L'
amore vicino
parte V
di
Niane
Tlin.
Toc.
Koshino si alzò spalancando gli occhi assonnati nel buio confortevole della
sua stanza.
Rimase immobile trattenendo il respiro per una breve eternità, prima di
rilassarsi con uno sbuffo ed allungare pigramente la mano verso il
comodino per afferrare la piccola sveglia.
Un display verde alieno gli fece presente che erano le 23.45 e che perciò
aveva davanti ancora sei ore buone di sonno.
Koshino sorrise compiaciuto, come un gatto che si è appena spazzolato
l'hamburger
del padrone, e si riavolticchiò nella coperta, tirandosela fin sotto al
naso.
Aveva un buon odore di sapone pensò sentendo il sonno scendere a
riabbracciarlo affettuosamente.
Tlin
Kosh aprì un occhio.
Toc.
Non se lo era sognato. Il rumore di un sassolino che sbatte piano contro il
vetro e poi cade sul davanzale.
Sassolino+mezzanotte=......
"Noo" mugugnò tirandosi con forza la coperta fin sopra i capelli. Sonno,
sonno, sonno, voleva dormire e non dover fare da confessore a quello
stupido altissimo idiota d'un adorabile deficiente nottambulo e
soprattutto non voleva
assolutamente sentire il resoconto delle sue ultime conquiste. Nascose
la testa sotto il cuscino.
Tlintoc tlintoc altri due colpi; ma la piuma del morbido guanciale era un
ottimo isolante.
Per alcuni lunghissimi secondi Koshino attese con ansia un altro colpetto.
Nulla; solo il solito silenzio.
Forse se ne era andato. Insomma era notte e probabilmente il suo cervelletto
rinsecchito
gli aveva fatto notare che le persone avrebbero potuto anche dormire. In
fondo qualsiasi cosa fosse successa avrebbe potuto raccontargliela
l'indomani a pranzo. Non c'era tutta questa fretta. Cos'era tutta
questa mania di svegliarlo in piena notte per confessarsi?
Era solo uscito con Rukawa, non era invischiato in una lotta tra yakuza. Si,
ecco, domani avrebbero parlato.
Koshino uscì da sotto il cuscino e tese l'orecchio: il cane dei vicini
ringhiava piano, probabilmente Aki gli stava passando davanti mentre se ne
tornava a casa.
Lui e tutto il dettagliato resoconto della sua uscita.
Domani, sotto il sole di mezzogiorno in terrazzo...come tutte le persone
normali.
Domani, o meglio tra solo dodici ore più o meno, magari molte meno se
arrivavano presto entrambi a scuola..e poi aveva sonno...sì, doveva
rimettersi a dormire tranquillo tranquillo..domani era vicino vicino..e
lui non voleva rovinarsi la notte per colpa di Rukawa.
"Merda" bofonchiò fiondandosi giù dal letto e correndo verso la finestra che
si aprì con uno scricchiolio atroce. "Aki" urlò sottovoce nella notte,
sperando di aver gridato abbastanza forte per farsi sentire dal compagno, ma
abbastanza piano per non svegliare tutto il vicinato.
Akira si fermò e sorrise prima di tornare di corsa verso la casa di Koshino
ed arrampicarsi con un breve salto al ramo più basso del pioppo fino a
raggiungere il davanzale di Koshino che gli allungò un braccio aiutandolo ad
entrare in
camera.
"Ehilà Hiro, credevo stessi dormendo"
"Hm infatti" bofonchiò il moretto accendendo la lampada sul comodino.
"Ho fatto un paio di cazzate" annunciò subito Sendoh.
Koshino sospirò gratificandolo con la sua migliore espressione da 'ma guarda
te che novità' gli girò le spalle e si diresse nel piccolo bagno che aveva
in camera dove immerse il viso nell'acqua gelida.
Sendoh si sedette sul letto ancora caldo e si tolse le scarpe appoggiandole
poi sul davanzale della finestra; sapeva, per esperienza diretta, che era
meglio lasciare a Hiroaki tutto il tempo di cui aveva bisogno
per svegliarsi bene: di pugni per quella sera ne aveva già ricevuti
abbastanza.
"Vai" disse Koshino sedendoglisi accanto a gambe incrociate e tirandosi la
coperta sulle spalle; era primavera avanzata, ma l'aria della notte era
ancora fresca e lui indossava solo una canottiera larga e un paio di
pantaloncini stretti e cortissimi entrambi blu notte.
"Sono un imbecille" sussurrò Sendoh.
"Voglio le novità, non l'ovvietà'" lo prese in giro Kosh ottenendo in cambio
una smorfietta da Sendoh.
"I guai sono cominciati quando le mie ammiratrici sono entrate nel pub ...."
"Quali erano? Quelle del club 'Akira campione hai un culo tondo come un
melone' (0___0 NDA) o quelle del 'non esiste solo il cesto per godere
in.."
"Kosh!!" sibilò Akira attento a non alzare troppo la voce per non svegliare
i genitori di Koshino che dormivano tre stanze più in là. "che importanza
ha! Comunque erano le prime"
"Sei stato fortunato, le seconde probabilmente ti avrebbero legato e
violentato" sentenziò.
"Mhf" mugugnò in risposta l'altro " comunque siamo dovuti scappare a tutta
velocità a metà partita .approposito, chi ha vinto?"
"I Lakers, che domanda..98 a 91"
"Cavoli, quando noi siamo usciti erano sotto di 20 punti, come hanno fatto a
rimontare?"
"Akira! E' mezzanotte passata e tu sei qui per raccontarmi la tua serata,
non per la partita!"
"si, già scusa, hai ragione. Comunque dopo essere usciti dal pub Kaede ha
voluto lasciare Michi e Fukuda..."
Koshino si scoprì a trattenere il respiro; in realtà non avrebbe mai creduto
che Rukawa si sarebbe sciolto così presto; gli dava un fastidio tremendo.
Era come se un qualche strano animale dotato di tenaglie se ne stesse
andando in giro per le sue viscere tastando la compattezza dei suoi
organi interni.Un animalaccio inutile chiamato gelosia; eppure credeva ormai
di averci fatto il callo. Quante volte aveva sentito il suo stomaco
strizzato in una morsa quando Aki gli raccontava del suo ultimo interesse?
Però non aveva mai fatto così male. Forse perché prima gli interessi di
Akira
erano sempre stati dotati di lunghi capelli e un seno formoso. Le donne: un
mondo diverso che non entrava in competizione conil suo ruolo. Loro
erano le ragazzette di turno e lui il suo migliore amico: in fondo
prevaleva su quelle di un'intera lunghezza. Nel profondo sapeva che
prima o poi l'amico si sarebbe innamorato davvero, ma aveva sempre creduto
di poterlo sopportare; lui restava l' amico e lei la ragazza. Due ruoli
distinti e ben definiti; senza contare che se ad Aki piacevano le ragazze
lui non ci poteva fare proprio nulla.Ma Rukawa....no, Rukawa era un ragazzo,
come avrebbe potuto sopportare di vederli insieme?
Come avrebbe potuto non vedere in Rukawa il nemico che gli aveva sottratto
l'amore?
"......e poi ho detto a Rukawa che sono innamorato di Sakuragi."
Koshino si destò dai suoi pensieri e l'osservò stupito, quasi come se si
fosse trovato davanti ad un extraterrestre
"Hai fatto cosa?"
"Aspetta!!! Perché poi ho incontrato Sakuragi e gli ho detto che mi ero
baciato Rukawa"
"E lui?"
"Mi hanno dato un pugno. Entrambi! Praticamente li sto gettando uno nelle
braccia dell'altro!!! Se si parlano io non ho più speranze!" si lamentò
Sendoh con un tono di voce un po' troppo melodrammatico. Koshino lo osservò
a lungo. Il suo solito sorriso era sparito, ma i suoi bellissimi occhi
nocciola non erano tristi; non più tristi almeno di quanto lo fossero stati
tutte le altre volte che Akira aveva confessato la fine di una storia.
"Sono uno stupido vero?" chiese accennando un sorriso mortificato.
Koshino allungò una mano per sfiorare leggero con la punta del dito lo
zigomo di Sendoh subito sotto l'orecchio. Sendoh sussultò mentre il tocco di
Hiroaki scendeva piano verso il suo mento per stringerlo tra due dita,
girargli il viso e ricominciare ad accarezzare anche l'altra guancia.
"Uno per parte..." mormorò con voce incerta Hiroaki e Akira annuì
guardandolo con un'espressione di candida colpevolezza che mozzò il respiro
di Koshino.
D'improvviso, senza una sillaba Koshino uscì dalla camera chiudendosi la
porta alle spalle.
Akira sospirò gettandosi steso sul letto ed affondando il viso nel cuscino
del ragazzo.
Aveva un buon profumo: sapeva di fresco e di....di....confetto? Era una nota
insolita che gli faceva sempre venire in mente la sua infanzia e le carezze
di sua nonna.
Si sentiva a casa ogni volta che lo annusava. Forse era proprio per quello
che parlare con Koshino gli riusciva così facile, gli ricordava la sua
infanzia dorata quando scappava tra le braccia grosse della nonna ed
otteneva protezione dal più tremendo dei nemici: la mamma arrabbiata.
Anche Koshino gli dava la stessa sensazione di sicurezza e benessere. Come
se con lui non ci fosse nulla capace di colpirlo e farlo soffrire.
Stava per addormentarsi quando Koshino tornò con un grande vassoio su cui
aveva messo due bicchieri, una teiera fumante, un enorme sacchettone di
pasticcini misti al cioccolato e vaniglia e..alcuni cubetti di ghiaccio.
" Tirati su scimunito, che bisogna fermare il gonfiore prima che le tue fans
siano costrette a cambiare i loro slogan in Akira bellone hai una faccia che
pare un melone.
Marcio"
Sendoh gli fece una mezza linguaccia, ma si rimise a sedere e si riempì la
bocca con tre pasticcini.
Kosh si sistemò in ginocchio sul pavimento davanti a lui e cominciò a
passargli un cubetto di giaccio sull'ematoma che si stava già colorando.
"Kosh, è freddo" si lamentò Akira indietreggiando fino ad avere la schiena
premuta contro il muro.
"Ma va?" ghignò Hiroaki salendo sul letto e sedendosi sulle sue gambe
bloccandolo.
Con lentezza riprese a far scorrere il cubetto sul viso di Akira, che si
contorceva cercando di sfuggirgli.
"Carnefice che non sei altro, ti stai divertendo?"
"Sei tu che sei una piattoletta" sussurrò Hiro spostando il cubetto verso il
labbro "e sei anche incapace di mangiare" brontolò togliendo con un dito le
bricioline rimaste sulla bocca dell'amico.
Akira sorrise ed aprì le labbra mordendogli il polpastrello. Koshino sentì
il cuore perdere qualche battito.
"Br....bravo... Mordi...... Mordi pure la bocca che ti sfama" trovò la forza
di dire implorando Buddha, Gesù Cristo, Dio, Zeus Giove ed anche Taoka di
far sì che la sua voce non tremasse.
Posò il cubetto alzandosi dalle gambe di Sendoh. Non era più opportuno
restare così: improvvisamente il suo stupidissimo e poco collaborativo corpo
gli aveva fatto notare di quanto poco lui fosse vestito, di quanto caldo
fosse Akira e di come i loro visi fossero stati vicini.
Aprì un cassetto con violenza e ne estrasse un piccolo tubetto bianco e
ormai quasi finito.
"Questa favorirà l'assorbimento dell'ematoma" assicurò porgendogliela.
"Arnica" lesse Akira aprendo il tubetto "come puzza. Vabbè farò da cavia, me
la spalmi?"
"Ma pensa te...non sei nemmeno capace di fare quello?"
"Ma io sono stato colpito, maltrattato picchiato ingiustamente! Sono
debole!" pigolò con il suo miglior tono da povero bambino malato e Koshino
si trovò a ridacchiare.
"Dai qui, piattola" e cominciò a spalmargli la pomata, attento a non
guardare mai le labbra del suo compagno di squadra o i suoi occhi profondi e
troppo vicini.
"Sai, se tu la smettessi per un secondo di masticare io lavorerei anche
meglio"
Per tutta risposta Akira prese un pasticcino tra due dita e glielo infilò a
forza tra le labbra, facendogli assaporare anche il gusto un po' salato
delle sue dita.
"Così siamo in due a masticare!" sogghignò.
Ma Koshino era troppo impegnato ad inveire mentalmente contro di lui, contro
quel suo erotismo innato, contro la sua idiozia totale e già che c'era
anche contro la sua assurda altezza per dargli retta. Doveva rispedirlo a
casa prima di morire d'infarto.
"Senti Hiro - kun perché mi comporto così" chiese Sendoh quando l'amico
chiuse il tubetto ed afferrata la tazza che gli aveva riempito sedette
accanto a lui con la tazza del te in mano.
Una risposta pungente salì alle labbra di Koshino che la ricacciò con forza
indietro.
Una volta tanto Akira era serio.
"Non lo so Akira. Forse potrebbe essere che ti sei reso conto che quello che
Rukawa prova per quell'idiota di Sakuragi è più forte di quello che tu
senti per lui....."
"Io sono innamorato di Kaede"
Koshino lo osservò a lungo prima di parlare "sei innamorato di Kaede?"
ripeté con tono ironico " come lo sei stato di Arashi, di Minako, di Rei, di
Usagi, di...mpf" Sendoh gli tappò la bocca con la mano scuotendo il capo.
"Ho capito ho capito...vabbè, diciamo che Kaede mi piace, mi interessa, mi
attizza..insomma vorrà dire qualcosa no?"
"Ti fa stare bene?"
Sendoh lo guardò con uno sguardo allibito.
"Ti senti felice accanto a lui o ti senti elettrizzato come quando sei sul
campo da gioco e mancano pochi minuti alla fine di una partita difficile?
L'amore non è adrenalina Sendoh.
L'amore è sentirsi bene accanto alla persona che ti sta accanto, e solo
perché lei ti è accanto.
L'amore è aver voglia di mollare tutto e non farlo solo perché i suoi occhi
rischiarano I tuoi passi.
L'amore è la voglia disperata di piangere e picchiare che si scioglie in un
lampo di luce solo perché lui ti ha sorriso." Koshino si era appoggiato con
la schiena al muro ed aveva chiuso gli occhi "riesci a capire cosa..che
fai?" tuonò troppo forte aprendo gli occhi ed accorgendosi come
improvvisamente il viso di Akira fosse a pochi millimetri dal suo stesso
volto.
"Hiroaki Koshino, brutto stronzo tu sei innamorato e non mi hai mai detto
nulla?"
Koshino richiuse gli occhi e tacque: non credeva di essere assolutamente in
grado di poter proferire parola.
"Sai Kaede ha detto una scemenza simile riguardo a Michiru e Fukuda. Ha
voluto lasciarli soli perché secondo lui tra loro c'è del tenero. E' stupido
no? E' come dire che c'è qualcosa tra noi due, solo perché stiamo bene
insieme. Non credi?"
L'istinto di tirare un grosso potente pugno sul nasino seducente di Akira
s'impossessò di Koshino che strinse con forza le coperte tra le dita.
"Fukuda e Michiru sono fatti l'uno per l'altra" si limitò a dire.
Sendoh sbuffo e si sistemò più comodamente sul letto.
Koshino ascoltò con sofferenza il silenzio che era sceso tra loro
chiedendosi perché mai il suo compagno di squadra non potesse avere un
minimo della sensibilità di quel cubetto di ghiaccio semovente di Rukawa.
"Cosa speri di ottenere così Aki? Come puoi pensare di innamorarti di una
persona se affronti tutto come una sfida in cui tu devi riuscire vincitore?
Non puoi sperare di avere sempre il controllo; non ami qualcuno fino a che
sei in grado di tenere sotto controllo
I tuoi stessi sentimenti. Capisco che il comportamento di tuo padre possa
avere influito negativamente, ma non puoi fare così. Aki.."
Aki non rispose, il suo unico gesto fu quello di infilare le mani sotto il
guanciale e tirarselo contro.
Piccole scintille d'ira sfavillarono negli occhi scuri di Koshino.
"Bravo, complimenti! Prima hai la faccia tosta di sbattermi giù dal letto in
piena notte e poi ti addormenti mentre ti parlo?".
Nessuna risposta, ovviamente.
Sempre adirato Kosh gli batté un paio di volte sul naso "sei insopportabile.
Ora cosa ci faccio con te?"
chiese osservando il viso tranquillo ed addormentato dell'amico con un
sospiro.
Con movimenti incerti Koshino gli aprì I bottoni dei pantaloni. In fondo che
male c'era?
L'aveva visto tante volte nudo negli spogliatoi e certo non poteva lasciarlo
dormire così..cercò di autoconvincersi mentre iniziava a far scivolare
quella guaina scura lungo le gambe tornite di Akira fino a sfilargliela
completamente. Con delicatezza gli sfilò anche la camicia lasciandolo
vestito solo con una nera maglietta stretta e un paio di Boxer scuri.
Il suo respiro era diventato pesante, in netto contrasto con quello lento e
calmo dell'addormentato.
Era bello mentre dormiva. 'No, in realtà è bello sempre', si corresse
Koshino allungandosi a sfiorare col pollice quelle labbra socchiuse e piene.
Lentamente, con una carezza appena accennata si concesse il lusso di
sfiorargli la gola, il petto, lo stomaco piatto..
"Merda" sibilò togliendo la mano come se si stesse scottando: il suo basso
ventre aveva iniziato a pulsare ricordandogli tutte le volte che aveva
desiderato assaporare quella pelle.
"No" ripeté; non doveva pensarci o avrebbe finito col non essere più capace
di far finta di nulla.
Con stoicismo recuperò le coperte e le stese su Akira accoccolandosi
nell'angolino all'estremità opposta del letto.
Per la mille e duecentesima volta nell'arco di dieci minuti Hiroaki aprì gli
occhi e guardò l'ora le 2.47 quasi un minuto dall'ultima volta che aveva
osservato la sveglia.
"Merdaccia, se non dormo domani all'allenamento sarò un disastrò" grugnì a
voce un po' troppo alta.
"Stai buono, Hiro" mugugnò Akira allungando un braccio e posandolo sul petto
del ragazzo.
Koshino trattenne il respiro, ed Akira attratto da quell'ulteriore calore
gli si fece vicino avvinghiandosi a lui come ad un orsacchiotto di pezza.
"Akira?" sussurrò; ma l'altro sembrava già essere caduto nel sonno profondo.
"Akira" ripeté infilando il viso nell'incavo della sua spalla ed annusandone
il profumo dolce che Akira si era spruzzato per l'occasione. Non gli piaceva
molto, copriva troppo il vero odore del ragazzo, creava una maschera che non
lo rappresentava, ma non fu un problema molto a lungo: dopo alcuni istanti
Koshino si addormentò.
Per l'ennesima volta Kaede spalancò gli occhi fissando l'oscurità della sua
camera.
Non riusciva a dormire....incredibile. Erano almeno tre ore che si rigirava
nel letto sveglio come non era mai stato, fuori da un campo di pallacanestro
almeno.
La sua mente continuava a proiettare un film fatto di spezzoni di ricordi:
le labbra di Hana che l'insultano, la bocca di Hana che lo bacia, la pelle
del rosso contro la sua, sotto la sua.
Le sue parole "sei mio", "mi fai schifo" "Sendoh". Quante volte aveva
ripetuto il nome del giocatore del Ryonan?
Rukawa si passò un braccio sul viso stanco ed il suo corpo indolenzito si
lamentò dolorosamente.Era una sofferenza che gli piaceva, se non fosse
stato per tutte quelle botte e le escoriazioni avrebbe finito col pensare di
essersi sognato tutto.
'Sei mio' sì, lo aveva stretto e glielo aveva detto e lui stesso aveva poi
ammesso di amarlo.
Sì, ne era certo, anche se più il tempo passava più quel loro strano
incontro assumeva una sfumatura irreale.'sei mio'; l'aveva detto.
E poi si era fatto prendere da lui, gli aveva permesso di strappargli la
verginità, perché, ne era certissimo, Hana era stato ancora vergine,
in ogni senso.
Tutto questo voleva dire che il rosso lo amava no?
Rukawa si girò nuovamente nel letto ormai sfatto.
"Perché dannazione?" sussurrò.
Perché si era alzato irrigidito ed aveva afferrato i vestiti senza nemmeno
guardarlo in faccia?
Perché si era rivestito senza una parola? "E' tardi volpe, se resti lì
congelerai il pavimento" gli aveva detto e se ne era andato. E lui come uno
scemo aveva osservato la sua schiena allontanarsi nella notte, quando
era stato in grado di mormorare un flebile
'Do'hao?'
Hanamichi era già lontano.
Kami quanto si sentiva bene! Il letto era confortevole come non mai e quel
corpo caldo e morbido stretto al suo era inebriante. Le mani di Sendoh
scivolarono ad esplorare la schiena muscolosa del suo compagno fermandosi
poco sopra l'elastico dei pantaloncini.
La creatura tra le sue braccia si mosse contro il suo collo, sfiorandogli la
pelle morbida.
Akira gemette piano stringendosi di più contro di lui, mentre le sua mente
cercava di superare la cortina d'intontimento in cui ancora navigava e
comprendere chi stesse tenendo tra le braccia. Akira aprì un occhi e
una massa scomposta di capelli scuri lo costrinse a spostare un poco la
testa.
"Kosh?" sussurrò, ricordano però immediatamente l'errore che aveva fatto
solo pochi giorni prima, quando inavvertitamente aveva chiamato Rukawa
col nome di Hiroaki, fortunatamente l'altro, preso dal suo letargo da
sbronza non lo aveva sentito.
"Mhhhh" miagolò l'essere caldo tra le sue braccia sollevando il viso.
Sendoh spalancò gli occhi incredulo: stava davvero dormendo aggrappato a
Kosh come un Koala poteva solo augurarsi che l'altro fosse ancora troppo
addormentato per realizzare il fatto ed ammazzarlo!
"Credo sia ora di alzarsi" mormorò dandogli una leggera pacca sulla schiena.
Koshino alzò il viso assonnato verso il suo sfiorandogli il naso col proprio
"Buongiorno" disse.
Akira sentì la salivazione venire meno.
Lentamente Hiroaki allungò una mano dietro di sé per afferrare la
sveglia,facendo combaciare i muscoli del torace con quelli di Akira che
chiuse gli occhi.
"Merda!!! Ma è tardissimo" urlò Hiro liberandosi dall'abbraccio del compagno
e chiudendosi in bagno "ma perché sta cosa non ha suonato??"
Akira chiuse gli occhi con forza provando un gigantesco senso di disgusto
vero se stesso.
Per un momento aveva pensato di baciare Hiroaki, di farlo rotolare nel letto
e di....di che cosa? No, non aveva nemmeno il coraggio di ammetterlo.
Cosa diavolo gli stava accadendo?
Con un sospiro allontanò le coperte e cominciò piano a vestirsi.
Hanamichi guardò l'ora con aria distratta, non aveva nessuna intenzione di
alzarsi e di andare a scuola.
Afferrò un fazzoletto e si asciugò gli occhi rossi e pesti. Prima o poi
avrebbero finito di lacrimare; almeno sperava. 'In fondo sono gli occhi di
tensai, geniali anche nel produrre lacrime' si disse,ma la frase riuscì solo
a procurargli un altro singhiozzo.
NianeO___O oi ragazzi che avete combinato?
RU: Diccelo tu perchè hana piange invece di essere a letto con me?
AKIRA: perchè io non violento Kosh?
KOSh come pensi di uscire da questo casino che stai scrivendo???
Niane^_____^ opto per la fine che mi ha suggerito
Nobu_amore_mio_bellissmo_nonchè_dtraibile_dalle_tasse:
arrivano gli alieni, invadono la terra e voi morite tutti^__^
Hana: (che tiene in ostaggio Nobu) vedi di cambiare fine sennò il tuo
animaletto diventa un manicotto >_<
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