Dediche...Bhè questa è
tutta per te Acua perché mm vediamo ci sono così tanti motivi che quasi mi
perdo comunque: perché mi hai fatto il regalo più bello per Natale O__O ,
perché sono contenta che ci abbia pensato proprio tu e se un domani questo
piccolo sogno diventasse realtà tu sarai accanto a me questo è certo!
E poi a Rukawa per il suo compleanno...Auguri caro (anche se mi hai tenuto
sveglia fino alle 4: del mattino per farmela finire -_- )
Disclaimers: I personaggi non sono miei...io ne faccio un uso improprio solo
per mio diletto e non ne traggo profitto alcuno per cui non si riscontra
nessuna fattispecie di reato ^_^..
Buona lettura...spero…
Last
Christmas di
Leyla
"Ci sono due modi
per vivere la vita.
Uno è pensare
che nulla sia un miracolo.
L'altro è pensare
che ogni cosa lo sia"
Albert Einstein
Last Christmas
I gave you my heart
But the very next day you gave it away
This year
To save me from tears
I'll give it to someone special
Vigilia di Natale
Nonostante fosse il giorno prima di Natale Akagi aveva fissato una seduta
straordinaria degli allenamenti di basket. E così la squadra dello Shohoku
si era ritrovata puntualmente in palestra all'ora stabilita, non senza
qualche borbottio di protesta. Sakuragi aveva continuato per tutto il tempo
a brontolare sul fatto che almeno la vigilia di Natale potevano prendersi
vacanza e rilassarsi, pensare ai regali di Natale...In effetti come
allenamento non era stato molto produttivo, tutti avevano la testa altrove.
Solo Rukawa continuava a correre schivare gli avversari e saltare a canestro
senza dare il minimo segno di stanchezza o distrazione ma questo era
normale. Allenarsi la vigilia di Natale per lui non faceva differenza, se
non ci avesse pensato il Gorilla lui li avrebbe fatti lo stesso nel campetto
dietro casa e se non altro almeno li avrebbe fatti al caldo.
Alla fine per esasperazione Akagi aveva mandato tutti a casa prima, in fondo
a Natale anche i Gorilla potevano essere più buoni come aveva sentenziato
Sakuragi prima di prendersi un pugno in perfetto stile gorilla punch...
Se ne erano andati tutti scambiandosi auguri e pacche sulle spalle
dirigendosi alle rispettive case, dove li avrebbero aspettati il calore di
una famiglia...Tutti tranne uno.
Un giovane alto dai capelli neri si stava ancora allenando nella palestra
dello Shohoku perso nei propri pensieri, non aveva voglia di andare a casa...non
c'era nessuno stasera ad attenderlo...Non che ci fosse mai qualcuno le altre
sere, ma la sera della vigilia era ancora più difficile entrare in una casa
buia e fredda priva di calore familiare. La sua villetta era l'unica del
quartiere a non essere addobbata con le luci o l'albero di Natale, non c'era
nessun pupazzo di neve in giardino. A che scopo? Era da solo, non valeva la
pena sprecare tanta energia per un giorno che passava velocemente, e poi lui
di solito trascorreva la mattina a dormire e il pomeriggio sdraiato sul
divano a guardare i vecchi film americani oppure a giocare a basket nel
campetto dietro casa fino a che la luce gli permetteva di vedere il
canestro. E a volte anche oltre. Tanto lui il canestro lo sentiva più che
vederlo. A dimostrazione di questo chiuse gli occhi e lanciò la palla,
quella dopo una parabola perfetta ricadde nella retina rimbalzando poi sul
parquet. Aprì gli occhi senza neppure concedersi un'espressione soddisfatta
ma raccolta la palla ricominciò a palleggiare, senza accorgersi delle due
figure sedute sul ramo di un albero fuori della porta della palestra che lo
osservavano con attenzione. Erano un uomo dal viso aperto e gioviale con
indosso una camicia bianca e dei semplici jeans chiari e una donna con un
allegro vestito a fiorellini azzurri e un cappellino fatto all'uncinetto
posato sui capelli ramati.
- Missione dura questa volta eh? - osservò la donna
- c'è ne è mai stata una facile? - gli fece notare l'altro sorridendo con
dolcezza.
- Bhè quando ero alla sezione recupero animali era tutto più semplice...bastava
che mi limitassi a far scendere i gattini dagli alberi o aiutassi un cane
smarrito a ritrovare la strada...oppure
L'altro sbuffò scotendo il capo con un sorriso mentre la sua compagna
continuava:
- ...e poi non capisco perché lui? - indicò un'alta figura che si avvicinava
per il viale innevato verso la palestra un altro giovane alto pure lui con
una chioma rossa che sicuramente attirava tutti gli sguardi dei passanti.
Aveva le mani in tasca, la divisa un po' stazzonata e fischiettava un
motivetto a proposito di un Genio e anche lui pareva immerso nei suoi
pensieri
- E' stato scelto...su dai dobbiamo muoverci...
- non abbiamo tempo per un cappuccino?io adoro i cappuccini
- Monica sbrigati! - sbottò l'uomo incamminandosi mentre la donna si
lasciava scivolare giù dall'albero
- Arrivo Andrew arrivo...però almeno un cappuccino...
Hanamichi aveva camminato a spasso spedito per tutta la strada dal centro
fino a scuola, ma quando aveva varcato i cancelli e aveva imboccato la
direzione della palestra il suo passo si era fatto più lento e strascinato...Sapeva
chi avrebbe trovato in palestra. Lo sapeva quasi se lo sentisse nella
pelle...Era una sorta di consapevolezza e d'attesa...felice...Borbottando
tra sé sul perché il fatto di vedere la volpe che infilava a canestro uno
dopo l'altro senza sbagliare doveva esser un'attesa felice si mise le mani
tasca assunse la sua espressione più strafottente e si mise a fischiettare
la sua canzoncina per darsi tono e coraggio...Aveva dimenticato il regalo
per Yohei nell'armadietto, dannazione aveva tanta fretta di scappare quando
erano finiti gli allenamenti che non aveva preso il cd impacchettato che
aveva deciso di regalare al suo migliore amico...Tutto perché Ryota si era
messo a fare l'idiota sul fatto che mister 50 scaricamenti non aveva
sicuramente un appuntamento per la sera della vigilia...non lo aveva preso a
testate solo perché quel dannato nanerottolo era seduto vicino a Rukawa e
lui ultimamente cercava di stare alla larga dalla volpe il più che poteva se
si escludevano le loro risse in campo...ma quella era una cosa a cui mai
avrebbe rinunciato...anche se non sapeva spiegarsi bene in fondo perché.
Arrivato davanti alla palestra l'inconfondibile rumore del pallone da basket
che rimbalzava gli confermò, se mai ce ne fosse bisogno, che qualcuno era
rimasto ad allenarsi ben oltre l'orario degli allenamenti...e Hanamichi non
aveva bisogno di sbirciare attraverso la porta socchiusa per mettere a fuoco
la figura che correva sul parquet...Mentre lo fissava correre sul campo,
guardarsi in giro come se affrontasse una difesa, schivare avversari
immaginari prima di involarsi a canestro con una grazia e una maestria
inimmaginabili per un giocatore della sua età, di nuovo come sempre...si
rese conto di non poter staccare gli occhi da lui...Era indescrivibile
vederlo giocare...possibile fosse lui lo stesso ragazzo in grado di
addormentarsi anche andando in bicicletta?La sua trasformazione quando
prendeva in mano quel pallone a spicchi arancione era davvero stupefacente...Lui
era tutto quello che lui non sarebbe...Rapido preciso e con una grazia e una
bellezza che lo facevano quasi un favorito degli Dei...E lui con tutti i
suoi proclami di Genialità davanti agli altri guardandolo giocare come
faceva a non sentirsi inferiore, in secondo piano...pareva avere il basket
nel sangue quel dannato volpino...tutto gli veniva naturale fluido...senza
sforzo alcuno. E Hanamichi lo odiava...o almeno così credeva, quel senso di
inferiorità, di inadeguatezza una voce gli diceva che non era frutto
dell'odio, c'era qualcosa d'altro sotto, qualcosa che si agitava
profondamente nel suo cuore dalla prima volta che lo aveva visto...Un rumore
lo riscosse da quei pensieri.
La palla era entrata nel canestro con una tale forza da far tramar il
ferro...Ricadde a terra con leggerezza e si voltò con la solita maschera di
indifferenza sul volto ma quando i suoi occhi incontrarono quelli del
ragazzo fuori dalla porta per un attimo parve irrigidirsi...Le due figure di
poco prima apparvero ai piedi del tabellone
- Oi Kitsune che ci fai ancora qui...- buttò fuori Hanamichi
- Hn
- Sempre gentile anche a Natale eh?Se continui così lo passerai solo come un
cane...anzi come una volpe...- sghignazzò da solo della sua battuta
Solo Monica si accorse di come il giovane dai capelli neri avesse sussultato
a quelle parole...Un sussulto leggero impercettibile che non aveva
minimamente intaccato la maschera di freddezza del suo viso, ma che però
aveva dimostrato come quelle parole lo avessero ferito istintivamente fece
per avvicinarsi di più a lui per posargli una mano sulla spalla ma Andrew la
fermò:
- non è ancora il momento - le disse scotendo la testa- è appena
cominciato...
- vuoi dire che...
- Sì vieni...
I due sparirono in un piccolo vortice di neve che avvolse i due giovani che
continuavano a fissarsi senza parlare, parevano persi in chissà quali
pensieri:
- Oi volpe ti sei ibernato per caso?
- Dohao...
- Baka Kitsune! - così dicendo si slanciò contro di lui con il pugno alzato
colpendo l'altro con tutta la forza che aveva come se non avesse aspettato
altro che quella provocazione
Kaede rotolò a terra ma si rialzò prontamente lanciandosi contro l'altro e
facendo cadere entrambi fuori dalla porta su un cumulo di neve, colpendo
anche lui alla cieca, più che vedere il corpo di Hanamichi sotto di sé lo
sentiva mentre affondava i pugni sul suo viso sulle spalle, non cercava
neppure di schivare i colpi dell'altro.
- Andrew non dovremmo...- Monica si torceva le mani osservando i due che si
rotolavano sulla neve prendendosi a pugni con disperazione quasi
- non possiamo intervenire ricordi?
- Sì ma allora perché siamo qui?
- solo per vedere che tutto vada come previsto...
- Oh Andrew ma si stanno facendo male al cuore tutti e due. Non sono pugni
quelli che vorrebbero dall'altro e neppure parole d'odio
- Lo so ma devono capirlo da soli...
* * *
Kaede Rukawa lanciò la palla verso il tabellone con un movimento fluido del
polso...si voltò senza aspettare di vedere l'esito del tiro tanto sapeva
perfettamente che...
Stonk! La palla colpì il ferro, sollevando impercettibilmente il sopraciglio
si voltò osservando la palla rimbalzare sul cemento...
Lui non aveva mai sbagliato un canestro...
La riprese di nuovo in mano, accarezzandone la superficie con le dita
sottili si riposizionò e lanciò di nuovo...voltandosi di nuovo...aspettando
di sentire il lieve fruscio della retina...
Stonk! La palla aveva di nuovo colpito il ferro!
Kuso!
Lui non sbagliava mai.
Riprovò per la terza volta...ma nulla non c'era verso di riuscire a fare
entrare quel maledetto tiro da tre punto nel canestro ( Oi Le la finiamo?...
(_( NdR...^^''' NdL)
Ignorando la palla ferma sul campetto rientrò in casa sbattendo la porta...
Brutta giornata! Da dimenticare!
Andò in bagno per farsi una doccia prima di sedersi al tavolo del soggiorno
a mangiare la sua solitaria cena di Natale che la governante gli aveva
lasciato pronta dal pomeriggio.
Osservò sul suo viso i segni dei pugni di Hanamichi...
Giornata pessima! Fosse andata diversamente
Si accarezzò lo spacco sul labbro, questa volta ci era andato giù davvero
pesante, sussultò al lieve dolore che quel tocco gli provocò...che cos'era
una fitta di dolore in più o in meno?Perché doveva sempre finire in questo
modo?Arrivavano sempre a quel punto in cui i pugni scattavano da soli
incapace di fermarsi o di pensare continuava a colpire ormai non lo sentiva
neppure più il dolore per i lividi che i pugni gli provocavano sulla pelle,
scendevano direttamente al cuore.
Era bravo solo a provocarlo e basta cercando di ottenere almeno un briciolo
di attenzione dalla persona che più lo odiava al mondo, che buffo lui che
non voleva essere al centro dell'attenzione aveva gli occhi puntati addosso,
della scuola delle persone che si voltavano a guardarlo per strada mentre
avrebbe solo voluto l'attenzione di quello stupido dohao e che faceva per
ottenerla?....Lo insultava e lo prendeva a pugni...notevole davvero
notevole...Era incapace di far diversamente di cambiare le cose. Sembrava un
circolo vizioso, un cane che si mordeva la coda.
- Oh Andrew... - Monica seduta sul bordo della vasca dietro a lui si rivolse
al giovane alto in piedi accanto a lei - cosa possiamo fare?mi dispiace
vederlo così...
Andrew scosse la testa incrociando le braccia al petto:
- Aspettare...- decretò osservando l'orologio che aveva al polso
- 5...4...3...2...1
Kaede fece un paio di passi indietro ruotando su se stesso con l'intenzione
di aprire l' acqua nella doccia e farla finita con quei ridicoli pensieri,
ma quel movimento innaturale lo fece scivolare sul tappetino di spugna ai
piedi della vasca sbilanciandolo. Cercò di aggrapparsi a qualcosa ma fu
tutto inutile cadde rovinosamente all'indietro (Leeeee (_( NdR ...^^ NdL)
sbattendo violentemente la testa sul marmo del pavimento, mentre perdeva i
sensi gli parve di scorgere una giovane donna avvolta di luce con i capelli
ramati che gli sorrideva dolcemente mentre gli accarezzava il taglio sul
labbro e mormorava qualcosa...Vedeva le labbra muoversi piano ma lui non
riusciva a cogliere le parole...era qualcosa come...
- Cambia le cose...
Poi il buio lo avvolse...mentre si chiedeva cosa diavolo dovesse cambiare
Monica si alzò osservandolo preoccupata:
- Avrà capito?
- speriamo...- le rispose Andrew mentre insieme scomparivano dalla stanza
Once bitten and twice shy
I keep my distance
But you still catch my eye
Tell me baby
Do you recognize me?
Well
It's been a year
It doesn't surprise me
Vigilia di Natale - 2-
Si tirò su a sedere sentendosi alquanto indolenzito e con un forte mal di
testa. Si trovava sdraiato sul pavimento della stanza da bagno. La sua prima
reazione fu di chiedersi cosa diavolo ci facesse lungo disteso sul
pavimento, poi piano i ricordi della sera prima cominciarono a farsi largo
nella sua mente. Era scivolato sul tappetino del bagno ed era caduto e aveva
fatto anche uno strano sogno. Chi era quella figura che lo aveva accarezzato
sul viso?Era tempo che nessuno lo faceva più gli aveva fatto piacere al
cuore, ricordava la dolcezza di quello sguardo e poi gli aveva detto
qualcosa, vedeva chiaramente l'immagine delle labbra di lei che si
muovevano. Cambia le cose?Che cosa doveva cambiare nella sua vita?Lui era
felice così...Felice?Che parola grossa, non credeva di esserlo mai stato,
non ci aveva mai pensato a dire la verità. Eppure si chiese se gli altri
pensassero che lui fosse felice. Sì forse sì. Di nuovo quella domanda "Ma lo
era davvero?" quando giocava a basket certo, si sentiva nato per quello e
come non si poteva essere felici facendo qualcosa che piaceva. Per il resto
della sua vita. Non vi aveva mai dato peso, non c'era nulla nella sua vita
oltre al basket...chissà che ore erano...La luce che filtrava dalla finestra
indicava che probabilmente era ormai giorno fatto alzandosi reprimendo un
gemito di dolore passò una mano sul volto. Il suo labbro non doveva essere
in condizioni migliori...ultimamente quel dohao ci andava giù pesante con i
pugni e anche lui non si tirava certo indietro. Erano sempre le solite risse
certo però era come se pensassero che senza farsi del male, senza colpirsi
con forza non avrebbero potuto avere alcun contatto. Si guardò allo specchio
rimase stupito del fatto che non c'era nessun livido e neppure alcun taglio
profondo sul suo labbro, si chiese perché doveva essere così importante
avere un contatto con quel Dohao e cosa diavolo centravano tutte quelle
domande sul fatto se fosse felice la botta doveva essere stata forte il
giorno prima.
Lui non ci aveva mai pensato a queste cose erano anni che non ci dava
peso...
Scese al piano di sotto osservando la tavola apparecchiata dalla sera prima,
non aveva fatto in tempo a cenare e sinceramente non aveva molta fame
neppure adesso. Era il giorno di Natale si trovò a considerare e aprendo la
porta del frigorifero per versarsi un bicchiere di latte, sperò che passasse
presto quella giornata. Adocchiò la palla da basket abbandonata in mezzo al
campetto che si vedeva fuori dalla finestra della cucina magari più tardi
poteva fare qualche tiro tanto per passare il tempo. Accese la radio e si
sedette al tavolo della cucina sorseggiando il latte dal bicchiere.
Natale...aveva un rapporto strano con quella festa: c'era stato un tempo in
cui ne adorava lo spirito, l'atmosfera, il senso di aspettativa che lo
attanagliava soprattutto quando era bambino per i doni, le luci, l'albero e
quella sensazione di calore che c'era nello stare tutti assieme in salotto
in attesa di scambiarsi i doni e farsi gli auguri...Ma quel tempo era finito
molto presto dopo la morte della madre e con il padre che cercava di stare
il più lontano da Kanagawa annebbiando il dolore per la perdita dell'amata
moglie nel lavoro. Dimenticandosi di avere un figlio che soffriva per quella
perdita quasi o forse più di lui. Sua madre era l'unico contatto che lui
avesse con il mondo l'unica che riusciva a perforare il suo naturale
silenzio, era troppo piccolo quando lei si era ammalata per capire a fondo
cosa stava succedendo e quando quell'unico legame si era spezzato solo il
basket aveva impedito che si lasciasse scivolare nella più completa apatia.
Ricordava quanto lei amasse il Natale, anche se non era una festa
tipicamente giapponese, amava soprattutto l'idea dei regali del tempo da
passare assieme. Mentre ora c'era solo la delusione per le aspettative
irrealizzate, il dolore per il vuoto lasciato dalle persone care, il buio di
un cuore solo e ferito e la solitudine quel vuoto profondo che neppure il
basket riusciva a riempire completamente, per quanto lui si sforzasse di
convincersi che fosse così. Non C'era gioia in tutto questo...ormai
aspettava quel giorno con la speranza che passasse il prima possibile. Era
talmente assorto nei suoi pensieri che quando udì il cronista annunciare che
quella era la Vigilia di Natale la sua mente non lo registrò immediatamente.
La frase del cronista penetrò piano nel suo cervello in quei pensieri che
vorticavano veloci, restando lì appeso come un insegna al neon...Vigilia di
Natale?Come sarebbe a dire vigilia di Natale...la vigilia di Natale era già
passata...lui era andato agli allenamenti e aveva fatto a pugni con il Dohao...Si
toccò il labbro...sì bhè certo ora il taglio non c'era più...ma lui
ricordava chiaramente il dolore quando le nocche di Hanamichi lo avevano
colpito in quel punto, lo ricordava così bene perché lo aveva sentito
risuonare in fondo al suo cuore, come ogni pugno ogni insulto che si
scambiavano. E allora perché diamine quel cronista stava dicendo che la
vigilia di Natale era oggi?Si alzò di scatto facendo cadere la sedia a terra
con un rumore sordo...sicuramente c'era una spiegazione, probabilmente per
errore la stazione radio aveva mandato in onda la puntata del giorno prima
registrata...Cambiò con mani tremanti la stazione per cercare la conferma
che quel giorno ERA il giorno di Natale...Macché ogni stazione radio della
prefettura di Kanagawa dichiarava che quella era proprio la vigilia...
Decisamente doveva essere impazzito...
Non c'era altra spiegazione. Le botte del Dohao ieri sera, dovevano averlo
fatto impazzire! C'era un solo modo per scoprirlo...Se oggi era la Vigilia
c'erano gli allenamenti in palestra
Salì di corsa a cambiarsi e prese la sacca che aveva lasciato la sera prima
nell'ingresso (altra prova questa che era andato agli allenamenti...)
Inforcò la bicicletta e pedalò con forza verso la scuola...andando a una
velocità folle incurante delle imprecazione dei passanti e i clacson degli
automobilisti
Arrivò a scuola in un lampo e senza essersi addormentato sulla
bicicletta....entrò in palestra non sapendo se tirare un sospiro di sollievo
per averla trovata vuota o se sentirsi scontento perché...
"Cambia le cose"
La voce pareva essere attorno a lui, ma non c'era nessuno in palestra....
Ecco appunto aveva ragione lui...Oggi era il giorno....
- Rukawa come mai sei già qui? - la voce di Kogure lo fece sussultare -
volevi fare due tiri prima dell'allenamento della vigilia?
Ecco appunto...Vigilia...cos'è si erano messi tutti d'accordo?
- Hn - rispose al solito dirigendosi verso gli spogliatoi
"cambia le cose"
Ancora quella voce....che diamine... cambiare cosa?
Rukawa aveva finito di cambiarsi ed era uscito dalla stanza diretto verso la
cesta dei palloni acanto alla quale Monica ed Andrew lo osservavano attenti.
Lui non se ne avvide, e presa un pallone cominciò a palleggiare quando a un
certo punto lo videro irrigidirsi Monica si sporse leggermente per vedere
cosa avesse provocato in lui una reazione tanto evidente anche se credeva di
saperlo. Erano giorni che lo osservavano e se c'era una cosa che l'aveva
colpita di quel bel giovane moro dagli occhi blu che poteva benissimo essere
un angelo era la sua capacità di non lasciare trapelare nulla del tumulto
che gli passava nel cuore se non quando, quell'altro ragazzo alto con quella
buffa capigliatura rossa era nelle vicinanze. Anche se poi per tutto il
tempo che passavano assieme non facevano altro che insultarsi o picchiarsi...A
volte gli umani avevano strani modi di comunicare, sperava in cuor suo che i
loro protetti riuscissero veramente a capire ciò che disperatamente
cercavano di dirsi nel modo sbagliato...Alzò gli occhi incontrare quelli di
Andrew che gli sorrise fiducioso incrociando le dita...
I wrapped it up and sent it
With a note saying "I love you"
I meant it
Now I know what a fool I've been
But if you kissed me now
I know you'd fool me again
(Happy Christmas)
Natale...la gente si affaccendava agli ultimi acquisti affollando il centro
commerciale della città...si fermo ad osservare una vetrina. I suoi pensieri
vagavano da soli seguendo strade e direzioni che lui non riusciva a
controllare perché poi?Perché diamine doveva pensare ancora e sempre a quel
dannato impossibile bellissimo essere dai capelli neri, cosa diamine
significava associare il termine bellissimo a quella volpe artica
spelacchiata?Non c'era nulla di delizioso in lui...Se si escludeva quel
corpo statuario, quei muscoli torniti, le sfumature di quegli occhi che
quando incrociavano i suoi sapevano solo esprimere indifferenza...eppure
anche così erano in grado di farlo fremere, di far perdere un battito al suo
cuore. Che strano muscolo si trovò a considerare per mesi aveva creduto
battesse per la sorella del capitano...Harukina cara...e invece quel muscolo
dispettoso dotato di vita propria aveva già scelto di votarsi e legarsi
indissolubilmente ad un'altra persona indipendentemente da ciò che il suo
cervello pensava e dal fatto che quella persona non era minimamente
accessibile. Già si prendevano a pugni adesso...figurarsi se Hanamichi si
fosse fatto coraggio e gli avesse confessato...Scosse la testa arrossendo di
imbarazzo al solo pensiero...Ripensò a quello che era successo...
Era dovuto tornare in palestra...Aveva camminato piano in silenzio cercando
di allontanare il momento inevitabile in cui avrebbe varcato quella porta e
lo avrebbe trovato ancora lì ad allenarsi, simbolo vivente di ciò che di più
perfetto c'era in un giovane giocatore di basket...qualcosa che lui poteva
solo sperare di diventare, la persona che doveva accontentarsi di osservare
da lontano...era certo che anche se era la vigilia di Natale quel dannato
perfezionista sarebbe stato lì sotto il canestro a infilarne uno dietro
l'altro anche ad occhi chiusi!
Se non avesse dimenticato il regalo per Yohei nell'armadietto!Aveva tanta
fretta di scappare quando erano finiti gli allenamenti, scappare da quegli
occhi che quel giorno non facevano altro che guardarlo, per tutta la durata
degli allenamenti se li era sentiti addosso puntati come lame di ghiaccio,
parevano lacerarlo e passargli attraverso il cuore...Doveva mettere più
distanza tra lui e la Kitsune prima che si accorgesse di qualcosa e avesse
un buon motivo per prenderlo a pugni invece che rispondere solo alle sue
provocazioni. E quando era tornato a prendere il pacchettino cercando di
ignorarlo cercando di far finta che lui non ci fosse là sotto il canestro a
tirare con perfezione e senza un errore. Era finita come sempre...Avevano
fatto a pugni. Come se ci fosse da dubitarne. Di nuovo... a loro capitava
sempre...perché?Per la stessa ragione di sempre. Rukawa l'aveva insultato
per l'ennesima volta dopo che Hanamichi aveva terminato la sua sparata. Cosa
gli aveva detto non lo ricordava neppure. L'altro aveva reagito secondo
copione:
- Dohao...- aveva sibilato voltandogli le spalle e chinandosi per riprendere
la palla...
E lui non ci aveva visto più. Poteva ignorarlo a sua volta andare nello
spogliatoi prendere qual pacchettino e andarsene il più lontano possibile a
raccogliere i pezzi del suo cuore, e invece non aveva fatto nulla di tutto
questo. Accecato da una rabbia profonda e lacerante si era reso conto che
non sopportava che lo si ignorasse, che si negasse così la sua esistenza...e
sopratutto non lo sopportava da lui...Si era slanciato contro di lui a testa
bassa caricando come un toro infuriato...Kaede si era girato ed erano finiti
a terra tutti e due...Hanamichi sopra e Rukawa sotto...ognuno pronto a
colpire con forza senza risparmiarsi. Lo aveva colpito un paio di volte al
volto ma niente quello non si era scomposto minimamente...Dannazione c'era
qualcosa che riuscisse a strappargli quella maschera di indifferenza?Non
sapeva perché ma il fatto che Kaede lo ignorasse sistematicamente che
dimostrasse Indifferenza verso di lui lo feriva più di qualsiasi altro
insulto o dei 50 rifiuti che era riuscito a collezionare...Perché anche se
gli costava ammetterlo avrebbe dato qualsiasi cosa perché lui lo guardasse
gli parlasse riconoscesse in lui una persona...Già certo lui che non faceva
altro che urlargli in volto il suo odio...
Mentre invece avrebbe voluto...
Avrebbe voluto...
Cosa?
Il suo sangue gli macchiava ancora le nocche questa volta ci era andato giù
pesante, gli aveva probabilmente spaccato il labbro...Aveva sentito
dolore?Sperava di sì. Perché quello era l'unico modo che aveva di far
emergere una qualche reazione sul quel suo volto meraviglioso. Fosse anche
solo una smorfia di dolore come quella leggera che gli aveva offuscato lo
sguardo mentre si passava la lingua sul taglio profondo del labbro, ma nulla
neppure quello aveva incrinato quella perfetta maschera...perché doveva
essere una maschera quella che Rukawa indossava. Una maschera perfetta,
fredda e indistruttibile, un modo per nascondere agli altri il suo vero io
per la paura di essere ferito. Lui non poteva essere sul serio così, freddo,
insensibile a tutto e a tutti...Quando aveva visto il sangue sgorgare dal
taglio era stato preso dall'assurdo desiderio di chinarsi e posare un bacio
su di esso un bacio leggero come quando da bambino si faceva male e correva
piangendo da sua madre e lei sorridendo gli prometteva che con un bacio
tutto il male sarebbe passato...Era vero...solo allora perché ora sapeva che
anche se il cuore gli faceva male non servirebbe un bacio di sua madre per
lenire questo dolore...dolore provocato dal ghiaccio della sua
indifferenza...
Questo era l'unico modo...per ottenere la sua attenzione...Fare a
pugni,lasciare che i suoi pugni affondassero nella sua carne con le sue dita
che gli artigliavano le spalle per cercare di allontanarlo da sé e avere un
pò di tregua dai suoi colpi...Gli faceva male mentre lo picchiava?Lo sperava
e quella sera era andato avanti a picchiarlo fino a quando aveva avuto
fiato, fino a che non era stramazzato a terra esausto...Forse così sarebbe
riuscito a far tacere e a lenire il dolore che gli urlava dentro...E che lui
non voleva ascoltare. Perché urlava parole e sentimenti che doveva negare
assolutamente per non perdere la ragione...Avrebbe voluto trovarla quella
Dannata Kitsune e urlagli contro ogni cosa, per liberarsi da quel peso da
quel dolore che lo stavano soffocando...
Nello stesso momento Rukawa era seduto sotto al canestro del campetto di
casa sua con la palla accanto a sé. Si guardava le mani osservandole con
attenzione...Quelle mani che avevano toccato il Dohao. Per mesi si erano
presi a pugni perché questo era l'unico modo affinché il profumo della sua
pelle, il suo sudore si mischiasse col suo...chissà forse se avesse saputo
che in fondo non gli dispiaceva per nulla quella posizione lo avrebbe
picchiato ancora più forte fino a ridurlo a una massa inerte di sangue e
carne...Perché anche lui era fatto di carne sangue e ossa come tutti non di
freddo ghiaccio come diceva Hanamichi...Credeva davvero che le sue
dichiarazioni di odio lo lasciassero indifferente?No solo che aveva imparato
tempo fa che se mostri il fianco prima o poi qualcuno non esiterà ad
affondare il coltello. Ecco allora il freddo, indifferente Kaede Rukawa..
Il suo cuore batteva mentre faceva a pugni con Hanamichi, strano non ci
aveva mai fatto caso era un rumore sordo come un tamburo che gli riempiva le
orecchie mentre lo toccava apertamente anche se non erano carezze quelle che
posava sulla sua mascella ma pugni disperati...Lui lo odiava...lo
sbandierava al mondo da mesi ormai...e Lui?No quella era una decisione che
aveva preso Hanamichi per tutti e due e Kaede si era adeguato...Ma questo
aveva costruito un fossato invalicabile tra loro e ogni volta che rispondeva
alle sue spacconate con un insulto si questo si ingrandiva sempre più e si
faceva più profondo...E ogni pugno che si scambiavano era un qualcosa che li
allontanava inesorabilmente...E la cosa lo spaventava. Il fatto che a un
certo punto ci sarebbe stata così tanta distanza tra loro che non sarebbe
stato più possibile avvicinarsi. Che strano l'unica cosa che aveva sempre
creduto li avvicinasse, era in realtà quella che li allontanava sempre
più...
E lui non voleva che si allontanassero...Si alzò da sotto il canestro e
lanciò uno sguardo alla palla ma rientrò in casa...quella sera non gli
andava di tirare a canestro e poi il sospetto che se tutto doveva ripetersi
come "ieri" lo fermò...non gli andava di sbagliare di nuovo...
Perso com'era nei suoi pensieri non si accorse del giocattolo del gatto
vicino all'ingresso del salotto...
Monica apparve accanto a lui:
- Speriamo sia la volta buona...
Andrew dietro di lei rimase in silenzio a osservare il giovane a terra
svenuto...
A crowded room
Friends with tired eyes
I'm hiding from you
And your soul of ice
My god I thought you were
Someone to rely on
Vigilia - 3-
Era una bel pomeriggio l'aria era frizzante e fresca, c'era aria di neve.
Chissà magari prima di sera avrebbe cominciato a nevicare.Gli allenamenti
erano stati massacranti. Il capitano quel giorno li aveva proprio spremuti
per bene... anche se era la vigilia di Natale.
Kaede aveva continuato a giocare imperterrito guardando ogni tanto quell'idiota
dai capelli rossi che faceva lo stupido con la sorella del capitano...Per la
prima volta in vita sua guardava febbrilmente l'orologio appeso in una
angolo della palestra, avrebbe aspettato per vedere cosa sarebbe successo...quella
era la terza vigilia di Natale che riviveva...forse era un sogno, ma tutto
sommato da persona profondamente pratica non ci credeva più di tanto...quando
quella mattina si era risvegliato con il gatto sul suo torace che miagolava
di disappunto, non aveva avuto dubbi era sicuro che quella fosse ancora la
Vigilia di Natale. E lui ormai sapeva cosa doveva...cambiare le cose...oddio
le cose a casa davanti allo specchio erano apparse tutte più semplici, senza
tanti discorsi e giri di parole...ma ora al lato pratico non era così
semplice. Cosa doveva fare andare da Hanamichi e dirgli..."Ehi senti è due
giorni che rivivo la stessa vigilia di Natale..." già quelle erano troppe
parole per i suoi gusti...Si volse verso la porta per andare a recuperare un
pallone che Mitsui aveva mandato fuori e nel farlo passò accanto a Sakuragi
che continuava imperterrito a chiacchierare con Haruko, percepì
distintamente lo sguardo della ragazza seguirlo, irrigidì la schiena e
strinse la labbra
- ...e poi potremmo andare in centro che ne dici?
La voce di Sakuragi gli scese in fondo al cuore come mille pugnali che lo
colpissero allo stesso momento allungò il passo per non sentire la risposta
di quell'...non trovava un termine per definirla, che strana la vita che
creava circoli viziosi talmente perfetti da far apparire la cosa come se
stessero recitando una commedia scritta da un autore privo di talento
Haruko era invaghita di lui
Kaede ignorava Haruko
Hanamichi era innamorato di Haruko
Hanamichi odiava Kaede
Se avesse avuto un briciolo di sense of humor magari ne anche avrebbe
riso...
Raccolse la palla e guardò in alto per alcuni istanti...La neve cominciava a
cadere lenta silenziosa ipnotica, presto avrebbe ricoperto ogni cosa,
rendendo tutto con un atmosfera nuova dove nulla doveva far rumore o
contaminare quel candore come avrebbe voluto che cancellasse tutto anche dal
suo cuore
- Rukawa...- la voce di Kogure lo riscosse
Abbassò gli occhi e li sbatté un paio di volte...per poi stringerli come per
mettere a fuoco meglio, per un attimo gli era parso di veder seduta
sull'albero la stessa donna che aveva visto inginocchiata accanto a lui
tutte le volte che in quei due giorni era caduto a terra alla fine della
giornata. E gli stava sorridendo incoraggiante...Scosse la testa voltandosi
per rientrare ma prima di chiudere la porta lanciò un'altra occhiata in
direzione dell'albero ma non scorse nessuno...probabilmente quelle cadute
cominciavano a giocargli brutti scherzi...
Passò di nuovo accanto al Dohao e con la coda dell'occhio vide che Haruko
non era più accanto a lui ma più discosta e circondata dalle amiche con cui
ridacchiava per qualcosa. Si concedette qualche istante per osservarla...Era
davvero così bella?Non lo sapeva né gli importava a dire la verità ma tutto
sommato si chiedeva cosa ci trovasse il dohao in lei. Oggettivamente lui non
aveva mai esplorato i canoni della bellezza e meno che mai quella femminile.
Anche di lui dicevano che era bello ma essendo indifferente per natura non
vi aveva mai posto il problema...Secondo i canoni comuni neppure il Dohao
poteva dirsi bello con quella figura dinoccolata e quei capelli rosso fuoco,
eppure c'era una forza in lui una luce un calore qualcosa che lo rendeva
irresistibile ai suoi occhi...
Le tre ragazze si accorsero che le stava guardando e interruppero la
conversazione, diedero di gomito ad Haruko che si girò verso di lui
arrossendo come sempre quando incontrava il suo sguardo, scrollando le
spalle Kaede si girò sbruffando. Per un attimo solo, un breve attimo nel
mentre che si girava i suoi occhi incrociarono quelli di Hanamichi ma quell'istante
bastò perché i loro sguardi restassero incatenati per un tempo indefinito,
gli parve che quegli occhi color cioccolato diventassero più grandi mentre
si fissavano, si divoravano, colmando l'uno i sensi dell'altro al punto che
ogni altra cosa impallidiva, non c'era più la palestra, le grida dei
giocatori, Haruko e le sue amiche ma solo loro due, due cuori che si
sfioravano attraverso una distanza che pareva più vasta di quei dieci passi
appena tra di loro. Kaede si rese conto che in quel momento l'unica cosa che
avrebbe voluto fare era avvicinarsi e allungare una mano a sfiorare quelle
labbra lievemente socchiuse...
Il rumore di una palla da basket che cadeva sul parquet risuonò nell'aria
scotendogli da quei pensieri...
- Monica...cosa pensavi di fare?- dietro di lei Andrew aveva le braccia
incrociate al petto...
- nulla Andy volevo solo che si vedessero come si vedono con il loro cuore
non con gli occhi
- per ottenere cosa?
- una visione diversa - Monica sorrise - un attimo di sogno, un istante
magico...
Me?
I guess I was a shoulder to cry on
A face on a lover with a fire in his heart
A man under cover but you tore me apart
Now I've found a real love you'll never fool me again
Hanamichi camminava perso nei suoi pensieri analizzando gli eventi di quella
giornata. Non capiva il comportamento della Kitsune, quel giorno lo aveva
ignorato senza dire nulla neppure il solito Dohao...Alla termine della
seduta di allenamenti era uscito in fretta dalla palestra tutto gongolante
perché avrebbe accompagnato in centro Haruko per le ultime spese di Natale,
lui doveva ancora comprare il regalo per Yohei, e la ragazza aveva accettato
il suo invito. Ora che il pomeriggio era finito doveva ammettere con sé
stesso che tutto sommato non si era divertito poi tanto. Continuava a
pensare a quello sguardo. Lo sguardo che lui e Kaede si erano scambiati in
quegli attimi. Lo aveva visto uscire per recuperare la palla e poi rientrare
e con sua somma sorpresa aveva fissato Haruko per alcuni minuti, con uno
sguardo che gli era parso critico e attento anzi fin troppo attento secondo
lui. L'aveva guardata fino a che lei non aveva alzato gli occhi a incontrare
quelli di Kaede che si era voltato sbuffando...e allora i loro sguardi,
quello di Hanamichi e di Kaede erano rimasti incatenati per alcuni istanti.
Avrebbe voluto che quel momento non passasse mai, c'era una luce negli occhi
della Kitsune una luce che mai c'era stata prima. Era quello lo sguardo che
Hanamichi voleva vedere in quelle iridi quando si posavano su di lui, uno
sguardo così caldo e morbido come una carezza, non più indifferente ma
attento e concentrato su di lui... Era tardi ma quella sera non aveva voglia
di rinchiudersi dentro il suo piccolo appartamento così pieno di ricordi e
solitudine. Natale poi lo rendeva così malinconico ricordava come sua madre
riuscisse a rendere speciale soprattutto la sera della vigilia. No quella
sera non aveva voglia di chiudersi in casa e così dopo aver riaccompagnato a
casa Haruko si ritrovava a camminare senza meta mentre le sue gambe e forse
il suo cuore lo conducevano verso la scuola lasciando che i pensieri
scorressero da soli.
Mentre si avvicinava alla scuola si rese conto che sperava anzi desiderava
proprio che la Kitsune si fosse fermato per i consueti allenamenti extra.
Era un pensiero assurdo perché tanto sapeva benissimo come sarebbe finita
nonostante quel pensiero si ritrovò ad accelerare il passo fischiettando
allegramente Ore wa tensai desu...
Kaede si preparò per uno slam dunk quando qualcosa lo distrasse. C'era
qualcuno fuori dalla palestra, aveva udito distintamente dei passi che si
era fermati davanti alla porta. Con la coda dell'occhio scorse un occhio che
lo spiava ...Hanamichi...Si asciugò il sudore con la fascia nera al braccio
e riprendo a giocare facendo finta di nulla...Il mondo continuava ad andare
avanti, che lo facesse pure lui era soddisfatto. Che gli importava degli
altri?Che gli importava di Hanamichi, aveva sperato, un attimo un istante,
un frammento di eternità, qualcosa per cui si poteva morire. Ok quando i
loro sguardi si erano incrociati in palestra aveva accarezzato la
possibilità che in fondo potesse esserci qualcosa di più di una semplice
speranza. Illuso stupido illuso...quando lo aveva visto andare via con la
Akagi si era sentito morire. Era stato come veder crollare un castello di
carte. Non era andato a casa quella sera. Non aveva intenzione di tornarci
fare un qualche capitombolo e ritrovarsi a vivere di nuovo quella giornata e
quella scena. Sarebbe rimasto in quella palestra per sempre se fosse stato
necessario... Giocava da ore...quante?Non lo sapeva. Sicuramente dalla fine
degli allenamenti, Akagi gli aveva detto di chiudere presto la palestra ma
ora non doveva essere tanto presto, avrebbe dovuto smettere chiudere tutto e
andarsene magari a cercare un campetto nel parco e restare lì fino a che non
fosse sorto il sole di domattina...Eppure il pensiero che Lui fosse lì fuori
che lo stesse guardando gli dava euforia, entusiasmo, il sangue gli scorreva
più veloce nelle vene...Saltò verso il canestro e la stessa sensazione di
sempre gli attanagliò lo stomaco si chiese perché non era possibile restare
così per sempre...Mentre atterrava leggiadramente la porta venne spalancata
di prepotenza.
- Ehi tu - Hanamichi non sapeva neppure lui perché aveva spalancato quella
porta con tale foga c'era qualcosa nel modo di giocare di Kaede che gli
aveva fatto male. Un dolore sordo come se Kaede ce l'avesse con lui per
qualche motivo...
Rukawa si voltò verso di lui, la palla gli cadde dalle mani mentre gli
lanciava uno sguardo freddo, Hana si sentì gelare il sangue mentre gli
puntava il dito contro tutto a un tratto la sua baldanza non era più così
forte deglutì un paio di volte incapace di parlare.
- Dohao - sibilò Rukawa consapevole che anche questa volta sarebbe andata
come sempre, non c'era nulla che doveva cambiare nel loro rapporto nulla che
potesse essere modificato in qualche modo, era stato uno stupido anche solo
a pensare di poter avere un rapporto normale con lui, anche solo come
compagni di squadra. Perché non potevano essere come tutti gli altri?
Parlare fare progetti, o anche solo giocare uno contro uno. Considerò che
tutto sommato gli sarebbe piaciuto parlare con Hanamichi certo nel limite
della sua capacità di mettere non più di tre parole per frase e se l'altro
l'avesse smessa di straparlare ogni volta che apriva bocca proclamandosi
Tensai o manifestando al mondo il suo odio per lui...E la cosa buffa in
tutto questo era che lui non lo odiava...no certo...come si potrebbe mai
odiare la persona che si ama più di ogni altra cosa al mondo?Di fronte a
questa rivelazione Rukawa quando Hanamichi si lanciò contro di lui come
consuetudine si scansò facendolo sbilanciare e cadere a terra...dirigendosi
verso gli spogliatoi si impose di non ascoltare le rimostranze del Dohao che
vaneggiava sul fatto che non potesse ignorare così il grande Genio...
Negli spogliatoi si vestì più velocemente che poté con le mani che gli
tremavano mentre allacciava la giacca della divisa, doveva andarsene mettere
più strada tra lui e Hanamichi, rinchiudersi in un posto dove niente e
nessuno potesse raggiungerlo...anche a casa...e se l'indomani si fosse
svegliato ancora alla vigilia non sarebbe uscito per nulla al mondo...Prima
o poi quell'incubo si sarebbe dissolto da solo no?
Giunto a casa si lasciò cadere sul letto cercando di ignorare quel vago
senso di profonda frustrazione che gli stava attanagliando il cuore e
l'animo...Il pensiero che stava scappando come un vigliacco lui che non si
era mai tirato indietro in vita suo gli attraversò il cervello dispettoso...girandosi
a fissare il soffitto cercò di scacciarlo. I pensieri che lo sostituirono
però non erano certo i migliori. Si guardò le mani, le vide tremare, di
desiderio. Perché? Perché non poteva realizzarlo. Anche lui possedeva mani
che avrebbero saputo accarezzare magari a volte solo stringere, a volte solo
sfiorare...Che strani pensieri gli provocava il pensiero di lui e Hanamichi
che si rotolavano sul questo pavimento di legno. Non aveva accettato la
rissa, ecco come avrebbe cambiato le cose, rifiutando di colpirlo più forte
che poteva mentre invece avrebbe solo voluto accarezzarlo, sentire le sue
dita scivolare sulla schiena dell'altro, affondare il viso nelle sue spalle
e inebriarsi del profumo della sua pelle. Non lo avrebbe più sfiorato
neppure con i pugni, doveva cercare di strapparselo dal cuore anche se
questo avrebbe voluto dire, lacerare la sua vita...
Il suono del campanello lo distolse dai suoi pensieri, non aveva voglia di
vedere nessuno, ne tanto meno quel dannato Dohao. Se di lui si trattava.
Poteva essere anche tanto stupido da andare fino a casa sua per chiedere
spiegazioni del suo offensivo comportamento. Con un moto di delusione si
ricordò che probabilmente quello non sapeva neppure dove abitava...si coprì
la testa col cuscino dicendosi che prima o poi si sarebbero stancati di
suonare.
Alla fine per disperazione si alzò dal letto
Giunto in cima alle scale sentì una voce dolce ma ferma sibilare dietro di
lui:
- mi dispiace. Cambia le cose questa volta
Sentì una piccola spinta alla base delle scapole prima di rotolare sui
gradini fasciato di moquette azzurra fece per girarsi cercando di afferrarsi
al corrimano ma fu tutto inutile, rotolò lungo i gradini imprecando
mentalmente contro l'autore di quello stupido scherzo...perché doveva
trattarsi di uno scherzo per forza.
Atterrò sul pavimento e mentre il buio si impadroniva della sua mente udì
due voci
- Monica non c'era bisogno di essere così drastica
- Su tranquillo Andy sta bene...
Aprì gli occhi un ultima volta mentre tra le nebbie della vista scorgeva due
volti, un uomo e una donna avvolti in un alone di luce che gli sorridevano
incoraggianti...
- non è uno scherzo...Kaede...- gli parve che mormorasse l'uomo poi ci fu il
buio
A face on a lover with a fire in his heart
A man under cover buy you tore him apart
Maybe next year I'll give it to someone
I'll give it to someone special
Vigilia di Natale -4-
Quando si svegliò quella mattina sdraiato in fondo alle scale Kaede
ringraziò il cielo di essere ancora vivo...Seduto sul freddo pavimento si
chiese che giorno fosse...già Natale?Oppure ancora la vigilia? Che diavolo
gli era saltato in mente a quella donna...ehi un momento ma chi diavolo era
quella donna?E che ci faceva in casa sua...
Si concentrò per qualche istante...cosa avevano detto i due? Che non era uno
scherzo?In fondo forse...poteva tentare (se non altro per non rischiare
altri attentati all'osso del suo collo). Bastava solo cambiare le cose...Già
cambiare le cose ma che giorno era oggi?Evidentemente era importante che lui
cambiasse le cose a partire da quel giorno di Vigilia...
Corse fuori a cercare qualche passante...Nessuno...non era un buon segno
quello si trovò a considerare con una punta di delusione che non riuscì a
reprimere...forse era Natale e lui aveva perso la possibilità di cambiar le
cose...o almeno di provarci, dal momento che non tutto dipendeva da lui.
Aveva il vago sospetto che prima di quella sera si sarebbe ritrovato in una
stanza d'ospedale con le ossa rotte se gli andava bene o all'obitorio
nell'altro caso...Rimase lì fermo per un tempo indefinibili non gli
importava del freddo. Dopo qualche minuto di interminabile attesa finalmente
vide spuntare dal fondo della via un giovane alto con i lineamenti
occidentali...mentre si avvicinava lo osservò bene, aveva i capelli castani
e un paio di occhi azzurri che lo fissavano quasi si aspettasse che lui gli
facesse una domanda ma lui non parlò aveva l'impressione di averlo già
visto:
- Bella giornata vero? - gli disse incoraggiante
- Hn
- Sarebbe un peccato sprecarla non crede? - aggiunse con un tono strano
ammiccando
Mentre l'altro si allontanava sorridendo senza aspettare la sua risposta
Kaede realizzò che quello era l'uomo che la notte scorsa era in casa sua
dopo che era volato giù dalle scale...
Ma attraverso le sue parole realizzò che aveva forse un'altra possibilità...
La vigilia di natale...la vigilia di natale...la vigilia di Natale...la
vigilia di Natale. Continuava a ripetersi mentre pedalava verso la scuola...era
ancora la vigilia di Natale
Un giovane alto con la divisa della scuola e i capelli rossi camminava verso
la palestra dello Shohoku sbadigliando vistosamente. Provava un forte senso
di deja vu...gli pareva di averla già percorsa almeno due volte quella
strada in quella situazione e quel giorno in particolare, scacciando questi
pensieri si sistemò meglio la sacca sulle spalle e si accelerò il passo
imprecando contro il Gorilla che aveva fissato gli allenamenti anche quel
pomeriggio...Chissà se oggi Haruko sarebbe venuta agli allenamenti, aveva
voglia di provare chiederle se le andava di accompagnarlo in centro per
acquistare il regalo per Yohei. Sorrise al pensiero di lui e la dolce Haruko
che camminavano accanto per le strade del centro si Kanagawa, rimase
sorpreso però di provare solo quella pallida gioia, anzi non c'era neppure
quella. Era come qualcosa di offuscato dalla luce...una luce di uno sguardo
di due iridi blu che lo guardavano tiepide e dolci...Gli occhi di Kaede...Sussultò
alla sensazione di calore che gli pervase il cuore a quel pensiero...Non era
una cosa nuova, certo, era da tempo che quegli strani sentimenti si facevano
largo in lui ogni volta che pensava a d Haruko...era come se il suo cuore
gli dicesse quale fosse la strada giusta da prendere...
Mentre cercava di scacciare quei pensieri vide Kaede arrivare pedalando come
un forsennato e per di più sveglio e lucido
- Oi Kitsune che ci fai in giro...- lo canzonò quando altrettanto
inaspettatamente l'altro dopo aver posteggiato la biciclette gli si parò
davanti a braccia incrociate
- Hn
- Sempre gentile anche la Vigilia di Natale eh?Se continui così lo passerai
solo come un cane...anzi come una volpe...- sghignazzò da solo della sua
battuta, ma qualcosa nello sguardo dell'altro lo fece deglutire un paio di
volte, stranamente sentiva una certa ansia farsi largo in lui come una sorta
di aspettativa, deglutì ancora una volta prima di ripartire all' attacco,
vedere Kaede così fermo che lo fissava in silenzio e con quello sguardo poi:
- Oi volpe ti sei ibernato per caso?
- Dohao...- sibilò piano, cercando di reprimere un moto di esultanza. Aveva
detto che oggi era la vigilia di Natale...bene...
- Baka Kitsune! -
Si aspettò di vedere Kaede reagire alla sua provocazione e si preparò alla
rissa...non era pronto invece a vedere Rukawa la volpe ibernata avvicinarsi
a lui con movimenti eleganti prenderlo per le spalle (che volesse prenderlo
a testate?) e spingerlo contro l'albero lì vicino. Gli fece scivolare la
sacca da basket a terra e lo imprigionò tra sé e l'albero continuando a
fissarlo. Hanamichi si sentiva andare a fuoco non sapeva se per la vicinanza
di Kaede, la paura che potessero vederli o per una qualche reazione chimica
del suo corpo.
Come in una scena al rallentatore vide le dita di Rukawa salire a sfiorargli
le labbra in una carezza tremante e poi avvicinare il loro visi fino a far
combaciare le labbra...sussultò e cercando di controllare il martellare del
suo cuore lo allontanò leggermente da sé...Sentì il sospiro di disappunto
dell'altro sfiorargli la pelle accaldata era una carezza piacevole, che gli
provocò brividi di attesa lungo la schiena. Kaede gli prese i polsi
imprigionandoglieli dietro la schiena, chinandosi poi di nuovo verso le sue
labbra.
- Oi Kitsune che diamine ti prende...- mormorò piano
- cambio variabili - gli disse quello mentre una luce maliziosa gli
accendeva lo sguardo
Hanamichi lo fissò convinto che quello che lo imprigionava con il suo corpo
contro l'albero non fosse Kaede no certo quello era un sogno presto si
sarebbe svegliato nel suo letto.
- Eh?
- Vediamo che succede se ti bacio invece di picchiarti...- spiegò con voce
roca quello che doveva essere il numero 11 dello Shohoku...no decisamente
quello non era Kaede...quegli occhi...brucianti quella lingua curiosa che
chiedeva accesso alle sue labbra per incontrare la sua, sentiva
l'eccitazione di Kaede premere contro le sue gambe...Hanamichi mentre
rispondeva al bacio si disse che forse era il caso di provare a cambiare le
variabili...
La neve cominciò a cadere attorno a loro lieve e candida
Natale
La sveglia che suonava...dove diavolo era la sveglia. Il suonò gli stava
trapanando il cervello...Cercò di aprire gli occhi ma la luce che filtrava
dalla finestra lo costrinse a richiuderli. Realizzò che era in un letto...bhè
dopotutto non era il pavimento... c'era anche un tepore accanto a lui. Kaede
si mosse piano allungando un braccio verso il comodino per cercare di
spegnere quella dannatissima sveglia e la sua mano scivolò su un torace
liscio invece che sul cotone...Il suono della sveglia cessò di colpo.
Aprì gli occhi quel tanto che bastava per incontrare due profondi occhi
castani che lo guardavano spalancati, realizzò Hanamichi sdraiato accanto a
lui con un braccio allungato fuori dalle lenzuola verso il comodino, i
capelli rossi scarmigliati, sparsi sul cuscino attorno a lui una visone
deliziosa da ammirare la mattina...Aggrottò le sopraciglia:
- Che giorno è?- chiese
- Natale credo...- rispose Hanamichi continuando a fissarlo
- Bene...- borbottò prima di rinchiudere gli occhi per tornare a dormire
stringendosi a quel corpo caldo steso accanto a lui, era piacevole quel
tepore
- Oi kitsune che fai...- l'altro lo scosse lievemente
- Dormo...
- e se cambiassimo anche questa variabile?
Kaede aprì gli occhi sorridendo, non era stata una cattiva idea dopotutto
baciare Hanamichi sotto quell'albero il giorno prima...era ancora vivo,
tutto intero...e con Hanamichi accanto a sé
- Perché no? - disse piano chinandosi sul Hanamichi per catturargli le
labbra
Fuori dalla finestra in strada due figure camminavano sotto la neve:
- Abbiamo fatto un buon lavoro direi no? - disse Monica battendo le mani
soddisfatte
- Sì direi di sì...-cominciò Andrew
- ora ci possiamo fare un cappuccino?Direi che ce lo meritiamo no?
- Monica
- Oh andiamo Andy uno solo...
Le voci si allontanavano per le strade silenziose di Kanagawa ancora
addormentata in quella mattina di Natale ignara di essere stata visitata da
due Angeli e che grazie ad essi due persone avevano imparato a guardarsi con
gli occhi del cuore...
owari
Nota Conclusiva....
Allora...che dite di commento ragazzi
Ru&Hana: Fa schifo...
Leyla: Ok siamo in un paese libero...Altre opinioni
Comunque volevo spiegare che i due Angioloni...Monica e Andrew sono i
protagonisti di Touched by an angel un telefilm bellissimo che io amo
molto...soprattutto il mio angiolone Andrew ma va bhè questo è un altro
discorso.
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