli le braccia e il petto con le proprie mani, infilandole sotto la sua camicia, premendo le sue dita sulla sua pelle nuda. Con pochi passi i due ragazzi si distesero sul letto. Kaede sentì la camicia sfilarsi dal suo corpo accompagnata dalle mani di Sakuragi che si appoggiava sopra di lui; avvertì una fugace sensazione di gelo, che venne placata dalla lingua bollente del rossino. La lingua che esplorava il suo torace. Furono proprio quei primi tocchi, le labbra umide di Hanamichi che si poggiavano sui suoi capezzoli ormai turgidi, a mandare Kaede in estasi. Il ragazzo iniziò ad ansimare improvvisamente, in fretta. Troppo in fretta. Quel calore...lo stava travolgendo, privandolo della ragione con eccessiva velocità. Erano tutte sensazioni nuove per lui, sconosciute. Non poteva controllarle. E questo lo spaventava.
Poi, improvvisamente sentì il suo corpo rilassarsi, sotto una carezza premurosa di Sakuragi. Vide come il rossino lo guardasse con occhi sinceri e rassicuranti.
“Stai tranquillo, Rukawa. Rilassati. Non ti farei mai del male. Vorrei solo che per un istante tu non pensassi ad altro. Vorrei vederti sereno...Kaede, io ti...”.
Hanamichi non terminò la frase. Rukawa lo avvolse in un abbraccio e in un bacio fluido, sciolto, impulsivo. In quell'istante capì che non doveva temere le proprie reazioni, ma che doveva assecondarle e assaporarle. Solo così avrebbe potuto appagare quel desiderio da tempo celato nel suo animo. Quel desiderio di essere di qualcuno. Essere di Hanamichi Sakuragi.
Rukawa sollevò il bacino dal letto, cominciando ad accarezzare il petto di Sakuragi, mentre ricambiava i suoi baci. Gli sfilò la maglietta e prese a baciargli il collo, per poi scendere più giù gradualmente, ambendo al suo petto. Aveva un sapore dolce la pelle ambrata del rossino. Quei baci sul suo corpo strappavano a Sakuragi fugaci gemiti di piacere. Un piacere che aumentava nei corpi dei due ragazzi, chiedendo sempre di più. Hanamichi, colto da un impulso improvviso spinse nuovamente Rukawa sotto di lui baciandolo con foga. La sua lingua prese a muoversi convulsamente nella bocca del ragazzo moro, mentre le sue mani gli sfilavano avidamente i pantaloni, gettandoli lontano da loro. Finalmente il corpo nudo di Kaede si mostrava ai suoi occhi, come un dono bramato da tempo. Sakuragi non poté non soffermarsi di fronte a quella splendida e perfetta figura, la cui pelle bianca sotto la luce lunare dava l'impressione di essere composta di candido marmo bianco. Come un' armoniosa statua.
Il rossino continuò così il gioco, lasciando che la sua mano destra affondasse dentro i boxer di Kaede, afferrandone il membro caldo e pulsante. Rukawa gridò a quel contatto, mentre il suo cuore batteva violentemente come se volesse scoppiare, mentre la bocca di Hanamichi raggiungeva quel punto bollente, accogliendolo fra le sue labbra.
Intensi gemiti sibilarono dalla bocca di Rukawa per il piacere che gli provocava il compagno. Il suo respiro si faceva ogni istante più affannato, pesante, caldo, mentre le sue mani si attorcigliavano fra i capelli rossi di Hanamichi, stringendoli con forza ogni volta che la lingua del ragazzo stimolava i suoi punti più deboli. Ostinati brividi percorsero il fianco di Kaede fino a raggiungere il suo collo. Era la mano di Sakuragi, le cui dita iniziarono ad insinuarsi nella sua bocca che cominciava a succhiarle con bramosia.
La stanza sembrava scottare, il respiro si faceva sempre più difficile. Per il calore che fuoriusciva da quei corpi infuocati, per l'aria troppo densa, resa soffocante da quegli ansimi roventi.
Rukawa assaporava tutte quelle sensazioni che pulsavano nelle sue vene, finché il suo corpo cominciò a muoversi convulsamente, contro la sua volontà, inarcandosi, contorcendosi. Perse il controllo. Lasciandosi travolgere dal piacere, mentre veniva nella bocca di Hanamichi, mentre con le sue mani graffiava le braccia del rossino che tenevano fermi i suoi fianchi. Con decisione.
Calma. Freschezza. Come il vento che fa oscillare silenziosamente gli alberi fioriti, diffondendo nell'aria milioni di petali che ondeggiano liberi. Libertà, ed emozione. Tutte sensazioni nuove che animavano il cuore di Rukawa in quegli istanti, mentre il suo respiro si faceva più regolare e il suo corpo si rilassava. Sakuragi si distese a fianco a lui, accarezzandogli il viso, i capelli e guardandolo negli occhi con tenerezza.
“Come stai?” Gli chiese con voce gentile il rossino cingendogli le spalle e avvicinandolo a sè.
Rukawa stringendosi a lui, arrossì con imbarazzo rispondendo con un
“Hn....bene.”. “Ah, ah, ah. Sono o non sono un tensai anche in questo?” Ironizzò Hanamichi ridendo. “Do'hao...” Rispose Rukawa abbracciandolo ancora di più.
Si rese conto solo in quel momento di quanto fosse piacevole il calore del corpo di Sakuragi. Quanto fosse protettivo il suo abbraccio. Notò come il rossino lo accarezzava delicatamente, ondeggiando il dorso della sua mano per tutto il suo corpo, come se avesse paura di infrangerlo. Rukawa cercò i suoi occhi e nel trovarli vi lesse un inaspettato imbarazzo, che Hanamichi cercò di nascondere distogliendo lo sguardo. Kaede capì. E sorridendo con dolcezza, afferrò la mano di Sakuragi che vagava sul suo corpo poggiandola sul proprio petto, vicino al cuore. Poi Rukawa si sporse, finché le sue labbra si avvicinarono all'orecchio del rossino respirandovi dentro.
“Voglio essere tuo...completamente.”
Nel sentire quelle parole Hanamichi fu invaso da una forte emozione, che si propagò in ogni cellula del suo corpo, producendo sensazioni simili a scariche elettriche. Pulsanti nel suo petto, nella sua testa, nel suo ventre. Deglutì, fissando gli immensi occhi blu di Kaede, leggendovi un'intensa passione. Che si trasmise a lui all'istante, trascinandolo con sè.
Sakuragi abbracciò intensamente Kaede, facendo nuovamente unire le loro bocche, le loro lingue, questa volta con una foga immediata, trascinante, dirompente, che riaccendeva quel' avido piacere abbandonato pochi istanti prima. Kaede sollevandosi continuò a baciare con passione il rossino, mentre con le mani aveva cominciato a slacciare i suoi pantaloni, abbassandoli sempre di più ogni volta un bottone venisse via. Hanamichi aiutò Rukawa in quel movimento, finché anche lui si trovò completamente nudo su quel letto. Sakuragi era quasi disteso, poggiato sui suoi gomiti, mentre Kaede stava inginocchiato di fronte a lui, ammirando la bellezza del suo corpo, scrutando ogni minimo particolare; senza pudore, né vergogna.
Improvvisamente Hanamichi afferrò il braccio di Rukawa invitandolo ad avvicinarsi. Il cuore di Kaede cominciò a battere veloce, con trepidazione. Il ragazzo accettò l'invito e si avvicinò al rossino che intanto si era seduto sul letto. Questi accarezzò le gambe di Rukawa e, tirandole verso di sé gli fece capire di posizionarsi sopra di lui, ottenendo quanto chiedeva. Ora Kaede stava seduto sul ventre di Sakuragi che lo guardava e lo accarezzava in viso per rassicurarlo, dato che il suo corpo aveva cominciato a tremare leggermente.
“Tranquillo...”
Sussurrò il rossino, mentre baciava le sue labbra tremanti, mentre la sua mano scendeva per tutta la sua schiena, regalandogli scosse di piacere, per poi fermarsi più giù e preparare il ragazzo alla violazione del suo corpo.
“Hgn...” Kaede strinse i denti quando sentì le dita di Sakuragi invadere il suo corpo, provocandogli delle fitte fastidiose e lievemente dolorose. “Rilassati, Kaede....” Lo rassicurò il ragazzo baciandogli le labbra, le guance, il collo, con delicatezza.
Sakuragi continuò a muovere le sue dita dentro Kaede, finché sentì il suo corpo rilassarsi, e i suoi lamenti trasformarsi in gemiti di piacere. Allontanò così la mano per afferrare i suoi fianchi con entrambe.
“Sei pronto?” Chiese Hanamichi respirando velocemente. “...si...” Ansimò Kaede.
E Sakuragi cominciò ad entrare in lui, lentamente. Fermandosi quando sentiva la voce dolorante del ragazzo, riprendendo il movimento quando questi si rilassava. Rukawa, stringendo le mani sulle spalle di Sakuragi, cercava di spingere il suo corpo verso il basso lottando contro il desiderio di irrigidirsi quando sentiva il dolore invadergli la carne.
Per un attimo la luna venne offuscata nel cielo, e il buio si impadronì della stanza. In quell'attimo Kaede non vide più nulla e si sentì in preda della confusione. Come perso in quello spazio indefinito. Poi la luna tornò. E con lei la sua luce, che illuminò gli occhi di Sakuragi. Rukawa ne ebbe la certezza, il ragazzo era lì. Con lui. Lo guardò. Si scrutarono con uno sguardo d'intesa.
Un movimento deciso e Hanamichi si spinse dentro Rukawa entrando completamente in lui. Facendolo gridare di dolore misto a piacere, emozione, confusione. Kaede si aggrappò alla schiena di Sakuragi, mentre questi cominciava a muoversi dentro il suo corpo, dapprima lentamente, poi con maggiore intensità. Maggiore velocità. Trasporto. Impeto. Hanamichi nel muoversi baciava il petto di Rukawa, assaporandolo con la sua bocca, mentre il ragazzo si stringeva con forza su di lui, affondando le dita nella pelle delle sue scapole.
Nella penombra i loro respiri ansimanti entrarono in sintonia, mentre i loro corpi si fusero, diventando un'unica materia globulosa e pulsante che si muoveva armoniosamente su quello sfondo stellato.
“Kaede...” “Hn...?” “Ti amo....” “Anch'io... ti amo...Hanamichi.”
In quell'atmosfera passionale e dolce allo stesso tempo, Sakuragi raggiunse l'apice del piacere, venendo dentro il corpo di Kaede, coinvolgendolo nel suo grido e nel suo movimento agitato e convulso.
Un istante dopo erano distesi l'uno a fianco all'altro, stremati, ansanti. Respiravano a fatica. Le gocce di sudore dilagavano per i loro corpi impregnando le lenzuola e quell'aria ormai divenuta eccessivamente pesante.
I due ragazzi rimasero in silenzio, non parlarono per diversi istanti. Poi Hanamichi si voltò verso Kaede, abbracciandolo. Non più con passione, ma con infinita dolcezza.
“Vorrei...che il tempo si fermasse. Per poter stare sempre con te. E con Eriko.”
Nelle parole di Sakuragi traspariva una lucida tristezza.
“...lo vorrei anch'io...”
Kaede ed Hanamichi si addormentarono stretti in quell'abbraccio. Abbandonando la stanza al suo silenzio. Si poteva udire solo il tic tac dell'orologio appeso alla parete. Come se il tempo avesse ricominciato a scorrere.
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