L'amore vicino

 

parte VIII

 

di Niane

 

Taoka seguì i consigli del medico ed inspirò profondamente sentendo lo stomaco stringersi e le pareti toccarsi l'un l'altra per il risucchio; trattenne il respiro alcuni secondi e lo lasciò  andare lentamente rilassando prima la pancia e svuotando i polmoni solo in seguito. Eh....funzionava! si sentiva già più calmo e quello spasmodico desiderio di urlare si stava attenuando e lui si sentiva già più...
Ikegami si parò davanti a Sendoh.
...tranquillo e rilassato, inspirò di nuovo....
Ikegami stava stoppando Sendoh.
...sentì l'aria scendere e raggiungere l'ombelico, la sua insegnante di canto delle medie gli aveva sempre detto che per cantare bene l'aria doveva essere tirata fuori dall'ombelico Sendoh si fece rubare la palla senza nemmeno reagire.
..e l'aria uscì con un ruggito degno di un tenore "SENDOH! Ma che diavolo combini? Ti sei rimbecillito del tutto? Non ne hai combinata una giusta nemmeno a pagarti! Che è, mi hanno spedito qui un clone imbranato?"
Akira si rattrappì incuneando la testa tra le spalle "ecco mister io non sono in forma oggi" cercò di scusarsi.
"Non sei in forma? Un lombrico saprebbe giocare meglio di te! Vai a cambiarti, oggi non voglio più vederti!" urlò
"Ma coach."
"MUOVITI PRIMA CHE TI SCUOI E FACCIA UNA NUOVA RETINA PER IL CANESTRO CON LA TUA PELLE!"
Senza dire una parola Akira si girò e si diresse verso gli spogliatoi; doveva aver giocato anche peggio di quanto gli sembrasse se Taoka l'aveva rispedito a cambiarsi; di solito per chi giocava male c'era un allenamento supplementare.
Non che in realtà gli importasse poi molto, quel giorno pareva che nulla avesse poi molta importanza, tutto scorreva davanti a lui leggero ed ovattato, come se lui fosse stato immerso in una piscina e la vita gli scorresse tutt'intorno al
vetro, appena fuori dalla sua portata.
"Ma come sono poetico" borbottò lasciandosi cadere con violenza su una panchina di legno che scricchiolò indignata. Dalla palestra arrivavano attutiti i rumori dell'allenamento che continuava: le palle che rimbalzavano con forza
contro il parquet liscio, le scarpe che stridevano e cigolavano per scatti e cambi di percorso troppo improvvisi, il cincischio infinito di Aida e le urla dell'allenatore in piena crisi isterica. Gli dispiaceva aver avuto un simile effetto
sull'allenatore, ora se la sarebbe presa anche con I suoi compagni e loro non avevano colpa; tranne Fukuda.
Lo sapeva benissimo dov'era il problema e dov'era l'errore, aveva ostinatamente evitato di passare la palla a Fukuda. Non lo sopportava! Non riusciva nemmeno più a guardarlo in faccia! Come poteva far soffrire il piccolo Hiro in quel
modo? Ma non si era accorto del suo viso triste? Del modo scialbo con cui giocava (sempre meglio del tuo oggi, gli fece notare una vocina dispettosa che mise subito a tacere). Era chiaro che ci fosse qualcosa che turbava il ragazzo e Akira Sendoh questo non lo poteva tollerare.
Hiro e lui si conoscevano da sempre e in un modo intimo, incomprensibile alla maggior parte delle altre persone. Gli bastava vedere il modo con cui Hiro si mordicchiava il labbro per sapere che il ragazzo era impensierito e dal modo
in cui evitava il suo sguardo sapeva che era qualcosa che lo faceva stare molto male e questo non gli piaceva nemmeno un po'. La tristezza di Hiro aveva sempre avuto un che di contagioso, si infilava dentro di lui e lo soffocava
stringendogli il cuore in una morsa. Era solo in prima media quando aveva provato quel sentimento così velenosamente soffocante per la prima volta ed aveva giurato che Hiro non avrebbe mai più dovuto essere triste. Burbero, indisponente e scontroso quanto voleva, quello era insito in lui, ma mai triste, rendere felice Hiroaki era diventata la sua crociata e ora per colpa di un idiota dai capelli a punta stava per fallire..
"Guarda che se pensi ancora un po' cominci a fare fumo dalle orecchie" lo canzonò una voce bassa davanti a lui.
Akira sollevò il viso che aveva nascosto tra le braccia puntellate sulle ginocchia e si trovò a fissare gli occhi neri di Hiroaki; velocemente si guardò attorno, era impossibile che l'allenamento fosse già finito, a meno che Taoka non avesse fatto un infarto...
"L'hai fatto preoccupare alla grande, complimenti" gli disse sedendosi accanto a lui.
"Arrabbiare casomai.."
Koshino scosse la testa "No, è preoccupato per te. Nemmeno quando stai male giochi in modo così schifoso, sai? E' arrivato a farmi il terzo grado per sapere cos'hai, e poi mi ha mandato da te a consolarti"
"Consolarmi?" ripeté Sendoh fissandolo in tralice
Koshino si schiarì leggermente la gola evitando accuratamente di incrociare lo sguardo con il suo "Bhè, ecco gli ho detto che si tratta di una delusione d'amore" biascicò incerto.
Akira aprì e chiuse gli occhi tre volte, riavvolgendo il nastro della propria mente e riascoltando l'ultima frase. Delusione d'amore.
Suonava così stranamente giusta.
"Delusione d'amore" ripeté infine a voce alta.
Hiroaki annuì senza guardarlo "sai com'è, Rukawa ti ha dato un bel pugno il che equivale ad un rifiuto. Poi l'altra sera eri preoccupato che lui e  Sakuragi si potessero mettere insieme..."
"Oh si sono messi insieme" ridacchiò
"Cosa?"
"Ieri sera ho telefonato a Sakuragi e" continuò ignorando platealmente lo sguardo allibito dell'amico "bhe, ecco.diciamo che è stata una telefonata non poco interessante. Improvvisamente il respiro di Hanamichi si è fatto pesantuccio, ansimava ed ha iniziato a parlare in modo strano, o si mangiava le parole e le diceva tutte insieme, certo, magari io sono un po' troppo malizioso e lui stava semplicemente facendo un po' di flessioni mentre chiacchierava con me.." disse con tono insinuante.
Koshino lo fissò con un'espressione di placida incomprensione e Akira rise passandogli un braccio attorno alle spalle.
"Ah Koshi-Koshi metti in moto il cervello, non vorrai mica che te lo faccia vedere, vero?"
"Cosa?" chiese sempre più perplesso voltandosi verso di lui.
Akira strinse l'abbraccio attirandolo ancor più verso di sé e si girò a guardarlo "Ci scommetto quello che vuoi" sussurrò a pochi centimetri dal suo viso "che ieri sera Hanamichi non era solo e che mentre parlava con me Kaede ha cominciato a fargli qualcosa"
"Qualcosa cosa?" sussurrò Hiroaki conscio solo del peso caldo e dolce che il braccio di Akira esercitava sulla sua spalla, di quegli occhi nocciola  così vicini a suoi e quelle labbra così vicine alle sue.
"Oh bhè, non lo so, se io fossi stato in lui avrei iniziato con un bacio sul collo qui" mormorò sfiorandogli con un dito un punto subito sotto l'orecchio "e poi sarei risalito fino a qui" continuò trascinando il dito  sul lobo e sullo zigomo "per poi scendere qui" e gli accarezzò la gola.
Un tepore inebriante si stava impossessando di Hiroaki che sentiva il proprio respiro farsi sempre più difficoltoso "A...aki..." mugolò sottovoce e Akira sollevò lo sguardo dalla giugulare che pulsava veloce sotto la punta calda del suo dito per fissarlo "Hiro" sussurrò piano avvicinando la propria bocca a alla sua socchiusa ed invitante.
"Fukuchan" sussurrò Koshino sgranando gli occhi ed allontanandosi dall'amico.
Una pioggia di ghiaccio raffreddò immediatamente il calore che scorreva nelle vene di Akira.
"Scusate, ma Taoka ci ha spedito a cambiarci" spiegò innocentemente Fukuda sfilandosi velocemente canottiera e pantaloncini e fiondandosi in una doccia.
"Akira! Come ti senti? Ma cosa ti è accaduto? Stai bene? Ti è morto il gatto? Hai avuto un calo di zuccheri? Sai ho sentito che agli atleti di un certo livello possono accadere degli scompensi di vitamine e che un buon integratore naturale.."
Akira, abituato ad ignorare la voce mitragliante di Aida vide Hiroaki strizzare gli occhi per il fastidio e,con un cenno di insofferenza verso la matricola, infilarsi sotto la doccia accanto a quella di Fukuda.
Kitcho si sporse e gli disse qualcosa ed Hiro annuì arrossendo vistosamente nonostante l'acqua che gli scorreva sul viso. Fukuda continuava a parlargli e Hiro , fattogli un gestaccio con la mano destra, afferrò l'asciugamano legandoselo in vita.
Akira non riusciva a sentire cosa si stessero dicendo, anche perché Aida gli scorrazzava intorno come un piccolo abbaiante cane noioso,  però riuscì a vedere fin troppo bene le braccia di Fukuda che si allungarono ad afferrare le spalle di Hiro tirandolo indietro, stringendolo contro il suo petto. Le sue mani grandi ed abbronzate appoggiarsi una
sul torace candido del ragazzo e una sui suoi fianchi stretti. Fukuda gli stava sussurrando qualcosa all'orecchio e Hiro, rosso in viso si mordeva il labbro inferiore,negando con veemenza.
Quando infine dopo alcuni istanti, o un'eternità troppo lunga secondo I canoni di Sendoh, Fukuda tolse le sue zampe dal corpo di Hiroaki, il ragazzo si affrettò a vestirsi.
"Hiro.." Lo chiamò piano Akira avvicinandosi e Hiroaki si girò dall'altra parte, apparentemente intento a cercare di infilare i vestiti spiegazzati nella sacca.
"Hiro" ripeté con voce ferma afferrandogli un polso. Hiroaki si irrigidì improvvisamente strappando con un gesto secco il proprio braccio dalla stretta molle delle sue dita.
"Scusami Akira, devo correre a casa, i miei stanno uscendo e io ho dimenticato le chiavi. Ci vediamo domani ok" borbottò afferrando la giacca e la borsa ancora aperta e correndo fuori dallo spogliatoio.
Scappando fuori dallo spogliatoio si corresse mentalmente Sendoh sentendo l'ira stringergli lo stomaco; i rumori dello spogliatoio erano spariti, I visi dei suoi compagni erano trasparenti, esisteva solo l'espressione bastonata di Koshino che si inventava una  patetica scusa per andarsene in fretta da lì e lo scrosciare dell'acqua della doccia di Fukuda. A passi lenti, col cuore che pareva strozzarglisi nella gola, raggiunse la doccia di Fukuda. Il ragazzo gli dava le spalle,
la testa piegata all'indietro per porte ricevere l'acqua in pieno viso.
Akira calò con violenza la mano sulla spalla di Fukuda spingendolo verso il muro di fronte, entrando lui stesso sotto il getto tiepido, incurante dei vestiti che aveva ancora addosso.
"Che diavolo..." sibilò Fukuda girandosi per fronteggiare il suo aggressore " Ehi Sendoh, guarda che a me I ragazzi non interessano" disse con un sorrisetto.
"E' per questo che lo tratti in quel modo? E' per questo che giochi con I suoi sentimenti?" gli sussurrò a due centimetri dal viso.
Fukuda aprì la bocca sbalordito "Cosa stai blaterando idiota?"
"A che gioco stai giocando Fukuda? E' per questo che non ti sei messo con Michiru vero? Se pensi che io ti permetta di giocare con i sentimenti di Michan e con Hiro in questo modo."
"Sei esaurito sai caro. Forse è meglio se ti vai a far fare un controllo." sussurrò con tono pericolosamente basso
Il respiro di Akira si fece più veloce mentre il ragazzo si tirava indietro e sferrava un destro al volto di Fukuda.
Ma Akira Sendoh era un campione di basket che abitava in una bella villetta in un quartiere elegante e che al basket aveva dedicato tutto se stesso, tenendosi lontano da tutte quelle situazione che avrebbero potuto pregiudicare la sua carriera. Akira Sendoh aveva preso solo quattro pugni in tutta la sua giovane vita e le ombre gialle di due erano ancora visibili sui suoi zigomi.
Fukuda vide arrivare il pugno, aggrottò un sopracciglio e parò il colpo afferrando contemporaneamente il polso di Akira, spingendoglielo dietro la schiena e costringendolo, con una leva elementare, a piegarsi in ginocchio.
"Evidentemente quei pugnetti ti hanno leso il poco cervello che hai in quella testa asfissiata, deficiente!" sibilò senza allentare la presa, ma inginocchiandosi accanto a lui.
"Ti parlerò chiaramente, brutto scemo, chissà che così magari riesci a capirmi: me amare Michiru! Chiaro? e se non ci siamo messi insieme ieri sera è solo perché lei, L-E-I non è pronta per queste cose chiaro?"
"Sei un verme Fukuda, ha ragione Hanamichi! Come puoi prenderti certe libertà con il mio Hiro, ingannarlo così quando tu."
"Il tuo Hiro? E da quand'è il TUO Hiro adesso?"
"Tu lo stai facendo soffrire!"
Gli occhi di Fukuda si allargarono per lo stupore "oh ora capisco..però senti io non ci posso fare nulla se lui è innamorato di me no?" disse soffiando con tono insinuante nell'orecchio di Akira che riuscì a girarsi appena e cercò
inutilmente, di sferrargli un pugno con la mano sinistra.
"Sai" sibilò Fukuda stringendogli in una morsa dolorosa anche l'altro polso " vi sarebbe stato bene a tutti e due, se io ed Hiro ci fossimo davvero innamorati l'uno dell'altro. Si vede che siete cugini,le stesse pretese da coglioni. Solo quando le è parso che Koshino mi stesse portando via si è degnata di aprire gli occhi e di scoprire che io non sono un
pupazzetto fedele con cui passare il tempo mentre si fa rabbonire dall'idiota di turno, ma una persona mi è piombata a casa facendomi una scenata degna di una posseduta. E tu uguale, ora che Hiro è innamorato di me lo rivorresti indietro vero? Ora ti accorgi di quanto è importante, come i bambini piccoli non ti accorgi di quanto sia bello
un gioco fino a che non lo hai più vero Sendoh?"
"Non mi sarebbe importato ,se tu l'avessi fatto felice non mi sarebbe importato! Ho visto il sorriso che ti ha rivolto ieri; ma tu non lo meriti, merda! Tu ami un'altra e lo fai solo soffrire. Lo hai visto oggi no? Era triste per colpa tua....e tu lo stuzzichi in quel modo, te lo palpi come se fosse un oggetto, senza pensare che lui.."
Improvvisamente Fukuda gli lasciò le braccia fischiando con ammirazione.
"Il grande latin lover è innamorato cotto! Questo non lo avrei mai creduto sai?" gli disse sedendosi accanto a lui sul pavimento bagnato "pensavo solo che avessi un attacco di crisi di invidia o che so io, invece sei cotto....comunque, per farti capire bene la situazione: Koshino non amare me. Non essere io brutto cattivo che fa stare male il povero piccolo Hiro bello, ma essere altro. Forse se metti in moto I neuroni lo capisci anche chi è. Forse" gli sorrise posandogli
una mano sulla gamba.
Akira si morse il labbro fissandolo perplesso "Fukuchan.."
"RAGAZZI? Ma cosa state facendo?" balbettò Aida vedendoli seduti entrambi sul pavimento: Akira con I vestiti completamente inzuppati che gli si appiccicavano al corpo come una seconda pelle e Fukuda completamente nudo, una mano appoggiata sulla gamba di Akira.
"Aspettando un terzo per fare un'orgia ti unisci a noi?" grugnì in risposta Fukuda facendo arrossire completamente la povera matricola.
"Cambiati idiota prima di ammalarti, sei scemo ma giochi a basket piuttosto bene" Disse Fukuda afferrando l'asciugamano e legandoselo in vita.
Quando gli passò accanto Aida si fece da parte appiccicandosi contro il muro.
 


Akira inspirò profondamente chiuse gli occhi e premette il dito sul campanello proprio mentre il cancelletto avanti a lui si apriva con un leggero clonck.
"T ho visto dalla cucina, cosa aspettavi a suonare?"
Akira aprì la bocca per parlare, ma la lingua si rifiutò di muoversi: Hiroaki lo attendeva sulla soglia di casa vestito con un semplice paio di jeans larghi e una morbida camicia verde, tenuta chiusa da sue soli bottoni all'altezza dello stomaco.
"Posso entrare?"
Hiroaki aggrottò perplesso un sopracciglio "Fa tu.." Rispose con una mezza smorfia sorridente spostandosi di lato per lasciargli spazio "quando sei così gentile ti strangolerei sai? Uno cerca di fare l'educato e tu.."
"Ecco appunto, sii naturale e non fare cose che non ti riescono"
"HIROAKI KOSHINO" tuonò Akira piantando le mano nei fianchi e fissandolo con la sua aria da persona molto, molto offesa.
"Ho fatto dei pop corn ed ho preso un film, mi fai compagnia?"
"Non lo so" rispose l'alto ragazzo con un broncio infantile "prima mi insulti e poi vuoi anche che io rimanga con te.ma come può una persona normale sopportarti? Ma come si può.Hiro!!! Non puoi andartene via mentre io mi lamento" protestò entrando in casa e seguendo l'amico in salotto.
"Mangia e taci che sennò perdiamo l'inizio del film"
"Ma se è una videocassetta."
"Sì, però comincia ora"
Akira aggrottò il naso e tirò fuori la lingua, poi si sedette sul divano accanto ad Hiroaki, la ciotola dei pop corn tra le gambe, lo strano momento che avevano condiviso nello spogliatoio sembrava evaporato senza lasciar traccia, così come la rabbia di Akira. Era così facile rilassarsi accanto a quel burbero orsetto e dimenticare I propri problemi.
Hiroaki allungò la mano verso la gamba di Akira che trattenne il fiato fissando quelle dita esili infilarsi nella ciotola ed afferrare i pop corn.
Per un momento aveva temuto(sperato) che Hiro lo stesse per accarezzare. Che idiozia! Quante volte si erano sistemati così per guardare qualche partita di basket? E quante volte Hiroaki gli aveva fatto qualche avances?
Mai ovviamente. E perchè allora lui fissava con morbosa intensità ogni suo gesto aspettandosi(sperando) di vedere quelle mani scivolare sulla sua gamba?
"Di cosa avete parlato ieri tu e Fukuchan?" chiese a bruciapelo, stupendo se stesso tanto quanto il povero Hiroaki che assunse una seducente tinta rossastra sotto gli occhi e sul collo.
"Ma nulla, lui era un po' abbattuto per via del suo rapporto con Michiru." balbetto il moretto.
"A me è parso piuttosto convinto di ciò che fa, e poi eri tu quello con la faccia strana"
Sendoh si rese conto del suo errore solo nel momento in cui Hiroaki si girò ad osservarlo con un'espressione d'irata stupefacenza.
"Avevo cosa?"
"Uhm sono capitato al pub per caso e vi ho visti, solo che eravate così assorti nei vostri discorsi che non ho voluto disturbarvi" mentì.
"Cos'hai sentito?" sibilò Hiroaki rigido al suo fianco.
"Non ho sentito nulla, mica ero lì per spiarvi!"
Hiroaki sospirò rilassando leggermente I muscoli, il labbro inferiore imprigionato tra I denti che lo mordicchiavano senza posa.
"Prima o poi ci scaverai un buco" sussurrò Akira allungando un dito per liberare la pelle rosata dalla pressa candida dei denti. Hiroaki trattenne il respiro e per un secondo Akira lo imitò, incapace di spostare il dito che ancora si soffermava sulla sua bocca.
"Hiro" mormorò spingendolo supino sul divano e bloccandolo con il peso del proprio corpo, ignaro della ciotola di pop corn che cadeva a terra seminando il mais scoppiato sul pavimento.
Hiroaki era immobile sotto il suo abbraccio, tratteneva il fiato e, se avesse potuto, avrebbe fermato anche la cavalcata selvaggia del proprio rumoroso cuore.
"Perchè mi nascondi le cose, si vede lontano mille miglia che stai male per qualcosa. Perchè ne puoi parlare con Fukuda e non con me? Lo so che forse non sono un tipo riflessivo come te, e che magari a volte sono un po'
troppo leggero nelle mie azioni, ma tu sei il mio migliore amico e io vorrei poterti aiutare" sussurrò nascondendo il viso nell'incavo caldo tra il collo e la spalla di Koshino.
Sentiva il suo piccolo cuore battere con forza contro il proprio torace e il dolce calore di Hiroaki salire ad ottenebrargli la mente. Come due notti prima la voglia di baciarlo si fece risentire violenta. Per nessuno mai prima aveva provato una simile bramosia. Ciò che gli piaceva era la caccia e la conquista, ma non aveva mai desiderato far altro con le sue prede. Si chiese se Kaede avrebbe avuto su di lui lo stesso effetto, in fondo gli era piaciuto tenerlo tra le braccia mentre dormiva. I suoi bellissimi capelli neri che gli solleticavano il volto e quel suo caratteraccio impossibile, per certi versi assomigliava molto a Koshino.
"Stupido , non c'è nessun problema e io non ti sto tenendo fuori dalla mia vita, solo che ieri ero un po' giù e Fukuchan mi ha portato a bere qualcosa, tutto qui, non ci sono segreti idiota" gli rispose posandogli le mani sulla schiena.
"Ma Fukuda ha detto che sei innamorato di qualcuno..."
Hiroaki si divincolò nell'abbraccio saltando in piedi, "Ma io quello lo uccido, ma come fa a venirti a dire una cosa simile?"
Akira si rimise ad osservarlo scuotendo la testa: Kaede assomigliava un po' a Koshino, ma non era Koshino. Hro era solo Hiro.... il suo Hiro!
"Lo vedo che c'è qualche problema" si lamentò afferrandogli un braccio e trascinandolo verso di sè, "e tu non me ne vuoi parlare!" disse piantandogli una mano nella schiena per bloccarlo e impedirgli di fuggire.
Hiroaki riprese a mordersi il labbro, le sue ginocchia poggiavano contro il bordo del divano, tra le gambe aperte di Akira che gli sfioravano le cosce.
Per un momento osservò il proprio viso riflesso in quegli occhi nocciola, poi abbassò le palpebre "Lasciamo perdere Akira"
"No" gli rispose lasciandogli il polso per cingergli la vita con entrambe le braccia e attirarlo a sè, appoggiando di nuovo la testa sul suo collo e sentendo la guancia tiepida di Hiro contro il proprio.
"Non ti permetto di escludermi così. Merda, Kosh, cosa c'è di così tremendo che non puoi dirmi? A me? Di chi cavolo è che sei innamorato? E' sposata? E' un serial killer? Un'insegnante?"
"Un uomo" gli rispose con un sussurro che gli accarezzò l'orecchio
"Bhè, che diavolo ho cominciato prima io a infatuarmi di un ragazzo no?...."
"No. Io lo amo da tre anni."
Le braccia di Akira gli caddero inerti lungo i fianchi permettendogli di rialzarsi, ma Hiroaki se ne pentì non appena lo fece. Akira lo stava guardando con gli occhi lucidi per le lacrime trattenute e un'espressione da cagnolino abbandonato che osserva l'auto dei padroni allontanarsi sull'autostrada d'agosto.
"Perchè non mi hai mai detto nulla" sussurrò debolmente con la voce roca "io credevo davvero che fossimo amici." Continuò appoggiandosi contro lo schienale del divano e gettando la testa all'indietro nel vano tentativo di impedire alle lacrime di uscire dalla prigione dei suoi occhi.
"Perchè se te lo avessi detto avremmo finito di essere amici" gli rispose Hiroaki sfiorandogli con la punta del dito la piccola lacrima fuggiasca che gli scendeva sulla guancia e risalendo ad accarezzare le umide ciglia chiuse.
Akira non si mosse e Hiro sentì le lacrime pungere anche i suoi occhi "ma tanto ormai il danno è fatto" inseguendo i suoi pensieri confusi, senza rendersi conto di aver parlato a voce alta; "ormai te lo posso anche dire"
"Adesso è tardi..." Singhiozzò Akira ma la frase si perse quando le labbra di Hiroaki sfiorarono le sue con una veloce carezza bollente veloce come un'illusione.
"Abbiamo parlato di te ieri sera, di che colpo fosse stato per me aver scoperto che ti piaceva Rukawa. Ho sempre sorriso delle tue storie perchè era chiaro che il nostro rapporto era più forte di quello che avevi con loro, ma ho avuto paura di Rukawa. Non ci sono insegnanti nè serial killer nella mia vita, solo la cosa più idiota di questo mondo :mi sono innamorato del mio migliore amico."
Akira continuava a tenere gli occhi chiusi cercando di controllare il respiro "Cer...certo che sei un bel...bel tipo tu. Tutti quei discorsi sul lottare per aver quello che piace e poi te ne stai lì per anni come un citrullo..."
"Ero convinto che tu fossi una persona normale Aki"
Akira sbuffò allungando una mano alla cieca per afferrare quella fredda di Hiroaki "Non sono mai stato una persona normale, io sono sempre stato un campione di basket"
"Intendevo dire che tu....le donne....io..."
"Sai qual è il tuo problema Hiro? Pensi troppo."
Hiroaki si morse il labbro, prima di chiedere con un unico ininterrotto sussurro "Siamo_ancora_amici_allora?"
Finalmente Akira aprì gli occhi girandosi verso di lui con un sorriso e gli posò una mano sulla nuca trattenendogli la testa mentre faceva combaciare le loro fronti.
"No" sussurrò "direi proprio di no" ripetè ignorando lo sguardo terrorizzato di Hiroaki e sfiorandogli la bocca con la propria, facendolo sussultare al contatto inaspettato.
Nelle intenzioni di Akira avrebbe dovuto essere un bacio dolce, un leggero sfiorarsi di labbra che si cercano e si trovano e si riallontanano per tornare di nuovo ad abbracciarsi; ma il suo cervello si spense lasciando campo libero ai sensi e senza averlo deciso Akira aprì la bocca cedendo alla dolce invasione della lingua di Hiroaki che iniziò ad esplorarlo con dolce invadenza rubandogli un piccolo gemito di piacere.
'Dove cavolo avrà imparato a baciare così?' riuscì a chiedersi, con una punta di gelosia, prima che le braccia di Hiroaki gli cingessero il collo e il ragazzo si lasciasse cadere steso sul divano trascinandolo con sè, sopra di sè.
La realtà attorno si transustanziò nelle loro bocche che si fondevano l'una nell'altra, nelle mani di Hiroaki che accarezzavano leggere la nuca e la schiena di Akira, e in quelle di Akira che invece sfioravano con timore quasi
reverenziale il profilo dei fianchi di Hiroaki.
Non c'era nulla attorno a loro, tempo e spazio non ebbero più senso.
Akira infilò una mano sotto al camicia morbida di Hiro accarezzandogli la pelle calda dello stomaco e Hiroaki gemette nella sua bocca.
"Hiro" sussurrò Akira abbandonando la sua bocca per baciargli il collo, mordicchiandogli la pelle salata delle spalle. Se solo fosse stato possibile avrebbe voluto divorarlo "Hiro" ripetè con un sussurro mentre le mani del moretto gli sfilavano la maglia dai pantaloni e vi s'insinuavano sotto per scivolare stuzzicanti lungo la sua spina dorsale, provocandogli una danza di brividi.
Richiamando tutta la sua forza di volontà Akira riuscì a scostarsi appena da quel corpo caldo, per guardarlo in faccia "Hiro, se continuiamo così io.....i tuoi..."
"I miei sono usciti, te l'ho detto no?" lo rassicurò succhiandogli rumorosamente il collo sotto l'orecchio.
"Uhm....era vero allora....sarebbe il caso che noi la piantassimo" gemette mentre Hiro si muoveva sinuoso sotto di lui per raggiungergli il lobo.
"NO" rispose deciso spingendo Akira all'indietro e stendendosi sopra di lui
"no.." ripetè sollevandogli la maglietta per leccargli il petto muscoloso. Akira s'inarcò sotto le carezze insinuanti di quella lingua umida e calda che serpeggiava verso i suoi capezzoli tesi e duri per l'eccitazione.
"Voglio fare l'amore con te, Aki" mormorò sfiorando con le labbra una di quelle punte rosate, stringendola piano tra I denti prima di impastarla con la lingua e  succhiarla piano.
Akira inarcò la schiena gemendo sotto quella leggera tortura ed afferrò le natiche sode di Koshino stringendole tra le mani e spingendo il bacino del ragazzo a strusciarsi contro il suo membro duro sotto I pantaloni.
"Ti va, Aki?" chiese Hiroaki spostandosi tra un bacetto e l'altro verso l'altro capezzolo teso ed abbandonato; ma Akira l'afferrò per i capelli tirandoglieli  leggermente costringendolo ad alzare la testa per baciarlo con passione per
un tempo lunghissimo.
"Kami se mi va" sussurrò staccandosi dalle sue labbra con un sorriso dolce ed armeggiando con i bottoni della camicia, facendogliela poi scivolare dalle spalle con una lenta carezza.
"Akira, aspetta, andiamo in camera" mormorò Hiroaki alzandosi velocemente ed afferrata con una mano la camicia gettata sul pavimento e la mano di Akira con l'altra lo trascinò lungo il corridoio, lasciandolo solo per girarsi e
chiudere la porta a chiave.
"Non vorrei mai che tornassero in anticipo" spiegò girandosi ed arrossendo vistosamente; Akira, che si era tolto la maglietta ormai stropicciata, era immobile in mezzo alla camera e lo osservava con un'aria tra l'incantato e il famelico.
"Com'è che non mi sono mai accorto di quanto tu sia sexy?" (perchè sei scemo-__- scusate non ho saputo trattenermi!! NDN) Hiroaki non rispose,limitandosi ad arrossire ancora di più e a fissare il pavimento imbarazzato
"Quando diventi rosso a quel modo poi sei così.." mormorò avvicinandosi a lui e ridisegnando con le proprie mani il profilo del suo corpo asciutto gemendo nel sentire Hiro rabbrividire con forza tra le sue braccia.
Le mani di Hiroaki scivolarono sulle sue coscie accarezzandole piano prima di spostarsi titubanti verso la vita per sbottonare i pantaloni. Akira spalancò gli occhi trattenendo il fiato mentre sentiva le dita accompagnare
la zip e sfiorargli l'erezione coperta dai boxer in maglina "Continua Hichan" mugulò rubandogli le labbra e nascondendo il loro imbarazzo in un nuovo bacio profondo.
Hiroaki chiuse gli occhi con gratitudine ed infilò le dita sotto i pantaloni, spingendoglieli in basso, sulle ginocchia. Ora restava il passo successivo, doveva solo ripetere gli stessi movimenti e sfilargli i boxer no? Perchè allora si sentiva così impacciato?
Akira gli stava accarezzando la schiena con tocchi lenti e rilassanti, soffermandosi alla base della sua colonna vertebrale, sulla piccola fossetta sopra le natiche. Hiroaki gli si avvicinò di più,strusciandosi contro di lui ed Akira gemette con forza mordicchiandogli piano la lingua ed insinuando due dita sotto la rigida stoffa dei jeans. "se aspetto te posso anche morire così vero? Stai cercando di ammazzarmi?" gli chiese spostandosi abbastanza per riuscire a far cadere i propri pantaloni
"Fosse così facile" ridacchiò Hiroaki sentendo la tensione sciogliersi un po'.
"Antipatico" protestò Akira spingendolo poco gentilmente sul letto e stendendoglisi sopra, "brutto e cattivo e antipatico" biasciccò baciandogli lo stomaco e sfilandogli pantaloni e boxer in un unico colpo.
Hiroaki si morse il labbro, sentendosi avvampare per la propria nudità.
"Bhè, dai brutto forse no" sussurrò Akira ammirando quel piccolo corpo perfetto, "decisamente no" decise mentre lasciava scivolare la mano destra lungo la gamba di Hiro, accarezzandogli a lungo il ginocchio prima di decidersi a salire lungo la coscia. Kami sama, aveva una voglia di toccarlo lì.di sentire la sua consistenza, il suo calore, il suo sapore..no, stop, un passo alla volta, non voleva spaventare Hiro. Continuò la propria carezza con un solo dito, spostandosi piano verso l'interno coscia, lo sguardo sempre fisso sul viso arrossato ed ansimante del ragazzo, pronto a bloccarsi al primo cenno di fastidio. Il suo dito raggiunse l'inguine e Hroaki mugugnò qualcosa facendolo bloccare un istante. Mai come allora Akira sentiva la mancanza di un certo allenamento. Se solo avesse avuto più esperienza, avesse fatto più pratica avrebbe saputo anche decifrare le espressioni di Hiro che se ne stava lì steso con gli occhi stretti e la bocca socchiusa ed ansimante....spontaneamente il suo dito s'inerpicò sul membro teso di Hiroaki, raggiungendone la punta lucida ed umida.
Hiroaki s'inarcò gemendo forte e gettando la testa all'indietro "che stai facendo Aki?" gemette.
"Non....non lo so mica sai, io ho solo fatto così."disse candidamente strofinando il palmo della mano su quella testina rossa e bagnata. Non era difficile infondo, bastava solo ripetere su di Hichan i gesti che lui stesso aveva fatto tante volte a se stesso; in fondo Hiro sembrava gradire e a lui piaceva tanto toccarlo così. Si allungò su un fianco accanto a lui intrecciando una gamba con la sua, continuando a giocherellare col suo membro in mano, sfiorando ora la punta, ora la base, stringendolo tra le dita e pompandolo piano giù e su un paio di volte prima di cambiare di nuovo carezza. Hiroaki gemeva e si contorceva come un serpente cercando un sollievo a quella tortura sempre più forte.
"Sei tremendamente sexy mentre ti agiti così sai?" gli sussurrò mordicchiandogli un lobo.
"E tu sei uno stronzo..." gli rispose girando il viso e implorando un bacio che Akira gli concesse con estremo piacere permettendo ad Hiroaki di prendere il controllo della situazione e di spingerlo disteso sulla schiena mentre lui si sistemava sulla sua pancia ed allungava una mano dietro di sè infilando due dita sotto I suoi boxer per sfiorargli al virilità pulsante.
Akira mugugnò inarcandosi sotto di lui quando le dita si chiusero su di lui ed incominciarono a masturbarlo con movimenti lentissimi ed esasperanti.
"Kami, Hiro, sì" lo incitò, immerso nel piacere che gli dava la mano di Hiro che si muoveva attorno a lui e la sensazione stuzzicante delle sue natiche contro di lui, ricominciando a sfiorare la punta del membro che si stagliava davanti a lui.
Sotto le sue carezze Hiroaki iniziò ad ondeggiare il bacino, spingendosi avanti, verso la sua mano, ed indietro contro il suo pene umido.
Con uno scatto imprevisto Akira l'afferrò alla vita e lo fece rotolare sotto di sè infilandogli la lingua nella bocca con urgenza, sfilandosi con una mano i boxer di dosso e strusciando la sua virilità contro I testicoli del ragazzo.
"Kamisamahiro..e se io ti dicessi che ti voglio?" chiese affannato.
Hiroaki si allungo sotto di lui, strusciandosi anche un po' più del necessario, e aprì il primo cassetto del comodino, afferrando un piccolo tubetto azzurro.
"Cos'è" mugugnò Akira baciandogli il capezzolo sinistro
"Leggi" borbottò in risposta Hiro arrossendo.
Akira si congelò rimanendo con le labbra immobili attorno al capezzolo rosato e gli occhi spalancati dallo stupore. "Hiro cosa ci fai con la vaselina in camera?" poi si scostò dal suo petto guardandolo con aria dubbiosa "Tu hai già....già...Non l'avrai mica fatto senza dirmi nulla vero?"
Hiroaki lo squadrò sapendo che doveva sentirsi forse un po' offeso per l'insinuazione di Akira, ma non ci riusciva: stavano facendo sesso e lui rimaneva sempre il suo buon vecchio migliore amico Akira che voleva sempre essere informato di tutto. Una sensazione di gioia lo invase facendolo sorridere dolcissimamente. "ero solo sicuro che prima o poi saresti caduto ai miei piedi" sussurrò accarezzandogli una guancia "Non avrei mai potuto farlo senza di te" bisbigliò distogliendo lo sguardo.
Akira si piegò a baciarlo dolcemente afferrando il tubetto. Quando rialzò il viso un insolito rossore gli colorava le guance "Ehm..dunque io questo lo metto..cioè..."
Hiroaki girò la faccia nascondendola contro il lenzuolo "lo metti su di te e in me" sussurrò così piano che Akira lo sentì appena.
"Sì,  grazie lo sapevo.."borbottò imbarazzato Akira spremendo un lungo serpentino traslucido sulla mano. Era meglio cominciare con le cose meno imbarazzanti decise spalmando la vaselina sul proprio membro con gesti veloci. Veloci almeno finchè non si accorse che Hiroaki, preoccupato dal silenzio, si era girato verso di lui e lo stava guardando. Inconsciamente I suoi gesti si fecero più lenti e sensuali: le sue dita indugiavano sul suo membro accarezzandolo piano
in tutta la sua lunghezza, assaporando lo sguardo avido che le seguiva e la strana fresca e scivolosa consistenza della vaselina.
"Cosa fai" brontolò interrompendo il suo spettacolino erotico per fermare la mano di Hiroaki che si era spostata sul membro del ragazzo cominciando a pomparlo piano "tu stai fermo lì, io stavo lavorando per te, questo è di mia
proprietà" decretò piantando un bacetto sulla punta del membro di Hiro che gemette.
Akira si leccò le labbra sorpreso dal piacevole sapore salato e tirò fuori la lingua passandogliela sulla punta. Hiroaki urlò inarcando la schiena per spingere il proprio bacino verso il viso di Akira che continuava ad assaporare quel nuovo dolce con leccatine sempre più fameliche e golose.
La mano destra s'insinuò tra le natiche di Hiroaki, trovando la sua piccola entrata ed infilando piano un dito all'interno.
"Akira.." Gemette Hiroaki scostandolo da sè "continua quello che avevi iniziato ti prego."
Akira annuì spremendo un altro vermiciattolo di crema nella mano "Hiro,  forse dovresti.." Mormorò, ma Hiroaki si stava già stendendo prono, in un'esplicitissima offerta. Akira gli accarezzò le natiche insinuandosi tra di loro fino a raggiungere il suo buchetto, accarezzandolo con la crema prima di penetrarlo con un dito, con due e infine con tre.
Hiroaki ansimava con forza sollevandosi ritmicamente verso di lui e rispingendosi verso il letto; ma Akira tergiversava continuando ad accarezzarlo così intimamente. Era così stretto, sarebbe stato impossibile non fargli male e
lui non voleva che Hiro soffrisse.
"Akira pensi di darti una mossa per favore?" gemette hiroaki in cui il piacere si stava trasformando in una lenta estatica agonia.
Akira gli afferrò i fianchi per tenerlo fermo e si posizionò come meglio poteva tra le sue gambe, spingendo con forza contro di lui e penetrandolo con un unico doloroso colpo.
Il respiro di Hiroaki s'infranse lasciandolo incapace persino di gemere dal dolore.
Akira da parte sua era in estasi, sentiva tutto il suo essere racchiuso in una guaina calda e confortevole, ma si impose di rimanere immobile dentro di lui, di dargli il tempo di abituarsi alla sua presenza. Perchè hiro si sarebbe abituato alla sua presenza, vero?
"Hiro?" lo chiamò baciandogli la schiena e scivolando con la mano sotto di lui, per cercare il suo membro ancora turgido, ma non più duro come lo era stato prima, per pomparlo con carezze lente, ma profonde.
"E' tutto ok Akira" lo rassicurò sentendo il dolore allontanarsi un pochettino sotto quella premurosa carezza, ma cosa sarebbe accaduto nel momento in cui Akira avesse cominciato a muoversi? Hiroaki non era molto sicuro di volerlo
sapere.
Non molto rassicurato, Akira iniziò a muoversi piano dentro di lui, ritraendosi e spingendosi di nuovo in fondo, attento ai gemiti sofferenti di Hiroaki.
No, non era per nulla piacevole, il membro di Akira sembrava lacerarlo da parte a parte facendogli solo un male boia e il suo corpo più che ricercare un contatto sembrava sfuggirlo notò Hiroaki, agitandosi sotto quelle deboli spinte
nel tentativo di trovare una posizione più comoda. Un braccio perse la presa e Hiro scivolò leggermente in avanti costringendo Akira a spingere più a fondo per non perderlo.
Una scossa di piacere avvolse completamente Hiroaki annientando ogni dolore e ogni pensiero cosciente oltre all'urlo nella sua mente che ne chiedeva ancora.
Sì,  ancora così. Sì,  ancora più forte.
E non aveva importanza se non era solo la sua mente ad urlarlo, ma anche la sua voce gemente, l'importante era che Akira lo ascoltava e lo accontentava, spingendosi in profondità dentro di lui, accompagnando le sue spinte con una
masturbazione che arrivava in ritardo, così che quando il piacere per le spinte assestate nel suo corpo iniziava a scemare, si faceva avanti quello provocato dalla mano di Aki sul suo membro.
Non esisteva più nulla, nemmeno loro esistevano, erano solo una parte indistinta del caos primigenio che tornò ad esistere solo con il lampo  improvviso di luce di quella particolare creazione che è l'orgasmo.

"A....ak....Aki" sussurrò ancora affannato Hiroaki, accarezzando la testa di Akira che gli pesava sul petto.
"Presente" rispose Akira alzando appena la mano.
"Idiota. Vuoi restare a dormire qui?"
Akira mugulò e strofinò la testa contro il suo torace annuendo.
"Allora alzati e chiama tua madre"
"Allora no"
"Cosa?"
"Se mi devo alzare non mi fermo a dormire"
"Guarda che poi ti devi alzare comunque..."
"Uhmmm" protestò affondandogli il viso nel collo e schioccandogli un bacio rumoroso " se ti dico che ti amo mi credi?"
"No" rispose Hiroaki guardando verso il muro
"Va bene allora non te lo dico. Però Hiro ti amo."
"Non dovresti usare queste parole alla leggera sai?" lo rimproverò con un tono di voce più duro di quanto non avesse voluto
"Io non le uso alla leggera lo sai!" protestò alzando finalmente il viso. C'era un'ombra scura sul musetto di Hiroaki che non piacque per nulla ad Akira
"Hichan che cosa c'è? Ti sei pentito di.."
Hiroaki scosse con violenza la testa "No. Mi è piaciuto e poi lo volevo da tanto. Volevo che tu fossi il primo e volevo poter essere io il primo per te."
"Dov'è il problema amore?" chiese stringendogli il mento tra le dita e costringendolo a guardarlo in faccia.
"Rukawa, se Rukawa non stesse con Hanamichi tu....tu ora saresti qui?"
Akira sorrise dolcemente " Non lo so. Io sono qui solo perchè ti ho visto parlare con Fukuda e ho pensato che tra voi ci fosse qualcosa tra voi ed ho sentito il bisogno di sgozzarlo. Mi ha fatto molto più male che non sentirmi dire da Rukawa che era innamorato di Sakuragi.Io ti amo per davvero, non ti mentirei mai, lo sai che mi smascheri sempre..."
Hiroaki scosse la testa, ma sorrise "stupido"
"Cattivo..Sai cosa mi piace tanto in Kaede?" sussurrò tempestandogli il collo con una miriade di umidi bacetti
"No e non lo voglio nemmeno sapere!" borbottòcercando di sgusciare fuori dal suo abbraccio
"Che ha degli splendidi capelli neri, ed ha un pessimo caratteraccio acido e bisbetico e brontolone.Come te"
"Insomma, stai con me perchè ti ricordo lui?"
"Volevo lui perchè mi ricordava te,  un perfetto Koshino dalla coscia lunga.."
"Mi stai dando del tappo? E poi guarda che io non sono assolutamente bisbetimpfhhhhh"
Akira gli chiuse la bocca con la propria e Hiroaki gli passò le braccia attorno al collo
"Ma non eri troppo stanco da non riuscire a fare nemmeno una telefonata?"
"Ho dei ritmi di ripresa impressionanti sai?"
"Allora dopo vai a telefonare?
"Dopo?"
Hiroaki sorrise riattirandolo a sè per un altro lungo bacio.



Niane >____< me offesissima
Kosh -//////- scusa
Niane: scusa un corno .\_/.
Kosh: so che dovevo fare io il seme, ma...ma...aki..
Niane: appunto.AKI fa sempre quel BIPBIP di un Bip che vuole...ç_ç doveva fare
l'uke..io volevo un porcospino uke..perchèèèèèèèèè ç.ç me infelice...



 

 

      

  

 


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