Rating: Essendo per ora incapace di scrivere una lemon, spero vi accontentiate di quello che sono riuscita a inventarmi... che è miserello, ad essere sinceri!
Non so il rating, fate voi... ormai il mio stile lo conoscete :P
Note: ehm, io soffro di romantichite acuta... trasudo zucchero da ogni parola che scrivo! Se non sopportate il genere... bhè non leggete quanto segue^_-

Bene ora vi lascio alla mia creatura^^





La lunga strada

Parte III

di Antares



"Luca!! Piantala!!"
Scuoto la testa, stringendo con più forza le mie cosce contro le sue gambe, intrappolandolo sotto di me.
Ragazzi, se c'è una cosa che non sopporto sono gli ordini... tendo a fare esattamente il contrario di quello che mi si dice.
Eh, lo so, fastidiosa abitudine.
Mi avvicino al suo orecchio.
"Devi fidarti di me" sussurro piano.
"Oh, finiscila immediatamente, ti stai comportando come un bambino!!!"
La sua voce è bassa, minacciosa.
Ehi, si sta arrabbiando veramente.
Di solito, questo è il momento in cui la smetto di rompere e lo lascio in pace.
Di solito, questo è il momento in cui capisco di essere pericolosamente arrivato vicino al limite, vicino a farlo esplodere.
Merda, ma ora è diverso.
Se cedo potrei davvero perderlo e questo proprio non lo voglio.
E poi ha ragione, mi sto comportando come un bambino.
Un piccolo bambino viziato che ottiene sempre ciò che vuole.
La mia mano ormai ha superato la barriera dei jeans.
Lo accarezzo piano e sogghigno quando lo vedo mordersi le labbra.
Non resisto alla tentazione di prenderlo un po' in giro.
"Sai, mi sembra che una parte di te non disprezzi poi tanto la situazione..."
Arrossisce di colpo, imbarazzato.
Ma, credetemi, è giusto un attimo.
Poi si riprende e mi lancia uno dei suoi sguardi più gelidi.
Cazzo, questa capacità di autocontrollo mi fa saltare i nervi!
"Ok, ti sei divertito abbastanza!!!"
Mi prende per la vita e fa per spostarmi.
Niente da fare, gente.
Michele è maledettamente cocciuto.
Non ha ancora capito chi vincerà, qui.
Non ho alcuna intenzione di fermarmi, di permettergli di averla vinta.
Perchè se riuscisse a liberarsi dalla mia stretta, mi accantonerebbe nel portabagagli e farebbe marcia indietro, rimangiandosi tutte le decisioni prese...
Ormai lo conosco troppo bene...
Mi serro di più a lui, le carezze della mia mano diventano un massaggio insistente.
E, come è logico, Michele perde d'un tratto tutta la sua baldanza e si abbandona con un gemito contro il sedile.
Ci vuole talmente poco alle volte.
Rimaniamo così... e ora non credo dispiaccia a nessuno dei due.
Lo sento tendersi... sta per venire...
Mi blocco.
Lui alza la testa e mi guarda.
"No" è tutto quello che riesce a dire.
Lo so sono un bastardo.
Questa è una sporca tecnica di annientamento psicologico, ma ora come ora non potrebbe fregarmene di meno.
"Dillo"
Lui mi guarda, sinceramente perduto.
Mi chino a mordergli piano il labbro inferiore.
Lui geme.
Lo guardo ancora negli occhi, e anche se il mio sesto senso mi avverte che lui ha capito benissimo cosa voglio, decido di andargli incontro.
"Michele, mi odi davvero?"
Rimaniamo a fissarci.
"No"
"Allora dillo"
"No, non ti odio"
Merda, allora è proprio uno zuccone.
Ripendo piano il massaggio.
I suoi occhi si spalancano ed il suo respiro torna a farsi pesante.
"Non mi odi... e poi...?"
"Io... ti trovo... un ragazzo... simpatico..."
Stavolta sogghigna.
Dove trova la forza di fare il cretino in una situazione del genere proprio non lo so...
Idiota.
Così io sarei un ragazzo simpatico, eh?
Dovrei escogitare un metodo per fargliela pagare...
Non posso fare a meno di sorridere, comunque.
Il mio Michele...
"Ti amo"
E' solo un sussurro, ma lo sento.
Ragazzi, tutti i miei propositi di vendetta vanno a puttane.
Tutti.
Dal primo all'ultimo.
"Ripetilo"
"Io ti amo, Luca" stavolta è convinto.
"Ancora"
Mi guarda, e gli occhi scintillano.
"Ti amo" mi bacia, piano " Ti amo"
La mia mano riprende il suo lavoro e lui un attimo dopo getta il capo all'indietro, ripetendo all'infinito il mio nome.
Poi solo brividi e luce.
Si riprende lentamente, recupera il suo normale respiro, ma l'espressione del suo volto rimane intensa, rapita.
Non posso fare a meno di essere fiero, orgoglioso del fatto che lui sia mio, solo mio, che solo a me è concesso di vederlo così, sfinito, distrutto eppure illuminato da una luce che solo io riesco a dargli... che solo io ho il diritto e l'onore di vedere.
Quando sto con lui, come adesso, mi sento miracolato.
Appoggia il suo viso contro la mia spalla, poi guarda in basso e ridacchia.
"Che casino" commenta divertito.
Bhè, in effetti...
Rido anch'io...
E' una strana euforia, quella che mi sento dentro.
Sono ubriaco, di lui, di me, delle emozioni che questo stronzo riesce a farmi provare...
Mi guarda di nuovo, con i suoi occhi chiari...
Dio, sono un cielo dove mi perderei, scintillanti sprazzi di luce...
"Sai... "comincia. poi si interrompe.
No, non farlo, vai avanti... io sono qui e ti ascolto.
Io sono qui, sempre.
Io ti amo...
"Io mi fido di te"
... i tuoi occhi... la tua anima... il tuo corpo...
"Io mi fido di noi"
... te.
Gli sorrido, rendendomi conto che devo sembrargli un idiota da Nobel, credetemi, ma non riesco a dire nulla di intelligente.
... Adesso, qui, con lui... non so, tutto mi sembra perfetto.
Potrei rimanere ore a fissarlo mentre mi sorride, finalmente.
Darei dieci anni della mia vita perchè rimanesse sempre così.
Ragazzi.
E' un sorriso dolce, immenso... qualcosa che mi stordisce e mi fa sentire a casa.
Stare con lui è la mia casa.
Sapete, ci sono attimi, brevi istanti che rasentano la perfezione assoluta.
Semplici brevi momenti che danno significato ad una vita intrera.
*La vita è un cupo scrigno di tesori*, ti regala giorni in cui ti chiedi se ne vale davvero la pena, se ha un senso quello che fai.
Ti guardi intorno e ti chiedi perchè.
Ed il più delle volte la risposta non la trovi.
E poi... poi succede qualcosa, un secondo di pura e semplice gioia.
Magari getti lo sguardo sulla luna che sorge e rimane impigliata fra i rami spogli dell'autunno...
Magari è una frase detta da qualcuno, magari è la veglia di Natale, magari il solo fatto di vedere condensarsi il tuo respiro nella fredda aria di un mattino di gennaio...
fatto sta che ci sono momenti in cui ringrazi Dio di essere vivo.
Momenti che fanno la tua felicità.
Lasciate che vi dia un consiglio...
Raccoglieteli, questi istanti, e conservateli con cura.
Tappezzate le pareti della vostra memoria, con loro, in modo che siano sempre visibili.
Perchè sono loro il vero senso ultimo della nostra vita.
I momenti in cui ti senti bene, in cui senti che tutto, non importa cosa, andrà bene.
Michele si muove, cercando di mettersi più comodo.
Io mi riscuoto dallo strano torpore che mi aveva invaso.
Lentamente mi stacco da lui, quasi riluttante... mi manca già.
Non è solo questione di sesso, di piacere fisico... è una sorta di bisogno assurdo, infinito, di lui. 
Michele non smette di sorridere mentre si ripulisce un po' e si risistema i jeans.
Si stiracchia come un gatto e sa benissimo che mi fa andare il sangue al cervello vederlo muoversi così.
Non resisto a lungo e mi sporgo verso di lui.
Un bacio, un bacio solo.
Leggero, a fior di labbra.
Ma è quello che basta.
Vi giuro.
Il mio ragazzo mi sorride, ancora, e ritorna ad accendere l'auto.
Il mio ragazzo.
Naturalmente la parola chiave è "mio".
Non occorre che venga espresso nulla a parole.
Fai bye bye ai rompiballe dei tuoi, Michè, fai bye bye alla tua vecchia vita... io lo sto facendo alla mia.
E' un attimo di stasi, un attimo dove senti di star per attraversare il confine, senza più possibilità di tornare indietro.
E' un momento magico, in cui cominci la tua vita da adulto, e ti lasci indietro parte del ragazzo che sei stato.
Perchè da adesso siamo uno in due.
L'incantesimo passa, ma non si dilegua... l'eco rimane ancora, latente, sopra di noi, attorno a noi... l'aura di un legame che ci sta cambiando.
Michele fa un profondo respiro.
Poi và.
Riprende a guidare, si reinmette nell'autostrada e, porca miseria, accende di nuovo quell'orripilante musica rock.
Vabbè, non si può aver tutto, no?
L'autostrada scorre, sotto di noi, una lingua d'asfalto lunga come una vita.
Ogni metro che scivola via, si porta con sè un pezzo di ciò che siamo stati.
E' una lunga strada quella che ci aspetta, ragazzi.
E qualcosa mi dice che sarà dura.
Per questo stringo forte la sensazione di poco fa, quel sentimento di forza, di primitiva potenza...
La stringo forte, per ricordarmene quando le cose si metteranno male.
Per ricordarmi che vale sempre la pena non mollare mai.
Michele stacca una mano dal volante e stringe la mia, intrecciando le dita alle dita.
Si, sarà una lunga strada.
Ma vorrei che non finisse mai.

*** FINE  ***


Un abbraccio fortissimo a tutti quelli che sono riusciti a leggere il mio racconto, senza interrompersi per la sdolcinata tirata finale!!!
Grazie^^
An-chan




 
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