Disclaimers:
i personaggi sono miei e questa è la mia prima ff
in assoluto quindi siate clementi
La vita al college parte I di Alessia_1986
POV MAXIMILIAM Sono appena arrivato al
college Saint Nevis. Finalmente!!!
Non vedevo l’ora!! Dopo tanta fatica ce l’ho
fatta. Eh si, perché per
iscrivermi nell’istituto migliore della zona, non essendo un figlio di papà,
ho dovuto prendere una borsa di studio. all’inizio
ero sicuro di non farcela ma, dopo tanti sforzi, ho raggiunto il mio
obiettivo. Certo, dicono che la
vita qua è molto dura, ma io non ho la nessunissima
intenzione di rinunciarvi. Entro nella camera che mi
è stata assegnata e la trovo molto carina; vicino al letto inoltre c’è
una scrivania con un portatile. Non faccio in tempo ad
andare a sistemare le valige che mi arriva un sms.
Lo leggo e non mi sorprendo affatto vedere che è di Sarah, una delle tante
che ci prova con me. Dice che bello come sono devo stare attento a non farmi
mettere le mani addosso da qualche ragazza pervertita. Sorrido…..è
proprio da lei un messaggio simile. Ho quasi 18 anni, sono stato abbastanza
forte da tenere a bada un gruppo di teppisti da solo e non mi saprei
difendere da un branco di ragazzine assatanate!!!!? E poi che avrei di così
speciale non lo so mica. È vero ho un fisico palestrato
e un bel viso, ma da qui ad
essere perfetto come dice lei ce ne vuole….. Sono ancora intento nelle
mie riflessioni che mi sento chiamare: “Sei tu Maximiliam?” Mi giro e vedo davanti la
stanza un ragazzo. Che sbadato, preso com’ero dall’euforia non mi sono
neanche preoccupato di chiudere la porta . “Si sono io, che
vuoi?” Rispondo con tono duro;
non mi piace la gente che cerca di fare amicizia con me, non so che farmene.
Ma lui, senza scomporsi troppo, dice: “Io niente, ma c’è
la direttrice che vorrebbe parlarti e ha mandato me a chiamarti. Se
mi vuoi seguire…….” Detto ciò s’incammina
verso le scale. Io dapprima rimango fermo indeciso se andare o
meno, infondo potrei anche andarci dopo aver messo a posto la
valigia, ma poi decido di fare come dice e lo raggiungo poco più avanti. Mentre
scendiamo le scale non dice una parola e di questo gliene sono grato, non mi
piace fare inutili conversazioni. Mi soffermo sulla sua figura e noto che
non sembra affatto uno studente di questo college, pare molto
più piccolo. Lo si scambierebbe
facilmente per un ragazzino di 13-14 anni. “Ecco, siamo
arrivati” La sua voce mi riscuote
dai miei pensieri e solo ora mi accorgo che si è fermato davanti
l’ufficio della direttrice. Busso e dopo un po’ di minuti qualcuno apre
la porta. POV ANDRY Che palle!!!!
Ma perchè deve capitare sempre a me!!!!?
Ma per chi mi hanno preso, per una guida
turistica? Ogni anno è sempre la
stessa storia: devo andare da uno dei ragazzi appena arrivati, accompagnarlo
dalla preside e poi portarlo a visitare il college. E il bello è che gli
devo pure spiegare le origini della scuola, quando è stata fondata e da
chi, quali personaggi illustri l’hanno frequentata, l’importanza di
essere iscritti al Saint Nevis……..Roba
da matti!!! Giuro che se me lo richiedono me ne vado. Va be’,
ormai ci sono tanto vale sbrigarsi; prima comincia e prima posso andare a
finire il disegno che ho iniziato l’altra
settimana. Allora, che stanza ha
detto? 103? Mh…vediamo, 99-100-101-102……Eccola!!
stanza 103. Ha pure lasciato la porta
aperta, sarà il solito ragazzino impacciato che per l’emozione si è
precipitato subito dentro. Faccio per entrare, ma mi blocco sulla soia
appena lo vedo. Un angelo!!! Non ci sono altre
parole per descriverlo. Ha una pelle nivea da far invidia alla neve per
quanto è bianca, dei capelli corvini raccolti in malo modo con alcune
ciocche che gli ricadono sulla fronte che lo fanno
sembrare ancora più bello, poi ha un fisico che è la fine del mondo e un
fondoschiena fantast…….Ma
che vado a pensare!! È meglio calmare i bollenti spiriti che un qualcosa ai
piani bassi è andato subito
sull’attenti appena l’ha visto. Cerco di darmi una calmata e rendo
palese la mia presenza dato che lui non mi
notato. “Sei tu Maximiliam?” Appena lo chiamo si gira;
dalla sua espressione e da come guarda l’entrata credo si stia dando
mentalmente dello stupido per aver lasciato la porta aperta.
All’improvviso i suoi occhi diventano di ghiaccio e mi risponde in maniera
non proprio amichevole: “Si sono io, che
vuoi?” Per essere bello è
bello, basta guardarlo che sento il mio amico qua sotto risvegliarsi. Però
è proprio stronzo!!!
Che gli costava dire: “Si sono io, molto piacere e tu come ti chiami?” Ok,
ho capito! basta farneticare. Se si vuole
comportare da stronzo lo farò anch’io ed
infatti, usando lo stesso suo tono, gli dico: “Io niente, ma c’è
la direttrice che vorrebbe parlarti e ha mandato me a chiamarti. Se
mi vuoi seguire…….” Detto ciò m’incammino
verso le scale. Lui all’inizio rimane fermo ma dopo un po’ mi raggiunge.
Durante il tragitto non gli rivolgo parola dato che
ho notato quanto non ami dialogare con le persone, mentre Max (si, nella mia
testa già mi sono preso il diritto di chiamarlo così) continua a stare in
un mondo tutto suo tanto che quando mi fermo all’entrata dell’ufficio
della direttrice lui neanche se ne accorge. Credo che ci vorrà molta più
pazienza del previsto per passarci un intero giorno. Resto per qualche secondo
a guardarlo, ma poi mi decido a parlare: “Ecco, siamo
arrivati” Lui sembra riscuotersi da
chissà quali pensieri e bussa. Dopo un po’ la direttrice viene ad aprirci
la porta ed entriamo. POV MAXIMILAIM Viene ad aprirci la porta
una signora di mezza età ben vestita, che credo dovrebbe essere la
direttrice. Ci fa accomodare davanti la scrivania mentre lei raggiunge la
sua poltrona ed inizia a parlare: “Salve Maximiliam,
Benvenuto al Saint Nevis!! Io sono Margaret
Choely, la direttrice di questo college. Allora,
come già sai, in questa scuola prendiamo solo gente di una certa importanza
economica, ma con te abbiamo fatto un’eccezione. I tuoi professori hanno
parlato benissimo di te, per questo abbiamo deciso di fare uno
strappo alla regola. Mi raccomando impegnati e vedi di non farci rimpiangere
questa nostra scelta. Inoltre questo ragazzo, come avrai già avuto modo di
conoscere, ti spiegherà un po’ di regole di questa scuola e ti porterà
in giro per i giardini e le aule in modo da farti ambientare un po’.” Perfetto!! Adesso mi
mancava anche la balia. Sai che me ne frega a me di visitare il college. Avrò
tempo di girarmi intorno quando inizieranno i corsi. “Per ora……” Che
palle eccola che inizia. Sono talmente annoiato che non riesco a
trattenere uno sbadiglio. Lei sembra non farci caso e
imperterrita continua: “Allora, per ora ti ho
detto tutto. Se non combinerai guai non ci
rivedremo molto presto. Arrivederci” Con un inchino
finalmente esco da quest’ufficio
seguito dalla “balia”. Faccio per tornarmene in camera mia che
questo ragazzino mi afferra per un braccio e mi dice: “Dove credi di andare?
Non hai sentito le parole della direttrice?” Gli
indirizzo uno dei miei sguardi più gelidi e lui si decide a
lasciarmi il braccio. Cerco di andarmene da qui ma lui mi si para davanti.
Però…..coraggioso il ragazzino. Senza
accorgermene mi esce dalle labbra un sorriso ironico e molto
poco rassicurante, ma questo qui senza farci caso continua: “Senti, a me non me
ne frega niente se vuoi seguirmi o meno, ma sappi che se non lo farai
io sarò costretto a riferirlo alla direttrice e non so quanto ti convenga. Perciò
a te la scelta….” Anche
se è un gran rompi palle mi piace il suo modo di fare, ha carattere.
Nessuno prima d’ora mi si era rivolto così dopo aver visto il mio
sguardo. Senza neanche rendermene conto lo seguo e vedo un sorriso comparire
sul suo viso. E così era sicuro che avrei
accettato, interessante. Dopo un po’ che
camminiamo inizia a raccontarmi la storia di questa scuola, ma io lo
blocco subito: “Ehi frena! Ho deciso
di seguirti ma non di sorbirmi tutto queste cazzate!” Lui sembra un po’
sollevato e infatti mi risponde: “Come vuoi, speravo me
lo dicessi. Non avevo proprio voglia di ripetere tutta questa filastrocca
imparata a memoria. Comunque almeno le regole
della scuola dovrò dirtele” “Su sentiamo” Dico io con tono
noncurante. “Allora per prima cosa
alle 22.30 c’è il coprifuoco” Perfetto “Non puoi portare
estranei nella tua stanza senza il permesso della preside” Bene. Di
male in peggio, ma che è un carcere? “Inoltre devi dare
minimo un esame al mese
e………………………” Lui continua a spiegarmi
altre 200 regole del cazzo ma io non lo sto più
a sentire. Appena smette di parlare intervengo
io: “Ora che hai finito
posso andare?” Speriamo che non mi debba
far vedere altro, sono distrutto e devo ancora
mettere a posto la valigia. “Non hai ascoltato una
sola cosa di quello che ti ho detto, vero?” Però…oltre
ad essere coraggioso è anche sveglio il ragazzino. Va bè,
tanto vale dirgli la verità: “No ti sbagli, le prime
tre l’ho sentite” Rispondo io con un
sorriso ironico. “Allora devo ritenermi
onorato per aver avuto la tua attenzione, per quanto? 30 secondi?” Mi dice lui per niente
irritato. Dato che non aggiunge niente mi giro per tornarmene in stanza.
Mentre sto salendo le scale la sua voce mi
raggiunge. “Andry” Andry?
E mo che cazzo vuol
dire Andry? Dalla mia faccia deve aver intuito
che non ho capito quello che mia ha detto perché
continua: “Andry
è il mio nome. Ciao, ci vediamo” E sai che me ne faccio io
di come ti chiami!!!! Comunque,
per non essere proprio maleducato, alzo una mano a mo di saluto e me ne
vado. POV MARK Che palle si
inizia. Sono solo al terzo anno e già non ce la faccio più.
Speriamo che quest’anno arrivi gente
interessante. In fondo è grazie ai soldi di mio padre che questa scuola è
in piedi, mi devo pur divertire in qualche modo. “Ehi, ciao Mark!” Mi viene
da sorridere, questa voce è inconfondibile. “Ciao Jo!
Ammazza che tempismo, non faccio in tempo ad arrivare che già ti trovo in
camera mia” Lui è John,
il mio migliore amico e braccio destro. Siamo cresciuti insieme, siamo praticamente
come due fratelli. “Molto divertente. Comunque
lo so che sei arrivato ora, ho sentito tutti i commenti delle ragazzine di
prima non molto casti riguardo la tua persona”. Io a queste parole
sorrido divertito. Per me è sempre stato naturale, sin
da quand’ero ragazzino, essere al centro dei pensieri femminili di
tutta la scuola. Vedendo che non rispondo, Jo’
continua a parlare, esponendo argomenti molto più
‘seri’: “Allora, hai già
adocchiato la tua preda per quest’anno? Io
prima che tu arrivassi ho fatto un giro e ho notato 2 o 3 ragazzini molto
interessanti” “Allora vorrà dire che
me li presenterai subito, ho proprio voglia di scopare” Appena
finito di parlare melo ritrovo addosso. Avvicina la sua bocca al mio
orecchio e con fare molto sensuale e malizioso dice: “Se è per questo che
ti preoccupi io una soluzione ce l’avrei” Detto ciò mi bacia e mi
spinge sul letto. Mi morde piano il collo lasciato libero dai primi bottoni
della camicia aperti e io inizio a gemere. Lo lascio fare per un po’, è
raro che sia lui a prendere l’iniziativa, ma quando la sua mano arriva in
mezzo alle mie gambe, con un colpo di reni inverto le posizioni. Avvicino la mia bocca al
suo orecchio, glielo lecco per bene e poi gli sussurro: “Non ci provare
neanche, quello è compito mio. Tutto quello che devi fare è darmi il tuo
corpo e godere” Lui abbozza un sorriso e
mi permette di spogliarlo. Una volta nudo mi
soffermo a guardarlo. Oggi posso fare le cose con calma
tanto abbiamo tempo per scopare, ma Jo’
non deve essere dello stesso parere perché mi allaccia le braccia al collo
e mi tira verso di se. Ho capito, sei già impaziente, eh? Dò
uno sguardo alla sua virilità già tesa e gonfia e per una volta decido di
fare come dice lui. Mi spoglio i fretta fino a
rimanere con solo i boxer e scendo nuovamente su di lui. Lo bacio con foga
per poi scendere sul collo e infine sui capezzoli. Li torturo un po’ con
la bocca per farli diventare turgidi e poi continuo il mio ‘viaggio’
fino all’ombelico. Inserisco lentamente la lingua e lo sento gemere
chiedendomi di più. Lo accontento e scendo sul suo membro dove già
s’intravede una goccia di liquido perlaceo. La lecco via e pio inizio a
succhiare piano fino a prenderlo completamente in bocca. Inizio a pompare
sempre più velocemente, ma quando sento che sta per venire mi stacco. Lui
emette un gemito di disappunto ma non gli do tempo di parlare perché mi
tolgo i boxer ed entro dentro di lui con un’unica e decisa spinta.
Jo’ urla di dolore, forse
non si aspettava una penetrazione così improvvisa. Resto qualche
secondo immobile per abituarlo alla mia presenza e poi inizio a spingere. Le
mie spinte si fanno sempre più veloci e sento i
suoi gemiti trasformarsi in piacere fino a che lui non viene tra i nostri
corpi e io dentro di lui. Esco dal suo corpo e mi stendo al suo fianco. Passa
qualche minuto e mi accorgo che Jo’ si
è già rivestito e sta uscendo. Prima di chiudere la porta alle sue spalle
però mi tira un bacio e se ne va. Io invece resto sdraiato
sul letto a riposarmi ancora un po’. È sempre così ogni volta che scopo
con John, mi ci vogliono minuti per riprendermi.
Mi ricordo la prima volta che ci sono andato al letto, allora avevamo
circa 15 anni. Io ero in crisi d’astinenza
perché era da più di un mese che non scopavo. Ero appena tornato
dall’ospedale per via di un incidente e non potevo uscire da casa. Quel
giorno era venuto a trovarmi come al solito, ma
io, approfittando di essere solo in casa, l’ho baciato. Sapevo
di piacergli, infondo non ha mai fatto nulla per tenermelo nascosto.
Così ha risposto al mio bacio e siamo finiti in camera mia. Da quel giorno
di più di cinque anni fa abbiamo continuato a scopare sempre più spesso,
anche se i miei sentimenti per lui non sono minimamente cambiati. Ci
comportiamo da perfetti amici con la differenza che andiamo
al letto insieme. Io comunque faccio sesso anche
con altri ragazzi che rimorchio in qualche locale gay o addirittura qui a
scuola. Mi sono sempre comportato così, le storie serie non fanno per me.
Tutti quelli con cui vado al letto sanno che per
me è una scopata via, non voglio illudere nessuno, John
in primis. Dopo questa confessione
mentale mi rivesto ed esco.
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