Ciao Mondooo!!! Questa
ff è per voi!!! Per quelli che come me vedono in Hana e Ru le autentiche
anime gemelle e per quelli che ancora non l’hanno capito. I personaggi non
sono miei, lo so fin troppo bene ç__ç… e non ci sono scopi di lucro e tutte
le solite storie che ormai conosciamo a memoria…
Hana-Ru, R, one-shot, angst/death
La vera storia di Eco
e Narciso
di Anael
“Lascia, oh Mondo ignaro, che ti narri una
storia…
lascia, oh Mondo bambino, che ti mostri
l’amore…
lascia, oh Mondo crudele, che essi possano
amarsi
aldilà della vita, aldilà della morte…
…in eterno…”
E’ una leggenda quella
che voglio narrarvi. Narra di una candida ninfa, il cui nome era Eco, capace
di incantare con la parola. Narra anche di Narciso, bellissimo giovane amato
da uomini e donne. Le loro storie si incontrarono per caso, un giorno
qualunque in un luogo come tanti, e senza accorgersene rimasero legate. Fu
amore ciò che provò Eco per Narciso. Fu amore ciò che Narciso negò ad Eco.
Fu amore ciò che dilaniò il cuore della ninfa. Fu sempre amore ciò che li
trattenne però uniti. Fu amore ciò che uccise Narciso. Fu amore per se
stesso e disperazione di non poter amare se stesso. Fu per amore verso
Narciso, che aveva scelto la morte, che anche Eco morì. Fu amore…
Potrebbe sembrare una
storia banale: lei ama lui, lui non ama lei, lei soffre, lui s’innamora di
se stesso e per la disperazione muore. Due amori impossibili indirizzati
alla persona sbagliata. Forse Eco non doveva innamorarsi di Narciso? O
Narciso non doveva innamorarsi di se stesso?
Dove posso trovare la
risposta?
Forse non c’è, ma questa
storia non è una leggenda. Non può essere leggenda ciò che ho visto con i
miei occhi. Credevo fosse una storia. Con dolore ho dovuto scoprire che è la
loro storia. E la voglio raccontare a voi che avete un cuore per
amare e per soffrire, ma anche se così non fosse, l’importante è che abbiate
un cuore… quando avrò finito vi accorgerete che piange.
Forse non crederete a ciò
che sto per raccontarvi, forse preferirete credere che sia solo una storia,
ma vi prego credete a quell’amore… credete.
Vi narro la vera storia
di Eco e Narciso. Vi svelo la verità che si cela dietro il loro amore,
perché quello fu amore, vero amore! E fu anche sofferenza. Sì, perché la
leggenda racconta anche la verità: ci fu molto dolore nella loro storia.
Vi narro la verità di una
leggenda…
Non molto tempo fa
conoscevo un ragazzo di nome Hanamichi Sakuragi capace di incantare con la
parola. Rideva, scherzava, insultava, urlava, qualche volta piangeva, eppure
aveva il potere di coinvolgerti sempre. Era magico. Non potevi restargli
vicino senza smettere di sorridere, anche solo con gli occhi, anche solo col
cuore. Era una persona candida e innocente… pura. Per quanto potesse
sembrare superficiale e un po’ stupido, in realtà si capiva che era un
ragazzo un po’ ingenuo e soprattutto innocente. I suoi capelli erano rossi,
carminio, vermiglio, creso, rubino, fuoco, sangue e passione che incendiava
il suo cuore: era innamorato. Accadde il giorno in cui i suoi occhi nocciola
screziati d’oro -oro la sua pelle abbronzata- rimasero incatenati per un
instante e per sempre a due schegge d’oceano. Quel giorno Hanamichi incontrò
Kaede Rukawa. Amore. Non so come spiegarlo meglio. Kaede Rukawa, il ragazzo
più bello che uno sguardo umano e divino abbia mai accarezzato. Non ho mai
creduto negli angeli… quella volta ne ho conosciuto uno. Capelli come le ali
di un corvo, il colore degli occhi sembrava strappato al crepuscolo che
anticipava il buio della notte. Sulla sua pelle si rifletteva il candore di
Hanamichi: una pelle cristallina, candida, bianca, lunare. Era corteggiato
da ragazze e ragazzi, ma non amava nessuno.
Ricordo ancora ciò che
sentii quando quest’angelo rifiutò l’amore di Hanamichi. Non sentii pianti,
insulti, suppliche o parole d’amore… Sentii un “Ti amo”, un rifiuto e il
rumore secco di un cuore che si spezzava… per un attimo mi sembrava di
averlo sentito due volte… due cuori che si spezzano?
Non li vidi più per molto
tempo. Poi arrivò quella notte… ho pianto molto da allora.
Stavo tornando a casa e
avevo deciso di passare per la spiaggia. Lui era lì. Un angelo caduto che si
specchiava nell’acqua del mare. Sembrava catturato dal proprio riflesso,
come innamorato. Quando si accorse della mia presenza alzò lo sguardo e io
lo riconobbi: Kaede Rukawa. Freddo com’era non mi degnò di un saluto neanche
quella volta e tornò a fissarsi nell’acqua. In quella piccola frazione di
tempo in cui mi aveva fissato ricordo che sentii il mio cuore fermarsi per
restare in silenzio ad ascoltare il dolore che battagliava aldilà del
ghiaccio dei suoi occhi. Rimasi incantato a guardarlo. Lui mormorava
qualcosa. Come un nenia. Sembrava che ripetesse di essersi innamorato di
quel riflesso. Mi sembrò impossibile poiché era lui stesso. Kaede allungò
una mano per toccare la sua immagine, ma l’acqua s’increspò e il riflesso
svanì come per rifiutargli l’amore. Il mio cuore si strinse quando lo vidi
piangere per questo. Dolore. Dolore puro e vero. Dolore che potevo toccare,
sentire, vedere, respirare. Dolore che lo stava uccidendo. Durò tutto pochi
attimi. Il suo pianto si interruppe. Di nuovo quel rumore secco… il suo
cuore si spezzò. Riuscii solo a essergli vicino in quei ultimi momenti. Mi
disse “Non posso vivere senza di lui.” Chiuse gli occhi e poi restammo
soltanto io, il mare, la notte, un corpo e un amore macchiato di sangue.
Il mattino dopo sul
giornale, dove ero convinto di trovare le notizie sulla morte di Kaede
Rukawa, scoprii che era morto due volte.
Fallito il tentativo
di trapianto cardiaco che avrebbe dovuto salvare il quindicenne Kaede Rukawa.
E’ morto un’ora dopo la fine dell’intervento…
Come poteva essere
possibile? Io lo avevo visto morire la sera prima sulla spiaggia…
Mi arrivò una lettera.
Dio solo sa quanto piansi su quel foglio, leggendo quelle parole, quel
dolore, quelle confessioni e quelle spiegazioni, quelle scuse e quegli
addii. Ma soprattutto piansi per quell’amore…
Ciao Akira,
Ti dispiace se ti
chiamo per nome? Spero di no, perché questa lettera per me è importante e
voglio dimostrarti così che mi fido di te. Ti sembrerà strano che io
scriva questa lettera a te. Ti chiederai perché l’abbia spedita
proprio a uno di quelli che consideravo come i miei peggiori rivali… beh,
nemmeno io lo so bene. Forse perché ti ho sempre ammirato. Forse perché tu
potresti capirmi. Forse perché anche tu ami come amo io. Forse per caso. Non
importa. Non mi pento di averla spedita proprio a te. Non mi pento di quello
che ho fatto e ho deciso di fare. Io devo solo dirlo a qualcuno…
Io amo!
Lo amo e lo amerò
sempre! … Con tutto il cuore…
Sono stato male quando
gli ho detto quelle due parole: “Ti amo.”
Non ho sofferto per il
suo rifiuto, perché so che mi amava. Sapevo della sua malattia e che
rischiava molto, per questo gliel’ho confessato… per fargli sapere che gli
ero vicino. Lui però non mi voleva vicino. Sapeva quello che lo aspettava e
non voleva vedermi soffrire per lui. Anche se non lo dava a vedere, mi amava
moltissimo. Quando mi ha rifiutato sono stati due i cuori a spezzarsi: il
mio… e il suo. No, non ho sofferto per il suo rifiuto. Ho sofferto per
quelle due parole che gli ho detto. “Ti amo”. Non bastavano. Non bastano due
parole per descrivere il mio amore per Kaede! Come descriverlo… l’unica cosa
che mi viene in mente è questa…
In questo spazio vuoto
che ho lasciato, Akira, scrivi tutte le cose belle di questo mondo. Scrivi
anche quelle tristi. Scrivi la gioia e il dolore, ma anche i momenti di
semplice felicità, momenti piccoli e quotidiani, quei momenti che tanto
piacciono. Sì, scrivi il sorriso e il pianto, perché il mio amore per Kaede
è totale: come ci sono sorrisi, ci sono anche lacrime. Li voglio entrambi
per amarlo di più.
Di questo ho sofferto:
di non avergli potuto dire quanto lo amo. Non ne ho avuto il tempo. E’ morto
e io con lui. Non potevo vivere senza di lui, allora l’ho fatto rivivere.
Gli ho donato il mio corpo e ho scelto di morire al suo posto. Nessun patto
col diavolo, nessuna anima perduta. Mi sono tinto i capelli di nero e li ho
scompigliati in ciocche come le sue. Mi sono messo le lenti a contatto blu e
ho cercato di trovare nel fuoco dei miei occhi il ghiaccio dei suoi. Infine
è bastato il dolore a rendere la mia pelle del suo stesso candore. Così
Kaede è tornato in vita e Hanamichi è morto per lui. Credevo di poter vivere
così. Credevo che lui sarebbe tornato … Ero convinto che se fossi diventato
lui allora avrei potuto soffocare il mio dolore. Credevo…ma poi l’ho rivisto
davvero e di nuovo l’ho amato. E’ stato una sera sulla spiaggia, riflesso
nell’acqua. Era davvero lui. Ho provato a sfiorargli la guancia ma è
scomparso. Lo amato un’altra volta e ancora ho sofferto. Quando l’immagine è
riapparsa l’ho guardato meglio. Non era solo Kaede. C’ero anche io con lui.
Una persona sola eppure in due. Ho sorriso. Finalmente eravamo uniti. Sono
tornato a casa e ho scritto questa lettera. L’ho scritta per dire addio a
coloro che ho amato e che mi hanno amato. Per chiedere il perdono di quelli
che mi odieranno per quello che sto per fare.
Per spiegare…
Non sto fuggendo.
Anche ora sto amando. E’ per amore che vado da lui. Ho amato Kaede. Ho amato
quell’immagine di Kaede nell’acqua. E’ stato un po’ come amare me stesso…
forse era davvero così poiché ormai io e lui siamo una cosa sola. Ora lo
raggiungo per non lasciarlo mai più. Per trovare le parole per dirgli che lo
amo più di quanto amo me stesso. O forse per comprendere che non bastano
parole per dirlo. No… scusami ho detto una stupidaggine. Non è vero che le
parole non bastano… le parole non servono. Io lo amerò ancora e questo sarà
tutto. Noi saremo tutto. Saremo parte di questo mondo senza confini. Il
nostro amore non avrà confini. Tornerò lì dove gli ho detto quelle due
parole, lì dove credevo di averlo perso, lì dove l’ho ritrovato…nel mare… i
suoi occhi erano il mare più bello…
Ora sai. Sai che ho
amato e amo. Quindi sai anche che sarò di nuovo felice poiché sarò ancora
una volta con lui. Comprendi questo mio amore e non condannarmi per il fatto
che l’ho amato così tanto. La mia unica colpa è quella di amarlo così tanto.
Io non sto fuggendo… vado a vivere davvero… di nuovo…
Addio Akira e ricorda:
Ama! Ama sempre!
Spero tu possa amare
come sto amando io perché, con i sorrisi o con le lacrime, l’amore è
meraviglioso! Non rifiutarlo per paura di soffrire. Non rifiutarlo per paura
di perderlo. Se ami non sarai mai solo. Io non lo sarò più. Non voglio
esserlo più.
Addio amici…addio
basket… addio dolore… addio Akira… addio!
Vengo da te
vita…amore…felicità… vengo da te Kaede!
Hanamichi Sakuragi
Owari
Ru: e tu hai anche il
coraggio di scrivere “fine”?
Anael-11: ^///^
Hana: Dai kitsune, non è
poi così orribile… snif, snif, mi viene da piangere è commovente… però era
proprio necessario che crepassimo entrambi?????????
Anael-11: Assolutamente
(decisa e irremovibile)
Ru + Hana: Why?!
(scettici)
Anael-11: Per dimostrare
al mondo che il vostro è vero amore, ovvio! (in posa da paladina degli
innamorati…)
Hana: Ooooohhh…!!!
(commosso e ammirato)
Ru: Sì, sì… ma ora vedi
di farci risorgere.
Anael-11: Ma sì, ma sì…
non c’è fretta…
Ru + Hana: NON C’E’
FRETTA?!?! Siamo morti, siamo fantasmi, siamo incorporei!!! E come facciamo
se vogliamo baciarci????? (e magari andare oltre… N.d.Ru)
Sendoh: mi hai piegato al
ruolo di narratore… è un po’ umiliante per uno che sperava in un ruolo più
concreto e fisico…
Anael-11: ok, ho capito,
mi ritiro!
Ru + Hana: Ehi,
aspetta! Devi ancora farci risorgere! Ehiiiiii!!!!!!! Torna quiiiiiiii!!!!!!!!!!!!
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