Disclamer:
I personaggi appartengono a Kaori Yuki… cosa darei che fossero miei…
di certo Cain e Riff stavano belli che insieme limonando
Dedica: Alla mia adorata zia Seimei - Buon Compleanno
zii… spero sto schifo ti piaccia
Ringraziamenti: zia Miyu che si è subita i miei pensieri contorti
e la fic in prima persona
Note: Cain e Riff potrebbero comodamente essere definiti
OOC, infondo e la mia prima fic su God Child che faccio… non credo
che mi riuscirà macabra… anche perché sinceramente…
ne ho scritte ultimamente troppe di storie macabre… oltre che…
vi avverto… questa fic è scritta nel modo contorto in cui
io e Cain pensiamo :P
La Tomba Dei
Hargreaves
di Saya
La
puntina del tempo scorreva impassibile sul disco di vinile della vita
ed al termine della dolce traccia d’amore ne seguì gracchiando
quella amara della divisione… era questo che Cain pensava mentre
il cilindro era stretto tra le sue mani e i suoi occhi puntati sulla
lapide dove c’era scritto con una scrittura elegante il nome di
sua madre. Ancora non sapeva se i sentimenti che provava per lei erano
amore e odio… si le aveva voluto molto bene finché pensava
che fosse sua zia, ma da quando aveva scoperto che era sua madre…
i suoi occhi freddi erano fissi sulla lapide, mentre continuava a rimuginare
su che razza di genitori aveva… il padre che voleva ucciderlo
e la madre, rinchiusa in una clinica psichiatrica, che era la sorella
di sangue del padre… un sospiro si sollevò nell’aria…
non era confuso, non era stanco e nemmeno triste, però dentro
di lui c’era qualcosa che continuava a non riuscire a decifrare,
un sentimento che non voleva scoprire. Chiuse per un attimo gli occhi
cercando di ricordarsi sua madre, ma non riusciva a focalizzarla bene…
solo quel sorriso triste sulla labbra mentre lo guardava. Si rendeva
conto che per sua madre al primo posto c’era suo padre, odio o
amore, quello che provava per Alexis era in quel momento irrilevante,
e solo dopo arrivava lui, ma non gliene importava molto… alzò
lo sguardo verso il cielo scuro, coperto di nuvole grigi, da poco a
lì sarebbe iniziato a piovere, e non appena questo pensiero attraversò
la sua mente, iniziarono a cadere le prime gocce sul suo viso, scivolando
sulle sue guance come delle lacrime, infine un ombrello nero lo ricoprì,
non aveva bisogno di guardare chi era… sapeva bene che era il
suo maggiordomo. Sempre al suo fianco, anche nelle giornate più
scure, fino al inferno e indietro. Riffler il suo unico e vero amore.
Spostò di nuovo lo sguardo sulla tomba dei Hargreaves. Si rimise
il cilindro girandosi verso Riff, per un attimo i loro sguardi si incrociarono,
poi il giovane conte si diresse verso la carrozza seguito dal maggiordomo,
non servivano le parole tra di loro, bastava un occhiata, non servivano
i cenni, bastava uno sguardo e capivano cosa voleva l’altro. Riff
aprì la porta e Cain salì seguito dal uomo dai capelli
argentei, che chiuse l’ombrello salendo e sedendosi di fronte
a lui. Il conte si tolse il copricapo di nuovo mentre i suoi occhi si
posarono sul finestrino, il suo sguardo seguiva le linee del muretto
che circondava il cimitero… per poi ammirare la natura bagnata
dalla pioggia.
Novembre ormai era alle porte e il freddo iniziò a farsi sentire…
la pioggia leggera si trasformò in una tormenta quando la carrozza
giunse alla villa dei Hargreaves. Riffler saltò da essa, cercando
di proteggere il suo signore dall’acqua che violentemente li colpiva…
fino al portone e poi dentro… per trovarsi in un silenzio assoluto…
e Cain si ricordò che Maryweather era partita quella mattina,
accompagnata da Oscar da dei parenti che l’avevano invitata, avevano
invitato anche lui… ma preferì rimanere a casa, infondo
era il giorno della morte di sua madre… Meglio così, poteva
rimanere da solo con i suoi pensieri e in silenziosa compagnia del suo
maggiordomo che gradiva più di qualsiasi altra cosa. Riff chiuse
bene la porta alle loro spalle:
”Signore, vuole che le porti una tazza di te?”
Cain ci pensò un attimo, per infine girarsi e rispecchiarsi nei
occhi calmi del maggiordomo:
”Si, portamelo in salone.”
L’uomo dai capelli argentei annuì prendendo il mantello
del conte e scomparendo poco dopo dietro l’angolo del corridoio,
mentre Cain si diresse nel salotto sedendosi sulla sua poltrona preferita.
Il suo sguardo era rivolto alla finestra dove la pioggia cercava di
entrare, sbattendo sul vetro che fermava la sua corsa frenetica verso
l’interno… non sentì i passi leggeri avvicinarsi,
finché non si aprì la porta, ma nemmeno questa volta ebbe
bisogno di girarsi, sapendo bene che era entrato Riff con il te che
aveva promesso. L’uomo poggiò il vassoio sul tavolino vicino
alla poltrona dove stava seduto il giovane, per poi alzare lo sguardo
e incontrare gli occhi del conte. Infine versò il liquido fumante
nella tazza, porgendola verso Cain che la accettò senza dire
una parola.
”C’è qualcosa che non va conte?”
Chiese Riff dopo aver servito il suo superiore, al che Cain alzò
lo sguardo fissandolo, facendo passare qualche momento prima di rispondere:
”No, va tutto bene.”
Il giovane maggiordomo alzò un sopraciglio fissandolo, facendo
capire al conte che non si era bevuto la bugia che il diciasettenne
voleva vendergli. Il giovane abbassò lo sguardo sulla tazzina,
i suoi occhi si rispecchiarono nel liquido che c’era in essa.
”Sa che a me può dire tutto, non è vero conte?”
Indagò il giovane maggiordomo. Cain annuì, sapeva più
che bene che era inutile tentare di nascondere il suo stato d’animo
a Riff, era la persona che lo conosceva meglio di chiunque altro, forse
pure meglio di lui stesso.
”Se chiudo gli occhi… non riesco ad avere un immagine limpida
di mia madre… l’unica cosa che riesco a ricordare e che
non è sfocata e il suo sorriso colmo di tristezza e quel odore
da ospedale… non riesco nemmeno a definire se le voglio bene o
se la odio per quello che è successo..”
Finalmente alzò lo sguardo verso la persona più vicina
al suo cuore:
”Non condanno la sua relazione con mio padre, suo fratello, se
cosi si può definire… anche se molti la potrebbero definire
sbagliata… per il semplice motivo, perché anche l’amore
che provo io per te, in molti luoghi è definito sbagliato…
anzi… quasi tutti lo condannano solo perché essendo io
un uomo… amo un altro del mio stesso sesso… mi riesci a
seguire Riff?”
L’uomo dai capelli argentei annuì leggermente lasciando
continuare il ragazzo, che aveva di nuovo spostato lo sguardo sulla
tazzina che teneva in mano.
”Eppure non riesco a capire perché gli ha dato tanta importanza,
talmente tanta da impazzire.”
Quando disse quelle parole sgranò gli occhi, finalmente capendo
cosa lo tormentava… era geloso… era geloso per l’importanza
che sua madre dava a suo padre… scosso da quella scoperta alzò
lo sguardo verso il maggiordomo che continuava a fissarlo con quei occhi
calmi e colmi d’affetto. Riff si inginocchiò vicino al
ragazzo prendendo il suo viso tra le mani e parlò:
“Quando appena arrivai nella casa Hargreaves avevo lasciato la
mia luce alle spalle, cercavo di raggiungere la mia ombra ma più
andavo avanti nel mio cammino e più la vedevo crescere.
Per un attimo pensai che fossi io a rimpicciolirmi finché non
capii che l’unica speranza era quella di cercare una nuova Luce.[*]
Infine la trovai, è lei la mia nuova e unica luce mio signore.”
Era quello che provava, voleva anche fare capire a Cain che per lui,
non c’era nessuno più importante al di fuori del suo unico
signore… per lui avrebbe dato la vita… non c’era nulla
su questo mondo e altro… che avrebbe potuto impedirgli di amare
Cain con tutto sé stesso. La mano calda sul suo viso fece far
chiudere gli occhi al giovane, il quale lasciò che il verso senso
di quel discorso di Riff toccasse il suo cuore. Non gli importava se
la servitù poteva vedere, senza perdere un attimo, dopo aver
capito, alzò le braccia stringendo Riff a se, affondando il viso
vicino al collo mentre sussurrava con eccitazione:
”Amami Riff…”
”Sempre…”
”Amami adesso, totalmente… anima e corpo…”
Il maggiordomo capì la necessità del giovane di sentirsi
amato e senza farselo ripetere si alzò tenendo fermamente la
mano del compagno nella propria, uscendo dal salotto per percorrere
il corridoio, salire le scale per il primo piano, ed infine entrare
nella camera del conte, senza mai dire una parola. Non appena la porta
si chiuse alle loro spalle, le sue labbra scesero poggiandosi delicatamente
su quelle fredde di Cain, il quale accettò di buon grado il bacio,
socchiudendo la bocca in un tacito invito ad approfondire il bacio…
La lingua esperta del maggiordomo si insinuò nella cavità
calda del amante cercando la compagna di gioco. Le braccia del conte
si alzarono avvolgendo il collo di Riff, ritrovandosi sulla sua nuca,
mentre le dita sottili si immersero tra i raggi argentei della luna.
I loro corpi si strinsero insieme e per l’ennesima volta Cain
si ritrovo pensare che erano costruiti per stare insieme, come due pezzi
di puzzle. Sentiva la mani del compagno accarezzargli la schiena mentre
continuava a duellare con lui in una maniera sensuale che gli faceva
tremare le ginocchia… senza staccarsi da lui Riff lo alzò
tra le braccia per portarlo sul grande letto matrimoniale poggiandolo
sopra delicatamente, con le bocce ancora unite, l’uomo dai capelli
argenti iniziò a lavorare sulla camicia di seta del conte, sbottonando
i bottoni uno ad uno, per infine aprirla e passare le mani sulla pelle
scottante del ragazzo, soffermandosi sui capezzolo, costringendo in
questo modo il giovane a staccarsi da lui per gemere leggermente il
suo nome… sdraiandosi completamente sul letto… non c’era
un immagine più bella per Riff, di quella che gli si rappresentava
davanti ai occhi, con il viso arrossato e capelli sparsi sul cuscino
c’era Cain che lo stava guardando con le pupille dilatate per
il piacere che avrebbe provato pochi attimi dopo… vedeva le sue
mani sul petto magro e pallido del compagno, mentre le dita giocherellose
continuavano a giocare con i due capezzoli. Il più giovane lo
fissava con le labbra socchiuse, mentre il più grande si liberò
della giacca, per chinarsi sopra di lui, poggiandogli un bacio leggero
sulle labbra rosee, scendendo sul mento, ricoprendo la strada intrapresa
con i piccoli baci, finendo sul collo, soffermandosi sul pomo d’Adamo,
passandoci la lingua leggermente sopra, per poi proseguire verso il
basso, sul petto caldo… il suo organo caldo incontro finalmente
il capezzolo sinistro iniziando a giocarci lentamente, ogni tanto passando
i denti sopra l’aureola, senza mai stringere, per non fargli del
male. Sentiva la lingua bollente sulla sua pelle venerarlo, come solo
Riff sapeva fare. mentre con la bocca giocava con il corpo del compagno,
le mani esperte si spostarono sulle spalle sfilandogli completamente
la camicia. Cain alzò le mani affondandole tra i capelli del
amante, il quale aveva appena intrapreso di nuovo il viaggio con la
lingua verso il basso. Il ritmo del respiro del conte era irregolare,
ormai si era focalizzato completamente sulle sensazioni che il maggiordomo
gli faceva provare. Le dita agili ci misero un attimo per sbottonare
i pantaloni, mentre con la bocca si era soffermato sull’ombelico
del ragazzo, le mani intanto continuavano imperterrite il loro lavoro
e molto presto il ragazzo si ritrovò nudo sul grande letto. Riffler
si staccò dal compagno per ammirarlo in tutta la sua bellezza,
nudo come un modello in un calendario (… ndCain Hey, lo voglio
un calendario di Cain nudo ndSaya =___= ndRiff ok, non lo voglio e tornò
a scrivere ndSaya) Quando le labbra del maggiordomo toccarono la punta
della virilità dell’amante, la tempesta fuori si scateno
in tuoni e fulmini, come ribollii il sangue del giovane conte sotto
il piacere che gli procurò l’amante. Presto il membro del
ragazzo scomparve dentro la cavità calda che era la bocca del
uomo. Le dita sottili strinsero il lenzuolo di seta nello spasmo provocato
dal godimento. La lingua agile avvolse il sesso giocandoci dolcemente,
mentre la mano risalì il corpo del compagno fino ad arrivare
ad accarezzare le labbra tremanti di Cain, il quale senza pensarci su
le prese in bocca, succhiandole sensualmente, facendo gemere leggermente
l’uomo dai capelli argentei. Il ragazzo inarcò la schiena,
quando le vibrazioni così piacevoli raggiunsero anche il suo
cervello, cercando più contatto, volendo affondare di più
in quella bocca magica. Intanto Riff sottrasse le dita dalla cavità
bagnata del compagno, passando l’indice sul labbro inferiore per
un momento, per poi far scivolare le dita amando tutto il corpo, lasciando
dietro di se una leggera scia di saliva. Mentre la mano stava per arrivare
alla meta, Cain decise di facilitare il compito di Riff, poggiando la
sua gamba sulla spalla dell’uomo… per dargli maggior accesso
alle sue parti più intime… Riff era in ginocchio di fronte
a Cain, la sua bocca era occupata con la virilità eccitata e
la sua mano stava per preparare il compagno per riceverlo dentro di
sé. Riffler passò l’indice sull’anello muscolare
del conte, per approntarlo, rilassarlo ad accogliere il suo primo dito.
Il giovane conte aveva gli occhi chiusi, non sapeva se concentrarsi
sul le agili dita che stavano per penetrarlo o la bocca calda che lo
stava avvolgendo… così si lasciò andare, le percezioni
avrebbero deciso loro cosa sentire, su cosa aggrapparsi… infine
Riffler affondo l’indice dentro l’apertura del compagno,
mentre iniziò a succhiare con più vigore la sua eccitazione…
Cain gemette il nome del compagno, lasciandogli fare quello che voleva…
come la salice che si abbandona al vento… non registrò
ne il secondo ne il terzo dito che raggiunse il primo dentro il suo
corpo, non registrò nemmeno la lingua raspa che gli passo sopra
la punta… si alzò solo un grido soccombendo sotto l’uragano
di sensazioni che Riff gli procurava da dentro e fuori… la sua
schiena si inarcò e il suo seme si riverso con spasmi nella bocca
pronta a raccogliere fino al ultima goccia del maggiordomo… il
quale dopo averlo ripulito bene, sfilò anche le dita, risalendo
il corpo del compagno, catturando le sue labbra tra le sue in un bacio
pieno di passione, facendogli assaggiare, per l’ennesima volta,
sé stesso mescolato al sapore del suo amore. Le mani frenetiche
del conte iniziarono a lavorare sul vestiario del compagno, sussurrando
un:
”Sei troppo vestito…”
Le dita tremavano, non riusciva nemmeno ad aprire i bottoni, così
lo aiutò il maggiordomo e in pochi minuti anche l’uomo
fu nudo di fronte al compagno… gli occhi grandi di Cain percorsero
il corpo del compagno, lo amava… amava tutto di lui, ogni sua
cicatrice… Riff non aspetto a lungo, adagio meglio il conte, al
centro del letto, per raggiungerlo e sdraiarsi sopra di lui. Finalmente
le loro pelli vennerò in contatto e Cain sorrise dolcemente a
Riffler… il quale, continuava a fissarlo con quello sguardo dolce
e pieno di dedizione, mentre gli alzava le gambe posizionandosi al orifizio
nascosto dai glutei. Il ragazzo sentì premere la virilità
del amante alla sua apertura, gli sorrise rassicurandolo, e con un'unica
fluida spinta Riff si trovò circondato dal calore immenso e stretto…
il suo paradiso era sempre stato tra le braccia di Cain…Il giovane
conte aveva le labbra socchiuse e tremanti, provava solo piacere in
quel momento… ormai l’avevano fatto talmente tante volte,
che non sentiva dolore… questo gesto lo univa al suo Riff anima
e corpo… mosse leggermente il bacino per far capire al compagno,
che voleva che continuasse e così fu… con movimenti lenti
il maggiordomo iniziò a muoversi dentro quel corpo che lo accoglieva
con amore… i suoi occhi erano puntati in quelli del compagno…
mai distogliendo lo sguardo, ne l’uno ne l’altro…
iniziarono a ballare una danza conosciuta da sempre… una danza
più antica dell’uomo stesso… le spinte si fecero
più veloci e forti e dalle loro bocce uscivano i gemiti a forma
di nome del amato… i loro corpi erano ormai ricoperti di sudore
e non avrebbero resistito a lungo. L’eccitazione di Cain si era
risvegliata di nuovo, schiacciata tra i due corpi, faceva gemere e ansimare
il conte… che ormai non ci vedeva più dal piacere…
senza che avessero deciso i due uomini vennero insieme, dopo una poderosa
spinta, dopo che Riff aveva per l’ennesima volta toccato la prostata
del compagno… in un unico urlo unito… L’uomo per non
schiacciare il suo tesoro, si sfilò lentamente dal corpo del
conte, sdraiandogli si accanto, stringendolo in un abbraccio possessivo,
mentre con l’altra mano trovò il lenzuolo coprendoli…
Cain nascose il viso vicino al collo di Riff sussurrando mezzo addormentato
un “ti amo”… per cadere nella trappola di Morfeo…
Il maggiordomo lo osservò per un attimo, gli baciò la
fronte con un sorriso tenero,… per infine seguirlo anche nel sonno…
La tempesta fuori si placò leggermente… la pioggia continuava
a cadere… e la lapide della tomba dei Hargreaves, stoica e la
più bella continuava a comandare il cimitero… anche se
bagnata…
-FINE-
Saya: … direi…
che SKIFO… nn posso regalare una cosa del genere a mia zia…
Riff: …
Saya: ancora nn mi credi se ti dico che non lo voglio il calendario
del nudo di Cain
Riff: no…
Saya: ^___^ guarda che io ne voglio uno con il tuo nudo assieme a quello
di Cain
Cain: Sei deficiente?
Saya: no… cmq… dobbiamo fare gli auguri…
Riff&Cain: ok
Saya+Riff&Cain: Buon compleanno Seimei… E ANCORA 95680 DI
QUESTI GIORNI!
Vai all'Archivio
Fan Fictions |
Vai all'Archivio Original
Fictions |
|