Disclaimer: i personaggi appartengono al sensei Takehiko Inoue, io non ci guadagno neanche un soldo bucato.

Dediche: a Silene per tutti i suoi preziosissimi consigli. Un milione e mezzo di grazie!!!
...


La sfida

di Chikara



La madre rimproverava Hanamichi Sakuragi ogni santo giorno, quando tornava a casa con un livido nuovo, con un voto pessimo o con una nota di demerito del preside. Il rossino pestifero però, sembrava proprio non voler capire che si era fatto grande, che al liceo si decideva il suo futuro e che doveva iniziare ad essere più maturo e responsabile.
Quello che a Hanamichi interessava veramente era solo divertirsi con la sua inseparabile armata: adorava attaccar briga con chiunque per poi picchiarsi fino allo sfinimento e gli piaceva marinare la scuola andando in sala giochi, al pachinko o semplicemente a zonzo per la città. La sua specialità, poi, era perdere la testa per le ragazze più carine e anche se i suoi amici lo prendevano in giro ogni volta che veniva rifiutato, era un modo come un altro per divertirsi e ridere assieme.
Hanamichi era convinto che niente sarebbe cambiato e fu effettivamente così, almeno finché non conobbe la dolce Haruko, il basket ma soprattutto la malefica Kitsune.


"Maledetto zuccone quello era un passaggio facile, che diavolo hai per la testa?" La voce del gorilla risuonò per tutta la palestra ma Hanamichi era completamente perso nel suo mondo che al momento comprendeva solo la dolce Harukina, appena arrivata agli allenamenti.
"Do' aho!" bastarono tuttavia una semplice parola e quella voce profonda a riscuoterlo immediatamente e farlo esplodere come un vulcano.
"Teme Kitsune come osi dare dell'idiota al grande genio, io ti frantumo!".

Rukawa passò oltre senza degnarlo di uno sguardo, irritando ancora di più il suscettibile rossino che cominciò a sbraitare con forza.
"Non m'ignorare brutta volpaccia rachitica io ti…" ma prima che potesse partire alla carica, Akagi lo fermò con un pugno in testa.
"Ite, maledetto gorilla!" piagnucolò massaggiandosi la nuca, "ma perché te la prendi sempre e solo con me!"
"Perché sei tu quello scemo."
"Come ti permetti io…" lo sguardo minaccioso del capitano lo fece ammutolire: i suoi cazzotti in testa non erano per niente piacevoli; con un tono che non ammetteva replica, Akagi gli ordinò d'iniziare i suoi fondamentali.
Borbottando stile pentola pressione, Hana iniziò i suoi esercizi mentre gli altri terminarono i loro allenamenti.


Nonostante i continui vaneggiamenti nei quali dichiarava di essere il genio del basket e di non aver bisogno di stupidi allenamenti, Hanamichi aveva preso molto seriamente quello sport e ogni domenica mattina si alzava all'alba per allenarsi.
Una di queste domeniche si svegliò come sempre prestissimo, infilò la sua tuta e iniziò a correre per le strade della città finché non arrivò al campetto sulla spiaggia. Si alterò immediatamente quando già da lontano si accorse che era occupato ma quando avvicinandosi si rese conto che a rubargli il campo era stata la malefica volpaccia s'infuriò proprio.
"Ehi baka Kitsune esci immediatamente dal mio campo!"

L'ordine di Hanamichi però non fu minimamente preso in considerazione da Rukawa.
"Mi hai sentito?"

Hanamichi riprovò e quando fu ancora ignorato dalla malefica Kitsune, cercò di colpirlo. Kaede lo scansò facilmente e senza smettere di palleggiare andò a canestro con una schiacciata perfetta.
"Tu maledetto…"
Prima che continuasse con i suoi improperi, Rukawa lo bloccò con voce gelida.
"Levati dai piedi."
Per un attimo il ghiaccio di quelle parole lo spaventò ma poi la rabbia prese di nuovo il sopravvento.
"Io ti ammazzo, non devi parlarmi in questo modo, io sono un geniooOOOuch"
La palla arrivò improvvisa sbattendo forte contro il suo stomaco.

"Ok, genio", disse bruscamente il volpino, "allora giochiamo."
"Bene, era ora che tu me lo chiedessi" rispose con una certa soddisfazione.
"Sono proprio ansioso di umiliarti!"
"Sei così sicuro di vincere?" domandò Kaede con una strana luce negli occhi.
"Certo!"
"Bene allora scommettiamo."
"Che cosa?"
"Chi perde esaudirà qualunque desiderio dell'altro."
Hanamichi deglutì: adesso era un po' incerto, ma se non voleva sembrare un vigliacco, doveva accettare. "Perfetto, arriveremo ai venti."
Quindici minuti dopo il rossino era in ginocchio sull'asfalto a domandarsi come aveva potuto perdere per venti a dieci, ma soprattutto a tremare al pensiero della richiesta che, di lì a pochi secondi, gli avrebbe fatto il malefico volpino.
Hanamichi alzò gli occhi da terra e quando li piantò in quelli scuri di Rukawa rimase sorpreso nello scorgervi un po' di divertimento: allora anche la malefica Kitsune era un essere umano!
"Che hai da ridere maledetta volpaccia?" gridò, convinto che il ragazzo si stesse prendendo gioco di lui.
"Io non sto ridendo."
"Come no…allora sentiamo, cosa vuoi che faccia?"
Il volpino si accovacciò accanto a lui e fece un sorriso così radioso da far accapponare la pelle del rossino. "Voglio che tu diventi il mio ragazzo."

Shock.

Cinque minuti dopo la mente di Sakuragi cominciò a balbettare di nuovo qualche ragionamento e allora scoppiò a ridere fragorosamente. "Ehi Kitsune sei spiritosa, credevo che fossi solo un ghiacciolo congelato invece sei proprio esilarante."
Il sorriso sulle labbra di Kaede si attenuò notevolmente -non voleva diventare come un porcospino di sua conoscenza- tuttavia i suoi occhi erano ancora illuminati da una luce divertita.
"Ehi do'aho, riprenditi!"
"Si, sì scusami, allora, che cosa vuoi che faccia?"
Kaede con la sua aria più serafica ripeté: "Voglio che tu diventi il mio ragazzo."
"Kitsune, lo scherzo è bello quando dura poco! Non te l' ha mai insegnato nessuno?"
Il rossino cominciava ad alterarsi di nuovo.
"Certo, ma il mio non è uno scherzo."
Gli occhi del rossino diventarono enormi prima di esplodere completamente "Ma sei impazzito! Come puoi pensare che io diventi il tuo ragazzo, io non sono gay, cioè io non ho niente contro gli omosessuali, però da qui a mettermi con un ragazzo ce ne passa di strada e tu fino a prova contraria sei un maschio!"
"Do'aho, io non sono gay!"
"Allora sei tu la Kitsune cieca, se non te ne fossi accorto io sono un maschio, proprio come te!"
"Lo so."
Adesso Hanamichi era del tutto esasperato. "Maledetta volpaccia spelacchiata ti vuoi spiegare, tu sei un ragazzo e vuoi metterti con me che sono un ragazzo, io questo lo chiamo essere gay!"
"Perché sei un do'aho" spiegò Rukawa senza scomporsi"io lo chiamo semplicemente essermi innamorato di una persona."
Hanamichi sbatté veloce le palpebre confuso da quell'affermazione; possibile che la Kitsune lo amasse davvero?

Erano diversi come il giorno e la notte, inoltre era considerato l'idolo della scuola, aveva decine e decine di ragazzine che gli sbavavano dietro, compresa Haruko, mentre quando vedevano lui scappavano via spaventate.
Kaede però continuò incurante della confusione del rossino: "Per il semplice fatto che mi piaci tu, non significa che mi farei tutti gli uomini di Kanagawa."
Hanamichi a quell'affermazione diventò rosso come un ragazzino che scopriva per la prima volta come sono concepiti i bambini. "Baka Kitsune!"
"Do'aho" e fissandolo con uno sguardo sospettoso, continuò: "Hai intenzione di non rispettare i patti?"
Hana lo guardò dritto negli occhi, quella situazione era assurda ma di una cosa era certo: mai e poi mai avrebbe mancato alla parola data. "Per chi mi hai preso Kitsune!"
"Bene allora da oggi sarai il mio ragazzo."
Il volto di Sakuragi raggiunse la tonalità dei suoi capelli e Kaede sorrise di nuovo.
"Non c'è niente da ridere maledetta Kitsune", bofonchiò il rossino indispettito, "Con tutte le fans che hai, devi tormentare proprio me!"
"Tranquillo do'aho! Non ho alcun'intenzione di metterti fretta, per adesso mi basta che tu la smetta di fare il cretino dietro l'Akagi."
"Io non faccio il cretino dietro a nessuno, io sono innamorato di Harukina cara, sei tu, brutto tiranno, che c'impedisci di coronare il nostro sogno d'amore!"
A quelle parole Rukawa scoppiò letteralmente a ridere e dolorante per il mal di pancia cominciò a rotolarsi per terra come un invasato.
"Dannata volpe decerebrata", gridò Hana rosso per l'imbarazzo, "la pianti di ridere, non lo fai mai perché proprio con me devi cominciare?"
"Perché sei tu che mi fai quest'effetto", Kaede parlò a fatica mentre tentava di riprendere il controllo. "Kami do'aho erano anni che non ridevo così!"
Per un attimo Hana si raddolcì, molto probabilmente la Kitsune non aveva avuto un passato tanto felice e per questo essere la causa di quell'allegria incontrollata faceva nascere in lui un cert'orgoglio. Decise, così, che per il momento avrebbe assecondato le follie dell'odiato compagno di squadra, poi avrebbe trovato un modo per rimediare a quella situazione.


Perdere l'abitudine di fare il deficiente quando passava l'Akagi non fu per nulla facile e Hanamichi ci cadeva ogni volta. Il volpino però era sempre in allerta e in un modo o nell'altro gli rammentava la sua promessa: quando erano nel cortile, infatti, lo investiva sempre con la sua bicicletta scassata; n palestra invece, lo colpiva "accidentalmente" con la palla o gliela faceva rotolare fra i piedi, provocando così l'inevitabile rissa.
I metodi di Rukawa, anche se un po' duri, furono efficaci e in poche settimane riuscì a distogliere l'attenzione del suo ragazzo da quell'insignificante ragazzina, concentrandola tutta su di sé. Certo battibecchi e risse non erano le attenzioni che avrebbe voluto ma era pur sempre un passo avanti.
Avevano cominciato anche a frequentarsi fuori di un campo da basket. La sera, infatti, dopo gli allenamenti si aspettavano per percorrere la strada insieme e capitava sempre più spesso che si fermassero pure a cenare. La domenica poi si ritrovavano al campetto sulla spiaggia per allenarsi e avevano imparato a non litigare in continuazione.
"Ehi volpino, adesso che so eseguire il terzo tempo alla perfezione, sono sicuro di batterti, quindi ti sfido." Hanamichi era al centro del campo e mentre parlava, palleggiava il suo pallone con una discreta convinzione.
"Ok" fu la monosillabica risposta del volpino.
"Se ci riuscirò potrò lasciarti!"
"Mh…se non lo farai, potrò iniziare a baciarti quando voglio."
"Maledetta Kitsune pervertita!" gridò Hanamichi raggiungendo la tonalità rosso fuoco dei suoi capelli.
"Hai paura?" lo provocò il compagno.
"Certo che no!"
"Bene allora ai venti."
Mezz'ora dopo la sfida era conclusa e il rossino, ovviamente, aveva perso.
"Oh Kami, oh Kami, oh Kami…"
"Do'aho!"
"Do'aho un corno!" piagnucolò disperato il rossino Hanamichi, guardandosi la punta dei piedi non sapendo dove altro posare lo sguardo, "E' il mio primo bacio, malefico volpino!"
Kaede sorrise felice. "Non temere, non ti pentirai di averlo regalato a me."
Hana imbarazzatissimo si guardò in giro. Per fortuna che era inverno e la spiaggia era completamente deserta, poi sbuffò e si lasciò cadere per terra. "Ok, vediamo un po' che sai fare volpaccia."
Kaede si avvicinò lentamente e si mise seduto di fronte al rossino, fissò i propri occhi in quelli scuri del compagno e sollevando lentamente una mano la posò sulla sua guancia dorata. Accarezzò dolcemente la pelle liscia del rossino poi fece scivolare le dita dietro al suo collo per avvicinarlo lentamente a sé. Si piegò così su di lui, ma si fermò a pochi millimetri da quelle labbra carnose: non riusciva ancora credere che presto avrebbe assaporato il gusto del suo do'aho.
Il primo tocco fu lieve e veloce, un semplice sfiorarsi fra le loro labbra, poi Kaede diventò più esigente e strinse forte la vita del rossino. Hanamichi, sorpreso, non riuscì a trattenere un gemito per quella presa possessiva sul suo corpo e Rukawa n'approfittò subito, introducendo la lingua impertinente e curiosa all'interno della sua bocca. Il bacio diventò ben presto molto profondo e Hanamichi fu percorso da una strana sensazione, ma non provò disgusto, Kaede aveva un sapore fresco e delicato, gli piaceva, anche se era un maschio.
Stanco di restare immobile, il rossino decise di far vedere alla volpe che anche lui non era da meno così, allacciando le sue mani al collo sottile dell'altro, cominciò a duellare con la sua lingua, trasformando quel bacio in qualcosa di molto passionale.
Solo diversi minuti dopo si fermarono e il volpino chiamò sorpreso il suo ragazzo.
"Non dire niente!" ordinò il rossino colmo d'imbarazzo.
Kaede ghignò maliziosamente "Allora ti è piaciuto?".
"Sì, cavolo, sì che mi è piaciuto." Hanamichi non avrebbe voluto ammetterlo così, per non scoprirsi troppo, continuò: "Ma questo non significa niente capito!"
"Ok, ok ma adesso zitto e baciami."

Il rapporto fra i due compagni di squadra aveva così subito un'evoluzione anche sul piano fisico. Hanamichi cercava in tutti i modi possibili di sfuggire agli assalti romantici del volpino ma non ci riusciva quasi mai e quando quelle labbra lo catturavano, non aveva più la possibilità (né la voglia) di opporsi.


La porta del terrazzo dove alcuni della squadra stavano mangiando, si spalancò lasciando entrare un rossino tutto arruffato e con il fiato corto.
"Hana che ti prende?" fu la domanda preoccupata della manager.
"Presto, un nascondiglio, trovatemi un nascondiglio."
"Ma che…" la domanda di Kogure fu interrotta dalla spiegazione del rossino.
"Devo assolutamente mangiare e poi devo copiare i compiti di matematica. Se mi trova è la fine… Ecco! L'impianto di riscaldamento, chi fiata è un uomo morto."
Hanamichi aprì la porta rugginosa dello sgabuzzino e si accucciò là dentro. Pochi minuti dopo, con tutta la sua proverbiale calma, arrivò immancabilmente il volpino.
"Dov'è?" chiese freddamente ai suoi compagni di squadra, senza nemmeno salutare.
Fu Mitsui a chiedere di chi stesse parlando.
Kaede sbuffò alzando gli occhi al cielo, prima di rispondere: "Il do'aho!"
"Noi non lo abbiamo visto quassù" mentì prontamente Ayako ma, mentre le parole suonarono del tutto convincenti, con una mano indicò all'amico il nascondiglio del rossino.
Kaede s'incamminò lentamente verso l'impianto di riscaldamento e Hanamichi, sentendosi in trappola, uscì come una furia.
"Do'aho" lo apostrofò pazientemente Rukawa.
"Maledetta Kitsune fissata" prese a sbraitare il rossino "sono tre giorni che mi fai saltare il pranzo, oggi voglio mangiare, io non sono come te che vivi di solo basket e …"

La sua voce si spense mentre arrossiva per la vergogna. Kaede così continuò la frase lasciata in sospeso senza alcun problema "…di baci? Do'aho vivrei molto volentieri anche di qualcos'altro ma è ancora presto per te!"
Il volto di Hana andò a fuoco mentre un grido acuto assordò tutti i presenti: "KITSUNEEEE!"
Intanto che le due matricole giocavano a guardie e ladri, i loro compagni assistevano increduli alla scena. "Se me lo avessero raccontato avrei riso come un matto" commentò incredulo la guardia dello Shohoku "ma vi rendete conto, il freddo e impassibile Rukawa che corre dietro al do'aho per riempirlo di baci!"
Ayako annuì pienamente d'accordo alla sua incredulità. "Già sono carini vero?"
"Tsé sono due idioti e pure fastidiosi." Fu invece il severo giudizio del capitano.
"AAARGGH" un altro grido del compagno casinista attirò di nuovo l'attenzione sui due ragazzi e quando si voltarono verso di loro videro il rossino imprigionato fra le braccia di Rukawa.
"Maledetta Kitsune scorretta, quella era una finta!"
"Do'aho, te l' ho sempre detto che sei lento" lo schernì scherzosamente il suo ragazzo.
Hana cercò di spingerlo via facendo leva con le mani sul suo petto ma fu tutto inutile, le labbra del volpino avevano iniziato ad accarezzare la pelle del suo collo e la mente stava cominciando ad annebbiarglisi.
Si lasciarono scivolare entrambi a terra dove continuarono a baciarsi con passione. Poi, in un ultimo barlume di lucidità, Hanamichi riuscì a liberarsi e stava per scappare verso gli altri quando, grazie ai suoi riflessi pronti, Kaede lo afferrò per la caviglia e lo trascinò di nuovo verso di sé. Il rossino cercò in tutti i modi di resistergli, trattenendosi anche con le unghie sul liscio pavimento della terrazza, ma fu tutto inutile.
"Ti prego Kaede, fammi almeno copiare matematica la prof mi uccide!" lo supplicò, senza però ottenere alcun risultato.
"Shh…ti do i miei esercizi, sta buono su."
Nel momento in cui il rossino tornò fra le "grinfie" di Rukawa decise definitivamente di arrendersi: quando s'impuntava quel testone era peggio di lui! Così si lasciò andare sul suo petto ampio e accogliente, permettendo alle braccia di Rukawa di avvolgerlo.
"Sei una Kitsune rompiscatole e insistente" bofonchiò con le labbra appoggiate al collo pallido del volpino.
"Solo perché tu sei un do'aho." E prima che potesse protestare Kaede gli coprì la bocca con la sua.
"Ehi pomicioni" li interruppe bruscamente Ryota, una ventina di minuti dopo "sta suonando la campana!"
I ragazzi si separarono per seguire i compagni e immancabilmente cominciarono a litigare.
"Almeno quando si scambiano effusioni non sono così rumorosi, non li sopporto più!" commentò il capitano che li seguiva scuotendo la testa, disperato.



Quando cominciò il torneo interscolastico, Hanamichi fece conoscere la sua esuberanza e la sua vitalità anche ai ragazzi delle altre scuole.
Dopo la partita contro il Ryonan, lo Shohoku basket club al completo stava uscendo dagli spogliatoi assordato dai vaneggiamenti del rossino sulla sua genialità. I ragazzi, però, smisero immediatamente di prenderlo in considerazione quando scorsero l'inconfondibile sagoma di Sendoh appoggiata ai cancelli della scuola.
"Ehi tu, perché sei ancora qui? Non ti è bastata la lezione che ti ho dato in campo?" strepitò a tutta voce il rossino.
"Mh… decisamente no!" rispose Sendoh con il suo ghigno misterioso.
Un brivido percorse la schiena del volpino: quel sorriso non gli era mai piaciuto e ora che era rivolto al suo rossino lo detestava.
"Che… che significa?" balbettò Hanamichi leggermente preoccupato "vuoi una sfida personale uno contro uno?! Io sono pronto anche subito."
"Veramente io avevo pensato a qualcosa di più divertente!"
"Ma che stai blaterando?"
"Perché non andiamo a mangiare insieme e poi magari guardiamo se c'è qualcosa di carino al cinema?"
Hanamichi spalancò gli occhi, incredulo: non riusciva a credere di averne adescato un altro.
"Mi stai chiedendo di uscire da solo con te?" domandò conferma.
"Proprio così."
"Pe… perché?"
"Semplice, perché mi piaci molto!"
"Ehi ragazzi è uno scherzo?" Hanamichi esplose ormai senza controllo, mentre i compagni lo guardavano sinceramente stupiti.
"Ma qualcuno mi ha scritto sulla schiena: <<Sono gay abbordatemi quando vi pare>>?" E intanto che parlava cercava di guardarsi dietro la schiena, facendo scoppiare a ridere i suoi amici. Anche il volpino sbuffò a sua volta, divertito.
"Mi dispiace Sendoh" intervenne Ryota "sei arrivato troppo tardi, il rossino te l' ha fregato Rukawa."
Sendo guardò sorpreso prima l'uno e poi l'altro. "Ma non si erano giurati odio eterno?"
"Beh diciamo che Rukawa ha trovato il modo per incastrarlo" rispose Mitsui al posto dei diretti interessati.
"Cioè?"
"Chiudi il becco teppista." Ma nonostante l'ordine del rossino, la guardia continuò con un sorriso angelico. "Semplice, Rukawa lo ha sconfitto in one on one. Hana lo sfida ad ogni minuto per liberarsi ma non ci riuscirà mai!"
"Mitsui sta zitto!" Il rossino urlò mentre Kogure piantava una gomitata sullo stomaco del ragazzo.
"Ma allora è tutto sistemato!" esclamò Sendoh con l'aria di un gatto che presto si sarebbe pappato un succulento uccellino "lo sfido io per te e ti libererò dall'orco cattivo."
"Scordatelo, questa sfida riguarda solo me e la Kitsune, io…"
"Per me va bene!" lo interruppe Kaede che quando si trattava di sfide e di basket non riusciva più a ragionare, soprattutto se l'avversario era il suo rivale numero uno Akira Sendoh.
"Allora andiamo" propose impaziente il porcospino.
Rukawa stava per seguire l'avversario ma una mano si posò sul suo avambraccio fermandolo.
"Che c'è do'aho?"
"Se segui Sendo, se accetti questa sfida con me come premio" lo avvertì seriamente il compagno "anche se vincerai, anche se io non sono ancora riuscito a batterti, non ti permetterò mai più di toccarmi e non ti rivolgerò mai più la parola."
Nessuno, nemmeno Rukawa, aveva mai visto Hanamichi con uno sguardo così determinato e irremovibile.
Kaede si voltò completamente verso di lui e aggrappandosi con la mano alla manica della sua divisa gli sussurrò: "Scusa… io... mi dispiace."
Le mascelle di tutti piombarono a terra, non era assolutamente possibile, stavano sognando tutti quanti, non solo Kaede Rukawa aveva messo da parte il suo orgoglio e la sua passione per il basket per il rossino, ma gli aveva persino chiesto scusa.
"Figuriamoci se un genio come me accetta così le tue scuse" annunciò il rossino per allentare la tensione "come minimo dovrai offrirmi tre hamburger giganti."
"Do'aho sei un maiale."
"Senti chi parla."
"Almeno io non mangio da fare schifo."
"Fai pure, così resterai tappo."
"Sono un centimetro più basso di te!"
"Tanto basta." E furono le ultime parole che i ragazzi riuscirono a captare, prima che le due matricole si allontanassero del tutto.
"Accidenti a quel frigorifero ambulante" imprecò Sendoh senza la minima traccia di sorriso sulle sue labbra "questa volta mi ha fregato!" E si allontanò con la coda fra le gambe.
"Chi lo capisce è un genio!" borbottò Ryota quando rimase solo con gli altri.
Kogure si voltò verso di lui. "Parli di Hanamichi?"
"Già, non fa altro che sbraitare di essere stato incastrato e poi non approfitta di Sendoh?"
"Ci sono un sacco di validi motivi per i quali ha giustamente rifiutato il suo aiuto" cominciò a spiegare il saggio vicecapitano. "Per prima cosa è troppo orgoglioso per chiedere aiuto a qualcun altro. Secondo, non hai notato che, da quando si sono conosciuti, niente e nessuno si è mai frapposto fra quei due?"
"Effettivamente..." mormorò il play che cominciava a capire le parole di Kogure.
"Terzo" riprese da dove era stato interrotto "se si fosse lasciato aiutare da Sendoh e avesse vinto, sarebbe stato in ogni caso in debito con lui e allora la sua situazione non sarebbe migliorata di molto. Infine io credo che non abbia nessun'intenzione di lasciare il suo volpino."
"Sono d'accordo con te" costatò la manager "ha solo bisogno di un po' di tempo per accettare completamente l'idea di essersi innamorato di un ragazzo."
"Mah! Se lo dite voi! Io però continuo a ripetere che non è tutto normale!" confermò la sua teoria il basso playmaker.
"Gran bella scoperta tappo!" Lo prese in giro Mitsui mentre il resto del gruppo aveva ripreso a camminare per andarsene finalmente a casa.


Un paio d'ore dopo.
"Credo che ormai abbiano terminato tutto quello che avevano in dispensa do'aho, possiamo anche andare!" Kaede scostò la sedia dal tavolo e si diresse alla cassa.
"Molto spiritoso… dove stai andando adesso?"
"Credi che dopo aver ingurgitato due hamburger e quattro porzioni di patatine ti lascino uscire senza pagare?"
"Baka Kitsune! Lo so benissimo che devo pagare il conto ma tu non hai preso niente… guarda che io prima scherzavo quando ti ho detto…"
Ma il volpino non lo lasciò finire. "Do'aho io no, quindi sta buono e aspettami fuori."
"No Kaede davvero io non voglio."
E lo afferro per la giacca fermandolo.
Rukawa sbuffò spazientito. "Do'aho se non mi lasci immediatamente ti bacio qui davanti a tutti."
Hana arrossì e lasciò subito la presa, permettendo al volpino di andare alla cassa e pagare la sua "merenda".
Quando Rukawa lo raggiunse fuori, Hanamichi protestò leggermente imbronciato. "Vuoi fare sempre come ti pare!"
"Mh."
"Ti pareva, tu risolvi tutto con i tuoi monosillabi."
"Do' aho!"
Il rossino scoppiò a ridere appoggiandosi spontaneamente al braccio dell'altro. "Basta, ci rinuncio… allora dove andiamo a festeggiare la nostra folgorante vittoria?"
"Dove ti pare" rispose con noncuranza il volpino.
"Allora andiamo in centro" propose Hanamichi "Yohei mi ha detto che hanno aperto un nuovo negozio d'articoli sportivi accanto alla sala giochi dove ci ritroviamo sempre."
Così trascorsero il resto del pomeriggio insieme passeggiando tranquillamente per le vie della città, poi quando il sole stava per tramontare.
"Do'aho vieni a dormire da me!" Più che una richiesta, quello di Kaede era un ordine.
Hanamichi lo guardò un po' sorpreso. "E tuo padre?"
"Ripartito."
"Di già!" Il rossino non riusciva a credere che quell'uomo fosse rimasto a casa solo una settimana dopo che era stato assente per sei mesi.
Ma Kaede commentò con una semplice alzata di spalle così Hanamichi s'affrettò a rispondere: "Va bene, allora telefono a mia madre."
A casa cenarono velocemente e poi si sdraiarono sul divano a guardare la partita che trasmettevano via satellite.
Kaede disteso sul divano guardò il suo ragazzo con aria di trionfo. "Che ti avevo detto non c'è stata storia."
"Solo perché l'arbitro era corrotto" rispose piccato il rossino.
"Come no! Do'aho."
"Baka Kitsune come osi contraddire il genio!"
"Io non vedo nessun genio."
"Perché sei cieco… adesso fammi andare a fare la doccia, prima che ti strozzi con le mie mani!"
Dopo qualche minuto anche Kaede salì al piano di sopra. Aspettò che il rossino avesse terminato e poi si fece a sua volta il bagno: quando tornò nella propria camera, Hana era già sotto le coperte a sfogliare una delle riviste di Kaede.
La prima volta che Hanamichi aveva dormito a casa del volpino, era stato grazie all'ennesima sfida persa. Si era sentito morire dall'imbarazzo quando aveva condiviso lo stesso letto con il ragazzo, erano solo in boxer e praticamente appiccicati, ma Kaede era stato così dolce e delicato, lo aveva riempito di baci, carezze e coccole facendolo rilassare lentamente, conquistando così tutta la sua fiducia.
La prima volta che Hanamichi aveva dormito a casa del volpino - era stato grazie all'ennesima sfida persa - si era sentito morire dall'imbarazzo a condividere lo stesso letto con il ragazzo, solo in boxer e praticamente appiccicati. Kaede però era stato talmente dolce e delicato, riempendolo di baci, carezze e coccole e facendolo rilassare lentamente, da conquistarsi così tutta la sua fiducia.
Adesso anche dormire insieme era diventato normale come baciarsi e tenersi per mano.
Il volpino si avvicinò al letto sfilando la rivista dalle mani di Hana.
"Ehi stavo leggendo!" protestò vivacemente il rossino.
"Finirai domani. Ora devi pensare solo a me!" La voce di Kaede era bassa e profonda e trasmise un brivido d'emozione lungo tutto il corpo del compagno.
Rukawa si coricò accanto a lui, cingendogli immediatamente la vita
Iniziò con dei semplici baci sulla punta della spalla scoperta, poi scese lungo la clavicola e si soffermò a lungo sulla pelle fragrante del suo collo, baciandola e succhiandola con passione. Quando fu soddisfatto del suo lavoro si spostò sul volto e lo tempestò di tanti piccoli baci delicati finché, esasperato, il rossino infilò una mano fra i morbidi capelli neri e lo guidò sulle sue labbra, dando vita ad un bacio senza fine.
Nel giro di pochi secondi Kaede si ritrovò sopra il compagno a divorare quella bocca di miele ed accarezzare ogni centimetro del suo corpo perfetto, bevendo come un assetato i profondi gemiti del rossino.
La passione li stava facendo impazzire.
Hanamichi sapeva con certezza di non essere ancora pronto, per il momento non poteva fare l'amore con un ragazzo, anche se si trattava della sua Kitsune. Con altrettanta certezza però sapeva che quella sera i baci e le carezze non sarebbero bastati a nessuno dei due.
Agì, così, senza riflettere, con un secco colpo di reni, ribaltò le loro posizioni e velocemente si mise seduto sul ventre teso del volpino che a quel contatto s'inarcò invocando il suo nome.

Hanamichi sorrise e piegandosi a sfiorare le sue labbra sussurrò: "Shh… lasciami fare" e appena terminata l'ultima sillaba cominciò a muoversi, strofinando con voluttuosa lentezza la virilità dell'altro con la propria.
"Kami Sama Hana!" gemette forte il volpino.
"Ti piace?"
"Si, ti prego non smettere, non smettere."
Hanamichi s'inarcò sensualmente per aumentare il contatto fra i loro corpi, iniziando a muoversi più velocemente sopra di lui. In un attimo la stanza si riempì di gemiti incontrollati, quella semplice frizione delle loro virilità -peraltro ancora coperte dal cotone dei boxer- provocava scariche elettriche di puro piacere che li condusse ben presto all'orgasmo.
Hana ricadde sfinito sul torace del volpino che a sua volta lo abbracciò piacevolmente sorpreso. Mai e poi mai si sarebbe aspettato una reazione simile dal suo do'aho.
Quando le maglie della stanchezza gli lasciarono libera la mente di ragionare, Hana si rese pienamente conto di quello che aveva fatto e affondò il volto rossissimo nella spalla di Kaede, stringendo forte il suo collo.
"Do'aho che ti prende?" domandò divertito Kaede.
"Niente."
"E allora perché ti stai nascondendo, non ti vergognerai mica?!"
"Sta zitto baka Kitsune!"
Kaede scoppiò a ridere, sollevandosi con Hanamichi aggrappato a lui stile koala. "Kami quanto ti amo do'aho!"
Il rossino, a quelle parole, scostò leggermente la testa dalla spalla di Rukawa senza però staccare le braccia dal suo collo e lo fissò incerto tenendo la testa rivolta verso il basso.
Il volpino sorrise intenerito e sfiorando di nuovo le sue labbra: " Quello che hai fatto è stato bellissimo anche perché mi ha colto totalmente impreparato."
"Certo io sono un tensai, anche per le sorprese, cosa credi!"
"Do'aho, hai ragione sei proprio un Tensai!"
Lentamente si sdraiarono di nuovo tirando su le coperte e continuarono a coccolarsi a lungo, fino a quando non si addormentarono avvolti nel calore della loro intimità.


L'estate era arrivata e con essa anche l'inizio dei campionati nazionali.
Tutto lo Shohoku era in fermento per il risultato ottenuto, la squadra era al massimo della forma e Hanamichi, più agitato del solito, aveva costretto la sua armata a seguirlo fino a Hiroshima per fare il tifo per lui.
La prima sfida li vide affrontare i teppisti del Toyotama che riuscirono a metterli in difficoltà più con la loro linguaccia e la scorrettezza, che con la loro effettiva bravura. Il capitano Minami, infatti, colpì violentemente Rukawa con una gomitata ad un occhio allo scopo di farlo ritirare dal gioco ma sbagliò clamorosamente i suoi conti, non sapendo con chi aveva a che fare. Dopo essersi fatto medicare, infatti, il volpino tornò in campo ancora più agguerrito di prima e dimostrò ad Ace Killer che una partita si vince solo con il talento e l'impegno, non certo con quei metodi scorretti e da codardi.
Poi fu la volta della squadra del Sonno, come li aveva ironicamente chiamati Sakuragi storpiando il loro nome. Il Sannoh fu un osso davvero duro che mandò in crisi i ragazzi dello Shohoku diverse volte. Grazie però alla vitalità contagiosa del rossino e alla voglia di vincere degli altri, riuscirono a batterlo sul filo del rasoio per settantanove a settantotto. E ciò che sorprese tutti quanti fu la collaborazione inaspettata della gelida Kitsune con il Do'aho.
Per quell'anno, tuttavia, il loro sogno di gloria terminò lì, perché, notevolmente stremati dalla partita giocata il giorno prima, non riuscirono a battere i campioni dell'Aiwa che li eliminarono così dai campionati nazionali. Lo Shohoku tornò a Kanagawa un po' abbattuto per quella sconfitta ma determinato a prendersi la dovuta rivincita l'anno successivo.

Anzai, soddisfatto del risultato dei suoi ragazzi, decise di lasciarli liberi per il resto dell'estate ma qualcuno non fu molto d'accordo con la decisione del mister.
"Maledetto volpino stacanovista!" Hanamichi urlava furioso mentre Rukawa si preparava a bordo campo. "Mi spieghi perché siamo qui in palestra a sudare come due deficienti, quando tutto il mondo è al mare, in piscina o in ogni caso spaparanzato davanti ad un ventilatore?"
"Do'aho, come credi di riuscire a battermi se non ti alleni con costanza?" lo schernì con un po' di perfidia Kaede.
"Io sono il genio, non ho bisogno di allenarmi."
"Allora sei pronto già da ora a battermi?"
"Certo!"
"Bene!" Il volpino lo squadrò con occhi pieni di malizia. "Avevo giusto, giusto pensato alla mia prossima richiesta."
"Vedrai oggi non ti darò questa soddisfazione" dichiarò come al solito Hanamichi.
I ragazzi cominciarono a giocare, ma dopo un tiro vincente del volpino un applauso li interruppe bruscamente. Quando si voltarono per vedere chi fosse, rimasero decisamente sorpresi: Minami, il Calimero d'Osaka, era nella loro palestra e li stava fissando o per meglio dire, stava fissando il volpino.
"Davvero un ottimo tiro" osservò il ragazzo "ma non è poco interessante, per te, batterti con quell'idiota?"
"Idiota sarà la tua graziosa mamma" rispose prontamente all'insulto Hanamichi.
Minami tuttavia continuò ad ignorarlo e rivolgendosi direttamente a Kaede: "Allora Rukawa, me la dai o no la rivincita?!"
"Certo che te la dà" rispose per l'altro il rossino "così io posso raggiungere i miei amici al mare e siamo tutti contenti."
Hanamichi stava per incamminarsi verso la porta della palestra, quando una voce bassa e perentoria lo fermò. "Non ti muovere da qui do'aho, con te non ho ancora finito."
Gli occhi di Kaede scintillarono e Hanamichi non poté fare a meno di mordersi nervosamente il labbro inferiore, che diavolo aveva in mente quella dannata Kitsune?
Borbottando, si lasciò cadere per terra incrociando gambe e braccia e per poco Kaede non corse a riempirlo di baci quando vide quell'adorabile broncio sul suo viso.
Lo scontro fra Minami e Kaede fu lungo e stranamente leale e, alla fine, vide il volpino vincitore sebbene con soli due punti di scarto. Rukawa andò a prendere la bottiglietta d'acqua che era accanto al rossino e solo allora si accorse che si era addormentato disteso per terra.
Il volpino trattenne a stento un sorriso mentre era accovacciato accanto al do'aho a gustarsi la sua espressione pacifica.
"Che razza d'idiota, ma come fai a sopportare un tipo simile?" mormorò sprezzante il ragazzo d'Osaka.
Lo sguardo di Rukawa si rabbuiò improvvisamente, adesso si era stancato, come si permetteva quello di insultare così il suo rossino. "Senti hai avuto la tua possibilità di rivincita e l' hai sprecata, adesso togliti dai piedi."
"Ehi, ehi aspetta un attimo mi stai forse dicendo che in questo momento sono di troppo?" domandò incredulo.
"Proprio così."
"Kami Rukawa ma tu meriti di più di questo…"
Il pugno partì centrando in pieno lo stomaco di quello sbruffone. "Chi merito io non spetta certo a te giudicarlo; quanto a Hanamichi, insultalo un'altra volta ed io ti spacco le ossa."
"Fai sul serio!" esclamò debolmente Minami, tenendosi lo stomaco con entrambe le braccia.
"Certo."
"Se le cose stanno così mia arrendo, però, quando ti sarai stancato di lui fai un salto ad Osaka ok?"
"Mh… aspetta e spera stupido Calimero!"

Il sibilo del volpino non arrivò a Minami, ma non sfuggì al rossino, che sollevando lentamente le palpebre, mormorò: "Allora vedi che avevo ragione io, assomiglia a Calimero!"
Kaede si piegò nuovamente accanto a lui. "Do' aho! Ma non stavi dormendo?"
Hanamichi però non rispose a quella domanda, aveva gli occhi leggermente lucidi e incredibilmente luminosi. "Grazie."
Il volpino sorrise e abbracciò dolcemente il suo ragazzo. "Solo io posso chiamarti do'aho!"
"Baka."
Ma Hanamichi dovette far forza su tutto il suo autocontrollo per non scoppiare a piangere come un bambino: era la prima volta che qualcuno lo difendeva con tutta quella determinazione. Dopo cinquanta rifiuti, le continue prediche da parte della madre e dei professori e le prese in giro dei suoi amici, non era per niente semplice continuare ad avere stima in se stessi. Eppure quel volpino ibernato lo faceva sentire sempre importante e lo guardava come se fosse qualcosa di veramente bello.
Era una sensazione meravigliosa!

Dopo una serie di lunghi baci il rossino mugolò a corto di fiato: "E la nostra sfida?"
"Un'altra volta Hana."
Kaede lo fece sollevare e lo "costrinse" a sedersi sulle sue gambe, riprendendo subito dopo a baciarlo. "Voglio venire Hana!"
Immancabilmente Hanamichi arrossì, ma non si tirò in dietro e facendo forza sulle cosce iniziò a strofinare il suo ventre teso contro quello del volpino, poi improvvisamente Kaede lo allontanò da sé facendolo tornare con la schiena appoggiata al parquet della palestra.
"Kaede?!" lo chiamò sorpreso il rossino.
"Shh… Hana ti fidi di me?"
Gli occhi d'ambra lucida si fissarono in quelli cobalto del volpino e ipnotizzato da quel colore profondo Hanamichi annuì lentamente, quindi Kaede si piegò a sfiorare la sua fronte con le labbra e scendendo gli sussurrò sulla bocca: "Allora rilassati, non farò niente che tu non voglia."
Furono le ultime parole che pronunciò, poi Rukawa si dedicò esclusivamente al corpo perfetto del proprio ragazzo. Baciò ogni millimetro del suo volto mentre le mani arrotolavano la maglietta verso l'alto. Si spostò con la bocca su quel collo che sapeva di cocco, quindi passò a lambire la cute delicata e sensibile attorno ai capezzoli che succhiò con cura sentendoli turgidi nella sua bocca.
Hanamichi gemette inarcando la schiena quando percepì per un attimo i denti del volpino affondare su uno di essi e la sua lingua lambirlo subito dopo, per alleviare un dolore inesistente. "Stanco" di quella parte del suo corpo, Kaede continuò la discesa leccando tutti i muscoli scolpiti del suo addome, per fermarsi di nuovo sull'ombelico. Una risata argentina riempì la palestra quando la lingua affondò all'interno del forellino e il volpino non poté fare a meno di sollevare la testa, per riempirsi gli occhi di quella visione di vita.
"Do'aho" soffiò sensualmente sulla sua pelle bollente.
"Non fare la Kitsune dispettosa, soffro il solletico lì!" gli ordinò ridendo.
Kaede sorrise a sua volta. "Buono a sapersi do'aho."
Rukawa riprese a baciare il ventre piatto del rossino mentre le mani s'intrufolavano all'interno dei suoi pantaloncini: come previsto Hana s'irrigidì immediatamente.
"Kaede?!" sussurrò spaventato il rossino.
Rukawa tornò a baciarlo sulla bocca per cercare di distrarlo. "Rilassati Hana, non ho intenzione di andare fino in fondo."
"Ma…"
"Voglio solo farti conoscere un altro tipo di piacere" lo interruppe Rukawa "ti prometto che sarà bello!"
Sentendolo di nuovo tranquillo, Kaede tornò a dedicarsi agli short del ragazzo, li fece scivolare lungo le sue gambe muscolose e lo stesso fece pochi secondi dopo con i suoi boxer.
Non era la prima volta che lo vedeva nudo ma mai lo era stato solo ed esclusivamente per lui. "Kami Hana sei bellissimo!"
Hanamichi, che stava osservando tutto appoggiato sui suoi gomiti, arrossì ulteriormente. "Bugiardo."
"Do'aho pensa quello che vuoi ma per me sei splendido."
Hana sorrise timidamente ancora un po' incerto. L'unica cosa che sapeva, era che diventava sempre più difficile resistere a quel sentimento che gli stava esplodendo nel cuore e lo faceva respirare più forte ogni volta che Kaede lo toccava o semplicemente lo guardava.
Immerso nei suoi pensieri non si era accorto nemmeno che il volpino gli aveva divaricato le gambe e le aveva portate a sfiorare il suo addome. Tuttavia, spalancò incredulo gli occhi quando sentì distintamente la lingua dell'altro percorrere l'intera lunghezza della sua virilità.
"Kami Kaede" gemette senza controllo.
"Ti piace vero?"
Hana non disse niente ma prese a mugolare piano e allora Rukawa si sentì autorizzato a continuare, leccò di nuovo l'asta, giocò con i testicoli e baciò la punta per ricominciare tutto da capo.
Il rossino intanto aveva perso completamente la ragione, quel gioco era troppo eccitante per continuare a far affidamento sulla propria lucidità, così divaricò completamente le gambe e, inarcando il bacino, supplicò Kaede per qualcosa che non conosceva nemmeno lui.
Il fiato gli si mozzò completamente in gola e il grido morì in un singulto quando il volpino lo accolse dentro di sé, succhiando e pompando con decisione. Rukawa teneva gli occhi sollevati per non perdersi un istante di quello spettacolo: il suo ragazzo era così ingenuo e puro!
Sapere che quel piacere tanto sconvolgente glielo dava lui lo rendeva terribilmente orgoglioso e felice. Hana cercò di avvertire il compagno, allorché sentì di non farcela più, ma Kaede gli bloccò fermamente i fianchi e lasciò che esplodesse nella sua gola, svuotandolo poi completamente.
Si ripulì la bocca con il dorso della mano, guardando soddisfatto il suo amante ansimare pesantemente con gli occhi chiusi e le ciocche carminio che si appiccicavano alla fronte per il sudore, poi si abbassò lentamente e scostò i capelli per posarvi un bacio, arrivando subito dopo alle sue labbra.
Hanamichi mugolò, sbalordito dallo strano gusto che aveva assunto la bocca del suo ragazzo, ma corrispose quel bacio senza la minima incertezza e quando si separarono domandò ingenuamente: "Così questo è il mio sapore?"
"Già, buono vero?"
Il rossino fece una smorfia. " Mh…io non direi!"
Kaede scoppiò a ridere. "Io lo trovo delizioso."
Hana stava per rispondere scherzosamente quando all'improvviso si ricordò di un piccolo particolare, così con un filo di voce: "E tu?"
Kaede fu sinceramente sorpreso da quella domanda. "Non importa do'aho è stato bello lo stesso, ti sei fidato di me."
E in quel momento il rossino si rese conto di aver perso definitivamente la sfida, il suo viso si addolcì, lo sguardo s'infiammò e con voce decisa confessò: "Ti amo."
Per poco non scoppiò a ridere quando vide gli occhi della Kitsune impassibile dilatarsi per la sorpresa e l'incredulità, essendo la prima volta che glielo confessava apertamente.
Il volpino lo afferrò per un polso, lo tirò su per stringerlo forte fra le sue braccia e Hanamichi non sapeva proprio dire se stesse ridendo, piangendo o semplicemente gridando dalla gioia.
"Kitsune?!"
"Dimmelo ancora." Fu la richiesta emozionata di Rukawa.
"Ancora."
"Ti amo."
"Ancora."
"Ti amo."
"Ancora."
"Ti amo."

E ogni volta il volpino lo stringeva sempre di più, ridendo sempre più forte.
"Ancora." Ormai Kaede sembrava impazzito.
"Fai l'amore con me!"

Le risate cessarono, la presa si allentò all'istante e il corpo di Kaede iniziò a tremare impercettibilmente.

"Hana?!"
"Non lo vuoi?" domandò Hanamichi, sfiorando una guancia del suo volpino.
"Più di qualsiasi altra cosa al mondo" rispose tutto di un fiato Kaede ma tu sei pronto? Io sono disposto ad... aspettare ancora."
Hanamichi sorrise scuotendo leggermente la testa. "No, basta aspettare, mi hai dimostrato anche troppa pazienza ed io finalmente ho capito che senza di te non potrei vivere."
Kaede cinse le guance del rossino con entrambe le mani e questi piegò leggermente di lato la testa per aumentare il contatto e la dolcezza di quella carezza.
Hanamichi si lasciò invadere docilmente dalla lingua del volpino, che lo spinse di nuovo sul pavimento, stendendosi a sua volta sopra di lui. Rukawa lo baciò a lungo, accarezzando la pelle morbida del collo e i suoi fili di seta rossa mentre le mani curiose del rossino vagavano libere per la sua ampia schiena.
"Kaede… tai… tai tremando?" domandò incredulo Hanamichi.
"Non sai da quanto tempo ho desiderato questo momento!" fu l'appassionata risposta di Rukawa.
Vedere il suo volpino così emozionato da sembrare commosso, lo rese calmo e completamente sicuro della scelta che aveva preso.
Così non protestò quando sentì improvvisamente le lunghe dita del volpino invadere la sua intimità né si allontanò, quando sentì il membro pulsante del suo amante sprofondare in lui, nonostante il dolore gli sconvolgesse la mente e gli squassasse il corpo. E la sua fiducia fu del tutto ripagata, perché Kaede gli fece conoscere il piacere più grande e intenso che avesse mai provato in tutta la sua giovane vita.


I ragazzi guardavano sconvolti l'ennesima sfida tra il Do'aho e la Kitsune, il primo concentratissimo sulla gara, il secondo sul sedere del rossino.
"Ma non vi fa impressione vedere Rukawa in questa versione così hentai?" domandò Mitsui, leggermente sconvolto da quello spettacolo.
"In fondo io lo capisco" sospirò con una punta d'invidia Ayako "non mi ero accorta che Hana avesse un sedere da urlo."
"Ayaaaako!" gridò Ryota, geloso dell'osservazione che aveva fatto la sua dolce manager.
"Ah, ah, ah finalmente ti ho battuto!!!" La risata sguaiata del rossino richiamò subito l'attenzione dei ragazzi che si voltarono sconcertati non tanto per il risultato, visto come aveva giocato Rukawa, ma per quello che sarebbe successo.
Hanamichi avrebbe finalmente avuto la sua occasione di lasciare Rukawa.
"Mh…do'aho!" commentò Kaede perfettamente tranquillo.
"Bene, bene" continuò imperterrito il rossino "se non sbaglio noi due avevamo un conto in sospeso, maledetta Kitsune!"
Kogure guardò gli altri a dir poco sconcertato. "Oh Kami, non vorrà lasciarlo davvero?"
"Strano!" esclamò Mitsui "eppure avrei giurato che le cose stavano andando bene fra quei due."
E mentre il resto della squadra si domandava il motivo di quel cambiamento improvviso, Hanamichi assunse la solita posa da Tensai e ridendo come un matto Proclamò:
"Adesso sarai tu a lavare i piatti per la prossima settimana!"


OWARI



Ringrazio tutti quelli che sono arrivati fin qui ^_^