La Morsa di Cupido

di Marty

 

"Mamma, posso parlarti un momento?"
Hanamichi si torse nervosamente un angolo della maglietta, lanciando un sorriso tirato alla donna con i suoi stessi capelli rossi che preparava la cena.
"Ma certo, tesoro, dimmi" rispose lei, asciugandosi le mani in un canovaccio prima di sedersi al tavolo della cucina e invitarlo con un gesto a fare lo stesso.
"Allora, Hana, che c'è?" chiese la donna, vedendo che il ragazzo non parlava.
"Ecco...so che è da un po' che non parliamo, e ti sembrerà forse una stupidaggine quella che sto per dirti, però..." Hanamichi si mordicchiò il labbro.
Sua madre gli sorrise, incoraggiante.
"Mi sono innamorato di nuovo" sussurrò d'un fiato.
La donna batté le mani, felice. "Ma che bello! Chi è, chi è? Un momento" il suo volto si rabbuiò per un istante "anche stavolta è un amore a senso unico?" domandò preoccupata.
Il rossino scosse energicamente il capo, arrossendo.
"No, mi ricambia, credo di poter dire che stiamo insieme.
So che è una cosa che ti ho già detto altre volte, ma credimi, questa volta è davvero diverso.
Nonostante io abbia molta paura di soffrire ancora, mi sono arreso, ormai. Ho gettato la spugna. Sai" continuò con gli occhi che brillavano "Ho cercato così a lungo di negare ciò che provavo che al momento in cui l'ho accettato mi è sembrato di galleggiare in un sogno."
Sua madre si alzò e lo abbracciò con trasporto.
"Beh, dimmi qualcosa in più!" lo incitò.
"Uhm..." il rossino pensò un momento.
Cosa poteva dire senza scoprirsi troppo?
"Cucina per me, soprattutto piatti americani. Ha una passione tutta speciale per quel tipo di cucina.
Si prende cura di me quando bevo troppo e poi mi sento male, mi disinfetta le ferite dopo le risse..."
"Insomma, fa ciò che ho fatto io per te fino ad oggi" commentò la donna.
Hanamichi arrossì ma non rispose.
"Abbiamo anche una stretta di mano segreta, sai? Una che conosciamo solo noi due!
E ama gli stessi gruppi musicali che piacciono a me, e ho scoperto che anche la sua musica non è male.
Ma soprattutto è il centro delle mie giornate e delle mie notti.
Se dovessi scegliere tra il nostro amore e il sole, preferirei vivere al buio piuttosto che senza questo 'noi' che sta germogliando..."
"E bravo il mio Tensai!" esclamò la madre di Hanamichi stampandogli un bacio sulla fronte.
"Spero che tutti i rifiuti ricevuti fino ad oggi ti abbiano insegnato a fare tesoro di quello che hai trovato adesso... e non sentirti sfortunato, a non aver avuto molte esperienze in campo amoroso: l'importante è che quelle che avrai siano importanti!"
Hanamichi sorrise.
"Se questo non è amore, allora non so proprio immaginarmi cosa possa essere" rispose.
Abbracciò sua madre e poi uscì.
Sono un fallito, pensò, non sono riuscito a dirglielo.

************

"So che è un po' che non parliamo, noi due" disse Kaede, cercando di non incespicare sulle parole per l'agitazione "ma credo di aver trovato la mia anima gemella."
L'uomo, per la sorpresa, lasciò cadere il libro che aveva tra le mani.
"Co-cosa?"
"Mi sono innamorato" specificò Kaede "e credo sia un amore che durerà per sempre. Verrà con me, in America, quando sarà il momento."
"E' una persona degna della nostra famiglia, Kaede?
Non un'arrivista, che ti vuole solo per quello che rappresenti?"
Il moro trattenne a stento una risatina.
Oh, beh, tante cose si potevano dire del suo amore tranne che si fosse innamorato di lui perchè era ricco.
"So che sei abituato a sentir parlare di relazioni di comodo che non durano mai molto, ma in questo caso è diverso. Quello che prova, lo sento da come chiama il mio nome" spiegò, mentre gli si scaldava il cuore al ricordo della prima volta che si erano chiamati per nome.
"Come si chiama questa perla rara?" domandò l'uomo, curioso.
"Hana-" Kaede si fermò un istante "-ko" concluse, sconfitto.
"Hanako? Un bel nome, forse un po' vecchio stile per una ragazza della tua età..." commentò suo padre, perplesso.
In quel momento il cellulare del ragazzo si illuminò mentre un'allegra musichetta risuonava insistente.
L'uomo sbarrò gli occhi. Ma cosa...?
"Ha voluto una suoneria esclusiva" disse Kaede, stringendosi nelle spalle "l'ha scelta, e non ho potuto rifiutarmi altrimenti rischiavo si offendesse..."
"Spero tu sappia quello che fai, figliolo."
L'uomo appoggiò una mano sulla spalla del suo unico figlio, guardandolo negli occhi in cerca di una risposta a tutte le domande che non gli aveva posto.
Gli occhi scuri e magnetici di Kaede brillavano.
"Se questo non è amore, allora non so proprio immaginarmi cosa possa essere" disse, salutandolo poi con un cenno del capo prima di uscire.
Il moro appena fuori montò sulla sua bicicletta e pedalò veloce verso il campetto sulla spiaggia.
Sarebbe stata una lunga pedalata, ma sapeva che una volta arrivato l'avrebbe trovato lì ad aspettarlo.

*****************

La signora Seara Sakuragi sbuffò, scocciata, mentre componeva il numero una volta ancora.
Ma con chi diavolo stava parlando in un momento così importante?!
"Kaoru, finalmente!" sbottò quando l'uomo rispose.

"Ho parlato con Hanamichi oggi."

"Anch'io ho parlato con Kaede."

"Te l'ha detto?"

"Non completamente."

"Maledizione, neppure Hanamichi è stato del tutto sincero."

Da quando il padre di Kaede aveva visto intensificarsi l'amicizia tra suo figlio ed il rossino, la prima cosa che aveva fatto era stata indagare sulla sua famiglia, per scongiurare il rischio di un avvicinamento con secondi fini.
Non sarebbe stata la prima volta, purtroppo.
Quando si era trovato a parlare con Seara, però, gli era stato subito chiaro che il rossino e sua madre erano persone totalmente aliene al tipo di mondo in cui lui era cresciuto e in funzione del quale aveva cresciuto Kaede.
Rassicuratosi, aveva instaurato una bella amicizia con la donna.
Ed era da un po' che si erano accorti che il rapporto tra i rispettivi rampolli aveva oltrepassato i confini dell'amicizia... aspettavano solo che i figli si decidessero a parlare.
Ma pareva che ancora non ci fosse verso.

"Sai, Kaoru, devo dire che lo capisco, mio figlio" disse Seara, ridacchiando.
"Kaede è una vera bellezza.
Quando sorride persino le vecchiette si mordono la lingua arrossendo come ragazzine..."

"Seara...!"

"Non ho finito.
Ha degli occhi profondi come l'oceano e splendenti come il sole che sorge, per non parlare poi di quella pelle così pallida da sembrare neve o porcellana... io gli darei un bel 10 tondo tondo!"

"Guarda che anche Hanamichi non scherza.
La sua risata è contagiosa, e Kaede ci passa ore al telefono; anche se parla pochissimo, aspetta quelle telefonate come se fossero il centro della sua giornata.
Ma soprattutto... l'ha messo al centro del suo futuro."

"Che vuoi dire?"

"Ha detto che andrà in America con lui, quando sarà il momento." La voce dell'uomo s'incrinò.
"Non sai come io mi sia sentito felice quando me l'ha detto.
Il mio ragazzo ha grandi sogni, ma realizzarli da solo... non so, mi sarebbe sembrato così triste..."

"Ti capisco, Kaoru. E ora ti rivelo un segreto: quello che ti ho detto di Kaede l'ho letto su un foglietto che ho trovato nella tasca della divisa di Hanamichi quando l'ho messa in lavatrice..."

"E quello che ti ho detto di Hanamichi era scritto nel diario di Kaede, che sono andato a sbirciare perchè morivo di curiosità e volevo sapere se la fantomatica 'Hanako' era davvero il nostro Hanamichi"

"HANAKO?" esclamò Seara scoppiando a ridere "oh cielo, aspetta che lo sappia Hana..."

"Seara, sembrano innamorati, non credi?"

"Ah sì, queste stupidaggini le fanno solo quelli fortunati abbastanza da innamorarsi..." rispose la donna.

"Ora speriamo solo che prima o poi ce lo dicano, no?"

"Beh, dovranno per forza.
Dopotutto, una volta che ci hanno detto di essere impegnati sarà chiaro che vorremo conoscere le fortunate e le rispettive famiglie..." sghignazzò la donna.

"Sei diabolica!" ribattè il padre di Kaede.

*******************

I due si trovavano seduti sotto ad un albero al bordo del campetto.
Hanamichi aveva la schiena appoggiata contro il tronco, mentre Kaede si era abbandonato contro il suo petto, e gli accarezzava distrattamente le braccia, che gli cingevano possessivamente la vita.
"Non gliel'ho detto" disse il moro.
"Nemmeno io" rispose Hanamichi.
Rimasero in silenzio per qualche minuto.
"Ma lo farò" aggiunse Kaede.
"Oh, anch'io" disse il rossino.
Si guardarono e si sorrisero.
Checché le rispettive famiglie avessero avuto da dire, non si sarebbero lasciati separare per niente al mondo.
"Ah, Kaede, voglio farti vedere una cosa.
Se però non ti piace o non vuoi, dimmelo, ok? Non mi offenderò, promesso!" esclamò Hanamichi tirando fuori il proprio portafoglio e mostrandoglielo, guardando altrove, nervoso.
Kaede scosse la testa, divertito.
"Do'hao" disse, mostrandogli il proprio.

Call it dumb, call it luck, call it love or whatever you call it, but
Everywhere I go I keep his picture in my wallet. Like you.


*OWARI*