DECLAMERS: Purtroppo anche Mito e Mitsui oltre che Hana e Ru appartengono a Inoue e non a me. Sigh. Sigh. Sob. Ma un giorno quando sarò ricca giuro che mi impossesserò dei diritti e allora trasformerò Slam Dunk in un manga yaoi.

DEDICHE: Questa volta la mia dedica speciale va a Minako (auguri di buon compleanno piccola, volevo regalarti qualcosa che ti avrebbe fatto piacere per cui ho scelto il tuo pairing preferito, la fic in se non è granchè ma almeno con questo piccolo dono volevo farti capire che ci tengo a te e alla tua amicizia. Sei una ragazza eccezionale e come ti ho sempre detto crescendo non potrai che diventarlo ancora di più ed inoltre abbiamo pure il vantaggio che non piacendoci gli stessi tipi di uomini beh…..non litigheremo mai almeno per amore. Volevo  anche dirti che non voglio più sentirti dubbiosa circa la bellezza delle tue fic, sono meravigliose, a me piacciono un sacco. Mandandoti due grossi baci (uno per guancia) ti auguro di trascorrere il più bel compleanno della tua vita. TVB. Ise)

Questo capitolo però è dedicato anche a Miki, pure lei adoro questo pairing e volevo farle cosa gradita. Spero che questo piccolo dono ti piacerà. Un bacione. Buon compleanno. Ise

NOTE: Bhe non ho molto da dire se non che la fic nasce da una leggenda legata all’arcobaleno che io ho adattato alle mie esigenze. Spero che un pochino vi piacerà anche se è un pairing non classico (il fatto è che a me le Mitkog piacciono ma….non riescono mai a convincermi del tutto per cui Mitsui ce lo vedo bene anche con Mito). Come al solito commentate, ditemi pure se devo gettarmi in un fosso o sparire dentro un buco nero con la mia navicella nuova e fiammante. In entrambi i casi comunque vi liberereste di me se è questo che volete. Un bacione. Ise

 

 


L'arcobaleno

parte III

di Ise

 

 

POW MITO

 

Il mio cuore si stringe. Perché soffre così tanto? Cos’è successo?

Non aspetto altro….mi lascio andare al sentimento che in questa giornata ho scoperto di provare per Mitsui e porto le mie mani a cingergli la schiena. Lo abbraccio dimentico della mia erezione che solo pochi minuti prima mi aveva fatto preoccupare. Lo spingo ad appoggiare il suo corpo sul mio incurante degli effetti collaterali che la sua vicinanza mi produce. Gli accarezzo la schiena con dolcezza fregandomene di come Hisashi potrebbe considerare questo gesto.

Adesso lo posso dire!

Adesso che lo stringo tra le mie braccia e lui ha acconsentito di trovarne rifugio facendosi sopraffare dalle lacrime ho la certezza matematica di quello che provo per lui.

Lo amo! Io amo questo bellissimo, intrigante ed ingarbugliato ex teppista.

Il mio cuore non può più sbagliare. Avere tra le braccia Mitsui mi da un potere enorme. Vederlo piangere tra le mie braccia mi fa sentire bene e mi fa sperare di non essergli indifferente. Non si piange di fronte ad un nemico ma solo davanti ad un amico.

Se lui ha accettato di sfogarsi con me sia con la rissa che con le lacrime allora vuol dire che per me prova qualcosa, anche se ancora non so esattamente cosa. Non gli sono del tutto indifferente. Lui è costretto ad agire in qualche modo quando gli sono nelle vicinanze e tutto questo riempie il mio cuore di gioia come non mai. 

Per un po’ mi lascio crogiolare da queste speranze nuove e dalle sensazioni piacevoli che il suo calore mi trasmette, ma poi decido che è giunto il momento di provare a farlo aprire del tutto attraverso le parole.

Voglio sapere cosa lo turba, solo così potrò aiutarlo.

E’ l’unica cosa che chiedo per ora. Essergli vicino in questo momento difficile e dargli la forza di superarlo. Non importa se non mi ama, l’importante è che mi permetta di essergli amico.

Il tono della mia voce si trasforma in qualcosa di dolcissimo. Non è mai stato così tenero. L’amore sa fare sul serio miracoli “Mi dispiace che tu soffra Mitsui. Ma con me puoi parlarne…io ti voglio aiutare”

Passano minuti di snervante attesa dopo queste mie parole. Hisashi ha ancora la testa reclina sul mio torace. Sento ancora i suoi singhiozzi anche se non sono più così frequenti. Le sue mani stringono ancora la mia camicia disperate. Eppure sento che il suo dolore si sta cicatrizzando e che tutto il suo essere si sta calmando.

Vorrei essere io a produrgli questo effetto ma…so benissimo che non è così. E’ solo il suo autocontrollo che sta riprendendo il sopravvento.

Smette di piangere e si alza. Mi guarda con un’espressione che non riesco a capire. Non so se il mio interessamento gli sia piaciuto oppure gli abbia dato fastidio. Dopo tutto lui odia essere considerato debole.

Si asciuga le lacrime con la manica della camicia e si siede di nuovo sulla spiaggia. Mi da la schiena e guarda il mare. Poi, però il suo volto si gira lentamente verso di me e mi sorride leggermente mentre la sua mano mi fa segno di sedermi vicino a lui.

Io obbedisco immediatamente. A cavalcioni raggiungo il luogo in cui si trova Hisashi e mi accuccio accanto a lui. Ha acconsentito ad avermi vicino e questo per me è già uno squarcio di paradiso.

Di nuovo c’è silenzio ma sta volta non mi pesa. E’ sereno. Questo posto trasmette pace, sembra di trovarsi in un sogno. Certo ancora mi piacerebbe che Mitsui mi raccontasse i suoi problemi ma…non posso obbligarlo, per ora posso anche farmi bastare il suo accettare la mia presenza.

Quando ormai dispero che lui soddisfi la mia curiosità, Hisashi, per mantenere la sua fama di persona indisponente e dispettosa, comincia a parlare. Prima è solo un sussurro ma man mano che parla il suo parlare diventa più sicuro e gagliardo.

Parla veloce come a farmi capire che lui ha più bisogno di una persona che lo ascolti, che di una persona che gli faccia la predica anche soltanto guardandolo. Ha bisogno di qualcuno che lo metta a proprio agio a parlare, che non lo commiseri per le sue disgrazie ma che lo accetti per quello che è. Aveva un disperato bisogno di parlare ma nel contempo aveva bisogno di trovare qualcuno che quelle parole gliele tirasse fuori anche con i pugni. Nessuno capisce quando sta male ed anche quando lo capiscono non riescono a prenderlo per il verso giusto. L’atteggiamento troppo apprensivo lo infastidisce, così come l’indecisione. L’atteggiamento troppo scontroso gli da, invece, su i nervi. Lui ha bisogno per aprirsi di una persona che capisca quando è giusto comportarsi o in un modo o nell’altro. Ha bisogno di una persona carismatica ma nel contempo riflessiva per sentirsi a suo agio. Quella persona nella sua vita non c’è mai stata ed è per questo che certe volte si trova a fare delle cadute di stile incredibili. Nessuno riesce a prenderlo al momento giusto per impedirglielo, i suoi conoscenti diretti e più intimi non hanno quel tempismo e quando finisce nella spirale sbagliata tornare indietro per lui è difficile. Ha bisogno di scossoni enormi.

Tramite il suo modo di parlare capisco Hisashi Mitsui come non mai e come nessun altro, e la scoperta mi lascia piacevolmente sorpreso. Adesso posso volergli ancora più bene!

Da subito Mitsui mi ringrazia per la rissa. Ne aveva proprio bisogno. Voleva sfogarsi  in qualche modo ma non riusciva a trovare quello giusto. Si sentiva con il cuore in subbuglio e desiderava solo trovare il modo per vedere il mondo con occhi più rosei.

Il basket non gli dava quello stimolo perché la delusione che aveva subito derivava da quello sport. Aveva bisogno di altro. La rissa era stata una manna dal cielo. Era da tanto che non si sentiva così libero e rilassato.

Ridacchia e mi sorride di nuovo sta volta più sereno.

Poi, però il suo sguardo si rabbuia di nuovo e ricomincia a guardarmi con ostilità mentre mi fa promettere che io mai e poi mai avrei rivelato quello che era successo ad Anzai. Non voleva essere buttato fuori dalla squadra.

Io acconsento più che volentieri e lo rassicuro che non è mai stata mia intenzione metterlo nei guai. Gli sorrido dolcemente e lui arrossisce per qualche secondo sussurrandomi di nuovo un grazie tenerissimo.

Successivamente mi ringrazia anche per le lacrime. Aveva bisogno di piangere ed il mio abbraccio lo ha aiutato a non sentirsi solo.

Io gli sorrido di nuovo ed istintivamente mi ritrovo a sbottonarmi parecchio. Gli dico che è stato un piacere tenerlo fra le braccia perché amo proteggere gli amici. Stavo quasi per dirgli che amo proteggere le persone a cui voglio bene ma mi sono trattenuto in tempo.

Lui arrossisce per la seconda volta e distoglie lo sguardo da me, ritornando a fissare il mare.

Di nuovo attraversiamo un banco di silenzio in cui lui rimugina a come dirmi il resto.

Quando è pronto comincia a parlare.

Mi racconta del provino che ha fatto qualche settimana fa per entrare in una squadra di basket professionista della città.

Mitsui da quel che ho capito non ha intenzione di provare l’esame di ammissione all’università quest’anno. Dopo le superiori vuole guadagnare il suo pane quotidiano tramite lo sport che ama tanto.

Hisashi mi dice che lui in quel provino aveva dato il meglio di se, aveva mostrato agli esperti di quella  squadra il suo valore. Aveva sfoggiato tutto il suo talento, la sua determinazione e la sua bravura.

Credeva di averli impressionati dato che i responsabili non lo avevano bocciato subito ma…si erano presi la riserva di avvertirlo fra due settimane  circa l’esito del provino.

Era per questo che negli ultimi giorni era un po’ assente con la testa agli allenamenti ed il gorilla continuava a rimbrottarlo.

Si era un po’ fatto esaltare dalla situazione, anche se non aveva detto a nessuno quello che aveva fatto. Voleva prima essere sicuro di essere preso per spifferarlo in giro, la discrezione era la miglior arma contro l’interessamento sarcastico di certi componenti dello Shohoku ma ahimè….quel pomeriggio aveva ricevuto la delusione.

Aveva trovato nella cassetta della posta di casa una lettera con su scritto –Mi dispiace. Ma il suo talento non rientra nelle politiche del prossimo anno della società. Ritenti il prossimo autunno-

Si era sentito scoraggiato in maniera incredibile. Praticamente quegli uomini, esperti in basket, gli avevano detto che non aveva abbastanza talento…non ci poteva credere! Lui, un ex mpv, lui un tiratore da tre punti incredibile. Lui un difensore impareggiabile. Lui un ottimo organizzatore di gioco non era abbastanza per diventare un giocatore professionista.

Pensieri cupi gli avevano attraversato il cervello…per quale motivo era tornato a giocare a basket se poi nessuno lo voleva? Perché proprio a lui doveva succedere una cosa del genere?

Va bene! Era rimasto fuori dai campi per due anni e quindi il suo nome era sconosciuto. Aveva una scarsa resistenza ma stava provvedendo a migliorare. Il suo stile di gioco mancava di esperienza perché aveva potuto confrontarsi poco con giocatori di talento dato che aveva perso i primi due anni delle superiori ma imparava in fretta. Cosa aveva che non andava?

Mitsui quest’ultima domanda la sussurra con un tono in cui trapela una frustrazione ed una sofferenza inaudita ed io mi ritrovo a fermare la sua confessione per confortarlo. Gli dico che non  è vero che lui non ha talento. Che il suo gioco è meraviglioso e che non passa inosservato. I responsabili della squadra professionista non volevano di sicuro mettere in dubbio la sua abilità, come avrebbero potuto? Sarebbero stati ciechi.  Non era esattamente questo che gli avevano scritto nel fogliettino ma solo che…per quell’anno non avevano bisogno di lui. Ma che forse già dal prossimo anno sarebbe stato bene accetto.

Io sorrido ed incoraggio Hisashi a reagire. Ci sono altre squadre prestigiose che di sicuro non potranno che volerlo. Al primo rifiuto non deve abbattersi altrimenti va a finire che l’infortunio al ginocchio e quello che è successo dopo non gli hanno insegnato  nulla.

Deve farsi forza!!! Lui presto sarà un professionista. Io confido in lui e nella sua abilità.

Mentre parlo m’infervoro tutto e Mitsui finisce con il ringraziarmi per l’ennesima volta.

Sono convinto che le mie parole hanno sortito qualche effetto anche se ancora è abbattuto, lo vedo dai suoi occhi.  Ora tenterà di reagire anche se è ancora scoraggiato e non sa quanto potrà servire.

Il suo futuro lo vede ancora nero. Forse perché sognare da solo è difficile ed il sostegno degli altri è importante e lui sente di non averlo. Forse perché ancora si accusa della sua ottusità all’inizio delle superiori. Non so perché ma…Hisashi può star ben certo che non gli permetterò mai di abbattersi. Io ci sarò sempre quando avrà bisogno di qualcuno per sfogarsi e lo sosterrò in ogni sua scelta.

Istintivamente lo abbraccio di nuovo e lui mi asseconda. Ha proprio bisogno di un po’ di conforto, questa storia lo ha proprio distrutto.

Quando ci stacchiamo capisco che ha bisogno di dirmi altro. Vuole proprio parlarmi di tutta la sua giornata, anche se penso che ormai il peggio sia passato. Adesso ci sono solo i particolari. 

Dopo aver letto la lettera il numero 14 dello Shohoku si era allontanato da casa ed era andato a trovare Kogure. Aveva bisogno di confidarsi con qualcuno e visto che lui ed il quattrocchi sono molto amici e l’altro era un ascoltatore unico ed impareggiabile aveva pensato a lui. Aveva trovato Kiminobu con Akagi, stavano studiando insieme. Era entrato e subito il quattrocchi aveva capito che non stava bene. Era così pallido. Lo aveva fatto sedere su un divano ed era andato a preparargli una tazza di latte caldo. Un vero toccasana secondo lui per i problemi.

Questa parte della storia mi fa innervosire. Comincio a provare gelosia. E’ così possessivo il mio sentimento per Hisashi? Il suo rapporto con Kogure è così forte da spingerlo ad andare subito da lui in cerca di conforto? Possibile che gli voglia bene? Per me sarebbe una  disgrazia! Lo amo e lo vorrei per me. Non ci tengo a sapere che l’affetto che bramo per me è già di un altro. Finirei con il soffrire moltissimo. Questo è il mio primo vero sentimento d’amore che provo, se escludiamo il ragazzo della metropolitana, e….si ciba di speranza anche se non so quante ne abbia sul serio.

Abbandono tuttavia questi sentimenti negativi. Devo tornare ad ascoltarlo.

Quando Kogure era rientrato nel salottino in cui era stato accomodato Hisashi, il quattrocchi aveva chiesto subito a Takenori di aspettarlo nell’altra stanza perché aveva bisogno di parlare con Mitsui. Il gorilla aveva accettato e Kiminobu gli si era avvicinato.

Gli aveva dato la tazza di latte e si era seduto al suo fianco guardandolo con due occhi indagatori. Non gli aveva detto niente, si era limitato a guardarlo e Mitsui non aveva avuto il coraggio di parlare. Gli sembrava di leggere nei suoi modi apprensivi la condanna ai due anni che aveva fatto a zonzo, era per questo che era stato escluso da quella squadra ne era convinto. Ed anche se Kogure con lui si sarebbe comportato dolcemente e non l’avrebbe criticato, i suoi occhi puri, invece, lo avrebbero ucciso. Non riusciva a confidarsi. Non era la persona giusta. Era troppo buono! Lui aveva bisogno di qualcuno di cattivo che gli dicesse in faccia come stavano le cose. Non aveva bisogno di un abbraccio di una mamma che non accuserebbe mai i suoi figli anche se hanno sbagliato.

Hisashi aveva bevuto in fretta il latte senza una parola e dopo con una scusa, si era sentito male e visto che si trovava da quelle parti aveva deciso di fermarsi li per riprendersi, se n’era andato.

Kogure aveva provato a fermarlo. Dato che si era sentito male non era il caso che andasse in giro da solo ed a lui ed Akagi non dava fastidio averlo in casa, anzi…. ma Mitsui non aveva accettato. Si sentiva già meglio e desiderava tornare a casa il prima possibile per riposare.

Io mi rassereno a queste parole. Il vice capitano dello Shohoku non ha saputo affrontare il turbamento di Hisashi, lo ha lasciato andare senza fare molto per opporsi senza capire il suo effettivo stato d’animo.

Kogure non si è dimostrata la persona giusta per aiutarlo in questa occasione. Non è riuscito a ponderare i lati più oscuri del suo carattere. Ha creduto a quello che Hisashi gli ha riferito e anche se non lo avesse fatto, lo ha lasciato andare, indeciso se era il caso di fermarlo o meno.. Non ha avuto un polso fermo come certi atteggiamenti di Hisashi necessitano.

Ma purtroppo al cuore non si comanda ed il dubbio che Mitsui lo possa comunque amare non mi lascia lo stesso.

Dovrò investigare!

Intanto Hisashi finisce il suo racconto. Dopo essere uscito da casa di Kogure si era diretto verso la spiaggia ma un acquazzone improvviso lo aveva costretto a rifugiarsi in un bar dove aveva pensato a tante cose. E così quando aveva smesso di piovere era andato lì dove io lo avevo trovato.

Questo posto ricorda ad Hisashi qualcosa di prezioso che non ha mai dimenticato. L’ultimo bivio che aveva superato come un vigliacco quando era diventato un teppista. Due occhi intensi che sembravano volerlo aiutare e spingerlo a tornare indietro quando ancora poteva, prima di cadere nella malavita. Una persona meravigliosa che era stata il suo primo amore.

Mitsui mi rivela questi ultimi particolari con occhi luminosi ed io mi sento morire.

Chi può essere questa persona meravigliosa? E cosa centra questo posto? Sono di nuovo in preda agli incubi del mio sentimento. Mitsui potrà mai amarmi con il tempo od è ancora prigioniero nel ricordo del suo primo amore? E’ Kogure o qualcun altro? Non capisco!

Vorrei  chiederglielo ma non so come fare, poi….

FINE 3° capitolo – Spero di scrivere presto il quarto!!!!!

 

Mi fermo di nuovo qui…scrivendo anche il quarto capitolo. Essendo una fic difficile da gestire, mi trovo meglio a fare così!! Tenere il pow di Mito credibile non è poi così facile anche perché adesso si concentra su Hisashi! In effetti non è che come capitolo mi sia piaciuto.  Spero solo che sia fruibile ed il prossimo e spero ultimo migliori. Un bacione. Ise

 




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