La serie è Slam Dunk ^__^ purtroppo i personaggi
non sono miei ecc… mandate i vostri commenti, please!
Yurika
La
scommessa Parte
VI: Sound of Silence
di Yurika
Casa Rukawa, domenica.
Silenzio. È tutto ciò di cui ho bisogno in questo momento: profondo,
avvolgente, voluttuoso silenzio. Il silenzio è un mio caro e vecchio
amico. È l'unico che non mi abbia mai tradito. Mi culla e mi protegge
come farebbe una madre - non di certo la mia, però, che aborrisce solo
l'idea di potermi sfiorare. O come farebbe un amante. L'idea mi fa
sorridere.
Io, Kaede Rukawa, il
ragazzo più popolare della scuola, che potrei avere centinaia di
ragazzine (e anche qualche ragazzo) ai miei piedi che scelgo come amante
una presenza incorporea. D'altra parte non potrei accettare di avere
nessun altro vicino. 'Allora perchè hai chiesto a Sakuragi di venire a
casa tua, nel tuo regno?'
Questo pensiero mi colpisce con la forza di un pugno. Di più. Con uno dei
SUOI pugni, talmente violenti e profondi da sembrare che ti penetrino
nella carne per cercare di raggiungere il posto più segreto di te stesso,
quello in cui alberga il barlume della tua anima.
'Il do'aho che cerca di toccarti l'anima? Eh no, Kaede... oggi non ci
siamo proprio! Decisamente la compagnia di quella scimmia rossa ti sta
facendo male. Da quando in qua hai di questi pensieri? Ricordati che lui
è come te. La verità è che non gli importa di niente e di nessuno'.
Eppure oggi questa
spiegazione non mi tranquillizza. C'è qualcosa di distorto nel suo
cercare di avvicinarsi a me.
È come se il pretesto degli allenamenti fosse solo una scusa. È già da
un po' che ci penso, ma mai come oggi mi appare evidente che questa storia
sia tutta una messa in scena.
È tutta colpa mia. In fondo sono stato io a cominciare a dimostrare
qualche interesse verso quella testa rossa facendogli quelle domande su Miyagi
e la manager. Chissà poi perchè diavolo gliel'ho chiesto! Cosa mi
importava di come la pensava veramente? A me non importa nulla di lui!
Non è vero. Sto mentendo, lo so. Mi interessa che anche lui finalmente
comprenda il giusto valore che deve dare
all'unica cosa bella che ci ha dato la vita: il talento per il basket!
Solo così capirà che tutto il resto non ha importanza, nè le sue
antiche sofferenze, nè le cose a cui tutti gli altri danno tanta
importanza, ma che non riguardano noi – la famiglia, gli amici, l'amore,
la carriera, lo studio.... Solo così potrà essere esattamente uguale a
me, un angelo caduto!
'E io non mi sentirò più tanto solo'.
Nonostante la corazza che mi sono costruito attorno in questi anni e che
io credevo impenetrabile, ho bisogno di avere vicino qualcuno che sia come
me. Lo so, l'ho sempre saputo. Fin dal giorno in cui ho incontrato il mio
angelo sul campetto di basket.
Non mi importa che mi ami oppure mi odi. Mi basta averlo vicino. Sakuragi
è l'unico che potrebbe alleviare la mia
solitudine. Ma non è ancora pronto. Non è ancora perfetto. È ancora
troppo radicato alla sua vita 'normale'. Però sono sicuro che presto
capirà. Perchè sarò io a farglielo capire. Dovrà rendersi conto che
tutto ciò di cui necessita è il basket.
'E me'.
Per un istante il mio
cuore sussulta e un brivido freddo mi attraversa la schiena. 'E se invece
non ne volesse sapere? Se si mettesse di nuovo a correre dietro le gonne
di qualche insulsa ragazzetta e questa decidesse di ricambiarlo? Se
trovasse qualcos'altro che gli occupasse la mente e il cuore, qualcosa che
io non sono mai riuscito a trovare? E se,
invece, una volta intrapresa la strada del basket decidesse di non aver più
bisogno di me? Ma no! Non è possibile! Lui avrà sempre bisogno di me, io
sono il suo più grande rivale, giusto?'
Un altro brivido. Una goccia di sudore scivola leggera sulla mia tempia.
Sono davvero il suo rivale? O non è per caso anche questa una posa dovuta
alla scarsa sceneggiatura di quel ridicolo teatrino in cui Sakuragi ha
ridotto la sua vita? Probabilmente a lui non importa nulla di me. O peggio
ancora mi sta solo usando per ottenere ciò che vuole - magari vuole sul
serio migliorare il suo gioco - e, una volta ottenutolo mi
abbandonerà come hanno fatto tutti gli altri.
'Sei sul serio come tutti gli altri, Hanamichi? Mi posso essere sbagliato
fino a questo punto?'
No, non ci credo. Ti ho aspettato tutta la vita ed ora che sei qui non ti
lascerò scappare così facilmente.
Mi ricordo perfettamente il momento in cui ho capito che saresti stato
solo tu il mio 'compagno di solitudine'. È stato durante la partita
contro lo Shoyo. È stato il momento in cui un miracolo si è ripetuto. La
tua schiacciata. Il tuo slam dunk. Ti ho visto volare come avevo visto
volare il mio angelo. Lui l'ho perso appena trovato. Non permetterò che
accada anche con te. Io non ti perderò. So che non avrò una terza
possibilità. Devo giocarmi il tutto per tutto con te.
Sorrido mentre ripenso a come mi hai guardato quella volta dopo che ti ho
fatto i complimenti per il tuo tiro. È stata la prima volta in cui il
vero me stesso parlava al vero te stesso. 'Devo giocarmi il tutto per
tutto con te!'
Ti sto aspettando. Quando arriverai? Non so che ore siano e non mi
importa. Voglio solo che tu sia qui. È incredibile, non sono mai stato
tanto agitato neppure per una partita! Eppure, cosa è cambiato rispetto
le altre volte in cui ti aspettavo per i nostri allenamenti? Credevo di
essermi abituato a te come a un elemento qualsiasi della mia vita. E ora,
mentre guardo fuori dalla finestra in attesa del tuo arrivo, sento una
vaga ansietà, un vago bisogno. È forse di te che ho bisogno?
Rosso. Fuoco. Calore. Bruciore. Appena ti vedo di fronte alla mia porta
queste sensazioni mi assalgono, l'una che sfocia nell'altra, ma talmente
in fretta che non riesco a distinguere quando comincia una e quando
finisce l'altra.
Sono ondate che mi
pervadono dalla punta dei capelli fino alle unghie dei piedi. Mi sento
attonito e stordito, una parte di me riesce arrendersi conto di tutto ciò
che lo circonda - dal rumore del traffico della strada vicina al grido
disperato della nove che si scioglie al sole nel mio giardino - mentre
un'altra parte di me, quella più viva e più vera, si sente distante da
tutto questo, racchiusa in un mondo ovattato dove solo la presenza del
ragazzo che ho di fronte ha importanza. E io rimango immobile a guardarti
come gli angeli del cielo contemplano il loro creatore.
"Ohi, Rukawa che ti prende? Hai raggiunto l'Illuminazione? Ti ricordi
che oggi dovevo venire a casa tua, vero?"
La tua voce spezza l'incanto, ma questo non mi dispiace perchè ora ti
posso vedere con gli occhi della realtà e non con quelli dell'anima. Mi
sorprendo a pensare che sei comunque bellissimo. Hai l'aria imbarazzata e
le gote rosse per il freddo pungente. Trovo deliziose persino le nuvolette
create dalla condensa del tuo fiato a contatto con l'aria odorosa di neve.
Chissà che sapore ha il tuo respiro?!
"Allora volpino? Sei ancora in stato comatoso? Non è che ti sei
addormentato in piedi e con gli occhi aperti?"
"Mpf! Entra".
Gli volto le spalle entrando in salotto non aspettando che sia entrato. Ho
bisogno di qualche istante per cercare di fermare il turbinio di pensieri
che mi sta affollando la mente. Pensieri incoerenti, spugnosi e umidi che
lasciano una traccia di vago malessere come la scia di bava che segna il
passaggio di una lumaca.
"Accidenti che casa!!! Si può dire che il mio appartamento occupa lo
stesso spazio del tuo ingresso! Certo che voi volpi vi trattate proprio
bene".
Anche lui è nervoso. Lo capisco perchè parla di me come se ci fosse
qualcuno presente ad ascoltarci senza usare quel tono di complicità a cui
ci eravamo abbandonati negli ultimi giorni durante i nostri solitari
allenamenti.
Probabilmente tutto il
nostro nervosismo è dovuto allo sconfinamento dei nostri incontri dal
territorio neutro della scuola e della palestra al territorio più intimo
della mia casa. Sì, dev'essere per questo!
Mi sento più sollevato ora che ho trovato una spiegazione al mio strano
comportamento. Ora sono di nuovo padrone di me.
Con un cenno ti indico il
divano e tu ti ci lasci cadere con ben poca delicatezza.
"Perchè non ti siedi vicino a me?"
Il tuo sguardo ha qualcosa di strano. I tuoi occhi hanno lo stesso ardore
che assumono quando ti trovi di fronte ad un avversario molto forte
durante una partita. Non riesco a distogliere il mio sguardo dal tuo
mentre mi siedo al tuo fianco come se fossi spinto da un ordine.
Cosa ci sta succedendo? Ho paura. Di nuovo quella fottutissima paura!
Perchè sento un impellente desiderio di fuggire il più lontano possibile
da te e nello stesso tempo di diminuire ulteriormente la breve distanza
che ci separa? È come quella volta là - oh dei, vi prego! Fate che non
si ripeta mai più quell'esperienza. Ti prego Hanamichi fa qualcosa (ho
voglia di urlare), fammi capire che questa volta è diverso (ho voglia di
alzarmi e fuggire), fai in modo di farmi dimenticare una volta per tutte
ciò che è successo (ho voglia di abbracciarti).....
Mi guardi con aria assorta. Mi viene il dubbio che tu in qualche modo sia
riuscito a leggermi nel pensiero.
"Tu oggi hai decisamente qualcosa che non va. Riesci ad essere
persino più pallido del solito! Sei sicuro di non avere la febbre?"
Non mi sono neanche accorto che ti sei avvicinato, capisco quello che sta
succedendo solo quando appoggi la tua fronte alla mia mentre mi tieni per
la nuca con la mano. 'Come se potessi sfuggurmi, come se riuscissi a
sottrarmi da questo contatto!'
Mai prima d'ora siamo stati così vicini e nella luce irreale del tramonto
invernale vedo tutto lo splendido fulgore dei tuoi occhi e la pelle liscia
e dorata del tuo volto.
Trattengo il fiato per paura di spezzare la magia di questi attimi. Il mio
cuore batte forte tra le mie costole e sento il
sangue pulsare nelle orecchie. 'Ora farò qualcosa di stupido e rovinerò
tutto, io rovino sempre tutto! È meglio se resto immobile, è meglio se
smetto di pensare. Se anche dovesse crollarmi la casa sulla testa io
resterò qui fermo'.
"Per fortuna non hai la febbre".
Ti allontani lentamente
mentre la tua mano con un tocco lieve passa dalla mia nuca alla mia
guancia.
"Però sei così
pallido!"
Perchè continui a guardarmi in quel modo? Perchè il fuoco che brucia nei
tuoi occhi non accenna ad estinguersi?
"Sei preoccupato per me do'aho?"
Non so dove ho trovato la forza di parlare. Nella mia testa una voce
continua a ripetermi di stare in guardia, che questa situazione è molto
pericolosa e che se non allontanerò al più presto quella mano dal mio
viso succederà qualcosa di irrimediabile.
"Non vorrei che tu ti fossi stancato troppo a causa dei nostri
allenamenti supplementari. Se fosse così non me lo perdonerei mai".
Quest'ultima frase l'hai
detta con un tono che non ti avevo mai sentito prima. Davvero la tua voce
può essere tanto bassa, dolce e avvolgente? È ipnotica come i tuoi
occhi. E mentre io mi lascio travolgere da queste nuove
sensazioni la voce dentro di me si fa sempre più remota e non mi importa
se ciò che dice è vero - se sono di nuovo in pericolo.
"Se ti succedesse qualcosa io sarei disperato. Non voglio perdere più
nessuno. Non voglio perdere TE!"
Ancora quel tono, ancora quella voce. 'La sua voce è un canto. Il canto
di una sirena'.
Ho un bisogno disperato di toccarlo, di scuoterlo violentemente per capire
se è reale, se il suo canto è reale; e a un tratto lo trovo stretto a me
con un braccio attorno alle mie spalle, le folte ciglia così vicine che
riesco a vedere me stesso riflesso nel fuoco incandescente dei suoi occhi
e a sentire il suo respiro delicato sulla pelle. 'Impazzirò'. Vorrei
allontanarmi, tuttavia sono talmente attratto da lui che non mi muovo. Il
suo braccio mi stringe saldamente e io percepisco il calore che sprigiona
il suo corpo. 'E' fuoco, puro fuoco e la mia fredda carne anela al suo
calore'.
Il momento finisce e lui si allontana di nuovo. Mi ritrovo con la mano
tesa a toccargli il viso. Lui resta distante, come se non mi fosse mai
venuto vicino, ma non fa alcun tentativo per liberarsi della mia mano.
Sono vergognoso e stordito.
"Tu sei il mio maestro, il mio fine, il mio rivale. E quando
finalmente ne sarò degno, sarò il tuo compagno".
Mi sento di nuovo scivolare nella contemplazione della sua voce e del suo
sguardo, alla quale riesco a sottrarmi solo con grande sforzo.
"Non so di cosa tu stia parlando".
La mia voce ha un suono finto, metallico, come se fosse registrata. Le mie
mani ora sono entrambe adagiate nel mio grembo e io mi costringo a
fissarle per riuscire a sfuggire alla malia di quegli occhi di brace.
"Parlo di ciò che ho sempre saputo, ma che non volevo accettare....
di ciò che anche tu hai sempre saputo, ma che ora fingi di
ignorare".
"Hai ragione, non sto bene. E neanche tu, altrimenti non mi
rivolgeresti mai parole del genere. È meglio che tu te ne vada
adesso" 'prima che sia troppo tardi', ma la fine della frase la
aggiungo solo mentalmente. Ma tu non dai segno di volertene andare, rimani
mollemente seduto sul divano e sento che mi stai guardando.
"Va bene, se non te ne vai tu me ne vado io". Mi alzo e mi
dirigo più velocemente che posso verso le scale. 'Se riesco a raggiungere
la mia camera e a chiudermi dentro sarò salvo!', ma il mio pensiero viene
interrotto sul nascere mentre mi raggiungi e mi abbracci da dietro
impedendomi qualsiasi movimento.
'Sono perduto'. Il significato di queste due semplici parole mi colpisce
come un fulmine. 'Niente sarà più lo stesso'. È un pensiero che mi
riempie di tristezza, ma la tristezza deve presto cedere di nuovo alla
paura che mi travolge nuovamente lasciandomi privo di ogni capacità di
reazione. 'Proprio come quella volta'.
Con il volto mi accarezzi l'incavo del collo. Sento le tue labbra che
lasciano piccoli baci che scottano sulla mia pelle.
"Non fuggire da me,
ti prego!"
Il movimento delle tue labbra mi fa rizzare i peli in tutto il corpo
trasmettendomi una scossa paragonabile a un orgasmo.
'Ho sbagliato, non è proprio come l'altra volta. Questa volta ho la forza
per potermi ribellare, per poterlo far smettere, ma sono io che non voglio
usarla'. Perchè mi sta succedendo questo, perchè mi fai sentire così
Hanamichi?
Lentamente mi fai voltare e mi dai un umido bacio sulla bocca. La tua
lingua è dolce e carezzevole e io le lascio subito accesso alla mia
bocca. Per interminabili minuti esploriamo le nostre cavità fin nel
profondo. Lecchiamo, succhiamo,mordiamo, gustiamo. Una serie di piccole
torture deliziose. Poi in te scatta qualcosa. Mi stringi in un abbraccio
soffocante mentre mi trascini in terra con te. Sento il tuo peso addosso.
Con le mani mi alzi il maglione e mi tiri fuori la maglietta dai pantaloni
lasciando libera la pelle del mio torace sulla quale cominci a tracciare
disegni immaginari con la lingua. Ho paura, paura, di nuovo paura! Ti
avventi su un mio capezzolo leccandolo e mordendolo e io ti afferro per i
corti capelli nel tentativo di scostarti, ma tu mi ignori. Mi afferri i
polsi inchiodandomeli al pavimento mentre continui la tua opera sul mio
corpo. Sto tremando, non so cosa fare. Una parte di me vorrebbe che tu
continuassi e un'altra vorrebbe riempirti di pugni per quello che mi stai
facendo. Apro la bocca nel tentativo di dirti di smettere, ma l'unica cosa
che esce è un gemito inarticolato e non so neanch'io se sia di piacere o
di protesta. Finito il lavoro sui capezzoli decidi di scendere più in
basso seguendo la linea dello sterno fino al ventre. Quando arrivi
all'ombelico ci infili dentro la lingua con forza, quasi volessi spingerla
fin dentro l'intestino. Il mio respiro si fa sempre più affannoso e la
mia gola continua ad emettere suoni strozzati. 'Il mio corpo non mi
risponde più! La mia mente vorrebbe una cosa, ma lui ne vuole un'altra.
Qualunque cosa voglia farmi Sakuragi so che non riuscirò a fermarlo'.
Ad un tratto lasci la presa sui miei polsi e con le mani mi accarezzi le
gambe prima di metterti a trafficare con i bottoni dei miei jeans. Mi
irrigidisco e spalanco gli occhi nell'aspettativa di ciò che
inevitabilmente avverrà. Quando infine abbassi i calzoni le mutande
spunta fuori la mia virilità dura e dolorosamente pulsante. Ti fermi un
secondo in muta contemplazione, poi mi passi la lingua sul glande
scendendo in una lenta spirale sino ai testicoli. Mi afferri le cosce e lo
prendi in bocca. Lancio un urlo. Devo fermarlo, ma non ci riesco o,
semplicemente, non voglio. Sono terrorizzato – non per quello che mi sta
facendo, ma per quello che succederà dopo. Ma in questo momento non mi
interessa il dopo, ma solo l'ora. E ora sto bene da impazzire!
Mentre continui ad inghiottirmi, la testa immersa tra le mie gambe,
immergo di nuovo le mani nei tuoi capelli, ma questa volta senza tirare.
La tua bocca pulsa intorno al mio membro inturgidito. Ormai non mi
trattengo più ed esplodo in un orgasmo violento e tu ingoi il mio seme.
Io sono ancora stordito e tremante per i forti sentimenti che ho appena
provato e tu mi guardi con aria ammiccante e ti passi la lingua sulle
labbra come fa un bambino dopo aver mangiato un gelato che ha trovato
particolarmente gustoso. Ci fissiamo per qualche istante, poi mi volti le
spalle. 'Lo sapevo! Ho di nuovo rovinato tutto! Ora, quando si volterà,
anche lui mi guarderà con quell'aria di disprezzo che hanno usato tutti
quelli che mi hanno sempre circondato. E questa volta io ne morirò!'
Chiudo gli occhi e mi rannicchio in posizione fetale. 'Anche tu Hanamichi
mi hai usato e ora ti faccio schifo per il modo in cui mi sono lasciato
andare tra le tue braccia?'
"Scusami Kaede, non avrei dovuto".
Ma che sta dicendo? Perchè si scusa? Non capisco.
Provo ad aprire gli occhi e ti vedo guardami con un'espressione dolcissima
e, allo stesso tempo, infinitamente triste.
"Mi dispiace moltissimo! Ti capirò se ora mi odierai per ciò che ho
fatto. Ma, credimi, non volevo farti del male".
"Perchè mi dici questo?"
Sembri sorpreso dalle mie parole.
"Bè.... ti sono saltato addosso, no? Io non volevo.... cioè sì,
volevo, ma non è stato giusto farlo. Potrai mai perdonarmi?"
"Dipende. Perchè l'hai fatto se sapevi di non doverlo fare?"
Assumi un'aria pensierosa. Non sai quanto sei tenero in questo momento!
"Potrei dirti che l'ho fatto perchè ti amo.... ma forse sarebbe una
bugia."
"Forse?"
Sollevo un sopracciglio.
"In realtà non ne sono molto sicuro."
Ridacchi con aria
imbarazzata. Che stupido che sei Hanamichi! Non hai ancora capito che non
c'è niente che non ti perdonerei? Ciò non toglie che le tue parole
mi facciano soffrire. Ma in fondo è normale che sia così. Che diritto ho
io di pretendere che tu mi ami?
"Cosa hai intenzione
di fare ora?"
Di nuovo la mia domanda
ti sorprende. Ci fissiamo. Hai un'aria terribilmente seria, tanto che
tutto il mio essere trema.
'Dalla sua risposta dipenderà il mio futuro'. Dopo qualche minuto le tue
labbra si schiudono in un bellissimo sorriso e i tuoi occhi assumono una
dolcezza sconfinata.
"Ora mi innamorerò di te sul serio".
Un'affermazione. Pura. Semplice. E il mio cuore ricomincia a battere.
FINE SESTA PARTE
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