I personaggi
non sono mie.....ma vengono qua a stressarmi!!!! io non li sopporto più(Nobuamorebello
a parte, ma lui nella fic non c'èç_ç) se li volete: veniteli a prendere!!
L'
amore vicino
parte VI
di
Niane
L'impressione
che ci fosse una dolce voce femminile che cantava a squarciagola un allegro
motivetto lo svegliò con un sobbalzo.
Hanamichi si passò un braccio sugli occhi ed afferrò l'orologio.
Mezzogiorno e tre quarti.
Si girò dall'altra parte.
"E saaaaaaaaaaai la pizza scaldare poi doooooooooooooovraiiiiiii" canticchiò
la voce.
Hanamichi trattenne il respiro mentre la realtà si faceva largo nella sua
mente addormentata a forza di scioccanti spintoni.
Mezzogiorno passato e sua madre era tornata dal turno di notte.
Il che voleva dire che presto sarebbe entrata in camera e gli avrebbe fatto
un interrogatorio con i controfiocchi sul perché, per quando e per come
fosse a casa e se per caso non avesse la febbre. E lui cosa avrebbe potuto
rispondere?
In pochi secondi mille diversi possibili colloqui vennero rappresentati
nella sua mente; e non ce n'era nemmeno uno che gli piacesse.
I passi leggeri della donna risuonarono sul legno delle scale.
Come un fulmine in mezzo ad una bufera di neve si fece largo in Hana la
certezza di non volerci parlare.
Fu un attimo: afferrò la propria cartella, la divisa e si chiuse nel grosso
armadio a muro proprio mentre la porta della sua stanza si apriva.
"Benedetto amore mio" mormorò la donna "quante volte dovrò dirtelo
che la mattina le finestre vanno aperte? Ero in ritardo mamma" si
auto-rispose calando di un ottava la voce per imitare il tono del figlio e
spalancando le imposte. Poi fece scorrere lo sguardo per la stanza e
gemette.
"Ora capisco perché non apre mai la finestra, così non si vede il casino che
c'è qua dentro" si lamentò sconsolata. "Chissà se è già nato qualcosa di
organico in mezzo a tutta sta robaccia?" indagò avvicinandosi ad una sedia
su cui campeggiava una pila di vestiti e quaderni che però non toccò.
"NO. Ho detto che la camera non gliela sistemo più, ecco! Ormai è grande; è
bellissimo e pieno di vita e presto si troverà anche una fidanzatina;
vedremo se allora, quando vorrà un po' di sana intimità non metterà a posto
'sto
porcile!" brontolò chiudendosi con cura la porta alle spalle.
Hanamichi rimase per buona misura nell'armadio un altro paio di minuti,
giusto il tempo di far sfiammare il rossore bruciante che gli aveva colorato
il viso alle ultime parole della donna.
Anche se, in fondo, era arrossito non tanto per le parole della madre, ma
per le immagini poco caste che si erano formate nella sua mente.
Kaede e lui stesi sul suo futon...stesi...avvolticchiati ed incastrati uno
con l'altro come un unico spettacolare lussurioso involtino di carne.(*_*)
Appiccicati come la marmellata spalmata sul pane.
"Forse dovrei andare a mangiare qualcosa" mormorò uscendo dall'armadio.
Sentendosi un po' in colpa osservò la camera; lo sapeva, mamma aveva
esagerato come al solito.
Certo la sedia era invasa dai vestiti, ma il pavimento era vuoto e tutti i
libri ed i manga disposti con ordine sulla libreria. L'unica cosa da
sistemare era il futon.. un brivido gelido gli serpeggiò lungo la schiena
quando realizzò che avrebbe potuto essere scoperto....in fondo sua madre
glielo raccoglieva sempre.....lo arrotolava e lo infilava nell'armadio in
cui lui poco prima se ne stava nascosto.
Non poteva starsene in casa correndo il rischio di farsi trovare .
In silenzio attese di sentire l'acqua della doccia scorrere prima di
fiondarsi nell'altro bagno, lavarsi velocemente ed infilarsi un paio di
jeans ed una camicia verde scuro.
Recuperò la cartella e la borsa del basket ed uscì silenziosamente di casa.
Ora doveva solo decidere dove andare. La scuola era un luogo off-limits
ormai e di sicuro non aveva nessuna voglia di andare agli allenamenti e
vederlo.
Se ne era andato via come uno stupido; di sicuro la volpe sarebbe stata
incavolata nera. Ma non era di questo che aveva paura Sarebbe stato felice
di ricevere dei pugni da un Rukawa furioso per essere stato piantato nudo e
senza una parola in palestra.
No, quello che non voleva assolutissimamente scoprire sul volto del suo
ragazzo era una fredda indifferenza. Suo ragazzo? Lo era? Sentì le lacrime
pungergli le palpebre e le ricacciò con forza indietro, dando un calcio
violento al muretto di recinzione di una casa.
Non doveva pensarci. No. Se ne sarebbe andato al Pachinko ed avrebbe giocato
fino a perdere coscienza di sé.
No.
Niente Pachinko: sarebbero arrivati I ragazzi e Yohei gli avrebbe perché non
era andato a scuola e lui non aveva nessuna intenzione di parlare.
Si fermò in uno snack bar, comperò tre panini superimbottiti e due lattine e
si diresse verso il campetto in cui si era allenato con Haruko: fino a che
non fossero finite le attività dei vari club lì sarebbe stato al sicuro, poi
avrebbe potuto
tornare a casa, salutare mamma che usciva ed inventarsi qualche scusa da
propinare in giro il giorno dopo. Sempre che, e non ne era per nulla sicuro,
avesse trovato il coraggio di andare a scuola.
Come aveva previsto il parco era deserto. Il sole scaldava il cemento
dell'area da gioco creando un alone sull'asfalto; con un mugugno Hanamichi
si sedette sull'erba, dietro un cespuglio ed inizio a mangiare scoprendo di
avere per
niente fame.
'....ti amo e che ti ho sempre amato e non ho intenzione di lasciarti
andare...'
le parole di Rukawa gli rimbombarono nel cervello stringendogli lo stomaco e
provocandogli uno strano senso di nausea.
'...ti amo...'
Il suo viso mentre lo diceva...il suo viso mentre lo baciava.....
il suo viso mentre gemeva sotto il tocco inesperto delle sue carezze.
Inesperto!
Chissà che reazioni sarebbe stato capace di ottenere Sendoh!
"BASTA SENDOH!!!!" urlò affondando il viso contro le ginocchia.
"Ma se non ho ancora cominciato" mormorò una voce divertita.
Microscopici vermicelli di ghiaccio strisciarono lungo il corpo di Hanamichi
sollevandogli in modo antipatico tutti i peli delle braccia.
"Se..se....Sendoh?" balbettò Hana alzando il viso per osservare l'alto
giocatore del Ryonan.
"Già." Sorrise. "a quanto apre siamo in due ad aver marinato la scuola oggi
eh?" disse sedendoglisi accanto.
Con sua sorpresa Sakuragi vide che Sendoh indossava ancora i vestiti della
sera prima, solo che ora aveva una palla da basket in mano.
"Che vuoi porcospino?" ringhiò allontanadosi un poco da lui.
Sendoh sorrise "Dovrei essere io a scostarmi così da te dopo il cazzotto che
mi hai dato ieri sera, non credi?" chiese sempre sorridendo.
In effetti Hanamichi poté vedere chiaramente i grossi aloni rossastri
aprirsi sugli zigomi di Akira.
"Ti sta bene, schifoso hentai, così impari a mettere le mani sulla roba del
grande tensai."
"Non sapevo fosse roba tua..anzi mi pareva di aver capito che proprio non ti
interessasse nemmeno un po'" sorrise facendo ruotare la palla su un dito.
Hanamichi grugnì voltandosi e Sendoh ridacchiò.
"Che hai da ridere porcospino ingellato!"
"A quanto pare la serata si è conclusa bene per te" ghignò sfiorandogli un
piccolo ematoma che compariva sul mento. ""chi ti ha fatto questo bel
succhiotto?"
Hanamichi arrossì violentemente "non è un su....succhiotto, è un ricordino
di Rukawa."
"Fiuuu, certo che fate del sesso violento voi due.."
"Ma vuoi tacere! Checcosa ne sai tu? Lui è uscito con te ieri sera no?" Hana
abbassò lo sguardo iniziando a torturare con le dita un innocente filo
d'erba.
"Sima e irrilevante questo.Tu lo ami?"
Hanamichi non rispose, si portò solo le dita verso il viso ad esaminare
l'erba spezzata con lo stesso interesse di studioso di un ufologo ammesso
nell'area 51.
"Lo ami?"
Il rosso guaì ed affondò il viso tra le ginocchia "Non voglio"
"E se io ti dicessi che lui è innamorato di te?" sospirò l'altro "me l'ha
detto lui".
"Lo so già."
Sendoh si stese sull'erba calda, appoggiando la testa sulle mani.
"Non vuoi? E lo sai...e io che credevo di avere dei problemi!" rise
"Se non lo vuoi, distruggi le sue illusioni, ignoralo, non amarlo. Dovrebbe
essere facile no? Hanamichi sorrise sollevando il viso dalle ginocchia.
" Io non posso farci nulla Sendoh. Non mi sono mai imposto di amare Kaede.
Anzi, ho cercato di impormi di odiarlo, ma senza mai riuscirci. Non si
comanda ai sentimenti, sono loro che dettano legge. Fino a quando riesci a
tenere sotto controllo le emozioni non sei innamorato. E ti assicuro che
l'amore non è proprio una bella sensazione, a volte fa.....paura" disse
sorprendendosi da solo per quell'ultima affermazione.
Akira spostò lo sguardo sulla sottile nebbiolina da calura che ondeggiava
sul campetto.
Gli pareva di sentire Koshino. Chissà cosa stava facendo ora, chissà se si
era preoccupato perchè non l'aveva visto a scuola.
"Senti Hanamichi?" chiese interrompendosi quasi subito, poi scosse la testa,
come per schiarirsi qualche idea ancora offuscata "ma come fai a dire che
lo ami? Cosa fa lui per far sì che tu lo ami? Ho avuto un sacco di ragazze
che si facevano in quattro per me, che mi osannavano ogni istante e le
trovavo tutte piacevoli, ma..."
"Cosa cavolo stai dicendo? Lui non mi dà nulla. So solo che quando lui mi
guarda, io esisto. Quando lui mi parla io mi sento felice. Quando lui mi ha
stretto tra le braccia ieri sera....è stata la cosa più naturale del mondo.
Lui non mi da nulla, non mi ha mai dato nulla. Nessuna parola di lode,
nessun aiuto, nessun incoraggiamento. Eppure IO accanto a lui mi sento
felice. Quel giorno, quando si è quasi congratulato con me per lo salm dunk
che ho segnato ai danni del Shoyo....ho creduto che il cuore sarebbe
scoppiato d'orgoglio.
Non è quello che lui mi può dare, non è l'affetto che può provare per me....
L'amore non dipende da quello che gli altri provano o ti possono dare, ma da
quello che tu senti per loro. L'amore è sentire il costante bisogno di avere
una persona accanto,sapere che dalle sue parole dai suoi pensieri dipende la
tua felicità.
E dalla consapevolezza che per quanto tu faccia niente potrà impedirti di
provare quel sentimento devastante...e terribile...Niente" e l'ultima parola
gli vibrò tra le labbra con sorpresa e con la stessa forza di una
folgorazione improvvisa.
Una sensazione antipatica gli elettrizzò il corpo: se avesse mai avuto
l'occasione di infilare le dita in una presa della corrente e restare
debolmente fulminato avrebbe anche potuto riconoscerla per quello che era:
schoc da basso voltaggio. Schock da comprensione.
"Ci si vede Sendoh" salutò Sakuragi alzandosi in piedi con un unico scatto
di reni.
Akira lo guardò interrogativamente "Dove vai ora?"
"Agli allenamenti no?"
"Saresti in ritardo" borbottò di riamando stiracchiandosi pigramente.
"Io sono il tensai, non ho bisogno di allenarmi! Ci vado solo perché devo
parlare con Kaede!" La frase, iniziata come un tuono roboante si spense di
colpo sulle ultime parole dette quasi con timidezza.
Sendoh sorrise e si lasciò cadere sull'erba morbida.
"Buona fortuna" sussurrò.
Hanamichi si voltò a guardarlo di sottecchi prima di annuire "Grazie" disse.
Sendoh l'osservò allontanarsi con un moto d'invidia. Aveva capito che
Sakuragi non lo aveva ringraziato per l'augurio che gli aveva fatto; sapeva
che parlando con lui il rosso aveva chiarito due o tre cose con se
stesso. Ne era contento, ma al contempo lo invidiava: perché solo lui non
riusciva a far luce nel suo cuore?
Rukawa insaccò l'ennesimo canestro. Gli allenamenti erano cominciati da meno
di mezz'ora, ma la sua squadra era già in vantaggio di 13 punti, dieci dei
quali erano suoi. Eppure il numero 11 non stava giocando bene: era violento
nei gesti ed eseguiva ogni schiacciata con cattiveria, come se il canestro o
la palla fossero colpevoli di qualche affronto personale nei suoi confronti.
In realtà Rukawa giocava per non pensare.
I gesti secchi, gli scatti decisi, servivano solo come specchietto per le
allodole in cui imprigionare la sua mente.
Era arrivato presto a scuola, sperando di sequestrare Sakuragi prima
dell'inizio delle lezioni e capire perché fosse corso via in quel modo.
Poteva riempire un libro grosso come tutta l'enciclopedia treccani con le
scuse che aveva creato per giustificare l'insensatezza del rossino.
Ma Sakuragi non era arrivato.
A pranzo aveva scoperto da Mito che proprio non era venuto a scuola e poi
nemmeno agli allenamenti. Tutte le sue scuse si rompevano come inutili
ragnatele spezzate da una scopa. Gli restavano solo le verità acide e
dolorose.
Si era pentito di ciò che avevano fatto.
'Allora volpaccia schifosa, tu sei del tensai!' l'aveva forse preso in giro?
Perché!!!!!!!! Chiese disperata la sua mente mentre il cesto tremava e
scricchiolava sotto il suo colpo.
Rukawa atterrò mentre Kogure si impossessava della palla e correva verso il
canestro; ma non rientrò in difesa.
Sakuragi era stretto a lui, la testa posata sul suo petto ancora ansimante,
un suo braccio intorno alla vita, un altro sulla spalla. Lui gli accarezzava
piano la schiena ed I capelli. La seconda volta che si erano uniti era stata
lenta e dolce, come doveva essere tra due amanti.
Aveva aspirato il profumo di Hana e il rosso aveva sfregato il viso contro
il suo collo, dandogli un bacio lieve.
Se l'era stretto a sé con forza prima di dirgli....cosa gli aveva detto? 'Hana
ti amo'? si...qualcosa del genere. Hana si era irrigidito appena tra le sue
braccia e l'aveva baciato di nuovo sul collo.
Silenzio....si, c'era stato un lungo attimo di silenzio piacevole,
interrotto solo dai loro respiri.
Si stava bene tra le braccia di Hana.
Ma poi lui si era allontanato per stiracchiarsi, si era alzato, rivestito ed
andato via con quell'insulsa battutina. Congelare il pavimento...ma se fino
a pochi minuti prima avrebbero potuto appiccare un incendio con i loro baci!
"Scimunito!!!! Ti pare questa l'ora di arrivare? Recupererai il tempo perso
fermandoti qui più a lungo!!!!" Urlò il gorilla
"Ma il tensai non ha bisogno di allenamenti..Ahio!!!!"
Rukawa si girò come una ballerina su un carillon: Sakuragi era arrivato.
Il resto dell'allenamento per Rukawa si trascinò con la lentezza estenuante
dell'incubo.
Sakuragi evitava ogni più piccola forma di contatto: fisico e vocale.
Nessun tentativo di placcaggio falloso, nessuna battuta sarcastica; in
compenso si adoperava per evitare, con cura quasi maniacale, ogni possibile
scambio di sguardi.
Quando con un ruggito il Gorilla li mandò a cambiarsi Rukawa poteva sentire
i suoi nervi guizzare e torcersi, come pesci imprigionati nella rete della
tensione.
Eppure sapeva di dover ancora aspettare. Aspettare che Hanamichi finisse il
suo allenamento punitivo, che i ragazzi lasciassero lo spogliatoio.
Aspettare mezz'ora, non di più; ma mai il tempo gli parve così lungo.
Con un urlo frustrato Sakuragi spalancò la porta e si fiondò sotto la
doccia. Lo spogliatoi era deserto, e come avrebbe mai potuto esserci ancora
qualcuno se per colpa di quel gorillone si era dovuto fermare quasi tre
quarti d'ora in più? Non era giusto, si lamentò, non era per niente giusto!
Lui avrebbe dovuto parlare con la volpe!!! Era andato lì apposta per quello!
Voleva sistemare tutto, ed invece Rukawa non lo aveva mai degnato di una
parola. Una freddezza in grado di congelare seduta stante l'inferno
stesso con tanto di Lucifero dentro.
L'acqua tiepida gli scrosciò sul viso pungendogli le palpebre chiuse. Il suo
Rukawa stronzo se ne era andato senza aspettarlo...cosa avrebbe dovuto fare
d'altra parte? Lì dentro il Do'hao era lui e lo sapeva. C'era arrivato solo
quel pomeriggio. Solo per colpa di Sendoh. Ancora una volta il porcospino!
Hanamichi chiuse con violenza la doccia e s'infilò l'accappatoio con rabbia.
"Ce ne hai messo di tempo do'hao" mormorò Rukawa. Se ne stava nascosto in un
angolo della stanza,vestito solo dei pantaloni di una tuta blu scuro, la
voce assonnata come se si fosse appena svegliato.
"R..R..Ru..cosacifaiqui?"
"cosa vuol dire la pagliacciata di ieri?" chiese gelido.
Hanamichi deglutì "nu...nulla. lascia perdere. dimentica...."
Gli occhi di Kaede si strinsero per un attimo e ad Hanamichi venne in mente
un gatto pronto per attaccare. Rukawa attaccò. Veloce coprì la distanza che
li separava ed afferrò Hana per I lembi dell'accappatoio,
avvicinandolo minacciosamente a sé.
"Dimenticare? Cos'è vuoi provare l'ebbrezza dei baci di Sendoh? O forse li
hai già provati e volevi fare un confronto con me?" gli sibilò in faccia
odiandosi per quelle parole: sapeva che erano false, sapeva che era una cosa
che non pensava, eppure gli sgorgavano inarrestabili dalla gola.
"E così prima ti diverti con me e poi mi lasci lì abbandonato come un
cretino! E fai anche l'offeso vero? Non vieni a scuola, arrivi in ritardo
all'allenamento, come se fossi Tu quello nel torto!" gridò, la voce sempre
più affannata e tremula.
Hanamichi gli afferrò I polsi liberandosi con uno strattone cattivo. I suoi
occhi nocciola, di solito così dolci e ridanciani, avevano assunto un tono
deciso che Kaede ricordava di aver visto una sola volta.
Il giorno della rissa. Contro Tetsuo. L'unica volta che ricordava di aver
visto il suo do'hao davvero furioso.
Hana gli imprigionò le braccia dietro la schiena spingendolo contro il muro.
"Per te è tutto facile vero stupidissima volpe! Il basket ti viene naturale,
il tuo fascino è naturale, merda! Anche dire ti amo ti viene naturale! Che
cazzo, demente!
Ho avuto paura!" Gli urlò a due centimetri dal viso "Paura! Cosa credi?
Avrei tanto voluto stritolarti tra le braccia e dirti che anche io ti amo
per quanto tu sia idiota!
Eppure quando le parole mi sono salite alla bocca..." la sua voce si abbassò
pericolosamente mentre le mani lo liberavano dalla sua ferrea morsa.
Hanamichi deglutì e si girò.
"Pensi che sia facile per me?. Ridi pure se vuoi...ma..tu ieri indossavi I
boxer di Sendoh. Ieri sera sei uscito con lui. E per mesi.MESI" scandì, " io
ho cercato di convincermi di odiarti, ho fatto la corte ad Haruko perché
nessuno sospettasse che in realtà io sono gay! Ho urlato il mio odio alla
persona che più mi piaceva perché non volevo...non volevo fornire altra
legna da mettere sul fuoco del disprezzo che la gente nutre per me. Sono un
teppista. Non sono uno studente brillante.
Merda, sono anche gay....potrebbero divertirsi con me e malignare fino
alla fine del mondo" Hanamichi tremò le braccia stese lungo I fianchi, le
mani convulsamente strette in due pugni bianchi." Ho cercato di darmi un
tono, di
far credere che in fondo non me ne fregasse nulla, di odiarti, di amare
Haruko... ho sperato di potermi innamorare di lei! L'ho sperato con tutto me
stesso, eppure non sono mai stato in grado di toglierti gli occhi di dosso.
E poi all'improvviso scopro che qualcuno migliore di me ti ha portato via!
Un giocatore migliore, una persona migliore che non ha paura di nascondere
la verità.
Ero convinto di aver sbagliato tutto. Di averti perso per sempre. E tu
invece arrivi pacifico e serafico e mi dici di amarmi. Così tranquillo come
se nulla fosse!
Cazzo!
Permetti che io sia stato un po' confuso? Anch'io avrei voluto dirti Ti amo..e
cederti il controllo della mia vita, confessarti che La mia felicità dipende
da te, da ciò che fai, dall'umore con cui ti sveglierai. Darti così su due
piedi il pieno dominio sul mio cuore. Potresti prenderlo e farci una bella
frittata se vuoi. Paura kitsune. Il tensai ha avuto paura. Paura di
commettere un atto irrevocabile..... se un giorno tu scoprissi che io non
sono all'altezza? E se un giorno davvero vincesse Sendoh? E se io non
potessi più sopportare gli insulti delle persone?"
"Hana..." sussurrò dolcemente Kaede passandogli le braccia attorno alla vita
e appoggiando il proprio viso sulla spalla del rossino.
Hana posò le proprie mani su quelle candide della sua volpe:"Ho davvero
creduto che se me ne andavo......sarei riuscito a far finta di nulla, a non
amarti. Per una volta non sono stato all'altezza del mio genio..."gracchiò e
nella sua voce Kaede sentì il pianto.
"E' per questo che sei un do'hao" sussurrò costringendolo a girarsi verso di
lui "il mio do'hao" ripetè salendo a baciargli le guance bagnate dalle
lacrime sottili:
"Io non sono gay"
Hanamichi spalancò gli occhi orripilato.
"Ma ti hanno impagliato il cervello? Dopo quello che è successo....."
"Non mi piacciono I ragazzi, non mi piacciono nemmeno le ragazze, mi piace
solo il basket. E tu. E non mi interessa quello che la gente può dire o non
dire su di me, non m'importa. M'interessa solo quello che pensi Tu. Hn.
.....Credi che io" e gli baciò l'altra guancia "non mi sia sentito morire
quando..." Scese sullo zigomo "te ne sei andato ieri?"
"Hmmmm" fu tutto quello che il rosso riuscì a replicare.
"Anche io ho..delle incertezze"
"Paura si dice pahh...ur..ahhh" gemette mentre Rukawa gli lambiva il collo
profumato con le labbra
"Incertezze" decretò mordendogli piano la gola " me senza di te sarebbe
peggio..." disse, come se nulla fosse scendendo vero le sue spalle,
spostando la grossa spugna dell'accappatoio con le labbra.
Hanamichi spalancò gli occhi e sorrise "Lo so l'ho capito oggi" sussurrò
afferrando Kaede per I capelli e tirandoglieli fino a fargli alzare la
testa. Per un momento dolcissimo I loro occhi si incatenarono l'un
l'altro, raccontandosi vicendevolmente la verità; poi Hanamichi si gettò
sulla bocca di Kaede con l'ingordigia data dalla tristezza. Rukawa socchiuse
le labbra e permise alla lingua di Hanamichi di prendere il controllo di una
ipnotica danza destinata a lasciarli senza fiato.
Ma era ancora troppo poco. Le mani del rosso cominciarono ad accarezzare
piano la schiena nuda di Kaede che si inarcò sensualmente contro di lui.
"Hana" mormorò Kaede contro le sue labbra "fammi ancora una cosa del genere
e ti uccido"
Hanamichi sorrise stringendolo con forza contro di sè e gli sorrise.
Kaede gli posò la mano sulla guancia destra accarezzandola leggermente,
spostandosi su quella pelle morbida e calda fino a raggiungere le labbra
rosse ed umide, stuzzicandole col pollice. Hanamichi gli mordicchiò piano il
polpastrello curioso prima di permettere alla punta della lingua di guizzare
appena tra le labbra e lambirlo appena. Kaede chiuse gli occhi lasciandosi
andare contro il muro.
Hanamichi sorrise "sono proprio un idiota" sussurrò baciandogli la gola e
scendendo con tocchi umidi verso il petto.
"Hmmmm si" rispose il moretto.
Hana gli morse piano la pelle delle spalle, assaporando quel suo sapore
fresco e salato e così inebriante.
La sua volpe era come una droga. Bastava provarla solo una volta per non
essere più in grado di farne a meno,se solo l'avesse capito prima, si
sarebbe risparmiato una figura da deficiente...
Kaede s'inarcò con un urlo, sfregando il suo bacino contro quello di Hana
quando il rosso gli strinse tra i denti il capezzolo duro. Hana lo guardò
appena con la coda dell'occhio ed iniziò a succhiare la piccola punta
scura facendolo gemere di nuovo.
Kami quanto lo voleva! Voleva quel candido corpo caldo stretto contro il
suo, voleva sentire la loro pelle fondersi, il loro fiato mescolarsi e....sì...lo
voleva sentire muoversi dentro di sè, con violenza crescente, in
profondità, fino ad
urlare, fino a dimenticare il suo stesso nome fino a sciogliersi contro il
suo ventre e nella sua mano bollente.
Senza pensare Hana lasciò scivolare le mani lungo la schiena del moro fino
alle natiche dure stringendole tra le mani e spingendo il ragazzo verso di
sè.
Kaede l'assecondò iniziando a muovere la propria erezione dolorosamente
stretta nei jeans contro il bacino di Hana che gridò.
"Ora basta" sussurrò roco Kaede ribaltando le loro posizioni ed
imprigionando Hana tra il muro e il suo stesso corpo, cercando di infilare
una gamba tra le lue cosce.
"Hummmm piant..ahhh..la di gio..care" si lamentò hanamichi, mentre la bocca
di Rukawa si attardava sul suo petto e le dita giocherellavano subdolamente
con la cintura dell'accappatoio. Quella loro mezza nudità era dannatamente
insopportabile.
"Cosa dovrei fare?" gli chiese il moro muovendo sensualmente il ginocchio
sotto il suo membro teso e duro.
"Hanamichi gli afferrò una mano e leccò il palmo, dal polso verso le punte,
salendo lungo l'indice, mordendone piano il polpastrello prima di
rinchiuderlo nell'umida prigione della bocca e cominciare a farlo
entrare ed uscire con tono
allusivo.
Kaede si specchiava in quegli occhi nocciola completamente soggiogato.
"Smettila" mugolò tirando via la mano dalla sua bocca e sostituendola con la
propria lingua: voleva solo perdersi di nuovo in lui e questa volta non
l'avrebbe più lasciato andare.
"Speriamo sia qui" mormorò Kogure aprendo la porta degli spogliatoi e
spalancando inverosimilmente dietro alle lenti. Li chiuse e gli riaprì,
convinto che di certo la sua mente gli stesse facendo un qualche
stupidissimo scherzo.
Invece no: Hanamichi continuava ad essere appoggiato contro il muro,
l'accappatoio semi aperto che lo copriva a mala pena. Teneva una mano sulla
nuca di Rukawa che, vestito solo con dei jeans, teneva una gamba tra le sue
e lo stava....baciando alla grande. L'altra mano del rosso era invece
attorno alla vita del compagno e cadeva mollemente
sul suo sedere. I due ragazzi si fermarono per un istante e si guardarono,
poi Kogure vide la lingua di Rukawa leccare le labbra del rosso che si
strusciò contro di lui.
"Kaeedeeee" mugolò Hanamici e il tono doveva essere una supplica perchè le
mani del moro ricomparvero da..Kogure non sapeva dove, per allargare la
spugna e perdersi all'altezza del....del....del....Kogure si lasciò sfuggire
un singulto di sorpresa.
"Senpai?" domandò Rukawa mentre Hanamichi arrossiva atrocemente.
"Scu..scu..scusate. Continuate_pure_e_non_fate_caso_a_me" disse in un fiato
un altrettanto rosso Kogure chiudendosi la porta alle spalle.
Hana affondò il viso nell'incavo della spalla di Kaede e cominciò a ridere,
mentre il moro osservava ancora perplesso la porta. "meno male che non
era il capitano" sussurrò facendo aumentare le risa di Hana.
"Continuiamo a casa mia ti va volpe?" gli mormorò contro il collo.
In realtà Rukawa non aveva proprio nessuna voglia di aspettare, ma ne aveva
ancora meno di essere scoperto da qualcuno di meno gentile del senpai Kogure.
"Perchè casa tua?" chiese lasciandolo andare a malincuore.
"E' più vicina" fu la sua maliziosa risposta.
"Hei kosh, che cavolo ti piglia? Non ti ho mai visto giocare così male"
Koshino osservò i compagni di squadra e scosse il capo "dev'essere un po' di
stanchezza. Non ti preoccupare Fukuda."
"Seeeee stanchezza. Tu sei una riserva quasi inesauribile di energie,
altrochè.
Io credo che il tuo problema abbia nome e cognome e" abbassò il tono
sussurrandoglielo nell'orecchio "un sacco di gel in testa"
Koshino arrossì facendo arrossire il compagno più alto.
"Dai, muoviti campione che andiamo a prenderci qualcosina da bere, ti va?
Così mi racconti un po' le tue disgrazie amorose e mi tiri un po' su di
morale."
"Ancora nulla?"
"Nulla in che senso?" e fu il suo turno di arrossire.
"Michiru".
Fukuda chiuse la borse e la tirò in spalla. "Ti aspetto fuori" gridò aprendo
la porta, ma Koshino fu rapido ed infilata la propria sacca sotto braccio lo
seguì immediatamente.
"Raaaaaagazzi!! Ciao!" Urlò michiru dall'ingresso della palestra
"Quello scioperato non c'è oggi?"
"No" rispose Koshino.
La ragazza si strinse nelle spalle "ehi kitchan fai la strada con me?"
Fukuda la guardò un istante poi sorrise e passò il braccio attorno alle
spalle di Koshino, tirandolo un po' verso di sè.
"Ho da fare oggi, scusa Michan" disse sorridendola e trascinandosi via
l'allibito playmaker.
Ru:come fine???? E la nostra lemon?
Niane: l'hai già avuta e ne ho previste 1 e ½, per cui attaccati!!!
RU: mezza lemon?
Hana: no, qui tu ti devi attaccare!! Questa è una RUHANA, cos'è tutto sto
spazio A Sendo e Koshino e che c'entra ora il quattrocchi?
Niane *____* c'era anche Mitchi, ma non sivede qui..
RU Mezza lemon?????
Hana E te pareva!!!Ogni volta che li vedi ti ci perdi dietro!!!!!
Niane si fa piccola piccola ^///////^ scusa
RU: ma come mezza lemon??????????
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