DISCLAIMER:
Idea malata, nata da uno sclero (come la maggior parte delle mie idee
:P), ma decisamente tutta farina del mio sacco, da cui si deduce che tutti
i personaggi sono miei… poveri loro ^__^
DEDICHE:
A te principessa, sperando che ti piaccia ^*^
di
Sakuya
TERZO CAPITOLO
Il
sole era già alto quando Kade, finalmente, riuscì a svegliarsi.
Non aprì gli occhi per qualche istante, godendosi il tepore delle
coperte, la tiepida carezza del sole che filtrava dalle tende tirate,
il cinguettio degli uccellini, e la prima notte in cui aveva potuto dormire
davvero, dopo mesi.
Improvvisamente si ricordò di aver urlato il nome di Drake durante
la notte e di essersi addormentato accanto al cugino.
Aprì piano un occhio per vedere se era ancora lì ed il verde
delle sue iridi si rispecchiò nel nero di quelle di Drake.
Il cugino accennò un sorriso e quando questo si allargò
Kade comprese di dover aprire entrambi gli occhi.
“Buongiorno dormiglione.”
“Buongiorno… perché sei… insomma…”
“Non mi hai fatto muovere.”
Solo in quel momento Kade si rese conto della sua posizione. Nel sonno
si era mosso ed aveva ‘aggravato’ la sua già compromettente
postura. Ora non solo stava stringendo Drake attorno alla vita, ma gli
si era attaccato anche con le gambe, introducendone una tra le sue e posizionando
l’altra ad abbracciarlo, al di sopra delle altre tre mischiate.
Kade arrossì violentemente e si scostò in tutta fretta borbottando
una scusa incoerente. Drake in tutta risposta si lasciò scappare
una sonora risata.
“Che ridi? Adesso sapranno tutti che hai dormito qui!”
“Guarda che lo sanno già tutti!”
Kade arrossì di nuovo e Drake gli assicurò che avrebbe detto
a tutti di aver dormito sulla poltrona per vegliare il sonno del cugino.
“Stai meglio?”
“Sì… grazie…”
Fece per alzarsi ma un braccio stretto attorno alla vita lo trattenne.
Per un attimo si disse che doveva aver paura di quel gesto, ma il suo
istinto non era in allarme e si lasciò stringere da Drake.
“Te lo ricordi… quello che ho detto stanotte?”
“Sì…” Forse non avrebbe dovuto rispondere così
velocemente, ma sentire Drake che gli prometteva che tutto sarebbe andato
per il meglio, lo aveva aiutato a sentirsi finalmente sereno. Prima di
addormentarsi aveva avuto il timore che fossero parole dovute solo alla
sua condizione di quel momento, ma aveva scacciato immediatamente quel
pensiero. Ora la paura stava tornando ed il suo corpo assecondò
le emozioni che provava irrigidendosi leggermente. Ovviamente Drake se
ne accorse e lo serrò a sé più forte, per comunicargli
la sua presenza ed anche per cercare di calmarlo. Lo aveva guardato a
lungo dormire prima di cadere tra le spire di Morfeo a sua volta ed in
quegli attimi il viso rilassato di Kade, il modo in cui si appoggiava
fiduciosamente al suo petto, lo avevano fatto sentire importante, per
la prima volta, per qualcuno di diverso da Alex od i suoi genitori.
“Bene… ricordalo sempre… chiaro?”
Kade nascose un sorriso dietro il braccio di Drake che lo stringeva attorno
alle spalle e così facendo gli poggiò le labbra sulla pelle
che nascondeva muscoli solidi. Arrossì quando si accorse della
posizione in cui erano, e si affrettò ad alzarsi, ma prima Drake
gli posò un bacio delicato tra i capelli biondi ed uno ancora più
dolce su una tempia.
Kade si alzò e continuò a dare le spalle a Kade fino a quando
non si rese conto che il rossore aveva abbandonato le sue guance.
“Beh Drake… vorrei vestirmi…”
“Agli ordini, ti aspetto per colazione.”
“Oh sì ho fame… che ore sono?”
“L’orologio sul tuo comò indica le due, quindi…”
Kade spalancò gli occhi rendendosi conto che avevano dormito fino
a quell’ora e si voltò verso Drake.
“Ma ti sembra il caso di rimanere così tranquillo? Perché
non mi hai svegliato? Kay sarà preoccupata!” Kade continuò
a guardare il cugino indolentemente seduto sul letto che lo fissava di
rimando, con una gamba piegata, su cui era posato un braccio, e la schiena
comodamente appoggiata contro i cuscini e l’alto schienale del letto.
“Kay non si sarà preoccupata, vedrai e poi… avevi bisogno
di dormire… le occhiaie se ne sono un po’ andate…”
Kade accennò un sorriso nonostante sentisse il rossore salirgli
nuovamente alle guance. Non poteva sempre reagire così! Non era
proprio il caso di comportarsi come una ragazzina che parla di chissà
quali oscenità, era un uomo dopotutto! La presenza di Drake però
lo rendeva stranamente inquieto, ma non era una sensazione del tutto negativa.
Drake lo osservò per un istante e poi si alzò, dicendogli
che lo avrebbe aspettato in sala dopo essersi preparato a sua volta.
Kade continuava a pensare a quello che era accaduto la notte precedente.
Aveva fatto un incubo in cui Drake si allontanava, qualcosa… qualcuno…
lo tratteneva e lui urlava il nome del cugino per farlo voltare. A mente
fredda si disse che era un modo per richiamare l’attenzione di un
parente sulla sua condizione, ma era anche certo che il suo inconscio
fosse ben deciso a far inabissare nel fondo di se stesso il motivo che
gli procurava così tanti incubi. Rabbrividì visibilmente
ed ebbe l’impulso di correre a rifugiarsi tra le braccia di Drake,
ma ovviamente provò a resistere.
Quelle immagini cominciarono ad affiorargli alla mente, più cercava
di scacciarle, più tornavano a tormentarlo, e non bastava che gli
togliessero il riposo, ora nemmeno l’acqua gelida con cui si stava
lavando il viso riusciva a cancellare quelle visioni.
Prima ancora di rendersene conto appieno stava bussando, mezzo nudo e
tremante, alla stanza accanto alla sua. Drake comunicò allo sconosciuto
visitatore di entrare e Kade si ritrovò con solo i pantaloni e
gli stivali indosso nel centro della stanza di Drake, mentre lui era intento
a sistemarsi la camicia.
“Kade…”
“Scusa… è che… l’acqua è fredda
e…”
Drake non gli permise di dire altro, chiuse la porta a chiave e notò
che Kade era rabbrividito a quel gesto. Si maledisse mentalmente per provocare
sempre quelle reazioni nel cugino e andò direttamente ad abbracciarlo.
Forse il momento in cui gli avrebbe rivelato cosa lo turbava non era poi
così lontano.
“Calmo ora Kade… va tutto bene…” Drake lo strinse
forte e gli strofinò le mani sulle spalle e sulle braccia per scaldarlo,
ben comprendendo però che non era il freddo a provocargli quel
continuo tremore.
“Perché non mi dici cosa ti hanno fatto… vuoi?”
Kade scattò e fissò Drake con gli occhi spalancati, aveva
lo stesso sguardo terrorizzato della notte precedente, a Drake si strinse
il cuore, non potendo vederlo così.
“Perché? Nessuno mi ha fatto del male! Chi ti ha detto il
contrario?”
La frase era stata lunga, ma la voce di Kade era talmente spezzata, piegata
ed intimorita che Drake seppe di aver colto nel segno.
“Nessuno… tranquillo… va bene…”
Kade parve rilassarsi, come se il negare di aver subito qualcosa lo facesse
stare tranquillo. Drake si disse che per il momento sarebbe stato al gioco,
avrebbe dato a Kade il tempo di abituarsi alla sua presenza e quello di
accettare il suo aiuto.
“Devo… tornare… perché sono qui? Adesso penserai
che sono un bambino…”
“No, Kade sta tranquillo. Ognuno affronta i propri… incubi…
in un suo modo…”
“Sì… ho freddo…”
“Vieni…”
Drake continuò a tenerlo stretto mentre lo portava nella sua camera
e richiudeva la porta alle loro spalle.
“Grazie…”
“Mi prometti una cosa?”
“Dipende…” Drake sorrise contento che la lucidità
e la tranquillità stessero tornando a far capolino nella mente
di Kade.
“Verrai da me ogni volta che ne senti la necessità? Non importa
il motivo… prometti che lo farai.”
“E se non lo facessi?”
“Ti troverò e ti starò comunque accanto.”
Kade pensò che in tutti quegli anni non gli era stato mai accanto,
aveva rifiutato la sua vicinanza anche quando era morta sua madre, alla
morte del padre… Kade non aveva neanche provato ad avvicinarglisi,
non voleva l’ennesimo rifiuto. Continuava a tormentarsi per quello,
ed ora che Drake gli offriva il suo aiuto incondizionato… si sentiva
così in colpa… ed aveva paura… il terrore di vederlo
allontanare come in sogno, senza avere la possibilità di raggiungerlo.
“Te lo prometto.” Non avrebbe dovuto farlo, ma in un angolo
del suo cuore c’era una voce che gli gridava di fermarsi, di appoggiarsi
a Drake, di dare a lui tutto il suo dolore, ma la sua mente continuava
a ripetergli che Drake sarebbe fuggito disgustato se avesse saputo…
Drake sorrise e presa la camicia poggiata su una bella sedia dallo schienale
alto che era vicino alla scrivania della camera e che, evidentemente,
Kade aveva preparato per indossare quel giorno. La infilò a Kade
e lui fece un timido sorriso imbarazzato dicendo che erano anni che nessuno
lo vestiva più.
“Ah… hai bisogno di un valletto personale? Dovremo dire ad
Alex di assumerne uno…”
“No, non ne ho bisogno… e poi… ho Sua Grazia a vestirmi…”
Drake osservò per un attimo il cugino e quando vide la piccola
luce di divertimento che gli illuminava gli occhi scoppiò a ridere,
coinvolgendo anche Kade nella sua ilarità. Il biondo rise piano,
dolcemente, e, quando le risa si spensero per entrambi, i suoi occhi erano
lievemente più brillanti di pochi attimi prima.
“Grazie…”
Drake fece una formale riverenza. “Di nulla Conte… chiamate
quando avrete bisogno di me signore, vi attendo a tavola.” Drake
sorrise e baciò dolcemente il cugino sulla guancia prima di scendere
in sala, Kade richiuse la porta e tornò a prepararsi.
Sterns fece accomodare Drake chiedendo se poteva servire la seconda colazione
per lui ed il Conte, Drake prese a sfogliare un giornale, lasciato lì
per lui, e leggendo qua e là le pagine comunicò di attendere
Kade per servire.
Vederlo ridere, anche se piano, lo aveva reso stranamente sereno e la
consapevolezza della nascita di un sentimento che non aveva mai provato
cominciò a farsi strada nel suo io.
Sapeva bene di dover reprimere ogni cosa per il bene di Kade, era anche
per ciò che aveva capito da tempo di essere che teneva il cugino
a distanza, se si fosse scoperto ed avessero pensato che anche Kade…
Invece lui doveva sposarsi, avere dei figli, essere felice… una
morsa strinse lo stomaco di Drake a quel pensiero ma la voce di Kade che
annunciava il suo arrivo, si accomodava alla sedia al lato destro del
tavolo e gli sorrideva, lasciò scivolare via tutto il resto.
Il sole cominciava già
ad abbassarsi, nonostante fossero appena le quattro. Il cielo aveva preso
a tingersi di una tenue sfumatura rossastra ed oltre l’orizzonte
fitte e dense nubi si stavano ammassando, pronte ad essere trasportate
dal vento che soffiava con crescente intensità.
Drake e Kade avevano parlato più del solito durante il pranzo,
avevano scambiato pareri ed opinioni su affari che interessavano entrambi,
avevano fatto una breve incursione nella politica e poi si erano lasciati
andare a divertenti pettegolezzi, a cui nessuno dei due era avvezzo e
che riguardavano i due fratelli. Kay e Alex li avevano raggiunti dopo
essere tornati da un giro in carrozza, e Jane, la nuova cameriera personale
di Kayleen, si era incantata nel vedere Drake e Kade, due bellezze così
diverse eppure così evidenti.
Kayleen e Alex passavano la maggior parte del loro tempo insieme e Kade
era più che certo che se la loro permanenza a Hamphshire si fosse
prolungata, ne sarebbe nato, quanto meno, un fidanzamento.
Non era insolito vedere due cugini fidanzati o sposati, lo era di più
vederli così felici, chiaramente entrambi si stavano innamorando
dell’altro.
Kade scacciò quei pensieri perché la sua piccola Kayleen
era appunto quello, ancora piccola per pensare al matrimonio, avrebbe
dovuto aspettare almeno altri tre anni, e di questo Kade era più
che felice.
Senza rendersene conto sia Drake che Kade cercavano la compagnia dell’altro,
in maniere molto innocenti e prive di doppi fini, solo per il piacere
di passare del tempo insieme. Si erano seduti in biblioteca per chiacchierare,
si erano ritrovati a leggere, ognuno su una poltrona non distante dal
fuoco, uno di fronte all’altro, completamente assorbiti nei rispettivi
libri, senza però essere dimentichi dell’altro.
Sterns chiese il permesso di entrare verso le cinque, all’ora del
tè, ed annunciò che il Duca ed il Conte avevano una visita
che non era però attesa. Si guardarono e capirono entrambi che
si trattava di Lord Briars o di un suo messaggero, Kade se lo aspettava,
anzi si stupiva del fatto che il suo tutore avesse fatto trascorrere più
di un giorno per andare a cercarlo nella confinante tenuta dei cugini.
Drake ordinò di far accomodare l’ospite nel salotto rosso
e di farlo attendere lì, intanto avrebbero avvisato Kayleen e Alex,
completamente assorbiti da una partita a scacchi nel salotto verde e poi
avrebbero raggiunto insieme il loro ospite.
Quando Sterns si congedò Drake osservò per un lungo attimo
Kade prima di uscire con lui per andare ad avvisare i rispettivi fratelli.
Alex e Kay erano presi dallo loro partita mentre Jane ricamava seduta
in un angolo, erano stati previdenti a far rimanere la ragazza, così
nessuno avrebbe potuto fare insinuazioni di sorta prima che il loro fidanzamento,
che Drake sapeva sarebbe giunto a breve, fosse stato annunciato.
“Kayleen, Alex… abbiamo visite…” Kay alzò
lo sguardo e dall’espressione seria del fratello seppe che qualcuno
era andato a cercarli. Balzò in piedi con evidente paura negli
occhi ma Alex fu subito al suo fianco e le mise un braccio intorno alle
spalle, mandando al diavolo l’etichetta, in modo da rassicurare
la sua principessa.
“Principessa… calma… d’accordo?” Kay annuì
debolmente e Kade accennò un sorriso per incoraggiarla.
“Kay… vedrai che nessuno ci porterà via…”
Drake notò la luce intensa e decisa che c’era negli occhi
di Kade e fu felice di vederlo tornare lentamente in sé.
Erano già sulla soglia del salottino rosso, la mano di Drake era
sulla porta pronta ad aprirla e la sua voce fu solo un sussurro, Kade
che era accanto a lui fu l’unico che poté udire le sue parole.
“Te l’ho promesso… ricordalo… andrà tutto
bene…”
Kade non ebbe modo di rispondere ma un sorriso sincero gli increspò
gli angoli della bocca. Durò solo un istante, però, perché
la persona che li attendeva al di là della porta fece morire quel
sorriso e la luce che si intravedeva negli occhi di Kade.
“Vostra Grazia! Che piacere rivedervi dopo tanto tempo… Marchese…
è un onore… Kayleen… mia cara!”
Drake osservò per un attimo l’uomo di fronte a lui. Si era
alzato agilmente dal divano su cui era seduto e beveva un bicchiere di
brandy. Era alto meno di lui, ma non basso, aveva un fisico asciutto e
longilineo, i lineamenti erano decisi anche se un po’ insignificanti,
così come i corti capelli castani e gli occhi dello stesso colore.
“Briars… voi?”
“Si Vostra Grazia! Mio padre purtroppo è rimasto molto colpito
dalla sparizione dei suoi pupilli e così ora si trova al letto…
ha avuto molta paura…” Il sorriso ed il tono mellifluo della
sua voce non poterono far altro che aumentare l’irritazione che
Drake sentiva spontanea verso quell’uomo. Edward Briars, primogenito
di Lord Briars, era un uomo viscido, privo di scrupoli in affari così
come nella vita privata. Drake si voltò verso Kade e solo in quell’istante
si accorse del pallore che aveva preso possesso del viso del cugino. Si
voltò verso Kayleen e vide che anche lei era piuttosto scossa,
Alex le aveva appoggiato una mano su un gomito per comunicarle la sua
presenza e lei sembrava sul punto di crollargli addosso.
“Kade… mio caro… andartene nel cuore della notte…”
Kade stava per fare un passo indietro ma Drake vide chiaramente lo sforzo
che compì per non arretrare e per rimanere assolutamente tranquillo.
“Volevo vedere i miei cugini… Kayleen non stai ancora bene,
fatti accompagnare da Alex in camera tua e dì a Jane di assisterti.”
“Ma, Kade…”
“Kayleen, fa come dice tuo fratello.”
Kay osservò Drake e si disse che lui non poteva capire perché
lei dovesse assolutamente rimanere lì. Valutò per un istante
la possibilità di disobbedire sia al cugino che al fratello, ma
Alex la prese per il gomito e cominciò a trascinarla gentilmente
verso la porta.
“Tuo fratello ha ragione Kayleen… arrivederci Briars.”
La sua voce era dura e fredda e Kayleen si limitò a fare un cenno
con la testa per pura educazione, ma i suoi occhi erano concentrati sul
fratello. Si chiedeva quanto avrebbe resistito e vedere che Drake aveva
fatto un passo verso di lui la fece stare solo un po’ meglio.
Drake andò a sedersi su di una poltrona e indicò quella
accanto alla sua a Kade che si accomodò. Il moro notò come
il cugino che prima stringeva i pugni, riservasse ora quella stessa ‘carezza’
ai braccioli della poltrona. Edward percepiva, come chiunque fosse stato
in quella stanza, la tensione di Kade, ma sembrava assolutamente divertito
dallo sguardo fiammeggiante del biondo. Drake invece si accorse che la
scintilla di paura che era nascosta dalla rabbia e si chiese se anche
Briars la vedesse. Per un istante un pensiero tremendo si fece largo nella
sua mente, ma lo accantonò con estrema rapidità, non voleva
perdere il controllo senza sapere se ne avesse davvero il motivo, i suoi
occhi comunque rispecchiavano chiaramente tutto l’odio, il rancore,
la rabbia e il senso d’impotenza che si agitavano in lui. Se fosse
stato davvero quello che temeva…
“Vostra Grazia… io sto bevendo da solo… vi prego…
fatemi compagnia…”
Lo sguardo che Drake riservò a Edward fu di puro odio, ma lui sorrise
più divertito di prima. Drake lo osservò a lungo poi fece
finta di non aver sentito.
“Dunque, perché siete qui?”
“Kade… non prendi un brandy? Ti assicuro che questo di Sua
Grazia è davvero buonissimo… ti riscalderebbe… stai
tremando, o sbaglio?”
Drake era sul punto di esplodere ma l’espressione di frustrazione,
rabbia e spavento negli occhi di Kade gli dissero che doveva calmarsi
per il suo bene, almeno per quel momento, di certo ci sarebbero stati
un modo ed un tempo adatti a prendersi la sua vendetta, perché
ora era certo che c’era molto più che del semplice risentimento
da parte di Kade, e temeva anche di sapere cosa lo avesse generato.
“Briars…”
“Si Duca, perdonatemi! Sono qui per riprendere Kade… e Kayleen,
ovviamente.” C’era qualcosa di così insinuante nel
suo tono che Drake pensò che lo avrebbe ucciso lì su due
piedi, poi la sua mente corse a Kade e l’odio che provava per quella
bestia crebbe ancora di più.
“Io e Kayleen rimarremo qui e comunica a tuo padre che Drake ha
chiesto… ed otterrà… la nostra tutela, quindi voglio
che ve ne andiate immediatamente da Dradbury.”
Edward sembrò sorpreso delle parole e del tono deciso di Kade e
rimase spiazzato, tanto da non riuscire a replicare prontamente. Drake
colse l’occasione e colmò il silenzio con la voce più
tagliente che anima viva avesse mai potuto sentire.
“Avete udito Briars? Ora uscite di qui prima che vi faccia buttare
fuori, e domani manderò qualcuno ad assicurarmi che voi e vostro
padre ve ne siate tornati alla vostra tenuta. Verrò a trovarvi
a giorni, per allora voglio che riflettiate sui problemi che potrebbe
portarvi intraprendere una battaglia legale con me.” Drake sapeva
bene quello di cui parlava, era certo che Edward avesse perfettamente
percepito la minaccia insita nelle sue parole. Poteva rovinarli come e
quando voleva e dopo, macchiato dall’onta subita, Edward avrebbe
di certo lasciato questo mondo… in un modo o nell’altro…
Briars non poté far altro che alzarsi ed avviarsi con passo deciso
alla porta, nei suoi occhi si leggeva la cocente delusione per la momentanea
sconfitta, ma anche la minaccia di una guerra niente affatto finita.
“Ci rivedremo Vostra Grazia… e anche con te Kade… molto
presto…” Pronunciò quest’ultima provocazione
con voce melliflua, in un modo che tradiva le sue reali intenzioni. In
quel momento Drake seppe per certo cosa turbava Kade, ma non poté
stabilire fino a che punto quel viscido verme si fosse spinto. Ma lo avrebbe
scoperto, ed allora…
La certezza che mai e poi mai se Kade avesse saputo la verità su
di lui l’avrebbe accettata si fece lentamente ma inesorabilmente
largo nella mente di Drake, ma per il momento l’uomo preferì
ignorarla, certo che qualsiasi cosa Kade avesse detto, lui lo avrebbe
protetto e vegliato, sempre, anche a costo di rimanere nella sua ombra
per tutta la vita.
Kade si alzò lentamente dalla poltrona di scuro velluto rosso su
cui era rimasto, immobile, fino a quel momento. Era di nuovo pallido,
gli occhi avevano assunto nuovamente quella scura tonalità di verde,
quel manto di ombra offuscava nuovamente la luce naturale di quegli smeraldi.
“Kade….”
“Sto bene… credo che non cenerò… scusami con
Kayleen… perdonami Drake…”
Drake non riuscì a pronunciare parole, pensò di fermarlo
ma gli occhi di Kade erano così tristi… in quel momento lo
avrebbe stretto a sé e avrebbe lasciato che la sua vera natura
prendesse il sopravvento. Il sentimento che cominciava a provare per il
cugino e che, sempre più prepotentemente si stava facendo largo
nel suo animo, avrebbe avuto ragione sulla razionalità ed allora…
come minimo… lo avrebbe quanto meno baciato… ed allora sì
che Kade sarebbe scappato…
Kayleen era rimasta nel salotto verde con Alex, non aveva alcuna intenzione
di salire in camera, non voleva rimanere sola e la presenza di Alex riusciva
a calmarla come mai niente altro sapeva fare, ed era così da sempre.
Intravide Kade salire le scale ed il suo primo impulso fu di seguirlo
ma comprese bene che il fratello aveva assoluto bisogno di rimanere da
solo. Nonostante tutto quello che le avevano insegnato, mandò via
Jane, se ne infischiò di quello che si sarebbe potuto dire, non
le importò di sapere che la sua reputazione avrebbe potuto essere
compromessa per sempre, e quando la cameriera fu uscita, si gettò
tra le braccia di Alex e diede libero sfogo alle lacrime che il dolore
del fratello avevano fatto nascere in lei.
La cena fu insolitamente
silenziosa, persino Alex non aveva niente da dire e non si stupì
neanche quando Kayleen si ritirò nelle sue stanze, senza aver toccato
che pochi bocconi.
“Drake… c’è qualcosa che…”
“Andiamo nel mio studio.”
Alex si affrettò a seguire il fratello, chiuse la porta a chiave
alle sue spalle, come Drake gli aveva ordinato e poi si mise in piedi,
appoggiato con una spalle al camino, le braccia incrociate sul petto,
gli occhi fissi sulla figura di suo fratello, intento ad attizzare il
fuoco, i suoi occhi che riflettevano i bagliori delle fiamme e sembrano
forieri di morte e distruzione.
“Drake… che mi nascondi?”
“Mi piacciono gli uomini.”
La frase era stata appena sussurrata, Drake si era tolto, finalmente questo
peso e sperava ardentemente che il fratello non avesse provato disgusto
per lui, non lo avrebbe sopportato.
Alex spalancò gli occhi non appena comprese a pieno il vero significato
di quelle poche parole dette tutte d’un fiato.
“Ho dato disposizioni perché il titolo passi a te non appena
sarai maggiorenne, così, quando tu e Kayleen vi sposerete, sarai
Duca…”
“Cosa? Drake che me ne importa del titolo?”
Drake alzò gli occhi sul fratello e Alex poté scorgervi
un tormento che mai prima aveva visto, suo fratello si era sempre premurato
di nascondere ogni suo sentimento a fondo, non aveva mai permesso nemmeno
a lui di leggergli dentro fino in fondo.
Quella rivelazione lo aveva profondamente scosso… eppure…
possibile che suo fratello fosse diverso da quello che era fino a pochi
istanti prima? Andava contro la legge di Dio e degli uomini, ma…
era pur sempre suo fratello… era l’uomo che amava ed ammirava
sin da quando aveva cominciato a capire, ed anche da prima. Il padre gli
diceva sempre che quando da piccolo, nella culla, piangeva, gli bastava
sentire la voce od il tocco di sua madre o di Drake che si calmava istantaneamente.
Che c’era di diverso ora?
“E’ giusto così… porterai avanti il titolo ed
il nome della nostra famiglia…”
Alex prese il fratello per il colletto della camicia, così d’improvviso
che lui non ebbe alcun modo di reagire e fu completamente spiazzato da
quel gesto.
“Sei impazzito? Al diavolo il titolo! Perché non me l’hai
mai detto?”
“Ti dà fastidio?” Alex lasciò andare il fratello
e si grattò i capelli biondi. Erano perfettamente lisci, ed a lui
piaceva portarli leggermente lunghi e un po’ scompigliati.
“Cavolo… è una bella rivelazione… ecco perché
in quel bordello non hai mai…”
“Nemmeno tu…” Gli occhi di Drake scintillarono di divertimento
e Alex seppe che la tensione si era dissolta nel nulla. Che gli importava
dei gusti del fratello? L’importante era che nessuno lo scoprisse,
non voleva doverlo andare a trovare in carcere!
“Io pensavo a Kayleen! Lei non sarebbe affatto felice se…
oh cavolo! Non c’avevo mai pensato! Sei un genio Drake!”
“Vuoi arrivare vergine al matrimonio?” Drake inarcò
un sopracciglio ma conoscendo il fratello, già sapeva quale sarebbe
stata la risposta.
“Se Kay non vorrà no…”
“Sei un porco.”
“Sì, discretamente… stai bene?”
“Sì… se a te sta bene… non mi piacerebbe se non…
insomma…”
“Per me non ci sono problemi… e Kade?”
“Che c’entra Kade?”
In quel momento Sterns bussò alla porta dello studio chiedendo
il permesso di entrare. Drake si maledisse mentalmente per non aver avvisato
la servitù di non disturbare, ma dato che poteva essere qualcosa
di urgente, Kade poteva aver bisogno di lui… decise di interrompere
momentaneamente il discorso.
“Sì Sterns?”
“Vostra Grazia perdonatemi, mi sono permesso di far preparare del
brodo caldo per il Conte… volete glielo porti?”
“No, faccio io… ottima idea comunque… e tu… -
i suoi occhi si rivolsero eloquentemente al fratello - continueremo domani.”
“Tu pensi che accetterà?”
“Assolutamente sì.”
Drake sorrise al fratello e gli augurò la buonanotte mentre seguiva
Sterns per prendere il vassoio con la cena di Kade, Alex però non
lo aveva minimamente sentito, intento com’era a fantasticare su
quanto sarebbe stato bello il suo matrimonio con Kayleen e quanto l’avrebbe
resa felice.
Quando qualcuno bussò
alla porta Kade era immerso nei propri pensieri, seduto su una poltrona
con gli occhi fissi nel vuoto, senza scarpe e con la camicia slacciata.
Disse di entrare senza pensare a sistemarsi, non curandosi affatto di
chi avrebbe potuto esserci al di là del legno scuro che aveva messo
a protezione di se stesso dal mondo intero.
“Kade… ti ho portato qualcosa…”
“Grazie…” Kade si voltò appena e Drake fece appena
in tempo a poggiare il vassoio sullo scrittorio prima di esplodere dalla
rabbia. Pensò di correre a sfidare a duello quel bastardo, ma poi
capì che doveva prima riportare Kade indietro, ovunque si trovasse
in quel momento.
Lo prese tra le braccia e lui non protestò, notò con piacere
che non tremava, ma non sapeva se si stesse rendendo davvero conto di
quello che stava accadendo.
Arrivò fino al grande letto a baldacchino che si trovava appoggiato
alla parte di fronte e vi posò Kade con delicatezza, cercando di
essere il più dolce possibile. Scostò le coperte e lo coprì
dopo avergli tolto i pantaloni ed averlo lasciato con solo la lunga camicia
e la biancheria a coprirgli il ventre e le cosce.
Attizzò il fuoco che languiva placido nel camino cercando al contempo
di calmarsi. Si tolse giacca, scarpe e camicia e si infilò sotto
le coperte, a fianco del cugino. Lo prese tra le braccia, non lo strinse
forte all’inizio per dargli la possibilità di tirarsi indietro
qualora ne avesse sentito la necessità, ma con sua somma gioia
Kade si accoccolò su di lui nascondendogli il viso sul petto.
“Non puoi restare qui…”
“Solo finché ti addormenti…”
“Non voglio tornare…”
“Lo so… Kade… mi vuoi raccontare cosa…”
“No!” Il suo rifiuto era stato secco e deciso, ma c’era
anche il terrore nella sua voce e Drake capì che avrebbe dovuto
aspettare fino a quando Kade non avesse parlato spontaneamente, anche
se forse avrebbe dovuto aspettare quel momento per anni.
“Va bene piccolo…”
“Non sono piccolo…”
“Hai ragione…”
“Perché?”
“Cosa?”
“Non ti sei mai voltato a guardarmi… perché ora…”
“Kade… guardami…”
Kade sollevò gli occhi anche se era profondamente imbarazzato e
non solo per la posizione in cui si trovava. Si era completamente abbandonato
tra le sue braccia, il suo profumo lo confondeva, si mischiava a quell’odore
nauseabondo che a volte sentiva ancora e che gli faceva venire voglia
di rimettere.
“C’è un motivo se… fino ad ora… ti sono
sempre sembrato distante…”
“Quale?”
“Per ora… non chiedermelo, vuoi? Te lo dirò, ma…
non è per te… è solo per me…”
“Per non avermi tra i piedi?”
“No Kade! Che dici?”
“Non ti sei mai informato su di me… io ti… guardavo
sempre…” Kade arrossì lievemente a quella rivelazione,
non sapeva perché si stesse aprendo in quella maniera, non era
davvero il luogo od il momento per comportarsi come un bimbo bisognoso
di coccole o affetto. Voleva solo… quello che aveva in quel momento…
“Ho sempre fatto cose pericolose… non volevo coinvolgerti
da piccoli… ed ora… prima o poi te lo dirò…”
“Oh… certo… scusa…” Drake ancora non si
fidava di lui, e perché mai avrebbe dovuto? Invece di affrontare
i propri problemi scappava e la cosa peggiore era che, solo quel pomeriggio
Drake era di nuovo dovuto venire in suo soccorso, come la notte precedente
e quella prima ancora, anche se in modi sempre diversi. Prima lo aveva
accolto senza fare domande ed aveva preso su di se la responsabilità
di essere il loro tutore, poi lo aveva soccorso dopo un incubo e gli aveva
permesso di dormire tra le sue braccia e quel pomeriggio… la sua
sola presenza era stata in grado di dargli la forza necessaria per resistere,
per non scappare di nuovo, poi era crollato perché era debole,
certo, ma intanto quel poco di forza che Drake gli aveva concesso, seppur
inconsapevolmente e con la sua sola presenza, era stata un appiglio nel
mare in tempesta delle sue emozioni.
“Kade… ritagliavo dalle lettere che si scambiavano le nostre
madri e poi i nostri padri tutte le informazioni su di te… nella
mia stanza ho un piccolo scrigno pieno di questi ritagli… la mamma
credeva che glielo facessi per dispetto…” Drake sorrise dolcemente
al ricordo della madre ma anche per quella rivelazione che avrebbe potuto
essere come un masso in caduta libera.
Un tuono risuonò in lontananza, annunciatore della pioggia che,
entro il mattino seguente, avrebbe cominciato a cadere incessante.
“Davvero?” Stranamente Kade non sembrava arrabbiato o disgustato,
solo molto sorpreso.
“Sì, davvero…”
Drake ringraziò la sua buona stella per quell’attimo di pace
che gli occhi del cugino avevano avuto e poi lo strinse più forte,
ma mentre compiva quel gesto le labbra delicate e tenere di Kade si posarono
sulla sua guancia nel bacio più casto e più dolce che avesse
mai ricevuto, non ricordava nemmeno sua madre baciarlo in quella maniera,
Kade era in grado di una semplicità e di una purezza che lo lasciavano
sbigottito.
Kade si strinse maggiormente nell’abbraccio protettivo e possessivo
del cugino. Si sentiva in pace con il mondo, era come se tutto il resto
fosse scomparso, e se davvero Drake lo aveva sempre considerato…
ora voleva scoprire cosa c’era di così pericoloso nella sua
vita da tenerlo fuori, ma non aveva importanza, lo avrebbe accettato e
lo avrebbero superato se ce ne fosse stato bisogno, e poi, tutto sarebbe
cambiato. Si addormentò rilassato e tranquillo mentre il fuoco
mandava calore e una luce soffusa e delicata nella stanza.
Kade si svegliò
di soprassalto, Drake lo stava stringendo e cercava di calmarlo.
“Kade… era solo un sogno…”
“Di nuovo… te ne andavi…”
“No, piccolo no! Non me ne vado… sta tranquillo…”
Drake strinse Kade di nuovo forte, si era addormentato da poco quando
era stato svegliato dal sonno agitato del cugino. Lo aveva visto dormire
rilassato per almeno tre ore, ed in quel momento non riusciva a darsi
pace per non essere riuscito, ancora, a cancellare nemmeno un incubo dalla
mente del biondo.
Kade si appoggiò al cugino e cercò di recuperare il fiato
mentre Drake lo riempiva di parole dolci, appena sussurrate al suo orecchio,
gli baciava la fronte ed i capelli. Pensò che ora il suo incubo
ricorrente era quello, che non aveva affatto sognato… l’altra
cosa, per un attimo ebbe paura di chiudere di nuovo gli occhi e vedere
per l’ennesima volta quelle immagini terrificanti, oppure vedere
ancora Drake allontanarsi.
“Piccolo riposa ora…”
“Drake…”
“Sì?”
“Ti faccio pena?” Doveva sapere se suo cugino era lì
per quello, non ne capiva il motivo, ma se fosse stato così…
avrebbe di certo sentito il cuore andargli in frantumi, come era accaduto
anni prima, quando non era che un bambino.
“No piccolo! Guardami…” Kade sollevò timoroso
gli occhi ed in quelli neri di Drake vide una determinazione eppure una
dolcezza che non avrebbe creduto possibile scorgere, specie in un uomo
solitario e chiuso come lui.
“Kade… tu sei un uomo eccezionale e no… non fare quell’espressione
scettica… hai una forza invidiabile… e non scuotere la testa!
Se sono qui è solo perché… tengo a te e… voglio
che tu ti riprenda da qualsiasi cosa ti sta soffocando… vorrei aiutarti…
me lo permetterai?”
Kade era senza fiato, ma stavolta non per un incubo. Non credeva di poter
sentire simili parole rivolte a lui, non soprattutto da quell’uomo
di cui aveva da sempre visto solo la schiena. Ora i suoi occhi erano lì,
a poca distanza dai suoi, alla stessa altezza, i pochi centimetri che
separavano la testa dell’uno da quella dell’altro, annullanti
dalla posizione e dalle braccia che si stringevano reciprocamente alla
vita dell’altro.
Kade annuì e poi rispose con un debole sì, la testa nuovamente
persa sul petto di Drake che sembrava così accogliente, così
come il suo corpo era caldo e rassicurante la sua stretta.
Gli ci vollero solo pochi minuti per addormentarsi cullato dal suo profumo
di muschio, Drake lo osservò per qualche lunghissimo minuto prima
di cedere, nuovamente, al sonno, ma non venne più svegliato quella
notte, le braccia di Kade si strinsero attorno alla sua vita, come la
notte precedente anche le gambe lo attorniarono, e gli unici suoni che
si poterono udire nella stanza furono il crepitio del fuoco che andava,
lentamente, spegnendosi e due respiri lenti e regolari fare eco uno all’altro.
FINE TERZO CAPITOLO
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