La vita al college

parte V

di Alessia_1986

 

POV MAX

 

 

 

Sento la sua bocca dappertutto; con estrema lentezza percorre, sfiora, assaggia, ogni parte del mio corpo. Le sue labbra mi trasmettono una miriade di sensazioni indescrivibili che non pensavo di poter provare con del semplice sesso.

Non riesco a trattenere un urlo di piacere quando le sue mani, per sfilarmi anche l’ultimo indumento rimasto, sfiorano la mia virilità sempre più gonfia.

 

Ora sono nudo, in completa balia di quel diavolo tentatore.

 

All’improvviso tutto questo svanisce e sento una strana sensazione di angoscia pervadermi. Alzo gli occhi e mi accorgo di essere rimasto solo in questo letto impregnato dal suo profumo. Mi appoggio sui gomiti, voltando lo sguardo alla mia sinistra, e lo vedo, bello come il sole, intento a fissarmi. Sul suo viso appare un sorriso impercettibile ed inizia a spogliarsi molto lentamente, facendo attenzione a non spostare mai i suoi occhi dai miei.

Si sbottona la camicia con estrema cautela, soffermandosi su ogni bottone per vedere la mia reazione. Una volta aperta, la lascia cadere a terra vicino ai suoi piedi nudi ed inizia ad armeggiare con i pantaloni. La stanza è piombata all’istante in un silenzio pieno di aspettativa, interrotto solo dal mio respiro accelerato e dal rumore della cerniera dei suoi jeans. Sempre guardandomi negli occhi, infila le mani ai lati dei pantaloni e, con un movimento rapido, se li sfila insieme ai boxer.

La mia saliva si è completamente azzerata e, mentre inizia ad avvicinarsi, non posso far altro che deglutire a vuoto, contemplando la sua perfetta nudità.

 

Mette un ginocchio sul letto e si abbassa molto lentamente sul mio viso per regalarmi un bacio pieno di passione. Gemo nella sua bocca quando, stendendosi su di me, le nostre virilità vengono a contatto. All’ improvviso, però, interrompe il bacio e si posiziona tra le mie gambe.

Con la lingua percorre tutto il ventre, soffermandosi solo sui capezzoli già turgidi, fino ad arrivare al mio membro eretto. Ansimo sempre più forte quando sento la sua bocca avvolgermi completamente. Non riesco a trattenere un grido di sorpresa e piacere insieme quando inizia a pompare sempre più forte e una sua mano raggiunge la mia apertura cominciando a stuzzicarla. Ormai sono al limite, così cerco di allontanarlo, ma la sua presa ferrea non mi permette di scansarmi da lui. Con le unghie artiglio forte le lenzuola e mi mordo le labbra a sangue per cercare di resistere, ma dei suoi movimenti più accentuati mi fanno raggiungere il culmine e così vengo nella sua bocca. Lui ingoia fino all’ultima goccia e si avvicina al mio viso dove mi bacia, facendomi assaggiare il mio stesso sapore. Le nostre lingue iniziano un duello senza vincitori ne vinti, mentre le mie mani cominciano a vagare su quel corpo tanto sconosciuto quanto desiderato. All’improvviso, però, quando sono ormai vicino ai suoi glutei, mi blocca i polsi e si riposiziona tra le mie gambe, dove svetta il mio membro, di nuovo eccitato. Senza neanche darmi il tempo di fiatare afferra le mie caviglie, portandosele sopra le spalle, ed avvicina il suo cazzo alla mia apertura. Sento il suo membro tra le natiche iniziare ad entrare e…

 

DRINN!!!!!!!!!!!!!!!

 

Ma cos…? Ah, la sveglia… Mi passo un braccio sulle tempie doloranti e mi esce un’imprecazione.  Cazzo, l’ho fatto di nuovo, ho sognato un’altra volta di fare sesso con lui. Ormai sono più di due settimane che immagini di me e Mark nudi, intenti a rotolarci su un letto, perseguitano la mia povera testa anche nel sonno.

 

Ho ancora il respiro accelerato e sono tutto sudato nonostante abbia dormito solo con i boxer. Spengo la sveglia, cercando di darmi una calmata, ma sento che c’è qualcosa che  non va, ho le mutante praticamente fradice. Scosto le coperte e noto delle inequivocabili macchie perlacee sul letto.

 

Merda, sono anche venuto!

 

 Non basta continuare a sognarlo tutte le notti, devo anche eccitarmi come una ragazzina alle prese con la sua prima cotta. Non posso proprio continuare così, è già la terza volta che mi succede… Questa di Mark sta diventando un’ossessione e più il tempo passa più mi rimane difficile resistergli.

 

Guardo l’ora e mi accorgo di essere anche in ritardo per gli allenamenti mattutini di calcio; sarei dovuto essere lì da circa dieci minuti, invece sono ancora qui, a crogiolarmi su questo letto pensando a Mark.

Mi faccio una doccia veloce e, senza neanche fermarmi al bar per mangiare qualcosa, mi dirigo negli spogliatoi.

Appena arrivo, però, li trovo tutti seduti sulle panche intenti ad ascoltare il mister.

 

Aria di novità…

 

 

“Max!!! Sei in ritardo di mezz’ora!!!!!”

 

 

Ma che cazzo vuole? Se non hanno neanche iniziato gli allenamenti…

 

 

“Non mi sembra di essermi perso un gran che”.

 

 

Gli rispondo io, con un sorriso ironico sulle labbra.

 

 

“Smettila di fare il buffone, stai dando spettacolo”.

 

 

Ok mister, sentiamo, cosa mi sono perso di così importante?”

 

 

“Se ti interessa saperlo fattelo spiegare dal tuo nuovo compagno di stanza”.

 

 

Perché il modo in cui lo dice non mi piace per niente? E poi che voleva dire? Io ho una stanza singola!

 

Senza aggiungere altro esce dagli spogliatoi, lasciando la mia curiosità insoddisfatta.

 

Durante la corsa il mio sguardo va inevitabilmente alla ricerca del mio tormento e con grande sorpresa lo vedo avvicinarsi sempre di più a me. Senza neanche accorgermene mi blocco e sulla sua faccia compare un sorriso, molto diverso da quello solare e appena accennato del sogno. Scuoto immediatamente la testa per scacciare ogni pensiero riferito a questa notte e riprendo a correre insieme agli altri come se niente fosse. Mark, però, a questo punto, aumenta la sua andatura, e mi si affianca, iniziando a parlare:

 

 

“Peccato che oggi tu sia arrivato in ritardo…”

 

 

Ancora con questa storia…

 

 

Perché? Cosa mi sono perso di così esaltante?”

 

 

“Oh, niente di particolare!”

 

 

Perché non vede l’ora di mettermi al corrente di quello che ha detto l’allenatore? Questa faccenda mi piace sempre di meno!! Mi sta davvero facendo stancare…

 

 

E allora vattene!!”

 

 

Rispondo io più duro che mai, sperando così che la pianti di infastidirmi con questa storia e se ne vada; ma Mark, purtroppo, non sembra avere le mie stesse intenzioni perché continua:

 

 

“Non vuoi sapere quello che ha detto il mister in tua assenza?”

 

 

“No!”

 

 

Ok, come desideri. Vuol dire che ti lascerò con il dubbio del compagno di stanza…”

 

 

È vero, mi ero completamente dimenticato quel particolare, chissà che avrà voluto dire il mister con quella frase.

 

 

“Avanti spara, cosa mi sono perso?”

 

 

Il suo viso si accende improvvisamente di una luce sinistra e risponde con estrema calma:

 

 

“Questo fine settimana andremo a giocare a Neiva e l’allenatore ha prenotato un albergo in quei due giorni. La notizia sorprendente è che siamo in camera insieme”.

 

 

COSA!!!!?”

 

 

“È inutile che fai quella faccia, hai capito bene Max: dovremo dividere la stessa stanza per un weekend, io e te solamente!”

 

 

Si fa più vicino e mi sussurra nell’orecchio:

 

 

“Ci divertiremo, vedrai…”

 

 

Detto ciò riprende a correre insieme agli altri, che nel frattempo si erano fermati sentendomi urlare, mentre io rimango immobile, praticamente shockato, a bordo campo.

 

 

 

 

CONTINUA…