Questa è la mia prima fic (con tanto di lemon),
come sono emozionata. Siate clementi e scrivetemi cosa ne pensate!!!
La paura di amare
Parte II
di Linras
Erano in viaggio già da
diversi mesi e niente era cambiato: ogni giorno venivano attaccati da demoni
mandati da Gyocumenkoshu, Gojyo e Goku continuavano a litigare o a mangiare,
Sanzo leggeva il giornale e ogni tanto picchiava i due disturbatori della
quiete con il suo harisen e Hakkai guidava la jeep, assorto nei suoi
pensieri. Tuttavia Sanzo si era subito accorto che qualcosa non andava. I
due ragazzi, che lui si ricordava legati da una forte amicizia, adesso si
parlavano appena e non si guardavano neppure. Inoltre Sanzo aveva notato che
Hakkai si comportava in maniera strana la sera: sorrideva in maniera sempre
più forzata, toccava appena il cibo e quando era ora di ritirarsi nelle
proprie stanze, impallidiva vistosamente. Però non sempre accadeva così: se
dovevano dormire nella stessa stanza oppure erano costretti ad accamparsi
all’aperto, il giovane sembrava molto più rilassato e sereno. Sanzo non
riusciva a capire che cosa potesse essere accaduto. Gojyo era sempre lo
stesso: chiacchierone, seduttore. Corteggiava tutte le belle ragazze che
incontravano anche se naturalmente non riusciva mai a ottenere nulla.
Aspetta un attimo: naturalmente?! Come mai, anche quando avevano la stanza
singola Gojyo non tentava di portarsi in camera una bella ragazza? Il Gojyo
che conosceva non avrebbe di certo esitato! Sanzo scosse la testa
preoccupato: quella sera avrebbe tentato di parlare con Hakkai e se non
avesse ottenuto alcuna risposta, bé, non erano affari suoi. Era già
abbastanza impegnato a tenere a bada la sua scimmia!
Quella sera, mentre si
avviavano a una locanda, dopo aver cenato, approfittando della confusione
creata dalla ennesima lite tra Gojyo e Goku, Sanzo si avvicinò ad Hakkai.
“Va tutto bene?” chiese
bruscamente.
Hakkai si scosse
violentemente dai suoi pensieri e impallidì.
“Ma certo!” si affrettò a
rispondere, meravigliato della preoccupazione letta negli occhi del monaco.
“Sono solo un po’ stanco, tutto qui!” cercò di convincerlo, ma con poca
convinzione.
Sanzo lo guardò indeciso
se insistere, poi altrettanto bruscamente aggiunse: “E allora cerca di
riposarti!”
E la conversazione
terminò. Hakkai osservò il monaco, adesso impegnato a sedare a suo modo la
lite fra Goku e Gojyo. Avrebbe desiderato tanto poter parlare con qualcuno
dei suoi problemi ma aveva paura di venir disprezzato per la sua debolezza e
adesso non avrebbe sopportato di perdere anche l’amicizia con Sanzo. Poi i
suoi occhi si spostarono sul demone dai capelli rossi, intento a lamentarsi
per la botta in testa che Sanzo gli aveva appena dato. Quanto lo amava e al
tempo stesso odiava: notte dopo notte il loro rapporto era diventato ancora
più violento, come se a Gojyo non bastasse più il suo corpo ma volesse
qualcos’altro, ma fosse però incapace di ammetterlo. E allora si divertiva a
tormentarlo, ad eccitarlo fino al limite per poi lasciarlo insoddisfatto,
facendogli implorare di continuare a toccarlo, di portare a compimento le
promesse che quelle mani e quella bocca formulavano sul suo corpo.
Improvvisamente si accorse che erano arrivati alla locanda e rabbrividì
notando un veloce lampo malizioso negli occhi di Gojyo. Ti prego, non
ancora, no! Ma sapeva che niente sarebbe cambiato, anche quella sera avrebbe
atteso il demone seduto sul suo letto, timoroso do perderlo e al tempo
stesso impaurito da cosa gli avrebbe fatto.
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Deve essere successo
qualcosa fra quei due, pensò Sanzo. Non ho mai visto Hakkai impallidire a
quel modo. E lo sguardo di Gojyo cosa significava? Forse dovevo insistere di
più con Hakkai, oppure è meglio che parli con Gojyo? No, no, è così stupido
che non capirebbe nemmeno a cosa mi riferisco. E poi, la mia, è solo
un’idea, forse ho solo frainteso la situazione, anche se non ci credo
troppo. Se è veramente ciò che penso, devo fare qualcosa per evitare che la
situazione degeneri ancora di più. Hakkai sta tremando: ultimamente è stato
sempre più assente anche durante i combattimenti, se continua così finirà
per ferirsi e non possiamo permettercelo. Certo che non è affatto fortunato
in amore: prima sua sorella che si è suicidata davanti ai suoi occhi, ora il
suo migliore amico. Si, devo parlargli. Però cosa gli dovrei dire? Che lo
capisco?! In questo modo finirei per rivelargli ciò che ho tenuto segreto
nel mio cuore per tutto questo tempo e che così difficilmente ho accettato.
Il mio peccato più grande perché non solo sto disubbidendo alle leggi del
mio ordine ma anche agli insegnamenti del mio maestro. Gli dei mi sono
testimoni degli sforzi che ho fatto per soffocare quel sentimento indefinito
che si era impadronito del mio cuore, ma inutilmente. E adesso è il mio
tesoro, la cosa più sacra che ho e che non voglio perdere. Quando guardo
Goku, tutti i fantasmi del mio passato spariscono e io mi sento finalmente
vivo e libero. Lo amo per quella sua spontaneità, ingenuità che rasenta
quasi la stupidità. E se non glielo mostro è solo perché è troppo presto,
ora è ancora un bambino e non capirebbe. Inoltre voglio che sia lui a
scegliere, per la prima volta nella sua vita non voglio impormi nella sua
esistenza e voglio lasciarlo libero di percorrere la sua strada sperando che
mi desideri accanto a se.
Accidenti, quando penso a
Goku, mi dimentico tutto il resto. Ho deciso, tenterò di parlare con Hakkai
di nuovo, senza quei due stupidi fra i piedi.
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Era notte fonda e nel
cortile della locanda Hakkai, seduto per terra, contemplava da solo il cielo
stellato. Improvvisamente sentì un rumore dietro di lui e voltandosi vide
Sanzo che gli si avvicinava. Stupito, tentò di asciugare le lacrime che gli
solcavano il viso ma dallo sguardo preoccupato del monaco capì che le aveva
già notate. Sanzo si lasciò cadere accanto a lui e poi stancamente cominciò
a parlare.
“Hakkai, non puoi
continuare ad andare avanti così. Forse non sono la persona adatta con cui
parlare, però puoi contare su di me.”
Hakkai guardò il monaco,
ancora più sconcertato. Cosa fare? Ormai non ce la faceva più a mentire a
tutti, però se Sanzo non avesse accettato ciò che era diventato? Se lo
avesse disprezzato?
“Hakkai, ti puoi fidare
di me!” disse Sanzo come se gli avesse letto nel pensiero.
A quella affermazione il
demone non riuscì più a trattenere le lacrime e tra i singhiozzi raccontò
all’amico quello che era successo negli ultimi mesi.
“Io…non so più cosa
fare!” esclamò tristemente.
Il monaco non rispose.
“Dimmi la verità…ti
faccio schifo.”
“Cosa?!”
“”Il fatto che sono
omosessuale e subisco passivamente….”
“Smettila Hakkai! Mi
offendi se pensi così!”
Rimasero in silenzio
qualche minuto. Il bonzo stava cercando nella sua mente qualcosa per
consolare l’amico ma Hakkai fraintese il significato di quell’attesa.
“Mi dispiace” disse con
un filo di voce, “non volevo caricarti anche dei miei problemi. Oltretutto
non credo che tu possa capire: sei pur sempre un monaco. Dimenticati tutto
quello che ho detto!”
“Insomma Hakkai,
finiscila di preoccuparti per tutti e lasciati aiutare per una volta.
Specialmente per il fatto che posso capirti pienamente!”
“Sanzo?! Non mi dirai che
anche te …”
“Esatto. Però sono
contento che non se ne sia accorto nessuno.”
“E che sarebbe lo
sfortunato?” sorrise Hakkai.
“Non lo immagini?”
“Goku?!” Hakkai era senza
parole.
“Esatto! Ma torniamo a
noi. Io non sono convinto che Gojyo non provi niente nei tuoi confronti,
altrimenti non si spiegherebbe come mai non abbia più nemmeno sfiorato una
donna dall’inizio del viaggio. Forse ha paura, come te, di essere respinto.”
Sanzo alzò il volto e
guardò le stelle.
“Dovresti provare a
parlarci…da solo! So che non è facile ma dovreste chiarirvi. Facciamo così:
domani sera, cercherò di portarmi via la scimmia in modo che possiate
discutere tranquillamente.” Lo guardò dritto negli occhi, “e adesso vai a
dormire, sei stanco.”
“Grazie Sanzo!” disse
Hakkai allontanandosi.
Il monaco osservò il
cielo per l’ultima volta prima di rientrare anche lui: uno sguardo di sfida
verso gli dei che li avevano messi in quella orribile situazione!
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