La prima legge del Marketing

di Naika



"Bu...buongiorno" balbettò Mitsui, le guance arrossate d'imbarazzo mentre entrava nel piccolo studio.
Dietro una piccola scrivania un ragazzo alto dalla pelle chiara gli porse un sorriso cordiale indicandogli la sedia dinanzi a se.
"Prego si accomodi" lo invitò riponendo di lato l'ammasso di fatture che stava consultando.
Mitsui lo fissò con attenzione.
Era assolutamente splendido.
I capelli neri, gli occhi blu, la pelle vellutata, le labbra tese in quel sorriso allegro.
Era sicuro che quella era la persona giusta per Hanamichi.
Ci avrebbe fatto un pensierino anche lui che era etero!
Arrossì quando si accorse che l'altro attendeva che parlasse.
"Scusi..." disse scostando gli occhi da quelle gambe lunghe, fasciate dai jeans scuri.
Akira scosse le spalle "Sono abituato ad essere fissato..." disse tranquillamente e Mitsui non dubitò nemmeno per un momento che stesse mentendo "...e ti prego dammi del tu"
Hisashi annuì prima di prendere di tasca una fotografia e porgergliela.
Il ragazzo seduto davanti a lui allungò la mano ed esaminò il ragazzo sorridente che vi era ritratto.
"Quanto è alto?" chiese tranquillamente.
Mitsui sollevò un sopracciglio sorpreso da quella domanda "Un metro e novanta" mormorò.
"Hmm..." mormorò appena il moretto facendo scivolare gli occhi sul corpo del giovane dai capelli rossi.
"Bhe se mi fai sapere dove ha lavorato prima e mi dai qualche referenza posso passare la foto al capo." Disse sollevando il capo per fissare Hisashi.
"Ehhh?" chiese questi senza capire.
"Guarda con il corpo che si ritrova non avrà nessun problema a farsi assumere qui." Gli garantì il ragazzo dalla strana capigliatura.
Mitsui lo fissò incredulo per mezzo secondo prima di cominciare a ridere.
Akira lo guardò senza capire mentre il moretto davanti a lui continuava a ridere come un matto tenendosi lo stomaco con una mano.
Il gigolò seduto oltre la scrivania lo fissò, attendendo perplesso, finchè il moretto non riuscì a riprendere fiato ed ad asciugarsi una lacrima sfuggitagli lungo la guancia.
"Lui è il cliente" riuscì a dire con voce ancora un po' provata dal troppo ridere.
Gli occhi di Akira scintillarono tornando a posarsi sulla fotografia.
"Oh davvero...?" sussurrò mentre il suo sorriso si tingeva di malizia.
Mitsui perse immediatamente tutta la sua allegria fissando il ragazzo allungare una mano e far scivolare le dita con fare languido sulla fotografia.
Deglutì a vuoto mentre, improvvisamente, nella stanza parve farsi più caldo quando osservò il gigolò faceva scivolare la punta della lingua sulle labbra socchiudendole.
"Ve...vedi" mormorò Mitsui tossicchiando per schiarire la gola improvvisamente roca "Hanamichi compirà venticinque anni questa sera e noi pensavamo di regalargli... bhe... te!"
Sendoh tornò a fissare il suo interlocutore abbandonando la sua aria sorniona per riacquisire il tono gioviale con cui l'aveva accolto e Hisashi tirò un silenzioso sospiro di sollievo.
Cominciava davvero ad avere dubbi sulla sua sessualità!!
"Un regalo di compleanno eh?" disse Sendoh valutando la cosa "Potrei sempre presentarmi coperto solo di panna e con una candelina accesa in mano" valutò facendo salire pericolosamente la pressione al suo interlocutore.
"Esprimi un desiderio...." Mormorò con un tono di voce basso e terrificantemente allusivo.
Mitsui per poco non ebbe un'emorragia dal naso.
"Che ne pensi potrebbe andare?" gli chiese Akira, fissandolo sornione.
Hisashi deglutì a vuoto un paio di volte boccheggiando alla ricerca d'aria.
"Peccato che sia difficile da attuare.." borbottò Sendoh vagliando le varie ipotesi, ignorando l'attacco d'asma del suo cliente, "..bhe almeno di non portarmi appresso la panna e chiedere a lui di spargermela addosso..." continuò a ragionare a voce alta.
Infilò un dito in bocca leccandoselo come se vi stesse togliendo dell'immaginaria panna da sopra "Vuoi assaggiare?" sussurrò fissando Mitsui con occhi roventi.
Hisashi lo fissò con occhi enormi, la gola improvvisamente dannatamente secca e un'unica parola che lampeggiava enorme nel suo cervello: SI!!
Scosse il capo con forza in segno di diniego.
Cominciava a sospettare che Akira stesse cercando di ucciderlo.
Se fosse uscito con un'altra di quelle trovate sicuramente avrebbe fatto un infarto!
Forse dopo che era andato da Hanamichi Akira poteva passare da casa sua...
Scosse nuovamente il capo, con forza, allontanando quel pensiero mentre il porcospino scoppiava a ridere passandosi una mano tra i capelli "Scusa mi sono lasciato prendere la mano dal personaggio!" mormorò "Stavi dicendo?"
Mitsui cercò di fare mente locale mentre tra se e se malediceva i suoi colleghi di lavoro.
Ma perchè Miyagi aveva mandato lui!
Tu sei il più spigliato.
Aveva detto.
E poi l'idea era stata sua... quindi.
"Vedi Hanamichi è un caso un po' particolare..." disse cercando di concentrarsi su un punto dietro le spalle di quella creatura allusiva e provocatoria.
Akira sollevò un sopracciglio sorpreso e Mitsui continuò.
"La sua vita sessuale è... bhe... non è proprio!!" disse il ragazzo scuotendo il capo.
"Vergine?" chiese incredulo Sendoh.
Doveva esserci un errore non poteva trattarsi del ragazzo ritratto nella fotografia!
"Mi stai prendendo in giro?" gli chiese un po' offeso.
Ma Mitsui scosse il capo "Hanamichi è terrificantemente timido quando si tratta di andare... oltre... se hai capito quello che intendo."
Akira lo fissò sorpreso.
"Così avete deciso di regalargli un'amante per farlo sciogliere?" chiese stupito, ottenendo un accenno di assenso.
"E se lui mi rifiutasse?" chiese.
Era sicuro che con un ragazzo simile ci avessero già provato in molti e almeno qualcuno probabilmente non si era fatto scoraggiare al primo 'no', soprattutto visto il premio in palio.
"Insisti." Disse Mitsui deciso "Sono sicuro che conosci dei modi per farlo..." s'interruppe arrossendo "...cedere"
"L'unico problema di Hanamichi è la sua mastodontica insicurezza se tu riuscissi a farlo sentire a suo agio, a farlo sentire desiderato sono sicuro che si lascerebbe andare" spiegò.
"Va bene!" disse Akira alzandosi per dargli la mano "Accetto il lavoro!!"
Mitsui prese la mano dell'altro nella sua stringendola per stipulare l'accordo prima di andarsene.
Alla reception pagò l'acconto e lasciò l'indirizzo di Hanamichi, nonchè il suo, nel caso ci fossero problemi con l'assegno che aveva firmato, al ragazzo che si occupava delle formalità burocratiche, prima di uscire dalla casa per appuntamenti e tirare un sospiro di sollievo.
Il suo sguardo scivolò inevitabilmente sulla mano che aveva stretto quella di Akira e sentì di nuovo quella prepotente scarica elettrica attraversargli la spina dorsale.
Scosse il capo avviandosi verso il posteggio, allontanando le immagini di panna e torte umane che avevano momentaneamente invaso i suoi pensieri.
Lui era etero.
Eterissimo!
Si disse convinto infilandosi nella prima pasticceria e ordinando una confezione di panna spray.

"Arriva domani mattina!" mormorò Miyagi un po' preoccupato.
"Chi arriva domani mattina?" chiese Mitsui, appena rientrato dalla sua 'commissione', avvicinandosi ai suoi colleghi.
Hanamichi che stava parlando con il moretto, si voltò verso di lui "Era ora che arrivassi si può sapere dove sei stato tutta la mattina?" chiese.
Miyagi e Mitsui si scambiarono un sorrisetto d'intesa.
"Ho preso mezza giornata di permesso per andare a prenotare il tuo regalo di compleanno!" gli disse sornione.
Hanamichi divenne improvvisamente fucsia "De...devo andare!!!" esplose a voce troppo alta e troppo in fretta prima di sparire alla velocità della luce dicendo di avere del lavoro da fare.
Miyagi lo osservò defilarsi prima di corrugare la fronte.
"Avremo fatto bene?" chiese dubbioso.
Mitsui annuì convinto "Non riuscirà mai a mettere in piedi una relazione se non perde quella sua assurda paura e poi ti assicuro che Akira scioglierebbe anche l'antartico!!" disse convinto.
"Hey hey passi dalla parte del nemico?" gli chiese malizioso il piccoletto.
Mitsui non ebbe tuttavia il tempo di rispondere che Ayako li raggiunse.
"Ragazzi che fate qui a chiacchierare, filate al lavoro che domani arriva il nuovo capo!!"
"E' domani?" chiese Mitsui impallidendo, ricordandosi che doveva ancora terminare il suo esame sul venduto.
"Già!" mormorò la ragazza cercando di non far cadere le carte che teneva in bilico tra le braccia.
"Chissà che tipo è?" si chiese Miyagi, ripensando con nostalgia al loro precedente dirigente.
"Dicono che sia molto giovane ma una vera volpe della finanza!" raccontò loro Ayako "La società che dirigeva prima di essere assunto qui ha triplicato il suo volume d'affari" disse, rivelando di essersi informata con cura.
"Triplicato?" chiese incredulo Myaghi.
La moretta annuì e Mitsui sospirò "E immagino che per i dipendenti sia triplicato il lavoro" borbottò tetro.
"E' questo il bello!" disse lei che evidentemente si aspettava quell'affermazione "Pare che invece abbia ottenuto questo risultato solo con un paio di cambi di ruolo e alcuni rivisitazioni strutturali!!"
Gli altri due ragazzi la fissarono increduli.
"Speriamo!" mormorò Mitsui prima di salutare gli altri due per tornare alla sua scrivania.

"Mi raccomando Hana!!"
Hanamichi fissò il telefono sospirando.
"Almeno provaci" lo pregò Mitsui.
"Va bene Hisashi..." sussurrò il rossino, il volto in fiamme prima di riagganciare la cornetta.
Mitsui lo aveva appena chiamato per assicurarsi che fosse in casa, vestito, e pronto per accogliere il loro regalo.
Un gigolò.
Hanamichi si sentir venir meno all'idea chiedendosi perchè aveva accettato di farsi fare quel regalo.
In realtà sapeva la risposta.
Era stanco di avere paura.
Ogni volta che incontrava un ragazzo che gli piaceva uscivano insieme, si baciavano e poi.. panico!
Non riusciva ad andare oltre.
Anche i più pazienti dopo mesi di 'no' si erano arresi.
Aveva provato a lasciarsi andare.
Aveva provato persino ad ubriacarsi ma non era servito.
Nel momento in cui la mano del ragazzo di turno s'infilava nei suoi pantaloni lui schizzava via come una molla.
E sì che non era più un bambino!!
Era andato da uno psicologo e questi, dopo avergli spillato un terzo dello stipendio del mese, gli aveva detto quello che già sapeva.
I fallimenti amorosi della gioventù, il colpevolizzarsi per la scomparsa di sua madre, morta di parto, e di suo padre, morto senza che lui riuscisse a salvarlo avevano creato in lui un'immensa insicurezza che sfociava inevitabilmente nella sfera intima impedendogli di sentirsi a suo agio nel momento in cui si trovava solo con il compagno.
Anche il suo dedicarsi anima e corpo al lavoro era da ricondursi semplicemente al suo bisogno di avere delle rassicurazioni sul proprio valore.
Però era stanco di quella situazione!
Era stanco di masturbarsi per riuscire ad avere un orgasmo.
Voleva un rapporto normale.
Per questo aveva accettato l'idea di Mitsui.
Un gigolò.
Con lui si sarebbe sentito meno in imbarazzo.
Avrebbe lasciato che fosse l'altro a fare tutto, a dirgli come doveva comportarsi e sarebbe andato tutto bene.
"Speriamo" sussurrò.
Staccò il telefono in modo che nessuno potesse disturbarlo e poi si diresse in cucina, a buon conto un bicchiere di vino non gli avrebbe fatto male.

"Pronto?" Ayako fissò sorpresa la cornetta del telefono nell'udire la voce del suo interlocutore.
Non conosceva nessuno con un timbro così profondo e vellutato, rimase di sasso quando lo sconosciuto al telefono si presentò come Kaede Rukawa.
Il loro nuovo capo!!
Se aveva un aspetto sensuale anche solo la metà della sua voce doveva essere uno schianto!
Senza perdere tempo in convenevoli il moretto le spiegò che era giunto prima del previsto in città e che voleva approfittare del tempo guadagnato per studiare il bilancio aziendale.
"Oh, sì giusto!" disse Ayako riprendendosi "L'ha stilato stamani Hanamichi Sakuragi, il nostro contabile" disse facendo mente locale.
"Solo che se lo è portato a casa, l'aspettavamo domani" disse corrugando la fronte.
"Allora mi dia il suo indirizzo andrò a prenderlo di persona" disse il moro deciso.
La ragazza gli riferì l'indirizzo assicurandogli che avrebbe provveduto ad avvisare il rossino della sua visita, prima di riattaccare.
"Chi era?" le chiese Kogure sollevando per un momento lo sguardo dal pc acceso.
C'erano ancora molte persone al lavoro quella sera nonostante fossero quasi le otto.
"Il grande capo!" disse "E' arrivato prima" mormorò componendo il numero di Sakuragi per avvertirlo che il boss sarebbe passato da casa sua.
Tuttavia il telefono suonava occupato.
Lanciò un'occhiata a Mitsui e Miyagi al momento, entrambi in ufficio, dato che avevano del lavoro arretrato da finire.
A bene pensarci Hanamichi era l'unico che non ne aveva.
Quel ragazzo lavorava sempre troppo.
Si chiese con chi potesse essere al telefono il rossino dato che i suoi due amici erano entrambi lì ma poi scosse le spalle, l'avrebbe avvisato più tardi.

Il campanello suonò facendo sussultare Hanamichi che aveva invano cercato di rilassarsi guardando la tv.
Lanciò un'occhiata all'orologio.
Le otto.
Mitsui non gli aveva detto a che ora sarebbe dovuto arrivare il suo 'pacco' ma pensava comunque che sarebbe giunto più tardi.
O forse sperava solo di rimandare all'infinito.
Fece un profondo respiro spalancando la porta.

E rimase senza fiato.

Capelli neri, occhi blu, pelle candida, fisico perfetto.

Così gli aveva detto Mitsui.
Ma non era stato onesto.

I capelli della creatura che aveva davanti non erano solo neri.
Erano seta liscia e luminosa dai rilessi blu che si scioglievano in morbide ciocche corvine, leggermente arruffate.
Gli occhi di quell'uomo non erano solo blu.
Erano due oceani in tempesta in cui tenebre turchine si rincorrevano con sfumature violacee e screziature argentee la cui luce era così fredda da divenire incandescente.
La sua pelle non era semplicemente bianca.
Era un manto di leggero velluto lunare su cui i vestiti eleganti scivolavano con grazia sensuale disegnando ombre leggere.
Il fisico di quell'angelo non era perfetto.
Era da infarto!!
I muscoli sinuosi sotto la pelle trasparente, le gambe tornite fasciate dai pantaloni del completo, l'eleganza ipnotica dei suoi fianchi, il petto ampio.
Hanamichi boccheggiò un paio di volte senza riuscire a parlare.

Rukawa parcheggiò la macchina davanti una delle tante casette a schiera avvicinandosi al campanello.
Erano solo le otto sperava di trovare quel Sakuragi in casa così si sarebbe fatto dare la relazione e poi se ne sarebbe andato in hotel.
La compagnia che l'aveva assunto era già una delle migliori del mercato ma lui l'avrebbe resa la numero uno, non aveva tempo da perdere!
La porta dinanzi a lui si aprì e il moretto dimenticò tutti i suoi proponimenti.
Quello non poteva essere Sakuragi.
La ragazza, che sarebbe dovuta diventare la sua segretaria, gli aveva detto che Sakuragi era il contabile della ditta.
Dalla sua scheda personale risultava un lavoratore accanito.
Se l'era immaginato mingherlino, pallido, con gli occhiali e un vestito di seconda mano.
Dunque la divinità abbronzata che aveva davanti NON poteva essere Sakuragi.
Forse gli avevano dato l'indirizzo sbagliato.
Bhe non gli dispiaceva.
Non gli dispiaceva affatto.
Fece scorrere lo sguardo dai leggeri pantaloni di tessuto candido che sfioravano le lunghe gambe tornite, accarezzò con occhi vogliosi i fianchi perfetti salendo a lambire il petto ampio, scultoreo, sfiorato dal tessuto evanescente di una camicia di seta blu lasciata per buona parte aperta, fino ad incontrare quel volto volitivo, incorniciato dai capelli carminio, in cui erano incastonati due occhi di cioccolato fuso.
Poteva proporre ad uno sconosciuto di passare la serata, e possibilmente anche la notte, con lui?
Scacciò quel pensiero imponendosi di trattenere i suoi bollenti spiriti.
Era troppo tempo che non andava con un uomo si rimproverò mentalmente prima che l'occhio gli cadesse sul campanello.
C'era scritto proprio Sakuragi...
"Sakuragi?" chiese perplesso.
"So... sono io" mormorò il giovane rivelando una bella voce calda e un po' roca.
Rukawa notò distintamente le guance del ragazzo velarsi di rosso e si sentì morire.
Dunque quello era davvero il suo contabile!
Un suo dipendente...
Quindi... ai suoi ordini...
Quell'idea gliene fece venire un'altra, vietata ai minori di diciotto.. meglio ventuno... anni, che si affrettò ad allontanare.
Non aveva sgobbato tutti quegli anni solo per finire in prigione con l'accusa di aver abusato di un suo dipendente.
Anche se ne varrebbe decisamente la pena!! Non potè fare a meno di pensare.
Il giovane parve riscuotersi, invitandolo ad entrare.
"Ti... ti aspettavo un po' più tardi" mormorò a disagio il rossino che evidentemente era stato avvertito, dalla sua nuova segretaria, del suo arrivo.
Rukawa tentò di scollare lo sguardo dai glutei che il ragazzo aveva inconsciamente offerto al suo sguardo quando si era voltato per farlo entrare, ignorando il fatto che questi gli avesse dato del tu.
"Vuoi qualcosa da bere?" gli chiese il rossino infilandosi in cucina.
Rukawa annuì distrattamente.
Non capiva perchè il ragazzo fosse così nervoso però avvertiva nell'aria una strana elettricità che, sommata all'aspetto di quella splendida creatura dai capelli rossi, lo stava letteralmente facendo impazzire.
Dovette infilare le mani in tasca per non allungarle ad accarezzarlo quando Sakuragi aprì il frigorifero chinandosi in avanti per prendere una bottiglia di vino.
Il tessuto dei pantaloni aderì alle sue gambe delineando le curve sode dei glutei, la stoffa leggera che lasciava intravedere sotto la sua protezione candida il calore di quella pelle dorata.
L'aria fredda accarezzò il torace del suo giovane dipendente, strappandogli un brivido leggero, facendogli inturgidire i capezzoli, che tesero la seta leggera della camicia, sporgendosi verso di lui come se stessero chiamando le sue labbra.
Rukawa se le morse per non gemere mentre piantava le unghie nei palmi delle mani.
Quel ragazzo era un pericolo pubblico!!
Lo osservò versare il vino in due bicchieri ma nel momento in cui tentò di riempire il secondo la tensione che tendeva i muscoli di quel corpo abbronzato ebbe la meglio.
La sua mano tremò e alcune gocce di vino caddero sulla sua mano e sul tavolo.
Con lentezza esasperante come se tutto il modo d'un tratto avesse trattenuto il respiro e si muovesse al rallentatore Rukawa lo vide guardarsi le dita bagnate di vino rosso.
Lo vide sollevare la mano.
Lo vide portarsela alla bocca.
Vide le sue labbra socchiudersi.
Vide la sua lingua scivolare suadente tra esse.
Vide quella lingua lambire delicatamente le dita dorate.
La vide inseguire una goccia scarlatta tracciando una lenta linea verticale che scese lungo il palmo della mano fino al polso.
Vide le sue labbra schiudersi e succhiare la sua pelle dorata raccogliendo il piccolo rubino alcolico.
Lo vide sollevare il volto e fissarlo con quegli occhi di cioccolato.
Vide le sue guance tingersi di rosso nell'incontrare i suoi occhi sgranati.
Vide quelle ciocche carminio scivolare sulla sua pelle velandone lo sguardo imbarazzato.

Rimase immobile a guardare tutto ciò, mentre la sua mente registrava tutti i particolari.
Rimase immobile senza respiro per quegli interminabili secondi che a lui parvero un'eternità.

Dopo di che perse completamente la ragione.

Hanamichi imprecò mentalmente tra se quando la sua mano tremò troppo forte con il risultato di bagnare di vino le sue dita e il tavolo.
Si portò la mano alle labbra leccando la bevanda mentre cercava le parole per scusarsi.
Possibile che dovesse essere così goffo!
Sollevò lo sguardo imbarazzato e incontrò quei suoi incredibili occhi blu, sgranati.
Bhe certo non doveva capitargli tutti i giorni di avere a che fare con un idiota come lui, pensò mestamente.
Era stata una pessima idea, non avrebbe dovuto dare retta a Mitsui.
Non ebbe il tempo di pensare a nient'altro.
Un paio di labbra vellutate catturarono le sue mentre le mani candide, di quello che lui credeva essere il suo regalo di compleanno, andavano a posarsi sui suoi fianchi attirandolo a se.

Rukawa si aspettava un pugno, quanto meno.
Il fuoco che gli divampava nelle vene si trasformò in un inferno quando invece il suo innocente diavolo gli fece scivolare le braccia intorno al collo, reclinando il capo, per consentirgli di approfondire il bacio.
Lo spinse contro la credenza appoggiando il suo corpo contro quello caldo del compagno, strofinando il ventre contro il suo mentre le loro lingue approfondivano la reciproca conoscenza.
Rukawa si staccò per riprendere fiato facendo scivolare la bocca ad accarezzare la mandibola prima di scendere ad intrappolare il lobo dell'orecchio.
Il ragazzo tra le sue braccia emise un ansito stringendo le dita sul tessuto scuro della sua giacca.
Rukawa lo sentì fremere e sollevò il capo per fissarlo negli occhi.
Ora quelle due polle cioccolato erano striate di tante sfaccettature dorate.
Il rossino lo fissò sperduto e Rukawa sollevò una mano ad accarezzargli una guancia dolcemente.
Questi chiuse gli occhi e il volpino gli coprì nuovamente le labbra con le sue in una carezza dolce, delicata, molto diversa dall'assalto affamato di pochi attimi prima.
Quando si staccò per fissarlo di nuovo il rossino gli sorrise e Rukawa seppe con precisione che era perduto.
"Non.. non so nemmeno come chiamarti" mormorò in imbarazzo il rossino.
"Chiamami Kaede" gli sussurrò il moro accarezzandogli un fianco con dita riverenti.
Hanamichi rabbrividì tendendosi sotto quel tocco, chiudendo gli occhi, abbandonandosi a lui e Rukawa gli si avvicinò di nuovo facendo aderire il proprio corpo al suo prima di riprendere da dove aveva interrotto la sua esplorazione del collo dorato del suo amante.
Il ragazzo tra le sue braccia gemette piano facendo scivolare le mani sotto la giacca del suo completo incontrando il tessuto leggero della camicia mentre Rukawa cominciava a slacciare la sua, la bocca nuovamente scesa a seguire la linea del collo.
"A..aspetta..." ansimò Hanamichi fermandolo.
Per un momento Rukawa ebbe il terrore che avesse cambiato idea.
Sollevò lo sguardo contrariato e rimase ancora una volta senza fiato.
Il suo prigioniero aveva gli occhi lucidi e le labbra gonfie, i capelli spettinati, il segno del suo bacio sul collo.
"Andiamo di là" mormorò il rossino riscuotendolo bruscamente.
Rukawa lo seguì fino all'uscio di una porta chiusa.
Il ragazzo parve esitare un momento dopo di che fece un respiro profondo ed aprì la porta di quella che si rivelò essere la camera da letto.
Il volpino lo prese per mano e lo tirò verso il letto all'occidentale, anche perchè, d'un tratto, il ragazzo sembrava essere pieno di dubbi.
Lo fece sedere sul materasso e gli si mise davanti incorniciando il suo volto con le mani, costringendolo a sollevare il viso per fissarlo "Non farò niente che non vuoi" lo rassicurò.
Il rossino si limitò ad annuire e Rukawa fece un passo indietro liberandosi della giacca e della camicia mentre Hanamichi lo seguiva affascinato, spogliarsi.
Il volpino decise di tenere i pantaloni per il momento, il suo compagno sembrava improvvisamente spaventato e non era il caso di farlo fuggire.
Non riusciva a capirlo.
Perchè abbandonarsi così tra le sue braccia e poi, improvvisamente, provare tanto timore?
Non riusciva a spiegarselo.
Che Sakuragi volesse solo ingraziarselo in fretta e ora si stesse pentendo?
Seppure lo conoscesse solo da pochi minuti scartò quell'idea.
Quegli occhi nocciola non sapevano mentire.
Lui che era cresciuto nel mondo della finanza e della politica riconosceva i bugiardi con una sola occhiata.
E Hanamichi non lo era.
Anzi.
Era la cosa più genuina e innocente che avesse mai incontrato.
Affascinante nel suo candore.
E lui lo desiderava.
Lo desiderava con una determinazione che non aveva mai provato.
Quale fosse il motivo del suo strano comportamento non aveva importanza.
Lo voleva.
Tornò da lui con passo volutamente lento, conscio di essere seguito dal suo sguardo.
Gli passò una mano tra i capelli rossi prima di chinarsi in avanti e baciarlo nuovamente.
Il rossino gli strinse le braccia intorno ai fianchi lasciandosi accarezzare, sciogliendosi, finchè Rukawa non decise che sembrava essersi rilassato abbastanza.
Lo accompagnò dolcemente contro il materasso finchè non ve lo distese completamente sopra stendendosi al suo fianco.
Hanamichi si morse le labbra fissandolo ansioso quando il moretto si staccò dalla sua bocca.
"Rilassati" gli sussurrò il volpino cominciando a slacciargli la camicia.
Il rossino sospirò chiudendo gli occhi lasciando che l'altro lo liberasse dell'indumento leggero.
Sussultò nell'avvertire la bocca del compagno baciargli la gola e poi scivolare più in basso a lambirgli i capezzoli.
Gemette inarcando la schiena mentre il respiro gli diventava pesante "Kaede.." sussurrò.
"Shhh..." sussurrò il suo amante sfiorandoli la pelle accaldata con il respiro accelerato mentre faceva scendere una mano a slacciagli il bottone dei pantaloni.
Hanamichi si tese improvvisamente, agitandosi sotto di lui e Rukawa sollevò lo sguardo incontrando quello sgomento del rossino.
Lasciò che le sue mani tornassero a posarsi sui suoi fianchi fissandolo.
"Che cosa c'è?" gli chiese perplesso.
"Io..." Hanamichi arrossì distogliendo lo sguardo ma il volpino non si diede per vinto mettendogli una mano sotto il mento e costringendolo a voltare il capo per scrutare con attenzione quei due pozzi scuri improvvisamente sfuggenti.
Corrugò la fronte quando vi lesse dentro desiderio, passione ma soprattutto paura.
"Perchè hai paura di me?" gli chiese dolcemente il volpino chinandosi a sfiorargli la guancia con un bacio.
"Non ho paura di te" mormorò il rossino a disagio "Ho paura di.. di fare.."
Scosse il capo rassegnato non riusciva nemmeno a pronunciare la parola.
Eppure credeva che con lui ci sarebbe riuscito.
Con lui per la prima volta si era lasciato davvero andare.
Per la prima volta si sentiva al sicuro.
Ma quando aveva sentito le sue dita leggere sfiorargli l'inguine nel sfilare il bottone dei pantaloni dall'asola...
D'un tratto tutte le sue incertezze lo avevano sommerso soffocandolo.
E se una volta visto nudo quell'angelo splendido avesse riso di lui?
O se peggio l'avesse guardato con sufficienza.
Se avesse sbagliato qualcosa?
Se lo avesse deluso?
Rukawa lo fissò sorpreso "E' la prima volta?" chiese.
Hanamichi arrossì fino alla radice dei capelli stringendo con forza le labbra nel notare quel suo tono incredulo.
Si sentì nuovamente inadeguato e a disagio.
Stava per alzarsi e supplicarlo di andarsene quando una mano gentile gli sfiorò la guancia e due labbra morbide si posarono sul suo naso per poi scendere a baciargli le labbra.
"Ne sono onorato" sussurrò quella bocca gentile a pochi centimetri dalla sua.
"Cosa?" balbettò Sakuragi spalancando gli occhi.
"Sono onorato di essere il primo" gli sussurrò dolcemente Rukawa sfiorandoli nuovamente le labbra con le sue.
Hanamichi fissò incredulo quello sguardo scintillante e il suo sorriso. Il moretto gli posò una mano sul petto all'altezza del cuore ascoltandone il tamburellio furioso.
"Non aver paura" sussurrò mentre la sua mano scivolava piano sull'addome del ragazzo fino alla cintura dei pantaloni.
Rukawa gli chiuse le labbra con le sue distraendolo con il gioco sapiente della sua lingua mentre abbassava la cerniera dei pantaloni.
Il rossino gli allacciò le braccia attorno al collo, perso nelle sensazioni di piacere che quella bocca sapeva dargli, cominciava a lasciarsi andare quando avvertì la mano del volpino scostare l'elastico dei boxer e le sue dita scivolare sotto di essi.
Si tese mugolando ma Rukawa non si fermò questa volta continuando a scendere finchè non lo strinse tra le dita.
Solo allora lasciò andare la bocca del giovane e lo fissò negli occhi.
Strinse delicatamente la presa e lo vide inarcarsi.
"Va tutto bene..." lo rassicurò Rukawa cominciando a far salire e scendere la mano sul suo sesso.
Il ragazzo oggetto della sua carezza si tese ansimando e il moro sorrise tra se quando lo vide inconsciamente allargare le gambe per permettergli di muoversi con più libertà.
Il volpino riprese a costellargli il volto di baci prima di scendere ancora una volta ad assaporare il suo petto mentre i gemiti del ragazzo salivano sempre più in fretta, spezzati sempre più spesso dai respiri veloci.
Rukawa usò la mano libera per slacciare i propri pantaloni e poi prese quella di Hanamichi accompagnandola al loro interno.
Lentamente il rossino cominciò ad accarezzarlo seguendo il ritmo impostogli dalla mano che ancora teneva la sua, sentire i lamenti del suo compagno gli diede coraggio e cominciò a farsi più intraprendente.
Rukawa non riuscì a trattenere un gemito quando Hanamichi cominciò ad accarezzarlo seguendo un proprio ritmo, lasciò la sua mano alla sua dolce tortura e lo afferrò per il capo baciandolo con passione mentre le sue dita prendevano a spingere con urgenza.
Il corpo di fianco al suo cominciò a tremare mentre la mano sul suo sesso perdeva la presa.
Il rossino lanciò un urlo inarcandosi violentemente imbrattando le dita del moro di sperma e questi per poco non venne a sua volta nel vederlo così, completamente privo di controllo, i pantaloni e i boxer bianchi, abbassati, che sembravano essere lì a posta solo per sottolineare la peluria rossa del suo pube e quella pelle abbronzata, tesa, bollente, che al fine si liberava contraendosi.
Hanamichi socchiuse le palpebre, che aveva stretto nel momento in cui la luce era diventata accecante, e guardò meravigliato il suo amante.
Rukawa lo fissava affascinato.
"Sei così candido" mormorò allungando una mano per sfiorargli una gota "Ho quasi paura di sporcarti" sussurrò.
Hanamichi arrossì furiosamente e Kaede rise sommessamente alzandosi dal letto per liberarsi dei pantaloni e dei boxer.
Il rossino rimase senza fiato di fronte a quella splendida bellezza.
E la sua tinta toccò violentemente quella dei capelli quando si accorse che il suo amante era ancora eccitato.
Il moro torno versò il letto fissandolo con occhi roventi e Hanamichi sentì il proprio cuore partire a razzo mentre la sua mente sussurrava "Ci siamo".
Avrebbe davvero fatto l'amore con quella creatura meravigliosa apparentemente così fredda eppure così dolce con lui.
Rukawa si sedette sul letto e lo liberò di pantaloni e boxer gettandoli a terra, prima di avvicinarsi a lui.
A differenza di quello che si aspettava però Rukawa non si stese su di lui ma rimase immobile a fissarlo.
Sotto quello sguardo incandescente Hanamichi sentì il proprio corpo bruciare e inconsciamente cercò di coprirsi con il lenzuolo.
Il volpino tuttavia gli bloccò il polso con la mano "Non farlo" sussurrò.
"Io... mi sento a disagio se mi guardi" mormorò il ragazzo sfuggendo i suoi occhi.
"Perchè?" gli chiese paino il volpino avvicinandoglisi di più e afferrandolo per il mento.
"So.. sono brutto.." balbettò il rossino.
Rukawa sollevò un sopraciglio prima che il suo sguardo diventasse cupo.
"Chi ti ha detto questo?" chiese gelido.
Il rossino scosse il capo "Nessuno.. lo so.." mormorò.
"Do'hao" sussurrò il moro scivolandogli sopra "Tu sei la cosa più bella che io abbia mai visto" gli soffiò sulle labbra strofinando il proprio ventre nudo contro quello del compagno.
"Lo senti?" gli chiese con voce roca spingendo la propria virilità contro quella del rossino.
Hanamichi ansimò spalancando gli occhi quando la scarica elettrica che seguì quel contatto gli attraversò prepotentemente la spina dorsale.
"Sei tu che mi fai quest'effetto.." mormorò Rukawa ripetendo la carezza, intrappolandogli un fianco con la mano quando il ragazzo cercò di ritrarsi.
"Lasciati andare..." lo pregò piano "Fidati di me..." Hanamichi lo fissò negli occhi scuri e poi annuì piano.
Il volpino si mosse di nuovo contro di lui e Sakuragi dovette mordersi le labbra per trattenere un sussulto.
Sentiva il suo corpo pulsare sotto le mani del compagno che aveva ripreso ad accarezzarlo.
Non riusciva a pensare, avvertì la lingua di Rukawa chiedergli accesso alla bocca e lo lasciò entrare mentre le sue mani cominciavano ad esplorare lentamente quella pelle di seta.
Rukawa continuò a baciarlo mentre una mano scivolava ad accarezzargli la coscia, delicatamente lo costrinse ad aprire le gambe per lui in modo da consentirgli di sistemarglisi meglio in mezzo.
Smise di baciarlo solo quando sentì che era abbastanza rilassato, concedendosi di scendere a baciare quella pelle dorata mentre sentiva le sue mani farsi più curiose, le sue dita delineare i contorni dei suoi muscoli.
Stava impazzendo.
La sua mano si separò dal corpo del rossino arrancando accanto a loro finchè non trovò quello che stava cercando.
Prese il cuscino e lo portò accanto al corpo del suo amante.
"Alza il bacino" gli sussurrò nell'orecchio.
Il rossino fece quanto gli veniva, così sensualmente, ordinato e il volpino gli mise il cuscino sotto la schiena in modo da farlo stare più comodo.
Hanamichi arrossì fissandolo imbarazzato trovandosi in quella posa inequivocabile e Kaede gli sorrise malizioso.
"Tutto ok?" gli chiese.
Il rossino annuì con le gote in fiamme non fidandosi della sua voce e Rukawa sollevò una mano accarezzandogli le labbra lentamente con le dita, disegnandone i contorni.
Hanamichi trattenne il fiato prima di socchiudere le labbra ed accoglierle in bocca mentre il moretto socchiudeva gli occhi godendosi quell'immagine sensuale.
L'erezione tra le sue gambe cominciava ad essere insopportabile ma non poteva dare sfogo al suo piacere.
Doveva aspettare se non voleva perderlo ancora prima di averlo, Hanamichi si stava lasciando andare, si stava fidando...
Sussultò quando sentì la mano del rossino scivolargli tra le cosce, infilandosi tra i loro corpi e cominciare ad accarezzarlo.
"Hana..." ansimò senza riuscire tuttavia a trattenersi dallo strofinarsi contro di lui.
Ritrasse le dita dalle sue labbra poggiandogli le mani sui fianchi e con un colpo di reni invertì le loro posizioni.
Hanamichi lo fissò sorpreso ma Rukawa gli sorrise "Continua a toccarmi" mormorò sollevando i fianchi per incontrare la sua mano.
Il rossino riprese lentamente la sua carezza mentre le mani che ancora lo tenevano per i fianchi scendevano a racchiudergli i glutei in una presa possessiva.
Hanamichi sentì il primo dito scivolare tra loro, massaggiandolo, prima che con lentezza Rukawa lo penetrasse.
Si tese con un ansimo, inarcandosi sul corpo sotto il suo, mandando a sbattere con violenza l'inguine contro il sesso teso del compagno, strappando un gemito di piacere ad entrambi.
Rukawa aggiunse un secondo dito al primo e nuovamente il corpo del suo amante si tese violentemente.
Lo sentì irrigidirsi e gli cercò le labbra incatenando le loro lingue e i loro occhi.
Si separarono dopo poco, fissandosi ansimanti "Non fermarti ora" mormorò Rukawa alzando i fianchi per strofinarli contro quelli del rossino.
Questi ansimò pesantemente e Rukawa fece una cosa che lo lasciò senza fiato, allargò le gambe e inarcò la schiena spingendo i propri glutei contro il sesso teso del rossino.
Se aveva qualche dubbio sull'aver ben inteso le intenzioni del compagno questi sparirono nel momento in cui il volpino sussurrò: "Prendimi" sottolineando la sua affermazione con una pressione delle dita dentro il corpo del ragazzo su di lui.
Hanamichi strinse la mano sul suo sesso ormai allo spasimo e prese ad accarezzarlo con forza mentre la sua mente veniva annebbiata dal medesimo movimento delle dita del compagno nel suo corpo.
Rukawa venne inarcandosi e Hanamichi ormai perduto, lo penetrò con un'unica spinta dei fianchi.
Le mani sul suo corpo si contrassero e il rossino si bloccò fissando sgomento il ragazzo sotto di se.
Il volpino però socchiuse le palpebre fissandolo con occhi lucenti "Bada bene solo per questa volta" gli sussurrò chiudendogli prepotentemente la bocca con la sua mentre aggiungeva un terzo dito ai primi due prendendo ad affondare dentro di lui con forza, spingendogli allo stesso ritmo i fianchi contro il proprio bacino.
Ormai completamente privo di controllo Hanamichi cominciò ad affondare in quell'antro accogliente mentre le dita candide del suo amante violavano il suo corpo e il suo ventre strofinava al ritmo delle spinte sempre più forti contro quello del volpino.
Hanamichi venne per la seconda volta con un grido inarticolato mentre il piacere trapassava il suo corpo con un tremito che lo lasciò esausto.
Si accasciò contro il moretto che lo liberò delicatamente delle dita prima di stringerli i fianchi tra le mani.
Hanamichi scivolò delicatamente fuori di lui e Rukawa invertì nuovamente le loro posizioni montandogli sopra fissando divertito il suo viso sconvolto.
"Ancora spaventato piccolo?" gli chiese malizioso chinandosi a mordicchiargli le labbra.
Hanamichi lo fissò ricambiando il sorriso "No" mormorò.
"Bene..." sussurrò Rukawa allargandogli le gambe e posizionandosi tra esse "...allora che ne diresti di perdere questa tua verginità?"
Hanamichi allungò le braccia cingendogli le spalle, cercandogli le labbra e Rukawa lo baciò dolcemente premendo il proprio sesso contro l'apertura ammorbidita dal suo sapiente lavoro.
Lo sentì trattenere il fiato e gli accarezzò una guancia dolcemente "Andrà tutto bene" lo rassicurò prima di spingersi dentro di lui.
Sakuragi urlò inarcando la schiena e Rukawa si immobilizzò dandogli il tempo di abituarsi a quella situazione mentre la sua mano destra scivolava tra i loro corpi prendendo ad accarezzare il membro del rossino.
"Rilassati tra poco andrà meglio" gli sussurrò rassicurante.
Hanamichi annuì piano, la mandibola contratta dal dolore.
Il volpino si mosse piano e lo sentì tendersi di nuovo sotto di lui.
Gli cercò le labbra con le sue attendendo di sentire quella carne bollente che lo stringeva, rilassarsi.
Era così stretto e caldo che dubitava di poter trattenere per molto il proprio istinto che gli gridava di affondare con forza.
Lo baciò con passione mentre aumentava la stimolazione sul suo sesso e lentamente lo sentì cedere.
Cominciò a muoversi ignorando i suoi lamenti di dolore, alle prime spinte, finchè non trovò l'angolazione giusta e allora lo vide spalancare gli occhi e gemere con tutta la voce che aveva.
Riprese a massaggiare il suo sesso affondando allo stesso ritmo delle sue carezze finchè non lo sentì contrarsi violentemente sotto di se.
La sua mano venne nuovamente ricompensata con il suo getto caldo mentre anch'egli si liberava dentro di lui.

Rukawa osservava il rossino dormire placidamente tra le sue braccia, le gote ancora leggermente arrossate, le labbra socchiuse e i capelli spettinati ad accarezzargli le palpebre socchiuse.
Il letto era un disastro.
Rise tra se, poco propenso ad addormentarsi.
Lui che dormiva in continuazione nonostante la stanchezza si sentiva troppo felice per cedere al sonno.
Non si era mai sentito così...vivo.
"Eri ben nascosto ma alla fine ti ho trovato lo stesso" sussurrò passandogli dolcemente una mano tra i capelli rossi.
Non aveva mai creduto alla storia dell'anima gemella.
Fino a quel momento.
Ora che fissava quell'angelo dormire placidamente accoccolato tra le sue braccia aveva cambiato idea.
Il suono del campanello lo riscosse dai suoi pensieri.
Lanciò uno sguardo alla sveglia che segnava le dieci e tre quarti.
Chi poteva essere a quell'ora?
E se Hanamichi aveva un fidanzato?
No, era da escludere.
Lo conosceva da poco ma era certo che non era quel genere di persona.
Inoltre lui era stato il primo.
Tuttavia ciò non voleva dire che non ci fossero altri che avevano notato quel rubino tra i sassi e il ripetersi del suono del campanello gli riconfermò quell'ipotesi.
Hanamichi mugolò agitandosi nel sonno e Rukawa decise che era il caso di andare ad avvertire il seccatore che non aveva nessuna intenzione di lasciare andare il rossino ora che l'aveva avuto.
Raccolse i pantaloni e con solo quelli addosso spalancò l'uscio prima che lo scocciatore potesse svegliare il suo amante.
Dinanzi a lui stava un bel ragazzo con un enorme bottiglia di champagne tra le mani.
"Ops.." mormorò Sendoh fissando il foglietto che l'agenzia gli aveva dato con l'indirizzo del rossino.
"Forse ho sbagliato indirizzo, cercavo Hanamichi" disse confuso controllando la targhetta sotto il campanello.
Il nome corrispondeva.
Tuttavia il moretto che lo fissava come se volesse scuoiarlo non era certamente il suo rossino dal sorriso solare.
"Hn... sta dormendo che vuoi?" gli chiese serafico il moro cercando di trattenersi dal mandarlo al diavolo e sbattergli la porta in faccia.
Akira passò lo sguardo sul corpo del moro notando i capelli arruffati, le guance velate di rosso, gli occhi lucidi e... qualcosa che macchiava inequivocabilmente i suoi pantaloni scuri.
"Oh..." sussurrò malizioso "Immagino perchè sta dormendo" disse appoggiandosi languidamente all'uscio "Sembra che io non serva più allora"
Rukawa sollevò un sopracciglio sorpreso e Akira che ormai aveva capito che il suo incarico era sfumato sorrise spiegandogli a somme linee come stavano i fatti prima di scuotere le spalle e fissare la bottiglia di vino.
"Questa non mi serve più ora.." borbottò, prima che un sorrisetto divertito gli incurvasse le labbra, aveva una mezza idea di cosa farne.
Se ne andò salutando con la mano mentre Rukawa tornava in camera da letto.
Ora aveva la risposta alle sue domande.
Hanamichi era convinto che LUI fosse il gigolò.
Quindi non sapeva che lui era il suo capo.
La cosa era divertente.
Aprì la porta della camera da letto e rimase appoggiato allo stipite ad osservare il ragazzo addormentato, il corpo bronzeo abbandonato tra le lenzuola candide, il volto appoggiato ad un cuscino che si era premurato di mettergli sotto il capo prima di andare ad aprire.
Cercò la propria giacca e prese il cellulare.

Hanamichi socchiuse le palpebre quando qualcosa di fresco e vellutato gli accarezzò il volto.
Rukawa gli sorrise allontanando la rosa dal suo viso e il rossino fissò il bocciolo rosso sorpreso.
"Quella da dove spunta?" chiese curioso mentre Rukawa usava il fiore per sfiorargli gli addominali scolpiti.
"Hn... mentre dormivi le ho ordinate" mormorò il volpino scendendo ad accarezzargli l'inguine.
Hanamichi gemette chiudendo gli occhi, inarcando la schiena e Kaede decise che le spiegazioni potevano attendere.

Hanamichi si svegliò solo il mattino successivo quando la sveglia prese a trillare allegra.
Aprì gli occhi stiracchiandosi con un sorriso.
Aveva dormito quanto?
Due ore... forse... pensò arrossendo.
Però si sentiva benissimo.
Notò una busta sul comodino e la rosa rossa posata su di essa.
Quella stessa rosa che Kaede aveva usato per torturarlo a lungo.
Arrossì violentemente prendendo la lettera.
Poche parole con una calligrafia elegante e lineare:
<Mi piacerebbe godermi lo spettacolo del tuo risveglio ma devo andare.
Vengo a prenderti per pranzare.
E non accetto un no.
Kaede>
Hanamichi sorrise portandosi il foglio alle labbra.
Dunque non si era sbagliato.
Anche lui voleva rivederlo!
Allora non l'aveva sentita solo lui quella sensazione speciale che li aveva legati.
Non era solo passione.
Si alzò canticchiando felice, fece una doccia e indossò il completo scuro che aveva mandato in tintoria la settimana prima.
Quel giorno in ufficio sarebbe giunto il grande capo.
Doveva fare una bella impressione.
Anche se al momento la cosa gli interessava veramente poco.
Era troppo felice!!
Spalancò la porta della camera da letto deciso ad andare in cucina per fare colazione ma rimase bloccato sulla soglia, senza fiato.
Tutto il suo appartamento era ricoperto di rose rosse.
Non c'era angolino che un vaso di quei boccioli rossi lasciasse libero.
Sentì le lacrime pungergli gli occhi ma le ricacciò notando sul tavolino un'unica macchia bianca.
In mezzo a quella marea rossa un giglio bianco poggiava su un'altra busta.
L'aprì curioso.
<Sai cosa dice la prima legge del marketing?>
Hanamichi corrugò la fronte confuso.
La prima legge del marketing?
<Il cliente ritorna se lo si 'soddisfa completamente'>
Hanamichi divenne rosso come un'aragosta mentre immaginava gli occhi blu di Kaede tingersi di malizia mentre scriveva quelle parole.
<Buon Compleanno Amore.
Kaede>
"Stupida volpe" borbottò, ridacchiando imbarazzato, prima di dirigersi in cucina per fare colazione.

Giunse in ufficio in perfetto orario.
Ayako e Miyagi gli dissero che il grande capo non era ancora arrivato e il rossino annuì con un sorriso ebete che non sfuggì ai due.
"Che hai combinato stanotte?" gli chiese maliziosa la moretta.
Miyagi rise soddisfatto vedendo il suo amico arrossire, evidentemente l'idea di Mitsui non era stata così malvagia.
"Sta arrivando!" avvertì loro Hikoichi riattaccando la cornetta del telefono.
Il portiere lo aveva appena avvisato che la volpe aveva preso l'ascensore.
Tutti si diressero alle loro scrivanie mentre Miyagi si guardava intorno preoccupato.
Mitsui ancora non si era ancora visto.
Non fece in tempo a pensarlo che un trafelato e alquanto in disordine Hisashi si accasciò sulla sua poltrona con un sospiro, cercando di riassettarsi la giacca mentre borbottava qualcosa a proposito di certi porcospini che ubriacavano la gente per approfittarsene.
"A proposito!" disse mentre cercava di farsi il nodo alla cravatta "Dov'è Hana?"
Miyagi lo fisso corrugando la fronte "Alla sua scrivania come al solito, perchè?" chiese perplesso non riuscendo a seguire il ragionamento dell'amico.
Ma l'altro non ebbe modo di rispondergli che la porta principale si aprì e il loro nuovo boss entrò attirando tutti gli sguardi su di se.
Tutti, tranne quello di Mitsui, che invece stava fissando Hanamichi, che guardava con occhi enormi il suo 'gigolò'.
"Buongiorno" salutò gelido Rukawa, Mitsui tuttavia notò distintamente il suo sguardo addolcirsi nel posarsi sul suo amico dai capelli rossi.
"Sono Kaede Rukawa e da oggi in poi questa multinazionale è sotto al mia direzione. Imparerete presto che pretendo lavoro serio e preciso ma che so anche ricompensarlo. Farò di questa società la numero uno del mercato. Da oggi in poi la parola d'ordine qui dentro sarà: completa soddisfazione del cliente!" disse deciso e nessuno notò Hanamichi sussultare, presi com'erano dal carisma del loro nuovo leader.
"E adesso tutti al lavoro!!" ordinò Rukawa.
"Sakuragi nel mio ufficio!" comandò spalancando la porta della stanza.
Nessuno trovò la cosa strana dato che, in quanto contabile dell'azienda, Hanamichi aveva avuto il compito di redigere il bilancio ed era certamente il più informato sulla situazione economica della multinazionale.
Tuttavia Mitsui non riuscì dal trattenersi dal ridacchiare quando la porta si chiuse alle spalle dei due.
"Perchè ho l'impressione che tu sappia qualcosa che noi non sappiamo?" chiese Miyagi corrucciato.
C'era qualcosa che non gli tornava.
Qualcosa nello sguardo che Hanamichi e il loro nuovo capo si erano lanciati un secondo prima che la porta si chiudesse.
"Perchè è effettivamente così!" fu la tranquilla risposta di Mitsui che incrociò le braccia sulla scrivania e vi sprofondò la testa "Ma ve lo racconterò dopo. Tanto quei due ne avranno per un bel po'..." mormorò assonnato chiudendo gli occhi bofonchiando un ultimo: "Maledetto Akira" prima di addormentarsi.

Fine




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