Disclaimers: per quanto abbia
provato a chiedere in giro tutti continuano a sostenere che questi personaggi
non mi appartengono, ma non mi arrendo! Per ora continuo ad usarli a mio
piacimento senza guadagnarci nulla ^_^
Avvertenze: questa parte viene narrata da
Hanamichi Sakuragi.
Buona lettura
La
scommessa Parte
V: Why Not?
di Yurika
Sono già passati 15 giorni da quando ho
chiesto a Rukawa di aiutarmi in un allenamento supplementare. I primi
giorni sono stati un inferno. il volpino si è calato fin troppo bene
nella parte del severo maestro intransigente. Porca vacca schifosa! Sembra
un gerarca nazista!!! Pretende sempre il massimo, non fa altro che darmi
dell’incompetente, mi fa ripetere i vari movimenti all’infinito. Se
soltanto oso protestare mi guarda con occhi taglienti e a voce bassissima
dice ‘Un’altra parola e me ne vado.’
Sono stato più volte tentato di mandarlo
al diavolo, di dirgli ‘Se credi davvero che io sia così scarso perchè
hai accettato di allenarti con me? Perchè non la fai finita e non te ne
vai veramente?’ In quei momenti sembra accorgersi di quello che si sta
agitando nella mia testa e si ferma a guardarmi dritto negli occhi. Il suo
sguardo è indifferente come sempre, ma a tratti sembra che qualcosa
guizzi in quel blu profondo. È un’attesa carica di nervosismo. Ma sono
sempre io a cedere tornando al mio esercizio con la testa bassa e una gran
voglia di correre fuori e prendere a testate il primo malcapitato che
incontro.
Però devo ammettere che sto migliorando.
Beninteso, per quanto io possa migliorare visto che sono già pressoché
perfetto! Ovviamente il congelatore ambulante non mostra il benché minimo
segno di soddisfazione per i miei progressi. Ogni tanto, trascinato
dall’entusiasmo, provo a chiedergli se sono stato bravo, ma tutto quello
che riesco ad ottenere è un deprimente ‘ne hai ancora di strada da
fare, do’aho!’ o un più incoraggiante ‘mpf!’.
Pensare che tutto questo è nato come uno
scherzo! Del resto, come poteva essere altrimenti? Figurarsi se il grande
tensai si sarebbe mai abbassato a chiedere seriamente a una stupida volpe
di aiutarlo! È tutta colpa di Mitsui!!!
*FLASHBACK*
"Eh no, mio caro Sakuragi, così non
va proprio!!! Se non ti impegni con serietà non riuscirai mai a vincere
la scommessa!"
"Ma chi cavolo vuole vincerla la tua
fottutissima scommessa!!!"
Non ne posso più! È tutto il giorno che
quell’imbecille non fa altro che tenermi gli occhi puntati addosso per
analizzare ogni mio minimo gesto nei confronti di Rukawa. Si sta
divertendo come non mai. Lo si capisce dal modo in cui sorride. Ma lo si
può definire sorrise quello? Più che altro è un ghigno. Gli angoli
della bocca sono tirati quasi innaturalmente verso le orecchie, le gengive
messe a nudo. Dà i brividi. Specialmente perchè, a differenza della
bocca, gli occhi non ridono. Mi ricordo di aver già visto questa
particolare espressione sul volto di Mitsui. Risale all’epoca in cui era
ancora un teppista, all’epoca della scazzottata in palestra. Ma allora
aveva un motivo per essere in quello stato. Aveva perso la sua ragione di
vita ed era terrorizzato da ciò che lo aspettava: lunghi anni passati in
un abisso senza fondo che sarebbe diventato più scuro e più opprimente
con il trascorrere del tempo. Aveva reagito nell’unico modo che gli
sembrava possibile: terrorizzandosi. E dalla sua paura era nato l’odio
verso tutto ciò che avrebbe potuto renderlo grande e lucente e che,
invece, lo aveva rifiutato. Il basket, i vecchi compagni di squadra che
tanto lo ammiravano, persino il suo idolo, l’allenatore Anzai: tutto
doveva affondare insieme a lui in quel buco nero che lui stesso aveva
creato. La sua bocca rideva perchè stava per realizzare il suo desiderio,
ma i suoi occhi riflettevano la paura di chi è conscio di stare per
compire un passo che l’avrebbe portato ad un punto di non ritorno. Se
quel giorno la parte oscura di Mitsui avesse vinto e non fosse tornato a
giocare, sarebbe stato perso per sempre.
Bene, tutto questo mi è chiaro. Ciò
che, invece, non riesco a capire è il motivo per cui abbia di nuovo
quello sguardo. O forse sì, lo so. Sendo. È per colpa sua se è tornato
a galla qualcosa del vecchio teppista. E come ogni volta che viene ferito
profondamente, Mitsui sta reagendo sfogandosi sugli altri. In questo caso,
lo sfogo sono io. D’accordo Mitchy, ci sto. Se è solo questo che vuoi,
se questo è l’unico modo per farti stare meglio ti aiuterò. Ti farò
da capro espiatorio. Non perchè tu mi sia particolarmente simpatico o
perchè io sia particolarmente altruista. Proprio per niente! Lo faccio
esclusivamente perchè in realtà non mi importa. Non mi importa di te,
non mi importa di Sendoh, non mi importa di Rukawa e non mi importa
neppure di me. E proprio a causa di questo mio totale disinteresse mi devo
aggrappare ad ogni minima occasione da azione che mi viene presentata.
Devo tenere la mente e il corpo occupati. Se mi lasciassi andare adesso
sento che perderei la mia identità o, almeno, l’identità che così
faticosamente mi sono costruito in questi anni. Sono stanco, mentalmente
stanco e sarebbe così facile andare alla deriva..... abbandonarmi al
nulla che mi pervade interiormente. Troppo facile! E io non posso
permetterlo. Perchè, nonostante tutto, credo ancora che la lotta sia
necessaria.
Ora che ho perso Haruko e che il mio
migliore amico non avrà più tutto il suo tempo libero da dedicarmi ho
bisogno di trovare qualcos’altro da fare. Certo, c’è il basket. Ma io
non sono la kitsune. E per me il basket da solo non è sufficiente!
Mi va bene qualunque cosa, non faccio lo
schizzinoso. E quella che mi sta offrendo Mitsui è un’impresa
abbastanza folle ed irrealizzabile da tenermi impegnato finchè questo
desiderio di annullamento non se ne vada. Se mai se ne andrà!
"Baciapiselli che non sei altro!
Visto che sei tanto esperto nell’adescamento di poveri fanciulli ignari
di ciò che li attende, perchè non mi suggerisci tu il modo migliore di
comportarmi con quella granita umana?"
"Oh oh! Veniamo chiedere aiuto al re
degli amatori, al Casanova dello Shohoku, al Rodolfo Valentino di Kanagawa
a....."
"Vola basso e schiva i sassi, Mitchy!
È innegabile che tu abbia un POCHINO di esperienza più di me (ma proprio
poca!), ma comunque non ti chiederei certo consiglio se non dovessi avere
a che fare con l’abominevole uomo delle nevi. Si sa che il grande
fascino del genio Sakuragi non perdona nessuno! AH AH AH AH AH AH"
"Sì, come no! Vallo a dire alle 50
ragazze che ti hanno dato il due di picche. Anzi, 51! Stavo quasi per
dimenticarmi di Haruko Akagi."
"Bastardo! Non hai capito niente! Haruko
in realtà amava me, ma visto che Yohei era da tempo cotto di lei molto
generosamente mi sono fatto da parte. Ma che grand’uomo che sono! EH EH
EH EH EH"
"Gran mentecatto, vorrai dire!
Guarda che è sulla mia spalla che hai pianto l’altra sera perchè
credevi che quel poveraccio di Mito ti avesse fregato la ragazza. È
inutile che ora fai la commedia."
"Lasciamo perdere!"
"Sì, sarà meglio. Comunque sei
fortunato! Mi è appena venuta in mente un’idea grandiosa per lasciarti
un po’ di libertà d’azione con Rukawa."
"Sentiamo la genialata."
"Per catturare una preda bisogna
puntare sui suoi punti deboli. E qual’è il punto debole della nostra
volpe?"
Punto debole? Kaede Rukawa avrebbe un
punto debole? Non pensavo che un giorno avrei sentito tali parole. Non
capisco perchè mi diano tanto fastidio. Forse perchè volevo essere io a
scoprire per primo il suo punto debole per poterlo sfruttare al meglio a
mio vantaggio? O forse perchè una parte di me era convinta che solo io
sono capace di capire quale sia il vero Kaede. KAEDE?! E da quando lo
chiamo per nome? Ossignore, questa storia comincia a darmi alla testa!
"Terra chiama Sakuragi. C’è
nessuno? È inutile che ti sforzi tanto, con quel microcefalo che ti
ritrovi non riuscirai mai a trovare la risposta."
"Microcefalo? Ma come ti permetti di
parlare in questo modo all’unico e inimitabile tensai? Vuoi morire
giovane per caso?"
"Stai calmo e ascoltami! Il punto
debole di Rukawa è ....... il basket!"
Decisamente anche Mitchy non ci sta tanto
più dentro. Il punto debole di Kae.. Rukawa sarebbe proprio ciò che gli
ha valso il titolo di matricola d’oro? Sta delirando.
"Stai delirando!"
"Ma no, ascolta: se tu gli proponi
di aiutarti con l’allenamento non potrà assolutamente rifiutare.
Pensaci un po’: colui che professa a destra e a manca la sua manifesta
superiorità su chiunque e, in special modo, proprio su di lui va a
chiedergli una mano! Il suo orgoglio ne avrà abbastanza per fargli
accantonare momentaneamente i vostri dissapori, in più Rukawa non è in
grado di rifiutare un allenamento supplementare. Se fosse per lui non
farebbe altro che giocare a pallacanestro dalla mattina alla sera!"
Su questo ultimo punto devo ammettere che
Mitsui ha ragione. Per quanto riguarda la parte sull’orgoglio, non credo
proprio che basterebbe così poco per soddisfare il suo smisurato ego.
Forse se mi vedesse a terra strisciante ai suoi piedi.... Ma chi sto
prendendo in giro? So benissimo che non è il suo orgoglio ad essere
d’ostacolo ad un nostro avvicinamento, bensì la mia paura. La paura che
mi assale ogni volta che mi guarda mentre sparo le mie solite fanfaronate,
ogni volta che mi dà dell’idiota, ogni volta che ci insultiamo e
finiamo col fare a pugni come se ci fosse già un copione scritto da
seguire ( e infatti c’è un copione, quello che io stesso ho creato, ma
che nessuno dovrebbe conoscere!). La paura che tutte le volte mi fa
pensare ‘Sono stato scoperto!’.
"Va bene, Mitchy. Farò un
tentativo, ma sia chiaro che sarà uno soltanto! E spero per lui che
accetti, altrimenti dovrà fare i conti con la mia ira!".
Il mio compagno sorride,a questa volta il
suo è un sorriso sincero.
"Credo che un tentativo sarà più
che sufficiente!"
*FINE FLASHBACK*
Sorrido anch’io al ricordo. Il
baciapiselli aveva ragione. Un tentativo è bastato.
"Se sei venuto qui per fare quella
faccia da beota e per perderti dietro chissà quali pensieri, potevi anche
startene a casa!"
Maledetto Rukawa! Non mi dà un attimo di
respiro!
Ultimamente la situazione è un po’
cambiata. Ho capito che per Rukawa il silenzio è fondamentale. Se io
posso nascondermi dietro la facciata della mia finta esuberanza, lui può
nascondersi solo dietro il suo silenzio. In questo modo tutti si chiedono
‘chissà cosa starà pensando realmente quel benedetto ragazzo!’. In
verità è semplicissimo capire a cosa pensa. Io ho imparato a
comprenderlo meglio di quanto non facessi prima proprio in questi giorni.
In generale è abbastanza indifferente a tutto quello che lo circonda.
Capita, però, che si possa interessare a qualcosa in particolare e
allora, per non farsi scoprire dagli altri, le volta le spalle e la guarda
con la coda dell’occhio. Se poi è interessato ad una conversazione si
mette ad una certa distanza da chi vi partecipa fingendo di essere
interessato a tutt’altro e tende il collo al massimo nello sforzo di
seguire ogni singola parola. Quando è nervoso respira dalla bocca, mentre
quando è irritato contrae leggermente le punta delle dita. La posa che
preferisco, comunque, è quella che assume quando deve trattenersi
dall’esplodere e si mette a braccia incrociate con gli occhi chiusi e
picchietta con l’indice e il medio della mano destra il bicipite del
braccio sinistro. Ad essere sincero questo atteggiamento l’ha assunto
solo un paio di volte e perchè io lo avevo portato all’esasperazione.
Credo che nessun’altro sia in grado di farlo arrivare a tanto! Mi fa
piacere. In fondo lui è l’unico che riesca a spaventarmi. In qualche
modo siamo pari.
Negli ultimi tre giorni ci siamo anche
scambiati qualche parola durante le brevi pause che mi concede tra i vari
esercizi. Anche se mi rode ammetterlo, devo dire che mi sono trovato bene.
Perchè con lui non ho bisogno di fingere. Posso evitare spacconate o
atteggiamenti da super-fico, finalmente posso giocare a carte scoperte con
qualcuno. Non è che abbiamo fatto grandi conversazioni. Per lo più
abbiamo parlato dei pregi e dei difetti dei nostri compagni di squadra.
Ovviamente solo dal punto di vista cestistico, non sia mai che andiamo a
parlare del loro aspetto umano. Penso che se ci provassi Rukawa mi
prenderebbe a pugni. Per lui le persone in senso stretto non sono degne di
nota, solo i giocatori lo sono. Giocatori di basket, naturalmente.
Oggi mi sta proprio massacrando! Abbiamo
appena fatto un uno contro uno. Mi ha battuto per 20 a 12. Sto
migliorando, sono contento. Ma a lui non lo dico. Non gli do questa
soddisfazione. Ora siamo seduti ai bordi del campo con le spalle contro il
muro. Ci saranno almeno tre metri di distanza tra di noi. Non gli piace
che gli stia troppo vicino. Ho notato che non sopporta di essere toccato,
a meno che non sia per un contatto durante una partita. Chiudo gli occhi.
Sento il sangue che pulsa dentro le orecchie a causa dello sforzo fisico
appena terminato.
"Lo sai di Miyagi, vero?"
Rukawa mi ha fatto una domanda. Una
domanda strana. Forse non ho capito bene. Non può riferirsi a QUELLO.
Lo guardo con aria interrogativa.
"Hai capito a cosa mi
riferisco?"
"Parli di Ayako e Ryota?"
Mi fissa per qualche secondo.
"Immaginavo che lo sapessi."
"Mi hai preso per un deficiente? So
che cercano di tenerlo nascosto per non ferirmi per la storia di Haruko e
Yohei, ma lo capirebbe anche l’ultimo degli imbecilli che stanno
insieme. Basta guardare le occhiate che si lanciano durante gli
allenamenti e il sorriso ebete con cui Ryo-chan va in giro."
"Perchè allora non glielo dici e ci
dai un taglio con questa messa in scena?"
Ma cosa gli è preso? Come mai tutto
questo interesse per il mio modo di comportarmi?
"A loro fa piacere pensare di poter
essermi utili fingendo che non sia cambiato niente. Del resto a me non
pesa fingere di non notare nulla di strano. Il giorno che si sentiranno
pronti saranno loro stessi a raccontarmi tutto e io potrò far loro i miei
migliori auguri."
"In realtà non ti frega
niente,vero?"
Decisamente oggi la kitsune è molto
diversa dal solito. È come se volesse la conferma di tutti i sospetti che
ha su di me. E io sono ben lieto di dargliela.
"Non è proprio così. In fondo
credo che abbiano fatto la cosa migliore. Lui merita di essere felice, è
un gran bravo ragazzo, e lei in questo periodo è molto meno acida. Tutto
sommato è stato un bene per tutti."
Rimaniamo in silenzio per un po’.
Chiudo di nuovo gli occhi. Percepisco solo il suono del battito del mio
cuore tornato ai suoi ritmi normali. Sento un rumore. Apro un occhio.
Rukawa si sta alzando per riprendere l’allenamento. Prima ancora di
capire esattamente cosa sto dicendo la mia bocca comincia a parlare.
"Perchè non vieni a casa mia
domenica?"
Si volta a guardarmi. Sopracciglio destro
alzato. È sorpreso.
"Perchè?"
"Perchè no?"
"...."
"Potremmo parlare un po’."
"Parlare? E di cosa?"
Mi volta le spalle comincia a
palleggiare. È inutile fingere. So che mi stai guardando. Stai pendendo
dalle mie labbra.
"Hai detto che per essere un bravo
giocatore non basta saper palleggiare, prendere i rimbalzi e tirare a
canestro, ma che bisogna anche capire a fondo gli schemi e il modo
migliore di applicarli durante una partita. Potremmo parlare di
questo."
Ha smesso di palleggiare. Tira la palla.
Canestro.
"Non vengo."
"Come vuoi."
Sono deluso.
"Verrai tu a casa mia."
"Perchè devo venire io a casa
tua?"
Si volta a guardarmi.
"Perchè no?"
".......va bene".
Bravo Mitchy! I tuoi consigli, dopo
tutto, a qualcosa servono.
Quando esco dall’allenamento vedo
Mitsui che mi aspetta appoggiato al muro di fronte a casa mia.
Evidentemente non vuole rischiare di farsi vedere dalla volpe.
"Allora, Hanamichi? Come
procede?"
"Siamo entrambi vivi e vegeti."
"Non avete fatto a botte? È già un
notevole passo avanti!"
Ignoro il suo tono non troppo velatamente
ironico.
"Sì, lo credo anch’io."
"Molto bene! Questo vuol dire che
presto se ne vedranno delle belle."
Di nuovo quel ghigno. Chissà cosa
succederebbe se gli dicessi..... bè, tanto vale provare.
"Ah Hisashi, prima che mi
dimentichi! Rukawa mi ha invitato ad andare a casa sua domenica."
Il ghigno sparisce.
"Sarà meglio che tu chiuda la bocca
o ti ci entreranno le mosche!"
Riprendo la strada verso casa. Alle mie
spalle Mitsui rimane a fissarmi senza dire una parola.
FINE QUINTA PARTE
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