Questa è la prima di
5 fanfic one shot che ho scritto negli ultimi tempi e di cui qui posterò 4
(in 4 topic diversi perché sono ambientati in luoghi diversi e con
personaggi diversi) perché la 5° non è a tema omo-erotico.
Alcune le ho scritte ascoltando della musica in particolare ed in quel caso
vi metterò il nome della canzone e dell'autore anche se ovviamente non vi
costringo a scaricarvele, anzi probabilmente le avete già.
Non sono molto allegre, ma più sul malinconico andante ma spero che vogliate
leggerle e commentare lo stesso.
I hope I enjoy you!
Rating: R
Pairing: - ° -
Disclaimer: Non guadagno niente, i pg sono miei e non c'è molto da dire
visto l'uso che ne faccio.
Last Flight
di Bryn
Il
sorriso malizioso gli piegò morbidamente le labbra mentre affondava le dita
nei capelli dell'altro.
Scuri come ali di corvo.
Gli piaceva tanto giocarci.
Ne godette la serica morbidezza tra le dita e ne inspirò il profumo di
pulito.
Liquida seta, così morbida da farlo rabbrividire.
Guardò gli intensi occhi castano-violetti e ne bevve la dolcezza d'innocenza
perduta.
Oh così inebriante!
Così caldo quello sguardo quando gli si posava addosso.
Come vedere l'astro splendente del mattino.
Gli sorrise accarezzando il forte corpo allenato e sentì risvegliarsi in sé
la voglia bramosa di possederlo che sempre lo tormentava.
Ma gli bastava essere nella stessa città per eccitarsi.
Così poco per così tanto!
Era irresistibile ...
Talmente noncurante, così arrogantemente sicuro di sé e della propria forza.
Quasi sprezzante.
"Se solo"
mormorò e dovette interrompersi per inspirare sotto il tormentoso peso di
quello sguardo.
Gli si sarebbe potuto spezzare il cuore per quegli occhi.
Probabilmente, anzi, era già in frantumi da anni, troppi per contarli.
"Se solo ... se solo non ti avessi baciato"
Espirò lentamente.
L'aveva detto.
Che colpa imperdonabile e raccapricciante.
Dannato ad un Inferno terreno privato.
Oh Dio!
Fece scivolare la mano sullo squarcio slabbrato che deturpava la gola del
ragazzo.
Un profondo morso feroce che si sarebbe potuto attribuire ad una bestia
selvaggia.
E lui che si credeva immortale!
"Labbra ... labbra dolci come ... oh dolci
come il miele! Sì, miele. Miele caldo ... speziato ... ahahahah ... speziato
dal ... oh ma lo sai ... dal tuo respiro sì. Oh così ... caldo ...
inebriante ... ed ... ed il ..."
S'interruppe di nuovo, il respiro ansante. La voce era incoerente, le parole
sconnesse.
Il fiato, ed il senno, gli venivano sempre meno, od almeno così suggeriva la
montante reazione isterica.
Deglutì.
Ansimò.
Riprese.
"Il tuo sangue ... come ... sole ...
paradiso ... stelle ... il mondo ... tu hai il mondo nel ..."
Ancora una volta s'interruppe, ormai sull'orlo della pazzia.
Sì, sapeva di essere già a quel punto, che stava impazzendo in pochi minuti
per l'estasi totale ed il subitaneo e successivo crepacuore per quella
perdita involontariamente autoinflitta.
Ma ... ora ... Lui ... brillava.
Impossibile.
- Sono già *così* avanti? Sto già così
male? -
Di colpo non gli importava più.
In fondo sapeva di meritarselo per la distruzione atroce che aveva
barbaramente attutato da mostro qual'era.
"ma ... ma dove ... no! Non andar via... no.
Tu sei mio ... lo sai che sei mio vero? Perchè ... perchè lo sei sempre
stato ... tu sei mio ... no ... No ... NO! TU SEI MIO!"
Urlò, al colmo della disperazione.
La scena che avveniva davanti ai suoi occhi era impossibile ma gli straziava
ugualmente l'anima.
Il corpo si era dissolto in candide piume che ora giacevano morbide tra le
affusolate dita del vampiro.
Si agitavano morbide nella sua presa.
Eteree.
Calde.
Un alito di vento si alzò ed una dopo l'altra le piume gli sfuggirono,
volando via come un candido e caldo turbine.
Incredulo per un attimo le guardò, alzandosi automaticamente.
Di colpo le emozioni eruppero come acqua da un fiume in piena e con un grido
di disperata follia si lanciò al loro inseguimento.
Incapace di lasciar andare colui che gli aveva dato quell'attimo di piacere
così assoluto da farlo soffrire ed impazzire, ed incapace di distinguere se
ciò che vedeva era realtà o meno ma, al tempo stesso, incurante di tutto ciò
... lui le inseguì.
I suoi occhi folli le videro brillare di luce accecante, bollente.
Invece di ripararsi si lanciò loro incontro, per abbracciare la sagoma che
avevano formato.
La luce lo feriva, straziandolo nella sua follia, ma quella sagoma ...
poteva essere Lui!
Sognarlo tornare così, nella sua pazzia, era meglio di nulla.
Meglio della sua assenza.
Gli occhi strettametne chiusi, sentì un morbido ostacolo colpirlo quando
oltrepassò la finestra gettandosi tra le braccia della figura indistinta.
Poi volò oltre la balconata con Lui tra le braccia.
Sì, ora n'era certo ... era proprio Lui.
Stringendo con forza le piume a sè gli parve di sentire il calore accecante
del loro amore ed il suo amato ed inconfondibile corpo sotto le dita.
Che magnifico sogno di folle ed insano amore, questo!
Gli alberi secolari che costeggiavano la strada, muti guardiani della casa,
videro l'essere, il padrone, vestito di scuro come sempre, gettarsi dal
balcone avvolto in piume di un'accecante bellezza, tanto abbagliante da
essere quasi dolorosa.
Irradiavano una tale luce che la scena parve accadere di giorno e non al
culmine della notte.
Quasi simile ad un oscuro e magnifico angelo caduto che compie il suo ultimo
volo il vampiro precipitò al suolo, cadendo così sulle aguzze punte di ferro
della cancellata poco antistante al balcone.
Il sangue nero vi colò sopra, vischioso, mentre il vampiro restava immobile,
un lieve sorriso sulle labbra, gli occhi verdi socchiusi, una piume ancora
nelle mani strette al petto.
Di nuovo un turbine di vento sollevò le sue compagne, che brillarono
nuovamente come un piccolo sole, ustionando definitivamente e poi
incenerendo il corpo dell'essere della notte.
Dagli occhi castano-violetti sgorgarono due calde lacrime che scivolarono
sulla pelle chiara, cadendo nel vuoto, candide stille di dolore puro ed
assoluto, da cuore spezzato.
"Oh Alec ... avresti solo douto aspettare.
Te l'avevo detto. Dovevi aspettare. Te l'avevo detto, amor mio"
Bisbigliò l'angelo mentre le sue grandi ali tremavano e si abbassavano
tristemente
"Te l'avevo detto che io sono immortale"
- Owari -
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