La magia più bella parte II di Sappe "Se non sbaglio stava per rivelarmi un tuo SEGRETO..." Orphen non stava più nella pelle, voleva sapere. e l'avrebbe saputo ad ogni costo... "Ah... No, quello... Quello non era niente di che..." Majic cominciava ad avere paura. Conosceva i metodi del suo maestro. Orphen lo penetrò con il suo sguardo. "Dimmelo. Dimmelo subito o ti faccio un incantesimo." "No!" Majic sbiancò "Sì invece! E ti farò uno di quelli così dolorosi che non riuscirai a sopportare e soffrirai per mesi..." "Non mi importa! Non lo dico! No!" Orphen lo fissò negli occhi in modo ancora più penetrante... "Dillo al tuo maestro... Avanti..." Sembrava molto dispiaciuto e Majic stava per cedere. Ma poi ebbe nuovamente paura di come avrebbe reagito e urlò quasi in lacrime "No! Mai!" "Te lo dico io cosa non vuole dirti quel buono a nulla!" Creao spuntò fuori dalle fresche frasche ancora incenerita sia per l'incantesimo sia per la rabbia "Lui ti ama! Ti ama davvero! E tu sei più idiota di lui che non te lo dice perchè non te ne accorgi!" Orphen rimase scioccato da quelle parole. Si voltò lentamente verso Majic "E' la verità?" Chiese quasi in un sussurro. "Sì..." Majic era ormai in lacrime.
"Bene! Allora vi lascio soli così chiarite
i vostri sentimenti!" Majic annuì incapace di proferire parola. Arrivarono sui bordi di un lago vicino e si sedettero su un grande masso. Il silenzio continuava. Majic cominciò a calciare i sassolini che si trovavano sul terreno. Era nevoso per l’attesa di ciò che gli avrebbe detto il maestro. Orphen intanto lo guardava: rimase molto sconvolto dal scoprirsene attratto. Il cuore gli batteva come un tamburo a ritmi africani. Scrutò per bene ogni centimetro di lui: i suoi capelli biondi, gli occhi azzurri e chiari come acqua, le labbra rosee e umide, le guance rigate dalle lacrime che fugaci si rincorrevano. ”Che tenero che è” pensò “In fondo lo sapevo che mi è sempre piaciuto, ma il mio stupido orgoglio mi impediva di ammetterlo. Io… Io non voglio farlo soffrire. Mi turba vederlo così triste… Voglio tranquillizzarlo… Voglio dirgli che l’amo.” Purtroppo però Majic fu più veloce di lui a parlare “Lei mi disprezza, signor maestro?” “No! Ma… Ma che dici… Non è assolutamente vero!” “Sì invece, è così. Mi disprezza perché l’amo e sono un uomo, oltre che un buono a nulla e un apprendista mago schifoso…”
Orphen lo guardò dritto negli occhi “Ti
sbagli” Ora erano così vicini da poter sentire ognuno il respiro
dell’altro, un respiro dentro l’altro. “Non hai capito niente” continuò
Orphen “Pensi che ti disprezzi ma non è vero. Non cercare scuse per
fuggire da me”. Quando si staccarono, Majic parlò “E’ vero che mi ami?” “Si” Era così contento di quella risposta che per poco non si metteva a piangere “Anch’io ti amo” “Lo so”. Continuarono a baciarsi per molto tempo. Dopo un po’ però Orphen cominciò a sentire il bisogno di un legame più profondo, di un'unione completa. Iniziò a toccarlo nei posti più sensibili del corpo umano. “Ahh… Siii… Orphen…” “Non chiamarmi Orphen” “Che?!?!” “Non dimenticare che io sono il tuo maestro, mai. E la lezione di oggi sarà piuttosto impegnativa…” Sul viso aveva un sorrisetto maligno “Orphe… Cioè, signor maestro, che dice?” “Zitto. Non è più tempo di parlare.” “Ahh…!” Orphen si stava dando da fare con le mani dedicandosi a dare piacere al suo allievo. Toccava dappertutto, scopriva punti sensibili nascosti e Majic non capiva più niente, neppure le cose che il suo maestro gli sussurrava voglioso all’orecchio. Improvvisamente Orphen infilò il dito medio in “quel buco” di Majic, che cacciò un piccolo urlo. Piano piano però si abituò a quella presenza estranea e cominciò a provare un intenso piacere, accompagnato da una marea di sensazioni nuove. Orphen non ce la faceva più ad aspettare, sentiva il suo compagno gemere e la sua incredibile eccitazione aumentava. Tolse le dita e lo infilò dentro, dapprima solo la punta, poi tutto insieme con un’altra spinta. Iniziò a prendere ritmo. “AHH!! Orphen!! Sii… SII!!!”
“Ti piace l’argomento della lezione di
oggi, amore?” L’unica risposta che ricevette fu un lungo mugolio.
Sogghignò soddisfatto. Continuarono così per ancora un po’ di tempo,
quando entrambi iniziarono a non farcela più a trattenersi. Stavano per
venire. Si abbracciarono stretti e rimasero a fissare il mare di stelle che si estendeva sulle loro teste. Majic parlò “Sai Orphen?” “Si amore?” “…Quella che mi hai insegnato oggi è stata la magia più bella del mondo.” Orphen non rispose. Prese una coperta dalla sacca di Majic e coprì entrambi. Gli posò un bacio sulla fronte e si addormentò.
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