I personaggi di questa fic sono delle grandissime
Clamp…purtroppo!! Ma ki se non loro potevano ideare i dolcissimi touya e
yukito? La fic è molto “ispirata”,non c’è particolare azione.. ma il loro
primo incontro lo immaginavo così…buona lettura!!!
La nascita di
Releuse Casa Kinomoto, ore 21. Quella notte la luna piena
splendeva in un cielo immenso e pervaso da un’odissea di stelle…nulla osava
muoversi di fronte alla sua regalità. La città immersa in un profondo silenzio pareva rendere onore alla sua
figura maestosa; uscendo da casa si avvertiva la sensazione di violare
qualcosa d’importante… Touya Kinomoto aveva spesso
questo genere di sensazioni perché sin da bambino era sempre stato in grado
di percepire le presenze soprannaturali, quindi quella sera non si stupì più
di tanto e decise di uscire ugualmente. “Yaaahm”, fece un enorme sbadiglio.
“Io vado a lavorare, ci vediamo domani. Buonanotte a tutti!”. “Buon lavoro
Touya” esclamò papà Fujitaka, “buon lavoro fratellone” sorrise Sakura
Kinomoto. Touya con un risolino “ Buonanotte mostriciattolo!” e chiuse dietro
di sé la porta. Sakura emanò fumo dalla testa, stinse i pugni e strillò “Non
sono un mostroooo!!!!”. “Cavolo, mi gira un po’ la
testa stasera, forse facevo meglio a restare a casa…” pensò fra sé il giovane
Kinomoto dopo aver fatto un lungo pezzo di strada sulla sua bicicletta. Non
stava benissimo, sentiva la testa pesante, iniziava a percepire un forte
senso di smarrimento. La strada assumeva un colore sempre più sfuocato,
mentre il grigio dell’asfalto colava di nero; nonostante questo Touya
continuò il tragitto. La notte si faceva profonda, era come se ingoiasse
tutto, eppure parve rispettare Touya: le tenebre non lo avvolgevano completamente,
era come se un’aura di tenue luce lo proteggesse. “C’è qualcosa di strano
nell’aria, la notte è inquieta, è come se aspettasse qualcosa…”. Questi
pensieri si fondevano nella mente del giovane che nonostante tutto continuava
a vagare, avendo perso la meta. Era confuso, la bicicletta si faceva a mano a
mano più pesante, i piedi faticavano a fare leva sui pedali. “Forse ho la
febbre…”. Touya non capiva…il cuore gli batteva rapido, una bufera d’immense
sensazioni lo pervasero, sentì un tremore salirgli per la schiena e
raggiungerlo alla gola: deglutì. Si fermò con la sua bici, scese. “Ma,
cavolo, devo aver sbagliato strada” ipotizzò, dato che non si trovava nella
giusta direzione. D’un tratto si trovò di fronte ad un parco, uno dei parchi
più belli della città di Tomoeda. L’entrata…era strano, il viale
alberato nonostante le tenebre si vedeva perfettamente…non era inghiottito
dalle tenebre. Touya si sentì turbato, il cuore aumentava i suoi battiti e,
appena alzò gli occhi un’emozione lo avvolse: la luna piena si innalzava
proprio al centro del parco pervadendolo con la sua luce. Fu attratto da quella visione. La sua mente e il suo corpo ne
erano attratti. Si incamminò nel viale, ad
ogni passo poteva assaporare quel profondo silenzio che, per qualche motivo,
lo rendeva in ogni modo sereno. La figura di Touya si inoltrava sempre più. Sfuocata. Inghiottita da sconfinate
ombre. Il ragazzo avvicinò al centro
del parco dove gli alberi circondavano uno spazio più aperto e arrestò i
passi. Il suo cuore cominciò a battere
sempre più veloce, sempre più violento. Per un
attimo gli parve di soffocare. Gli occhi si spalancarono di
colpo, poi si socchiusero per mettere a fuoco quello che si presentava alla
sua vista: un ragazzo. Un giovane ragazzo si trovava
in piedi al centro di quello spazio circolare; era di profilo rispetto a
Touya. Aveva lo sguardo innalzato. Perso verso la luna…come se la
contemplasse, come se le dedicasse una
preghiera. Una luce lo avvolgeva... sembrò quasi che delle ali
sparissero dalla sua schiena, che i capelli diventassero man mano più corti.
Ma c’era troppa luce per capire, una luce che si faceva più sfuocata per poi
scomparire. Touya si stupì, non capiva se
ciò che vedeva fosse un inganno dei suoi sensi, della sua mente. Quel ragazzo
dalla pelle color porcellana, i capelli d’argento e gli occhi di un verde
profondo lo colpì tantissimo. Quella figura si impresse negli occhi di Touya
e nel suo cuore. In quel momento il giovane Kinomoto non sapeva che quel
momento si sarebbe impresso per sempre nella sua vita. Provava una forte
emozione, non riusciva a pensare a nulla. Il giovane misterioso abbassò gli
occhi e, accorgendosi d’un tratto della presenza di Touya gli rivolse lo
sguardo e…sorrise! Sorrise in modo talmente dolce che Touya sentì stringersi
il cuore, il cui battito si era intanto rilassato: che sensazione di pace.
Per qualche istante i loro occhi si scrutarono, parvero leggersi l’anima. “ Ciao!” sorrise il giovane
sistemandosi un po’ gli occhiali con il dito medio, “sei venuto anche tu ad
ammirare la luna?Da qui è bellissima!”. Continuava a sorridere con
gentilezza. Touya batté le palpebre “ah, eh, no…è che io…volevo fare un
giro!” non sapeva neanche lui cosa stava dicendo! Ma l’altro non si creò
problemi, anzi, invitò Touya a …mangiare! “Vedi?” indicò una panchina
con sopra una busta… “dopo il relax ci vuole un bello spuntino!vieni, vieni!”
Touya un po’ confuso lo assecondò e si sedette con lui. “non fare
complimenti, serviti pure!”. Touya non ebbe il tempo di rispondere che si
trovò in mano un enorme panino “ah, eh, grazie…”. Era perplesso: fino ad un
minuto prima era invaso dalle più strane sensazioni ed ora mangiava
tranquillamente con quello strano ragazzo…certo, avvertiva qualcosa di
diverso in lui. Sentiva che si trattava di un essere soprannaturale. Forse lo spirito di qualche anima vagante. “Aaah!!!Mangiare in compagnia
è più divertente, non trovi?” il giovane si rivolse a Touya con un nuovo
sorriso…questi avvampò…sentì il cuore battere all’impazzata, il sangue
ribollire, le guance bruciare. Cosa
stava pensando Touya? Si vergognò di quel pensiero improvviso, di quel
desiderio inconscio verso il ragazzo. “ecco, io…Ah!” si ricordò
improvvisamente del lavoro: tornò in sé. Si guardò intorno come se si fosse
svegliato da un lungo sogno, riprese coscienza e con sforzo e imbarazzo si
rivolse al giovane “Devo andare!...grazie di tutto…” si voltò e corse per il
viale in stato di confusione. “????????” il ragazzo seduto batté le ciglia
“Non ha neanche finito il panino…”. La mattina dopo Touya Kinomoto
si svegliò con un forte mal di testa: scese le scale barcollando, fece
colazione in modo meccanico, non prese in giro la sorella come era solito
fare suscitando lo stupore di questa. Il giovane uscì da casa per andare a
scuola, ma continuava a pensare alla sera prima…si convinse sempre di più di
aver interagito con un’anima vagante. Arrivò a scuola: era il primo trimestre
della prima liceo! In classe entrò trascinandosi,
quasi non salutò. Era l’inizio della lezione quando il prof esordì “oggi conoscerete
un nuovo studente che diverrà vostro compagno di classe. Accoglietelo a
dovere. Entra Tsukishiro!”. Fu grandissima la sorpresa di Touya di vedere… il
ragazzo della sera prima!!! “ Sono Yukito Tsukishiro, piacere di conoscervi!”
e si inchinò. Touya sbiancò:era lì in piedi, tutti lo vedevano…allora non era
uno spirito! Eppure…quel ragazzo emanava una potente forza magica e lui la
percepiva. L’insegnante invitò il nuovo arrivato a sedersi vicino a Touya e
quando si avvicinò riconobbe subito
il giovane Kinomoto: “Ciao, ci rivediamo, eh?” sorrise Yukito. “Pare proprio
di si…” Touya ricambiò il sorriso, ora si sentiva più rilassato ed iniziava
ad essere solleticato dalla curiosità per quel ragazzo. Così Touya scoprì…di
andare davvero d’accordo con Tsukishiro! Quest’ultimo era un tipo molto
gentile e sorridente, sembrava la purezza e la limpidezza fatta a persona;
non c’era alcuna ombra in lui. Alla fine della scuola Touya
si offrì di accompagnare Yukito a casa: “sono in moto, se vuoi ti do uno
strappo” disse quasi ridendo “volentieri!” annuì con gioia Yukito. Aveva
capito che Touya era un ragazzo molto riservato, ma estremamente gentile;
Tsukishiro si sentiva davvero sereno, il suo cuore si scaldava…quasi come una
sensazione provata tanto tempo fa….ma non ricordava quando. “Dai, salta su”
fece Touya. Partirono insieme…Quel tratto di strada si scolpì nell’animo del
giovane Kinomoto, sentiva delle strane emozioni, forse mai provate...o forse… “ Siamo arrivati” indicò Yuki.
“se entri ti offro un tè” “ah… si, va bene!” Touya era un attimo distratto:
osservava quella grande casa in tipico stile giapponese: era così immobile,
quasi fredda, come se nessuno ci abitasse da chissà quando. “ Io vivo con i
miei nonni…” disse Yukito mentre faceva accomodare l’amico, “i miei genitori
sono morti quando ero piccolo…mi hanno allevato il nonno e la nonna. Solo che
sono spesso in viaggio, e anche adesso non ci sono!” . Yukito diceva quelle
parole con tanta spontaneità e convinzione che Touya provò un’immensa
tristezza nel capire che lui era sincero, sicuro di quello che
esprimeva…quest’ultimo percepì il vuoto in quella casa, si rese conto che non
vi aveva mai abitato nessuno, che non c’erano alcun nonno e nonna e per
questo il suo cuore per in un attimo si strinse e fu invaso da un senso di
solitudine. Touya si alzò di scatto guardando Yukito negli occhi, questi
batté le ciglia e lo fissò “che c’è?” Touya, con tono serio ma con un sincero
sorriso si rivolse al nuovo amico “Senti, Tsukishiro, che ne dici di venire a
casa mia stasera? Mio padre è un ottimo cuoco, e anche mia sorella quando
vuole!” Yuki si stupì dell’invito improvviso, ma ne fu felice. “Grazie, se
non creo disturbo…”. Yukito conobbe così la
famiglia Kinomoto: papà Fujitaka e Sakura, la sorellina di Touya che
s’innamorò a prima vista del nuovo arrivato! Il cuore di Yuki si sentì
particolarmente caldo quella sera…di nuovo quella sensazione…di tanto tempo
fa. “Grazie” fece Yukito a Touya
che l’aveva riaccompagnato a casa; erano davanti alla porta…un attimo di
silenzio, uno sguardo fugace, i volti rossi per l’imbarazzo… “…sono stato
davvero bene. Tuo padre e la piccola Sakura sono persone meravigliose…e anche
tu…” le parole di Yuki erano spontanee, sincere, sorrise. Il cuore di Touya
di fronte a tali parole iniziò a battere forte “Figurati Tsukishiro…” disse
con un filo di voce. Perché si sentiva così? Perché quel ragazzo riusciva a
renderlo così vulnerabile? Touya continuava a chiederselo… “Chiamami
Yukito…siamo amici, no?” Touya ebbe un sussulto, provò gioia, calore…e sorrise
“Ok, Yuki! Allora ci vediamo domattina per andare a scuola.. aspettami
all’incrocio…”. Touya salutò il suo nuovo amico e si allontanò. Precorreva una strada infinita
sotto un immenso cielo ornato dalle stelle. Pensò a Yukito e alle sensazioni
che gli suscitava… “Come quando ho conosciuto Kaho…” pensò, e i suoi ricordi
cominciarono a mescolarsi e a farsi man mano più nitidi “ anche lei era
simile a me, e se ne rendeva conto. Poteva percepire le presenze
soprannaturali, aveva una forza magica intensa e magnetica…è stata la prima
persona così simile a me…mi faceva sentire meno diverso, meno strano, meno
solo. Mi trasmetteva tranquillità…ah!” ripensò…una frase balenò nella sua
mente…l’ultima frase di Kaho prima che se ne andasse…Touya sospirò a quel
ricordo carico di malinconia… Kaho Mizuki era una donna alla quale aveva
voluto molto bene… “perché così simile a me…” Touya si rese immediatamente
conto del pensiero “Possibile che…fosse per…per quello? Le volevo bene,
ma…l’amavo?” il dubbio, quel dubbio per la prima volta invase Touya. Non ci
aveva mai pensato…ora iniziava a capire, non ne era certo ma…provò un senso
di colpa e smarrimento…avere conosciuto Yukito era come aver ritrovato Kaho?
I sentimenti erano davvero gli stessi?...Touya continuò a domandarselo. Di continuo. Ancora. La
testa parve disintegrarsi quella notte. Le sue
domande avrebbero presto trovato risposta. Qualche sera dopo Touya stava
lavorando come cameriere in un locale. Fu un ATTIMO. L’aria si squarciò, come se
fosse stato liberato un enorme potere. La terra tremava. Il corpo di Touya fu avvolto
da quel tremito, solo lui l’aveva percepito, nel locale tutto era normale…il
giovane si sentì congelare. Una forza magica intensa. La pesantezza dell’atmosfera. Il respiro spezzato. “Yukito!!!” Il pensiero del
giovane in un lampo si rivolse a lui. Touya lasciò cadere i piatti che aveva
in mano e quel frantumarsi di tintinnii si mescolarono alla sua sensazione
d’agitazione…ebbe come l’impressione che sarebbe successo qualcosa a
Yukito…non pensò a nulla, scattò fuori del locale noncurante del lavoro e
corse verso casa di Yukito. Era preoccupato, come mai prima di allora. Mentre
correva alzò lo sguardo verso la luna, era come se gli stesse sussurrando
delle parole… Dei sibili forse il vento. Sentì il cuore svuotarsi…
“Yuki, non andartene!” pensava fra sé, non capiva…provò il terrore per la
paura di non vederlo più. Non vedere più Yuki…no! Non voleva…! “Yukiii!!!!” aprì di scatto la
porta, con tutta la forza che aveva la sbattè contro il muro. “Yuki” gridò con
il cuore che gli scoppiava… “To…Touya…” Yuki era disteso nell’ingresso, si
reggeva su un fianco, come se fosse appena caduto. Si sentiva debole, ma
appena vide Touya sorrise… il sorriso più bello e più
dolce che Yuki aveva mai donato. Il sorriso più bello che Touya
aveva mai ricevuto. Era come se il
tempo si fosse fermato, che avesse dipinto il bellissimo viso di Yukito e
volesse renderlo immortale per imprimerlo nell’eternità…Touya infranse quel
tempo immobile e si gettò sull’amico, lo abbracciò all’improvviso, per
proteggerlo, per sentire il suo calore, per trasmettergli il suo. “Yuki, sei
qui…” sussurrò Touya. Yuki arrossì
timidamente, gli piaceva l’abbraccio di Touya. Un dolce tepore invase
i corpi dei due ragazzi “Touya…come…non stavo bene, ho sentito la testa
scoppiare...credevo di svenire…come hai fatto a capire che…” la voce
tremava…Touya lo strinse a sé ancora di più e…capì! Capì che non era come con
Kaho…non dipendeva dal fatto che Tsukishiro era simile a lui, anche perché
non se ne rendeva conto…Yukito era semplicemente Yuki, non era la sua natura
ad attrarlo, ma la sua persona… “Perché ti voglio bene, Yuki!” terminò la
frase. Quelle parole che fino a quel momento sembravano annegare finalmente
emersero in superficie. Yukito provò
tanta felicità dentro di sé dopo averle udite…quasi con imbarazzo poggiò le
sue mani sulla schiena dell’amico e ricambiò l’abbraccio. “Avevi ragione Kaho…” pensò
fra sé Touya… “Ho trovato la persona a cui volere bene…”…… ____________________ Ma cos’era successo? Beh, la
piccola Sakura quella sera, rovistando nella libreria del padre, aveva
trovato uno strano libro, con un simbolo. Lo aprì e….ma il resto lo
conosciamo già, no?
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