DEDICA: Alla mia ex moglie KanuKaKage, per l’amore ritrovato…
DISCLAMERS: I personaggi appartengono a me, se ci saranno quelli appartenenti a qualcun altro, ve lo dirò.
NOTE: Ormai sono passati cinque anni dal incontro tra Alain e Michel….


La Maschera di Marmo

Parte VIII - L'Abbraccio

di Saya

Alain stava sdraiato nel grande letto a baldacchino circondato dalle lenzuola di sete nera, dormiva pacificamente avvolto nel tenere abbraccio del suo amante che vegliava sul suo sonno. Michel fissava il ragazzo tra le sue braccia amorevolmente, ormai erano passati cinque anni da quando l’aveva incontrato quella notte buia, quando aveva incontrato il suo raggio di sole personale. L’ha visto crescere e diventare un uomo in tutti i sensi. Gli accarezzo la fronte sudata, per poi bocciargli delicatamente i suoi capelli neri. Avevano fatto l’amore, Michel adorava vedere il giovane inarcarsi sotto di lui, e osservare il suo viso contorto dal piacere che gli dava, per poi assaggiarlo e bere il suo sangue in estasi. Il vampiro sorrise a se stesso, stava per giungere il momento, per dare ad Alain la vita eterna. Il giovane marchese si mosse come se stava per svegliarsi e il vampiro poso il proprio sguardo sul viso roseo del ragazzo. Nero notte incontrò rosso fuoco, un sorriso sulle labbra del giovane a guardare l’amante, tra cui braccia aveva passato tante notti indimenticabili: Per quanto continuava ad amare Marie, nel suo cuore il posto più prezioso l’aveva preso il suo Michel. Le dita sottili accarezzavano il viso di Alain il quale continuò ad osservare la sua espressione seria.
”Michel?”
Il duca si sporse sul giovane, bocciandogli delicatamente la fronte e sussurrò:
”E’ arrivato il momento…, mio dolce Alain.”
De Chalet si sedette di scatto sul letto, scrutando gli occhi di Michel capendo che il ventitre dicembre del 1715 lui sarebbe morto e poi rinato.
”Michel devo salutare mia sorella, oggi è il suo quindicesimo compleanno.”
L’uomo annui, anche se continuava a non piacergli quest attaccamento alla piccola (gelosia! ndExmoglie ^_^ ndSaya -.-ndMich). Il vampiro si alzo dal letto seccato, seguito dallo sguardo di Alain. I raggi della luna piena illuminavano leggermente la stanza, bagnando la pelle di Michel accentuandone il pallore, facendola brillare come la superficie di una perla rara. Il sguardo rosso fuoco seguiva ogni movimento dell’amante, che lentamente allacciava la camicia. Alain si alzo e abbraccio da dietro Michel. I loro corpi nudi aderivano perfettamente l’uno al altro. Michel si fermò un momento osservando le braccia che lo avvolgevano. Prese tra le sue dita il polso sottile del ragazzo portandoselo alle labbra, baciandolo dolcemente. Si girò nel abbraccio tenendo ancora il polso di Alain con poggiate le labbra sopra. I loro occhi si incontrarono e il duca estroflesse i canini affondandoli nella pelle morbida e giovane del marchesino. Alain fece una smorfia di dolore che si tramuto quasi subito in una di piacere. Il vampiro estrasse i canini, passando sensualmente la lingua sulle ferite, rimarginandole. I loro sguardi incollati e Michel avvicinò la propria bocca a quella di Alain, posandogli sopra un bacio casto, per poi sussurrargli a fior di labbra:
”Tra due ore sarà mattina,… devo raggiungere la mia residenza a Parigi, e tu devi andare a casa se vuoi salutare un ultima volta la tua famiglia.”
In tutta risposta Alain lo attirò a se baciandolo con passione, per infine staccarsi da lui:
”Ti raggiungerò non appena il sole andrà al riposo.”
De Bournier annuì, passandogli la mano tra i capelli:
”Allora vestiti e non tentarmi di possederti ancora.”
Alain sorrise maliziosamente staccandosi dal amante, si girò e andò sculettando verso i vestiti. Prese i pantaloni, continuando ad osservare il suo compagno chinandosi sensualmente, non lasciando indifferente Michel, che continuava a fissarlo, con la camicia semi aperta e senza pantaloni. Il vampiro scosse la testa pensando:
’Dove diavolo è finita la mia volontà di ferro?’
Ed imitò il suo giovane amico, mettendosi i pantaloni neri e fini di allacciarsi la camicia. Raccolse i capelli legandoli con un nastro rosso scuro e mise sulle spalle una giacchetta elegante. Quando fini si girò verso l’amante sorridendo, notando che si pettinava i suoi bellissimi capelli neri. Gli si avvicino prendendo dalle mani di Alain il nastro rosso scuro come il suo. Passo le dita sottili tra quei fili di seta ed infine gli raccolse legandoli con un fiocco. Alain per un attimo chiuse gli occhi assorbendo la sensazione di quel tocco gentile ma gelido tra i suoi capelli. Poggio la testa sulla spalla di Michel chiedendo timoroso:
”Farà male?”
Il vampiro mise una mano sul viso di Alain nascondendo i suoi occhi:
”Alain guarda a questa cosa come a una rinascita.”
Il ragazzo sorrise dolcemente al suo amato, il quale lo ricambiò con uno rassicurante porgendogli la mano, invitandolo ad uscire con lui. La porta si chiuse dietro di loro. La stanza era bagnata dai raggi lunari, che erano presenti alla nascita di un amore pericoloso.

Due figure a cavallo si fermarono al bivio poco prima di Parigi. L’uomo più grande tolse il cappuccio e il più piccolo lo imitò. Il vampiro attirò il ragazzo a se baciandolo con passione, alla quale il giovane rispose con ardore. Si staccarono e Michel disse:
”A stasera, mio Alain.”
Il ragazzo annui:
”A stasera Michel.”
Alain spronò il cavallo verso la campagna alzando una mano in saluto, galoppando verso la pianura. Miche osservò l’amante allontanarsi ancora per qualche attimo, per poi girare il cavallo verso la città del amore, spronando il cavallo in un furioso galoppo, il sole stava per sorgere, e non poteva rischiare di incontrarlo.
Dopo un ora di cavalcare, Alain in lontananza intravide la grande villa De Chalet. Fermo il cavallo sulla collina, guardando verso l’est, aspettando il suo ultimo sorgere del sole. Gli uccelli già iniziarono a cinguettare. E il sole molto presto annunciò il suo risveglio, schiarendo il cielo, che dalla notte si tramutò in aurora. Alain si levò il cappuccio, osservando l’astro splendente rinascere dietro alle colline in lontananza. I raggi caldi accarezzarono il viso pallido di Alain, come per dargli l’ultimo saluto e osservandolo il moretto pensò:
’infondo il sole mi assomiglia, lui rinasce continuamente, ma anche a me è stata data la possibilità di farlo… questa sera sotto il vegliare della luna, la nemica di sempre del sole, io rinascerò.’
Scese dal cavallo prendendo le briglie per farlo muovere e l’animale lo seguì obbediente. Lentamente si avvicinò alla stalla mentre il sole stava abbracciando con i suoi raggi delicati l’immensa villa, la quale in passato dal ragazzo era chiamata casa. Entrò nella stalla buia legando il cavallo al suo posto. Gli accarezzo dolcemente la testa e poi si girò avvicinandosi al uscita. Poco prima di oltrepassare la porta senti un singhiozzo provenire dalla parte dove tenevano il fieno. Spinto dalla curiosità si diresse li, e quando raggiunse la fonte, sul suo viso apparve un espressione di sorpresa.
”Marie?”
Sussurrò incerto Alain e la ragazza singhiozzante si girò facendo vedere al fratello maggiore, due occhi rossi per il pianto e due occhiaie enormi. Alain capì subito che la ragazza aveva sicuramente passato la notte in bianco, piangendo. Marie continuava ad osservare il giovane e poi con una voce tremante sussurrò:
”Alain?”
Lanciandogli si contro abbracciandolo con foga e ricominciando a piangere disperatamente. L’unica cosa che Alain seppe fare in quel momento era abbracciarla teneramente accarezzandole dolcemente i capelli lungi:
”Shhh, ci sono io qui adesso, non piangere piccola.”
Passarono abbracciati così qualche momento e poi la ragazza disse:
”Papà ha deciso che devo sposarmi da qui a due anni.”
Il viso di Alain si oscuro e la strinse di più a se, con voce calma le domandò:
”E con chi?”
Marie chiuse gli occhi e con voce piena di vergogna rispose:
”Con Jaques Marchese Du Beliere.”
”Mon dieu!”
Non volendo spaventare la sorella non aggiunse altro, anche se dentro di lui ribolliva dalla rabbia. La alzò tra le braccia, mettendosi la maschera disse:
”Adesso hai bisogno di dormire, ti porto in camera tua.”
Marie annui lentamente e appoggiò la testa sulla spalla di Alain, chiudendo gli occhi stanca, ma sentendosi sicura tra le braccia del suo fratellone. Alain era pallido e stava trattenendo la rabbia per farla uscire durante l’incontro con il padre. Quando entrò in casa, questa era ancora avvolta nel silenzio e Alain non fece nemmeno caso al maggiordomo che l’aveva salutato, dirigendosi nei piani alti, verso la stanza della sorella minore. La piccola Marie ormai era già addormentata, così la poggiò sul letto coprendola, un bacio sulla fronte. La guardò per un altro attimo, ed infine si decise ad uscire. Alain scese le scale dirigendosi verso lo studio del padre:
”Alain!”
Il giovane si girò e il suo sguardo si fermò sul fratello minore, il che lo fece sorridere.
”Jeremiè!”
I due si salutarono amichevolmente.
”Era da un po’ che non ti facevi vedere, sei qui per il compleanno della piccola?”
Alain annuì:
”Si, ma ho scoperto delle cose al quanto spiacevoli.”
Il viso del ragazzo più piccolo divenne cupo:
”Io non capisco, nostro padre sembra impazzito.”
”A proposito di nostro padre, ma i nostri genitori?”
”Dovrebbero tornare verso il pranzo.”
”Ah si?”
”Mamman è riuscita a convincerlo di dar almeno due anni di tempo a marie.”
”Come mai proprio lei?”
”Le altre sono fidanzate.”
”E vero…”
”Alain, tutta la famiglia ha provato a persuaderlo, e irremovibile.”
Il ragazzo dallo sguardo di fuoco passo il braccio sopra le spalle del ragazzo dai capelli chiari:
”Ci credo Jeremié.”
”Nessuno di noi vuole che Marie vada da quel… quel… non riesco nemmeno a pronunciare il suo nome.”
”Ci parlerò anche io con papà.”
Jeremiè guardò per terra:
”Alain perché non torni a casa?”
Il cuore di Alain saltò un battito, si morse il labbro per poi rispondere.
”Io… io non posso, il mio posto è alla regia.”
Il fratello minore sorrise:
”Lo so, ma al inizio venivi di più, se non altro solo per salutarci o rimanere a cena.”
Alain si passo una mano tra i capelli chiudendo gli occhi per non fissare quello sguardo azzurro chiaro.
”Ormai non posso, io ho molto lavoro da fare.”
”Papà dice che giri solo di notte e poi sei talmente pallido, se ero superstizioso avrei detto che sembri un vampiro.”
Alain sgranò gli occhi fissando il fratello quasi incredulo.
”Jeremiè, c’è il sole fuori…”
”Infatti io non sono superstizioso.”
Il secondogenito non si rendeva nemmeno conto di quanto la sua frase si stava avvicinando alla cruda realtà. Alain annui accarezzando i capelli lungi del fratello minore sorridendo:
”La superstizione fa male…”
”Già, porta la persona a diventare paranoica. E poi dai, i vampiri non esistono, sono solo leggende, non mi dirai che ci credi?”
Alain tossicchiò:
”Ma per chi mi hai preso?”
”Non lo so, prima mi sei sembrato agitato, senti ci spostiamo nella sala hobby a fare colazione?”
Alain guardò verso il grande orologio a ciondolo che era appeso sulla parete. Erano le undici e mezzo, annuì seguendo il fratello nel altra stanza, pensando che quello poteva essere il suo ultimo pasto da mangiare nella sua esistenza. Solo seguendolo notò che Jeremiè era cresciuto molto, era diventato ormai un uomo. Sorrise a se stesso, Jeremiè avrebbe svolto il lavoro del primogenito della famiglia, stava facendo la scelta giusta, e poi ormai non si poteva tirare indietro, il dado era stato lanciato troppo tempo fa.
”Alain?”
Finalmente il moretto si scosse dai propri pensieri e fissò il fratello:
”Si?”
”E da mezz’ora che ti sto chiedendo se vuoi il tea.”
Alain sorrise annuendo e Jeremiè gli allungo la tazza.
”Fratellone, il re ti concederà qualche giorno di vacanza, non è vero?”
Il ragazzo dai occhi rossi lo sguardo con un sopraciglio alzato:
”Ma che hai Jeremiè?”
”Sono sempre circondato dalle ragazze e non ho mai compagnia maschile.”
”Scusa, ma nostro padre?”
”E diventato intrattabile, tu non lo sai, ma e da un bel po’ che è così?”
”A si?”
”Si, è poi ultimamente litiga pure con la mamma?”
Alain fissò sorpreso il fratello:
”Ma tutti dicono che non hanno mai visto una coppia così affiata.”
”Ha perso troppi soldi e se la sta prendendo con noi, come vedi ha anche venduto Marie… e arrivato ai limiti!”
Passarono la mattinata a chiacchierare. Alain finì di raccontare a Jeremiè di Michel e di tutta la nuova gente che ha conosciuto.
”Così hai anche una conoscente in Inghilterra.”
”Si, una ragazza molto bella.”
Si senti la porta aprire e la servitù correre. Erano le tre di pomeriggio. Alain si alzò dalla sua comoda poltrona e uscì dalla stanza. Davanti alla porta d’entrata incontro i propri genitori. Angelique sorrise e gli andò incontro abbracciandolo:
”Alain, sei diventato bellissimo.”
”Grazie mamman, come stai?”
La madre sorrise, ma non disse niente, poi lo sguardo di Alain si fermò sul padre:
”Buon giorno André.”
”Oh, il principino si è degnato di tornare a casa.”
”Padre noto con piacere che sei adirato con me per qualcosa.”
”Ti pare poco? Stai ignorando la tua famiglia.”
”Io non la ignoro, e poi ignorarla è meglio che venderla.”
Disse con tono colmo di sarcasmo le ultime parole. L’uomo lo guardò quasi con odio.
”Non puoi giudicare, visto che per te noi ormai valiamo meno di niente.”
Jeremiè e Angelique sgranarono gli occhi:
”André ma come puoi?”
”Zitta Angelique!”
”Non usare quel tono con mia madre.”
Si intromise Alain fin troppo calmo.
”Se no cosa farai? Andrai a piangere dal tuo Duca?”
Chiese sogghignando l’uomo.
”Non sei nemmeno degno di pronunciare quel nome… ma non ti senti in colpa per quello che stai facendo?”
”Dovrei?”
”Marie non è un giovatolo! E tua la dai in sposa a quel verme!”
”Ti ho già DETTO CHE NON SONO AFFARI TUOI!”
”Forse, ma tu ormai stai esagerando.”
”Io la mia decisione l’ho presa. Pensi do potere fare tutto piccolo Alain?”
”L’uomo può ciò che vuole.”
”Adesso siamo diventati anche filosofi? Alain, Alain, la fortuna non ti accompagnerà per sempre.”
”Teme gioco la fortuna solo a chi se gli sommette.”
”Devo ridere?”
”Noi due non abbiamo più niente da dirci.”
Dicendo questo Alain guardo la madre con un espressone che chiedeva perdono, si avvicinò a Jeremiè baciandogli la fronte per poi uscire con passo deciso fuori casa. Marie che aveva osservato tutta la discussione dall’altro delle scale, scatto dietro al fratello. Passo vicino ai tre che stavano immobili, senza nemmeno guardarli. Appena usci, noto Alain già vicino alle scuderie.
”Alain, aspetta!”
Il giovane si girò fissando la ragazza che gli correva in contro, appena arrivata si stinse a lui e sussurrò:
”Portami con te.”
”Marie… io non posso.”
”Allora…”
Si alzò in punta dei piedi appoggiando timidamente le labbra su quelle di Alain e il ragazzo non resistette. Passo la lingua sulle labbra rosee della sorella, la quale le dischiuse e le loro lingue si incontrarono per la prima e l’ultima volta. Il bacio durò secondi interminabili e poi i due si guardarono. Il sangue si perse nel fuoco. Alain sorrise tristemente.
”Adesso devo andare.”
Marie fisso il fratello che sellava il cavallo in silenzio, nessuno dei due aveva voglia di parlare, ma Marie infondo al cuore sapeva che quello era un addio.

Alain non spronò il cavallo in galoppo ma lo fece continuare al passo d’uomo. La sua mente era confusa, si chiedeva se faceva la cosa giusta, infondo era il primogenito della famiglia De Chatlet, il suo compito era rimanere vicino ai genitori e i suoi fratelli e sorelle. Chiuse stanco gli occhi per un momento, per riaprirli e guardare il cielo azzurro, i raggi del sole lo accarezzavano con dolcezza, quando si accorse delle lacrime che indisturbate scendevano lentamente lasciando una scia di esistenza sul suo viso. Si tolse un guanto, le sue dita toccavano la scia umida lasciata dal suo dolore interiore. Con lentezza unica se le portò alle labbra, assaggiando la lacrima salata che era nata al suo occhio, vissuta sul suo viso e morta sul suo mento. La vita della lacrima era corta ma intensa, lui invece stava per diventare immortale, la vecchiaia non avrebbe toccato la sua pelle giovane, il suo aspetto non sarebbe mutato di un giorno. Giovane per sempre. Il cavallo camminava lento, mentre il sole stava per tramontare. Alain fermò il cavallo guardando quel sole che sempre aveva amato, ma che nei ultimi cinque anni aveva visto così poco, e sapeva che era l’ultima volta che avrebbe visto l’astro tramontare… l’osservava con infinità dolcezza e dolore. Il sole lentamente scomparì dietro alle colline in lontananza e Alain spronò finalmente il cavallo al galoppo, voleva essere alla villa De Bournier prima che Michel si fosse svegliato, voleva aspettarlo e accogliere il suo risveglio con un sorriso. L’oscurità stava avvolgendo Parigi lentamente, quando Alain finalmente arrivò alle porte della villa, saltando dal cavallo, diede le briglie tra le mani di un servitore e corse nella casa, ormai aveva dimenticato i dubbi che affollavano la sua mente, la decisione era presa, e nessuno l’avrebbe convinto di tirarsi indietro. Sapeva bene i rischi che correva, era possibile che non si sarebbe mai risvegliato, eppure con leggerezza corse su per le scale, verso la stanza del suo amato. Nel momento in cui aprì la porta, anche Michel aprì gli occhi, sentendo il rumore si girò verso l’entrata alla stanza. Le labbra si curvarono in un sorriso soddisfatto. Alain si avvicinò con passo lieve verso il letto sedendosi sopra a esso, mentre il vampiro si alzo in posizione da poterlo avvicinare di più. Nessuno disse niente, i due si avvicinarono per scambiarsi un bacio dolce e coinvolgente. Le loro lingue iniziarono a duellare e Michel strinse con foga a se il giovane dai occhi rosso fuoco. Quando finalmente il bacio finì, con voce bassa Michel parlò, infrangendo il silenzio:
”Bentornato Alain.”

I due stavano seduti sul balconcino, come era il loro solito, mentre Alain spiegava cosa era successo a casa sua. Infondo dovevano assetare Julien e Jean, che dovevano fare da spalle mentre Michel rendeva Alain vampiro. La creatura della notte, stava fissando un punto preciso di fronte a se pensando a quello che gli ha rivelato Alain, il quale di proposito ha trapassato il fatto che Marie l’aveva baciato.
”Avevo sentito che tuo padre aveva problemi, a causa di aver fatto troppe scommesse, ma non pensavo fosse arrivato a tanto, nemmeno noi vendiamo nostri figli… che persona spregevole.”
Alain sospirò:
”Non riesco nemmeno ad odiarlo per quanto è patetico, e pensare che anni fa era il mio idolo, cosa fanno i soldi alle persone.”
In quel momento entrò il maggiordomo:
”Sono arrivati i signori D’Anton e Giovanni.”
Michel annuì alzandosi:
”Alain è arrivato il momento.”
Il giovane seguì l’esempio del più anziano alzandosi e respirando l’aria a pieni polmoni. Si girò verso Michel annuendo con serietà, e quest’ultimo gli diede un bacio in fronte per poi uscire nel corridoio, dove gli aspettavano Jean e Julien. Camminarono completamente in silenzio, poi Michel aprì una porta lasciando che per primo entrasse Alain. Quella era la porta che portava verso la morte oppure l’immortalità. Il giovane oltrepasso la porta, seguito dai tre vampiri.
”Spogliati Alain.”
L’umano guardo i tre, ma poi seguì le istruzioni del maestro, spogliandosi di fronte a loro, e quando finì, guardò di nuovo Michel, che gli fece il segno di sdraiarsi sul letto. Alain annuì, e si sdraiò in mezzo al letto a baldacchino, al quanto teso per quello che stava per succedere. Jean si avvicinò alla finestra appoggiandosi al muro guardando fuori, Julien annuì ed uscì dalla stanza, mentre Michel, si tolse la giacca con un sorriso sadico sulle labbra. Si sedette vicino ad Alain accarezzando i suoi capelli con la mano gelida, osservando il collo che gli si porgeva con fiducia e senza paura. Era troppo invitante, Michel estroflesse i canini avvicinandoli alla pelle morbida del giovane per infine affondare nella carne prelibata. La linfa vitale di Alain iniziò lentamente a lasciare il corpo del giovane, e Michel poté sentire tutte le sensazioni provate del marchesino. Paura, fiducia, eccitazione, la vita scivolava via dal corpo giovane. Alain chiuse gli occhi sentendo ogni goccia che scorreva via dal suo corpo, si sentiva morire lentamente, il suo cuore iniziò a battere sempre più piano, e infine si fermo. Michel si stacco, un rivolo di sangue scendeva dalle sue labbra, alzò la mano asciugandosi con una mano e infine lecco di nuovo quel sangue che gli piaceva tanto. Poi si morse il polso e lo poggio delicatamente sulle labbra semi aperte di Alain, facendo entrare in quella bocca fredda il suo sangue. Le gocce lentamente entrarono nella cavità orale bagnando la gola secca del ragazzo, dandogli nuova vita. Gli occhi rossi si aprirono di scatto e lui si attacco con veracità al braccio di Michel affondando i propri canini nella carne succhiando con disperazione. Michel anche se indebolito, riuscì a staccarsi da suo figlio, nascondendosi nelle ombre, mentre Julien con mossa veloce spinse una ragazza dentro la stanza, e quando Alain la vide, gli saltò addosso affondando i suoi nuovi canini nel collo iniziando a bere, come una persona che si era persa nel Sahara e non vedeva acqua da giorni. La ragazza al iniziò urlo, poi lentamente perse le forze, vista la foga con cui Alain si prendeva la sua linfa vitale. Infine sazio, lascio la ragazza, che scivolo per terra priva di vita… la guardò con sufficienza, poi alzò lo sguardo incontrando gli occhi scuri di Michel che lo stava guardando con un sorriso soddisfatto sulle labbra… anche quelle di Alain si arricciarono in un sorriso strano, così non da lui. Alain De Chatlet era morto, ma era nato Alain De Bournier. La rinascita era completa in anima e corpo… Alain ha perso tutta la sua umanità

*continua*

Saya: ecco finalmente il capitolo 8
Alain: era ora
Giu: io non apparirò più
Saya: apparirai nel capitolo 16 se va tutto come dico io
Michel: *_* mio figliooooooooo


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