La magia più bella parte I di Sappe Il fuoco scoppiettava vivace tra le foglie secche ed i ramoscelli trovati nel bosco. Majic non riusciva a staccarne gli occhi di dosso. Era opera del suo maestro, del suo adorato maestro che tanto ammirava e che seguiva da un lungo periodo. Voltò gli occhi ed era lì, accanto a lui, Orphen, l’ oggetto più ambito dei suoi desideri. La sua pelle risaltava tra il contrasto di luce ed ombra provocato dal falò, ed i suoi occhi sembravano perfino più brillanti delle fiamme. “E’ proprio come il fuoco” pensò Majic “tremendamente affascinante ma intoccabile”. Ed infatti il suo maestro era proprio così: inavvicinabile. Non solo perché i suoi pensieri erano sempre rivolti ad Azalea, ma anche per via del suo carattere scorbutico ed indisponente. Però a Majic piaceva così com’era e continuò a fissarlo con adorazione. Orphen, dal canto suo, fece a malapena caso degli insistenti sguardi di Majic, tutto preso dai suoi pensieri com’era. Improvvisamente Creao tornò con Reki dalla ricerca di piante medicamentose di cui faceva scorta per il viaggio. Aveva in mano un grande fascio d’ erba e, osservando quella scena alquanto statica, cominciarono a sortirle dei dubbi. Comunque, fu lei a rompere il ghiaccio: “Ehi raga, guardate che scorta ho fatto!”. Orphen interruppe il turbine dei suoi pensieri per borbottare un misero:”Ciao… A te ti si sente sempre quando arrivi…”. Majic alzò lo sguardo e guardò Creao con gli occhi quasi in lacrime. Lei, vedendo lo stato dell’amico, decise di portarlo lontano e parlargli. _ @ _ @ _ @ _ Quando si furono trasferiti in un posto riparato dal vento dove Orphen non poteva né vederli né sentirli, Creao gli domandò: “Bè, che hai fatto? Neanche il tuo amore ti avesse preso a schiaffi…” “E’ come se lo facesse in ogni suo gesto” si confidò allora lui “Per lui non conto niente e questo mi fa soffrire. A volte penso che sarebbe stato meglio se non fossi partito con lui e me lo fossi dimenticato il più presto possibile…” “Ma che cavolo dici, scemo!” lo rimproverò l’amica “Come puoi dire una cosa simile? Sono forse menzogne quello che dici di provare per lui?” “No! E’ che… Io… Insomma non ce la faccio più ad essere considerato solo un allievo e a guardarlo da lontano… Mi sembra di impazzire.” Detto questo scoppiò in lacrime. Creao allora si infuriò: “Ora BASTA!” e iniziò a dirigersi con passo deciso nella direzione in cui si trovava l’ignaro Orphen. Ignaro soprattutto della potente furia che e si stava per abbattere su di lui. Majic le corse dietro “Fermati Creao! Per favore! Così peggiorerai la situazione!” Ma lei non lo ascoltava “Orphen!” tuonò “La tua ora è vicina!” Quasi a voler complicare il tutto lui spuntò fuori da dietro un cespuglio “Si può sapere che avete da urlare tanto?!” Neanche fosse una comica. Per un attimo Creao e Majic rimasero ammutoliti da quell’apparizione. Ma si ripresero subito: “Orphen, devo parlarti!” gridò Creao prendendolo per un braccio e cercando di portarlo via “Non te lo permetterò invece!” gridò disperato Majic “Non gli svelerai il mio segreto!” “Ma lui deve sapere!” “No! NO!” “Invece si!” “L…LAME BIANCHE DI LUCE!” Majic sorprese tutti con una magia riuscita abbastanza bene che spazzò via Creao, lontano da loro. Reki la seguì mugolando. Orphen, allibito da tanta forza, ci mise un po’ per tornare alla realtà “Bravo majic, ottima magia! Finalmente un buon uso delle tue doti!” “G…Grazie signor maestro. Tutto merito dei suoi insegnamenti…” Prima di parlare Orphen squadrò Majic per tutta la sua altezza. Dovette ammettere a se stesso che era molto carino quando arrossiva… “Di cosa non doveva parlarmi quella?” (Ma quanto le vuole bene NdSappe) Majic non rispose subito. “Ah, niente! Niente! Lo sa signor maestro com’è fatta… Sempre in agitazione per ogni minima inezia…” “E quale sarebbe questa INEZIA che tanto l’ha turbata?” chiese un po’ insospettito ed incuriosito “Niente! Niente davvero!” Majic stava iniziando a sudare freddo… |