L’HanaRu day meritava qualcosa di più di questa piccola songfic, ma cause indipendenti alla mia volontà sono le responsabili. Per chi ne avesse la possibilità, consiglio l’ascolto della canzone ‘Eccoti’ di Max Pezzali durante la lettura della fic. Buon HanaRu day a tutte!!!!!!! HanaRu forever ©
La storia più incredibile che conosco
di Calypso
Eccoti, sai ti stavo proprio aspettando, ero qui, ti aspettavo da tanto tempo, tanto che stavo per andarmene, e invece ho fatto bene….
Sei il primo mio pensiero che al mattino mi sveglia, l’ultimo desiderio che la notte mi culla, Sei la ragione più profonda di ogni mio gesto, La storia più incredibile che conosco.
Ricordi quel giorno, Hana? Pioveva a dirotto ed io ero lì ad aspettarti, fuori la porta di casa tua, ma tu non c’eri: avevo suonato e nessuno avevo risposto se non lo scrosciare della pioggia che mi scivolava tra i capelli, perché ero uscito senza ombrello e il temporale mi aveva sorpreso, inatteso. Ero lì per avere una risposta a quanto successo il giorno prima, quando improvvisamente, alla fine dell’ennesima lite cominciata da te, come sempre, mi ero ritrovato sbattuto contro gli armadietti, le tue mani tra i miei capelli e la tua bocca incollata alla mia! Ero confuso e arrabbiato, perché quel tuo gesto mi aveva scombussolato, procurandomi un buco allo stomaco e la voglia di prenderti a pugni ogni volta ci ripensassi! Non mi avevi dato una spiegazione, ti eri limitato a farlo e ad andartene subito dopo, come è tipico di te e di tutte le cose che fai: istintivamente e passionalmente, ma io dovevo sapere e, messo a tacere l’orgoglio, avevo telefonato ad Ayako per sapere il tuo indirizzo, la senpai non era stata così sorpresa dalla mia richiesta, tempo dopo mi disse che si aspettava qualcosa di simile da uno di noi due, mah…io in quel momento mi sentii un po’ scemo a precipitarmi a casa tua, ma sapevo di non poter fare diversamente. Non so quanto tempo ti aspettai, ma abbastanza per farmi pensare ad un certo punto che, se non volevo prendermi una polmonite, era meglio tornare a casa ad asciugarmi e a cambiarmi. Stavo per andarmene e invece sono restato, e ora so di aver fatto bene, la scelta migliore della mia vita….tu sei arrivato, mi hai guardato un attimo infinito, come a convincerti che ci fossi proprio io davanti a te, poi hai preso la chiave dalla tasca, hai aperto la porta e con un gesto della mano mi hai invitato ad entrare, mi hai dato un asciugamano per asciugarmi e vestiti per cambiarmi e tutto senza una parola ed era così strano…tu che non riuscivi a stare zitto nemmeno davanti alle minacce di Akagi, ora mi giravi intorno in silenzio…solo quando ci siamo trovati seduti sul divano davanti al tè che avevi preparato, riuscii a far uscire quella domanda dalla gola: perché? Perché mi avevi baciato? E perché te ne eri andato senza spiegarmi nulla? Ricordo perfettamente il fremito che avvertii quando tu, serio come mai ti avevo visto prima, mi avevi risposto. Mi dissi che io ero diventato il tuo primo pensiero quando ti svegliavi, che il desiderio di me ti cullava durante la notte e che ero diventato la ragione più profonda di ogni tuo gesto o azione… Io rimasi senza fiato perché leggevo nei tuoi occhi limpidi e sinceri che quella era la verità, che non c’era menzogna nelle tue parole e alla sorpresa succedette un senso di appagamento e felicità che mi era sconosciuto fuori dal campo di basket, e fosti tu a regalarmelo, tu e quelle poche, semplici parole che ebbero la capacità di cambiare la nostra vita. Da allora, è cominciata la storia più incredibile che io conosca….
Eccoti, come un uragano di vita, e sei qui, non so come tu sia riuscito: prendermi, dal mio sonno scuotermi, e riattivarmi il cuore….
Sei il primo mio pensiero che al mattino mi sveglia, l’ultimo desiderio che la notte mi culla, sei la ragione più profonda di ogni mio gesto, la storia più incredibile che conosco.
Anche oggi ti sto aspettando, oggi come allora…è passato del tempo da quel pomeriggio, tempo servito a cementare quel sentimento che ci lega, a capire che era inutile stare soli ognuno a casa propria e che era meglio che tu stessi da me in pianta stabile. Tua madre ha capito e ha sorriso quando siamo andati a dirglielo, mio padre sa e non commenta né bene né male, tanto non c’è mai…sbuffo leggermente sedendomi sul gradino davanti alla porta chiusa, aspettando che tu ti decida ad arrivare con le mie chiavi che ti sei preso stamattina scambiandole per le tue e lasciandomi così fuori casa! Ti ho telefonato sul cellulare spiegandoti la situazione e tu mi hai rassicurato che saresti arrivato subito: eri a casa di Yohei, il tuo migliore amico, insieme a quell’altra banda di pazzi della Sakuragi gundan. “KITSUNEEEEEEEEE!!!!!!!!!!!!!!!” eccoti, sento la tua voce prima ancora di vederti svoltare l’angolo, trafelato ma sorridente non appena mi scorgi seduto qui ad aspettarti. Mi alzo in piedi giusto in tempo per trovarmi stretto a te, in uno di quegli abbracci possessivi che mi lasciano senza fiato e che mi trasmettono un tale calore…ho sempre pensato a te come a qualcosa di molto simile ad un uragano, un uragano di vita, però, sei una vera forza della natura, do’aho e non so come tu ci sia riuscito, ma sei riuscito a prendermi, a scuotermi dal sonno in cui indugiavo e non intendo soltanto quello fisico: tu sei stato capace di riattivarmi il cuore, di farlo battere non soltanto per l’adrenalina di una vittoria, di una buona giocata, ma per un tuo sguardo, un tuo sorriso, le tue braccia che mi stringono nella notte e mi fanno sentire amato. Entriamo in casa, ma so che tu non resterai, tu ed i tuoi amici avete programmato una serata insieme e non ti chiederò di restare, perché è giusto che tu abbia dei momenti tutti tuoi e poi, tanto è qui tornerai, qui da me! “Eccoti le chiavi, mi dispiace.” “Hn, ormai non mi meraviglio più, so che sei un do’aho!” “Oi, volpe, ma è mai possibile che tu non perda occasione di darmi dell’idiota?!” Nonostante le nostre parole indichino un battibecco, ce ne stiamo seduti vicini sul divano, le nostre dita che si sfiorano e approfittando di questo momento inatteso insieme, ci perdiamo in un bacio profondo e possessivo che ci lascia senza fiato. Le mani di Hana mi accarezzano sotto la maglietta, facendomi rabbrividire di piacere. “I tuoi amici non ti stanno aspettando?” riesco a mormorare in un soffio. “Be’, possono farlo un altro po’, no? Per qualche minuto in più non faranno storie…temono le mie capocciate, che credi?!” la tua bocca corre lungo il mio collo coprendolo di baci leggeri. “Hana, se continui così non basterà qualche minuto….” quando tu ed io facciamo l’amore perdiamo il senso del tempo e dimentichiamo il resto del mondo. “Già..- ammetti, staccandoti a malincuore da me – forse è meglio che io vada, ma tornerò presto, te lo prometto.” Mi baci la punta del naso, prima di sorridermi e avviarti verso la porta.
Eccoti, anche ora che non sei in casa tu sei qui , mi parla di te ogni cosa, gli oggetti sembrano trasmettermi l’amore nello sceglierli
Torno sul divano dopo aver cenato, mi copro con il plaid in cui tante volte ci siamo avvolti dopo aver fatto l’amore o semplicemente per guardarci un film al caldo. Il silenzio della casa mi avvolge, ricordandomi che tu non ci sei, è sempre piena di suoni quando giri nelle stanze parlandomi, raccontandomi qualche buffa impresa di Takamiya o una nuova trovata di Yohei per vincere a Pachinko, ma anche ora avverto la tua presenza, sono gli oggetti che mi parlano di te, le cose che hai portato da casa tua o che hai comprato da quando vivi qui con me, i regali che ogni tanto mi fai e che mi trasmettono l’amore con cui li hai scelti. Mi viene da pensare alle parole che usasti quel pomeriggio lontano per farmi capire cosa fosse nato nel tuo cuore per me e hanno il potere di farmi sentire bene ogni volta che le riporto alla mente..io non te le ho mai dette simili parole, ma so che tu sei riuscito a capire quanto tu sia importante per me, lo capisco da come brillano i tuoi occhi ogni qual volta ti stringo a me o ti bacio. Una volta mi hai detto che un mio abbraccio vale per te più di qualsiasi discorso, perché essendo io una persona restia al contatto, il fatto che invece sia io a cercarlo con te, vuol dire moltissimo…
Eccoti, finalmente sei arrivato, e sei qui, non sai quanto mi sei mancato, speravo tu esistessi, però non immaginavo tanto….
Alla fine mi sono addormentato sul divano, cullato dai pensieri che mi portano inevitabilmente a te. È il rumore della porta che si chiude a svegliarmi e mi scappa un piccolo sorriso, quando sento le tue mani tra i miei capelli: finalmente sei arrivato, sei tornato a casa, da me…mi sei mancato, sai, do’aho? Mugolo leggermente, soddisfatto, quando le tue dita calde mi sfiorano le guance, le labbra; i tuoi tocchi fuggevoli, pieni di riguardo per richiamarmi dolcemente a te, mi riempiono di tenerezza e mi fanno riaffiorare alla mente quei momenti che io stesso poi negavo, perchè non mi è mai piaciuto indugiare nei sogni, almeno non in quelli che non posso realizzare contando solo su me stesso! Ora invece riesco ad ammettere che mi è capitato, nel cuore della notte, di pensare all’eventualità che esistesse qualcuno di adatto a me, qualcuno con cui condividere passione, intenti, sogni, vita, qualcuno che mi accettasse per quello che sono, qualcuno che guardasse al di là del mio aspetto fisico, dei mie silenzi e quel qualcuno alla fine si è materializzato nella mia vita, in un modo tale che non potevo non accorgermene! Quel qualcuno sei tu, Hana, e sei stato una sorpresa, lo sai? Non avrei mai creduto che avrei finito per innamorarmi di un casinista, rumoroso e pasticcione come te! Ci è voluto un po’ perché riuscissi a vedere di più in te, per scoprire che mi piaceva la passione e l’impulsività con cui ti buttavi nelle cose, la grinta e l’impegno che dimostri in tutto quello che fai, il calore che riesci a trasmettere alle persone a cui vuoi bene e che hai fatto provare anche a me e ora, so che in un certo senso ti aspettavo e che quando mi chiedevo se esisteva qualcuno per me, immaginavo te senza nemmeno saperlo. Apro gli occhi, incontrando i tuoi dolci e teneri, le tue labbra che subito si aprono in un sorriso. È bello tornare alla realtà e trovare te, lo sai? Eppure, so che noi non siamo divisi neanche nel sonno, perché come mi dicesti tu tempo fa, non c’è altro pensiero che mi svegli se non il tuo, nessun altro desiderio che mi accompagni nel sonno se non il tuo e insieme, abbiamo dato inizio alla storia più incredibile che io conosco: tu ed io!
Sei il primo mio pensiero che al mattino mi sveglia, l’ultimo desiderio che la notte mi culla, sei la ragione più profonda di ogni mio gesto, la storia più incredibile che conosco
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