DEDICA: Alle mie grandissime amiche Rosa e Antea, per avermi prestato i loro personaggi (parlo di Federico, Maddalena, Astore e Seji *_*)
RINGRAZIAMENTI: Ringrazio entrambe le ragazze per non essersi dimenticate di me e dei miei adorati Alain e Giuliana.
DISCLAIMERS: I personaggi appartengono ai propri creatori: Alain e Giuliana a me; Maddalena e Federico a Rosa; Astore, Seji e Rosen ad Antea e quando entreranno gli altri.... i disclaimers si allargheranno ^^;;;;;;
NOTE: Allora questo capitolo potrebbe essere un po' noioso, ma serve per poter andare avanti.
n


La maschera di marmo

parte IV

di Saya


Capitolo 4: Gioco pericoloso

Venezia, 2. Novembre 2002

Erano passate 2 ore dal tramonto, e finalmente l'aereo proveniente da Madrid atterrò all’aeroporto di Venezia. Tra i primi ad uscire ci fu una ragazza dai lunghi capelli neri, la sua figura snella era avvolta in un impermeabile nero di pelle, mentre gli occhi erano nascosti da occhiali scuri. La ragazza prese in mano il cellulare, premette un tasto e se lo portò all’orecchio, prese la sua borsa e si incamminò verso l'uscita. Sembrava che la persona non intendesse rispondere.
"Maledetto…"
Dicendo questo mise il cellulare in tasca. Si passò la mano tra i capelli, per poi prendere il pacchetto di sigarette, ne accese una.

~*Flash Back*~

Madrid, 1. Novembre 2002

"Giu, hai trovato qualcosa?"
"No Alexis, niente, eppure le ultime informazioni che avevo indicavano che era a Madrid."
"Bhe, di certo tuo figlio non è bravo come te ad individuare le tracce."
"Pantera mi ha deluso questa volta."
"Dai povero ragazzo, in fondo è ancora piccolo."
"Ma che sei il suo protettore?"
In quel momento iniziò a suonare il cellulare dalla ragazza dai capelli neri. Guardò l'amico di vecchia data e sorrise:
"Scusami un attimo."
"Pronto…"
'Ciao Giuliana, sono Ethan.'
"Ah, Ethan, ciao. Come stai?"
'Tutto bene, volevo solo dirti una cosa.'
"Di che si tratta?"
'Tuo fratello sta in Maschera… non ricorda niente.'
"Alain… tornò con il primo volo di domani… trattenetelo."
'Non sarà difficile è già tra le braccia di Federico. Domani torna anche Rosen.'
"... Ethan non so come ringraziarti."
'Ma niente Giuliana, ci vediamo domani allora.'
"A domani… ciao."
L'uomo sorrise:
"Nuove informazioni sul tuo lasombruccio?"
"Alain sta a Venezia… mi chiedo come siamo riusciti a perdere le sue tracce. Anzi… come siete riusciti voi a perdere le sue tracce."
"Io non posso seguirlo lo sai bene, in fondo devo aiutare il principe."
"E devi stare con la tua adorata Alexiel."
"Hai qualcosa contro la mia gemella?"
"No… io la adoro … e lo sai."
Il sorrisetto che fece Giuliana in quel momento disse tutto. Il povero malkavian avrebbe sospirato, adorava l'amica, ma era veramente meglio che fosse stata trasferita a Venezia.
"Mi faresti un favore?"
"Certo…"
"Fammi avere un posto sul primo volo che posso prendere domani."
"Si…"

~*End Flash Back*~

Uscì dall’aeroporto, dirigendosi verso una meta precisa, e si fermò davanti ad una Kawasaki Ninja ultimo modello super equipaggiato. Posò lo zaino per terra e buttò la sigaretta. Tirò fuori le chiavi, rimise lo zaino sulle spalle, accese il motore e partì.

La serata era iniziata bene. Non c'era quasi nessuno nella sala, se non un ragazzo biondo con uno sguardo ingenuo, e un uomo che stava in piedi in un angolo, osservandolo da lontano, con la solita maschera di marmo sul viso. (posso indovinare chi è? ndGiu no ndSaya e dai e dai ndAla -.- smettetela altrimenti non scrivo più ndSaya ok ndGiu&Ala) Dopo un po' dall’ufficio uscì anche Ethan, con un’espressione soddisfatta dipinta in volto. Si avvicinò ad Alain, in quel momento si aprì la porta ed entrò Giuliana, che non si degnò di salutare nessuno ma quasi saltò addosso al povero Alain, urlando:
"Che tu sia maledetto, COME HAI OSATO farmi questo, MI DICI COME CAVO…"
E si interruppe, fissandolo negli occhi, tolse lentamente con la mano destra i propri occhiali da sole, e il rosso sangue incontrò il rosso fuoco. Un sussulto:
"Allora… è vero… non ti ricordi."
Il povero biondino la stava fissando non sapendo come reagire, Federico non gli aveva detto cosa fare con dei pazzi scatenati che ti saltano addosso e iniziano ad urlare. L'uomo che stava in disparte parlò:
"Bentornata Giuliana."
La donna si girò i suoi occhi rossi incontrarono quelli dell’altro sceriffo di Venezia, un sorriso si dipinse sul suo volto:
"Ben tornato anche a te Rosen."
Poi si rigirò guardando il fratello maggiore:
"Alain, piacere sono Marie Francoise tua sorella minore."
"Ma siamo tutti fratelli…"
"Io sono tua sorella di sangue, intendo che finché eravamo vivi già ci conoscevamo."
"Oh, piacere Marie…"
"Non ti viene niente in mente niente pronunciando il nome Marie?"
"No…"
La ragazza se avesse potuto avrebbe sospirato, si alzò guardandolo:
"Ho cambiato nome per sicurezza, qui mi dovrai chiamare Giuliana."
"Tu sei uno dei due sceriffi di Venezia."
"Ti ricordi."
La speranza aveva toccato gli occhi della moretta, per essere subito abbattuta:
"No, me l'ha detto Federico."
Giuliana non sembrò molto felice di sentire questa cosa, alzò lo sguardo verso Ethan e gli sorrise in saluto, mentre quest'ultimo fece un cenno con il capo.
"E che altro ti ha detto Federico?"
"Che mi insegnerà tutto lui."
A questo punto la moretta sorrise sconcertata, non le andava che Alain fosse in balia di Federico… doveva trovare un modo per riprendersi il vecchio Alain bonaccione.
"Tu rimani qui, io devo andare a parlare con papà."
"Non intendo andare da nessuna parte."
Cosi la giovane (giovane? ndAla bhe si ndSaya ma se ha 300 anni ndAla ancora una bambina ndSaya -.- ndAla) si alzò dalle ginocchia del biondino e chiese:
"Ethan, Astore c'è?"
"Dovresti trovarlo nei suoi appartamenti."
"Ok, grazie Ethan, sei sempre così gentile."
Prima di uscire dalla sala guardò verso Rosen:
"Poi dobbiamo parlare… ok?"
Rosen fece un cenno di conferma con la testa, dovevano parlare.

La stanza era illuminata da una leggera luce rossastra, quando si sentì bussare alla porta. L'uomo dai capelli lunghi alzò lo sguardo:
"Si, avanti."
La porta si aprì ed entrò Giuliana con un sorriso sulle labbra:
"Buona sera papà."
Astore si alzò dal tavolo avvicinandosi alla ragazza sorridendo:
"Giuliana, mia cara, bentornata."
E la avvolse in un abbraccio paterno. Lo scuro notte si incontrò con il rosso sangue.
"Quando sei tornata?"
"Meno di un’ora fa…"
"Significa che Ethan ti ha avvertito che Alain è tornato."
"Bhe si, infatti mi sono precipitata a Venezia in fretta e furia."
"Allora?"
"Hanno detto che solo io avrei capito se l'amnesia di Alain è vera."
"..."
Astore aspettava che Giuliana continuasse, lei guardò il pavimento, il silenzio invase la stanza, poi un sussurro arrivò alle orecchie del vampiro anziano:
"Alain non si ricorda nulla."
Gli occhi rossi fissavano di nuovo quelli scuri. Astore le passò la mano tra i capelli, accarezzandola dolcemente:
"Ne soffri?"
"Per 300 anni mi ha cercato lungo l'Europa, e adesso, che abbiamo la possibilità di stare insieme, per uno scherzo del destino lo perdo."
"Lo ami?"
"E’ stato il mio primo amore, anche se era mio fratello di sangue, ma ormai quell’amore è diventato fraterno..."
La donna si mise a ridere:
"Ci pensi, papà, ci pensi ci siamo amati ardentemente, quando non potevamo, adesso invece nutriamo quell’amore che dovevamo provare quando eravamo ancora vivi. Il destino a volte sa essere molto ironico... non trovi?"
"Concordo con te figlia mia."
Astore si sedette sulla poltrona, fece un cenno di testa e Giuliana si sedette sulle ginocchia (... ndSaya che c'è? ndGiu *vocina in falsetto* ma che bella bimba ndSaya -.- *posa la katana affilata e insanguinata sul collo di Saya* ndGiu ...Alain... se vuoi essere ancora protagonista, togli da qui tua sorella... ndSaya *tirando via Giuliana a forza, legandola* ndAla thnx =3 miao ndSaya), posò la sua testolina sulla sua spalla, mentre il suo padre adottivo continuava ad accarezzarle i capelli lisci.
"Senti, ma tu potresti fare qualcosa per la questione di memoria di Alain?"
"Dipende..."
"E stata Jucy a giocarci con i suoi ricordi, per la seconda volta ormai."
"Parli di Jospehine, la consigliera del principe Armand di Parigi?"
"Si quella piccola peste."
"Quella che tu chiami piccola peste ha più di duemila anni, nativa dell'impero Romano..."
"Lo so bene..."
"Giuliana, io ci proverò, ma non posso prometterti niente."
"Lo so bene, volevo solo avvertirti, che già una volta gli ha tolto un po' della memoria, dopo il trauma del sire."
"Lo so. Ma Alain è d'accordo?"
"Senti vuoi un maniaco omicida per Venezia?"
"Perché?"
"Lo vuole istruire Federico."
"A proposito di Alain, sai cosa si è inventato Federico?"
Giuliana lo guardò stranita:
"Cosa?"
"Il nostro caro custode sta dando i numeri, è andato da Rosen e gli ha detto che deve creare una milizia per tenere d'occhio Venezia, sai tipo quelle della SS della seconda guerra mondiale. Rosen è stato sotto shock per una notte intera."
"Povero Rosen, ma che fa Federico, adesso prende in giro anche il nipote? Cavolo, sa bene quanto ci creda Rosen nell’idea..."
"Si ma tutto questo era per far entrare Alain in questa milizia, per farlo diventare un vero vampiro."
"... io sto iniziando a pensare che Federico sia impazzito."
"E pensare che ha 1300 anni."
"E' più maturo un vampiro di un minuto."
"Il punto è che Federico non sa come comportarsi, vorrebbe Alain tutto per se, ma nello stesso momento non vuole punti deboli."
"Già..."
"Ha paura di soffrire."

Alain stava seduto comodamente nella poltrona a bere il solito cocktail di sangue. I suoi occhi rosso fuoco stavano scrutando la sala e i presenti. Federico non c'era, e lui si annoiava, non sapeva cosa fare, gli era stato detto di non uscire, e intendeva seguire la direttive che gli erano state impartite. Non si aspettava che sua sorella fosse così strana, così diversa da come se l'aspettava. Però quegli occhi lo avevano fatto sussultare, come un ricordo lontano che vuole uscire ma non ci riesce, qualcosa di veramente importante, ma non riusciva a ricordare. Per la prima volta dopo mesi, voleva sapere... doveva chiederle di raccontargli il loro passato da vivi... improvvisamente sentì qualcuno appoggiarsi sullo schienale del divano su cui era seduto.
"Alain..."
Riconobbe la voce della sua sorellina e si girò per guardarla:
"Si?"
"Non vuoi ricordare il passato, non vuoi sapere cosa ti ha spinto ad innamorarti di Federico?"
Un qualcosa simile ad una scossa elettrica trapassò il suo corpo, e per qualche secondo non rispose, poi annuì lentamente:
"Astore mi ha detto che può aiutarti."
"Sul serio?"
"Si, ma ti dovrai fidare di lui."
La ragazza gli porse la mano aiutandolo ad alzarsi:
"Allora seguimi."
Il biondino seguì la mora come un cagnolino docile, non volendo obiettare, aveva detto a Federico di voler seguire le sue istruzioni, ma se era proprio il principe a proporre questa cosa, significava che era importante, voleva sapere cosa era successo nel suo passato di così terribile. Salirono le scale che portavano dalla Maschera agli alloggi. Giuliana lo guidò nel suo vecchio appartamento che lui non riconobbe. Nella stanza da letto li aspettava il principe in persona:
"Alain è un piacere rivedervi."
Alain fece un inchino annuendo:
"Piacere mio."
"Anche se tu non lo ricordi, questo è Astore Giovanni, il principe di Venezia."
Il biondino annuì, continuando a fissarlo.
"Allora, vuoi che ti ridia la memoria?"
"Si."
"Giuliana vuoi lasciarci?"
La ragazza sorrise, diede un bacio casto sulle labbra di Alain, poi si girò verso Astore gli diede un bacio sulla guancia e uscendo disse:
"Vado a fare la ronda con Rosen, ci vediamo, buon lavoro e in bocca al garou*."
"Crepi."

Giuliana chiuse la porta dietro alle proprie spalle, ci si appoggiò sopra per qualche secondo, guardando per terra e pensando:
'Ma io ho fatto bene? Alain non era in grado di intendere in che pericoli si poteva caciare… era l'unica cosa che potevo fare.'
Se avesse potuto in quel momento avrebbe sospirato, così si staccò dalla porta e si diresse giù nella sala a cercare Rosen. La Maschera era vuota, solo in un angolo avvolto dalle ombre c'era Rosen. La ragazza si avvicinò a lui con un sorriso.
"Come stai?"
L'uomo alzò lo sguardo e la fissò per un attimo:
"Tutto bene, tu?"
"Senti, visto che sono mancata per un bel po' da Venezia, ti andrebbe di fare un giro con me, così ci accertiamo anche che tutto va bene?"
"Si, ci avevo pensato anch'io."
I due si diressero verso l'armeria. Giuliana aprì il suo impermeabile, poggiando sui bordi due katane pregiatissime del 15 secolo ed infine mise nella fondina una magnum.
"Giuliana tu ti porti sempre troppa roba."
"Senza mi sento nuda."
La luna stava illuminando il canal grande, quando i due vampiri uscirono nascosti dalle tenebre.
"Senti Rosen, mi dispiace per tutto quello che ti ha fatto patire Alain."
"Ma non è colpa di Alain, anzi… Alain mi ha aperto gli occhi, per vedere il vero carattere di Federico."
"Ma non credo sai, Federico è quel duro che conoscevamo prima, il problema è che è indeciso… vuole stare seduto su due sedie contemporaneamente."
"…sono d'accordo…"
"Però l'ultima uscita poteva risparmiarsela, non è cosi?"
"Eh?"
"Sto parlando della milizia vigilante."
"Ah quella."
Ma l'espressione di Rosen non cambiò mai, si vedeva che era uno dell’elite delle SS in Germania.
"Non ti preoccupare, Astore sta pensando ad Alain in questo momento."
L'uomo la guardò con il suo sguardo pungente, e lei gli sorrise:
"Tra poco credo che Alain tornerà… non come prima… tornerà come era agli inizi."
"Ah si? E com'era agli inizi?"
"Ti dico solo, che Armand ha dovuto incaricare qualcuno di togliergli il ricordo di Michel De Bournier e tutti i traumi che ha subito. Praticamente del sire si ricorda nel periodo in cui è stato vampirizzato, poi dopo non sa che è successo."
"Capisco…"


------*Owari 4*------

*Garou = Licantropo nello slang vampiresco

Saya: ecco fatto
Giu: Ce ne è voluto di tempo
Alain: Ma se io sono il protagonista, perché appaio così poco?
Saya: Dal prossimo capitolo ci sarai solo tu dei personaggi della Maschera, forse ci sarà qualche capitolo bonus con gli altri
Giu: ç_ç ma io
Saya: nel prossimo capitolo inizierete a scoprire il passato di Alain e conoscerete i suoi amanti *ç*
Fede: -.-



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