Pairing: Saya- scopritelo da soli…..ohoh!^O^

Miyu- ma pensi che lo capiranno?^^;;

Tutti- …..deficenti!

Wu- oddio….si sono messe davvero a scrivere assieme! È finità la tranquillità!-___-

Miyu&Saya- ohohohoho!^O^

Disclaimer: I personaggi di Gundam Wing purtroppo non appartengono a noi ma ai rispettivi creatori.

Saya- io sono pronta a rapirli se necessario! *saya vestita da ladra*

Miyu- io intanto vado a preparare gli attrezzi!

Nota: è una AU.


 


La mano del destino

parte I

di Miyuki & Saya


 

La solitudine.

Una camera di quattro metri per quattro scarsamente arredata e per di più in fase di decadimento.

Il luogo che le persone che comandano qui dentro mi hanno sempre detto di considerare la mia casa.

Già….gran bella casa dico io. Più cerco di tenerla in ordine più sembra che ci sia passato un tifone….il che è possibilissimo visto che qui dentro…in questo istituto, o menglio chiamato orfanotrofio di terza categoria ci viviamo in circa 200.

Una marea di ragazzi di tutte le età che vagano per questo enorme e stravecchio edificio senza rispettare lo spazio e le propietà altrui.

Mica siamo in un hotel dove si può usufruire di una chiave e di una serratura per poter chiudere la porta della propria camera! E’ un lusso che non ci possiamo permettere qui dentro.

Molte cose non ce le possiamo permettere noi poveri orfanelli….non che a me importi più di tanto.

So bene di essere fortunato ad avere un tetto sopra la testa, cibo con cui nutrirmi e gente che si prende il disturbo di istruimi….mica tutti se lo possono permettere! Per questo non ho mai causato problemi agli assistenti sociali e mi sono impegnato nello studio tanto da diventare il migliore studente dell’istituto….per quanto questo possa valere.

Non mi importa neppure se qualcuno entra a rovistare in camera mia. In fondo nulla di ciò che si trova lì dentro è mio….sono tutte cose che mi sono state donate o passate da ragazzi pià grandi che hanno avuto la fortuna di essere adottati o di aver raggiunto i 18 anni.

Già perché, oltre quell’età, ti sbattono fuori a calci dall’orfanotrofio senza troppi complimenti dicendoti che da adesso in avanti te la dovrai cavare da solo….carini eh?

Io però sarei felice di andarmene da qui….visto che non ho nessun motivo al mondo per doverci restare.

L’ultima cosa….o persona dovrei dire…per la quale sarei rimasto e avrei sopportato questa prigione se né andata circa due anni fa.

E’ stata adottata anche lei.

Ora qui non ho più nessuno….nessun amico.

Gli altri ragazzi si tengono a distanza da me, come hanno sempre fatto in fondo. Non vogliono fraternizzare con me….anche se effettivamente non volevano fraternizzare con nessuno di noi cinque.

Me in particolare, però, mi hanno sempre considerato un tipo strano….ossessionato dal codice d’onore e da un forte senso di giustizia, cose che per tutti gli altri erano obsolete e stupide.

In realtà, secondo me, non gli vado a genio perché sono l’unico asiatico presente in tutto l’istituto.  Pensate….su circa 200 ragazzi sono l’unico…che culo eh?

E va bene, sono di origine cinese…e con ciò? Me ne volete fare una colpa?

Qui in America ormai non dovrebbero più badare a queste cose, visto il miscuglio di comunità che la formano e che costituiscono una città come Los Angeles.

Ma a quanto pare, in questa piccola fetta di mondo che è l’orfanotrofio, chi è diverso viene guardato con diffidenza. Paura che qualche famigliola felice possa prendere me al loro posto? Beh….come possono vedere da soli sono ancora qui….da ben dodici anni.

In oltre il mio carattere freddo e distaccato non mi aiuta di certo a stringere amicizia più facilmente. Dicono tutti che ho un aria molto più matura e adulta rispetto a quella che ci si potrebbe aspettare da un ragazzo di 16 anni.

Ma io non mi lamento. Mi va bene starmene per conto mio, mi si addice il titolo di lupo solitario….basta che nessuno mi venga ad importunare o a cercar rogne.

Ormai la mia vita da due anni a questa parte è caratterizzata dalla solitudine più assoluta e certe volte, devo ammetterlo, questa situazione pesa molto. Ma ogni volta che sono sul punto di cedere ripenso agli anni passati in cui ero felice.

Già….la vita in questa catapecchia non è sempre stata così…cupa.

Avevo un gruppo di amici anch’io….facevamo tutti parte della categoria degli esclusi, chi per un motivo chi per un altro.

Ancora oggi mi domando come noi cinque, così diversi sia nel carattere sia nella mentalità, potessimo essere così affiatati.

Eravamo inseparabili ed andavamo praticamente sempre d’accordo….a parte qualche azzuffata ogni tanto.

Quanto mi mancano i ragazzi…..Duo, Quatre, Trowa, Heero….vorrei che fossero ancora tutti qui con me, ma fortunatamente per loro sono stati tutti adottati.

E la cosa non può che rendermi felice.

Comunque non posso dire di averli persi per sempre perché continuo tutt’ora a tenermi in contatto con loro tramite lettera (l’unico telefono dell’orfanotrofio si trova nell’ufficio del direttore e non è di certo aperto all’uso pubblico di noi ragazzi).

Grazie a questo è come se loro fossero ancora qui ed io fossi là fuori con loro.

E’ come se potessi condividere le loro vite.

So tutto di loro in base a ciò che mi scrivono nelle loro lettere.

 

Quatre aveva poco più di 9 anni quando venne adottato. Fu il primo di noi ad uscire da questo posto…..con il suo carattere dolce e sensibile non poteva essere altrimenti!

Chi non avrebbe voluto un figlio modello come lui?

In oltre è stato anche molto fortunato. La famiglia che lo ha scelto, i Rareba Winner, è una delle più ricche di tutto il mondo. Possiede un numero immenso di piattaforme petrolifere, che riforniscono la maggior parte degli stati mondiali, e di miniere di pietre preziose.

Ha ben dodici sorelle, cinque delle quali sono più piccole di lui. Ci pensate? DODICI SORELLE!!! Io se fossi al suo posto impazzirei! Ne sono certo!

Quatre è l’unico maschio ed erede del partimonio della famiglia.

La Signora Winner aveva dato alla luce solo femmine mentre il marito avrebbe voluto avere almeno un maschio su cui fare affidamento nei momenti del bisogno e così hanno pensato di adottarne uno. Semplice no?

 

Il secondo ad essere adottato, un paio di anni dopo, fu Duo, un ragazzo dal carattere solare e dal senso dell’umorismo certe volte decisamente irritante.

Anche lui, come Quatre, non avrebbe potuto rimanere a lungo qui in orfanotrofio. I ragazzi come loro conquistano subito le famiglie…..è solo una questione di tempo.

I Maxwell sono delle persone semplici, il marito lavora come impegato in una grossa industria di computer mentre la moglie ha una piccola bottega d’antiquariato. E’ buffo come questi due mestieri siano l’uno l’opposto dell’altro….la scienza e la tecnica contro la sensibilità e le passioni. Duo però mi ha assicurato che i suoi genitori vanno d’amore e d’accordo e questo mi basta.

 

Poi è toccato a Trowa.

I suoi nuovi genitori sono i direttori di un circo molto popolare specialmente in Europa (immaginate quanto mi sia difficile contattarlo visto che continua a cambiare città se non addirittura stato o continente!) e fanno loro stessi parte dello spettacolo: sono degli acrobati.

Trowa mi ha confessato di essere molto orgoglioso di loro perché affrontano senza paura un lavoro pericoloso come quello. Devo ammettere che su questo sono molto simili. Anche Trowa è sempre stato un temerario, uno che non ha mai avuto paura di nulla, anche se non è mai stato un incosciente.

Forse è quel suo aspetto calmo e controllato che lo fa sembrare ancora di più un ‘duro’, anche se in realtà è una persona molto gentile.

In ogni caso è diventato anche lui un membro del circo ed ora aiuta una certa Cathrene nello spettacolo del lanciatore di coltelli. E’ sempre stato piuttosto abile nel maneggiarli e non si è mai fatto troppi problemi a fare da bersaglio. Un assistente ideale no?

 

In fine, l’ultimo a lasciarmi, quasi due anni fa, è stato Heero.

Di noi cinque Heero è sempre stato quello con il carattere più introverso e diffidente, specialmente nei confronti di chi non conosceva o di chi non si fidava.

All’inizio è stata una vera impresa riuscire a legare con lui ma sapete com’è….la cocciutaggine dei bambini è immensa! Specialmente quella di Duo che sembrava nutrire un particolare interesse per quel bambino solitario e che solo a distanza di anni siamo riusciti a spiegarci il perché di tutto quell’attaccamento.

Il motivo per cui Duo era così legato a Heero (possiamo dire anche ossessionato visto che ogni cinque minuti andava da lui a rompergli un po’ le scatole) era semplice e quasi ovvio. Si era preso una bella cotta! Eh già…incredibile vero?

All’inizio pensavamo che fosse solamente una delle solite stupide infatuazioni infantili….ma con il passare del tempo abbiamo capito che era una cosa seria. Duo si era davvero innamorato di Heero e questo alla fine risultò esserci molto utile. E’ stata proprio l’ostinazione di Duo nel tentare di avvicinarsi a Mr. Iceberg che fece andare lentamente in frantumi le barriere che si era costruito attorno.

E come in tutte le migliori favole classiche (stupide aggiungerei) non poteva mancare il lieto fine.

Heero è stato casualmente adottato dalla famiglia Yui, la propietaria della grandissima industria di computer per la quale lavorava anche il padre di Duo. In questo modo loro due hanno potuto rimanere in stretto contatto e frequentarsi senza problemi.

Ciò diede la possibilità a Duo di confessare i propri sentimenti e poco più di otto mesi fa mi hanno mandato una lettera per informarmi che si sono fidanzati!

Era ora!! Stavo cominciando a pensare che Heero fosse completamente scemo. Ormai lo avevamo capito tutti che Duo era cotto e stra-cotto di lui….era l’unico che non ci era ancora arrivato! Eppure era talmente palese!

Beh…meglio per loro! Ora finalmente sono felici….e devo ammettere che sono pure una bella coppia. Si complementano a vicenda.

 

Ecco…..questi erano i miei compagni di sventura fino a qualche tempo fa….i miei migliori amici….

Senza di loro non mi resta molto da fare qui dentro ma devo resistere ed andare avanti ancora per due anni.

Appena raggiunti i 18 anni me ne potrò andare di qui e fare ciò che voglio…..sempre se non vengo adottato prima anch’io!

La cosa è improbabile ma non si sa mai quello che potrebbe succedere. In ogni caso sarebbe un modo per uscire da questo dannato istituto, il che è comunque una cosa positiva.

 

Sospiro. Questi pensieri non fanno altro che rattristarmi ulteriormente, non che il mio umore ne abbia bisogno. Mi sento già abbastanza depresso guardandomi semplicemente attorno ed incontrando i musi lunghi o finti felici degli altri ragazzi…..e poi vengono a dire a me che sono musone! Se si guardassero allo specchio loro!

Chiudo il libro che sto leggendo seduto comodamente nella sala comune dell’orfanotrofio e mi alzo per andarlo a portare in camera mia.

‘Ivanoe’ di Sir Walter Scott.

Uno dei tanti libri che ho preso in prestito dalla misera libreria dell’istituto, un luogo che nessuno tranne me e pochi altri frequenta.

Lo avrò letto ormai una dozzina di volte ma è uno dei pochi libri decenti che ci sono….e poi, in ogni caso, ho già letto parecchie volte anche tutti gli altri, tanto che potrei recitarli a memoria. Questo però è uno dei miei preferiti.

Beh, non perdiamo altro tempo…..è ora di cominciare il mio solito allenamento quotidiano!

Apro la piccola cassapanca che contiene i miei pochi averi ed estraggo una tuta blu e bianca, vecchia ed evidentemente già utilizzata parecchio. La indosso ed esco in cortile dove molti dei miei compagni stanno giocando.

Non presto loro molta attenzione perché non mi interessa quello che fanno. Inizio subito a correre, con un ritmo fisso e continuo. Mi fermo solamente venti minuti dopo per dirigermi nel mio angolino tranquillo e nascosto fra la boscaglia che cresce in questo cortile.

Lì so che nessuno mi verrà mai a disturbare ma anche se ciò accadesse nessuno dei visitatori si trattiene molto a lungo, non trovando nulla di interessante a parte me con cui tenersi occupati….e poiché, come ho già detto prima, non vado loro molto a genio quindi se ne vanno ancora più volentieri che mai. Qualcuno rimane più a lungo degli altri pensando di darmi fastidio ma vedendo che su di me quel comportamento infantile non ha alcun effetto si stufano e se ne vanno pure loro a fare qualcosa di più produttivo.

 

Mi posiziono al centro del piccolo spiazzo che c’è tra gli alberi e chiudo gli occhi, mettendomi in ascolto. Il silenzioso rumore della natura, la sua forza vitale e la sua energia sfiorano i miei sensi come il soffio caldo e protettivo di un vento estivo. Amo questa sensazione….mi rievoca immagini sbiadite del mio passato, ricordi confusi dai quali però riesco a cogliere un forte senso di pace e tranquillità.

Probabilmente risalgono alla mia terra natale, la Cina, quando ancora vivevo là con i miei genitori….oppure risalgono al periodo in cui vivevo già qui in America….non lo so con certezza….ero troppo piccolo quando ho perso la mia famiglia.

Avevo circa quattro anni. (povero Wu-baby!!^*^ NdSaya Wuchyyyy!!!^*^ NdMiyu) I miei genitori si erano trasferiti un anno dopo la mia nascita qui a Los Angeles, a casa di mio zio, il fratello di mio padre. Ken Tei Chang, così si chiamava mio zio, aveva un piccolo negozio di porcellane nel quartiere di China Town. Me lo ricordo abbastanza bene perché ci passavo dentro la maggior parte della giornata asieme a lui ed ai miei genitori che gli davano una mano nella gestione. C’era sempre un via vai di gente lì dentro poiché i suoi lavori erano molto apprezzati, a causa della sua bravura e del suo gusto molto raffinato per le decorazioni.

Diciamo che non ce la passavamo affatto male. Quelli devo ammettere che sono stati quattro anni molto felici, per quello che posso ricordare….ma tutta quella felicità finì un giorno di dodici anni fa quando tre rapinatori decisero di derubare il negozio di mio zio. Non so cosa sia successo ma so con certezza che la mia famiglia è stata uccisa da quei rapinatori, probabilmente perché non volevano pagare…questa è stata la causa della sparatoria secondo la polizia.

Fortunatamente quei criminali sono stati arrestati poco dopo ma intanto la mia vita fu completamente distrutta.

Siccome non avevo altri parenti qui in America e di quelli che, forse, vivevano ancora in Cina si erano perse completamente le traccie sono stato mandato in questo orfanotrofio.

Il resto della storia lo sapete.

Da quel momento tutto è cambiato.

Ma porto ancora nel cuore il volto di mia madre, mio padre e mio zio…..ed i loro insegnamenti.

 

Mentre giacio qui in mezzo agli alberi, con la natura come unica compagna ed i pochi raggi di sole che filtrano attraverso i fitti rami, sento scorrere attraverso le vene una forte energia.

Sento i miei arti prendere vita e cominciare a muoversi di volontà propria eseguendo mosse e movimenti di un antica arte marziale cinese che veniva tramandata di generazione in generazione nella mia famiglia e che i miei genitori avevano incominciato a tramandarmi, anche se ero troppo piccolo per capire a fondo quello che mi stavano insegnando.

Ora voi vi chiederete come posso riuscire ad eseguire delle mosse e dei movimenti così complicati avendo ricevuto quelle poche lezioni durante la mia infanzia e senza che nessuno me le abbia più insegnate. A questo vi rispondo con una frase che mi ha detto mio padre e che mi è rimasta impressa a fuoco nella memoria.

La forza delle persone non sta nella conoscenza che uno ha delle cose ma nello spirito che uno possiede. Ogni persona ha dentro di sè lo spirito di un animale sacro la cui forza scorre nelle vene ed influenza la nostra vita e le nostre abilità.

Questo è il motivo per cui riesco a praticare le arti marziali senza averle studiate mai seriamente. Perché questa capacità scorre già nel mio sangue. E’ l’eredità che la mia famiglia mi ha lasciato.

Mio padre già da allora era convinto che sarei diventato un grande maestro…..questo perché secondo lui dentro di me scorre lo spirito del dragone, il più forte e nobile degli animali sacri. (non è che ti stai montando un po’ la testa perché sei il protagonista Wucchy? NdMiyu- No…è la verità…e poi non chiamarmi Wucchy!!!-_- NdWu- Wu-baby....non fare così…tanto lo sai che io e Miyu siamo le prime ad apprezzare le tue infinite qualità….la nostra non era una critica!^^ NdSaya- veroooo!^o^ NdMiyu- se non la piantate con sti nomignoli vi ammazzo!>_< NdWu- Wucchyyy!!! Wu-babyyy!!!^___^ NdMiyu&Saya- oddio dove sono finito!-_-;;;NdWu)

Io non so se questo sia vero….se dentro di me scorre davvero lo spirito del dragone. Molti la considererebbero solo una stupida superstizione ma io non credo sia così. Dentro di me c’è davvero qualcosa di speciale.

 

Continuo a muovermi…con l’armonia e l’agilità di un felino. Il poco spazio a mia disposizione non mi rallenta ne tanto meno mi infastidisce. Adoro la riservatezza di questo luogo.

All’improvviso i miei sensi percepiscono una presenza estranea nelle vicinanze.

Senza movimenti bruschi mi fermo e do una breve occhiata al mio orologio. Sono già passate due ore buone da quando ho cominciato il mio allenamento. Non me ne sono neppure accorto da tanto ero concentrato. Ora il mio corpo è invaso è invaso da una forte sensazione di appagamento….mi succede sempre così dopo aver finito i miei esercizi.

Sento che l’intruso mi sta ancora fissando così decido di voltarmi e scoprire il volto del mio inaspettato visitatore.

Con mia enorme sorpresa mi trovo davanti un vecchio…..circa sulla sessantina, ad occhio e croce. E’ di corporatura piuttosto robusta e non è molto alto…..di qualche centimetro più di me quindi direi sul mentro e ottanta. Indossa un abito molto elegante marrone scuro ed una camicia bianca.

Io lo fisso stupito e lui ricambia con un’espressione gentile ed amichevole. Mi sorride e comincia a parlare.

“Scusami tanto per averti disturbato. Non era mia intenzione farlo. Stavo solo facendo quattro passi quando ti ho scorto tra gli alberi….”

“Non si preoccupi signore, nessun disturbo. Avevo giusto intenzione di smettere qui per oggi.” rispondo io asciugandomi il sudore dal volto con la maglia della tuta.

“Sei molto bravo lo sai? Chi ti ha insegnato le arti marziali?”

“Beh…possiamo dire che è stato mio padre….molto tempo fa…..”

“Capisco”

“Senta….posso chiederle cosa ci fa lei qui? Un orfanotrofio non mi sembra il luogo adatto per una passeggiata.” (che deffy che sei Wu-baby! NdSaya- concordo! NdMiyu)

Il signore ridacchia allegro e si avvicina di qualche passo a me mentre un raggio di sole fa risplendere i suo capelli grigi.

“Diciamo che sono venuto qui per affari e vista la bella giornata ho pensato di camminare un po’ in mezzo alla natura”

“Lei mi sembra un po’ troppo vecchio per adottare qualcuno lo sa?”

Egli ride di nuovo di fronte alla mia, forse troppo eccessiva, schiettezza.

“Sei un tipo diretto. Arrivi subito al punto senza tergiversare. Mi piace questo nelle persone.”

“Questo è il mio carattere. Non mi piacciono i bugiardi o quelli che cercano di incantarti con belle parole solo per entrare nelle tue grazie!” rispondo sinceramente suscitanto nel vecchio un sorriso soddisfatto.

“Come ti chiami ragazzo?”

“Wufei…Chang Wufei….“

"Beh Chang Wufei....“ una voce in lontananza lo interrompe, anche se solo per poco...sembra che lo stiano chiamando " ...è stato unvero piacere conoscerti e scambiare quattro chiacchere con te. Ora però devo proprio andare. Arrivederci ragazzo!”

"Arrivederci a lei" rispondo con un piccolo inchino per poi guardarlo allontanarsi verso il cortile dell'orfanotrofio.

Che tipo bizzarro....davvero! Comunque devo ammettere di averlo trovato molto simpatico….sembra una persona in gamba.

Beh…ora è meglio che vada dentro a farmi una doccia….tra poco è ora di cena…..qui dentro si mangia come le galline….ed io non ho neppure fame!!

 

**********************

 

Qualche giorno dopo Wufei stava comodamente seduto in camera sua a studiare un saggio di filosofia che gli era stato dato per compito quando bussarono alla porta. (filosofia?O_o NdSaya- eh si….il nostro Wuccy è un tipo colto!^_^ NdMiyu- -____-;;;;; NdWu)

“Avanti” rispose e qualche attimo dopo comparve sulla soglia uno dei tutori dell’orfanotrofio.

“Salve Signor. Stevenson…..posso fare qualcosa per lei?”

“Il direttore ti vuole nel suo ufficio”

“Oh…capisco…arrivo subito…”

Mise da parte il libro ed uscì dalla propria camera, seguendo l’uomo lungo i corridoi. Durante tutto il tragitto all’ufficio si era continuato a domandare che cosa volesse mai da lui il direttore Gordon. Non gli sembrava di aver fatto nulla di grave in quel periodo. Non aveva causato problemi….quindi di cosa voleva parlargli?

L’unico modo per scoprirlo ero incontrarlo anche se non ne aveva per nulla voglia. A Wufei il direttore Gordon non andava molto a genio. Lo considerava un tipo piuttosto nauseante….sia d’aspetto, con quel suo volto aquilino e quegli occhietti piccoli piccoli che sembravano guardare le persone dall’alto in basso come se non fossero mai alla sua altezza, sia di carattere. Non gli piaceva per niente ma finchè rimaneva lì dentro doveva sopportare la sua presenza.

Finalmente arrivarono difronte alla porta del suo ufficio, dove Stevenson lo lasciò per andare a fare il suo lavoro da qualche altra parte.

Wufei bussò e quando ricevette risposta entrò nella stanza.

A sua enorme sorpresa Gordon non era solo ma seduto su una delle poltrone del suo ufficio c’era anche lo strano vecchietto di quella volta nel boschetto dietro l’orfanotrofio. Che diavolo ci faceva lì?

“Entra Wufei e siediti per favore!” disse con fare autoritario il direttore mentre l’altro inaspettato ospite lo fissava sorridendo. Il ragazzo fece come ordinato e si sedette sulla poltrona difronte alla sua.

“A quanto pare ci rivediamo ragazzo mio!” disse il vecchietto allegro.

“Sembra proprio di si. Posso sapere cosa ci fa lei qui e cosa volete da me?”

“Wufei!!! Abbi un po’ più di rispetto quando parli con le persone!! Questo signore è Ludvigh Kushrenada, uno dei nostri benefattori! E’ grazie alla sua fondazione se questo orfanotrofio è ancora in piedi ed è così efficiente! Chiedi immediatamente scusa!!”

Il ragazzo era sul punto di scoppiare a ridere in faccia al direttore per quello che aveva detto! Efficiente…..quest’orfanotrofio? Era la cosa più divertente che avesse mai sentito ma si contenne proprio per rispetto del loro ospite. Comunque non poteva negare di essere rimasto anche molto sorpreso difronte ad una simile rivelazione. Lo aveva capito subito da com’era vestito che doveva essere qualcuno d’importante ma non avrebbe mai pensato una cosa del genere.

“Oh Signor Gordon non faccia così. Non è successo nulla grave.”

“Se lo dice lei….” disse il direttore, fulminando Wufei con lo sguardo.

Il ragazzo sospirò sconsolato e decise di far contento Gordon.

“In ogni caso le chiedo scusa Signor Kushrenada….forse sono stato un po’ troppo brusco”

“Non diciamo sciocchezze! In fondo è tuo diritto sapere cosa sta succedendo visto che sei stato convocato, no?” disse l’uomo sorridendo per poi rivolgersi al direttore “Penso sia ora di parlare di cose serie, non crede anche lei?”

“Si certo, ha ragione! Posso informare il ragazzo della sua decisione?”

“Prego, faccia pure”

“Ok….benissimo….” disse afferrando alcune carte sulla scrivania “Vedi Wufei….il Signor Kushrenada è venuto qui oggi perché ha intenzione di adottarti” (ç_ç che carino Wu-baby è stato adottato! NdSaya&Miyu-commosse)

Schock! Silenzio assoluto!

Nessuno dei due uomini presenti nella stanza osò parlare ulteriormente aspettando, per prima cosa, una qualsiasi reazione da parte del ragazzo.

Il direttore Gordon, intanto, sembrava in qualche modo irritato da tutta quella situazione e l’unico pensiero che gli permetteva di rimanere calmo era il fatto che, in quel modo, si sarebbe finalmente liberato di Wufei.

Non lo aveva mai sopportato. Ne lui ne i suoi quattro amici.

Erano sempre stati gli unici ad opporsi alla sua autorità e a non tomerlo come avrebbero dovuto. Nessuno avrebbe mai potuto immaginare la gioia che aveva provato nel vederli uscire, uno dopo l’altro, dal SUO orfanotrofio. Ed ora che anche l’ultimo di loro se ne stava per andare non poteva che esserne felice, anche se non riusciva a sopportare che un elemento simile fosse adottato da una delle famiglie più antiche, nobili e ricche del mondo. Cosa poteva aver mai trovato il capofamiglia dei Kushrenada in un ragazzino asiatico come lui!?

Da parte sua, Ludvigh Kushrenada, non sperava minimamente che il direttore potesse comprendere cosa lo avesse spinto ad adottare Wufei. Aveva capito da molto tempo che quell’uomo non teneva minimamente ai ragazzi che erano sotto la sua protezione ed era proprio per la protezione di quelle creature indifese che lui continuava a sostenere quell’orfanotrofio, indifferentemente dall’uomo che lo dirigeva. Se l’istituto avesse chiuso sarebbero tutti finiti sulla strada.

Non aveva approvato neppure il modo in cui aveva riferito la notizia a Wufei. Era stato troppo brusco con lui e se avesse potuto lo avrebbe fatto volentieri al suo posto ma in quanto direttore era compito suo dare certe informazioni ai propri ragazzi. Ora non poteva fare altro che aspettare che il ragazzo si riprendesse dallo schock.

Il tempo passava e Wufei non aveva ancora detto nulla. Stava ancora cercando di assimilare quella semplice notizia che gli era stata appena rivelata da Gordon. Non poteva ancora crederci. Qualcuno lo voleva adottare!? Quel Ludvigh Kushrenada lo voleva adottare!?! Non riusciva ancora a capacitarsene.

Si era sempre più convinto che sarebbe stato buttato fuori a calci da lì allo scoccare dei suoi diciotto anni perché nessuno lo avrebbe mai voluto adottare. Non che fosse stato impossibile ma….per lui era sempre stata un’eventualità scartata in partenza!

Non sapeva come reagire di fronte ad una simile situazione! Non era preparato ad affrontarla! L’unica cosa che sapeva era che stava facendo la figura dell’idiota davanti a tutti, con la bocca e gli occhi spalancati a quel modo, neanche fosse un pesce lesso. Fu proprio il suo orgoglio a rimetterlo insieme, mostrandosi ancora un po’ incerto ma decisamente più composto.

“Voi…volete adottarmi?” chiese all’uomo che gli sedeva di fronte.

“Esattamente” rispose lui con un sorriso.

“Ma perché? Insomma….non penso che alla vostra età abbiate bisognio di adottare qualcuno….non offendetevi per carità! Quel che volevo dire è che avrete di sicuro una famiglia e che di certo non vi serve prendervi anche la responsabilità di un estraneo….di me insomma….non mi conoscete neppure!”

“Ci deve essere per forza un motivo per voler aiutare una persona?”

Quella domanda lasciò Wufei letteralmente spiazzato.

“Vedi….in un qualsiasi altro caso il tuo ragionamento sarebbe stato più che valido…..ma devi sapere che mia moglie è morta molto tempo fa a causa di un infarto mentre mio figlio e sua moglie sono rimasti uccisi sei anni fa in un incidente d’auto ed oltre a me, il capofamiglia, sono ben pochi i veri Kushrenada rimasti: mia figlia Katrine e mio nipote Treize.” ( Treeeiizzee!!!!*___________* NdMiyu&Saya)

“Mi dispiace molto per quello che è successo….ma…..ma ancora non capisco cosa centro io in tutto ciò….”

“Tu possiedi molte qualità che caratterizzano noi veri Kushrenada….l’ho capito subito, non appena ti ho visto qualche giorno fa alle prese con i tuoi allenamenti.” disse sorridendo “Non chiedermi come posso essere certo di questo visto che ci siamo parlati solamente per pochi minuti….non potresti capirlo….ma sappi che non ho mai sbagliato in vita mia a giudicare una persona e non penso di averlo fatto proprio adesso con te! In oltre, da quello che ho sentito dal direttore Gordon, sei un ragazzo pieno di talento e molto appassionato allo studio quindi qui dentro sei decisamente sprecato!”

Wufei lo fissò sbalordito. Non era abituato a sentira parlare così bene di sé…era una cosa nuova per lui che aveva sempre vissuto all’interno di quell’orfanotrofio dove venivi semplicemente considerato uno dei tanti….uno qualsiasi di quella massa di ragazzi…..nulla più, nulla meno.

“Allora Wufei…..ti va di entrare a far parte della mia famiglia o preferisci rimanere qui?”

Quella domanda era stupida. Era come se si rispondesse da sola. Una persona gli stava dando la possibilità di uscire da quel maledetto istituto….e di per sé, solo per quella ragione avrebbe accettato più che volentieri la proposta ma il quel caso c’era molto di più. Non se lo sapeva spiegare ma era stranamente felice, soddisfatto, che quell’uomo avesse scelto proprio lui tra tutti…..e non perché provasse pietà o qualsiasi altro stupido sentimento….ma perché lo rispettava, perché aveva trovato in lui, in un attimo, tutte quelle qualità che gli altri, compreso lui stesso, non erano ancora stati in grado di trovare. Era come se dopo aver vagato per tanto tempo avesse finalmente ritrovato il suo posto, il luogo a cui di diritto apparteneva.

Senza più nessun altro indugio sorrise e disse:

“Sarei onorato di entrare a far parte della sua famiglia!”

“Perfetto!” rispose l’uomo entusiasto “Non mi resta che da firmare il modulo d’adozione ed è fatta! Del resto delle pratiche se ne occuperà il mio avvocato….non è un problema spero, Signor Gordon?!”

“No, affatto….una sua firma è più che sufficiente”

“Benissimo! Wufei può venire subito via con me?”

“Certamente”

“Allora andiamo a prendere le tue cose ragazzo! Prima di tornare a casa ti voglio portare a fare shopping! Avrai bisogno di un guardaroba nuovo d’ora in avanti!” (wu-baby fa shopping!*_* NdSaya)

Detto questo Ludvigh Kushrenada firmò tutti i moduli necessari e trascinò Wufei fuori da quell’ufficio….e dall’intero edificio.

 

 

Quasi quattro ore più tardi Wufei e Lord Kushrenada stavano volando, comodamente seduti nel loro jet privato, verso la tenuta della famiglia nel sud della Germania. L’uomo in quel periodo si trovava a Los Angeles per questioni di lavoro e, trovandosi in zona, aveva pensato di far visita agli orfanotrofi che la sua fondazione manteneva. Era stato quasi un caso….o meglio un incontro voluto dal destino il loro.

In ogni caso Ludvigh, durante tutte quelle ore trascorse ancora in città, aveva fatto fare a Wufei un giro turistico di tutti i migliori negozio di abbigliamento, comprando ogni indumento possibile ed immaginabile. Ora il ragazzo tra pantaloni di taglio classico, jeans, camicie, maglioni e scarpe, si era fatto un piccolo guardaroba tanto che se avesse voluto, avrebbe potuto indossare un abito diverso ogni giorno per ben un mese!

Wufei si sentiva ancora intontito da tutto ciò. Non si era ancora abituato all’idea che da adesso in avanti avrebbe fatto parte di una delle famiglie più ricche e potenti del mondo. Non ci poteva ancora credere. Così decise di sfruttare quel piccolo viaggio per assimilare più cose possibili riguardo alla sua nuova famiglia.

“Vedi ragazzo mio….i Kushrenada hanno origini antichissime….il più lontano antenato di cui siamo a conoscenza risale addirittura al 1200! Durante tutti questi secoli la nostra famiglia ha acquisito numerose ricchezze in ogni parte del mondo. E’ sempre stata una delle prime famiglie ad interessarsi delle nuove scoperte sia tecnologiche che scientifiche di ogni periodo che ha attraversato. Grazie a questo è riuscita a soprevvivere fino ad oggi ed ha rimanere così salda nonostante il concetto di nobiltà di questi tempi non valga molto. Ormai valgono soltanto i soldi ed il potere…..cose di cui i Kushrenada non sono di certo privi!”

“Capisco. Deve essere dura per lei, come capofamiglia, gestire tutto questo.”

“Già….non è una cosa da poco….ma a sostenermi ci sono mio nipote e mia figlia…..loro hanno un carattere davvero molto forte….sono davvero degni del titolo che possiedono!”

“E loro sanno già di me? Intendo dire…..sono stati messi a conoscenza della sua idea di adottarmi?”

“Certamente! Loro sono le uniche persone della famiglia che hanno il diritto di sapere ogni cosa, dalla più importante alla più insignificante…..degli altri membri della famiglia non mi importa molto….sono solo un branco di stupidi boriosi incompetenti!”

“Come hanno reagito alla notizia?” chiese Wufei un po’ preoccupato, temendo di aver causato involontareamente dei problemi.

“Anche se loro fossero stati contrari ti avrei lo stesso adottato….tanto ero certo che non appena ti avrebbero conosciuto di persona si sarebbero subito affezionati a te. Sono del gran brave persone, sai?” sorrise “Infatti, con mio enorme piacere, sono stati subito d’accordo con me! Non vedono l’ora di incontrarti!”

A quella rivelazione Wufei si sentì subito meglio.

“Mio nipote Treize lo incontrerai non appena arrivati alla tenuta.  Lui vive lì assieme a me da quando i suoi genitori sono morti. Quella villa è decisamente troppo grande per due sole persone ed un po’ di servitù…..anche ora che ti sei aggiunto tu rimane troppo grande…..però mi piace perché fa parte della storia della famiglia. Risale al 1600 sai?”

“E vostra figlia e la sua famiglia non vive con voi?”

“Oh no…..Katrine abita a Londra con suo marito Edward, erede di un’antica casata nobiliare inglese…..i Darlian. Stimo molto Edward e lo reputo una persona eccezionale che ama davvero molto mia figlia…..ma non mi piacciono gli altri membri della sua famiglia….sono degli ipocriti di prima categoria. Quindi, a parte lui e pochissimi altri, con quella gente preferisco avere il minor rapporto possibile!”

I due continuarono a chiaccherare del più e del meno fino a quando atterrarono. Una volta a terra trovarono una lussuosissima limousine ad attenderli che li condusse direttamente alla tenuta dei Kushrenada. Quando Wufei la vide per la prima volta rimase letteralmente a bocca aperta. Era uno spettacolo mozzafiato.

La tenuta era distante chilometri e chilometri dalla prima città raggiungibile. Comprendeva lei stessa un territorio vasto chilometri, tanto che non si riusciva a vederne i confini. Al centro di esso si enrgeva una gigantesca villa a due piani in stile gotico, con una serie infinita di finestre con relative stanze ed un enorme scalone in pietra affiancato da due statue di leoni che conduceva alla porta d’entrata. Poco lontano si potevano chiaramente distinguere delle stalle tutt’ora ancora in uso.

Già questo aveva lasciato il ragazzo meravigliato ma lo rimase ancora di più quando mise piede in casa. Era tutto meraviglioso. Lampadari in cristallo, statue in marmo, bellissimi quadri appesi alle pareti. Tutto era così luminoso e splendente che quasi abbagliava. Sembrava di essere entrati in una di quelle favole per bambini con principi e principesse.

“Benvenuto nella tua nuova casa Wufei! Che ne dici, ti piace?”

“E’….è assolutamente…meravigliosa!” disse quasi voce di fronte ad un simile spettacolo “Ora capisco perché dicevate che era troppo grande…..qui dentro ci starebbero minimo cento persone!”

“Oh anche di più te lo assicuro! Comunque sono felice che ti piaccia!” disse Lord Kushrenada sorridendo soddisfatto.

“Devo tirare giù i bagagli dall’auto!” si ricordò improvvisamente.

“Lascia stare ragazzo….ci penserà la servitù a scaricare e sistemare la nostra roba! Prima di mostrarti la tua nuova camera volevo farti conoscere mio nipote Treize…..ma non ho la più pallida idea di dove sia!”

“Sono qui nonno! Ho sentito arrivare la macchina e ho pensato di venirvi ad accogliere.”

Davanti a loro era comparso un ragazzo di 25-26 anni. Era molto alto, sul mentro e novanta circa, aveva dei corti capelli castano chiaro e due brillanti occhi azzurri. Li stava fissando entrambi sorridendo mentre avanzava con passo lento ma deciso verso di loro.

“Così tu devi essere il famoso Wufei! E’ un piacere conoscerti! Io sono Treize Kushrenada!”

 

 

Fine Prima Parte

 

 

Saya- BRAVAAA ZIAAA!!!! Sei una geniaaaaa!!!!!!

Miyu- non esageriamo adesso!^^;;;;;

Saya- *_* Wu-baby e Trezzy sono davvero carini!*ç*

Treize- grazie Saya….lo prendo come un complimento!^^

Wu- wè! Non ci allarghiamo troppo! Treize è MIO!-___-

Saya- ……certo Wu-baby!^^

Treize- ma certo amoruccio…..non ti sostituirei con nessun altro!^____^

Miyu- che dooooolllccciiiii!!!*_______*

Saya- sta per venirmi il diabete!-_-

Treize&Wu- pucci pucci pucci…….

Miyu- ^^;;;;;;;;;;;;;;;;;

Saya si prepara con la macchina fotografica.

Miyu- scatta delle belle foto mi raccomando! così poi me le appendo in camera….ehmm…..così le usiamo per trarre spunto per la fic!^^;;;;

Saya- oltre che farci tanti bei soldini vendendole!$__$

Miyu- verooooo!*___*

 


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