Prima fic per il White Day che scrivo, speriamo che venga bene. Intanto Miharu mi sembra più ooc del solito. Auguri a tutti!


La nostra prima volta

di Hymeko

Miharu si affacciò alla finestra, sospirando. Era passato un mese, dall'ultima volta che aveva visto Yoite. Da allora non una parola, non un cenno di vita, nessuna notizia.
'Speriamo che stia bene...'
Era un po' preoccupato, le sue condizioni di salute erano talmente compromesse- maledetto Kira- e non aveva neppure idea di come avesse preso quella sua dichiarazione.
“Ufffh”
Chiuse gli occhi. Si era proprio dichiarato, non c'era nulla da fare. Un cuore di cioccolato con sopra un gattino nero e un demonietto bianco. Non ci poteva essere nulla di più esplicito...o almeno lo sperava, non poteva non aver capito, e probabilmente Yukimi lo aveva aiutato...nascose il viso fra le braccia conserte. Se aveva capito perché non si era fatto sentire? E se, per caso, non aveva capito, perché non gli aveva chiesto spiegazioni?
In poche parole...perché non era andato da lui? Probabilmente Yoite non aveva saputo che fare, ma avrebbe dovuto immaginare che anche lui fosse nella stessa situazione, ovvero una grande indecisione davanti all'ignoto. Si era superato infilandogli quel regalo nella tasca, ma non sapeva come gestire i sentimenti che erano derivati dal gesto.
“Yoite”
Chissà se lui era in preda i suoi stessi dubbi...lentamente, si toccò la fronte. Non scottava, non aveva la febbre, eppure stava pensando a cose che non lo avevano mai toccato. L'amore non aveva mai sfiorato il suo animo, e il voler davvero bene a qualcuno lo aveva dimenticato tanto tanto tempo prima.
Poi era arrivato Yoite. E la sua esistenza, dopo quel faccia a faccia nel vagone abbandonato, si era incamminata lungo lo stesso sentiero percorso dal praticante del Kira.
“È...ingiusto”
sussurrò, chiedendosi perché proprio un ragazzo destinato alla morte, e che aveva espresso il desiderio di essere cancellato, avesse rivoluzionato la sua vita. Era sempre stato così bene, nella sua fredda vita apatica...mai pensieri, mai emozioni, mai battiti di cuori, mai lacrime...
...il nulla perfetto...
...il vuoto senza esistenza...
Ci aveva vissuto così bene...finché era durata. Fino all'arrivo di Yoite. E del suo desiderio.
Si morse un labbro. Gliel'aveva promesso, lo avrebbe cancellato. Quello era il suo desiderio, e lui l'avrebbe esaudito. Anche se non voleva farlo. Anche se voleva averlo accanto a sé, in eterno.
'Yoite'
Stare senza Yoite era stato difficile per un mese. Perderlo per sempre si prospettava essere una tortura. O forse il ragazzo pensava che si sarebbe dimenticato di lui...che persino lui l'avrebbe obliato.
'Impossibile'
Anche se quella problematica Arte Segreta lo avesse cancellato dalla sua esistenza cosciente, lui non sarebbe riuscito a dimenticare Yoite. Anima e cuore ne avrebbero conservato il ricordo, indissolubile, come scolpito nel granito.
Non lo avrebbe mai, mai dimenticato.
Yoite era diventato troppo importante per lui.
Non aveva semplicemente dato una sferzata d'energia alla sua vita, gli aveva anche rubato il cuore. Lo aveva cambiato. Aveva reso il moccioso più apatico sulla Terra un ragazzo desideroso di lottare per ciò in cui credeva.
E lui credeva in loro.
“Yoite”
Non voleva cancellarlo. Non voleva dirgli addio. Non voleva perderlo. Non voleva più sentire quell'orribile desiderio, le parole che, ogni volta, gli stracciavano l'anima.
“Non voglio farlo”
Perché da labbra tanto delicate dovevano uscire parole così crudeli? Perché un'anima bianca come la sua doveva sognare il proprio dissolvimento?
Era così doloroso il solo pensiero...la realtà come sarebbe stata? Svegliarsi la mattina sapendo che Yoite non era più su quel mondo?
“...non...voglio”
Non voleva esaudire quel desiderio. Anzi...il suo desiderio era non esaudire il desiderio di Yoite.
Due desideri in aperto contrasto. Quale avrebbe avuto la meglio? Chi Yoite desiderava di più...Miharu o l'Arte Segreta?
“Yoite...”
Sarebbe riuscito a fargli cambiare idea?
“Forse...chissà se...”
Quel cuore aveva avuto anche quel significato. Fargli comprendere che qualcuno, al mondo, lo amava.
Ma lo aveva capito? E, soprattutto, aveva avuto un significato per lui? Essere amato da Miharu era in qualche modo utile all'animo di Yoite?
'Basterà a fargli cambiare idea?'
In fondo non era certo l'unico a volergli bene. C'erano anche Yukimi, sua sorella, Raikō, Gau...e anche Raimei, se l'avesse conosciuto...in fondo già si era offerta di aiutarli...guardò il calendario.
Era il 14 marzo, detto White Day. Quel giorno i ragazzi avrebbero dovuto ricambiare il cioccolato ricevuto...certo, lui non era una ragazza, ma gli sarebbe comunque piaciuto ricevere qualcosa in dono da Yoite...
'Non so nemmeno se gli sia piaciuto...'
Aveva l'impressione che Yoite mangiasse qualsiasi cosa fosse commestibile, ma questo non significava a priori che gli piacesse tutto. Il sapore del cibo forse non riusciva più a raggiungerlo...forse il suo coccolato era stato del tutto insapore.
Appoggiò la fronte sul davanzale. Si stava lasciando andare a pensieri troppo cupi. Non sapeva quale fosse la realtà, e non l'avrebbe saputa finché non l'avesse incontrato.
“Già, ma chissà quando”
sbuffò.
“...Miharu”
Il ragazzino sgranò gli occhi, alzando il capo. Nel riflesso del vetro c'era l'immagine di Yoite.
“Yoi...te”
Era vero? Era davvero, incredibilmente lì, quasi ad esaudire la sua preghiera.
Si girò. Non era uno spettro, né il frutto della sua voglia di vederlo. Era davvero andato da lui.
Miharu deglutì. Anche se aveva una gran voglia di stare con lui, ora che era lì non sapeva esattamente cosa fare. Non sapeva neppure come iniziare...
“...era buono”
Miharu lo fissò, sorpreso:
“Hn?”
“Il tuo...cioccolato”
“Eh? Ah...ah!”
Gli occhi verdi di Miharu si sgranarono...l'aveva mangiato, gli era piaciuto!
“Io...”
Cosa poteva dire? Non era abituato a comunicare normalmente, men che meno su un tema come l'amore.
Ma Yoite proseguì, forse per aiutarlo, forse perché non si era reso conto della sua difficoltà:
“Yukimi mi ha detto che il 14 marzo si ricambiano i regali ricevuti a febbraio”
“Ah...sì...lo so...”
Era lì solo perché gliel'aveva detto Yukimi? Lo aveva obbligato?
Il cuore di Miharu faceva un po' male, mentre continuava:
“...non dovevi sentirti in obbligo”
“No...non mi sento in obbligo...tu sei la persona più importante per me. Non solo per ciò che possiedi...”
Inclinò un po' il capo, i capelli che sfioravano il bellissimo viso...
“...ma anche perché sei l'unico su cui io possa fare affidamento. Mi posso fidare solo di te...non c'è nessuno oltre a te cui io possa stare vicino”
Si fissarono, poi Miharu si alzò:
“Vieni”
Si sedette sul tappeto, la schiena appoggiata al bordo del letto. Yoite scivolò a terra vicino a lui, togliendosi il cappello.
“Hai freddo, fame, sete?”
L'altro scosse il capo:
“Sto bene”
Miharu sorrise. Quella era la cosa più importante, in fondo.
“Ne sono lieto”
sussurrò.
“Miharu...non ti ho portato nulla, in realtà”
Diretto e forse un po' indelicato come al solito...ma a Miharu andò bene. Significava che stava bene sul serio.
“Non fa nulla...mi basta che tu sia venuto da me”
“Non che non volessi...solo che non sapevo cosa”
“Non fa nulla, davvero”
Ma Yoite scosse piano il capo:
“Volevo davvero farti un regalo, ma non sapevo cosa...e allora Yukimi mi ha detto di parlarne direttamente con te”
Ovvio...Yukimi pensava sempre a loro. Ma Miharu si trovò in difficoltà...l'unica cosa che voleva da Yoite era che cambiasse il suo desiderio...ma non poteva fargli una simile richiesta!
“Io...”
Cosa poteva dirgli?
Yoite girò lentamente il viso, guardandolo coi suoi occhi meravigliosi:
“Miharu...chiedimi ciò che vuoi”
“Ciò che voglio?”
L'altro assaporò tutte le lettere che fluirono dalle sue labbra...chiedere quello che voleva...quello che voleva...
...no, non poteva. Non poteva farlo. Avrebbe distrutto la fiducia che Yoite aveva in lui...lo avrebbe perso. Yoite si sarebbe allontanato da lui, e deluso dal suo desiderio sarebbe ulteriormente sprofondato nella sua solitudine?
'No...non posso'
Avrebbe espresso il suo secondo desiderio. E...avrebbe sfiorato il primo.
“Yoite...”
“Hn?”
Miharu socchiuse gli occhi. Poi si avvicinò a lui, molto molto vicino.
“Mi...har..u”
“Non respingermi...è questo il mio desiderio. Solo per oggi...solo noi due...non respingermi, e abbracciami”
e si appoggiò contro di lui, petto contro petto, la testa appoggiata alla sua spalla.
“Miharu...”
Il ragazzino si premette contro di lui, deciso a imporsi:
“Smettila di essere così rigido! Ci siamo già toccati e abbracciati un sacco di volte, quindi esaudisci il mio desiderio!”
I muscoli di Yoite si rilassarono, e il ragazzo sembrò svegliarsi di colpo. Guardò la testa di Miharu, appoggiata contro di lui. Sentì il calore del suo corpo scivolargli piano sotto la cute, e il profumo dei suoi capelli solleticargli quel poco di olfatto che gli rimaneva.
“Miharu...”
“È il mio desiderio. Solo per oggi...rimaniamo abbracciati”
Yoite chiuse gli occhi, e appoggiò la guancia contro la sua testa. Lo avrebbe esaudito. Glielo doveva.
Lo strinse dolcemente, cullandolo piano. Era suo...Miharu era solo suo.
“Un'altra cosa”
“Dimmi”
gli sussurrò fra i capelli.
“Solo per oggi...non chiedermi quel desiderio. Non voglio sentirlo...non oggi”
“...te lo prometto”
“Grazie”
Si rilassarono, uno fra le braccia dell'altro, in un tenerissimo abbraccio. Non avevano nessun altro sulla Terra, Miharu aveva Yoite e Yoite Miharu, il mondo avrebbe potuto finire quella sera stessa...a loro sarebbe andato bene.
…......
“Hai fame?”
“Un pochino”
“Ti faccio un okonomiyaki?”
“...dovremmo staccarci per troppo tempo”
Miharu grugnì. Non voleva allontanarsi da Yoite, però per mangiare qualcosa dovevano farlo...
“Dei panini comprati?”
“...come desideri”
Miharu imbronciò le labbra...non voleva mangiare panini.
“Facciamo gli okonomiyaki? Possiamo sederci vicini”
“...sì, quelli che fai tu sono buoni”
“Ti piacciono?”
“Sono caldi...mi scaldano”
“Allora andiamo”
Ma nessuno si mosse. Stare abbracciati era delizioso, caldo, desiderabile come un bel sogno.
“Miharu...grazie per essere sempre vicino a me”
Miharu si sentì arrossire, e nascose il viso contro la sua spalla:
“Io sto bene solo con te. Non voglio nessun altro”
“...grazie”
Yoite gli posò un bacio fra i capelli. Sarebbe stato felice, anche se lui fosse sparito. L'Arte Segreta l'avrebbe cancellato dai suoi ricordi, Miharu non avrebbe sofferto. Semplicemente non sarebbe rimasta alcuna traccia in lui, non sul suo corpo, non nella sua memoria. Miharu sarebbe stato libero da quell'orribile Shinigami chiamato Yoite.
Sarebbe stato felice anche senza di lui, e questo gli dava la forza di andare avanti. Miharu non avrebbe pianto.
Ma, fino a che quel momento non fosse giunto, non rimaneva loro che godere della presenza l'uno dell'altro.
“Yoite?”
“Sì?”
“Esaudiresti un altro mio desiderio?”
“Sì”
Miharu deglutì. La notte aveva reso buia la stanza, riusciva appena a vedere la sagoma di Yoite. Di certo questi non avrebbe visto il suo viso rosso dall'imbarazzo...
“Miharu...il tuo cuore sta battendo fortissimo”
“L-Lo so”
“...è tutto a posto. Qualsiasi cosa tu mi chieda, io sarò d'accordo”
“Qualsiasi?”
L'altro annuì:
“Io mi fido di te. E so che non vuoi che il bene di entrambi”
Miharu alzò il volto. Vedeva appena quello di Yoite.
Non doveva temere. E soprattutto non doveva perdere quell'occasione. Non si sarebbe mai ripresentata...
“Baciami”
sussurrò in un dolce mormorio.
Yoite si irrigidì, il respiro bloccato:
“Miharu...”
“Anche un bacio superficiale, senza passione...un bacio dolce va bene”
“I-Io...non ne sono capace”
“Hn?”
“Non ho mai baciato nessuno”
“Nemmeno io...sarebbe la nostra prima volta”
Yoite avvicinò i loro visi, l'anima in tumulto ma desideroso di baciarlo:
“Vuoi davvero che sia con me?”
Miharu coprì la poca distanza che rimaneva, appoggiando la fronte alla sua:
“Con nessun altro...tu sei la mia vita”
mormorò, offrendogli le labbra. Sentiva il suo fiato dolce sulla bocca, e la pelle fresca contro la fronte.
Yoite sfiorò le sue labbra, incapace di appoggiarvisi sopra le proprie. Era...era...era...qualcosa di cui godere lentamente, da far durare a lungo, da non dimenticare finché possibile, un attimo lungo un'eternità.
Poi Miharu annullò la distanza fra loro, baciandolo dolcemente. Un'unione dolce, senza violenza ma anche senza passione. Semplicemente dolcissima.
Poi si staccarono, fissandosi nel buio.
“Sono felice”
sussurrò Miharu, prima di baciarlo di nuovo. Lo avrebbe fatto tutte le volte possibili, fin quando Yoite glielo avrebbe permesso.
'Forse ci riuscirò'
Forse così Yoite avrebbe cambiato idea, forse avrebbe deciso di non abbandonarlo in quel mondo che, senza di lui, era e sarebbe stato insignificante.
“Miharu...sei più dolce del cioccolato”
“Oh...bene. A proposito, ti sono piaciute le statuine?”
“Sì...erano buone. Erano dolci”
“Bene”
Lo baciò ancora. E ancora, la notte amica che li avvolgeva nel suo abbraccio.

Fine


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