Qst
ff è tutta per la mia Imooto-chan adorata Enlil per il suo compleanno…
^___^ sorellina sei diventata grande…anche se per me lo eri già…ti do un
bacione enorme…non sai qnt ti voglio bene…
ancora tanti auguri…
e grazie di tutto
la tua Ane-chan
un bacio
Desclaimers: Ovviamente Hana e Ru non sono miei personaggi ma di
Inoue-sensei…Per Ru non c’è nessun problema, per quanto riguarda Hana me ne
farò una ragione…ç__ç
Dediche: alla mia sorellina ^__^
augurrrriiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii
Andiamo a cominciare…
Inchino……
La sbornia
di Ery-chan
-Kuso!- imprecai rialzandomi da terra
-Proprio sul ginocchio dovevo cadere?! Kami fa un male dannato!–
Cominciai ad arrancare piano piano verso casa, ma poi questa è proprio la
strada giusta?...Boh che mi frega poi…
Tanto sono così ubriaco da non capire un accidenti di niente…
Ah…ah…ah…ah…ah
Sono euforico…
-Ehi ragazzi, non ci stiamo divertendo un mondo?... –
Nessuna risposta…
-Ehi ragazzi…-
Per la miseriaccia, ma dove cavoli sono finiti quei deficienti…
Mi guardai intorno con un’aria che non prometteva niente di buono…
-Ehi mentecatti, vi decidete a venire fuori?–
-Etchì!!–
-Mito, ti sei preso un bel raffreddore, eh. Ormai sei una discarica
ah…ah…ah…ah…ah –
-Baka!- rispose l’interessato.
-Che vuoi è la verità!- disse di rimando Takamya calciando una lattina.
Il cane colpito da quella sorta di proiettile non fu altrettanto clemente
come Mito e prese a rincorrere il ragazzo lungo la strada, tra le risa dei
residui componenti delle truppe di Hanamichi.
-Non ha più speranza non trovi anche tu Han…- si ritrovò a parlare con un
palo –Hei ma dov’è finito il tensai?-
-Boh? ah…ah…ah…ah…ah - fu la risposta.
Decise di non insistere sull’argomento visto il livello di conversazione che
aleggiava.
-Hana, ma dove cavolo stai andando…- sospirò –Speriamo bene!-
-Etchì!!– mi strofinai un dito sotto il naso –Allora vi decidete a farvi
vedere?-
Mi rispose il silenzio…
-Dannati do’hao… Tanto il tensai c’è la fa anche senza di voi!-
Mi voltai per proseguire il mio cammino, quando notai un tizio con dei
capelli assurdi che mi guardava storto…
-E tu che vuoi? Cerchi rogne?-
Non rispose, ma rimase a fissarmi con aria truce…
-Eh, sto dicendo a te!- lo indicai
Fece altrettanto.
-Sì, proprio a te con quei cavolo di capelli rossi! Non fare il finto
tonto!-
Senza mostrare il minimo timore mi si avvicinò spavaldo, e io di certo non
mi tirai indietro…
Quando fummo a pochi centimetri gli mollai una testata; finì seduto in
terra:
-Ah…ah…ah…ti ho steso alla fine eh, baka… ah…ah…ah-
Senza una parola mi allontanai…
Il mattino dopo il proprietario si sarebbe ritrovato una venatura sulla
vetrina del negozio… ç__ç
-Kuso! Ma dove sono finito…- non riuscii a ritrovarmi in quella zona…
Presi a guardarmi intorno alla ricerca di qualcosa che mi fosse
familiare…niente…
-Un momento…quella si che so cos’è…- inclinai la testa di lato –La
riconosco…-
Lessi il nome sulla targhetta:
-Rukawa!- un brivido mi percorse
Quel nome doveva dirmi qualcosa ma in quel momento mi sfuggiva…
Entrai nel cancelletto e mi chinai dinnanzi alla bici:
-Kitsune…- dissi solo.
Senza più perdere tempo suonai il campanello.
-Sei sempre il solito…- sentì provenire da dentro la casa.
Fu la volpaccia ad aprirmi, senza nemmeno degnarmi di uno sguardo:
-Mai una volta che ti ricordi di prendere quelle dannate chiavi!- mi
apostrofò passandosi un asciugamano sui capelli bagnati.
-E perché dovrei avere le chiavi di una baka kitsune come te?-
Si voltò di scatto e l’asciugamano che aveva in vita si raccolse
elegantemente ai suoi piedi…
Sentii la faccia andarmi a fuoco.
-Do’hao!- disse solo
Io non gli risposi troppo teso ed eccitato per parlare.
Mi mossi verso di lui.
-Che cavolo ci fai qui!-
Ancora non recepii la domanda.
Mi passai la lingua sulle labbra, affamato, finendo inginocchiato.
Un lampo di dolore, percorse la mia gamba; la caduta di poco prima si faceva
sentire.
Rukawa arretrò, un tantino incerto.
-Esattamente cosa stai facendo baka!-
Ormai ero a un centimetro dal suo pene…
-Senti mentecatto…- non terminò la frase perché gli leccai la punta con un
movimento fugace della lingua…
Cadde seduto sulle scale…
-Non è uno scherzo divertente…che cavolo è una prova di coraggio per vedere
quanto tempo passa prima che io ti ammazzi?-
-Ma quale scherzo, ho intenzione di farti una pompino di quelli difficili da
dimenticare…-
Non gli lasciai nemmeno il tempo per replicare e senza preamboli lo presi in
bocca…
S’inarcò, secco, teso come una corda di violino.
Solo dei suoni indistinti accompagnavano i miei movimenti, ritmici,
ripetitivi.
Mi afferrò i capelli in un fugace tentativo di respingermi, ma non notai
nessuna convinzione in quel gesto.
Quella sensazione di ambiguità, tra prendermi e respingermi, mi eccitò
maggiormente. Allora con foga presi a salire e scendere per tutta la
lunghezza del sua intimità. Quel trattamento gli dovette piacere un bel po’
visto prese a seguire i miei movimenti con il bacino.
Nell’aria si espanse un odore selvaggio, m’invase le narici, drogandomi di
lui. Mi sentii molto simile a un animale. Foga fu la sola cosa che correva
nella mia mente, avanti e indietro, avanti e indietro…senza sosta, al pari
della mia bocca.
Nessun sapore parve uguagliarlo, nemmeno quello del sake forte e deciso.
I suoi gemiti divennero molto più simili a grida. Sembrò non avere più
alcuna inibizione a frenarlo. Infatti si sollevò a sedere e prese a fissare
la mia bocca che lo teneva prigioniero.
Lo guardai di sottecchi dal basso verso l’alto, provocante, ma lui parve
troppo concentrato per badare a me, allora irritato lo affondai
inaspettatamente dentro la mia bocca, succhiandolo.
Cadde nuovamente all’indietro.
Una generoso fiotto di sperma caldo m’invase la bocca.
Quel nettare delizioso scivolò sulla mia lingua e giù verso la gola,
impregnandomi del suo sapore.
Chiusi gli occhi per gustarlo fino in fondo.
-Do’hao!- sentì provenire da lontano.
Tornai a fissarlo.
Un rossore adorabile prese a tingergli il viso.
Sorrisi quasi maligno…
Lui ansimava senza più forze…fissando il suo pene congestionato dal piacere…
-Tranquillo Kitsune…ora termino il lavoro!- dissi leccando via i residui del
suo piacere.
Ora era anche più sensibile…ogni mio movimento lo scuoteva fin nelle
viscere.
-A questo punto tocca a me godere, volpaccia!-
Annuii, anche lui stordito dal piacere. Stava per farmi lo stesso lavoretto,
quando lo bloccai seduto sulle scale:
-Faccio io sta fermo!-
Lo fece!
Lo obbligai a divaricare le gambe e, posizionatomi in mezzo, presi a leccare
la sua apertura. Lo umettai con gentili carezze della mia lingua descrivendo
piccoli cerchi che dilatavano quel anfratto caldo e stretto, per poi
penetrarlo con la stessa…sempre più a fondo, sempre più deciso…
Questa volta urlò.
Pensa a quando ti prenderò Kitsune…che farai allora? Mmmmh…
Sentii la mia eccitazione premere urgente contro i pantaloni della divisa….
-Ora ti devo proprio scopare, Rukawa…- lo sollevai strattonandolo fino in
salotto.
Mi sedetti su di una poltrona, facendolo inginocchiare davanti a me.
Slacciai i pantaloni e, brandendo la mia eccitazione come un arma gli
penetrai le labbra.
Lasciai che lo lubrificasse per bene, poi appoggiando il suo corpo allo
schienale della poltrona, lo penetrai.
Non so se gli fece male o meno, non sentii nient’altro che l’agitazione che
imperversava nella mia mente in risonanza con il mio basso ventre.
Era mio…
In tutto il suo orgoglio e la sua freddezza…
Mio…
Spinsi il più possibile in quell’anfratto caldo, umido…
Mio…
Con tutto il suo talento…
Mio…
Sentii l’orgasmo premere urgente dentro il mio ventre…lo feci inginocchiare
di nuovo e penetratolo in bocca, mi sciolsi dentro di lui…
Mi appoggiai per un secondo allo schienale, poi caddi atterra al suo fianco
sopraffatto dal piacere e dall’alcool che era tornato alla ribalta.
Rukawa mi sussurra qualcosa nell’orecchio…
Buio…
Ti…Ti ti ti ti…ti ti ti ti ti….ti ti ti ti….
C’è un suono fastidioso che mi trapana le orecchie.
Con non curanza do un colpo alla sveglia.
Accidenti che sogno indegno del tensai.
Io che mi scopo Rukawa e lui che me lo lascia fare…poco convincente.
Mi preparo per andare a scuola.
Prendo al volo una fatta di pane tostato e me la caccio in bocca.
Per la strada incontro le truppe, ma non li ascolto più di tanto, c’è
qualcosa che mi frulla in testa, ma non so cosa.
-Ci fermiamo in una caffetteria lungo la strada?- chiede Takamya speranzoso.
La proposta venne accolta, tranne da me che dichiarai di voler andare a
scuola.
Restarono tutti folgorati dalla mia uscita. Li salutai mentre, ancora
svenuti, mi guardavano andare via.
Di li a poco ero a scuola, entrai e mi cambiai le scarpe, ma proprio mentre
le tiravo fuori dal mio armadietto, un foglio di carta scivolò a terra.
Lo presi…
“Vieni sulla terrazza prima delle lezioni!” c’era scritto, il tutto
contornato da cuoricini.
Va beh che non ho una grande esperienza in fatto di lettere d’amore, ma
questa è a dir poco lapidaria.
In ogni caso mi recai all’appuntamento, ma c’era solo un ragazzo in attesa,
e non uno qualsiasi…Rukawa…
Lo ignorai cercando la ragazza che mi aveva chiamato…
-Stai cercando qualcuno in particolare baka tensai?- mi provocò.
-Che vuoi? Vattene che ho un appuntamento.-
Si rabbuiò…
-Che c’è?- chiedo
-Nulla…Comunque sappi che sono stato io a lasciarti quel biglietto, non
verrà nessuno…-
-Tu? E perché scusa…-
-Dovresti dirmelo tu che sei entrato in casa mia e mi hai scopato senza
tanti complimenti…-
Svenni per qualche minuto…
-Io avrei fatto cosa?- chiesi incredulo
-Tu hai fatto…hai fatto…credimi…-
-E tu me lo hai lasciato fare? Senza opporre resistenza? Andiamo e da non
credere…-
-Non avevo alcun valido motivo per dirti di no…-
-Capisco!- un tantino nervoso chiesi ancora –Tutto come prima quindi?-
-Tutto come prima, quindi?- confermò.
Ero quasi a metà rampa quando mi accorsi di non avere più le chiavi dello
spogliatoio, corsi su velocissimo…
Eccole lì vicino a Rukawa, mi avvicinai…
Un singhiozzo…
Ma va mi sono sbagliata..
Di nuovo…
Mi chinai a prendere le chiavi e guardando verso la kitsune mi accorsi che
stava piangendo.
Quelle lacrime scossero il mio cuore e un sipario chiaro e limpido si apreì
nella mia mente…
Rivedi me e Rukawa stesi nel suo salotto dopo aver goduto come pazzi…c’era
qualcosa che lui mi stava dicendo…ma mi sfuggiva…era importante…
-Ti avevo chiesto di non farmi del male…-
Ecco cos’era…
-Mi avevi detto che mai e poi mai mi avresti fatto soffrire, invece questa
mattina quando mi sono svegliato non c’eri…temevo non saresti venuto nemmeno
all’appuntamento…- prese fiato – Quando ti ho visto arrivare non stavo più
nella pelle, ma ti sei presentato solo perché pensavi fosse una ragazza ad
aspettarti…-
Era furioso…
-Ti sei preso il mio corpo, bravo ora lasciami in pace…-
Mi passò accanto dirigendosi verso le scale…
-Ehi volpaccia per chi mi hai preso! Se avessi voluto solo un corpo me ne
sarei preso uno per la strada, anche se inconsciamente era te che cercavo.
Mi spiace per questa mattina, ma dovevo essere ancora rintontito e sono
tornato a casa senza rendermene conto.- respirai – Quando questa mattina mi
sono svegliato ho creduto fosse un sogno, perché non ritenevo possibile che
tu potessi aver voluto davvero fare l’amore con me… Tutto qui…-
-Davvero?-
-Si davvero?-
Sembrò sondare la mia risposta…
Mi sorrise in maniera meravigliosa…
-Quando pensi di sbronzarti un’altra volta?- fece provocante
-Beh, se continui a sorridermi a questo modo sarò costretto ad ubriacarmi di
te…-
-Bene!-
E senza aggiungere altro mi si strinse contro possessivo.
Owari
ANCORA TANTI TANTI AUGURI IMOOTO-CHAN ^_______^
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